Cinque studenti UniMe in trasferta nella caput mundi per il FRU 2019

Il countdown è ufficialmente finito. Tutto pronto per il FRU 2019. Oggi si è dato inizio ai lavori del FRU, il festival delle radio universitarie italiane, che si concluderà il 9 giugno. L’evento è organizzato da RadUni, l’associazione che riunisce gli operatori dei media radiofonici universitari italiani, la cui mission è quella di rispondere a un’esigenza di legame e di condivisione di buone pratiche tra i promotori delle prime esperienze di web radio universitarie italiane. A distanza di un anno, per la seconda volta consecutiva, l’Università degli Studi di Messina rinnova l’adesione al festival giunto alla tredicesima edizione, inviando una delegazione di cinque studenti universitari, membri della redazione UniVersoMe, la testata giornalistica degli studenti UniMe, nonché tutti e cinque speaker radiofonici di Radio UniVersoMe, la web radio di UniVersoMe.

Dopo l’entusiasmante esperienza del FRU 2018 a Cagliari, Radio UVM presenzia ancora all’affezionato appuntamento, ma con diversi partecipanti e in una diversa location. È la capitale, nell’Università Roma Tre, lo scenario scelto per ospitare lo svolgimento dell’edizione 2019 del FRU. Quest’anno tocca agli studenti Francesco Burrascano, Giuseppe Cannistrà, Alessio Caruso, Elena Perrone e Ilaria Piscioneri, che saranno protagonisti attivi, insieme ai rappresentanti di altre emittenti universitarie provenienti da tutta Italia, di quattro intense giornate che prevedono un programma fitto di attività, consultabile nel seguente link al sito: https://www.raduni.org/fru19/.

Dalle conferenze e i dibattiti sui temi della radiofonia, delle nuove tecnologie e della comunicazione, agli workshop interattivi, i nostri inviati avranno modo di confrontarsi con altri appassionati aspiranti radiofonici e giornalisti, e di prendere parte a momenti altamente formativi di incontro con relatori d’eccellenza e professionisti esperti del settore che sveleranno alcuni segreti del mestiere. Ma non finisce qui. La manifestazione rappresenterà anche un banco di prova stimolante in cui poter esercitare e dimostrare le proprie competenze, cimentandosi in delle sfide, le cosiddette speaker challenge. Durante il festival saranno premiati il miglior format radiofonico universitario e la migliore voce. Ultimo ma non meno importante elemento immancabile sarà la musica, componente fondamentale non solo in radio, ma anche come forma di intrattenimento che farà da cornice ad alcune serate, grazie ad artisti del panorama musicale nazionale che si esibiranno in concerti dal vivo.

Le anticipazioni possono bastare. Non si può rivelare troppo. Il resto dovrete scoprirlo leggendoci sul sito https://universome.unime.it. Per restare aggiornati e non perdervi contenuti inediti in diretta da Roma, collegatevi sui canali social di UniVersoMe:

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Giusy Boccalatte

Inquinamento luminoso – La scomparsa delle stelle dal centro città (e non solo …)

“Look at the stars,

look how they shine for you”

Coldplay – Yellow

La primavera sta arrivando a Messina. Guardiamo fuori dalla finestra e vediamo un cielo azzurro limpido, senza nuvole a coprirlo. Gente con il piumino, la sciarpa e il cappello cammina accanto a gente con il giubbotto di pelle e gli occhiali da sole, e le domeniche spalmati sul divano con il plaid hanno lasciato  il posto alle domeniche sul telo mare a guardare il tramonto a Torre Faro.

Ma non è tutto qui. La sera si riesce di nuovo a guardare il cielo. Eppure non vedo le stelle.

Nei paesini della periferia, in piena estate, si riesce quasi a riconoscere Marte ad occhio nudo, però dal centro città si riesce a malapena a trovare, per puro caso, la stella polare.

Uno dei pochi punti da cui è possibile farsi incantare dal meraviglioso spettacolo del cielo è la spiaggia.

Lo so bene perché mesi fa, prima che arrivasse l’estate, io e i miei colleghi della radio andammo proprio sulla spiaggia e Vincenzo Romeo, l’allora direttore della Unit Radio di UniVersoMe, ci fece guardare le stelle chiedendoci cosa fosse stato per noi il percorso UVM fino ad allora.

Qualcuno rispose. Molti restarono zitti, tra cui io.

Torre Faro, Messina 2018

Eppure, credo che qualche parolina a Cecio la devo.

Si arriva a un punto, nella vita, in cui si sente il bisogno di cambiar pelle. Crescere.  Io mi sentivo bloccata davanti a un fiume quando  tutti i miei amici stavano dall’altra sponda a giocare e ridere, mentre io restavo a guardarli con le scarpe in mano e il timore di essere trascinata via dalla corrente. Ciò che fece Cecio non fu allungare una mano e aiutarmi, ma mi spinse dicendomi: “Io devo andare al bagno, controlli tu la regia?”.

Più di un anno fa, lui e altri miei colleghi avevano cominciato a fare parte della Radio universitaria, tutti speaker, io andavo ogni settimana ad ascoltarli così mi proposi a Cecio non come speaker (troppo timida) ma come regista e così mi spiegò un po’ il mixer, un po’ il sistema al computer e via. Signore e signori, la “Regia di Serena Votano” è nata per un’incontinenza del direttore.

E da lì è nato tutto. Ho scoperto cos’è la lealtà, cos’è la fiducia, cosa vuol dire “lavorare in gruppo”, aiutarsi e sostenersi, riconoscere i punti di forza dell’altro, poter sperimentare e migliorare. Sbagliare, a volte.

Non sono la stessa persona del primo giorno all’università e questo lo devo a UniVersoMe, alla radio principalmente. Roba che i capelli verdi, al confronto, hanno fatto ben poco.

E poi è arrivata l’estate. Le mie stelle lì, pronte a farsi ammirare in quelle notti in cui non sai bene dove andare o cosa fare. «Più dell’80 per cento del pianeta si trova ormai sotto un cielo che non è più completamente scuro. In alcuni luoghi, come Singapore, gli abitanti non fanno praticamente mai esperienza di una notte davvero buia, al punto che i loro occhi non hanno mai modo di adattarsi alla visione notturna» rivela un articolo su Focus.it

Dal film “Il Piccolo Principe”

L’inquinamento luminoso è causato da quegli impianti di luci artificiali che non emettono la semplice luce necessaria alla visione notturna, ma la disperdono in altre direzioni.

Le lampade a LED si stanno diffondendo anche nell’illuminazione pubblica, queste lampade hanno bassi consumi (cosa buona e giusta) ma utilizzano una componente di luce bianco-blu che viene diffusa molto di più dalle molecole dell’atmosfera rispetto alla luce con una componente prevalente verso il giallo, come quella dei sistemi di illuminazione al sodio alta pressione. Questo fenomeno provoca un aumento di livello di inquinamento luminoso in prossimità dalle sorgenti, fino ad alcune decine di chilometri,  mentre lo riduce lontano poiché la luce blu si è già diffusa. Avete presente quella striscia rossa, di notte, ce si vede sopra la città? Ecco, l’inquinamento luminoso è proprio quello.

Un problema non solo per gli astronomi, ma anche per gli uomini (provocherebbe stress e malattie che non vi sto a spiegare), per gli animali, ma soprattutto per il mondo vegetale.

A distanza di un anno, RadioUniVersoMe vive il ricambio generazionale. Quelli che erano i miei colleghi, direi meglio famiglia, si sono laureati. Mentre io assisto alla loro laurea, stringo un altro bicchiere di spumante e brindo alla loro felicità! Loro se ne andranno. Io resterò qui a guardarli andare via.

Mi faccio piccola piccola e mi rifugio nel quartier generale di UniVersoMe. Qualcuno, forse, pensava che avrei mollato tutto, ma cosa avrei dovuto fare senza quell’appuntamento quotidiano con le cuffie, quell’atto di fede tra me e il mixer.

E da lì tutto è ritornato in moto. Pomeriggi chiusi in radio a registrare, parlare, scegliere canzoni, ancora parlare, ogni tanto anche io come speaker.

È toccato, anche a me, diventare la Direttrice Unit Radio. Sapevo tutte le difficoltà che implicava, le responsabilità, la fatica di un ruolo come il direttore in radio, non mi lasciavo convincere da nessuno. Nessuno meno uno.

“Cecio … ne vale la pena?”

“Avoglia”.

E allora buttiamoci. Roba che se mi avessero lasciata nel mio piccolo ruolo da regista, nella mia confort zone, sarei stata sicuramente più felice.

Però mi butto, dedico ancora più tempo al progetto che finisce per togliere altro tempo alla mia vita sociale (“Sere, non hai mai avuto una vita sociale” direbbe Mattia) e nel mio ruolo non sono certo da sola. La mia “compagna di viaggio” è stata prima Selina e dopo Cristina.

E così sono cresciuta ancor di più e ho conosciuto Persone: la signora Diplomazia, i signori Nervi, la signora Fortuna, il signor Maiunagioia, il signor Sacrificio, la signora Rabbia Repressa, la piccola Paura, la saggia Adrenalina, la signora Furbizia.

Whorkshop UVM – aprile 2018

Così, Cecio, volevo dirti che io le stelle dal centro città non le vedo. Però la Radio mi ha sempre fatta sentire come quando, finalmente, lontana dall’inquinamento del mondo, guardo le stelle. Senza fiato, un piccolo scricciolo, pronta a tutto.

Spegnate la luce e accendete la curiosità. Ne vale la pena? Avoglia.

Serena Votano

 

 

 

FRU18, buona la prima!

“Quando sono in radio è come se attorno a me si formasse una campana di vetro. Tutti i rumori, gli ostacoli e le difficoltà della vita non varcano la soglia dello studio e più che un lavoro sono due ore di terapia…”

 

Esordisce così Gianluca Vitiello, speaker di Radio Deejay, al Festival delle Radio Universitarie italiane tenutosi a Cagliari dal 10 al 12 maggio. Cos’è il FRU? Semplice. Immaginate di poter praticare la vostra professione passando dalla teoria alla pratica; di mettervi in gioco con dei vostri coetanei che condividono la vostra stessa passione; di comprendere, attraverso il confronto con chi questa professione la mastica da anni, quali sono i sacrifici e gli step da percorrere prima di poter dire: “Ce l’ho fatta!”. Questo è il FRU e…no, forse non sarà così semplice spiegarvi cosa è stato per noi. 

Un continuo riscoprirsi attraverso gli altri, interfacciarsi con diverse realtà radiofoniche universitarie italiane e stupirsi del fatto che quel tuo sogno nel cassetto, prima irraggiungibile e tanto lontano, è diventato un poco più reale, un poco più vicino. Ed è bello guardarsi intorno e scoprirsi circondati da ragazzi diversi, da ogni dove, ognuno con la propria storia, ma tutti col tuo stesso sogno. Ragazzi a cui viene data anche la possibilità di visitare il Bel Paese poiché trattandosi di un festival itinerante, la location (o per meglio dire lochesscion) viene scelta in base alla radio ospitante. E quest’anno è stata la volta di Unica Radio, web radio dell’Università di Cagliari che ha partecipato attivamente per la riuscita della dodicesima edizione del FRU accogliendo nel capoluogo sardo ben 33 radio universitarie e centinaia di speaker e registi da tutta Italia. Anche RadioUniVersoMe, l’unica radio dell’Università degli Studi di Messina, ha preso parte (per la prima volta!) alla tre-giorni per eccellenza per radioamatori. Un’emozione bellissima esser stati invitati ed accolti come se facessimo parte di questa grande famiglia sin dal principio, integrati in questo mondo ideale, quasi utopico in cui si parla una lingua comune e si venera una stessa divinità: la musica.

I luoghi in cui si sono svolte le svariate attività della manifestazione cagliaritana però esistono veramente. Anzitutto non posso non parlarvi dell’Hostel Marina, alloggio per quasi la totalità dei partecipanti; punto d’incontro ed anche studio radiofonico all’aperto per la diretta condivisa gestita dai ragazzi di Unica Radio. Poi ancora l’Auditorium Comunale, il Terrapieno e la fantastica piazza Yenne. Ma proprio come un viaggio, fil rouge e tema di base della kermesse, il festival è volato via in un battito di ciglia. Un susseguirsi di incontri, workshop e tavole di discussione tematiche ci ha concesso di avere un contatto diretto con professionisti del mestiere come i Vitiello, Michele Wad Caporosso, Luca Viscardi, Anna Piras, speaker e giornalisti di rinomate radio e testate giornalistiche nazionali. Eppure le novità ed i colpi di scena non finiscono di certo qui.

Proprio perché la radio è un mezzo di comunicazione che affianca alla divulgazione informativa intrattenimento e soprattutto musica, alla conferenza d’apertura ha preso parte un cantante sardo di un certo livello della scena rap italiana, Salmo. Il rapper ha presentato il progetto Salmo Academy, una scuola per beatmaker e videomaker, invitando tutti i presenti a non mancare al suo concerto post serata. Il risultato? Spettacolo e divertimento garantito (per quel che ricordo…).

Tante facce nuove, tante le novità e i progetti lanciati durante l’edizione 2018 del FRU, tra cui CineUni, la prima redazione cinema Raduni proclamata punto di incontro per le redazioni e le rubriche che si occupano specificatamente della settima arte, e tante altre iniziative da tradizione che, come tali, vanno sempre portate avanti e rispettate. E anche quest’anno l’eccellenza è stata salvaguardata!

All’interno del Festival sono stati infatti premiati il miglior programma radiofonico prodotto nel circuito delle radio universitarie e la migliore tesi di laurea dedicata al mondo della radiofonia. La scena però se l’è presa lo #SpeakerChallenge! Venti aspiranti speaker di ogni età si sono sfidati a suon di On Air per conquistare il famigerato trono firmato FRU18. Ma è solo una delle molteplici opportunità che Raduni offre ai partecipanti: dalla condivisione di idee ed esperienze, alla possibilità di apprendere nuove tecniche, alla conoscenza di persone che, in qualche modo, faranno sempre parte di te.

Un meeting radiofonico che ci consente di affermare che il ruolo delle radio universitarie è fondamentale per la crescita dei vari atenei e degli stessi studenti, costituendo un luogo di inclusione sociale per i giovani e non solo. Non mi resta che concludere con l’espressione con cui ho iniziato quest’esperienza. Parafrasando Totò “La radio è come una livella: bastano un mixer, un microfono ed un paio di cuffie per ricordarci che, in fondo, siamo tutti uguali”.

Vincenzo Francesco Romeo

 

                                                                                              

UniMe e la Notte Bianca: eravamo veramente connessi?

Giorno 14 ottobre c.m., si è svolto l’evento ‘’Notte Bianca dello Sport Universitario’’ presso la Cittadella Universitaria di Messina. L’evento è stato organizzato dal Cus Unime, con l’aiuto di molti studenti volontari che hanno aderito all’iniziativa. Quest’ultimo è stato creato dagli studenti per gli studenti, con il supporto da parte della nostra Università.

La manifestazione ha ricevuto molte adesioni, in quanto era caratterizzata da varie attività alle quali poteva partecipare chiunque. Infatti, oltre ai tornei sportivi ai quali aderivano i vari studenti, sono state tenute diverse discipline che tutti potevano provare. A sera inoltrata si è concluso il mega-evento con la partecipazione straordinaria di Luca Dirisio in concerto.
Ovviamente, essendo noi la Voce dell’Università, abbiamo partecipato con grande entusiasmo. Radio UniVersoMe si è presentata presso la Cittadella alle 16:30, pronta per trasmettere in diretta la radiocronaca dell’evento. Però (c’è sempre un però), non tutto fila sempre liscio come l’olio. Quali disavventure hanno dovuto affrontare questa volta i nostri piccoli grandi eroi?

Il cuore del problema sta nel fatto che spesso diamo le cose per scontate. Come l’acqua, il fuoco, l’elettricità e, nel nostro secolo, il Wi-Fi o, comunque, la rete internet. Cosa è questa grande invenzione dell’uomo? La possibilità di essere sempre connessi tra noi, ma, a quanto si è visto, a volte ci si ritrova isolati.

Cosa c’entrano gli speakers di Radio UniVersoMe in tutto questo? Che, loro malgrado, per quanto dovevano iniziare il loro lavoro alle ore 17:30 e finirlo alle 22:30, questo, purtroppo, non è potuto avvenire. Infatti, come molti di voi avranno potuto notare, il programma è potuto partire solamente alle 19:30 ed è, inoltre, finito all’incirca alle 21:30. Questo a causa del fatto che la grande risorsa del World Wide Web è venuta a mancare (e ci uniamo in cordoglio, porgendo le nostre condoglianze) senza che noi ne fossimo al corrente.
L’antico vaso andava portato in salvo, cita una famosa pubblicità. Nel nostro caso, la contemporanea trasmissione andava portata in salvo. C’è stato un momento in cui tutti ci guardavamo con l’espressione da pesci rossi, abbastanza perplessi, senza sapere cosa dire o fare. E, di certo, l’uragano di contorno non aiutava gli animi.

14708100_1193265657415322_5006445178957147403_nAd un certo punto la scena era questa: noi che guardavamo i ragazzi dell’organizzazione e loro che guardavano noi. Dopo i primi momenti di disperazione, i prodi guerrieri, hanno cercato le più svariate soluzioni: sono stati chiamati vari gestori telefonici, l’Università stessa, vari negozi di informatica, il Papa, Barack Obama e, infine, anche il cavallo che trottava nei dintorni (per la dimostrazione dell’attività equestre), ma niente. Nessuno che ci avesse forniti di una gioia. Un classico.

I nostri soldati non si sono arresi, o meglio, hanno ricevuto la grazia divina. Dio, Homer Simpson, Spongebob o chi per lui, ha inviato un angelo dal cielo che ci ha forniti di un telefono privato provvisto di Gb in grado di sostenere la diretta radio. Ore 19:30: siamo, finalmente, in onda!

Tale angelo, non sappiamo chi fosse, purtroppo, nella confusione e nello sconforto, il suo nome non è stato pervenuto. Comunque, ci teniamo a ringraziarla pubblicamente.
Ancora oggi, non riusciamo a dare una spiegazione a quanto avvenuto. L’Università ci ha creati, sostenuti e voluti come voce di sé stessa e noi abbiamo fin da subito accolto con entusiasmo l’incarico assegnatoci. Il problema è proprio questo: come possiamo assolvere questo compito senza i mezzi base necessari? Di certo gli studenti che hanno partecipato all’organizzazione dell’evento, o tanto meno noi, hanno i poteri magici.

Se l’Università è gli studenti, gli stessi studenti devono avere i mezzi validi per rendere valido l’Ateneo.
Certi che è stato un caso isolato e facilmente, alla fine, marginato e risolto, non possiamo non riportarlo. Essendo la ‘’famosa’’ Voce dell’Università, è corretto riportare non solo quanto di bello c’è ma anche i disagi che a volte si presentano.

Ci teniamo a sottolineare che il nostro rammarico non deve essere interpretato come una diffamazione nei confronti dell’Ateneo ma perché, al contrario, tanto è l’amore nei suoi confronti quanto è ampio, appunto, il nostro dispiacere. Dispiacere dato dal fatto che l’Unime, purtroppo si perde in un bicchier d’acqua. Fermo restando che, se deve esserci questo bicchiere, almeno che sia di Vodka.

Il nostro auspicio è che, dal momento che ‘’l’unione fa la forza’’, tutti insieme cercheremo di puntare più sulla qualità che sulla quantità.

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Elena Anna Andronico
Giulia Greco

Dietro le quinte: vi racconto di Radio UniVersoMe

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Se ci mettiamo a parlare in una stanza buia, le parole assumono improvvisamente nuovi significati.

Marshall McLuhan

 

Era il 5 maggio 2015, quando ci siamo ritrovati tutti nell’ufficio stampa del rettorato dell’Università di Messina per iniziare questo coinvolgente percorso che ha portato alla creazione del progetto UniVersoMe.

È passato quasi un anno da quel giorno e tra ostacoli, tempi che si sono allungati all’infinito e problemi di ogni genere, siamo riusciti a diventare qualcosa di concreto, di visibile: una testata multiforme di cui ogni studente può fare parte e può usufruire. Informazione, cultura, eventi, comicità: abbiamo tutto.

Quando mi sono trovata catapultata in questo mondo mi sentivo un po’ zoppa, un po’ spaesata. Un pesce fuor d’acqua, per così dire. La mia esperienza nell’ambito della scrittura, del giornalismo, si riduceva ad un puro hobby, un passatempo amatoriale giusto per scaricare lo stress. Circondata dai miei colleghi che stanno seguendo un corso di studi per diventare Giornalisti con la G maiuscola, ho pensato: ‘’ ma che ci faccio qua?’’. La risposta è arrivata da sé, è proprio questo il bello della scrittura, tutti possono scrivere. Basta farlo con piacere. C’è chi diventerà qualcuno, chi invece, come me, ne trarrà sempre solo sensazioni piacevoli e soddisfazione personale.

E così eravamo noi 9 che costruivamo, mattoncino su mattoncino, tutto questo. Poi un giorno, a Dicembre, Alessio mi chiama e dice: ‘’Ele, te lo ricordi che hai dato la tua disponibilità anche per il canale Radio? Deve partire a breve’’. Tatatan. Ho iniziato a sudare freddo. Per la voglia di fare, e fare il più possibile, avevo dato la mia disponibilità sia per il giornale che per la radio. Non potevo tirarmi indietro, per orgoglio, per sfida, per fare da spola tra i due canali. E così, rimbocchiamoci le maniche, facciamo partire il canale radio.

Siamo partiti in tre e ci siamo ritrovati in otto, otto persone che a malapena si conoscevano e che buttarono giù un programma con la consapevolezza che tutto, all’inizio, sarebbe stata la simulazione di sapere cosa stavamo facendo, andando a braccio nella speranza di essere assistiti da una sana botta di culo. Sai, ti ritrovi a dover fingere di conoscere la persona con la quale intrattieni il pubblico, devi trovare quella scintilla di affinità che vi faccia andare d’accordo o litigare, che mantenga viva l’attenzione.

Senza darlo a vedere, ero abbastanza preoccupata. Avevo fatto Radio, ma una cosa è farla guidata dal tuo maestro e insegnate del mestiere, un colosso con un’esperienza incommensurabile alle spalle, una cosa è farla con altri pulcini imbranati come te. Poi quando mi hanno comunicato che mi sarei occupata di sport con Panebianco ho stilato un elenco con centinaia di possibili scuse per lavarmene le mani, ma questa è un’altra storia.

La radio è un mondo a sé stante. Qualsiasi cosa che sia scritta, pure se si ha una finestra limitata di tempo per scriverla, la si può correggere, rivedere, aggiustare, rendere il più corretta possibile, sfiorando la perfezione. La radio Logo_radiono.

La radio è una botta e risposta continuo, sei tu e un’altra persona, due microfoni e una stanza. Si ha davanti un pc e una consolle e tu devi essere così attento e coordinato da saper fare partire e fermare al momento giusto le canzoni, ricordare di spegnere e accendere i microfoni, far sparire qualsiasi tipo di rumore esterno.

In tutto ciò devi pure essere spigliato, non farti bloccare dalla paura del microfono. Sembra banale, ma ci si sente da una parte quasi stupidi a parlare da soli, dall’altra lo sai che ci sono persone che ti ascoltano, togliendosi del tempo per farlo, e quindi sale l’ansia da prestazione, non puoi commettere errori.

Parli. Parli per dare informazione, per distrarre le persone, per comunicare qualcosa. Deve essere una conversazione normale con un amico, ma non è normale: i tempi verbali devono essere precisi, non puoi dire corbellerie riguardo all’argomento che stai trattando, devi cercare di tenere un ritmo scorrevole. Non puoi parlare sopra al tuo co-conduttore. Questo è particolarmente difficile: io e le mie amiche riusciamo a parlare tutte contemporaneamente di cose diverse capendoci, succedesse durante la trasmissione sarebbe solo un gran caos. Da quando indossi le cuffie e clicchi play sei fregato: o la va o la spacca.

Radio UniVersoMe oggi compie 3 settimane. Considerando che la fase embrionale dura 4 settimane, siamo ancora molto piccoli ed immaturi ma non troppo. Devo dire che non me l’aspettavo proprio il calore che si è creato, all’interno e all’esterno della bolla radiofonica. Noi come gruppo siamo diventati solidi, tutti sulla stessa linea d’onda, amici. E da voi, pubblico che ci leggete e ascoltate, arriva qualcosa, quel qualcosa che ci spinge a migliorarci di settimana in settimana, che ci sprona a fare sempre meglio. Con un perfetto equilibrio tra teste calde e razionalità, battibecchi, prese in giro, serietà e serenità stiamo concretamente facendo qualcosa che rimanga nelle mani della nostra università e degli studenti che arriveranno dopo di noi.13016758_10209141176276161_599495794_o

Questa è la nostra storia, la storia di alcuni ragazzi che vogliono dare voce all’università e che vi aspettano tutti i Lunedì e i Mercoledì (alle 15:00 e alle 17:00) eccitati come bambini di poter parlare con voi.

Elena Anna Andronico