Grazie di tutto ragazzi. Continuate così

WLIL6431Un ultimo saluto, stacco i microfoni, inserisco la sigla finale, poi clicco su “stop”: è finita qui.

Si chiudono tre mesi bellissimi: “breve ma intenso”, come mi suggeriva Elisia a fine puntata. Solo tre mesi, perché, come è giusto che sia, per far parte di Radio UniVersoMe (e di UniVersoMe in generale), bisogna frequentare l’UniMe e, fra pochi giorni, io non ne farò più parte. Molti penseranno: “vabbè, ma ti laurei e finisci gli studi, che te ne frega?”. Sì, forse è vero così. Ma ci credete che Radio UniVersoMe mi ha dato un motivo per essere quasi un po’ dispiaciuto di dover terminare gli studi? Non prendetemi per pazzo.

So che tanti di voi che magari si trovano al primo o al secondo anno pagherebbero per avere una laurea imminente, ma quando per l’ultima volta ho spento il microfono ed ho posato le cuffie, mi sono sentito come se mi mancasse qualcosa. Da ora in poi il lunedì non bombarderò di messaggi Diva, sempre in ritardo, per sapere dove è finita, a meno di 30 minuti dall’inizio della nostra diretta. Non mi stresserò perché prima di fare il video per la pagina  Facebook, prima di ogni puntata, devo aspettare che Diva si sistemi i capelli e che organizzi al meglio la “regia” del filmato. Non passerò 45 minuti a dare notizie ed a inveire contro la mia povera compagna di viaggio, che non so come ha fatto a sopportarmi (a dire il vero, non so come ho fatto io a sopportare lei, ma shhh, dettagli). Per me si è appena chiusa un’esperienza breve ma bellissima, che mi ha fatto conoscere fantastiche persone, amici prima che colleghi.

Circa un anno fa, quando ancora l’inizio delle nostre attività era lontano, ho effettuato un colloquio con i componenti dell’Ufficio Stampa del nostro Ateneo, i quali, insieme al referente generale del progetto per gli Studenti, Alessio Micalizzi, erano alla ricerca di un responsabile per il settore web-radio. Decisero di scegliere me e ammetto di essere stato un po’ presuntuoso, perché sapevo che avrei dovuto confrontarmi con tanti giovani studenti alla prima esperienza radiofonica e, avendo nel settore un po’ di esperienza in più rispetto agli altri, pensavo di dover “insegnare” loro tante cose.

Mi sbagliavo di grosso, per due motivi: 1) intanto, avere esperienza in varie emittenti radiofoniche, più o meno durature, non vuol dire essere bravo e la strada per divenire un ottimo speaker è ancora lunga; 2) questi pazzi e giovani colleghi che mi hanno affiancato, non hanno avuto bisogno di grandi aiuti, perché sin dalla loro prima diretta si sono dimostrati dei validi speaker radiofonici. Ma quali dilettanti? Forse sono io che devo imparare qualcosina da ognuno di loro. Ognuno con il suo stile diverso e particolare, ognuno con il suo punto di forza.

Ancor prima che iniziassero le trasmissioni, mi è stato affiancato Claudio Panebianco come co-referente del progetto web-radio di UniVersoMe e, poco dopo, dovendo scegliere un solo referente, mi sono tirato subito indietro “calando il pacco” a Claudio. Mai scelta fu più azzeccata. Da oltre tre mesi, ormai, ogni giorno Claudio ci tempesta di messaggi sul nostro gruppo Whatsapp, con nuove idee, suggerimenti. Qualsiasi idea lui la propone, anche la più piccola che possa comunque servire a far crescere il gruppo. Claudio è giovanissimo, il più piccolo del gruppo, se non sbaglio, ma ci ha guidati (e continuerà a guidarvi) come un veterano, con la sua interminabile pazienza, superata solo dalla sua passione. IIBD5927

Dunque, finisce qui per me. Volevo quindi approfittare di questo spazio, per chiudere in bellezza quest’esperienza con alcune parole che mi sembrano più che dovute. Grazie, intanto, all’intera squadra di UniVersome, che mi ha fatto conoscere tante splendide persone, le quali mi hanno fatto capire che non è vero che a Messina non abbiamo voglia di fare niente. Se abbiamo i mezzi, ci impegnamo, eccome.

Grazie a Valeria Ruggeri e Luciano Fiorino dell’Ufficio Stampa dell’UniMe (ed a tutti i loro colleghi del “terzo piano”), che ci hanno ospitati nel loro ufficio, divenuto il nostro studio radiofonico “abusivo”. Grazie all’intero Ateneo, soprattutto a chi, nel concreto, si è impegnato per far sì che UniVersoMe, nato dalle menti di tanti giovani studenti volenterosi, divenisse realtà. Grazie al nostro Rettore, Pietro Navarra, per averci ricevuto circa un mese fa per complimentarsi con noi e con gli organizzatori del LovMe Fest, proprio per l’ottima riuscita dell’evento svoltosi al Forte Ogliastri, all’interno del quale abbiamo realizzato la nostra prima diretta esterna.

Non posso che concludere con i ringraziamenti più importanti, ossia per i miei compagni d’avventura, che citerò in ordine di “palinsesto”: grazie ancora alla mia compagna di viaggio Diva Famà, con la quale si è instaurata subito un’ottima sintonia davanti al microfono (e ciò non è per niente facile ed è importantissimo per la riuscita di un programma radiofonico) ed al “capo” Claudio Panebianco, ad Elena Anna (detta Elenanna) Andronico, ad Elisia Lo Schiavo, a Vanessa Munaò, a Giampiero Alibrandi, a Francesco Burrascano ed a Vincenzo Romeo, che ha fatto pratica negli ultimi mesi, un po’ dietro le quinte, ma che prenderà ufficialmente il mio posto, affiancando Diva a partire da settembre. Diva, da quello che abbiamo visto nelle ultime settimane, posso assicurarti che sei in ottime mani. In bocca al lupo Vincenzo, sono sicuro che farai grandi cose, come tutti gli altri. BQSA7868

Adesso, mi raccomando, non perdiamoci di vista, eh! Vi prometto che continuerò a seguirvi costantemente e che verrò a trovarvi in studio quando possibile. Grazie di tutto, ragazzi. Grazie per questa bellissima avventura vissuta insieme. Continuate così, non fermatevi mai, perché siete una squadra formidabile ed anche grazie a voi la nostra Università diventa ogni giorno sempre più vivibile e bella da frequentare. Grazie, di cuore.

Simone Intelisano

Dietro le quinte: vi racconto di Radio UniVersoMe

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Se ci mettiamo a parlare in una stanza buia, le parole assumono improvvisamente nuovi significati.

Marshall McLuhan

 

Era il 5 maggio 2015, quando ci siamo ritrovati tutti nell’ufficio stampa del rettorato dell’Università di Messina per iniziare questo coinvolgente percorso che ha portato alla creazione del progetto UniVersoMe.

È passato quasi un anno da quel giorno e tra ostacoli, tempi che si sono allungati all’infinito e problemi di ogni genere, siamo riusciti a diventare qualcosa di concreto, di visibile: una testata multiforme di cui ogni studente può fare parte e può usufruire. Informazione, cultura, eventi, comicità: abbiamo tutto.

Quando mi sono trovata catapultata in questo mondo mi sentivo un po’ zoppa, un po’ spaesata. Un pesce fuor d’acqua, per così dire. La mia esperienza nell’ambito della scrittura, del giornalismo, si riduceva ad un puro hobby, un passatempo amatoriale giusto per scaricare lo stress. Circondata dai miei colleghi che stanno seguendo un corso di studi per diventare Giornalisti con la G maiuscola, ho pensato: ‘’ ma che ci faccio qua?’’. La risposta è arrivata da sé, è proprio questo il bello della scrittura, tutti possono scrivere. Basta farlo con piacere. C’è chi diventerà qualcuno, chi invece, come me, ne trarrà sempre solo sensazioni piacevoli e soddisfazione personale.

E così eravamo noi 9 che costruivamo, mattoncino su mattoncino, tutto questo. Poi un giorno, a Dicembre, Alessio mi chiama e dice: ‘’Ele, te lo ricordi che hai dato la tua disponibilità anche per il canale Radio? Deve partire a breve’’. Tatatan. Ho iniziato a sudare freddo. Per la voglia di fare, e fare il più possibile, avevo dato la mia disponibilità sia per il giornale che per la radio. Non potevo tirarmi indietro, per orgoglio, per sfida, per fare da spola tra i due canali. E così, rimbocchiamoci le maniche, facciamo partire il canale radio.

Siamo partiti in tre e ci siamo ritrovati in otto, otto persone che a malapena si conoscevano e che buttarono giù un programma con la consapevolezza che tutto, all’inizio, sarebbe stata la simulazione di sapere cosa stavamo facendo, andando a braccio nella speranza di essere assistiti da una sana botta di culo. Sai, ti ritrovi a dover fingere di conoscere la persona con la quale intrattieni il pubblico, devi trovare quella scintilla di affinità che vi faccia andare d’accordo o litigare, che mantenga viva l’attenzione.

Senza darlo a vedere, ero abbastanza preoccupata. Avevo fatto Radio, ma una cosa è farla guidata dal tuo maestro e insegnate del mestiere, un colosso con un’esperienza incommensurabile alle spalle, una cosa è farla con altri pulcini imbranati come te. Poi quando mi hanno comunicato che mi sarei occupata di sport con Panebianco ho stilato un elenco con centinaia di possibili scuse per lavarmene le mani, ma questa è un’altra storia.

La radio è un mondo a sé stante. Qualsiasi cosa che sia scritta, pure se si ha una finestra limitata di tempo per scriverla, la si può correggere, rivedere, aggiustare, rendere il più corretta possibile, sfiorando la perfezione. La radio Logo_radiono.

La radio è una botta e risposta continuo, sei tu e un’altra persona, due microfoni e una stanza. Si ha davanti un pc e una consolle e tu devi essere così attento e coordinato da saper fare partire e fermare al momento giusto le canzoni, ricordare di spegnere e accendere i microfoni, far sparire qualsiasi tipo di rumore esterno.

In tutto ciò devi pure essere spigliato, non farti bloccare dalla paura del microfono. Sembra banale, ma ci si sente da una parte quasi stupidi a parlare da soli, dall’altra lo sai che ci sono persone che ti ascoltano, togliendosi del tempo per farlo, e quindi sale l’ansia da prestazione, non puoi commettere errori.

Parli. Parli per dare informazione, per distrarre le persone, per comunicare qualcosa. Deve essere una conversazione normale con un amico, ma non è normale: i tempi verbali devono essere precisi, non puoi dire corbellerie riguardo all’argomento che stai trattando, devi cercare di tenere un ritmo scorrevole. Non puoi parlare sopra al tuo co-conduttore. Questo è particolarmente difficile: io e le mie amiche riusciamo a parlare tutte contemporaneamente di cose diverse capendoci, succedesse durante la trasmissione sarebbe solo un gran caos. Da quando indossi le cuffie e clicchi play sei fregato: o la va o la spacca.

Radio UniVersoMe oggi compie 3 settimane. Considerando che la fase embrionale dura 4 settimane, siamo ancora molto piccoli ed immaturi ma non troppo. Devo dire che non me l’aspettavo proprio il calore che si è creato, all’interno e all’esterno della bolla radiofonica. Noi come gruppo siamo diventati solidi, tutti sulla stessa linea d’onda, amici. E da voi, pubblico che ci leggete e ascoltate, arriva qualcosa, quel qualcosa che ci spinge a migliorarci di settimana in settimana, che ci sprona a fare sempre meglio. Con un perfetto equilibrio tra teste calde e razionalità, battibecchi, prese in giro, serietà e serenità stiamo concretamente facendo qualcosa che rimanga nelle mani della nostra università e degli studenti che arriveranno dopo di noi.13016758_10209141176276161_599495794_o

Questa è la nostra storia, la storia di alcuni ragazzi che vogliono dare voce all’università e che vi aspettano tutti i Lunedì e i Mercoledì (alle 15:00 e alle 17:00) eccitati come bambini di poter parlare con voi.

Elena Anna Andronico