Sergio Mattarella a Messina per i 50 anni della Fondazione Bonino-Pulejo e i 70 della Gazzetta del Sud

All’alba di un secondo inaspettato mandato da Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella è tornato nella sua Sicilia. L’arrivo nella città dello Stretto, il 13 aprile, è coinciso con i settant’anni della Gazzetta del Sud e i cinquanta della Fondazione Bonino-Pulejo, per le cui ricorrenze è stato invitato a presenziare alla cerimonia svoltasi nel teatro Vittorio Emanuele.

Nel corso dell’evento il Capo dello Stato ha ritirato il premio internazionale Bonino-Pulejo, assegnatogli dalla Fondazione in riconoscimento “della sua guida del Paese con equilibrio, fermezza, coerenza e intensa passione, nonché per essere un siciliano specchio delle istituzioni, capace di conquistare il cuore degli italiani e che con il suo operato ha contribuito a consolidare in tempi difficilissimi il prestigio della Repubblica sulla scena internazionale”. Il premio, dedicato alla memoria di Uberto Bonino e Maria Sofia Pulejo ed assegnato per la prima volta dopo più di dieci anni, è stato ricevuto in passato da personalità illustri tra cui Kofi Annan, Giuseppe Tornatore, Angelo Falzea, Alberto Sordi e Riccardo Muti.

La gratitudine nelle parole di Lino Morgante: cosa significa la presenza del Capo dello Stato

Ad introdurre la cerimonia è stato Lino Morgante, presidente della Fondazione Bonino-Pulejo e della Società Editrice Sud, che non ha mancato di sottolineare la sua enorme gratitudine al Capo dello Stato per la sua presenza.

“Un’occasione memorabile questa, in cui si celebrano i cinquant’anni di attività della Fondazione Bonino-Pulejo, che tutt’oggi continua a spendersi per la realtà locale, sempre ispirata ai nobili princìpi dei fondatori Umberto Bonino e Maria Sofia Pulejo.”

Ringraziamenti rivolti anche agli azionisti, ai giornalisti, ai corrispondenti e a tutti coloro i quali si impegnano quotidianamente al servizio dell’informazione, senza dimenticare i lettori, ultimo e forse più importante tassello di questo ingranaggio. Oggi più che mai, la qualità della notizia è minata dal pressappochismo delle voci di corridoio che provengono dal web, ma ciò non deve essere un espediente per gettare la spugna, bensì deve costituire una sfida a fare sempre di meglio.

La redattrice Ilenia rocca intervista Lino Morgante. © Filippo Giletto

UniVersoMe, grazie alla collaborazione con Gazzetta del Sud, ha avuto l’onore di partecipare a questo importante evento e di intervistare Lino Morgante.

Che significato ha per la Fondazione Bonino-Pulejo la presenza del Presidente Mattarella e qual è il legame del Presidente con questa?

Innanzitutto è un legame con la sua Sicilia, con la sua terra, in quanto stiamo parlando di una fondazione nata 50 anni fa a Messina ma che ha esteso la sua attività in tutta la Sicilia e anche in tutta la Calabria. Dunque è un grande piacere per noi come fondazione ricevere la visita del Presidente e ciò è motivo di orgoglio anche per la nostra comunità; la presenza del Capo dello Stato è una sorta di riconoscimento per il lavoro svolto in questi anni da Gazzetta del Sud e dalla fondazione Bonino-Pulejo.

L’accoglienza di Lino Morgante e Nello Musumeci. fonte: Gazzetta del Sud

L’arrivo di Mattarella e l’accoglienza delle autorità

Sergio Mattarella è arrivato alle 19.30 ed è stato omaggiato dal calore e dall’affetto riservatogli dalla città con l’ovazione ricevuta da parte della nutrita folla accalcatasi a margine del Teatro Vittorio Emanuele. Ad accogliere il Presidente della Repubblica vi sono stati, oltre a Lino Morgante, il commissario straordinario del Comune di Messina Leonardo Santoro, il presidente dell’ente teatro Orazio Miloro, ed i presidenti delle regioni Sicilia e Calabria Nello Musumeci e Roberto Occhiuto. La cerimonia è stata accompagnata dalle note dell’Orchestra dell’Accademia Teatro alla Scala, diretta dal maestro David Coleman, che dopo l’ingresso in sala del Capo dello Stato ha suonato l’Inno di Mameli e che ha eseguito, successivamente alla consegna del premio, il Concerto in re maggiore per violino e orchestra Op. 35 di Čajkovskij e la Sinfonia n. 7 in la maggiore Op. 92 di Ludwig van Beethoven.

Il discorso di Mattarella: l’informazione come presidio di democrazia

Chiamato sul palco a ritirare il premio, una targa in argento realizzata del maestro orafo calabrese Gerardo Sacco, Sergio Mattarella si è detto “grato e lusingato” per un riconoscimento così “significativo, ancor più per avere avuto modo di conoscere personalmente Uberto Bonino”.

“Speravo di venire a Messina da ex Presidente della Repubblica, ma questa veste mi consente di sottolineare l’importanza delle due ricorrenze che oggi celebriamo e ringrazio la Fondazione per il lavoro che svolge nella formazione dei giovani, quanto mai fondamentale per il rilancio del sud Italia, e la Gazzetta, per essere una realtà editoriale sana e indipendente. Questo è particolarmente importante e vorrei sottolinearlo poiché realtà di questo tipo rappresentano una ricchezza dal punto di vista informativo ed un punto di riferimento per le realtà locali ove sono radicate, garantendo un presidio per la democrazia e la partecipazione. Ora più che mai è doveroso sottolineare l’importanza dell’indipendenza dell’informazione, unico riparo dalle sfide imposte dagli eventi del mondo. L’abbiamo visto con la pandemia quando di fronte alla propagazione di notizie false e di scenari complottisti e antiscientifici il sistema informativo del nostro Paese ha svolto un’importante funzione per sorreggere la buona conoscenza. O ancora con lo scenario, imprevedibile e inatteso, dello scoppio del conflitto nel nostro continente, a margine del quale si agita il tentativo di diffusione di notizie false. Ecco dove sta l’importanza di un sistema informativo che non preclude alcuna voce ma che non subisce i falsi e che sa informare con proprietà critica, autonoma e propria i suoi lettori sui fatti e le realtà.”

Mattarella sul palco del Teatro Vittorio Emanuele. Fonte: Gazzetta del Sud

E per concludere…

La visita di Mattarella ha un significato pregnante: ci rammenta i valori costituzionali che con fermezza ha cercato di tutelare durante gli anni del primo mandato e che – ne siamo certi –  altrettanto farà nel secondo. Inoltre – come ribadito anche da Lino Morgante – la presenza del Presidente continua a renderci sempre più orgogliosi di essere siciliani e calabresi, di far parte di un Sud Italia che soltanto nella coesione potrà svilupparsi. Da cittadini, ma soprattutto da studenti universitari e membri di un progetto editoriale che ha avuto il piacere di partecipare alla cerimonia, ci ha lusingato la visita del Presidente della Repubblica per un’occorrenza che, sebbene locale, è riuscita a portare, anche solo per qualche istante, l’attenzione sulla città dello Stretto. Inoltre, è stato un piacere dimostrare il nostro affetto ad una persona che ha incarnato e continua a farlo con dignità il valore delle istituzioni.

Ilenia Rocca 

Filippo Giletto

Medaglia d’oro alla memoria di Willy Monteiro e Don Malgesini, esempi di coraggio

E’ successo ieri 7 ottobre 2020: il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha firmato, su proposta del Ministro dell’Interno Luciana Lamorgese, il decreto con il quale la Repubblica Italiana conferisce la medaglia d’oro alla memoria di Willy Monteiro Duarte e di Don Roberto Malgesini per il loro sacrificio e per l’esempio di coraggio offerto in merito alle tragedie che li hanno colpiti.

(fonte: adkronos.com)

 

Medaglia al Valor Civile per Willy

“Con eccezionale slancio altruistico e straordinaria determinazione, dando prova di spiccata sensibilità e di attenzione ai bisogni del prossimo, interveniva in difesa di un amico in difficoltà, cercando di favorire la soluzione pacifica di un’accesa discussione.”

Si legge nel comunicato della Presidenza della Repubblica, disponibile per la lettura sul sito ufficiale Quirinale.it, riguardo alla vicenda di Willy Monteiro Duarte. Lo studente di 21 anni è stato infatti ucciso lo scorso 6 settembre nei pressi di Colleferro (Roma) mentre tentava di sedare una rissa in cui era stato coinvolto l’amico. Fatale il suo incontro coi fratelli Bianchi e Mario Pincarelli, principali responsabili dell’avvenimento, che su di lui si sono avventati fino ad ucciderlo.

Il Presidente della Repubblica ha così voluto onorare la sua memoria conferendogli una Medaglia d’oro al Valor Civile per essersi prodigato ad aiutare l’amico in difficoltà.

I fratelli Marco e Gabriele Bianchi assieme a Mario Pincarelli si trovano al momento nel carcere di Rebibbia di Roma, così come disposto dal gip del Tribunale di Velletri Giuseppe Boccarrato, in attesa della sentenza che valuti le sorti dell’accusa aggravata di omicidio volontario. Di recente sono stati trasferiti nel braccio G9 (definito ‘Braccio degli infami’), che ospita rei di pedofilia e di violenza sulle donne, in seguito ad alcuni episodi di violenza di cui si sono resi protagonisti nei confronti di un detenuto di nazionalità marocchina.

 

(Willy Monteiro Duarte ritratto in una foto coi compagni di classe – fonte: cronacaonline.it)

Medaglia al merito civile per Don Roberto

Il comunicato prosegue con l’esegesi delle ragioni che hanno spinto il Presidente a conferire la Medaglia d’oro al Merito civile a Don Roberto Malgesini, ucciso lo scorso 15 settembre davanti la chiesa di San Rocco (Como) da uno dei bisognosi che era solito aiutare:

“Con generosa e instancabile abnegazione si è sempre prodigato, quale autentico interprete dei valori di solidarietà umana, nella cura degli ultimi e delle loro fragilità, offrendo amorevole accoglienza e incessante sostegno.”

Don Roberto era infatti conosciuto ed amato dagli abitanti del comune lombardo per gli aiuti che prestava ai più deboli della comunità, in particolare senzatetto e migranti. Il Prete degli ultimi, così veniva chiamato, perché capace di riconoscere negli occhi dei più deboli il volto di Dio.

Ad ucciderlo, un senzatetto di nazionalità tunisina affetto da problemi psichici. Secondo una prima ricostruzione, il movente dell’omicidio risiederebbe nel tentativo nascosto del parroco di rimpatriare l’uomo traendolo in trappola coi propri aiuti. Proprio in ragione di tal movente, poi ritrattato, è stato richiesto per l’imputato il parere di uno psichiatra.

E mentre la Presidenza della Repubblica decide di conferire la medaglia d’oro alla memoria del parroco, la città per cui ha servito fino alla morte, Como, gli ha invece negato la massima onorificenza dell’Abbondino d’oro.

(fonte: ilgiorno.it)

 

Il riconoscimento dopo la tragedia

Alla base del riconoscimento starebbe l’estremo sacrificio di due persone divenute modelli illustri per la comunità italiana. Willy viene infatti definito nel decreto come un esempio “per le giovani generazioni, di generosità, altruismo, coraggio e non comune senso civico”;

Malgesini, invece, lo si descrive come esempio “di uno straordinario messaggio di fratellanza e di un eccezionale impegno cristiano al servizio della Chiesa e della società civile”.

Due tragedie senza dubbio inaspettate e sentite, frutto di profonde falle nella società, da cui è dovere civico di ogni cittadino trarre esempio ed insegnamento affinché la loro memoria non vada sprecata.

 

Valeria Bonaccorso