Alla (ri)scoperta delle scuole superiori di Messina: La Farina e Archimede

In attesa del rientro in classe degli studenti delle scuole superiori siciliane, previsto, salvo rinvii, per l’inizio della prossima settimana, torna il nostro spazio dedicato alle scuole messinesi. Come preannunciato, oggi è il turno degli altri due licei del centro: il Liceo Classico “G. La Farina” e il Liceo Scientifico “Archimede”.

 

Liceo Classico “G. La Farina”

Il Liceo Classico “G. La Farina”, oggi parte dell’I.I.S. “La Farina – Basile” in quanto accorpato al Liceo Artistico “E. Basile” – di cui tratteremo prossimamente -, avviò le attività didattiche nel 1932. L’edificio è situato in via della Munizione, il cui nome ricorda un teatro che, in precedenza, fu magazzino di armi e munizioni. Si dice che in questo teatro anche La Farina – tra i tanti – inscenò una sua opera; probabilmente questo è uno dei motivi per cui fu scelto come nome dell’istituto quello del patriota messinese.

L’edificio del Liceo Classico “Giuseppe La Farina” – Fonte: normanno.com

Giuseppe La Farina (1815 – 1863) nacque a Messina e si laureò in Giurisprudenza presso l’Università di Catania. In giovinezza fu anche redattore di alcuni giornali cittadini. La sua grande passione, però, fu la politica, per la quale, nel 1937, dovette lasciare la città dello Stretto, insieme alla moglie Luisa di Francia – zia di Sant’Annibale-, con l’accusa di aver partecipato a un movimento rivoluzionario.

Soggiornò nella città di Firenze, prima di rientrare nel 1848 in Sicilia in occasione dei moti per l’indipendenza del Regno di Sicilia. La Farina fu uno dei protagonisti del biennio rivoluzionario, ricoprendo la carica di deputato al Parlamento di Palermo e quella di ministro (prima della Pubblica Istruzione, poi dei lavori pubblici, dell’interno e della guerra).

Terminata l’esperienza rivoluzionaria, si trasferì prima in Francia e successivamente a Torino, dove fondò un’associazione patriottica: la Società nazionale italiana. A seguito della spedizione dei Mille (1860), il Presidente del Consiglio del Regno sabaudo Cavour lo inviò a Palermo quale rappresentante in Sicilia del Governo, anche se la sua permanenza sull’Isola durò poco, a causa dei contrasti con Garibaldi.

Monumento a Giuseppe La Farina in Piazza Solferino, Torino – Fonte: vivatorino.it

Nel 1861 fu eletto deputato della città di Messina nel primo Parlamento del Regno d’Italia – con sede a Torino – in cui ricoprì l’incarico di vicepresidente della Camera dei deputati. Due anni più tardi si spense nella città della Mole.

Nel 1872, in occasione dell’inaugurazione del Gran Camposanto, le sue ceneri furono trasportate nella città natale, ove tutt’ora giacciono nel famedio del cimitero.

Liceo Scientifico Statale “Archimede”

Poco distante dal centro storico, in prossimità dello svincolo autostradale Messina-Boccetta, è situato il Liceo Scientifico “Archimede”, fondato nel 1969. L’edificio principale è quello che ospitava il Convitto “Cappellini”, un ospizio di beneficienza istituito nell’Ottocento. L’istituto è intitolato al celebre scienziato Archimede, che, seppur non abbia avuto un legame diretto con la città di Messina, ha apportato un importante contributo all’evoluzione della scienza e della tecnica.

L’edificio del Liceo Scientifico “Archimede” – Fonte: elencoscuole.eu

Archimede (287 a.C. – 212 a.C.) nacque a Siracusa, la città siciliana più potente dell’epoca, alleata di Roma durante la Prima Guerra Punica. Molto probabilmente, durante gli anni della guerra, Archimede non ha vissuto in patria, poiché si stabilì, per motivi di studio, ad Alessandria d’Egitto, la capitale culturale dell’Ellenismo.

Rientrato in Sicilia, fu apprezzato dal re Gerone, soprattutto per due episodi leggendari. Si narra che Archimede riuscì a muovere una nave con il solo aiuto di un congegno meccanico – da qui la celebre frase “datemi un punto d’appoggio e solleverò il mondo!” – e smascherò un orefice che aveva ingannato il Re, realizzando una corona non totalmente d’oro. L’intuizione, secondo la leggenda, gli venne quando si immerse in una vasca e, esclamando “Eureka!”, si accorse che l’acqua fuoriuscita poteva essere uno strumento di misurazione del volume dei solidi.

Busto di Archimede – Fonte: libertasicilia.it

Lo scienziato siracusano, maestro della tecnica, inventò numerose macchine – come il planetario -, persino belliche. Archimede, infatti, dopo la morte di Gerone, diresse le operazioni militari, per difendere la sua città dall’assalto dei Romani. Nonostante le ingegnose invenzioni rallentarono l’avanzata romana, la città di Siracusa capitolò e, durante il saccheggio, Archimede perse la vita – per mano di un soldato che violò l’ordine di catturarlo vivo -, mentre era immerso nello studio di alcune figure geometriche.

I suoi numerosi studi, ripresi da matematici del Cinquecento e del Seicento, tra cui Francesco Maurolico, costituirono le basi per importanti evoluzioni della scienza matematica.

Alla prossima!

Concludiamo dandovi appuntamento al prossimo articolo, in cui conosceremo la storia e i personaggi degli altri celebri istituti del centro: l’Istituto Tecnico Economico “Jaci”, l’I.I.S. “Verona-Trento” e l’I.T.T.L. “Caio Duilio”.

 

Mario Antonio Spiritosanto

 

Fonti:

islafarinabasile.edu.it

liceoarchimedeme.it/

treccani.it/enciclopedia/archimede

tempostretto.it

Immagine in evidenza:

Archimede (fonte: le-citazioni.it) e Giuseppe La Farina (fonte: universome.eu)

Planetario di Castroreale, per toccare il cielo con un dito

e Culturale ANDROMEDA

Fonte: AssociazioneCulturaleAndromeda.jpg

 

Visita a CASTROREALE(ME) e al Planetario Astronomico.

 

Nell’ambito degli interventi di promozione turistica del territorio, l’Associazione “ANDROMEDA” di Castroreale segnala che è operativo da oltre dieci anni un PLANETARIO ASTRONOMICO” digitale.

Una visita a Castroreale, uno dei Borghi più belli d’Italia, cittadina ubicata su una lussureggiante collina ai piedi dei Colli Peloritani, a pochi chilometri da Barcellona P.G., è l’occasione per conoscere uno dei paesi medievali meglio conservati della provincia tirrenica messinese.

E’ possibile visitare i musei e le chiese all’interno dei quali sono custodite opere d’arte di notevole pregio, godere di un impareggiabile panorama, conoscere la sua storia e il suo territorio, gustare i prodotti locali, apprezzare l’ospitalità dei cittadini.

Una delle unicità presenti nella provincia di Messina di cui vi vogliamo parlare oggi è la presenza a Castroreale di un Planetario Astronomico Digitale ubicato nel centro storico al n. 1 di via G. Siracusa, di proprietà dell’Associazione “ANDROMEDA”, associazione di astrofili per lo sviluppo turistico integrato del territorio, la divulgazione della scienza e dell’astronomia.

Fonte: ProLocoArtemisia.jpg

 

Il planetario è gestito dal suo presidente, e noto planetarista, ing. Paolo Faranda. L’ing. Paolo Faranda è progettista e costruttore a misura di cupole e sistemi di proiezione su superfici sferiche ed è il responsabile del settore “Astronomia” della APOLAB SCIENTIFIC S.r.l., società che si occupa della progettazione e distribuzione di apparecchiature per laboratori di Fisica, Chimica, Scienze ed Astronomia per scuole, università, INAF,CNR ecc. d’Italia.

Dunque, vi starete chiedendo cos’è di preciso un planetario e come funziona…

Il planetario è un simulatore della volta celeste. Ciò che si vede sull’intradosso della cupola non è reale ma ricostruito con immagini reali. E’ una struttura costituita da una cupola sotto la quale, attraverso opportuni proiettori, è possibile osservare i corpi celesti (circa 23.000). Aiutati dagli operatori, è possibile riconoscere le principali costellazioni, apprendere il nome delle stelle. E’ possibile osservare il cielo come si presentava migliaia d’anni fa e come si presenterà nel futuro, simulando il fenomeno noto come precessione degli Equinozi. Si può inoltre visionare, in tempo reale, il cielo a latitudini diverse, come si vedrebbe all’equatore, al polo nord o al polo sud o in qualsiasi altra località della Terra.

E’ possibile simulare il moto apparente del Sole e dei Pianeti, l’alternarsi delle stagioni, le eclissi di Sole o di Luna, osservare galassie, costellazioni, stelle doppie, stelle di neutroni, assistere alla nascita, vita e morte di una stella, il tutto corredato da spiegazioni ed illustrazioni che vi consentiranno di ottenere risposte ai vostri quesiti di natura scientifica, storica e filosofica, attraverso un viaggio tra la mitologia greca e romana. Insomma, una visita al planetario non solo non vi deluderà, ma arricchirà i visitatori di tutte le età dal punto di vista culturale.

Ma un planetario non è solo questo, è anche uno strumento spettacolare perché riesce a coinvolgere gli osservatori facendo loro dimenticare di essere nel chiuso di una stanza, sotto una cupola, creando l’impressione di essere dei navigatori nell’universo.

Ciò che differenzia il tipico, e più conosciuto, “telescopio” dal planetario è la possibilità, che ha quest’ultimo, di poter far osservare la volta celeste a più persone contemporaneamente e trasportarli quasi in una dimensione di sogno, in cui scienza e immaginazione si fondono, per un’esperienza unica e inimitabile.

Fonte: Filippo Celi- evento presso l’AssociazioneCulturaleAndroma

Filippo Celi