Tatuaggi: tra vecchie incertezze e nuove frontiere

I tatuaggi, visti come espressione del proprio essere, altro non sono che dei pigmenti esogeni introdotti nella pelle per realizzare una decorazione permanente. Grazie a questa pratica di “autoespressione”, si sono sviluppate nuove colorazioni per rendere ancora più appariscenti i tatuaggi.
Ma quanto possono essere tossiche queste sostanze per il nostro corpo?
Come migrano al suo interno? Tutto ciò può essere spiegato tramite alcune ricerche, che riguardano la tossicità di questi pigmenti, e non solo.


Indice dei contenuti

  1. Storia
  2. Composizione dei tatuaggi e reazioni avverse ad essi
  3. Avvertenze
  4. Laser: nuovo utilizzo per la rimozione dei tatuaggi
  5. Nuove frontiere 
  6. Conclusioni

Storia

L’etimologia della parola “tatuaggio” può essere associata all’onomatopea “tau-tau”, come se si volesse indicare il “battere su un qualcosa”, in questo caso sulla pelle. Tale termine è stato riportato da J. Cook in seguito ad uno dei suoi viaggi sull’isola di Tahiti. Tra le culture che hanno fatto del tatuaggio una tecnica pittorica, parte delle sue credenze e del suo costume, è quella Tahilandese. Da questa l’Occidente ha preso spunto, sviluppando tecniche più innovative lontane dal fattore culturale e religioso Tahilandese.

Tipico tatuaggio tailandese. Fonte: happyviaggithailandia.com

Composizione dei tatuaggi e reazioni avverse ad essi

L’inchiostro è la base per realizzare i tatuaggi, i quali sono composti da pigmenti associati ad additivi. In un primo momento si è pensato che le reazioni allergiche al tatuaggio fossero dovute all’introduzione dei pigmenti nel derma ma, dalle ultime scoperte pubblicate su Particle and Fibre toxicologysi è visto come queste fossero correlate all’utilizzo dell’ago e al rilascio di quantità di metalli in maniera impercettibile. Le reazioni correlate al tatuaggio possono presentarsi durante l’applicazione dei pigmenti a livello cutaneo o in un periodo successivo ad essa. Inoltre, le reazioni di ipersensibilità, possono presentarsi in modo non immediato e anche dopo diversi anni. Ciò avviene perché il nostro corpo è in grado di assorbire le sostanze, le quali migrano attraverso il torrente ematico andando ad interagire con le cellule sane.

Avvertenze

Prima di ogni applicazione devono essere valutate le condizioni del derma e, inoltre, la strumentazione deve essere opportunamente sterilizzata prima di ogni utilizzo. Infatti, l’ago dei tatuaggi va a penetrare la barriera cutanea, andando ad invadere la prima delle barriere fisiche del nostro sistema immunitario. Tutte queste condizioni, se non valutate in maniera corretta, potrebbero causare l’insorgenza di infezioni, neoplasie (in quanto i costituenti degli inchiostri si ritiene che siano sostanze cancerogene) e complicanze neurosensoriali (prurito, dolore).

Tatuaggio in lavorazione. Fonte: moroccoworldnews.com

Laser: nuovo utilizzo per la rimozione dei tatuaggi

Il Laser Q-Switched è una tecnica innovativa, sviluppatasi negli ultimi anni, e che permette la rimozione totale del tatuaggio. Tale tecnica ha sostituito le preesistenti procedure di rimozione, le quali risultavano dannose. Tra queste ricordiamo l’abrasione cutanea, tecnica che permetteva di scavare fino in fondo al livello cutaneo, o ancora alcune tecniche chirurgiche che portavano ad un risultato non abbastanza soddisfacente quanto quello ottenuto attraverso l’utilizzo del Laser. Infatti, grazie a quest’ultimo, si ha la possibilità di ottenere un miglior risultato, effettuando difatti varie sedute proporzionate all’intensità del pigmento precedentemente applicato, alla profondità a cui è penetrato e da quanto tempo è stato realizzato.
Il principio sul quale si basa è quello della fototermolisi. Ciò consiste nell’azione di fotoablazione superselettiva grazie all’emissione di un raggio di luce per una durata di tempo di pochi nanosecondi. In questo modo, l’effetto del raggio, si concentra solamente sulle particelle di pigmento bersaglio, mentre lo strato più esterno della cute non subisce alcun danno. Inoltre, a seconda del pigmento e i paramenti precedentemente illustrati, è possibile calibrare la potenza del raggio, così da danneggiare le particelle del pigmento in modo che l’organismo le possa riassorbire e degradare.

Struttura di un laser Q-switched www.researchgate.net

Nuove frontiere

Nella pubblicazione ad opera di alcuni ricercatori della State University of New York, condotta su 56 campionari di colori, utilizzati per l’inchiostro dei tatuaggi, si è dimostrato come l’esposizione del tatuaggio alla luce possa modificare la struttura chimica dei composti, che in seguito potrebbero diventare cancerogeni. Essi possono sviluppare mutazioni tali da causare danni al derma.

Conclusioni

La proposta emanata dall’UE a seguito delle numerose segnalazioni derivanti dalla cancerogenicità del tatuaggio, e all’insorgenza di infezioni e reazioni cutanee da parte dell’organismo, è quello di cercare dei coloranti che non producano reazioni avverse come quelli attualmente in commercio.
L’espressione di sé tramite i tatuaggi ha una storia che ci riporta al periodo della preistoria, e preservare questo tipo di cultura, è necessario tanto quanto preservare la vita dell’individuo stesso.

Elisa Bentivogli

 

Bibliografia

https://jamanetwork.com/journals/jamadermatology/article-abstract/1829611

https://www.sciencedirect.com/science/article/abs/pii/S1752928X20301293?via%3Dihub

https://www.focus.it/cultura/storia/tatuaggi-millenaria-voglia-di-marchiarsi

https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/26940693/

https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/26211826/https://www.karger.com/Article/FullText/369236

https://www.focus.it/scienza/salute/allergie-tatuaggi-non-solo-colpa-inchiostro

https://www.sciencedirect.com/science/article/abs/pii/S0755498220300373?via%3Dihub

https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/11702617/https://www.sciencedaily.com/releases/2022/08/220824103100.htm

Biossido di titanio: EFSA lancia l’allerta per l’additivo presente in chewing-gum e dentifrici

L’E171 è un additivo alimentare meglio conosciuto come biossido di titanio (TiO2). Da decenni viene utilizzato nella preparazione di prodotti come gomme da masticare, caramelle, dentifrici, cosmetici e farmaci. L’applicazione di E171 negli alimenti è però diventata oggetto di dibattito, in quanto è possibile che alteri la barriera intestinale. 

  1. Le funzioni dell’E171
  2. Cos’è il Biossido di titanio?
  3. Possibili vie di ingestione
  4. Gli studi condotti
  5. Cosa affermano l’IARC e ECHA
  6. Le considerazioni dell’EFSA
  7. Conclusioni

Le funzioni dell’E171 

La funzione principale di questo colorante artificiale è quella di rendere i prodotti visivamente più attraenti ravvivandone il colore originale. Alla luce delle ultime ricerche, l’EFSA, (l’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare) proporrà alla UE di vietarne l’utilizzo.

https://citynews-today.stgy.ovh

Cos’è il Biossido di titanio?

Il biossido di titanio è un composto chimico che si presenta come una polvere cristallina in una pigmentazione tendente al bianco. Viene considerato un pigmento poichè è anche usato per ottenere il colore bianco o sfumare altri pigmenti.
Lo sbiancamento si ottiene mediante particelle di
TiO2 in un intervallo di dimensioni di 200-300 nm. Si trova in natura in tre distinte strutture cristalline (anastasio, rutilo e brookite), ma solo l’anastasio e il rutilo sono ammessi come additivi alimentari.
L’assunzione di E171 varia tra i diversi gruppi di età e Paesi. Il gruppo più esposto è quello dei bambini a causa della loro massa corporea, inferiore a quella di un adulto, e del consumo spropositato di prodotti contenenti E171, come per esempio gli omogeneizzati.

https://primochef.it/

Possibili vie di ingestione

Le più alte concentrazioni di E171 si trovano in gomme da masticare, creme al caffè, caramelle e guarnizioni di zucchero in polvere, come ad esempio le glasse. L’ingestione accidentale di dentifricio, durante la cura dell’igiene dentale, è un’altra via di assunzione di E171. Se viene ingerito il 10% di dentifricio, si è sottoposti ad una esposizione pari al  0,15 a 3,9 mg/giorno al TiO2.
La quotidiana assunzione di E171 può raggiungere diverse centinaia di milligrammi, di cui almeno il 10-40% sotto forma di TiO2 nanoparticelle. L’esposizione a lungo termine solleva preoccupazioni riguardo al rischio di un potenziale accumulo negli organi e agli effetti potenzialmente dannosi sulla salute umana.
L’Unione Europea consente l’uso di E171 ( nelle forme di anatasio e rutilo) in quanto basta (senza limitazioni), in base al suo basso assorbimento e conseguente bassa tossicità, inerzia e solubilità.
Tuttavia, la bassa tossicità e inerzia sono fonte di dibattito. 

https://gift.kleecks-cdn.com/

Gli studi condotti

Studi di inalazione, effettuati in un arco di tempo di due anni, hanno mostrato lo sviluppo di tumori polmonari nei topi a seguito di esposizioni ad alte concentrazioni di TiO2.
L’esperimento prevedeva la somministrazione orale ripetuta di E171 nei topi a un livello di dose paragonabile all’esposizione alimentare umana.
Nel corso dell’esperimento si osservava la deposizione di TiO2 nell’apparato digerente e negli organi interni.
La somministrazione di E171 è avvenuta mediante gocciolamento nella bocca dell’animale, con conseguente osservazione di un significativo accumulo di titanio nell’intestino e nel fegato, dove venivano riscontrati focolai necroinfiammato.
Tre giorni dopo l’ultima dose, sono stati osservati un aumento della produzione di superossido e dell’infiammazione nello stomaco e nell’intestino.
Nel complesso lo studio condotto indica che il rischio per la salute umana associato all’esposizione alimentare all’E171 deve essere considerato con attenzione.

https://www.mdpi.com/

Cosa affermano l’IARC e l’ECHA

L’Agenzia Internazionale per la Ricerca e il Cancro (IARC) ha classificato il TiO2 come “possibilmente cancerogeno per l’uomo dopo inalazione“. L’IARC sottolinea come la cancerogeneità non sia una conseguenza dell’ingestione di alimenti contenenti E171, piuttosto la pericolosità è dovuta alla sua inalazione.
Il 18 Febbraio 2020, l’UE ha acquisito il parere dell’ECHA (Agenda Europea per le sostanze chimiche) e ha pubblicato la classificazione del TiO2 come sospetto cancerogeno (categoria 2) per inalazione sotto forma di polvere con almeno l’1% di particelle con diametro aerodinamico ≤10μm. 

Le considerazioni dell’EFSA

Nella commissione europea del Marzo 2020 L’EFSA ha aggiornato la propria valutazione della sicurezza dell’additivo alimentare biossido di titanio (E171).
Il prof. Maged Younes, presidente del gruppo di esperti EFSA sugli additivi e aromatizzanti alimentari, ha affermato: “Tenuto conto di tutti gli studi e i dati scientifici disponibili, il gruppo scientifico ha concluso che il biossido di titanio non può più essere considerato sicuro come additivo alimentare. Un elemento fondamentale per giungere a tale conclusione è che non abbiamo potuto escludere timori in termini di genotossicità connessi all’ingestione di particelle di biossido di titanio. Dopo l’ingestione l’assorbimento di particelle di biossido di titanio è basso, tuttavia esse possono accumularsi nell’organismo umano“. 

Conclusioni

In conclusione, per l’E171 non è possibile stabilire una dose giornaliera accettabile (DGA).
I gestori del rischio presso la Commissione europea e gli Stati membri dell’UE sono stati informati riguardo alle conclusioni prese dall’EFSA e rifletteranno sulle misure più appropriate da assumere per garantire la tutela dei consumatori. Essi si riuniranno nuovamente il 1° Ottobre 2021 per trarre le conclusioni riguardo la sua effettiva capacità cancerogena, dopo un periodo di transizione di 18 mesi. 

Elena Fortuna

Fonti: