Il punto sulla situazione vaccini. Il nuovo piano vaccinale, controlli sui lotti di AstraZeneca e l’approvazione di Johnson & Johnson

È stato stabilito un nuovo piano vaccinale con direttive valide per tutto il territorio nazionale. La bozza prevede nuovi ordini di priorità. Altresì sono stati previsti maggiori controlli sul vaccino AstraZeneca mentre prendono avvio gli accordi per la diffusione del farmaco Johnson & Johnson.

Il nuovo Piano vaccinale –Fonte:gds.it

Le premesse del nuovo piano vaccinale voluto dal Presidente del Consiglio Mario Draghi, sarà caratterizzato da regole uniche e criteri uniformi per la vaccinazione di tutte le regioni. Si dovrà attendere la fine di questa settimana per essere prettamente definito. L’obiettivo comune risulta essere quello di segnare una brusca accelerazione della campagna vaccinale di immunizzazione anti- Covid.

Il nuovo piano vaccinale

La nuova bozza presentata alla Conferenza unificata tra Stato, Regioni e Provincie a cui hanno partecipato,  in via telematica, i ministri Mariastella Gelmini degli Affari regionali, Roberto Speranza della Salute ed Erika Stefani alle Disabilità, presenta diversi aggiornamenti rispetto alla pubblicazione avvenuta lo scorso dicembre dal governo Conte. L’ultimo piano proposto non prevede più una distinzione caratterizzata da criteri discrezionali lasciati alle Regioni, bensì punterà ad una pianificazione unitaria per tutto il territorio nazionale.

Vaccini anti Covid, il piano Draghi –Fonte:tg24.sky.it

Da aprile a giugno, secondo quanto prescritto, l’Italia dovrebbe ricevere oltre 12 milioni di dosi al mese, che permetteranno di vaccinare almeno 400 mila persone quotidianamente. Diventa perciò cruciale la logistica, i luoghi di riferimento e le unità mobili tali da riuscire a garantire questo servizio.

Secondo il governatore della Liguria Giovanni Toti, in un’intervista presso il programma televisivo “Omnibus”, ha sostenuto la necessità della formulazione di una legge-quadro che semplifichi le procedure, volte a modificare il piano vaccinale eliminando qualsiasi rallentamento.

Governatore della Liguria Toti –Fonte:video.corriere.it

“Se arrivassero tutti i vaccini che ci hanno promesso i contratti non saremmo in grado di somministrarli perché abbiamo sbagliato la programmazione”

Si noti come viene segnalata a gran voce l’esigenza di mutamenti organizzativi che mirano ad ampliare la platea di infermieri ed operatori sanitari coinvolti nella somministrazione del farmaco.

La divisione in 5 categorie

Si procederà seguendo il criterio delle fasce d’età, partendo dagli individui con più di 80 anni proseguendo in via discendente. La novità apportata rispetto al vecchio piano, risiede nell’identificazione di cinque nuove categorie a cui la popolazione è soggetta a spartizione. Tale divisione è avvenuta seguendo i parametri di anzianità e di eventuali condizioni patologiche. Viene data priorità alla categoria 1 per poi seguire in via progressiva:

  • La categoria 1 è composta da soggetti con elevate fragilità, come persone estremamente vulnerabili o con disabilità gravi;
  • La categoria 2 contiene soggetti con età compresa tra i 70 e i 79 anni;
  • La categoria 3 contiene soggetti con età compresa tra i 60 e i 69 anni;
  • La categoria 4 contiene soggetti di età inferiore ai 60 anni che presentano patologie o situazioni di compromissione immunologiche che possono incrementare la probabilità di ammalarsi. Questi però non rientrano nelle stesse condizioni di gravità di coloro i quali sono estremamente vulnerabili;
  • La categoria 5 invece include il resto della popolazione con età inferire a 60 anni.

Restano considerate come prioritarie la classe di individui che a prescindere dall’età e dalle condizioni patologiche, fanno parte

  • del tessuto scolastico e universitario, come personale docente e non docente;
  • le forze armate, di Polizia e del soccorso pubblico;
  • dei servizi penitenziari e altre comunità residenziali.

Rispetto al piano precedente è stata eliminata la categoria primaria che vedeva protagonisti i lavoratori essenziali, segnalandola come una scelta volta a prevenire eventuali tentativi di prevaricazione da parte di alcuni gruppi.

Vaccinazioni anche nelle aziende, priorità a 5 categorie –Fonte:ilmessaggero.it

È stata disposta la possibilità, qualora le dosi di vaccino lo permettano, di vaccinare all’interno dei posti di lavoro

“a prescindere dall’età, fatto salvo che la vaccinazione venga realizzata in sede, da parte di sanitari ivi disponibili, al fine di realizzare un notevole guadagno in termini di tempestività, efficacia e livello di adesione”

Cosa è previsto dal nuovo piano

L’Esecutivo ha stabilito il proseguimento della fase 1 previsto dal precedente piano vaccinale, che sfrutta i vaccini Pfizer e Moderna da dover somministrare ai soggetti con più di 80 anni, continuando fino al completamento della distribuzione del farmaco al personale sanitario, alle scuole, ai militari e alle forze dell’ordine.

Vaccini Covid –Fonte:rep.repubblica.it

In parallelo, alle precedenti aziende citate, nel nostro territorio nazionale è stata autorizzato il vaccino proposto da AstraZeneca sottoposto, prima delle disposizioni del 7 marzo del ministro della Salute ai soggetti con età compresa tra i 18 e i 65 anni. Dopo l’approvazione di Speranza è stata ampliata la fetta di popolazione che potrà usufruirne, includendo anche a coloro i quali hanno più di 65 anni.

Controlli sul vaccino di AstraZeneca

La sospensione, nel territorio danese, in via precauzionale dell’utilizzo del vaccino dell’azienda farmaceutica AstraZeneca, è avvenuta per poter ricavare informazioni più chiare riguardanti i problemi circolatori che si manifestavano in alcuni soggetti, successivamente la somministrazione del farmaco. Le autorità locali non si sono ancora formalmente pronunciate sul possibile nesso che potrebbe sussistere tra il vaccino e gli episodi riscontrati.

Vaccino AstraZeneca –Fonte:adnkronos.com

Giorni fa anche l’Austria aveva annunciato la sospensione dell’utilizzo del lotto ABV5300 del vaccino, a seguito di episodi di trombosi da dover approfondire. Le dosi dello stesso, circa 1 milione, erano ripartite oltre alla nazione in questione anche in Bulgaria, Cipro, Danimarca, Estonia, Francia, Grecia, Islanda, Irlanda, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Malta, Paesi Bassi, Polonia, Spagna e Svezia.

Fondamentale è stato l’intervento dell’Agenzia Europea per i Medicinali (EMA) che ha diffuso un comunicato che testimoniasse l’assenza di elementi correlati alle sintomatologie registrate. L’EMA ritiene altresì che

“i benefici del vaccino continuano a superare i rischi e la sua somministrazione può continuare, mentre proseguono le indagini sulle trombosi”

Come si sta comportando l’Italia?

L’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) con riguardo ha predisposto il divieto di utilizzo di un altro lotto del vaccino di AstraZeneca, prevedendo una loro analisi presso l’Istituto Superiore di Sanità (ISS), per l’individuazione di eventuali anomalie. Ciò andrebbe anche ad incidere sui controlli da parte delle autorità, che avvengono prima della consegna di ogni lotto, con l’obiettivo di assicurare la tracciabilità delle dosi e la sicurezza del farmaco.

AstraZeneca, AIFA vieta un lotto in Italia –Fonte:bresciaoggi.it

Del resto altri paesi dell’Unione Europea, come il Regno Unito, hanno somministrato il vaccino AstraZeneca a milioni di persone senza che si verificassero le problematiche sopra descritte. Non è raro che farmaci come questi in alcuni casi possano causare cefalee e sintomi febbrili di breve durata. 

Il quarto vaccino: Johnson & Johnson (J&J)

Come funziona il vaccino monodose –Fonte:open.online

L’EMA ha dato il via libera all’utilizzo del vaccino della multinazionale statunitense Johnson & Johnson (J&J). Si dovrà aspettare la Commissione Europea per autorizzarne la somministrazione, diventando il quarto vaccino disponibile nell’Unione Europea dopo quelli di Pfizer-BioNTech, Moderna e AstraZeneca.

La differenza sostanziale con i precedenti è che il J&J necessita della somministrazione di un’unica dose, ponendosi come miglior risolutore dell’accelerazione della campagna vaccinale europea.

Mentre i vaccini proposti da Pfizer-BioNTech e Moderna costituiti a RNA messaggero, quello creato dall’azienda statunitense oltre ad essere meno dispendioso economicamente, non necessita di essere conservato in potenti congelatori. Fattori che influenzano negativamente sulla rapidità delle consegne e sull’amministrazioni delle dosi.

Adenovirus –Fonte:news-medical.net

Il J&J si basa su un adenovirus, ossia un gruppo di virus aventi in comune la forma, la grandezza e un antigene solubile fissante il complemento. Ciascuna particella virale è formata da un aggregato regolare di 232 subunità proteiche, chiamate capsomeri, disposti attorno al nucleo centrale di acido desossiribonucleico.  Questi non causando particolari problemi di salute nell’uomo, vengono inseriti in un gene che contiene le istruzioni necessarie per la produzione della proteina del coronavirus. Quando si somministra la dose, perciò, gli adenovirus inducono alcuni tipi di cellule a produrre copie della proteina che verrà di seguito riconosciuta come “minaccia” dal sistema immunitario. Ciò porta l’organismo a sviluppare una difesa che lo protegga dalla proteina in questione. Per un approfondimento, rimandiamo a questo articolo 

L’efficacia media ricavata dai test clinici del vaccino nell’ultima fase, giunge al 66% riguardo la prevenzione dal Covid-19, mentre tocca quota 85% rispetto alla protezione dalle forme di più gravi dello stesso. Risulta evidente come la resa del farmaco sia influenzata dalle aree geografiche a cui l’analisi statistica è stata applicata, mostrando come il suo effetto arrivi solo al 57% nelle zone del Sudamerica, culla della variante che rende il virus maggiormente contagioso.

Si prospetta che l’azienda americana arriverà a pieno regime con la fornitura delle dosi del vaccino presumibilmente dal mese di aprile, a seguito degli accordi stipulati sulla previsione delle consegne che puntano per il loro avvio all’arco temporale dal secondo trimestre del 2021.

Giovanna Sgarlata

 

 

Piano vaccini modificato, fase 3 anticipata. Ecco le nuove modalità di somministrazione e prenotazione

Sono cambiati i criteri di distribuzione regionale dei vaccini. La somministrazione agli under 55 avverrà con qualche anticipo.

Coronavirus, vaccino AstraZeneca –Fonte:ilmessaggero.it

Il 3 febbraio, a seguito della distribuzione delle forniture delle dosi di Pfizer-BioNTech e Moderna, si è assistito ad un cambiamento del piano che regola la campagna vaccinale contro la diffusione dell’epidemia da coronavirus. Ciò è avvenuto a seguito dell’esortazione dell’Agenzia italiana del farmaco (AIFA) sulla somministrazione del vaccino di AstraZeneca primariamente alla fascia della popolazione tra i 18 e i 55 anni. Questo ha notevolmente contribuito a modificare gli accordi prestabiliti nel mese di dicembre, in cui la visione ottimistica faceva ben sperare ad una capacità maggiore delle aziende farmaceutiche, alla produzione di milioni di dosi necessarie nel più breve tempo possibile.

Inizio della somministrazione dei vaccini

Vaccini anti Covid –Fonte:lombardianotizie.online

Già dal 27 dicembre scorso sul territorio italiano era stata avviata la distribuzione dei vaccini prodotti da Pfizer-BioNTech. La presenza di ritardi riscontrati già dai primi giorni di gennaio e il conseguente rallentamento della diffusione della dose, ha cambiato “le carte in tavola” obbligando le regioni a modificare i loro piani originari.

Campagna vaccinazione anti covid 19 –Fonte:governo.it

L’Italia perciò sta adesso attraversando l’ultima parte della fase 1, in cui i soggetti sottoposti a vaccino sono tutte le persone con un’età superiore ad 80 anni. Il territorio nazionale si presenta però a macchie di leopardo, facendo si che vi siano alcune regioni in cui si è dato inizio alla prenotazione degli appuntamenti, come in Lazio e in Campania, restandone scoperte molte altre che non hanno ancora ben chiare le modalità di coinvolgimento degli anziani.

Motivazioni che hanno comportato i mutamenti del piano

L’incontro del 3 febbraio tra il Commissario straordinario per l’emergenza Domenico Arcuri, il ministro della Salute Roberto Speranza, il ministro agli Affari regionali Francesco Boccia e i presidenti delle regioni hanno mostrato con chiarezza la complessità delle variazioni dei criteri di distribuzioni delle dosi, focalizzandosi soprattutto sui tempi erogazione delle stesse. È stato previsto che

  • La fase 3 partirà in parallelo all’ultima parte della fase 1
  • La fase 2 sarà caratterizzata da categorie specifiche da sottoporre per prima al vaccino
Speranza convoca il Cts –Fonte:ilmattino.it

La principale motivazione che spiega il perché sia avvenuto questo mutamento sostanziale, risiede nella non garanzia di produzione e della consegna delle dosi della Pfizer previste dal contratto firmato con l’Unione Europea. Ad inizio anno l’azienda già presentava un ritardo del 9% sulla distribuzione delle dosi, causato dagli interventi strutturali nella fabbrica belga di Puurs, necessari per aumentare la produzione nei prossimi mesi. Oltre a ciò è sopraggiunto un ridimensionamento dei numero di flaconi consegnati, causato dall’autorizzazione all’estrazione di sei dosi anziché cinque da ciascun flacone. Rassicurante è il ritorno alla “normalità” avvenuta già dalla scorsa settimana ulteriormente incoraggiata dall’aumento delle dosi prevista dall’azienda dal 15 febbraio.

Vaccino Covid: l’inverno del nostro ritardo –Fonte:repubblica.it

Ad aver influito negativamente al rispetto del patto originario è importante il taglio comunicato dall’azienda del vaccino di AstraZeneca, sviluppato attraverso la collaborazione con l’università di Oxford, dovuto ad alcuni rinvii nei siti produttivi nei Paesi Bassi e nel Belgio contribuendo ad alimentare il clima di tensione con l’Unione Europea. Lo scorso venerdì l’Agenzia Europea dei Medicinali (EMA) e la Commissione Europea hanno esposto parere favorevole sul prodotto e così l’AIFA ha autorizzato il vaccino consigliando

 “un utilizzo preferenziale, in attesa di acquisire ulteriori dati, in soggetti tra i 18 e i 55 anni, per i quali sono disponibili evidenze maggiormente solide”

Si dovrà attendere la prossima settimana per l’arrivo delle prime dosi nel territorio nazionale.

Cambiamenti del piano

Le fasi che caratterizzano la campagna vaccinale rimangono per il numero invariate a quelle presenti nel piano iniziale. Queste si articolano in:

  • Fase 1: operatori sanitari, i dipendenti delle strutture sanitarie e gli ospiti delle RSA, gli anziani con più di 80 anni
  • Fase 2: le persone con più di 60 anni, gruppi a rischio più elevato di malattia grave e il personale scolastico “ad alta priorità”
  • Fase 3:– in contemporanea con la fase 1 – lavoratori presso i servizi essenziali, i detenuti, le persone in comunità e chi soffre di una malattia cronica
  • Fase 4: il resto della popolazione.
Campana vaccinale in Italia –Fonte:tgcom24.mediaset.it

Significativa risulta essere al decisione presa di attuare in parallelo all’ultima parte della prima fase con la terza che comprende:

  • Personale scolastico ed universitario al di sotto dei 55 anni (circa 1 milione e 107 mila)
  • Carcerati e dipendenti del sistema carcerario (97 mila)
  • Lavoratori delle forze armate sotto i 55 anni (551 mila)
  • Individui in comunità (200 mila)
  • Coloro che adempiono “servizi essenziali” (2 milioni e 167 mila)

In totale la fetta di popolazione coinvolta tocca quota di 3 milioni e 894 mila persone in aggiunta ai 4,4 milioni di anziani previsti dalla Fase 1.

Come avverrà la nuova distribuzione

A seguito della riunione, si è stabilito che le consegne non avverranno più basandosi sul parametro demografico della popolazione, bensì ci si focalizzerà sul fabbisogno effettivo che necessita ogni regione.

Dall’inizio del processo di vaccinazione in Italia sono state somministrate 2,2 milioni di dosi di cui 867 mila richiami. Ciò mostra come gli obiettivi iniziali a cui puntava il ministro Roberto Speranza siano andati in fumo, facendo si che il paese ottenesse solo un numero pari alla metà dei 16 milioni di dosi AstraZeneca predisposte all’origine.

Somministrazione dei vaccini nelle regioni –Fonte:ilgiornaledivicenza.it

Affinchè ci possa essere una più rapida somministrazione, il Governo tenterà di stipulare un nuovo accordo nazionale con i medici di famiglia, il cui compromesso dovrà essere stabilito su base regionale. Questa trattativa ha avuto avvio da poche ore e già la prima bozza di protocollo trova dei nodi sui dovuti compensi da dovergli retribuire. Si è pensato perciò ad un riconoscimento pari a 10 euro a dose somministrata negli studi medici e a quota 28 euro per quelle a domicilio. Tale progetto secondo Bonaccini costituirà il punto cruciale poichè

Non c’è tempo da perdere, le regioni sono pronte a offrire la massima collaborazione perché la campagna vaccinale ritorni ai ritmi delle prime settimane e anzi venga velocizzata”

Come potersi prenotare

Coronavirus, potenziato il numero 1500 –Fonte:ilgazzettinovesuviano.com

La prenotazione potrà avvenire attraverso un’app o il numero verde nazionale. Sarà perciò necessario inserire tutti i dati necessari, in modo da rendere più celere la fase di accettazione della domanda. Una volta ottenuta la data per la somministrazione della dose, vi si dovrà presentare presso la sede abilitata alla distribuzione del vaccino, dotati di documento di identità. Sarà poi necessario restare per un periodo sotto osservazione in modo da poter intervenire in caso in cui il soggetto abbia sviluppato alcuni effetti collaterali al farmaco.

Giovanna Sgarlata