Frozen – Cuore di ghiaccio conquista il Palacultura

Il 31 gennaio il Palacultura ha ospitato la prima del musical “Frozen – Cuore di ghiaccio“, ispirato al celebre film d’animazione Disney. Si è rivelato un successo quello della Compagnia dei Balocchi, sotto la direzione di Sasà Neri e prodotto da Taomai Managment, con la direzione artistica di Andrea Bernava Morante e la direzione esecutiva di Antonio Ramires.

Frozen racconta la storia di Anna ed Elsa, due sorelle del regno di Arendelle. Elsa ha poteri magici legati al ghiaccio, ma li tiene nascosti per paura di ferire gli altri. Quando perde il controllo e congela il regno, fugge tra le montagne. Anna parte per trovarla, accompagnata da Kristoff, Sven e il buffo pupazzo di neve Olaf. Dopo avventure e pericoli, l’amore tra le due sorelle scioglie l’incantesimo e riporta la pace ad Arendelle.

Un cast ricco di talenti

Musiche, coreografie e sceneggiatura curate nei minimi dettagli. Tutto in armonia tra di loro.

Le voci emozionanti delle protagoniste Giulia Tringali (la messinese performer del tour A tutto cuore di Claudio Baglioni), nel ruolo di Elsa, e Giulia De Domenico, nel ruolo di Anna, hanno trasportato il pubblico direttamente nel magico mondo di Arendelle. Un cast tutto giovanile quello di Frozen, che ha saputo ricreare con passione e dedizione un classico Disney amato da grandi e soprattutto dai più piccoli.

Fondamentale il ruolo della musica, curata grazie alla direzione musicale e corale di Giulio Decembrini, musicista e compositore messinese scelto come tastierista di “Fame, Saranno Famosi“, lo straordinario musical di Luciano Cannito che sta facendo il giro dei teatri nazionali.

Sceneggiatura ed effetti speciali

Interessante l’adattamento teatrale di Frozen – Cuore di ghiaccio, che ha saputo rispettare lo spirito del film originale, aggiungendo un tocco di originalità grazie alla professionalità degli artisti.

Un dialogo ricco di applausi, risate e meraviglia quello con il pubblico.

Suggestive e di grande impatto le scenografie in 3D, che hanno ricreato il castello ghiacciato di Elsa, il regno di Arendelle e l’iconica scena di Elsa sulle note di “All’alba sorgerò“, che ha incantato il teatro, creando un’atmosfera surreale.

Tra luci, colori e un mondo fiabesco è stato come essere all’interno di un mondo ghiacciato.

Una serata ricca di divertimento e suggestione per i più piccoli, travestiti chi da Elsa o Anna, che hanno animato il teatro con le loro voci sulle note delle famose musiche del film. Uno spettacolo fatto di leggerezza, divertimento e di continuo coinvolgimento che, nonostante il gelo magico del musical, ha saputo trasmettere il calore e l’emozione degli artisti.

 

Il Messina Music Contest: la terza edizione sta arrivando

Uno degli eventi messinesi più attesi dell’anno sta per tornare!

Venerdì 20 Dicembre 2024, presso l’Auditorium del Palacultura Antonello da Messina alle 21:00, si terrà la terza edizione del Messina Music Contest. Anche quest’anno, l’evento sarà pronto a coinvolgere e a stupire il pubblico con esibizioni, coreografie e tanti bei momenti di puro intrattenimento, all’insegna della musica e dello spettacolo.

L’iniziativa è proposta da Crescendo Incubatore, un’organizzazione no-profit nata nel 2022 con l’intento di coltivare idee interessanti (basta guardare il nome Crescendo – un incubatore di idee, per capirlo) e promuovere iniziative mirate all’aggregazione sociale, alla tutela ambientale e allo sviluppo culturale.

Il programma del Messina Music Contest

Durante la conferenza stampa di presentazione, lo scorso 12 dicembre, il presidente dell’organizzazione no-profit “Crescendo Incubatore” Luca Famà e il vice presidente e direttore artistico Emanuele Collufio hanno esposto il programma della kermesse. I partecipanti hanno tutti un’età compresa tra i 13 e i 35 anni e saranno tutti residenti o domiciliati nella provincia di Messina. Ci sarà una giuria selezionata che decreterà i migliori artisti della competizione, ma per eleggere il vincitore del Messina Music Contest servirà anche l’aiuto del pubblico. Per il primo classificato ci sarà in palio un premio di 1.500€ erogati sotto forma di servizi di promozione che potrà garantirgli un preludio alla sua futura carriera musicale.

Oltre questo, ci saranno altri premi come il premio Crescendo al miglior estro artistico, il premio Radio Taormina al miglior inedito, il premio alla miglior interpretazione e il premio alla miglior padronanza tecnica. E in più, coloro che occuperanno il podio avranno la possibilità di essere ospiti a Radio Taormina (la novità di quest’anno, nella giuria) e di avere un’intervista dedicata: un’occasione in più per farsi conoscere e promuovere la propria musica.

Nell’esposizione del programma, Collufio ha aggiunto:

“per questa terza edizione, è stata stipulata una collaborazione con la casa discografica Tuma Records che metterà a disposizione il premio per il primo e secondo classificato che consiste nel fare esibire nella loro programmazione di concerti estivi anche gli artisti del Contest”.

I 15 partecipanti 

La terza edizione del Messina Music Contest ospiterà quindici artisti emergenti. Ecco i nomi che si sfideranno a colpi di note:
• Manua
• Chiara Milioti
• malatommi
• Valeria
• Elena
• KUSHY
• Fabio Giacoppo
• NOELLE
• Carol
• Carmelo De Luca
• A.L.A.N.
• Irene e Antonio
• Ademara Di Nuzzo
• V I C K
• sonomole

Giorgio Maria Aloi

 

 

NextGenerationMe: Sciack, l’artista Urban messinese

Rieccoci con la rubrica “NextGenerationMe”: il protagonista di oggi è Sciack, cantautore ventinovenne messinese dalle mille sfumature.

Sciack ha all’attivo due EP di successo e un canale YouTube seguito da circa 7mila persone. Lì possiamo trovare il celebre singolo “Buddaci“, che ha raggiunto quasi 700 mila visualizzazioni.

Salvo, cosa diresti di te per presentarti al pubblico?

Sono un artista che cerca di scrivere sempre la vita, non c’è niente di fake nei miei brani. Il mio punto forte è cercare di arrivare alla gente il più possibile e farla rispecchiare nei miei brani, farla emozionare. Poi ci sono anche dei pezzi diciamo “da svago”.

Sciack è il tuo nome d’arte, da dove viene questa scelta?

Nel mio genere il nome d’arte è necessario per farsi riconoscere in internet, quasi tutti i musicisti ormai, in generale, ne hanno uno. All’anagrafe sono Salvatore Sciacca. All’epoca ricordo che fu lui – il nickname – a scegliere me, perchè avevo pensato a Sciack proprio dal mio cognome, e casualmente, il giorno dopo in cui io avevo riflettuto su questa possibilità, incontrai un altro ragazzo che faceva musica anche lui da poco, e mi disse che Sciack per me sarebbe stato perfetto, senza che io gli dicessi nulla. E così da quel giorno sono Sciack, però, ultimamente, mi firmo di più Salvo Sciack.

Sciack per la prima volta in studio, 2011

Ti dai un’etichetta? Che genere di musica produci?

Faccio musica da 10 anni e ho cambiato tanti stili, non faccio sempre la stessa cosa. Io mi definisco un artista Urban; in passato rappavo e basta, adesso mi sento molto più vicino al pop e all’R&B. Andando avanti con il tempo ho implementato i ritornelli cantati, melodie viaggianti, quindi diciamo che il rap, pian piano, lo stia quasi abbandonando, anche se non è proprio così.

Raccontaci del tuo rapporto, sembrerebbe viscerale, con Messina.

Il rapporto che ho io con Messina è di eterno amore e odio. Ci sono nato e cresciuto, poi mi sono spostato in provincia. Quindi ho vissuto sia la città che i dintorni, Messina a pieno insomma. L’amore perchè è casa, è semplicità, tranquillità. A Milano, dove attualmente vivo, è tutto caotico, non hai quel senso di rilassatezza. L’odio, invece, soprattutto perchè, cosa ho ribadito spesso nelle mie canzoni, lavorativamente parlando spesso si è sfruttati. I ragazzi messinesi non si devono accontentare, questo è il mio messaggio per loro. Oggi se parli con un genitore messinese ti dice “chistu c’è”. E non è vero, non l’ha deciso nessuno che c’è questo. Parti, giri il mondo, l’italia, esci dalla tua zona comfort, fai esperienze, è questo che fa crescere. Io infatti sono partito, ma per ritornare in Sicilia più forte di prima.

Sciack durante un concerto, 2014

Che importanza ha la nostra città e il nostro dialetto nei tuoi testi?

Per quanto riguarda il dialetto, è presente per esempio nel ritornello della canzone uscita un mese fa, intitolata “Aunnè”, ma sinceramente non mi capita più spesso di scrivere in dialetto, credo che anzi non ci sarà più. I ragazzi giù vogliono il dialetto in determinati tipi di pezzi più aggressivi, speciamente quelli trap, e li ho fatti , solo che io devo essere capito da tutti, voglio essere nazionale. Se io avessi continuato a scrivere in mesinese, a quest’ora sarei il re della musica siciliana, ma è stata una mia scelta non proseguire per quella strada. E’ stato uno sbaglio? Forse sì, forse no, ma io ho fatto quel che mi sentivo di fare.

Com’è nata “Buddaci”? Cosa è cambiato in te dal tuo esordio?

Io ho iniziato nel 2011, a 18 anni. “Buddaci” è il mio singolo più cliccato, ma la mia prima canzone è stata scritta tra i banchi dello Jaci, dove ho frequentato l’indirizzo Turistico. Si intitola “Questi anni” e racconta della mia scuola, degli anni passati dentro quelle classi e del fatto che stavamo per finire quell’esperienza per entrare nel mondo vero. Lo registrai senza attenzione, a casa di un amico, e nel giro di quattro giorni tutti sul cellulare avevano la canzone. Il preside mi invitò a cantarla al Palacultura e piansero tutti emozionati, dai ragazzi ai professori. “Buddaci” invece è nata quasi involontariamente, a casa. La base è un remix di una canzone americana; nell’ Hip Hop si usa prendere le basi altrui e scriverci su, fai la tua versione. Questo pezzo si chiama “Versace” – dal classico ostentare i vestiti della marca – e la pronuncia è “Vissaci” per loro. Per giocare ho preso quel beat e, al posto del titolo originale, mi son messo a dire “buddaci buddaci”, una “zallata” praticamente, e in un paio di ore il pezzo era completo, ma non avevo alcun intenzione di pubblicarl0. I miei amici ascoltandola poi mi convincono a pubblicarla, e quella canzone come tutti sapete è un po’ un monumento a Messina, passa di generazione in generazione e le visualizzazioni son convinto che a breve saliranno ad 1 milione. Però ti dico la verità, io non la sopporto. Quello è un piccolo lato di me, ma io non sono solo quello. Io voglio fare musica ricercata, però nella mia città per quasi tutti mi son fermato lì, come in una fotografia. Presto uscirà il mio album e vedrete chi sono davvero.

Sciack si trasferisce a Milano, 2020

Progetti futuri?

Sto scrivendo un album, il mio primo vero album uffiale. Ho pubblicato due EP, ma per l’album me la sono presa comoda, mettendoci ben 10 anni. È un album molto vario, molto musicale, tratterà di vari argomenti e ci saranno delle sonorità che la gente non si aspetta da me.

Un saluto ai lettori di UVM da vero messinese

Fratelli messinesi, na baciata a tutti, vi vogghiu beni!

Riassumendovi la mia intervista con Salvo, ve lo cito nel momento in cui, da amante della mia terra, mi ha colpito di più: “voglio portare Messina in alto perchè sarebbe bello se fosse un messinese a fare grandi cose, come ce ne sono stati tanti; far vedere che i messinesi comunque fanno bella arte.”

Noi redattori della rubrica “NextGenerazioneME” di UniVersoME scriviamo con passione proprio perchè crediamo nei nostri giovani – e coetanei – concittadini, nella nostra città, nell’andare oltre e rinascere.

 

Corinne Marika Rianò

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Parolimparty&Friends: insieme a I Soldi Spicci per lanciare il Parolimparty 2020

Parolimparty & Friends: I Fuori Orario, Denny Napoli e I Soldi Spicci, uno spettacolo unico che lancia il Parolimparty 2020

Si terrà sabato 7 dicembre 2019 presso il Palacultura di Messina, con inizio alle 21.30, l’evento denominato “ Parolimparty & Friends”.
Lo spettacolo, mescolando live music e comic show, segnerà l’apertura ufficiale dell’edizione 2020 del Parolimparty, la mega convention di sport da spiaggia dedicata ai disabili ma aperta a tutti in programma per la terza volta il prossimo settembre, presso il Lido Open Sea AISM di Milazzo, che già nelle prime due edizioni ha riscosso un successo enorme.
Durante l’evento si alterneranno sul palco del Palacultura I Fuori Orario, band musicale tra le più conosciute ed apprezzate in città pronta a far cantare i presenti in platea, seguiti dalla divertentissima esibizione del comico ed imitatore messinese Denny Napoli e, dulcis in fundo, dall’attesissimo live show del duo comico palermitano, ormai rinomato in tutta Italia e non solo, I Soldi Spicci.

I Soldi Spicci al Parolimparty&Friends

🥁 I 𝐒𝐎𝐋𝐃𝐈 𝐒𝐏𝐈𝐂𝐂𝐈 per voi sul palco del 𝐏𝐀𝐋𝐀𝐂𝐔𝐋𝐓𝐔𝐑𝐀 giorno 𝟕 𝐃𝐈𝐂𝐄𝐌𝐁𝐑𝐄 alle 𝟐𝟏:𝟑𝟎 🥁Cosa c’è di meglio di un Sabato sera tra musica, divertimento e…. friends ⁉▶ Per acquistare il ticket: online ↘ http://bit.ly/ParolimpartyFriends_ticket o presso uno dei punti vendita TicketOne autorizzati ↘ https://bit.ly/34PcQXBN.B. É possibile usufruire del credito bonus presente su #18app e su #lacartadeldocente🤝 Il ricavato verrà destinato alla realizzazione del #parolimparty2020#parolimpartyandfriends #lacampagnadei50

Pubblicato da Parolimparty su Giovedì 21 novembre 2019

Una serata, insomma, all’insegna di risate e divertimento segnata anche dalla nobilissima causa di sostenere, con il ricavato della serata, la realizzazione del Parolimparty 2020.
Sarà possibile godersi lo spettacolo del  Parolimparty & Friends acquistando i biglietti online su ticketone oppure presso tutti i rivenditori autorizzati ticketone (clicca qui per trovare il rivenditore più vicino).
I neo-maggiorenni ed i Docenti, inoltre, avranno la possibilità di acquistare il biglietto usufruendo del bonus “18App” o “Carta del Docente”.
La manifestazione darà anche il via ufficiale a #LaCampagnaDei50, iniziativa di Mediterranea Eventi finalizzata al coinvolgimento di 50 Partners che vogliano offrire il loro prezioso contributo per appoggiare la terza edizione del Parolimparty.
Cosa aspettate ad acquistare il vostro ticket?

“Tutto è possibile… basta crederci” – intervista a Fabio La Rosa e Titti Mazza

“Tutto è possibile… basta crederci” è lo spettacolo teatrale che andrà in scena sabato 15 giugno ’19 alle ore 21:00 presso il Palacultura a Messina.

Promosso dall’associazione culturale teatrale “I giovani di Pirandello”scritto da Titti Mazza con la regia di Fabio La  Rosa, terzo spettacolo nella loro collaborazione, è caratterizzato dall’integrazione spontanea e completa tra ragazzi diversamente abili, operatori del settore e studenti del Dipartimento Cospecs dell’Università di Messina.
Uno spettacolo fondato sul corpo che domina il palco, che affronta temi delicati, quasi denunciando una società assente e molto più apparente, ancora utopica ed anacronistica.
Noi di UVM abbiamo avuto il piacere di assistere alle prove e scambiare quattro chiacchiere con loro.

©GiuliaGreco, Fabio La Rosa e Titti Mazza – Messina, 2019

“I Naviganti” ed il diritto alla felicità, “La libertà di essere folle” ed a breve “tutto è possibile…basta crederci”: c’è un filo che lega le storie dei tre spettacoli?

Titti: In effetti si e riguarda la dignità della persona, quello che sente di essere e di voler dimostrare senza il timore del giudizio, del peso della società.

Fabio: Il filo conduttore sicuramente è il viaggio. Gli spettacoli sono frutto di un percorso laboratoriale, non si tratta di un semplice spettacolo ma viene applicato un metodo ben preciso per affrontare l’avventura che vivono i nostri attori e poter sfruttare la forza che accumulano nella loro vita quotidiana. È un viaggio emozionale, già i titoli possono suggerire il movimento che si crea attraverso la fantasia, le emozioni ed il tempo.

Bene avete così anticipato la mia prossima domanda: leggendo mi sono incuriosita del vostro modus operandi, in che consiste il teatro emozionale?

Fabio: il teatro emozionale è un percorso particolare che unisce gli aspetti tecnici del teatro e il mondo della psiche. Parte da Grotowski (Jerzy Grotowski – regista teatrale polacco ndr), il quale affermava che il teatro deve essere povero e spoglio di scenografie e costumi, dando spazio all’anima dell’attore e quindi proprio questo è il fulcro: che cos’ha l’attore come arma per poter arrivare al pubblico? L’emozione, e proprio questa è qualcosa che non si può non avere, perché si nasce con i sentimenti, e chiunque li ha. Automaticamente se si punta sulle emozioni nessuno ne è deficitario, non si può parlare più di disabilità, anzi in questo caso i ragazzi diventano guida per gli operatori del settore perché loro sono in grado di vivere le emozioni allo stato puro.

Come è nata la vostra collaborazione?

Titti: la nostra collaborazione è nata per caso, diciamo: io ero nella giuria di un percorso teatrale, e Fabio fece uno spettacolo. Quando lo vidi ne rimasi particolarmente impressionata perché si percepiva una persona con un animo forte e peculiare, sia dal punto di vista lavorativo che umano.

Qual è il riscontro che vedete da parte del pubblico? E qual è la risposta della società al vostro lavoro…

Fabio: Chi viene a vedere lo spettacolo è sempre poco rispetto alle nostre aspettative, e non perché siano alte ma perché, sfortunatamente, ci si è un po’ più abituati a criticare che a vedere ed osservare. Credo che queste siano realtà che bisogna necessariamente vedere perché è difficile spiegare a parole il percorso affrontato ed i risultati raggiunti, vederlo con i propri occhi sicuramente è più esaustivo, si parla sempre di emozioni ed ognuno ha la propria percezione. Quando si spengono le luci sul palco chi è venuto a vedere lo spettacolo, spesso ci dice che non si è accorto dove fosse la disabilità degli attori, il che significa che il percorso effettuato riesce ad arginare il disagio che viene additato ricoprendolo della dignità che merita.

©GiuliaGreco – Attori dello spettacolo “Tutto è possibile… basta crederci” , Messina, 2019

 

 

Giulia Greco

La Filarmonica Laudamo e il conservatorio Corelli in concerto su brani di compositori italiani emigrati in America

“La musica sull’Oceano. Quando gli emigranti eravamo noi: compositori di origine italiana in America”: questo il titolo del concerto, tenutosi Domenica 12 Maggio nell’Auditorio Palazzo Della Cultura Antonello Da Messina.

Orchestra di Fiati del Conservatorio Corelli di Messina, direttore d’Orchestra: Lorenzo della Fonte

Protagonisti la Filarmonica Laudamo con Orchestra di Fiati del Conservatorio Corelli di Messina, con direttori d’Orchestra: Lorenzo Della Fonte ed Eugene Migliaro Corporon.
Corporon, personaggio di fama mondiale nel campo della Musica per orchestre di Fiati, è stato ospite d’onore insieme a  Vincenzo Paci, primo clarinetto al Teatro la Fenice di Venezia.

Le musiche erano di compositori americani di origine Italiana, Vincent Persichetti, Frank Ticheli, Michael Gandolfi, John Corigliano.

Abbiamo intitolato questo concerto a queste figure per non dimenticare che a volte si parte per il bisogno, per la necessità, per la disperazione. A volte le partenze fanno crescere qualcosa di importante dall’altra parte. Noi italiani abbiamo portato parte della musica negli Stati Uniti. Dobbiamo essere orgogliosi di questo, e soprattutto abbiamo anche trovato un popolo, una nazione che ci ha accolto tutti.

Queste le parole di introduzione del Direttore d’Orchestra, Lorenzo Della Fonte.

Dietro le quinte intervistando i grandi Maestri….

Intervista a Vincenzo Paci:

Cos’è per lei la musica?

La musica è divertimento, divertirsi e far divertire! È qualcosa che viene da dentro, non solo note: è passione, amore per i suoni e per lo strumento, energia.

Come mai tra tanti strumenti ha prediletto proprio il clarinetto?

Perché da bambino a 8 anni nel mio paesino in provincia di Agrigento è venuto un trio del Teatro Massimo di Palermo: clarinetto, flauto e fagotto. Il fagotto era troppo basso e non si sentiva, per il flauto era necessario tanto fiato. Ho scelto il clarinetto perché era quello che si sentiva di più. In seguito ho conseguito una serie di studi.

Ho studiato a Palermo, in Germania, a Roma, per specializzarmi e non avere mai angoli oscuri nella musica, nella conoscenza dello strumento.

Tutto deve esser chiaro nella nostra mente, prima di donarlo agli altri. Io mi considero un attore. Il musicista è un attore, interpreta qualcosa, come un attore di prosa, di cinema.

Lei ha suonato in diversi Grandi Teatri del mondo: a Parigi, in America, in Cina. L’emozione è diversa in teatri più piccoli? Le batte ancora il cuore prima di entrare in scena? 

È sempre emozionante suonare ovunque. Si cerca sempre di suonare al massimo anche in posti piccoli e con pochi spettatori.

Bisogna dare il massimo principalmente per sé stessi.

Mi batte ancora il cuore, certamente! Se non si provano emozioni non è possibile donarle. 

Qual è il suo brano preferito? 

La Bohème di Puccini, la Traviata, Le Sinfonie di Beethoven. Non ho un brano in particolare. Tutta la musica mi piace. In ogni frase cerco sempre qualcosa di bello che mi appartiene.

Nei periodi della vita son cambiati un po’ i miei gusti. Tutti i compositori mi attraggono. Da qualche anno ho scoperto Mozart, più degli anni passati. Ogni periodo ha la propria musica, dipende anche dagli studi conseguiti, dalla propria maturità artistica.

Per comprendere la musica classica ci vuole una certa maturità. Più si va avanti con gli anni, più si capiscono alcune cose, si colgono i dettagli e si apprezzano i differenti autori.

Intervista al Direttore d’Orchestra Lorenzo Della Fonte, che con brevi e concise parole risponde con eleganza e risolutezza.

Qual è stato il suo primo incontro con la musica?

In banda, come credo per quasi tutti. Quando avevo 8 anni, ho iniziato a suonare il clarinetto.

Che cos’è per lei la musica?

È una domanda difficile. È un modo di sopravvivere alle cose brutte del mondo.

Secondo lei cosa rende eccellente un direttore d’Orchestra?

È necessaria una grande dose di tecnica per non sbagliare e non mettere in difficoltà gli strumentisti.

Oltre alla tecnica serve qualcosa da comunicare; i grandi direttori d’orchestra hanno qualcosa da comunicare, trasmettono quel qualcosa. Spero di averlo anche io.

Cosa consiglia ad un giovane che sogna di diventare direttore d’orchestra?

Bisogna studiare musica, composizione, sapere come funziona la musica nel dettaglio. Consiglio di affidarsi ad un bravo maestro che sia in grado di insegnare la tecnica, paragonata a qualsiasi strumento.

Poi è importante essere curiosi, leggere tanti libri, vedere tante mostre di dipinti e balletti; e soprattutto star in mezzo alle cose belle.  

Direttore d’orchestra Eugene Migliaro Corporon

 

Intervista al Maestro Eugene Migliaro Corporon:

Che cos’è per lei la musica?

Una risposta semplice: la musica è vita, umanità, energia, anima.

Il significato della musica in un concerto è comunicare alla gente, ispirare e connettersi. La musica è sempre un’opportunità di connessione spirituale.

Quando ha deciso di fare della musica una carriera vera e propria?

Ero veramente molto giovane, la musica mi ha parlato. Quando suonavo ho capito che era quello che volevo fare, lo sentivo. So che può sembrare folle. Ero un bambino molto appassionato e facevo seriamente già da piccolo.

Si ricorda la prima volta che ha incontrato la musica? Vuole parlarcene?

La prima volta? Era prima della mia nascita. Quando ero ancora nel grembo di mia madre. Lei suonava il piano e mio padre cantava.

Cosa suggerisce ai giovani che sognano di diventare direttori d’orchestra?

Suonare veramente bene uno strumento. Il pianoforte aiuta moltissimo a divenire un bravo musicista. Guardare e ascoltare la musica nei concerti, e poi studiare il corpo del pezzo, dei brani. Sa, ci sono molte donne che conducono orchestre!

C’è un brano che le piace in particolare, che ci consiglia ascoltare?

I miei pezzi preferiti sono quelli su cui io lavoro, quelli che dirigo nelle mie orchestre. Io scelgo di condurre solo quelli veramente belli. Ci sono veramente grandi performance su YouTube: le bande, le orchestre. Sono facili da trovare, per ascoltare buona musica.

Daniela Cannistrà

Messina al Massimo: convention di Sport, Solidarietà e Spettacolo

Venerdì 12 aprile 2019. Ore 18.30. Palacultura “Antonello da Messina”.  Grande evento di musica, sport e beneficenza. L’assessore con delega allo sport, Giuseppe Scattareggia, insieme alla società pongistica Messina, appartenente al presidente Massimo Minutoli, hanno festeggiato e osannato Massimo Girolamo, affetto dalla sindrome di Marinesco-Syogren, che comporta difficoltà nel coordinare i movimenti e il linguaggio. Il campione, allenato dal tecnico Salvatore Caruso, è balzato agli onori di cronaca portando in alto il nome di Messina nel mondo, grazie alla conquista di ben due medaglie di bronzo ad Abu Dhabi, negli Emirati Arabi, sede dei recenti XXXIV Giochi Nazionali Estivi Special Olympics.

Una Giornata di Sport, Solidarietà e Spettacolo. Il fine dell’evento organizzato era quello di diffondere il verbo mediante cui, attraverso lo sport, è possibile l’abbattimento di tutte le barriere. Lo sport come importante strumento di integrazione ed inclusione di tutte le persone a rischio di emarginazione, tra cui le persone con disabilità, facendo loro conoscere il proprio corpo in tutte le potenzialità, ponendolo in un’ottica positiva da valorizzare e far esprimere e non come ostacolo e impedimento; rivoluzionando i cliché della vita, fornendo speranza e nuovi obiettivi. Lo sport come arma sovversiva contro i pregiudizi esterni. Ed è proprio questo che avviene negli Special Olympics, l’attenzione sulla disabilità svanisce, si ammirano soltanto i talenti e le abilità che ogni atleta possiede.

Testimonial della serata l’ex capitano del Messina Carmine Coppola. L’evento è stato trasmesso in diretta da radio “Zenith” mentre, l’intrattenimento musicale è stato affidato ai “I Vano Moto”, ha condotto e animato la kermesse Helga Corrao. Durante la manifestazione è stata premiata anche la dodicenne messinese Arianna Broccio, divenuta la più giovane campionessa italiana di pugilato.

Gabriella Parasiliti Collazzo

“Planet vs Plastic. Un pianeta straordinario tra bellezza e abusi” di Randy Olson National Geographic

Venerdì 12 aprile 2019. Ore 18.00. Palacultura “Antonello da Messina“. Si è aperto un Talk dal titolo “Sostenibilità e innovazione, sfide dovute tra costume, economia e architettura” a introduzione della mostra internazionale “Planet vs Plastic” al quale hanno partecipato: il Presidente della Conferenza permanente interregionale per l’Area dello Stretto On. Mimmo Battaglia, l’Architetto Claudio Lucchesi – studio UFO, l’architetto Renato Laganà – UniRC e il Dott. Francesco Scarpino Amm. Unico e curatore della mostra. L’incontro ha registrato la presenza di numerosi professionisti e appassionati di fotografia.

La mostra, di forte impatto emotivo, è frutto della partnership tra Bluocean e National Geographic di cui Randy Olson è tra i più importanti e storici collaboratori nonché docente del Bluocean’s Workshop percorso di Alta formazione fotografica giunto alla 10 edizione e patrocinato in esclusiva da NatGeo.

Le immagini di Planet vs Plastic mirano a rappresentare il racconto di una sfida sempre più attuale: la straordinaria bellezza del nostro Pianeta mentre è impegnato nella più ardua delle battaglie, ovvero, la resistenza contro l’inquinamento. Il rispetto dell’ambiente e delle sue risorse naturali sono un tema centrale sempre più collegato alle grandi emergenze che colpiscono il pianeta, da quelle idrogeologiche all’inquinamento, in particolare della plastica la quale ha compiuto una vera e propria rivoluzione.

Tema attualissimo per cui l’ONU promuove numerose campagne di sensibilizzazione e l’UE si impegna a ridurre notevolmente, entro il 2030, l’uso di questi materiali.

Anima così tanto le coscienze della popolazione che basti pensare alla piccola Greta Thunberg, la ragazzina di 12 anni, che fa scioperare il mondo contro il riscaldamento globale, famosa ormai in tutto il web per la propria lotta.

La mostra propone un percorso volto all’educazione degli animi del visitatore attraverso opere di grandi dimensioni. Ca 35*50 cm. Una sorta di manifesto a protezione della vita della Terra. Ogni fotografia, uno strumento di persuasione, affinché si possa prendere coscienza che ogni nostro piccolo gesto è finalizzato a mutare in maniera indelebile il volto del pianeta.

La mostra sarà fruibile lunedì, dalle ore 9.00 alle 12.00 e dalle 15.00 alle 19.00; martedì e giovedì dalle 9.00 alle 17.00; mercoledì e venerdì dalle 9.00 alle 13.00.

Gabriella Parasiliti Collazzo

 

Falvetti ritorna a Messina: finisce una attesa durata oltre tre secoli

A volte ritornano. È davvero il caso di dirlo, perché spesso la memoria storica si comporta in modo strano: capita spesso di leggere di personaggi che ai loro tempi erano quasi degli sconosciuti che muoiono soli e dimenticati da tutti, ma dopo la morte ricevono la fama meritata.
Più raramente, capita anche di incontrare casi contrari: personaggi famosissimi ai loro tempi, celebrati ed acclamati come i più grandi della loro categoria, scivolare lentamente nell’oblio e restarci magari per secoli, dimenticati da tutti.
In realtà, non sappiamo a quale di queste due categorie fosse appartenuto Michelangelo Falvetti, compositore di origini calabresi che operò a Messina come maestro di cappella del Duomo, a partire dal 1682. Quello che è certo è che con lui la Storia è stata davvero impietosa: dimenticato per secoli; riemerso dalle sabbie del tempo una decina d’anni fa, con grande successo internazionale di pubblico e critica; ma ancora completamente ignoto nella sua città, la città che lo vide formarsi e scrivere alcuni dei suoi lavori più belli, Messina.
Aveva ragione il Poeta: nemo propheta in patria. Ma la ruota gira e con l’anno che viene, Messina potrebbe assistere al ritorno a casa di questo suo grande figlio dimenticato.
Noi di UniVersoMe vi avevamo già raccontato la sua storia in un nostro vecchio articolo sulla rubrica Personaggi e avevamo chiuso auspicandoci che in un futuro non troppo lontano le sue note potessero tornare a risuonare nella città dello Stretto. Adesso pare che questi auspici siano diventati realtà: domenica 6 gennaio, alle ore 18:00 al PalaCultura, nel contesto della programmazione concertistica della Filarmonica Laudamo, andrà in scena “Il Diluvio Universale”, oratorio in quattro atti considerato il capolavoro di Michelangelo Falvetti, da lui scritto in occasione del suo insediamento come Maestro della Real Cappella del duomo di Messina.
Sotto la bacchetta del Maestro Carmine Daniele Lisanti, contrabbassista, compositore e direttore ormai veterano nella scena musicale messinese, il coro polifonico “Luca Marenzio” si cimenterà nell’esecuzione di questo “dialogo a cinque”, accompagnato dagli strumentisti dell’Ensemble Orpheus, esperti in pratiche esecutive storiche, su strumenti d’epoca. Parteciperanno all’esecuzione anche il coro di voci bianche “Piccoli Cantori di Barcellona P.G.” diretti dal Maestro Salvina Miano e il coro “Note Colorate”, del Maestro Giovanni Mundo.
L’oratorio, piccola gemma del vasto repertorio di musica sacra tardo-seicentesca, si articola in quattro atti che parafrasano la vicenda biblica del Diluvio Universale, mettendola in scena senza rinunciare al gusto tutto barocco per il drammatismo e la spettacolarità. A dialogare col coro e l’orchestra, i solisti Santina Tomasello e Alessandra Foti (soprani), Caterina d’Angelo (contralto), Angelo Quartarone (tenore), Simone Lo Castro, (controtenore), e Daniele Muscolino (basso) impersoneranno i protagonisti dell’oratorio: i quattro elementi Aria, Acqua (soprani) Fuoco (tenore) e Terra (basso), la Giustizia Divina (contralto), Noè (tenore), Rad (soprano), Dio (basso), l’Humana Natura (soprano) e la Morte (contralto).
Sarà un evento di musica e cultura da non perdere, che si spera possa costituire uno dei tanti passi, per la città di Messina, verso il recupero della propria identità artistica e culturale, per secoli trascurata, ma sempre pronta a rifiorire in tutta la propria bellezza.

Gianpaolo Basile