Spencer: la storia di Lady D. da un altro punto di vista

Spencer racconta di una figura unica nella storia in maniera coinvolgente, con un’interpretazione da Oscar di Kirsten Stewart, voto 5/5

 

Principessa Diana, Lady D, Spencer: conosciuta e ben nota da tutte e tutti, è stata la componente della famiglia reale inglese che è vissuta maggiormente sotto i riflettori del mondo, emergendo da subito come figura ribelle ed anticonformista rispetto al protocollo della corona.

Spencer, scritto da Steven Knight e diretto da Pablo Larraìn, è il nuovo biopic che va a ripercorrere quello che è stato il periodo più buio della vita della principessa: le vacanze di Natale del 1991, trascorse con la famiglia reale a Sandrigham. E dopo le quali si avrà la rottura definitiva e la separazione dal principe Carlo. Il film, presentato in anteprima al festival del cinema di Venezia, è stato distribuito nelle sale statunitensi già il 5 Novembre dello scorso anno.

Un focus speciale su Diana

Primo piano della principessa Diana. Fonte: mymovies.it

Sulla stessa linea di altri film biografici del regista, come Jackie sulla figura della first lady Jacqueline Kennedy, e Neruda sul noto poeta, in Spencer si mantiene una ferma e meticolosa focalizzazione sulla protagonista. Tutti gli stati d’animo di Diana vengono riflessi nelle inquadrature e nel background musicale, sempre molto cupo e teso.

Ma ciò che rende questa pellicola così autentica è l’impressionante interpretazione di Kirsten Stewart nei panni di Diana, la quale le è fruttata anche la nomination agli Oscar 2022 come miglior attrice protagonista. Definirei questa sua performance inaspettata, in quanto i precedenti ruoli dell’attrice, come ad esempio quello di Bella Swan in Twilight, si sono sempre rivelati poco veritieri ed a tratti irrilevanti. Invece in Spencer, l’attrice è riuscita ad impersonificare pienamente la principessa ribelle, con tutte le sue preoccupazioni e la sua voglia di lottare contro quella stessa istituzione che stava pian piano uccidendo il suo spirito libero.

Carlo: marito e padre incurante

“Charles: But, you know, you have to be able to make your body do things you hate.
Diana: That you hate?
Charles: That you hate.
Diana: That you hate?
Charles: Yes. For the good of the country.
Diana: Of the country?
Charles: Yes, the people. Because they don’t want us to be people. That’s how it is. I’m sorry, I thought you knew.”

Il principe Carlo, interpretato dall’inglese Jack Farthing, è una figura pressoché assente per la prima parte del film. Pur rendendosi conto del grave stato di sofferenza della moglie, non fa nulla, rimarcando così il grave stato di crisi del loro rapporto. Egli spicca veramente nel film solamente nella scena di questo dialogo, in cui diventa un vero e proprio antagonista per Diana. Rappresenta il velo di ipocrisia di cui la famiglia reale effettivamente si ricopre, “for the good of the country”. Finzione che invece Diana non riesce ad accettare, cercando di rivendicare sé stessa.

William e Harry: l’unica evasione

Diana insieme ai principi Harry e William. Fonte: orgoglionerd.it

Nei momenti più bui, in cui la vita nella famiglia reale sembra insopportabile, Diana tende a rifugiarsi con i figli in un mondo più semplice, distaccandosi dal presente. Un esempio è la scena in cui la principessa, la notte della vigilia di Natale, dopo aver cercato di entrare nella sua vecchia casa, sveglia i due bambini per portargli dei regali (da aprire il giorno di Natale, non la vigilia come è tradizione della corona), e per mettersi a giocare con loro. In questa, come in molte altre occasioni, possiamo notare il forte attaccamento di Lady D. nei confronti dei propri figli e, allo stesso tempo, di come i bambini si rendano conto della sofferenza della madre, in particolar modo William, interpretato da Jack Nielen, che cerca in qualche modo di aiutarla e confortarla.

Il grande critico reale

Le vicende narrate sono indubbiamente molto delicate e possono in qualche modo essere mal viste da chi ne è direttamente protagonista. Quando si è trattato di portare sul grande schermo vicende della famiglia reale, è spesso stata la regina Elisabetta ad esternare le proprie critiche. Ma per Spencer, un altro membro della corna ha presentato il proprio scetticismo: stiamo parlando del principe Harry. Quest’ultimo ha affermato di non voler neanche presenziare alla cerimonia degli Oscar 2022, per evitare di imbattersi proprio nell’attrice Kirsten Stewart. Spencer ritrae, in maniera esplicita, un momento molto difficile della madre, quindi le critiche di Harry possono, a mio parere, nascere da un sentimento di salvaguardia di quella figura che per il mondo è stato un personaggio pubblico, ma per lui più semplicemente l’affetto più caro.

A sinistra l’attrice Kirsten Stewart, a destra il principe Harry e la duchessa Meghan. Fonte: elle.com

Spencer, insieme agli altri capolavori candidati quest’anno agli Academy awards, è sicuramente da non perdere. Per via di vari problemi collegati alla pandemia, il film, programmato per gennaio, uscirà nelle sale italiane il 24 Marzo. Quindi miei cari cinefili, giovedì tutti al cinema!

Ilaria Denaro

Belfast: l’Irlanda del conflitto vista attraverso gli occhi di un bambino

 Film leggero da seguire, ma che trasmette comunque molto al pubblico – Voto UVM: 5/5

 

Il cinema non è solamente quell’arte meravigliosa che ci permette di evadere, immergendoci in qualche mondo lontano. A volte i film possono aiutarci a vedere delle pagine di storia da un punto di vista differente.

Belfast, scritto e diretto da Kenneth Branagh, è un altro dei film di cui andremo a parlare in questa road to oscar 2022.

Dove la finzione si intreccia con la realtà

Belfast,1969. La città è scossa da manifestazioni molto violente da parte di gruppi di militanti protestanti contro le minoranze cattoliche. Questo è lo sfondo storico in cui vivono Buddy, bambino vivace interpretato da Jude Hill, la madre, il fratello e i due nonni, interpretati da Ciaràn Hinds e dalla già premio Oscar, Judi Dench. Qui il racconto dell’allegra infanzia di Buddy, costellata di giochi, scuola e primi amori, si unisce a quello delle ansie e preoccupazioni della madre, sola in una città animata da scontri, con gravi problemi economici e del padre, interpretato dall’affascinate Jamie Dornan, costretto a separarsi dalla sua famiglia per lavorare in Inghilterra.

 

Buddy che gioca nelle vie di Belfast

 

In Belfast, vediamo raccontata l’origine di quello che sarà il lungo conflitto nordirlandese ma in una chiave più leggera, secondo il punto di vista di un bambino: un po’ come avviene per la Germania nazista in Jojo Rabbit, anche se in questo caso con un’impronta meno caricaturale.

Un film da Oscar (o da sette!)

A meno di un mese dalla cerimonia, Belfast si afferma come una delle pellicole favorite, assicurandosi ben 7 candidature, di cui alcune in categorie molto rilevanti. Kenneth Branagh ottiene la candidatura per miglior regia e miglior sceneggiatura originale, insieme a quella per la statuetta più ambita, come miglior film.

Candidati a miglior attore non protagonista e miglior attrice non protagonista per le loro performance più che autentiche sono anche Ciaran Hinds e Judi Dench.

Un inno all’Irlanda

Belfast è una rappresentazione fedele e meticolosa dell’Irlanda del nord della fine degli anni ’60: Kennet Branagh, nordirlandese, ha scelto un cast formato prevalentemente da attori irlandesi, con l’inglese Judi Dench come unica eccezione. La quale compensa, naturalmente, con la sua maestria ed il suo talento. Questo ha permesso di portare sul grande schermo un linguaggio più verosimile. Guardando il film in lingua originale, infatti, non risulta difficile notare l’accento molto particolare degli attori e molte locuzioni tipiche della cultura irlandese.

Il cast di Belfast. Fonte: belfastlive.co.uk

 

Oltre tutto, la pellicola più che essere un semplice inno all’Irlanda, è anche una trasposizione autobiografica del regista stesso. Branagh nasce a Belfast nel 1960 e vive la sua infanzia un po’ come quella di Buddy, costellata da violenti scontri e proteste, fino a quando all’età di nove anni lascia Belfast con la sua famiglia trasferendosi a Reading, in Inghilterra, per poi ritornarci idealmente in quest’opera cinematografica.

Un pezzo di Nuovo Cinema Paradiso

“Go Now. Don’t Look Back.” 

“Non tornare più, non ci pensare mai a noi, non ti voltare, non scrivere.

Due citazioni tratte da film di registi differenti, che raccontano storie diverse, ma che mantengono un fortissimo punto di contatto: la difficoltà di doversi separare dai propri cari e la necessità di doverli lasciar andare.

La prima è la frase di chiusura di Belfast, mentre l’altra è tratta dal capolavoro di Giuseppe Tornatore Nuovo Cinema Paradiso, in particolare dalla scena in cui Alfredo dice addio al giovane Salvatore. Non passa inosservata nemmeno la somiglianza tra questi due film per quanto riguarda le riprese.

In entrambe le pellicole ritroviamo, infatti, un fotogramma praticamente identico: si tratta della scena di Buddy in Belfast e di Salvatore bambino in Nuovo Cinema Paradiso, seduti in sala con la luce del proiettore alle loro spalle.

Buddy e Salvatore al cinema

 

Nonostante Belfast racconti un importante capitolo di storia, alla fine risulta essere molto più di un semplice film storico e in parte autobiografico. Belfast si rivela una pellicola sui valori della famiglia, sull’attaccamento verso la propria città natale e le proprie tradizioni, ed è proprio questo che lo rende speciale.

Ilaria Denaro

 

Countdown agli Oscar 2022: le principali nomination

Tenetevi forte cinefili perché sta iniziando il periodo più bello dell’anno: l’avvento degli Academy Awards. Dopo le grandi pellicole uscite nelle sale questi ultimi mesi, non vedevamo l’ora di sapere quali sarebbero stati i protagonisti degli Oscar 2022. Ebbene, l’attesa è finita! Giorno 8 febbraio alle 14 ora italiana, sono state rese note le nomination di quest’anno per le 23 differenti categorie, in vista della premiazione che si terrà il 27 Marzo (in Italia la notte tra il 27 e il 28).

I candidati per i “Big Five”

Premettendo che qualsiasi statuetta è senza dubbio un premio prestigioso  nonché un grande traguardo, ci sono cinque particolari Oscar che  sembrano essere ancora più rilevanti degli altri: stiamo parlando dei cosiddetti Big Five, ovvero le categorie “miglior film”, “migliore sceneggiatura originale”, “miglior regia” e “miglior attore” e “miglior attrice protagonista”.

Per questa cerimonia 2022 risplendono già alcuni grandi film, tra cui Il potere del cane, western dai toni drammatici candidato con Jane  Campion per la miglior regia, per miglior attore protagonista con l’inglese Benedict Cumberbatch (Doctor Strange, Sherlock) e, naturalmente, come miglior film.

Inoltre vediamo spiccare le performance di Javier Bardem Nicole Kidman, entrambi candidati per miglior attore e attrice protagonista per la loro performance in A proposito dei  Ricardo.

Lista dei candidati per il miglior film; fonte: tomshw.it

In particolare, per la categoria miglior film ritroviamo alcune delle pellicole più viste (e discusse) dell’ultimo anno, tra cui Don’t look up, commedia satirica, candidata anche per la miglior sceneggiatura originale con Adam McKay e David Sirota, e Una famiglia vincente, film biografico che racconta la storia delle campionesse del tennis Venus e  Serena Williams. Quest’ultimo è in gara anche con Zach Baylin per la miglior sceneggiatura originale e con Will Smith per miglior attore protagonista, per la sua interpretazione del padre delle campionesse, Richard Williams.

Altri film candidati nei Big five, sono Tick tick… Boom per l’interpretazione di Andrew Garlfield, il nuovo West side story del maestro Steven Spielberg, per miglior film e regia e Licorice Pizza, scritto e diretto da Paul Thomas Anderson per miglior regia e sceneggiatura originale.

Ma agli Oscar presenzierà anche una delle coppie più dolci di Hollywood: stiamo parlando del già citato Javier Bardem e Penelope Cruz,  anch’essa candidata come miglior attrice per Madres Paralelas di Pedro Almodóvar .

Un po’ d’Italia agli Oscar

Dopo essersi distinta nel calcio agli Europei 2021 ed in molti altri sport alle Olimpiadi, nonché nella musica all’Eurovision, l’Italia ritorna da “protagonista” anche agli Oscar!

Il bel paese infatti non veniva candidato nella categoria “miglior film in lingua straniera” dal 2014, anno in cui oltretutto vinse con il capolavoro La Grande bellezza di Paolo Sorrentino. Ed è proprio lui che ci riporta in gara per questa statuetta con E’ stata la mano  di Dio, pellicola autobiografica, che ha già trionfato al Festival del cinema di Venezia vincendo diversi premi.

Paolo Sorrentino con il giovane Filippo Scotti e Toni Servillo, grandi interpreti in “E’ stata la mano di Dio”. Fonte: Il Fatto Quotidiano

Ad ogni modo il made in Italy agli Academy Awards 2022 non si ferma qui! Il gioiellino firmato Disney-Pixar, Luca, diretto da Enrico Casarosa è in lizza per il miglior film d’animazione.

Ma non finisce qui

Ritroviamo il nuovo Dune di Denis Villeneuve in gara per ben 10 statuette, tra cui – oltre a miglior film – per il miglior suono, costumi, make-up, sceneggiatura non originale  ed effetti speciali. Per quest’ultima categoria, inoltre sono stati candidati anche due degli ultimi film del MCU – Shang Chi e la leggenda dei dieci anelli e Spiderman: No Way Home – e No time to die, l’ultimo film di 007.

Da sinistra a destra: “Shang Chi”, “No Way Home” e “Free Guy”: tre dei film candidati per i migliori effetti speciali; fonte: bullfrag.com

Nella categoria miglior attore non protagonista ritroviamo grandi stelle del cinema, come il premio oscar J.K. Simmons (Whiplash) per il ruolo di William Frawley in A proposito dei Ricardo, e attori emergenti come Troy Kotsur nei panni di Frank Rossi ne I segni del cuore.

Anche per la miglior attrice non protagonista sono state candidate nuove stelle in ascesa come Ariana DeBose (West Side Story) e grandi star di Hollywood quali la già premio oscar Judi Dench per la sua performance in Belfast e Kirsten Dunst per il ruolo di Rose Gordon ne Il potere del cane .

Grandi esclusi

Ogni anno, per ogni premiazione, succede sempre che alcune grandi pellicole risultino tagliate fuori da molte o tutte le categorie degli Academy Awards, vuoi per una certa indifferenza da parte del pubblico nelle sale vuoi per la predilezione di film che trattano particolari tematiche.

Grandi esclusi in quest’edizione degli Oscar si possono considerare Ultima Notte a Soho, thriller avvincente con le strabilianti interpretazioni delle protagoniste Anya Taylor-Joy e Thomasin McKenzie, e The French Dispatch, nuovo film scritto e diretto da Wes Anderson (Grand Budapest Hotel).

Presentatore cercasi

Quest’anno, per la prima volta dal 2018, ci sarà un presentatore fisso per la cerimonia degli Academy. Negli ultimi anni, invece, erano state solo le varie celebrità (già vincitrici in passato) a condurre il gioco annunciando i premi e consegnando la preziosa statuetta.

L’unico problema è trovare qualcuno effettivamente disposto a fare il presentatore: questo ruolo sembra essere poco apprezzato dai più. Le proposte sono state molte, tra cui anche il giovane Tom Holland – come trapelava da qualche indiscrezione – ma ancora nessun nome certo.

Jimmy Kimmel, ultimo presentatore fisso agli Oscar 2018; fonte: psicofilm.it

Chiunque sarà a condurre, in ogni caso, gli Academy Awards sono sempre un evento unico per gli amanti del cinema: l’occasione giusta per celebrare questa grande arte, presentare nuovi capolavori e scoprire talenti sconosciuti. Quindi senza altri indugi, mettiamoci comodi e godiamoci questa nuova stagione degli Oscar.

Per ora non abbiamo nient’altro da aggiungere, se non invitarvi a rimanere con noi di UniVersoMe per scoprire di più sui film che hanno ottime possibilità di portarsi a casa qualche statuetta. Stay tuned!

Ilaria Denaro