Diritti sulla sessualità e riproduttività. In Spagna arrivano la “Ley Trans” e la legge sull’aborto

Lo scorso 16 febbraio per la Spagna è stata una “giornata storica”. Finalmente, dopo interminabili  battaglie, il Parlamento spagnolo ha approvato due importanti normative a tutela degli diritti e delle libertà, per le persone Lgbtq+ e le donne. “La Ley Trans es ley”, questa la frase pronunciata con orgoglio da Irene Montero, ministra delle Pari opportunità e rappresentate del partito spagnolo Unidos Podemos, di fronte al Congresso dei deputati a Madrid.

Autodeterminazione di genere per chi ha più di 16 anni, riforma sull’aborto e congedo mestruale retribuito per le donne: queste le normative promosse dall’attuale governo spagnolo di centrosinistra. Un grande passo in avanti per il paese, ma le critiche e le forti opposizioni non sono mancate. Vediamo nel dettaglio cosa è stato approvato e quali sono invece le direzioni intraprese da molti altri paesi.

La “Ley Trans”, per l’autodeterminazione di genere, è stata un trionfo

Con poco più di 191 voti a favore, 60 contrari e 91 astensioni, la normativa per l’uguaglianza reale ed effettiva delle persone trans e per la garanzia dei diritti delle persone Lgbtq+ è stata approvata.

La legge riconosce qualcosa di semplice, che se sei trans hai diritto ad affittare un appartamento o a divertirti in un luogo pubblico senza essere discriminato. Permetterà alle persone di non avere paura di dire chi sono!

Queste le parole della ministra Montero, che ha festeggiato avvolta nella bandiera simbolo (bianca, rosa e azzurra) della comunità, insieme ad un cospicuo gruppo di storici attivisti. Tra i tanti, Uge Sangil, donna trans e presidente della Federazione Statale Lgtbi+ spagnola, che ha scritto in un tweet:

La legge permetterà di chiedere gratuitamente, a chiunque abbia compiuto 16 anni, la modifica del proprio sesso all’anagrafe senza autorizzazioni giudiziarie o certificati medici-psicologici che attestino la disforia di genere o i due anni di trattamento ormonale in precedenza invece richiesti. Questa diritto oltremodo è estendibile ai giovani tra i 14 e i 15 anni, solo se però presentano l’approvazione di almeno un genitore. Mentre tra i 12 e i 14 anni, c’è bisogno dell’autorizzazione del giudice. La normativa proibisce oltretutto terapie di conversione e mette in atto misure contro l’omofobia nei diversi ambiti della società.

La legge non comporta nessun pericolo per i minori e non va contro le lotte dei femminismi

Ma alcuni movimenti femministi, come il Contra el Borrado de las Mujeres e il Movimiento Feminista de Madrid, non la pensano allo stesso modo di Uge Sangil. Questi ritengono che il consentire ad ogni uomo di registrarsi all’anagrafe come donna, senza nessuna prova medica di transizione, porterà a rendere la legge sulla “violenza di genere” come “carta straccia”. Il partito di estrema destra Vox, invece, ha parlato di un “allarmante” aumento dei casi di omosessualità e transessualità. La Montero sostiene che qui si tratti proprio di “Lgbtifobia”.

Riforma sull’aborto e congedo mestruale

A Madrid però non si è parlato solo di transessualità, ma anche di salute sessuale-riproduttiva e d’interruzione volontaria di gravidanza. Infatti, è stata approvata una riforma della legge sull’aborto. Grazie a quest’ultima le ragazze dai 16 anni in su avranno la possibilità di abortire, senza il necessario consenso dei genitori o dei tutori legali. Modificando quindi la misura voluta dai conservatori nel 2015, i quali davano questa opportunità solo dai 18 anni in su. La legge introduce un registro degli obiettori di coscienza ed elimina l’obbligo dei tre giorni di riflessione dal momento della decisione.

 

La ministra delle Pari opportunità Irene Montero
La ministra delle Pari opportunità Irene Montero, Fonte: ELLE

All’interno della stessa legge è stato introdotto un ulteriore incentivo, che fa della Spagna il primo paese europeo ad averlo concesso. Il congedo retribuito alle donne per il ciclo mestruale invalidante, insieme alla distribuzione di forniture gratuite di prodotti per l’igiene femminile nelle scuole, nei carceri e nei centri per le donne. Il congedo prevede un permesso retribuito di tre giorni al mese, bisognerà semplicemente presentare un certificato medico. Sarà lo Stato a farsi carico dei giorni di malattia. Come dichiara la ministra Montero “il cammino non finisce qui”.

Ma a che punto sono gli stessi diritti nel mondo?

In Europa sono ancora pochi i paesi che consentono l’autodeterminazione di genere. La Danimarca è stato il primo paese europeo a concederlo nel 2014. La Scozia ha abbassato l’età minima dai 18 anni ai 16, per poter chiedere il cambiamento legale. Riforme simili le possiamo riscontrare in Finlandia, Belgio, Portogallo, Norvegia e Svizzera. Non molto possiamo invece dire per tali diritti in Italia, che per il cambio di genere prevede attualmente la rettificazione chirurgica.

Sul versante extra-europeo la situazione non è migliore. Secondo quanto riporta il The Washington Post ,in Arkansas (Stato al sud degli Stati Uniti) è stato imposto un divieto che blocca le cure di genere per i minori, il denominato Malpractice Bill. Quest’ultimo pone ai medici il divieto di fornire terapie ormonali di conferma di genere o bloccanti della pubertà a chiunque sotto i 18 anni. Nessun intervento chirurgico può essere effettuato nello stesso Stato. Dalle parole del senatore repubblicano Gary Stubblefield:

L’idea che gli adolescenti, per non parlare dei bambini piccoli, siano in grado di prendere decisioni così sconvolgenti è assurda. Una società che permette loro di fare questo, è una società profondamente rotta.

In materia di congedo mestruale, nel mondo ci sono aziende e istituzioni che lo permettono, ma sono pochi i paesi che lo riconoscono istituzionalmente. Tra questi è previsto in Scozia, in Corea del Sud, a Taiwan o in Zambia (dove le donne non mandano nemmeno un preavviso o un certificato medico). In Italia, nonostante il dibattito sia aperto dal 2016 siamo ancora indietro, solo l’Università di Padova distribuisce gratuitamente prodotti per l’igiene femminile. Mentre per l’aborto sono oggi circa 24 i paesi che ancora lo vietano del tutto, soprattutto nelle aree del continente Africano. Secondo i dati del Guttmacher Institute nel mondo si stimano all’incirca 25 milioni di aborti clandestini, che purtroppo provocano la morte di molte donne ogni anno.

Parlare in tema di salute sessuale, riproduttività, uguaglianza di genere non è semplice. Le disparità sono molte ancora oggi ed evidenti. Di certo il mondo sta cambiando e continuerà a farlo. Ci saranno attivisti che lotteranno, oppositori che protesteranno. Sarebbe però significativo che in tutto questo nessuno venga mai privato della propri diritti di libertà e dignità.

Marta Ferrato

Pier Paolo Pasolini, la voce degli ultimi

 

 

E’ una storia da dimenticare
è una storia da non raccontare
è una storia un po’ complicata
è una storia sbagliata

Il 5 Marzo del 1922 veniva al mondo colui che venne definito  “lo scomodo”: Pier Paolo Pasolini. Autore e regista, che ha segnato non solo la storia italiana ma anche quella mondiale, il suo pensiero e la sua penna erano un ostacolo per coloro che governavano (e che governano). Ancora oggi il suo assassinio è avvolto nel mistero: c’è chi pensa che sia stata una morte accompagnata dall’ignoranza e chi crede che sia stata premeditata per mettere a tacere la sua voce.

Ma quali sono i libri e i film che hanno reso Pasolini immortale? Sono tanti e troppi, ma- cari lettori- vi mostrerò le opere che hanno segnato non solo la sua carriera, ma anche lo scrittore stesso.

Ma, naturalmente, per capire i cambiamenti della gente, bisogna amarla

 Pier Paolo Pasolini. Fonte: doppiozero.com                    

Comizi d’amore (1965)

Comizi d’amore, è un documentario scritto e diretto da Pier Paolo Pasolini. Nel 1963, armato di videocamera e microfono, l’autore assieme al produttore Alfredo Bini comincia il suo cammino per tutta Italia; inizialmente il suo progetto era trovare volti nuovi per il  film Il Vangelo secondo Matteo ,ma, camminando, nella sua testa si forma e si crea un nuovo progetto che lo immortalerà come “lo scrittore degli ultimi.  

 Nell’estate del ’65 intraprende quindi un viaggio dal nord al sud Italia in cerca delle voce del popolo riguardo alla sessualità per capire come viene vista e pensata e per quale motivo sia ancora un tabù, nonostante sia una pratica che riguarda ogni singolo individuo.

Pasolini si traveste da nomade e interroga come i filosofi il popolo, scavando nella loro anima per cercare una risposta. Troverà risposte e pensieri differenti, giacché va a interrogare ogni rango sociale, dalla classe più umile fino ad arrivare all’alta società. Curioso sapere che all’interno dell’opera troveremo intellettuali come Giuseppe Ungaretti, Alberto Moravia e tanti altri. Il film è una pietra miliare del cinema italiano, ma è poco conosciuto, proprio perché va a toccare ciò che è sempre stato taciuto.

Che al vostro amore si aggiunga la coscienza del vostro amore.

Pasolini intervista la gente nei Comizi d’amore. Fonte:pordenonoeoggi.it

Le ceneri di Gramsci (1957)

Il libro è una raccolta di poesie in cui Pasolini si rivolge a Gramsci davanti alla sua tomba descrivendogli la società italiana contemporanea, devastata dal dopoguerra e dai quei diritti mancati:

Mi chiederai tu, morto disadorno,
d’abbandonare questa disperata
passione di essere nel mondo?

L’opera raccoglie undici componimenti, il titolo è preso da una poesia: in quest’ultima vediamo Pasolini che si rivolge proprio alla tomba di Gramsci.

Pasolini davanti alla tomba di Gramsci. Fonte: googlesites.com

Ragazzi di vita (1955)

Ragazzi di vita è uno dei libri più famosi di Pier Paolo Pasolini.
L’opera si apre su una Roma devastata dal dopoguerra. I protagonisti sono dei ragazzini lasciati alla deriva non solo dalla scuola ma degli stessi genitori; essi cercano di vivere una vita normale e passano le loro giornate nelle strade della città eterna.

Pasolini con quest’opera ci descrive la decadenza post guerra che porta le persone a non saper più in cosa credere, tanto che per ammazzare la noia cadono esse stesse nel degrado più totale senza rispettare la morale.

Pasolini dietro la cinepresa.  Fonte: periodicodaily.com

Ma adesso dimmi Pasolini: chi sei realmente per la società? Tu che la società l’hai descritta in ogni sua piccola sfumatura, raccogliendo non solo le voci del popolo ma anche catturando l’estetica del paesaggio, donandogli un’anima e una voce…Chi sei realmente per tutti noi? Il “pedofilo” o il martire?  O semplicemente un individuo al di fuori dal comune?

Non illuderti: la passione non ottiene mai perdono. Non ti perdono neanch’io, che vivo di passione.

                                                                                                                  Alessia Orsa

 

Torino: padre fa aggredire il figlio perché gay

Fonte-fanpage.it
Fonte-fanpage.it

Torino teatro di una vicenda inverosimile di cui protagonisti sono un padre 75enne, libero professionista in pensione, e il figlio, medico chirurgo di 43 anni, omosessuale.

E’ proprio l’omosessualità, non accettata dal 75enne, la causa della tragedia sfiorata. Quest’ultimo ha messo a disposizione un compenso di 2500 euro per chiunque avesse accettato in cambio di aggredire il figlio, spezzandogli le dita. Un gesto mirato per distruggerlo fisicamente, ma anche professionalmente.

La foto incriminatoria

Il chirurgo, molto conosciuto nel torinese, aveva già dichiarato la sua omosessualità alla famiglia molti anni prima, circa nel 2016, presentandosi a casa dei genitori col nuovo compagno. Sebbene sembrava fosse stata accettata la relazione, nel 2017 subentra l’astio del padre. Un noto settimanale di gossip pubblicò delle foto che ritraevano il chirurgo in compagnia di un attore conosciuto, durante il loro soggiorno in Francia. Daquel momento in poi che l’anziano perderà il buon senso, diventando anche violento con la moglie. Nonostante fosse consapevole, ormai già da un anno, dell’omosessualità del figlio, ciò che lo avrebbe scandalizzato fino a fargli perdere la stabilità, è stato il vedere la naturalezza del figlio nel vivere la sua relazione, senza nascondersi, senza timori, senza vergogna, non preoccupandosi della sua omosessualità.

Da quel momento, la rabbia ha continuato a crescere fino a spingerlo a compiere più di un gesto terribile nei confronti del figlio, di cui il tentativo di danneggiargli le mani è solo l’ultimo.

Dal 2017 le prime aggressioni

Torino, padre paga un criminale per spezzare le mani al figlio gay-fonte-biccy.it
Torino, padre paga un criminale per spezzare le mani al figlio gay-fonte-biccy.it

Già nell’aprile del 2017, il 75enne aveva assoldato un picchiatore, un uomo di origine romena.

Poi, ancora a febbraio scorso, aveva ingaggiato due uomini per un aggressione e questi erano riusciti nell’intento, facendo finire il chirurgo in ospedale. Successivamente un’altra aggresione ad aprile dopo un pedinamento di due settimane, di cui è stato vittima anche il compagno del chirurgo.

Nulla che potesse ricondurre la vita del medico ad ambienti criminali, fino a farlo divenire vittima di eventuali vendette, è stato mai riscontrato, contrariamente da quanto sostenuto dal padre davanti all’ultimo aggressore che ha assoldato per 2500 euro:

“Mio figlio è un delinquente, spezzagli le dita”.

Un giorno, però, il chirurgo viene avvicinato, fuori casa sua, da uno sconosciuto. Quest’ultimo si è rivelato essere proprio il picchiatore ingaggiato per spezzargli le mani, che, colto dal buon senso, gli ha rivelato il piano di cui l’autore era proprio il padre.

“Mi sembri una brava persona” sono state le parole dell’aggressore, deciso a non voler distruggere la vita di una persone innocente.

Così, quest’ultimo si mette d’accordo col chirurgo e insieme fingono un’aggressione, incastrando l’anziano.

La denuncia al padre

Così, dopo molto tempo trascorso nel terrore di un possibile agguato, scorte da parte di amici e parenti, è la farsa messa in piedi con l’aggressore, nel maggio 2018 il medico decide di denunciare il padre. Una scelta difficile, che, però, andava fatta, per evitare ulteriori rischi.

Così, dopo due anni dalla tragedia – fortunatamente – solo sfiorata, adesso è arrivata la sentenza: un patteggiamento di due anni senza risarcimento del danno.

Sembra assurdo che ancora, dopo tanti anni di lotte, movimenti, proteste, oggi si senta parlare di omofobia, ma soprattutto di un padre che odia un figlio perché gay, arrivando a pagare qualcuno per aggredirlo.

Ad oggi, i due non si parlano, se non tramite vie legali.

“Questa sentenza – ha commentato Arcigay Torino – porta alla chiusura di un percorso tormentato, in cui un genitore si è reso carnefice nei confronti del proprio figlio perché quest’ultimo ama un altro uomo. Arcigay Torino esprime tutta la sua solidarietà nei confronti della vittima: nessuna persona dovrebbe vivere nella paura a causa del proprio orientamento sessuale e dell’identità di genere. Proprio per questo, ricordiamo l’importanza di una legge che tuteli le persone LGBTQIA+ da simili soprusi”.

Eleonora Genovese

 

Violenza: è l’ora di dire BASTA

 

adesso-basta1

 

Imagine all the people, living life in peace

 

Se vi chiedessi: “quali sono i maggiori problemi esistenti nel mondo?”, voi cosa rispondereste? La fame, ovviamente, la povertà, i politici disonesti, la guerra, le malattie. Ma, secondo me, una delle più imponenti piaghe sociali è la violenza.

Noi siamo esseri umani e, come tali, siamo caratterizzati dal lume della ragione. Quel lume che si perde in alcune occasioni, quel lume perso che ci fa diventare aggressivi, cattivi, impetuosi. Quante volte si dice “è come se avesse perso il lume della ragione”?Scatta qualcosa, si perdono le inibizioni, i freni ed ecco che diventiamo feroci, che ci avvaliamo della violenza per imporci su altri esseri umani.

Sassari, Roma, Orlando, Santa Monica, Francia. Cosa accomuna questi cinque luoghi? Li accomuna il fatto che, nelle ultime ore degli ultimi giorni, sono stati sbattuti in prima pagina per atti di violenza. E così entriamo in campi molto delicati quali il femminicidio, l’omofobia, fino ad una delle più stupide motivazioni per cui ci si avvale di questa “arma”: il calcio. E poi, ancora: bullismo, terrorismo. Violenza psicologica, violenza fisica.

Siamo liberi di NON parlare, siamo liberi ma con dei limiti, siamo liberi dietro metaforiche sbarre. Gli uomini nascono liberi di poter vivere la propria vita come vogliono e, per mano di altri uomini, finiscono per non poterlo realmente fare.

In questi giorni sono ricominciate le campagne che dicono stop alla violenza sulle donne. Si legge sui giornali ”Sassari: ragazzo picchia la sua fidanzata, arrestato e rilasciato, torna da lei per vendicarsi a SPRANGATE o ”Roma: marito ammazza moglie perché non le ha sorriso quando lui desiderava”. Giorno dopo giorno si sentono storie di uomini che, imbestialiti da non si sa cosa, ammazzano una di noi. Una di noi: perché non importa se è una ragazza nata dall’altra parte del mondo, è una di noi, una sorella, una moglie, una figlia, un’amica. Sembrano storie così lontane da noi che non ci accorgiamo che, invece, sono così vicine. Oggi potrebbe toccare a me, solo perché mi sono fidata di dire “sì” a un caffè, solo perché ho detto “ti amo”, solo perché ho voluto costruire con te qualcosa.

Tutto questo, cento volte è stato detto a ognuna di noi, non è amore. E, se lo è, è un amore malato e bisogna dirlo, bisogna denunciarlo per salvarsi. Gli schiaffi, i pugni non sono amore. Questo NON È AMORE. Invece, per chissà quale motivo, quello che non viene reputato Amore (con la A maiuscola) è il sentimento che si instaura tra due persone dello stesso sesso. Due persone che si amano normalmente, senza schiaffi, senza coltelli, con qualche litigata fisiologica, se appartengono allo stesso sesso non sono normali. È contro natura. La sentite pure voi? Si chiama Omofobia.

Ed è così che ti ritrovi ucciso. Perché sei andato in un locale a festeggiare con il tuo ragazzo, con il tuo amore, a ballare, a divertirti e un pazzo entra e ti spara. E ti spara non perché, secondo alcune dichiarazioni, è facente parte dell’Isis (l’emblema contemporaneo del terrorismo e della violenza) ma perché ha visto due ragazzi omosessuali baciarsi e si è arrabbiato. Capite? Si è arrabbiato. Ah, ma non era l’unico: un uomo, diretto al Gay Pride di Los Angeles, è stato fermato, il 12 giugno scorso, a Santa Monica dove gli sono stati sequestrati fucili d’assalto ed esplosivi che, come da lui dichiarato, voleva utilizzare a quell’evento.

Ma se anche lo Sport, simbolo dell’unione tra i popoli e le persone, viene umiliato con notizie di tifosi che si picchiano tra di loro, dove arriveremo? Se anche questi Europei 2016, che dovrebbero rappresentare il mondo unito IN FRANCIA contro il terrorismo, vengono macchiati così, con queste disgustose notizie?

Il lume della ragione. Ma dove lo abbiamo lasciato, signori miei? Chi ci ha fatto credere che abbiamo il permesso di alzarci la mattina e andare a violare la libertà delle persone? Chi ci ha fatto credere che abbiamo il potere di giudicare qualcuno, di fargli del male se non è come noi o se non si comporta come vogliamo noi? Con quale sangue freddo riusciamo ad alzare le mani su un altro essere umano, a ucciderlo o a portarlo al suicidio?

Oggi è lunedì e io ho voluto iniziare la settimana con una parola: basta.

Adesso basta.

Elena Anna Andronico

Derek, Meredith e Grey’s Anatomy: perché metterlo in play

greys-anatomy

Ci sono serie tv e serie tv: drammatiche, ironiche, comiche, sanguinolente; corte, lunghe, che durano dai 20 ai 120 minuti.

Ma una serie tv, per tenerti davvero incollato alla sedia e farti perdere il senso del tempo e dello spazio, deve avere una trama coinvolgente e sconvolgente, una trama che ti lasci sempre con il fiato sospeso, almeno quel tanto che basta per dirti: ’’ok, dormirò in un altro momento’’ e farti così rimettere play sul tuo sito di streaming.

Una di queste serie è Grey’s Anatomy. Al bando gli scettici che dicono che è solo un’enorme cavolata, più lunga di Beautiful e troppo distante dalla realtà: quando inizi a guardarla non puoi più farne a meno. Io, da fan numero uno, sono riuscita a convertire un sacco di persone e a farle diventare tossicodipendenti da Grey’s Anatomy.

Grey’s Anatomy è una serie televisiva statunitense trasmessa dal 2005. È un medical drama incentrato sulla vita della dottoressa Meredith Grey, una tirocinante di chirurgia nell’immaginario Seattle Grace Hospital di Seattle. Il titolo di Grey’s Anatomy gioca sull’omofonia fra il cognome della protagonista, Meredith Grey, e Henry Gray, autore del celebre manuale medico di anatomia Gray’s Anatomy (Anatomia del Gray). Seattle Grace (poi Seattle Grace Mercy West e, ulteriormente, Grey Sloan Memorial Hospital) è invece il nome dell’ospedale nel quale si svolge la serie. I titoli dei singoli episodi sono spesso presi da una o più canzoni.

Tra personaggi che vanno e vengono, che nascono e muoiono, Grey’s Anatomy riesce a lasciare veramente un segno. Durante la progressione della trama, che si svolge in 12 stagioni per un totale di 268 episodi, ognuno di noi può trovare una citazione, una situazione, un momento in cui riconoscersi. Ed io, da studentessa in Medicina, posso dire che (a parte qualche caso assolutamente irreale) è anche molto vicina alla realtà medica. I gesti, i protocolli, il lessico, infatti, sono assolutamente presi dal campo.

Tutti conosciamo Meredith e Derek, sappiamo la loro storia d’amore e chi come me è da 11 anni che sta appresso a loro e ci ha perso cuore, lacrime e vita, sa che non sono solo ‘’Meredith e Derek’’: sono due personaggi pieni di umanità, che fanno e dicono cose che tutti noi abbiamo fatto e detto, anche e soprattutto le peggiori. È questo il segno che contraddistingue tutti i personaggi della serie, dal più importante al meno: l’umanità. Sono esseri umani a 360°, con i difetti e i pregi, con l’egoismo, i sogni, la cattiveria, la gentilezza, la bontà, la forza e la debolezza, le paure e il coraggio.

Ed, a parte l’intramontabile ‘’prendi me, scegli me, ama me’’, il sesso e la tequila, ci vuole poco a capire che Shonda Rimes (l’autrice) voleva andare oltre a tutto questo e insegnare ad accettare argomenti che ancora sono, per la società, tabù.

È una serie tv che vuole insegnare la speranza, il rischio e la speranza che può derivare dal rischio. Che non tutto è come sembra, che una coppia perfetta può spesso scoppiare ma questo non esclude il fatto che si può andare realmente avanti, a qualsiasi età. Che puoi sempre conoscere una persona, che essa sia maschio o femmina.

Vuole abbattere i muri dell’omofobia. Tra i personaggi principali abbiamo una coppia lesbica costituita da una donna omosessuale ed una bisessuale, vuole far capire alle persone che non c’è niente di strano nella transizione, che i transgender sono persone come noi in corpi nei quali stanno troppo stretti.

Vuole insegnare che non esistono barriere di tipo religioso, che la scienza e la religione possono coesistere e convivere, che essere ateo non è sinonimo di essere vuoto. Insegna il perdono, l’amicizia, la lealtà, la sana competizione e quella che ti porta a impazzire perché parte da basi sbagliate.

Tra gli argomenti principali troviamo anche temi molto attuali quali l’adozione e l’inseminazione artificiale. Viene anche approfondito l’argomento ‘’psicoterapia’’, cercando di trasmettere il messaggio che prendere consapevolezza dei propri problemi e affrontarli con qualcuno che può realmente aiutarti non è una vergogna ma un segno di coraggio.

E che, a prescindere da tutto, negli ospedali si fa tanto sesso e ci sono davvero tantissimi fighi e fighe.

Elena Anna Andronico

Recensione “Un Bacio” di Ivan Cotroneo

film-un-bacio-800x450
Siamo in un piccola cittadina del Nord, precisamente ad Udine, lo sfondo è una scuola che sembra una fabbrica. Arriva un uragano di colori sgargianti : Lorenzo.
 
Lorenzo è un ragazzo rimasto orfano che viene adottato da una coppia piena di buone intenzioni e, a differenza del contesto, accetta la diversità. Lorenzo è estroverso, simpatico, sicuro di sé e della sua omosessualità. Il mondo ostile che lo circonda non intacca la sua fantasia e solarità.
 
Fa amicizia con Blu, una ragazza che tutti odiano e definiscono una facile e con Antonio, un ragazzo taciturno e giocatore di basket che quotidianamente fa i conti con la morte del fratello. I tre emarginati grazie all’amicizia vivranno esperienze uniche, se non entrassero poi in gioco i meccanismi dell’attrazione e della paura del giudizio altrui.
 
Ivan Cotroneo oltre a essere il regista è anche lo sceneggiatore (il film è infatti tratto dal suo omonimo racconto uscito nel 2010) e ha dato nuovamente prova della sua bravura (v. "La kryptonite nella borsa") narrando chiaramente, e anche con l'ironia di alcuni passaggi, le vicende di omofobia e bullismo che spesso accadono nelle scuole e nei sentimenti degli adolescenti.
 
I protagonisti sono tutti e tre ragazzi alla prima esperienza cinematografica e hanno dato prova di avere la stoffa per continuare egregiamente in questo settore.
La colonna sonora è composta volutamente da soli brani musicali, di cui uno appositamente prodotto per questa opera : To the wonders degli STAGS. Poi abbiamo Hurts di Mika, con il quale i ragazzi hanno girato proprio il video della canzone.
E’ un film sulle prime volte, sulla adolescenza, sui problemi che tutti abbiamo affrontato o che ci hanno semplicemente sfiorato.
Sulla accettazione di se stessi prima dell’altro perché spesso ciò che più difficile è guardare dentro di sé ed accettarsi, anzi, per dirla con una strofa della canzone che Lorenzo cita spesso “Don’t hide yourself in regret/ Just love yourself and you’re set/ I’m on the right track baby/ I was born this way” (Born this way – Lady Gaga).

Mi piace definire questi tre personaggi come i tre moschettieri dell’amicizia, come ripete Blu nel film: “l’amicizia ti salva” ; infatti non ci sarà mai nessuno che potrà capirti e coinvolgerti come un vero amico. Come l’amicizia, questo film si infiltra nel nostro cuore e ci soddisfa pienamente.
 

Arianna De Arcangelis