La crisi che inaugura il XXI secolo. Niente sarà più come prima

Riceviamo e pubblichiamo il contributo del dott. Domenico Mazza, dottorando in Scienze Politiche presso l’Università di Messina, circa gli stravolgimenti nella nostra società dopo l’emergenza sanitaria COVID-19. 

Ecco giunta la tanta attesa cesura storica che smentisce definitivamente le voci di chi volesse caduto il Muro di Berlino ormai terminata la storia dell’umanità (Francis Fukuyama). L’undici settembre e le primavere arabe da oggi saranno soltanto un ricordo su delle pagine sbiadite rispetto all’attuale pandemia del COVID-19, la più grande dell’ultimo secolo ma sicuramente quella che inciderà più di tutte sull’attuale assetto geopolitico e sociale. Tutto sta cambiando… Tutto è già cambiato!

L’articolo che segue non ha nulla di scientifico e il concetto che esprime non vuole sostituirsi a quello più autorevole di storici e analisti globali i quali nei prossimi mesi daranno contributi certamente più importanti di questo.

Non bisogna chiedersi  perché un evento simile stia accadendo ma se è già accaduto nel passato. Perché finita tutta questa baraonda, negli anni successivi, si paleseranno momenti di alta tensione e di sconvolgimenti socio-politici; le attuali leadership verranno probabilmente sostituite dalle nuove che in questi giorni stanno “ribollendo tra le quattro mura di casa”. Potremmo già parlare di “quarantenismo”, cioè la maggioranza silenziosa di giovani under 40 costretti ancora una volta a sacrificarsi per un’Italia che solo negli ultimi due anni stava finalmente uscendo dal tunnel della crisi economica  e finanziaria iniziata nel 2007. Un Paese che fa fatica a valorizzare il proprio tessuto giovanile, il quale, soprattutto in ambito medico-scientifico, appare come quello più preparato non solo in Europa ma nel mondo.

Una pentola a pressione che esploderà nei prossimi anni: giovani, soprattutto medici “spediti al fronte” e smobilitati dall’attività economica dello Stato, chiederanno il conto alla classe dirigente, locale e nazionale, che sta gestendo la crisi pandemica. Per molti sarà come essere spediti in cima ad una montagna da un turbinio improvviso e da questa avranno occasione di scegliere il sentiero per cambiare la propria e altrui vita: è la modernità, che si sostituisce alla precedente ormai fattasi Passato.

Vi è una fazione avversa al cambiamento? Probabilmente i cosiddetti “restoacasisti” come definiti dalla rivista Rolling Stones in un articolo del 13 aprile 2020. Sono i mediocri che hanno trovato la loro eccellenza nel restare a casa e definiti da Enrico Dal Buono come “appagati e zavorrati al divano a spiare dal balcone chi trasgredisce all’autorità”. Quale fetta di mondo nuovo per loro?

Cento e più anni fa, all’alba di quel Mondo Nuovo oggi morto e sepolto, si parlò di trincerismo (oggi è quello del personale medico-sanitario) poi di diciannovismo (riferito al 1919 come anno di sconvolgimenti politico-sociali), tra qualche anno potremmo parlare oltre che di quarantenismo anche di ventismo (2020) se non addirittura di una nuova classe dirigente (politica, medica e finanziaria) “pandemista”, cioè formatasi in quello che è una delle più drammatiche vicende della Storia d’Italia. All’epoca mancò la pacificazione nazionale; non si riuscì a ristabilire ordine se non con un “colpo di mano” il 28 ottobre 1922. Oggi non si riesce nemmeno a trovare una soluzione per i tanti “fuorisede” e “fuoriusciti” che da mesi non possono raggiungere le proprie famiglie. Per loro quale riappacificazione con il proprio Popolo e la propria Nazione? Ma soprattutto quando? 

Una cosa è certa, inizia una fase nuova, un’altra epoca, forse il cuore pulsante del XXI secolo e per chi ha deciso di vivere una vita fino in fondo questo è il Momento da non farsi sfuggire dalle mani. Facciamo che il decennio avanti  sia il capolavoro di questa gioventù oppressa da un nemico potente e invisibile ma destinato alla disfatta.

Domenico Mazza