André 3000 è tornato ma non è più quello di prima

uvm 4 stelle
L’intenzione dell’artista è quella di “sospenderci” fra le note del suo flauto, alla ricerca di una nostra interpretazione emotiva, senza concentrarci troppo sulla qualità tecnica del lavoro in sé. – Voto UVM: 4/5

 

Dopo 17 anni di silenzio musicale dal rilascio di Idlewild, ultimo album degli OutKast, leggendario duo hip-hop di Atlanta, André 3000 fa il suo debutto da solista con un album new age dove è il flauto a fare da padrone.

Capita molto spesso nel mondo della musica di fare delle previsioni sulle uscite imminenti ma, quando si parla di un nome come quello di André Benjamin (in arte André 3000), è difficile pensare che avrebbe suonato qualcosa non hip-hop. Il duo da cui proviene infatti, gli Outkast, ha dominato la scena a cavallo fra gli anni ’90 e i 2000 con un successo difficile da eguagliare: Stankonia e Speakerboxxx/The Love Below sono fra gli album più venduti nella storia del genere. Oltre ai grandi numeri gli Outkast hanno anche plasmato un’eredità musicale da trasmettere, influenzando numerose generazioni successive di rappers – uno fra tutti, Tyler, the Creator – e aprendo, con il southern hip-hop, un nuovo fronte musicale in una scena che in quegli anni era culturalmente dominata dalla West ed East coast statunitensi.

Eppure, nonostante André 3000 avesse potuto vivere di rendita sulla scorta della fama e del nome creatosi con il compagno Big Boi, ha deciso di imbracciare il flauto e suonare “indisturbato” per le strade di Los Angeles. Da questa esperienza viene fuori New Blue Sun, un album a metà fra l’ambient jazz e la new age, completamente strumentale e realizzato insieme al musicista e produttore Carlos Niño.

Un lavoro di improvvisazione

Come André stesso ha dichiarato, il suo lavoro non nasce da uno studio e da una preparazione metodici. È un flusso di coscienza musicale dove le parole sono sostituite dal suo flauto, accompagnato da altri strumenti come gong, bastoni della pioggia, sintetizzatori, tastiere, violini, la cui organizzazione armonica è affidata al producer Carlos Niño. Persino la lunghezza e i refusi voluti dei titoli delle tracce rendono l’album “non intenzionale”.

Con il brano d’apertura I Swear, I Really Wanted to Make a ‘Rap’ Album but This Is Literally the Way the Wind Blew Me This Time (“Lo giuro, volevo davvero fare un album rap ma questo è letteralmente il modo in cui stavolta sono stato trasportato dal vento”) l’artista sembra quasi volersi giustificare con il suo pubblico per la sua scelta inaspettata, facendo subito intendere quale sarà il leitmotiv dell’intero lavoro, ovvero il flauto. In Ninety Three ‘Till Infinity and Beyoncé, dove la storpiatura della parola “beyond” lascia all’ascoltatore una certa libertà di interpetazione, le sonorità ambient elettroniche di Matthewdavid ci trasportano in un viaggio dai caratteri atavici e un po’ tribali.

Un’accoglienza incerta per André 3000

Non è certamente un album facile da comprendere, André 3000 lo sa bene e non si aspetta di certo un’acclamazione unanime. I critici si sono infatti divisi subito fra chi ci ha visto il coraggio di un artista in fuga dalla fama e alla ricerca della normalità e fra chi invece la solita solfa new age neanche molto ambiziosa. L’intenzione dell’artista non è comunque quella di lanciare un messaggio ben preciso, è più quella di sospenderci fra le note del suo flauto alla ricerca di una nostra interpretazione emotiva, senza concentrarci troppo sulla qualità tecnica del lavoro in sé.

E a chi lamenta il suo mancato ritorno nel mondo dell’hip-hop l’artista ha affermato in un’intervista a GQ (intento a fare il bucato in una lavanderia a gettoni):

Come posso aspettarmi che tu sia
eccitato riguardo a un mio lavoro
se io stesso non lo sono?

 

Francesco D’Anna

Madame: “L’Amore” tra sottomissione e dominanza

"L'Amore"
Questo concept album è di difficile immediata comprensione. Alcuni brani non perdono la  tipica schiettezza di Madame, forse un po’ too much. Ma le storie e le melodie sono interessanti, l’ascolto è doveroso. Voto UVM: 4/5

 

Saffo, dea dell’amore nell’antica Grecia, definiva l’amore come un sentimento dolceamaro. Una bufera che scende dalle montagne, una sottile ansia che divora l’anima lieve, una gioia sublime o un malinconico tormento. Ma questo sarà lo stesso amore che vuole narrarci Francesca Calearo, in arte Madame, attraverso la sua nuova opera musicale?

Dopo due anni dall’ultimo album, la giovane cantante vicentina torna con un concept album, dal titolo: L’Amore. Il disco è composto da 14 brani (più una bonus track “Tekno Pokè“) e non presenta dei featuring. Pubblicato lo scorso 31 marzo dalla casa discografica Sugar, prodotto grazie alla collaborazione di: Antonio Filipelli, Bias, Chris Nolan, Dardust, Dario Pruneddu, Gianmarco Manilardi, Iacopo Sinigaglia, Luca Faraone, Nazzaro e Shablo. La ventunenne sembrerebbe aver fatto già tanta strada, sia nell’ambito musicale che nella sfera personale. Ma questo viaggio, così intenso, starà prendendo le giuste destinazioni? Chissà, vediamolo insieme!

L’Amore di cui ci parla Madame, l’abbiamo già sentito?

L’amore è il tema per eccellenza, l’argomento degli argomenti. Narrato dai grandi lirici, poeti, letterati e cantanti, tra passato e presente. Ma Madame attraverso questo disco vuole porsi su un’altra prospettiva. Come ha dichiarato in un’intervista per Radio 105: 

Tutti parlano d’amore in varie forme, però è come se nessuno avesse mai intitolato un progetto proprio con: l’amore. Molto spesso questa è una parola inflazionata, che rischia di cadere nel banale. Io volevo darle quasi un colore diverso, anche se poi ho scelto il rosso. Volevo privarla di tutto ciò che le era stato affibbiato a livello di solito significato, per riempire questa parola con sensazioni diverse. Ho scelto il rosso per la copertina senza firme, titolo e nulla, perché l’amore è di tutti!

Immersi in una multivisione, porta se stessa e l’esperienza di più donne: la prostituta, la ninfomane, la potente, la sottomessa, l’amica e la bambina che impara dal suo maestro. Tutte queste donne vivono l’amore come: intimità, sesso, intensità, dolore, privazione, dipendenza, gioia e tanto altro. L’amore finora cantato, nella maggior parte dei casi, presenta una prospettiva maschile. Così Madame si è posta in un’ottica diversa, un po’ forse come fece ai suoi tempi la poetessa Saffo.

Molto spesso la sessualità femminile e il modo in cui le donne vivono l’amore è abbastanza taciuto o espresso male. Volevo dare un punto di vista più femminile, ma che poi in realtà reputo universale!

Una concept tracklist che mette da parte il flow e spinge sulle melodie

Madame qui non si presenta come con il precedente album tra flow e urban style, ma ci coinvolge in viaggio emotivo differente. Come se fosse una narratrice, ci sbatte in faccia crude verità sull’amore a tratti genuino, a tratti tossico, tra sottomissione e dominanza.

L’accurata tracklist parte con un pezzo dal sound un po’ tribale, dal titolo Come voglio l’amore. In questo brano fa un’elenco di vari tipi di uomini, anche loro per l’artista sofferenti e solitari. Poi Il bene nel male, singolo sanremese che ha preceduto l’album, in cui racconta la storia di una prostituta. Quest’ultima si innamora di un cliente, cercando di trarne da questo rapporto il ‘bene da qual male’. Purtroppo, a volte, l’amore è anche violenza domestica, difficile da sopportare e al tempo stesso d’ammettere.

Tra le mura di casa s’impara l’amore o s’impara una lezione!

Questa è quanto racconta Madame nel brano Quanto forte ti pensavo. Le soul vibes trasmesse dalla base, in pieno stile Piper Club anni ’60, inizialmente fanno un po’ perdere di vista il significato intrinseco. Lascio a voi l’ascolto qui giù!

Mentre Nimpha – La storia di una ninfomane è un racconto sulla sessualità (qui un richiamo all’antichità greca), una ricerca d’equilibrio tra passione e felicità. Invece, un manuale di pregiudizi quello riportato in Donna vedi. Qui Madame ritorna un po’ musicalmente al flow e l’urban, come anche in Pensavo a.

Arriva anche una dedica ad una donna per lei di fondamentale importanza, l’amica Matilde ‘sua primavera’, in Milagro. Brano che presenta una melodia di violini ipnotica ed emozionante. Sound che ritroviamo anche in Per il tuo bene.

Per quanto l’amore possa o non possa esistere, è la più bella delle bugie, il più studiato degli inganni, il più persuasivo dei discorsi.

Possiamo trovare anche alcuni interessanti sample. Come nel brano L’onda-la morte del marinaio, che sembrerebbe riprendere inizialmente il ritmo di Che il Mediterraneo sia, di Eugenio Bennato. O in La festa delle crude verità, con il brano di Angelo Branduardi, Alla fiera dell’Est.

Direi però basta con questi spoiler e lascierei a voi l’ascolto!

Ma quindi questo cambio, in parte, di registro ci piace?

E’ un disco difficile, un disco che ha bisogno di tempo per essere compreso a pieno. Sorprende, di certo, come una ragazza così giovane, possa far trapelare così tanta esperienza. Si sentono le fonti ispiratrici, che vanno da De Andrè a Battiato, insieme ad altri grandi autori del cantautorato italiano. Come afferma nella storyline del brano Avatar- L’amore non esiste:

Ho fatto un’esperienza che mi ha fatto uscire dal mio corpo. Mi ha fatto immergere nelle mie emozioni. Riflettere sull’esistenza e sull’amore. Forse tutto quello che conta non è ciò che esiste, ma ciò che si sente!

Proprio vero cara Madame! Molti brani colpiscono per la loro intensità emotiva e riflessiva. Ci chiediamo solo un po’ tutti il perché di quella bonus track! Del resto è un progetto degno di essere ascoltato, conduce ad un viaggio tra mistero e realtà.

I miei giochi di parole, il modo di pervertire le parole e le situazioni, sono per me una sfida con l’ascoltatore. Voglio mettermi li sul ring e sentire cosa arriva all’altra persona!

Madame si è messa su questo ring, quindi adesso tocca a te ascoltare e farle/farci sapere cosa ne pensi!

 

Marta Ferrato

Fabri Fibra è pronto a mettere ordine al “Caos” che lo circonda

L’album racchiude tutti gli elementi che caratterizzano la figura complessa del rapper: tecnica brillante, ironia, verità pura e semplice, linguaggio diretto – Voto UVM: 4/5

 

Dopo una lunga pausa è tornato l’artista che ha permesso al rap di sfondare in Italia. Sono infatti passati ben cinque anni dalla pubblicazione di Fenomeno, e Fabri Fibra sceglie di celebrare i suoi vent’anni di carriera con un nuovo full album: Caos.

Il disco è stato reso disponibile su tutte le piattaforme streaming musicali dal 18 marzo. Si sa che Fabrizio Tarducci, vero nome del rapper, non prova grande stima o simpatia nei confronti dei media tradizionali e in particolare della categoria giornalisti. Proprio per questo sceglie di raccontare e spiegare lui stesso l’album, attraverso una playlist apposita su Spotify con 17 file audio, uno per ogni traccia.

Sulla copertina di Caos, Fabri Fibra passeggia sulle spiagge di Grado. Fonte: Soundsblog

“Quanto successo devo fare per sentirmi amato?”

Questo è forse uno dei punti chiave dell’intero album. Il caos di cui Fibra parla non è solo quello che caratterizza la sua vita personale o il suo percorso artistico. È un caos generale, del mondo intero, presente ovunque: nella musica, nella politica e nei sentimenti.

L’album contiene 17 tracce e moltissime collaborazioni. Spiccano quelle con Marracash, Guè Salmo. Menzioni speciali meritano il brano Liberi con Francesca Michielin e la title track con Lazza e Madame. Ovviamente non poteva mancare il feat con Neffa, grande amico di Fibra, che compare in Sulla giostra.

La traccia che pubblicizza l’ultimo lavoro del rapper di Senigallia è Propaganda, in collaborazione con Colapesce e Dimartino. Il brano invita a riflettere sul comportamento di alcuni politici e sul loro modo di disilludere gli elettori. Caos si apre con un Intro, sul campionamento di “Il cielo in una stanza” di Gino Paoli, in cui Fibra ripercorre tutti i suoi vent’anni di carriera, e si chiude con un Outro, che racchiude i ringraziamenti sinceri dell’artista a tutti coloro che hanno lavorato con lui alla realizzazione dell’album.

L’energia dirompente di Fibra

I temi che Fibra affronta in questo nuovo lavoro sono tanti. Prima di tutto è palese la critica ad altri non ben definiti rapper (anche se possiamo facilmente immaginare a chi si riferisce), colpevoli di non essere autentici e di cercare solo fama e soldi. Ma la cosa che veramente disturba Fibra è il consumismo che caratterizza i nostri giorni e che sembra divorarci senza freni. Ne sono vittime anche i rapporti sentimentali che non possiamo più permetterci di vivere a pieno.

Con il successo arrivano anche coloro che vogliono approfittarsene ma Fibra non permette a nessuno di farlo. Anche le amicizie più vecchie e stabili risentono del successo ma, anche in questo caso, tutto è sotto controllo. A volte capita però che, nonostante l’armatura che il rapper si è costruito addosso, arrivino i momenti di sconforto. Questi non devono essere un blocco ma si devono accettare per quello che sono, senza vergognarsene.

Sono presenti anche brani di denuncia verso l’uso di sostanze stupefacenti. Il rapper analizza, in modo critico, gli effetti negativi che la marijuana produce e sottolinea che non c’è nulla di magico o speciale nel consumarla. Divora le tue emozioni e poi ti lascia vuoto, con l’illusione che ti riempia di energia e di vitalità.

Fabri Fibra in concerto. Fonte: Radio 105

In realtà Caos è un album così complesso e ricco di particolari che è impossibile racchiuderlo in una critica logica e sistematica. Già dal primo ascolto ti cattura e ti lascia senza fiato. Il rapper, in un file audio su Spotify, dice che ormai nessuno ascolta un disco dall’inizio alla fine, ed è vero. Io però vi consiglio di farlo e di ascoltarlo come se aveste davanti un film o, meglio ancora, una serie tv: il risultato finale è spettacolare.

Sarah Tandurella

Gemello ci fa riscoprire la bellezza della quiete


Il nuovo progetto musicale di Gemello si presenta come un capolavoro del rap che riesce a raggiungere un grande pubblico  – Voto UVM: 4/5

 

Siamo sempre stati abituati a vivere di corsa, quasi come se fosse una sfida contro il tempo. Come se dovessimo esaurire tutte le cose da fare nell’arco di 24h. Poi il lockdown ha cambiato tutto. Ci ha insegnato a correre un po’ meno per sentire di più. Sentire l’odore del caffè la mattina, il sorriso della vicina mentre stende il bucato, cercare tutti gli svaghi solo dentro casa e – per i più fortunati – in terrazza. Ci ha insegnato a riscoprire la bellezza di un abbraccio, di una carezza o semplicemente di una stretta di mano. Ma ci ha aiutati anche ad amare l’amore e ad apprezzare la quiete.

A tre anni di distanza dall’ultimo album, Gemello ci regala un nuovo disco intitolato proprio La Quiete, lanciato su Spotify il 21 gennaio. Il sentimento dominante è quello dell’amore, in un album completamente rap che lascia spazio però ad un progetto musicale in continua crescita.

“Con questo album ho deciso di sperimentare un po’ di più e mettermi in gioco davvero per la prima volta con più ritornelli cantati, basi diverse e strofe meno serrate.  Abbiamo registrato il disco in una casa a picco sul mare al Circeo davanti al faro.” (Gemello in un’intervista a Cromosomi)

Nonostante le diverse produzioni musicali e le classifiche scalate su Spotify, Andrea D’Ambrogio in arte Gemello non risulta ancora molto conosciuto. Classe 1984 e artista a tutto tondo, impegnato nella musica ma anche nell’arte in quanto pittore, si laurea presso l’Accademia di Belle Arti di Roma e nel 2000 inizia ad esplorare il mondo del rap.

La bellissima cover realizzata interamente da Gemello per l’EP “Indiana” (2017). Fonte: Spotify

 

Il suo profilo è molto interessante perché non sceglie una delle due vie dell’arte, ma si dedica ad entrambe fondendole e portando avanti i suoi progetti con grande determinazione. Presenta nel corso dei vari anni degli album (l’ultimo è UNtitled del 2019), ma anche dei dipinti in varie aziende e costruisce con grandi sacrifici la propria carriera.

Una pioggia di parole

Per le sue diverse collaborazioni musicali, Gemello ha realizzato diversi feat con artisti differenti fra di loro, tra cui Gazzelle, Carl Brave, Gemitaiz e tanti altri.

Un Pezzo di Universo, primo brano del nuovo album, vede la collaborazione di Coez e di Gemitaiz. Il testo mostra un punto di snodo tra due mood: quello malinconico e quello nostalgico, è uno specchio in cui le emozioni si riflettono ed emerge e un amore malinconico, quasi velenoso.

“Sei un salto dal sesto piano”

O ancora

“Pensieri killer che nascono”

Sono tutte frasi che rappresentano un chiaro esempio di sentimenti indomabili e relazioni tossiche, capaci di suscitare forti emozioni anche dopo averle interrotte. Forse il titolo dell’album lascia spazio ad una considerazione sempre più profonda del senso del silenzio e del desiderio di pace interiore. Un singolo totalmente malinconico ma ben armonizzato, in cui pensieri ossessivi si riversano in una pioggia di parole.

“La Quiete”: cover. Fonte: Spotify

Una ramificazione interiore

“Di strillare? Di scordare? Di lasciarti andare via?
Dentro le fiamme del sole, dentro le nuvole, tra le persone
Ma queste strade parlano di noi
Quasi le sento mormorare a bassa voce, ehi”

Questo è un piccolo estratto di Flashback. Più che un testo di una canzone, questa volta sembra che Gemello stia scrivendo una lettera. Questi inconfondibili e mai banali flussi di parole sembrano delle vere e proprie cascate che si distaccano da ogni concezione comune. Le diramazioni interiori sono tante ma anche molto diverse fra loro.

Come se niente fosse è invece un feat con Altarboy. È un brano che segue le orme di Flashback e per l’ennesima volta fa da sfondo la pioggia.

“Tutte le volte che guardo, che penso, che sogno
Cristo, incredibile
Perché questo giorno non finisce mai?
Perché la pioggia fa rumore quanto te ne vai.”

La dipendenza affettiva per quanto tossica invade tutti i testi, lasciando spazio ad un inganno vissuto molto più male del previsto.

Gemello indossa una t-shirt con un suo dipinto . Fonte: Diregiovani.it

E adesso?

Gemello, in un’intervista a Cromosomi dice

“Sono un osservatore, ho bisogno d’immagazzinare vita, emozioni ed immagini per riversarle poi nei dischi”

L’autenticità è uno dei suoi pezzi forti. La Quiete, in tutte le sue sfaccettature, mostra un artista cambiato, più maturo e sempre in evoluzione. Nonostante la sua “faccia da duro”, Gemello nasconde un animo buono, pieno di dolcezza e di ferite nascoste.

“Mi piaceva l’idea di questo finale un po’ lungo, riflessivo. Oltre a quello sento pure che è un periodo di vita dove ho messo un punto, e quindi dovrò ancora tornare in giro ad assorbire emozioni, guardare piogge o gatti che si nascondono.”

È così che l’artista parla del brano che chiude questo nuovo album. E adesso? è un testo che lascia spazio a molte interpretazioni con un finale che ci immerge in un mood quasi visionario.

“Giro di notte dentro a una nuvola di sigaretta
Ho perso tempo, ci siamo stretti, sì, ma tu andavi di fretta”

Come in una scena da film drammatico, sembra che gli addii abbiano sempre un sapore amaro per tutti. Se è vero che ognuno di noi fa i conti con la solitudine, è anche vero che è essa stessa a fortificarci e darci la possibilità di apprezzare e ponderare il prossimo passo. Un cambio di rotta non è mai un errore perché spesso ci apre panorami più profondi.

A parte qualche traccia decisamente poco riuscita ( è il caso di Rebecca è un fulmine), il nuovo album di Gemello ci permette di fare un viaggio introspettivo nell’animo e nella mente di un artista sempre in cambiamento. E noi, come lui e tanti altri artisti, speriamo di ritornare presto nelle piazze o negli stadi a cantare e scoprire tutte le storie che hanno da raccontarci, attraverso brani musicali sempre unici e alternativi.

Bob Marley diceva «La musica può rendere gli uomini liberi». Che sia un incoraggiamento oltre che un buon auspicio per tutti quanti.

Annina Monteleone

Achille Lauro: Io sono la mia arte

In Lauro ,”ultimo” disco di Achille, si sente la mancanza di Boss Doms, ma non viene meno lo stile provocatorio – Voto UVM: 4/5

C’era una volta in Italia un ragazzo eccentrico; i suoi modi e la sua arte provocavano la repulsione di alcuni, ma la maggior parte provava ammirazione verso questo artista dallo stile mai banale. Le sue performance creavano scalpore e indignazione: c’era chi si sentiva offeso e chi muoveva meri insulti verso un cantante che esprimeva la sua arte in modo stravagante, cosa piuttosto insolita in Italia. Ma non eravamo forse nell’era del politically correct?  In un mondo in cui nessuno può essere attaccato? O questa era soltanto una semplice moda?

Questo ragazzo, dal nome d’arte Achille Lauro, ha dato un nuovo volto non solo alla musica italiana, ma all’Italia stessa. Forse proprio per questo è stato attaccato? O per il suo modo d’essere provocatorio?

 Achille Lauro durante un servizio fotografico. Fonte: rai.it                                        

Achille e il Sanremo del 2021

Quest’anno, alla settantunesima edizione di Sanremo, Achille Lauro è stato il vero protagonista con i suoi eccentrici vestiti e i suoi “quadri” che hanno incantato ma anche indignato. L’artista ha presentato cinque opere tutte diverse l’una dall’altra, accompagnate da un monologo in cui “il pittore” afferma la libertà di essere, non solo la propria, ma quella di tutti noi.

Esistere è essere. Essere è diritto di ognuno, Dio benedica chi è.

Achille Lauro e i suoi cinque quadri a Sanremo 2021. Fonte: imperiapost.it                    

 Non sono mancate le critiche al cantante. Non parliamo di semplici messaggi d’odio che siamo ormai abituati a vedere sotto qualsiasi post, ma vere e proprie proteste e grida di disapprovazione si sono levate dalla Chiesa fino ad arrivare alle forze armate. Lauro è stato addirittura denunciato per “vilipendio alla bandiera”: difatti alla quarta serata sanremese, il cantante ha fatto il suo ingresso dalle famose scale con il tricolore in mano mentre una chitarra elettrica tuonava l’inno di Mameli. 

Vi starete chiedendo «cosa avrà mai fatto Achille?». La risposta è: assolutamente niente! Lauro ha semplicemente posato la bandiera per terra e ha iniziato a esibirsi nella medley Me ne frego/Rolls Royce. Perché così tanta indignazione? Forse qualcuno avrà interpretato male il messaggio: diversi esponenti delle forze armate hanno infatti dichiarato: «E’ irrispettoso, abbiamo giurato fedeltà davanti al tricolore

Ma io mi rivolgo a voi, cari lettori: cosa ne pensate della vicenda? Achille Lauro ha seriamente commesso vilipendio o semplicemente ha svolto il suo lavoro senza mancare di rispetto a nessuno?

Lauro (2021)

 Ieri 16 aprile è uscito il nuovo disco di Achille Lauro, un album per tutti coloro che non si sentono “giusti” e vengono criticati per il loro modo di essere e di fare. Un disco per tutti quindi. Lo stesso Lauro, quando ha annunciato il nuovo album su Instagram, ha lasciato questo messaggio:

Per chi  ha scelto di essere e di goderne. Per chi se ne frega. Per chi ha conosciuto la fine e della fine ha fatto il suo nuovo inizio. Per tutti gli incompresi, come lo siamo noi.

Un mese fa, inoltre, sono comparsi degli indizi sul profilo Instagram ufficiale del cantante. Lauro si è divertito a giocare all’impiccato con i suoi follower: ogni giorno rivelava una lettera fino a quando, l’8 marzo, i fan videro comparire la parola  Lauro, titolo del nuovo album. Sulla copertina del CD infatti è disegnato il famoso gioco, un piacevole ritorno ai banchi di scuola durante le ore “buca”.

 
Copertina ufficiale del CD audio. Fonte: instagram.com

Già dalle prime note si sente la mancanza del collega e amico Boss Doms, ma nonostante tutto l’album ha entusiasmato i fan, entrando in classifica a poche ore dalla mezzanotte. Traccia dopo traccia l’album non delude nessuno: rock, pop, blues, jazz e anche un po’ di elettronica accompagnano l’ascoltatore mentre il nostro giullare con le sue parole ci racconta il mondo degli incompresi e il suo passato. Ovviamente non manca la provocazione, il marchio di fabbrica del nostro cantante romano, marchio che lo ha fatto amare e odiare.

Le mie canzoni nascono in maniera spontanea. Sono stati d’animo. Fotografie.

L’album contiene 13 tracce, Solo noiMarilù sono state lanciate come singoli qualche mese fa.

Marilù ha riscosso subito successo; oltre ad essere una canzone, è anche un manifesto femminista. Il testo racconta la storia di tutti noi narrata dagli occhi di una ragazza chiamata Marilù che sta cercando di vivere la propria vita senza farsi intrappolare da un mondo troppo rigido e da vili luoghi comuni. Marilù, quando esce dal nido familiare, lontana dagli occhi del padre, si tira la gonna «un po’ più su», un piccolo atto di ribellione con cui esprime tutta la sua libertà, il suo modo di essere e non quello imposto da qualcuno o qualcosa.

Ma sei così
Sì, così libera
Sogno l’America
Si ma tu sei così
Così lunatica
Che vuoi chi non merita
Non merita
Ma sei così
Un’attrice comica
La bomba atomica
Si ma tu sei così
In fiamme sei Notre Dame

Achille Lauro ha comunicato che questo – forse – sarà il suo ultimo album: speriamo sia solo uno scherzo dal cantante dai mille volti che con questo nuovo disco ci ha lasciato la storia e le cicatrici che lo hanno portato ad essere “Achille Lauro”.

Dopo questo album voglio vivere da Signor Nessuno

                                                                                                                                                          Alessia Orsa