Il nuovo Zelda a due settimane dall’uscita

Uscito nel 2017, The Legend of Zelda: Breath of the Wild è stato un videogioco epocale la cui influenza si è sentita immediatamente in tutta l’industria del videogioco. Se volete sapere più nel dettaglio cosa pensiamo noi di questo titolo, lo abbiamo premiato in un nostro precedente articolo per la sua capacità di fondere semplicità e complessità.

Dopo il suo arrivo arriviamo all’estate 2019: Nintendo annuncia che il sequel di quel gioco era in lavorazione. Nessun nome, nessun info, nessuna data. Solo un trailer criptico e dai toni fortemente horror, con poche immagini incollate da un montaggio frenetico che confonde ancora di più.
Nel 2021 viene rilasciato un altro piccolissimo trailer, ancora una volta enigmatico. Abbiamo dovuto attendere Settembre 2022 per avere anche solo un titolo per questo gioco: The Legend of Zelda: Tears of the Kingdom.

 

Zelda: un mistero ancora lungo da risolvere

Nonostante Nintendo avesse a questo punto dato più informazioni di prima queste erano ancora scarse.  Ciò nonostante quello che mostravano puntava chiaramente ad una direzione per questo seguito: prendere quello che era già stato fatto ed ampliarlo, dando più possibilità di interazione al giocatore. E accanto a questo creare anche qualcosa di diverso: una trama, dei personaggi più presenti e densi ed un ampliamento verticale della mappa di gioco, con l’aggiunta di isole da esplorare tra le nuvole.

La pubblicità era mirata a rivelare lo stretto indispensabile per mantenere l’esperienza dei videogiocatori il più preservata possibile. Ma qualcuno tra il pubblico ha cominciato a chiedersi se questo non fosse solo l’espansione del gioco del 2017.
Nintendo non è solita dare troppa importanza alle opinioni del pubblico, ma in questo caso non ha voluto che le opinioni di troppi andassero in una direzione sbagliata.
Il successivo trailer mostrava ancora più meccaniche prima nascoste, e dopo questo è uscita una lunga presentazione del gioco “controller alla mano“.

E dopo ancora, veniamo finalmente al motivo che ci ha spinto a scrivere questo articolo: gli inviti alla stampa e agli influencer di tutto il mondo per provare una demo lunga un’ora del gioco. La quantità di informazioni è adesso abbastanza per comprendere che quello di cui stiamo parlando è un progetto mastodontico

Zelda

La grande anteprima, tra divertimento…

La prova data alla stampa e agli influencer si è svolta a porte chiuse, se non serrate. Guidati direttamente dal personale di Nintendo hanno potuto (prima ancora di provare con le loro mani il titolo) vedere una prova in diretta vissuta però in terza persona: il giocatore in questo caso ha mosso gli stessi passi che il produttore Aonuma aveva compiuto nella sua precedente dimostrazione, andando ad usare diversi strumenti.

Link può adesso costruire veicoli e strumenti di vario tipo utilizzando le sue nuove abilità, Ultra mano e Fusione, con le quali può sia legare tra loro vari elementi dell’ambiente circostante, per costruire mezzi di movimento, sia attaccare al proprio equipaggiamento piante, funghi, carne, parti di mostro e tutto il resto che possa venire in mente dato che non sono stati ancora mostrati i limiti di tali abilità.
Altrw novità ancora sono l’abilità che permette al giocatore di attraversare i soffitti come fossero acqua e  l’abilità “Recall” che consente di invertire il tempo relativamente ad un singolo oggetto, quasi senza limitazioni su quando e su cosa sia possibile farlo. Almeno da quello che ci è dato ora di sapere.

Zelda

… E meraviglia

Queste abilità erano già state mostrate nella lunga dimostrazione precedente, ma a porte chiuse quella stessa sezione di gioco ha avuto sostanziali differenze nel modo in cui sono stati affrontati gli ostacoli di gioco, prendendo approcci radicalmente opposti per giungere alla stessa situazione. In questo vi era la chiara intenzione di mostrare la libertà d’azione che ci verrà consegnata tra le mani.

La prova è poi continuata dando la possibilità agli ospiti di provare il titolo per un’ora, con chiare limitazioni nell’esplorazione per evitare spoiler di trama. Le informazioni che abbiamo potuto raccogliere vanno tutte in un’unica direzione, che è quella del rimanere continuamente sbalorditi per la propria libertà: il fuoco riscalda l’aria, l’aria va verso l’alto e se si lega un pallone ad un asse si può creare una rudimentale mongolfiera per arrivare in cielo. Un nemico ci manda contro una gigantesca palla ferrata, e noi riavvolgiamo il tempo rimandandogliela contro; raccogliamo un fiore e questo può diventare una fonte di luce da utilizzare in caverne completamente buie, dandoci la possibilità di modificare l’esplorazione a nostro piacimento.

Se a tutto questo aggiungiamo il fatto che nulla del precedente capitolo è stato eliminato, ma solo modificato nell’utilizzo, le variabili dell’equazione aumentano a dismisura.

Quindi cosa possiamo aspettarci

Nonostante questo, Tears of the Kingdom rimane ancora per gran parte avvolto nel mistero. Le anticipazioni continuano ad essere criptiche e gli addetti al settore hanno firmato per non divulgare molte informazioni che hanno comunque raccolto.

Come mai il protagonista Link e la principessa Zelda hanno addosso in alcuni momenti abiti primitivi e in altri quelli moderni a cui siamo abituati. Cosa succede davvero durante la prima scena mostrata nel 2019 in cui Zelda cade in un baratro senza fondo e che viene continuamente rimostrata. Come ha fatto Ganondorf a tornare in forze dopo che lo abbiamo visto solo come mummia fino ad un mese fa. Qual è il ruolo della razza degli Zonai che sembrano guidare Link e Zelda, e da dove sono saltati fuori essendo questo lo stesso mondo che abbiamo già esplorato nel 2017?

Il ritorno del re del male e di un eroe con una spada leggendaria

Tears of the Kingdom è probabilmente non solo il nuovo grande passo della serie di Zelda (che dopo 30 anni continua ancora a sorprendere), ma uno scalino successivo per l’intero medium del videogioco, come lo è stato il suo predecessore.

Quello che possiamo fare adesso è solo aspettare che ci venga dato tra le mani. Aspettatevi a presto un nostro parere che vada più a fondo, ma intanto…

Salviamo la principessa Zelda ed il regno di Hyrule!

Matteo Mangano

Super Mario Bros: tanto divertimento ma…

 

Super Mario Bros, è il primo film in grande scala con protagonista la mascotte Nintendo. Il film realizzato dallo studio di animazione Illumination, noto per altri lavori come Cattivissimo me e i film sui Minions.

Si è trattata di una scelta oculata per questa pellicola da parte di Nintendo che, vogliosa di dare una forte identità scenografica sul grande schermo ai suoi personaggi ha scelto autori che erano già capaci. Ed il film riesce in questo intento in maniera egregia, incantando lo spettatore con le sue immagini e soprattutto con le sue musiche.

Questi sono però gli unici veri pregi del film e si sente moltissimo l’influenza delle opere videoludiche: manca una trama consistente a sorreggere la pellicola ma come vedremo più avanti si è trattato di una probabile scelta considerata da parte di Nintendo stessa, che alla fine potrebbe aver giovato o meno.

Frame dal trailer di Super Mario Bros.

Da Brooklyn al regno dei funghi

Il film inizia con Mario e Luigi intenti a costruirsi una carriera da idraulici nella metropoli di New York, vessati da conoscenti e famiglia per i loro poveri risultati.

Questi nostri eroi ci vengono quindi presentati come più “inetti” rispetto a come siamo abituati a vederli, questo per garantire una maggiore immedesimazione, con aggiunto anche il fatto che i due fratelli non conoscono il mondo di Peach, Bowser e compagnia al seguito.

Frame dal trailer di Super Mario Bros.

Tutto ci viene quindi presentato nel suo funzionamento: le creature del mondo di Mario prendono vita in habitat rigogliosi o infernali, e in varie scene vediamo come vaghino per le loro strade usando quei famosi tubi verdi o camminando su mattoni fluttuanti.

Ogni cosa è coloratissima e il mondo è sempre pieno di dettagli da scoprire per lo spettatore.

Anche i personaggi risultano ben fatti, con un ottima caratterizzazione sia caratteriale che visiva. Mario e amici sono icone famosissime e cambiarne i connotati non avrebbe avuto senso, di conseguenza sono tuti rimasti quasi identici, ma con importanti differenze: il nuovo viso paffuto di Mario lo aiuta ad essere più patetico, mentre i dettagli più “appuntiti” e meno aggraziati di Peach la aiutano ad essere la vera figura trainante di questo film con la sua forte carica energetica.

Per non parlare di Bowser, che in maniera incredibile pur avendo tutto del re dei Koopa, rimane identico al suo doppiatore Jack Black.

Frame dal trailer di Super Mario Bros.

L’altro pregio fondamentale è poi la musica, che a partire dal ri-arrangiamento del classico tema di Mario in 8-bit riesce a riproporre le musiche dei giochi in maniera eccellente. È questo, forse, l’elemento che più di ogni altro trasporta nel Regno dei funghi.

Ancora troppo videogioco

Fin qui abbiamo parlato di ciò che il film fa bene. Un comparto grafico eccellente, una regia efficacie e un sonoro che colpisce le giuste note. Quello che manca è una trama veramente solida.

Capiamoci, siamo consapevoli che si tratti di un film poco complesso narrativamente e non ci saremmo aspettati altro, ma nel corso degli anni si è visto nell’industria come si possa anche creare qualcosa di più complesso, anche per i più piccoli.

I personaggi si muovono con pochissimi pretesti e le loro azioni hanno moventi insignificanti. Sembra quasi una trama pensata per un videogioco più che per un film da sala. Ciò ha impatto soprattutto su alcuni personaggi, uno su tutti Luigi, una vera occasione sprecata qui, costretto a fare la parte della damigella in pericolo.

Frame dal trailer di Super Mario Bros.

Non vogliamo cercare di andare oltre la lettura di questo film, ma vogliamo qui comunque criticare questa decisione.

Che sia stata una scelta di Nintendo a monte, da sempre intenzionata a mantenere i contesti in cui si muovono i suoi personaggi semplicissimi, o che sia stata Illumination a voler dare più risalto all’azione e al ritmo, poco importa. Ci saremmo potuti aspettare di più.

Frame dal trailer di Super Mario Bros

Un film mediocre ma ben fatto

Per tirare le somme su questo film possiamo dirci soddisfatti dell’esperienza che abbiamo avuto: abbiamo, da fan, avuto una ottima trasposizione strapiena di citazioni e divertimento; i più piccoli invece potrebbero aver avuto il loro film dell’infanzia, quello che noi fan di vecchia data avremmo potuto distruggere in videocassetta.

Oggi giorno però una seconda visione col filtro di un adulto potrebbe risultare noiosa per la mancanza, ahimè, della meraviglia infantile.

Alla fine questo film vuole essere apprezzato da chi è ancora un bambino o da chi, magari, ogni tanto lo vuole tornare ad essere.

 

Matteo Mangano