Nuovo DPCM: ecco tutte le nuove disposizioni UniMe

A seguito dell’aggravarsi della situazione epidemiologica locale e nazionale in merito alla pandemia da SARS-CoV-2, considerato il dpcm in vigore da domani 06/11/2020 che classifica la Sicilia come regione arancione, con decreto rettorale si dispone quanto segue:

Lezioni

  • Le attività formative e curriculari si svolgeranno a distanza.
  • Le lezioni per le matricole proseguiranno in modalità blended. Se gli studenti saranno in numero inferiore a 10, il corso verrà erogato esclusivamente da remoto.
  • Le attività didattiche presso le sedi decentrate si svolgeranno in modalità a distanza.

Laboratori

  • Le attività relative si svolgeranno esclusivamente in modalità telematica.

Biblioteche

  • Le sedi bibliotecarie e le aule studio saranno esclusivamente fruibili per il servizio di prestito libri e non come locali studio.

Esami

  • Gli esami di profitto si svolgeranno in modalità telematica.

Lauree

  • Le sedute di laurea, gli esami di diploma di specializzazione e gli esami di dottorato di ricerca si svolgeranno in modalità a distanza.

Tirocini

  • I tirocini si svolgeranno in modalità a distanza.
  • Per i TFA sostegno e per i tirocini del corso di laurea di Scienze della Formazione Primaria verrà fatta richiesta ai Dirigenti scolastici di prevedere l’ingresso nelle aule virtuali dei tirocinanti iscritti ai corsi di riferimento.

Attività di ricerca

  • Le attività di ricerca di dottorandi, tesisti e specializzandi di area non medica, non coinvolti in attività sanitarie a diverso titolo, purché non provenienti da zone rosse, potranno svolgersi in presenza.
  • Tutte le attività degli specializzandi di area medica continueranno a svolgersi in presenza.

Mobilità internazionale

  • Gli spostamenti relativi al programma Erasmus e a tutti i programmi di mobilità internazionale sono sospesi per docenti, studenti e personale TA degli Atenei siciliani, eccetto i casi di percorsi già avviati.
  • Le Università siciliane rimangono disponibili, in presenza di richieste pervenute da Atenei stranieri, nel rispetto delle direttive dell’agenzia Erasmus, di accogliere studenti che possano frequentare in modalità da remoto.
  • Sospesi anche i tirocini curriculari e post curriculari fuori Regione e all’estero.

Sedute e Convegni

  • Le riunioni degli organi collegiali di ogni ordine e grado si svolgeranno in modalità a distanza tramite piattaforma Teams.
  • Le attività convegnistiche e congressuali, i seminari e i workshop si svolgeranno esclusivamente in modalità telematica.

Claudia Di Mento

CRUS: ecco le nuove disposizioni

Nel corso della riunione del CRUS (Comitato Regionale Universitario della Sicilia) svoltasi ieri, 29 ottobre, e convocata dal Presidente Giovanni Puglisi, Rettore dell’Università Kore di Enna, sono stati disposte alcune modifiche riguardanti il prosieguo dell’anno accademico, tenendo conto anche delle richieste arrivate dagli studenti e dai docenti.

Ecco tutte le disposizioni dell’Ateneo perloritano in merito alle attività didattiche del primo semestre 2020/21.

Lezioni

  • Le lezioni continueranno a svolgersi in modalità mista.
  • Nel caso in cui il numero di studenti che richiedono la frequenza della lezione in presenza dovesse essere inferiore a 10, la stessa verrà tenuta esclusivamente da remoto.
  • Le lezioni presso le sedi decentrate (Noto e Priolo) si svolgeranno in modalità telematica.
  • I docenti residenti fuori città potranno essere autorizzati a tenere le lezioni in modalità a distanza.

Lauree

  • Le lauree si svolgeranno in modalità blended.
  • Per le lauree in presenza confermata la possibilità di avere un numero massimo di 5 accompagnatori per ciascun candidato.

Esami

  • Gli esami si svolgeranno in modalità telematica, eccetto per i corsi che prevedono una prova scritta per l’espletamento della quale i docenti responsabili richiedano la presenza in aula.
  • Casi particolari saranno valutati e decisi dai Rettori previa consultazione degli Organi collegiali.

Tirocini

  • I tirocini si svolgeranno in modalità a distanza.
  • Per i TFA sostegno e per i tirocini del corso di laurea di Scienze della Formazione Primaria verrà fatta richiesta ai Dirigenti scolastici di prevedere l’ingresso nelle aule virtuali dei tirocinanti iscritti ai corsi di riferimento.

Attività di ricerca

  • Le attività di ricerca di dottorandi e tesisti potranno svolgersi in presenza.
  • Le attività degli specializzandi continueranno a svolgersi in presenza.

Mobilità internazionale

  • Gli spostamenti relativi al programma Erasmus e a tutti i programmi di mobilità internazionale sono sospesi per docenti, studenti e personale TA degli Atenei siciliani, eccetto i casi di percorsi già avviati.
  • Le Università siciliane rimangono disponibili, in presenza di richieste pervenute da Atenei stranieri, nel rispetto delle direttive dell’agenzia Erasmus, di accogliere studenti che possano frequentare in modalità da remoto.
  • Sospesi anche i tirocini curriculari e post curriculari fuori Regione e all’estero.

Giovanni Alizzi

Coronavirus, il Ministro Speranza valuta il TSO per i trasgressori dell’isolamento

Dopo la rabbia manifestata da diversi governatori delle regioni italiane, che a gran voce e con forza polemica e fattiva, hanno chiesto misure più dure e restrittive per impedire che si ripetano casi di rifiuto arbitrario dell’isolamento, anche il Ministro della Salute, Roberto Speranza, sta vagliando l’eventualità del ricovero coatto per tutti coloro che si rifiutano di sottoporsi alla quarantena obbligatoria in caso di contagio.

Dunque, per i trasgressori che mettono a serio rischio l’incolumità di tutti, tolleranza zero.

Il risultato che si deduce dalla lettura degli ultimi dati a disposizione del Ministero della Salute è che il virus circola ancora, finché sarà così non potremo considerare superato il dramma del contagio.

A tal proposito il ministro Speranza ha manifestato grande accortezza: “Lavoriamo ogni giorno perché non si torni mai più al livello di sofferenza di marzo, per questo, su ogni atto, seguo il principio della massima prudenza”.

Nonostante il tema della prudenza evocato dal ministro responsabile della tutela della pubblica, perdura il dubbio circa l’efficacia delle pene per chi trasgredisce alle disposizioni governative atte a garantire il rispetto delle regole.

Oggi, la legge, per una persona positiva al Covid-19 che non resta in isolamento prevede una sanzione penale da 3 a 18 mesi di carcere, ed una multa fino a 5.000 euro.

Speranza ha citato il caso del focolaio di Vicenza “come un comportamento inaccettabile”, al quale è opportuno rispondere con estrema durezza e velocità.
Negli uffici legislativi del Ministero della Salute si sta discutendo concretamente dell’ipotesi di effettuare trattamenti sanitari obbligatori (TSO) nei casi di persone che pur dovendosi curare non lo fanno.

Alla fine del lockdown si è percepito un rilassamento da parte di tutta la popolazione, atteggiamento che, se diffuso, potrebbe esporre il Paese a nuovi rischi in vista della seconda ondata prevista per l’autunno.

“Ho il terrore di vanificare gli enormi sforzi fatti durante il lockdown”, queste le sintetiche ma eloquenti parole del Ministro Speranza.

In tal senso Speranza si è detto orgoglioso dell’incremento delle risorse (3 miliardi e mezzo) sulla sanità attuato dal decreto Rilancio.

Ad essere premiate dalle queste nuove potenzialità finanziarie saranno la rete territoriale e l’assistenza domiciliare, la velocità d’esecuzione dei test, E per l’aumento dei posti in terapia intensiva.

C’è fiducia negli ambienti del Ministero riguardo il rientro in sicurezza nelle classi a settembre, tema che è stato definito dal Governo come “prioritario”.

“La mia proposta è di ricostruire un rapporto organico tra scuola e sanità”, ha detto con convinzione Speranza, che ha poi precisato “ci saranno test sierologici-molecolari sulla popolazione scolastica, un monitoraggio costante”.

Antonio Mulone

Il comizio di Trump è flop. Sospetto sistema di boicottaggio partito da TikTok

A Tulsa, in Oklahoma, doveva andare in scena il ritorno in pompa-magna del Presidente Trump ai comizi, con 1 milione di persone registrate (secondo il suo staff). Ma se ne sono presentate molto meno, anche per l’ingegnosa trovata di alcuni utenti di TikTok

Tenendo fede al suo stile, il Presidente degli Stati Uniti ce l’aveva messa tutta per fare del suo ritorno in campo un momento di tensione: oltre alle parole incendiarie e provocatorie delle scorse settimane sulle manifestazioni contro il razzismo, c’era stata la scelta della data per il primo comizio dall’inizio della crisi coronavirus, e cioè il 19 giugno, che era parso uno sfregio al movimento Black Lives Matter e agli afroamericani, poichè proprio il “Juneteenth” – ovvero il giorno che commemora la liberazione degli schiavi dopo la Guerra civile – e proprio a Tulsa, nel 1921 una folla di suprematisti bianchi avevano massacrato dozzine di neri nel quartiere di Greenwood.

Troppe le polemiche, alle quali il presidente col ciuffo bizzarro c’ha da sempre abituato, che hanno fatto sì che l’evento venisse spostato al 20, il giorno seguente.

Brad Parscale, il manager della campagna di Donald Trump, aveva annunciato raggiante che per la convention di Tulsa erano arrivate un milione di prenotazioni virtuali, sebbene i contagi fossero in aumento sensibile in tutto lo stato ed ai partecipanti non fosse richiesto né il distanziamento fisico né le mascherine.

Sembrava la serata perfetta per l’inizio della riscossa trumpiana dopo mesi durissimi. E invece Trump non è neanche riuscito a riempire l’arena indoor da 19mila posti: la parte superiore delle tribune era completamente vuota. Un flop, ammesso anche dai repubblicani, che l’ha costretto ad annullare il discorso programmato su un grande palco allestito all’esterno, predisposto per i 40 mila partecipanti che non ce l’avrebbero dovuta fare a entrare.

L’episodio ha del sorprendente se lo si considera alla luce del fatto che l’Oklahoma è uno degli stati americani più conservatori e, dunque, un territorio chiave in vista delle elezioni di novembre.

Fattore scatenante dell’accaduto sarebbero giovanissimi utenti di TikTok –la piattaforma social più in voga al momento tra la generazione 2.0- che avrebbero fatto incetta di prenotazioni gratuite per l’evento, scegliendo poi di non presentarsi sabotando l’attesissimo comizio.

Un’azione boicottatrice, nei confronti di colui che viene appellato proprio sulle piattaforme social come “incitatore all’odio”, coordinata da adolescenti che a colpi di like avrebbe ridotto i 100mila partecipanti attesi al Bank of Oklahoma Center a poco di meno di un quinto, per la gioia dei giornali anti-Trump entusiasti per questo scacco matto al re.

L’unica cosa certa è che molti utenti di TikTok, nei giorni antecedenti al comizio di Tulsa, hanno iniziato a pubblicare video in cui confessavano con toni beffardi di essersi iscritti all’evento, invitando altri follower a fare altrettanto. Post simili su Instagram e Twitter hanno registrato migliaia di like e di condivisioni. All’indomani dello scherzo, mentre questi messaggi sobillatori sono spariti per non lasciare traccia, diverse testate hanno riferito di adolescenti che si sarebbero uniti a quest’azione di trolling.

C’è però un fatto da precisare su quanto successo a Tulsa: i biglietti prenotati dagli utenti, essendo gratuiti e illimitati, non hanno di fatto impedito a nessuno di entrare fisicamente nell’arena, in quanto rappresentano soltanto un sistema di monitoraggio che le campagne usano per tastare i flussi delle folle che potrebbero partecipare all’evento.

Dallo staff di Trump hanno fatto sapere di aver già scremato le prenotazioni da quelle giudicate false, eppure qualcosa è andato storto.

Un presunto ruolo decisivo nella campagna di disturbo l’avrebbero giocato anche gli ascoltatori del pop sudcoreano: una vera forza sui social network coinvolta anch’essa nel blitz virtuale a favore della giustizia sociale contro Trump.

All’inizio del mese, ad esempio, i fan del K-pop avevano fatto proprie le battaglie antirazziste, attraverso meme e slogan.
È vero anche che per ora i dati certi sull’efficacia di questa azione collettiva non esistono, ma di certo un qualche impatto c’è stato.

Uno dei primi video di TikTok che invitava a prenotare i biglietti per il comizio e lasciare Trump “in piedi da solo sul palco” è stato realizzato dalla Alexandria Ocasio-Cortez, deputata dei Democratici:

“Ti sei appena beccato una sberla dagli adolescenti su TikTok”, ha twittato al presidente..

Lo staff del presidente ha scaricato la colpa sui media, rei di aver spaventato i suoi supporter con i rischi di contagio, che peraltro erano reali, ed inoltre sui dimostranti accusati infondatamente di aver impedito l’accesso ai sostenitori politici.

I repubblicani trumpiani comunque respingono categoricamente l’ipotesi di una rivolta a colpi di Tik Tok. Parscale, ha evidenziato che i troll di sinistra “non sanno di cosa stanno parlando o come funzionano i nostri comizi”, perché in realtà ogni partecipante sarebbe stato contattato sul suo numero di cellulare dopo un’accurata cernita di iscrizioni e che il vero deterrente che avrebbe causato la mancata partecipazione di massa, come ha sostenuto Tim Murtaugh – il portavoce della campagna di Trump – sarebbe stato il timore di proteste violente.

La dinamica della vicenda dunque non è ancora chiara, ma l’unico dato certo è che: TikTok 1 – Donald Trump 0.

Antonio Mulone

Accordo vaccino Oxford-Pomezia: 400 milioni di dosi per la popolazione europea entro fine anno

In attesa dei risultati finali della sperimentazione, ormai alle soglie della fase II-III, l’Italia, insieme a Francia, Germania e Olanda, ha firmato un accordo con AstraZeneca che distribuirà il candidato vaccino elaborato dalla collaborazione Oxford-Pomezia.

L’annuncio è arrivato dalla pagina Facebook del ministro della Salute, Roberto Speranza che ha espresso molto entusiasmo per la potenziale cura, che in tempistiche così ridotte sembrava impossibile.

Il contratto con AstraZeneca, multinazionale svedese del settore farmacologico, prevede l’approvvigionamento di circa 400 milioni di dosi di vaccino da destinare a tutta la popolazione europea.

La soluzione vaccinica potenziale nasce dagli studi dell’Università di Oxford , che coinvolgerà nella fase di sviluppo e produzione anche importanti realtà italiane.

Il vaccino sviluppato dallo Jenner Institute-Università di Oxford consiste in un adenovirus (il virus del raffreddore degli scimpanzé) svuotato del suo patrimonio genetico, quindi privato della capacità di infettare, e riempito della proteina Spike sintetizzata, cioè prodotta chimicamente in laboratorio. La Spike è indispensabile per il Sars-CoV-2 in quanto gli permette di entrare nella cellula umana. Il vaccino ha la funzione di stimolare nell’organismo attaccato dal Sars-CoV-2 la produzione di anticorpi contro la proteina e di prevenire la malattia. (fonte Corriere.it) 

L’impegno prevede che il percorso di sperimentazione, già in stato avanzato, si concluda in autunno con la distribuzione della prima tranche di dosi entro la fine del 2020.

Arriva dunque un primo promettente passo avanti per l’Italia e per l’Europa nella corsa al vaccino, unica risposta definitiva al Covid-19.

“All’Italia, che è stata la prima in Europa a conoscere da vicino questo virus, oggi è stato riconosciuto di essere tra i primi Paesi a dare una risposta adeguata. Dimostriamo che vogliamo essere in prima linea nella ricerca di un vaccino  e nelle terapie che allo stato attuale risultano essere più promettenti”, così ha commentato con la consueta pacatezza il Premier Conte.

Il candidato vaccino in questione, sperimentato sui macachi e già inoculato a volontari tra cui alcuni ricercatori, sarà testato in Brasile, oltre che in Inghilterra.

Il composto, al quale sta lavorando l’Università di Oxford in collaborazione con l’azienda Advent Irbm di Pomezia, coinvolge 5000 volontari sani nel Regno Unito, già selezionati, ed altrettanti nel paese sudamericano.

Allo Jenner Institute della Oxford University sono in corso i test al momento più avanzati in Europa.
Secondo il protocollo, la seconda e terza fase di sperimentazione prevedono la somministrazione ad un campione molto più ampio, per un totale di circa 10.000 volontari sani.

Dell’importanza di sviluppare uno o più vaccini per prevenire Covid-19 si sta parlando ormai da mesi; sarebbe sicuramente importante averne la disponibilità nel caso in cui dovesse arrivare la temuta seconda ondata.

I primi a ricevere il vaccino saranno i lavoratori della sanità e le persone a rischio, per età o perché colpite da certe patologie, e le forze dell’ordine.

Lo afferma il consulente del ministero della Salute Walter Ricciardi che in una intervista a Repubblica traccia la strategia per immunizzare il paese dopo l’annuncio dell’accordo con AstraZeneca per la produzione del vaccino.

La campagna di vaccinazione, infatti, verrà organizzata dal ministero della Salute e sarà gratuita, un po’ come succede con il vaccino antiinfluenzale che viene offerto alla categorie a rischio (over 65 e malati cronici).

Gli occhi preoccupati del mondo, e non solo, da mesi sono puntati su Oxford e sulla azienda AstraZeneca che nelle settimane scorse ha annunciato una capacità di produzione di 1 miliardo di dosi nel 2021 e che avrebbe avviato le prime consegne a Settembre, periodo nel quale sono attesi i risultati finali della fase III.

I primi a stipulare un accordo erano stati i britannici con la prelazione di 30 milioni di dosi; la compagnia aveva reso noto che stava lavorando ad accordi in parallelo con altri governi europei, per assicurare una ampia ed equa fornitura del vaccino nel mondo in risposta all’emergenza pandemica.

La società riconosce che il vaccino potrebbe anche non funzionare, ma che ha sicuramente contribuito nel progresso rapido del programma clinico e dell’avanzamento scientifico nella lotta al Covid-19.

L’Azienda ha fatto sapere che starebbe incrementando ulteriormente la sua capacità produttiva e che è aperta alla collaborazione con altre aziende al fine di rispettare l’impegno di sostenere l’accesso al vaccino senza alcun profitto durante la pandemia.

Grandi speranze scientifiche che nei prossimi mesi si potrebbero tradurre in importante realtà.

Antonio Mulone

Arriva l’app “Sicilia SiCura”: la Regione dice sì al turismo ma con la salute a portata di smartphone

La Sicilia non segue l’isola gemella sulle restrizioni per gli arrivi turistici in vista della stagione estiva e prova ripartire e rilanciarsi puntando sul tracciamento a portata di smartphone.

Abbandonata dunque l’idea, che sarebbe stata si complessa realizzazione, del passaporto sanitario per chi arriverà sull’isola.
Al passaporto è stata preferita una app da scaricare volontariamente che permetta un contatto più diretto con il sistema sanitario regionale.
Un servizio di cooperazione (su base informatica) ed ausilio per le autorità sanitarie al fine limitare la temuta seconda ondata.

Nello specifico si tratta della app “Sicilia SiCura”, che mediante un monitoraggio veloce ed efficace permetterà a chi arriva nell’isola siciliana di poter essere assistito dal personale medico dell’Unità sanitaria turistica in caso di bisogno, come ha dichiarato il presidente Nello Musumeci.

L’app sarà scaricabile gratuitamente, con poche e semplici mosse direttamente sul proprio smartphone o su qualunque device personale, da una piattaforma web dedicata messa a disposizione dalla Regione Sicilia.

Sono oltre 3.000 i download di “SiciliaSiCura” registrati dalla Regione siciliana in appena 48 ore dal lancio dell’applicazione che rientra all’interno del protocollo sicurezza, pianificato grazie al supporto della Protezione Civile.

Un sistema informatico discreto ed invisibile per i turisti, ma che garantirà serenità e tutela anche ai siciliani.

All’inizio del soggiorno turistico in Sicilia, l’applicazione invierà un SMS di promemoria per invitare l’utente, che abbia preventivamente scaricato l’app e che si sia correttamente registrato, ad informare le autorità sanitarie sul suo stato di eventuale malessere respiratorio e febbrile. 

Il funzionamento dell’app richiede l’inserimento dei dati relativi al proprio stato di salute, agli spostamenti, all’eventuale presenza di casi di Covid-19 all’interno del proprio nucleo familiare, ed alla segnalazione di sintomi o insorgenza di febbre durante la permanenza in Sicilia.

Fondamentale evidenziare la facoltatività di download dell’applicazione, già utilizzata da tutti coloro che avevano ricevuto l’obbligo di auto-quarantena una volta rientrati in Sicilia.

L’app, poi convertita dai tecnici addetti alle nuove modalità di funzionamento ed alle nuove esigenze di fruizione, stando alle prime analisi di monitoraggio ed operatività, pare funzioni bene.

I dati e le previsioni che arrivano dalla regione evidenziano che l’app Sicilia SiCura lavorerà a pieno regime dal 1° Luglio e verrà utilizzata con ogni probabilità fino alla fine di Settembre.

Non ci saranno né test né limitazioni all’ingresso dei flussi turistici, ma soltanto verifiche della temperatura corporea (attraverso i termoscanner) nelle stazione ferroviarie e negli aeroporti, come dichiarato negli ultimi giorni dal governatore siciliano Nello Musumeci.

La situazione sanitaria in Sicilia, che intanto si appresta ad accogliere turisti da tutte le parti d’Italia, continua ad essere sotto controllo; ciò chiaramente incoraggia le autorità regionali alla spinta ed alla ripresa più o meno totale delle attività e dell’economia legate al turismo isolano.

Tutti i siciliani sperano che l’estate, da sempre sinonimo di libertà, faccia tornare un po’ di normalità nel quotidiano anche e soprattutto attraverso il turismo.

Antonio  Mulone

Polemica dopo le dichiarazioni di Zangrillo: ” Il Coronavirus clinicamente non esiste più”

È aspra polemica dopo le parole del direttore della terapia intensiva del San Raffaele di Milano, Alberto Zangrillo. Il medico, intervenuto in collegamento durante un programma tv, aveva affermato che

“In realtà il virus dal punto di vista clinico non esiste più, questo lo dice l’università Vita e Salute San Raffaele, lo dice uno studio del direttore dell’Istituto di virologia Clementi, lo dice il professor Silvestri della Emory University di Atlanta”.

Parole dal peso specifico sicuramente rilevante, soprattutto in questa fase di ripresa zoppicante ed incerta, dalle quali sia il ministero della Salute che il Comitato tecnico scientifico hanno subito preso le distanze, affermando con rigore scientifico che “il virus circola ancora”.

Anche il viceministro Sileri ha commentato l’intervento, seppur in modo molto più cauto:

“Zangrillo ha detto che chi è sul campo non vede più malati gravi in terapia intensiva. Ma dobbiamo continuare a usare prudenza”

Massimo Clementi – chiamato in causa come direttore del Laboratorio di Microbiologia e Virologia del San Raffaele e professore all’Università Vita-Salute – ha voluto però precisare che lo studio da lui coordinato avesse evidenziato il fatto che la capacità replicativa del virus a Maggio sia fortemente indebolita rispetto a quella che rilevata a Marzo nei pazienti ricoverati affetti da Covid-19.

Più che una malattia diversa, un cambiamento della carica virale che non implica necessariamente la mutazione patogena del virus.

“Possiamo dire, in base ai risultati dell’indagine e a quello che vediamo in ospedale, che è cambiata la manifestazione clinica forse anche grazie alle condizioni ambientali più favorevoli”, ha precisato Clementi.

Una tesi quella di Zangrillo subito considerata fuorviante e pericolosa dallo pneumologo Richeldi, componente del Comitato tecnico-scientifico, il quale ha accusato il direttore di diffondere messaggi che potrebbero confondere gli italiani e che non invitano alla prudenza, necessaria come non mai in questi primi giorni di ponderato rilancio.

Ha espresso durezza e dissenso anche il Presidente del Consiglio Superiore di Sanità Locatelli, che si è detto sorpreso e sconcertato per le dichiarazioni rese dal professor Zangrillo, gravi perchè provenienti da un rappresentante della comunità medico-scientifica.

Zangrillo, durante l’intervista, aveva anche sostenuto che ci sono tutte le dimostranze affinché l’Italia potesse tornare a condurre una vita normale.

Dunque secondo il direttore della terapia intensiva del San Raffaele continuare inutilmente a “terrorizzare” il Paese è da irresponsabili. Ciò non vuol dire – ha precisato- avere espresso consenso ad assembramenti e piena normalità, ma che il “terrore” promosso dalla comunità scientifica va bene solo per un determinato periodo di tempo.

E’ indubbiamente vero e rassicurante il fatto che la pressione sugli ospedali si sia drasticamente ridotta nelle ultime settimane, non va però assolutamente scordato che questo è il risultato delle decisive misure di contenimento della circolazione virale adottate con coraggio dall’Esecutivo guidato da Conte.

Confondere le idee e conseguentemente gli atteggiamenti degli italiani, potrebbe risultare rischioso per la nostra salute ed inoltre potrebbe minare gli sforzi compiuti finora.

E’ chiaro, anche a occhi non esperti, che la gestione clinica dei malati oggi è certamente facilitata dal minor numero di casi rispetto a quelli osservati nei giorni di picco e dal maggiore numero di posti di terapia intensiva.

La parola chiave rimane, dunque, prudenza, nell’attesa che la comunità scientifica produca la soluzione vaccinica.

Antonio Mulone

 

Spostamenti fra regioni dal 3 Giugno: linee guida e criticità

Il 3 Giugno è una data chiave nella calendarizzazione e nell’organizzazione della Fase 2 che prevederà, se tutto andrà bene, la riapertura dei confini tra le Regioni.

È un traguardo importante ed allo stesso tempo delicato, che allarma il governo ed i governatori delle regioni.

Il margine d’errore è davvero minimo, bisognerà arrivare preparati e con tutti i dati del monitoraggio in ordine.

I presidenti delle Regioni continuano ad esprimere preoccupazione per le riaperture, disposte dal 18 maggio, che potrebbero innalzare tragicamente la curva dei contagi.

Le linee guida per le regioni sono state approvate all’unanimità nella Conferenza della Regioni e ponderate insieme al premier Giuseppe Conte e ai ministri Roberto Speranza e Francesco Boccia.

L’obiettivo prefissato e tanto auspicato da governo e cittadini è la libera circolazione inter-regionale prevista da lunedì 3 giugno, cruciale per il rilancio dell’economia e del turismo.

In queste ore vige l’assoluto riserbo, nessun Ministro infatti si è sbilanciato nel confermare il “liberi-tutti”.

Affinché la ripresa degli spostamenti tra confini regionali possa essere ristabilita senza rischi è indispensabile che l’indice di contagio rimanga controllato e stabile in tutte le zone d’Italia, ovvero che il livello Rt – non salga sopra lo 0,8.

L’indice di trasmissibilità (RT) rappresenta il numero medio delle infezioni prodotte da ciascun individuo infetto dopo l’applicazione delle misure di contenimento della pandemia di Covid-19.

ome ha confermato il Ministro agli Affari Regionali Boccia:

Il criterio per la riapertura sarà il numero dei contagi.  Finora stiamo ottenendo risultati straordinari grazie ai sacrifici fatti dagli italiani. Noi ci auguriamo che ci sia un basso rischio in tutta Italia altrimenti sarà inevitabile prendere il tempo che serve. Mercoledì, giovedì e venerdì il ministro Speranza farà le sue valutazioni e poi ci sarà un Cdm per un’ultima valutazione sulla mobilità tra le regioni.

L’Esecutivo guidato dal Premier Conte continua a valutare l’andamento dei dati, forniti dalle aziende sanitarie, per intervenire tempestivamente ed evitare di creare squilibri importanti fra regioni.

Si rinnovano gli appelli volti ad evitare assembramenti o comunque contesti sociali che possano far nuovamente aumentare i contagi.

In relazione all’evoluzione dello scenario epidemiologico le misure prescrittive potranno essere rimodulate, anche in senso restrittivo; a comunicarlo è stato il Comitato tecnico scientifico che dovrà analizzare e valutare quanto accaduto sino ad ora, esaminare i dati relativi ai vari settori commerciali che hanno riaperto e stabilire se ci siano «correzioni» da fare.

La giornata decisiva in termini decisionali ed organizzativi sarà Venerdì 29 Maggio, quando arriveranno i dati sui contagi e sullo stato delle strutture regione per regione elaborati dal Ministero della Salute.

Tre le opzioni che Conte e i Ministri stanno vagliando: aprire su scala nazionale mediante un’azione programmatica; differenziare la riapertura fra regioni; qualora dovesse essere necessario, creare delle “zone rosse”; oppure impedire l’ingresso a chi transita da Regioni che non hanno livello di contagio pari o consentirlo solo a quelle confinanti.

L’ipotesi di consentire spostamenti  solo tra regioni con lo stesso livello di contagio (indice Rt) appare  probabilmente la più complessa da mettere in piedi.

Un puzzle complicato da incastrare se, ipotizziamo, da una regione a rischio alto o moderato, per esempio, non ci si potrà spostare in una a rischio basso.

Le criticità nel caso di una scelta del genere sono dietro l’angolo e peraltro il numero di forze dell’ordine da mettere in campo sui confini regionali per i controlli stradali in tal caso sarebbe eccessivo.

Insomma pare che la Fase 2 si stia rivelando ben più complessa, nell’approccio e nella conseguente gestione, rispetto alla Fase 1 sicuramente dura, ma facile da interpretare.
 
Antonio Mulone
 

La Sicilia riparte ma a modo suo. Tutto quello che si può fare (e non si può fare) da oggi secondo l’ordinanza regionale

La Sicilia cerca di tornare alla normalità, che mai prima d’ora, era sembrata così sconnessa dalla quotidianità.

Dalla giornata di oggi riaprono gli esercizi commerciali di vendita al dettaglio, parrucchieri, barbieri, centri estetici, ristoranti, bar, pizzerie, pub, gelaterie e centri commerciali.

Ieri sera, il decreto che disciplina le modalità di riapertura non era ancora stato comunicato a Palazzo d’Orléans; il Presidente della Regione Nello Musumeci ha atteso il completamento con firma dell’ordinanza, che prevede l’apertura estesa della maggior parte delle attività commerciali sopra citate, relativa alla condizione sanitaria sufficientemente stabile dell’Isola.
“La Sicilia è pronta alla ripartenza, nella responsabilità di ognuno”, aveva comunicato, a conclusione del suo intervento serale, il Governatore siciliano.

 

La Sicilia tenta di ripartire con maggiore margine e con più rapidità.

L’obiettivo amministrativo di Musumeci è accelerare un po’ rispetto al quadro delle disposizioni nazionali, attraverso per esempio il via libera graduale ai centri commerciali: una ripartenza mediata da controlli serrati ad esempio sui parcheggi, e con lo stop agli ingressi liberi di Domenica.

E’ stata inoltre disposta la riapertura dei fiorai la Domenica, che era stata finora esclusa.

L’estensione che, più di tutte ha acceso la piazza delle polemiche, è quella relativa alla riapertura delle discoteche (effettivamente prematura e non in linea con quelle le disposizione emanate dal Dpcm), e la ripartenza di eventi e spettacoli a partire dall’8 giugno.

L’autorità di Pubblica sicurezza, ove necessaria la relativa autorizzazione, dovrà monitorare il numero dei partecipanti alla manifestazione pubblica, in rapporto proporzionale con gli spazi utilizzati e in relazione alla distanza di sicurezza interpersonale non inferiore ad un metro correlata all’obbligo di utilizzo dei dispositivi di protezione individuale.

Riapertura in sicurezza di Musei e Parchi archeologici.

Prevista per il 25 maggio la riapertura in Sicilia di musei, parchi archeologici: i siti culturali più conosciuti come la Valle dei Templi di Agrigento, il Parco Archeologico di Selinunte e quello di Naxos-Taormina che comprende anche il Teatro Antico.
Si dovranno disporre tutte le misure necessarie contro il contagio da Covid-19: prenotazione elettronica per evitare assembramenti alle biglietterie, tornelli, termoscanner all’ingresso, percorsi e visite guidate.

Disposte le misure di sicurezza per i lidi balneari e obbligo di mascherina

E’ scattato il via libera per quanto concerne l’apertura di lidi, stabilimenti balneari e spiagge per l’estate 2020.
Confermata dunque la possibilità di rivedere gli ombrelloni aperti anche per la bella stagione che sta per arrivare, ma con regole ben precise e delineate.
La riapertura ufficiale (prevista nel Dpcm già da Maggio) potrà avvenire in Sicilia a partire dal 3 Giugno: gli ombrelloni che avranno a disposizione 10 metri quadrati, ovvero un distanziamento tra l’uno e l’altro di almeno 3,5 metri, tra lettini dovrà essere rispettata la distanza di almeno 1,5 metri.

In ogni luogo aperto al pubblico, anche non al chiuso, continueranno ad essere strettamente obbligatorie la mascherina o gli altri presidi di sicurezza per naso e bocca.

Estesa la fascia oraria di apertura degli esercizi commerciali.

Gli esercizi commerciali la domenica continueranno ad essere chiusi (eccezion fatta per bar, pizzerie e ristoranti) ma potranno estendere, secondo l’ordinanza di Musumeci, l’orario di apertura della propria attività fino alle 23:30 in chiara relazione ad un’accoglienza complessiva di clienti maggiore.

Per il resto valgono le regole concordate da Musumeci con gli altri presidenti delle Regioni e successivamente vagliate e condivise con il premier Giuseppe Conte.

L’impresa eccezionale è tornare ad essere normali, tentare di ridare alla quotidianità la parvenza di ordinarietà che il coronavirus, con cattiveria e sadismo invisibili, c’ha tolto.

Più che una ripartenza, per l’Italia, si attende una rinascita.

Antonio Mulone

 

Silvia Romano è finalmente tornata a casa. L’abbraccio della sua Milano tra polemiche e indiscrezioni

Ieri pomeriggio Silvia Romano, la 24enne volontaria-cooperante italiana liberata sabato scorso in Somalia dopo 18 mesi di lunga e straziante prigionia, è rientrata nella sua abitazione in via Casoretto, a Milano.

Un applauso sincero e commosso l’ha accompagnata all’ingresso dell’appartamento, che mai come in questa circostanza emotiva, diventa metafora di accoglienza e rifugio da un mondo che aveva provato, attivamente, a rendere migliore.

In strada, ma anche dalle finestre attraverso una coreografia di abbracci balconati, in moltissimi hanno sentito il bisogno di dare il bentornato alla giovanissima ragazza che era rapita il 20 novembre del 2018 in Kenya.

Lungo, complesso e misterioso il meccanismo che ha portato i Servizi Segreti Italiani, in collaborazione con l’Intelligence turca, a sbloccare il rientro di Silvia a casa.

Task Force dei Servizi Segreti che ha portato non poche polemiche: l’agenzia governativa turca ha fatto trapelare dettagli della vicenda Romano, che pare fosse già monitorata da Dicembre dell’anno scorso.

L’intelligence italiana non ha nascosto la propria irritazione per l’indiscrezione, precisando che: “Silvia Romano è stata recuperata dagli uomini dei servizi italiani”.

Al netto degli strascichi spiacevoli della vicenda, adesso quello che conta davvero, è la serenità ritrovata (si spera) ed il sorriso di Silvia, o Aisha, come ha deciso di chiamarsi dopo la sua conversione all’Islam maturata lungo il periodo di prigionia.

La 24enne negli attimi emozionanti del rientro, ha indossato infatti  il vestito della tradizione femminile somala.

C’è stato, anche solo per qualche fuggevole istante, un sorriso timido e stanco fuoriuscito dalla mascherina.

Alle raffiche di domande (che ammiccavano inopportunamente persino ad un’eventuale ritorno in Africa) che le sono state rivolte dall’oceano di reporter, giornalisti e fotografi, ha opposto pacata risposta: “Rispettate questo momento, per favore”.

Gli applausi e le grida in suo nome l’hanno spinta ad affacciarsi alla finestra: la giovane ha mostrato il pollice alzato ed ha posto, teneramente, la mano sul cuore.

Un grazie silenzioso, ma sincero e forse un po’ commosso, che ha anticipato un altro sorriso, l’ultimo prima che Silvia rientrasse nella sua abitazione.

Ciò di cui Silvia adesso ha bisogno è soprattutto il silenzio e la tranquillità che scaccino le polemiche sterili, empie ed abiette riferite al pagamento di un esoso riscatto, che hanno accompagnato la sua liberazione ed anche la sua conversione all’Islam, semplice manifestazione di libertà.

“È stata una mia libera scelta, non c’è stata nessuna costrizione da parte dei rapitori”, ha ribadito con convinzione più volte agli inquirenti.

Fin troppi gli insulti beceri e privi di qualsiasi sentire umano, quelli che si sono scagliati sulla questione del presunto riscatto, e che hanno portato a valutare una tutela fissa o mobile, misure che sono poi state considerate dalla Prefettura di Milano inappropriate.

E’ triste notare che l’Italia, in questi giorni cadenzati solo da paura ed incertezza, non riesca ad unirsi nemmeno nell’abbraccio ad una ragazza, che aveva provato con coraggio romantico, a rendere migliore un mondo, che forse, non la merita, ma che ha un disperato bisogno di altre Silvia Romano.

Bentornata, Silvia!

Antonio Mulone