Narciso e l’iconoclastia dell’essere nell’era digitale

Nel vasto e affascinante pantheon della mitologia classica, il mito di Narciso, delineato da Ovidio nelle Metamorfosi, assurge a paradigma universale dell’alienazione ontologica: una condanna immanente all’autoreferenzialità, all’invalicabilità di un ego che si erge a unico orizzonte dell’esistenza.

Narciso, epifania vivente di una bellezza irraggiungibile, sprofonda nella contemplazione estasiata di un’immagine che non è altro se non la più effimera delle proiezioni: un riflesso acquoreo, ambiguo e inattingibile, che, anziché rispondere al suo desiderio, lo intrappola in un circolo vizioso di aspirazione vana. Così, il giovane, preda di una passione insostenibile e sterile, è condannato all’autodistruzione.

Narciso
NarcissusGerard van Kuijl
Fonte: commons.wikimedia.org

Tale vicenda, benché figlia di un contesto arcaico, assume un valore di straordinaria contemporaneità. Prefigura, con inquietante lucidità, l’impasse esistenziale dell’individuo moderno, dominato da una pervasiva estetizzazione dell’identità e da un culto dell’immagine che non conosce confini.

Narciso, oggi, si riflette nella glaciale levigatezza di una superficie digitale, resa ancora più alienante dalla sua natura perennemente manipolabile.

I social media si configurano come templi moderni consacrati all’auto-idolatria. Sono spazi immateriali in cui l’essere non è più condizione, ma spettacolo, non più sostanza, ma parvenza. Ogni frammento dell’esistenza, da quello più triviale a quello più intimo, si consacra in una liturgia visiva che soggiace alle logiche ferree della visibilità e della gratificazione collettiva.

Tuttavia, ciò che si cela dietro tale parossistica ricerca di approvazione è una forma sottile di alienazione.

L’immagine non è più specchio dell’essenza, bensì una maschera (come direbbe Pirandello) cesellata per sedurre lo sguardo degli altri. È un artificio estetico che svuota l’identità del suo significato più autentico. Come Narciso si illudeva di poter abbracciare il riflesso, così l’individuo contemporaneo tenta invano di trovare appagamento in una rappresentazione illusoria e costantemente mediata.

La frenesia di accumulare consensi digitali surroga l’intima consapevolezza del proprio valore, riducendo il riconoscimento di sé a un meccanismo di valorizzazione esterna, perpetuo e inesorabile. Come Narciso, l’individuo digitale si abbandona a una solitudine siderale. L’essere non trova compimento, ma si dissolve in un riflesso illusorio, incapace di affrancarsi dalla sua prigione speculare.

La metafora del mito si estende, inoltre, quale critica implacabile alla superficialità che ha invaso ogni recesso della modernità. Se lo specchio d’acqua che intrappola il giovane nella sua tragica fascinazione è metafora del vuoto, altrettanto lo è lo schermo digitale. L’immagine, sottoposta a un’alterazione continua e plasmata dalle aspettative sociali, si traduce in un’ombra frammentaria dell’identità umana.

Questa dinamica di dipendenza dall’approvazione esterna esacerba la solitudine dell’individuo, che, nonostante sia immerso in una marea di connessioni virtuali, rimane prigioniero di un isolamento esistenziale. Diviene, in tale prospettiva, incapace di un autentico incontro con l’altro.

E così, il mito di Narciso si conferma come una profezia amaramente lucida sulla dissoluzione dell’essere in un’epoca dominata dall’illusione della propria immagine.

Io sono io! L’ho capito, l’immagine mia non m’inganna più!

Per me stesso brucio d’amore, accendo e subisco la fiamma!

Che fare? Essere implorato o implorare? E poi cosa implorare?

Ciò che desidero è in me: un tesoro che mi rende impotente.

Oh potessi staccarmi dal mio corpo!

Voto inaudito per gli amanti: voler distante chi amiamo!

Ormai il dolore mi toglie le forze, e non mi resta

da vivere più di tanto: mi spengo nel fiore degli anni.

No grave non mi è la morte, se con lei avrà fine il mio dolore;

solo vorrei che vivesse più a lungo lui, che tanto ho caro.

Ma, il cuore unito in un’anima sola, noi due ora moriremo.

(Ovidio, Le Metamorfosi, Libro VIII)

 

 

Fonti:

mediterraneoantico.it

Dagli studenti per gli studenti: Il narcisismo e l’io deviante

Nella normalità del sano amor proprio che tutti gli esseri umani dovrebbero avere ci si può imbattere in soggetti che, a causa di un disturbo del senso di sé che si riflette nelle relazioni , tendono ad amarsi in maniera egocentrica, talvolta fino a provare indifferenza nei confronti delle condizioni altrui.
Si tratta di quello che noi definiamo Narcisismo.

Indice dei contenuti

  1. Narciso nel mito 
  2. Il narcisismo: uno tra i più importanti disturbi della personalità
  3. Dalle prime considerazioni psichiatriche all’interpretazione di Freud
  4. Narcisismo primario e secondario
  5. Narcisismo sano e patologico
  6. Diagnosi e trattamento terapeutico

Narciso nel mito

“Io ho bisogno che qualcuno abbia bisogno di me, ecco cosa. Ho bisogno di qualcuno per cui essere indispensabile. Di una persona che si divori tutto il mio tempo libero, il mio ego, la mia attenzione. Qualcuno che dipenda da me. Una dipendenza reciproca. Come una medicina, che può farti bene e male allo stesso tempo”.

-Chuck Palahniuk

Narciso dipinto da Caravaggio. Fonte

Nelle Metamorfosi di Ovidio appare per la prima volta la figura di Narciso. Ciò che oggi è conosciuto come un fiore, che nel mito emergeva dall’acqua, diventa simbolo della bellezza di Narciso impossibilitato a toccare la propria immagine di cui si era perdutamente innamorato.
Il mito propone il tema complesso della mancanza di autostima, che è al centro anche del disturbo di cui parleremo.

Il narcisismo: uno tra i più importanti disturbi della personalità

La psicologia clinica, individua nel soggetto una ferita radicale nella propria identità, un’impossibilità di trovare una risposta alla domanda che tutti ci poniamo: “chi sono io e cosa ci faccio qua?“. Questa ricerca è condotta nella più profonda solitudine che genera un distacco dal mondo e che determina l’incapacità di amare, un vero e proprio blocco affettivo.

È proprio la perdita delle proprietà cognitive, affettive, emotive e comportamentali a determinare un disturbo della personalità, che non permette al soggetto di riconoscersi nella realtà del proprio Io, ma che mira all’esaltazione autoreferenziale di sé.

Essendo tutto ciò dannoso, l’individuo tenta, attraverso dei meccanismi di difesa, di mettere da parte le pulsioni e le esperienze che hanno come oggetto di desiderio l’Io corporeo. Tutte queste sedimentazioni creano una struttura cognitiva, dentro cui il soggetto si inserisce.

Il narcisismo spiegato. Fonte

Dalle prime considerazioni psichiatriche all’interpretazione di Freud

Una prima interpretazione del narcisismo viene proposta dallo psichiatra H. Ellis per descrivere un aspetto patologico della vita sessuale legato all’autoerotismo, oggettualizzazione sessuale del proprio corpo, fonte di desiderio e di piacere.
Successivamente lo psichiatra H. Nacke utilizzerà il termine riferendosi alle perversioni sessuali: disturbi che il soggetto è consapevole di avere e di cui però ne è appagato. 

Freud, in un primo momento, riprese questa tesi in riferimento alla scelta oggettuale degli omosessuali: infatti, studiando l’infanzia di Leonardo Da Vinci, trovò che era presente un meccanismo per cui l’investimento libidico, che porta alla scelta omosessuale, era dovuto alla fissazione sui bisogni erotici della madre nella cui figura il bambino si era identificato al punto da assumerla come modello a somiglianza della quale scegliere l’oggetto dell’amore.

Un’altra interpretazione fu quella secondo cui il narcisismo è il completamento libidico dell’egoismo della pulsione di autoconservazione dell’uomo; non viene dunque considerato come una condizione psicopatologica, ma come un carattere appartenente in maniera diversa a tutti gli uomini, una struttura sviluppatasi all’origine della formazione dell’Io a cui si legano le pulsioni prima caotiche e disorganizzate.

Narcisismo primario e secondario

Con la costruzione della seconda topica (Es, Io, Super-Io) Freud ovviò ad una distinzione tra due forme di narcisismo:

  • il primario è legato alla prima fase dello sviluppo del bimbo, che immerso nell’ “onnipotenza del pensiero”, assume il proprio Io corporeo come oggetto d’amore, mentre gli oggetti esterni esistono solo per soddisfare le pulsioni stesse (si fa riferimento alla libido narcisistica);
  • il secondario si sviluppa nella fase genitale a causa del fallimento del narcisismo primario nel tentativo di ricostruire l’illusione di completezza, di sicurezza e di piacevolezza. Incapace di soddisfare le proprie fantasie, il soggetto rivolge l’energia libidica verso un oggetto esterno, che al tempo stesso viene controllato come fosse il proprio Io; dunque il bambino trasforma la libido dell’Io in libido oggettuale (i primi oggetti d’amore sono i genitori a causa dello sviluppo nel piccolo di incestuose fantasie edipiche che nel più dei casi svaniscono nella crescita).

Pertanto nella teoria di Freud, libido narcisistica e libido oggettuale sono diversamente proporzionali: maggiore è l’interesse verso se stessi, meno energia è disponibile per l’attaccamento agli altri.

Raffigurazione del narcisismo primario. Fonte

Narcisismo sano e patologico

Nel “Narcisismo di vita, narcisismo di morte” André Green ha messo in luce gli aspetti negativi del narcisismo quali incapacità di amare, di coltivare le proprie risorse e di vivere una vera soddisfazione nel raggiungimento di un qualche risultato.

Tra le varie configurazioni patologiche, la più nota è quella descritta da Green come Il complesso della madre morta (definito “lutto bianco”): non si tratta di un lutto reale, ma di una depressione materna insorta a causa di eventi di vita dolorosi e improvvisi, a seguito dei quali la madre ha distolto, bruscamente, il proprio investimento affettivo nei confronti del figlio.

Per il bambino questo distacco emotivo, a cui non riesce ad attribuire un senso, rappresenta una vera e propria catastrofe che crea un “buco” nella trama psichica soggettiva; egli da adulto potrà avere una vita relazionale apparentemente soddisfacente, ma dentro di sé continuerà a tenere inconsciamente in vita l’immagine della “madre morta”, identificandosi con lei.

Al contrario, il narcisismo sano  è dato dalla capacità di un individuo di mantenere un “equilibrio oscillatorio” tra un amore per sé e amore per gli altri.

Diagnosi e trattamento terapeutico

Secondo i criteri clinici per la diagnosi, contenuti nel DSM-V del disturbo narcisistico della personalità i pazienti devono avere un modello persistente di grandiosità, necessità di adulazione e mancanza di empatia.

Questo modello è evidenziato dalla presenza delle seguenti:

  • un’esagerata, infondata sensazione della propria importanza e dei propri talenti;
  • la convinzione di essere speciali e di doversi associare solo a persone di altissimo livello;
  • un bisogno di essere incondizionatamente ammirati;
  • una sensazione di privilegio;
  • sfruttamento degli altri per raggiungere i propri obiettivi;
  • invidia degli altri e c0nvinzione di essere invidiati.

Il trattamento generale del disturbo narcisistico è lo stesso di quello applicato a tutti i disturbi i personalità: la psicoterapia psicodinamica che analizza l’inconscio e il rimosso, concentrandosi sui conflitti di fondo con l’obiettivo di comprenderli e superarli.

Vi sono però alcuni approcci sviluppati per il disturbo borderline di personalità che possono essere efficacemente adattati ai pazienti con disturbo narcisistico.

Essi comprendono:

  • Trattamento basato sulla mentalizzazione, che consente di lavorare sulla capacità del soggetto di riflettere sul proprio stato d’animo al fine di riuscire a controllare le proprie emozioni.
  • Psicoterapia focalizzata sul transfert, centrata sulla relazione tra paziente e terapeuta, che aiuta i primi a riflettere sulle loro relazioni in modo che possano esaminare le immagini non realistiche del sé.

Talvolta inoltre si ricorre anche alla farmacoterapia con la prescrizione di stabilizzatori dell’umore ed antipsicotici.

 

Tipici farmaci usati per il disturbo narcisista. Fonte

                                                                                                                                                                                                                           

Laura Sciuto

 

Bibliografia

Metamorfosi di Ovidio

https://matteomannucci.it/2021/08/27/il-mito-di-narciso-e-la-ricerca-dellidentita-archetipica/

Lezioni del professore Settineri

https://www.msdmanuals.com/it/professionale/disturbi-psichiatrici/disturbi-della-personalità/disturbo-narcisistico-di-personalità