UniMe: inaugurati i nuovi locali dell’ex Biblioteca Regionale

Dal pomeriggio di lunedì 13 Dicembre gli studenti UniMe hanno a disposizione nuovi spazi per studiare e socializzare: sono stati infatti inaugurati i locali dell’ex Biblioteca Regionale.

Questa struttura, appena rinnovata dall’Università di Messina, ospiterà un Welcome Point per l’accoglienza degli studenti stranieri, una grande biblioteca, la sala lettura e le aule studio per gli studenti.

Inoltre, la sezione di Diritto Privato del Dipartimento di Giurisprudenza sarà trasferita nei nuovi ambienti lasciando, così, la sua vecchia sede presso l’Orto Botanico.

L’inaugurazione

Alla cerimonia di inaugurazione con tanto di classico taglio del nastro, svoltasi appunto lo scorso lunedì, hanno presenziato anche il Presidente della Regione Sicilia Nello Musumeci e il vicepresidente Gaetano Armao, insieme al Magnifico Rettore Professore Cuzzocrea e a tutto il suo entourage.

La parole del presidente Musumeci:

Ho voluto essere presente in questo momento importante non solo per l’Ateneo di Messina, ma anche per l’intera città. Da oggi viene restituito al suo splendore e pieno utilizzo un immobile che, in passato, è stato oggetto di un lungo contenzioso.  Messina deve riacquistate il suo protagonismo nel Mediterraneo e può farlo, anche, riappropriandosi del suo inestimabile patrimonio socio-culturale.

Locali ristrutturati ex biblioteca regionale. Fonte: UniMe

Le parole del Magnifico Rettore:

Quella di oggi è una data davvero importante che suggella una sinergia fra UniMe, la Regione Siciliana e la Soprintendenza ai Beni Culturali, nella persona della Dott.ssa Mirella Vinci che desidero ringraziare per l’impegno e l’aiuto dimostrati. Abbiamo effettuato l’adeguamento sismico che mancava, sistemato gli esterni e ristrutturato un edificio che era malmesso. A breve saranno, inoltre,  conclusi i lavori di ristrutturazione del cortile del rettorato e questi luoghi saranno aperti alla fruizione di tutta la città.

Le parole del vicepresidente Armao:

Per me è davvero un onore poter essere presente nel giorno in cui si testimonia la validità di un percorso iniziato, più o meno due anni fa, per il bene di Messina, del territorio e della sua Università. E’ stato un lavoro articolato che ha avuto bisogno dell’impegno di tutte le parti in causa.  Oggi si inaugura un centro di propulsione culturale che sarà foriero di crescita ed opportunità.

Momenti della cerimonia di inaugurazione: Fonte: UniMe

La storia dell’ex biblioteca regionale

Il plesso dell’ex biblioteca regionale è stato oggetto di un contenzioso sul finire degli anni ’90, risolto solo quando pochi anni addietro riemerse un Regio Decreto che dava in concessione perpetua i locali della Biblioteca Regionale all’Università di Messina. In seguito a ciò, nel febbraio 2019, è stato siglato un protocollo d’intesa tra la Regione e l’Ateneo attraverso cui l’Università rientrava nel pieno possesso dell’immobile, potendo avviare, così, i lavori di ristrutturazione e adeguamento funzionale. A maggio 2019 è stato sottoscritto il contratto per l’affidamento dei lavori relativi al restauro conservativo e al consolidamento dell’edificio.

Insomma una storia a lieto fine che restituisce e allo stesso tempo dona alla città ed ai suoi studenti un ulteriore luogo di studio e di ritrovo.

Elidia Trifirò 

 

Sicilia, da oggi obbligo di mascherina all’aperto: tutte le restrizioni previste dall’ordinanza Musumeci

In Sicilia  da oggi sono in vigore nuove misure di prevenzione anti Covid per contrastare la diffusione del virus, anche nella nuova variante comunemente nota come ‘’Omicron’’. Tra queste, mascherina obbligatoria e maggiori controlli in porti e aeroporti.

Il presidente della regione Sicilia, Nello Musumeci. Fonte: ilgazzettino.it

A prevederle, un testo di 5 articoli (vedi versione integrale dell’ordinanza) firmato ieri dal presidente della regione Nello Musumeci, e adottato in seguito alla relazione dell’assessorato alla Salute. In vista delle prossime festività natalizie, l’ordinanza sarà estesa per l’intero mese di dicembre, vale a dire dal 2 dicembre fino al 31.

L’obbligo di mascherina all’aperto

Tutti i cittadini siciliani di età superiore ai 12 anni devono indossare la mascherina nei luoghi pubblici e aperti al pubblico. Ad assicurare il rispetto della norma sono le autorità addette alla pubblica sicurezza, anche mediante l’applicazione di sanzioni previste dalla legge, ove necessario.

L’obbligo di tampone per migranti e viaggiatori

Un’altra novità introdotta dall’ordinanza di Musumeci è l’estensione dell’obbligo di tampone in tutti i porti e aeroporti ai passeggeri che arrivano in Sicilia dalla Repubblica del Sudafrica, Botswana, Repubblica Araba di Egitto, Repubblica di Turchia, Hong Kong e Stato d’Israele.
Prima di quest’ultimo provvedimento, il controllo era già previsto per chi provenisse – oppure avesse soggiornato o transitato nei 14 giorni precedenti alla partenza – da Gran Bretagna, Germania, Malta, Portogallo, Spagna, Francia, Grecia, Paesi Bassi e Stati Uniti, per un totale di 15 stati esteri.

Controlli antiCovid nell’aeroporto di Palermo. Fonte: informazione.it

Per quanto riguarda i passeggeri in arrivo da Paesi per i quali il tampone obbligatorio non è previsto, essi potranno comunque fare richiesta e sottoporsi al test direttamente presso lo scalo e a titolo gratuito.
E ancora, coloro che sono giunti in Sicilia nei 10 giorni precedenti all’entrata in vigore dell’ordinanza sono tenuti a contattare il Dipartimento di prevenzione dell’Asp territorialmente competente e il proprio medico di Medicina generale per essere sottoposti a tampone molecolare. Anche i migranti che raggiungono il territorio siciliano dovranno essere sottoposti a tampone molecolare, una volta terminato il loro periodo di quarantena.

Attività dei laboratori regionali sotto monitoraggio

Dal momento che l’ordinanza punta oltretutto ad assicurare in tutte le province dell’isola un’appropriata sorveglianza epidemiologica, per farlo il Dipartimento per le attività sanitarie e osservatorio epidemiologico (Dasoe) dell’assessorato della Salute e il Dipartimento per la pianificazione strategica eseguiranno una ricognizione dei laboratori siciliani capaci di sequenziare le varianti del virus (vale a dire individuare mediante lettura dell’intero genoma virale eventuali differenze e mutazioni) e ne coordineranno l’attività. L’obbiettivo da raggiungere è l’aumento progressivo del numero di tamponi sequenziati in Sicilia.

Assembramenti natalizi e contagi

Per comprendere il motivo di simili provvedimenti a pochi giorni dall’inizio delle festività basta pensare alle storiche scene di marzo 2020, quando prima della chiusura totale del governo Conte, centinaia di persone affollavano stazioni e treni con destinazione il Sud: sono molti i giovani studenti e lavoratori che ogni anno alimentano la movimentazione tra una regione all’altra, specie durante le feste.

Dunque, nonostante il numero dei nuovi positivi in Sicilia sia rimasto stazionario negli ultimi giorni, a preoccupare i governi sono soprattutto gli assembramenti nelle vie e piazze dello shopping e l’arrivo di gente da altre regioni, elementi che potrebbero portare ad un maggiore aumento dei contagi, potenzialmente preoccupante seppur non ai livelli dello scorso anno.

Fonte: La Repubblica

Le voci dei sindaci e Musumeci

Con l’obbligo di mascherina all’aperto, la Sicilia ha scelto di adeguarsi ad altre regioni e città dove era già scattato in precedenza l’obbligo come a Torino e a Firenze, seppur in alcuni casi il dispositivo di protezione vada indossato soltanto in determinate vie e piazze particolarmente affollate.

Il presidente dell’Anci (Associazione Nazionale dei Comuni Italiani), Antonio Decaro, ha fatto sapere che vari sindaci hanno richiesto al Governo di valutare l’opportunità di estendere l’obbligo a livello nazionale e fino al mese di gennaio:

“Quelli – ha spiegato – sono i giorni del Natale dove per lo shopping, per la voglia giustamente di stare insieme e di fare comunità, nelle nostre città c’è maggiore possibilità di assembramento. Se ci fosse un provvedimento nazionale, come abbiamo spiegato al Governo, sarebbe tanto di guadagnato, perché daremmo un segnale unico a tutto il Paese”.

Anche il presidente Musumeci ha detto la sua ieri:

Vogliamo passare il Natale in sicurezza, sia dal punto di vista sanitario che economico. La Sicilia non potrebbe sopportare una nuova chiusura”.

Una linea dura è stata adottata nei confronti dei ”No vax”:

“Sono convinto che nell’area “no vax” ci sia una fascia di cittadini cosiddetti non irriducibili, che per timore o insufficiente informazione, rimane diffidente. Credo che con un provvedimento drastico e restrittivo, ovviamente straordinario, potremmo recuperare questa larga fascia di indecisi. I dati dimostrano che l’80 per cento dei ricoverati negli ospedali non ha fatto vaccino”.

Gaia Cautela

Vaccinazioni Anti COVID-19, Sicilia e isole minori: le novità annunciate da Musumeci

La Sicilia apre, da domani, giovedì 6 maggio, alle prenotazioni per i vaccini anche ai cittadini dai 50 anni in su, ‘’smarcandosi’’ così dal piano vaccinale nazionale, stabilito dal generale Figliuolo. Lo ha annunciato il Presidente della Regione Nello Musumeci durante una conferenza stampa a Palazzo d’Orleans.

Nello Musumeci lancia un appello a Figliuolo. Fonte: Normanno.com

Dal prossimo weekend verrà inoltre dato il via alla vaccinazione di massa nelle isole minori, con una somministrazione di dosi prevista per tutti i cittadini dai 18 anni in su.

Per quanto riguarda la provincia di Messina sono state finora somministrate 194 mila dosi, mentre la psicosi da AstraZeneca spiega le 250 mila dosi inutilizzate nei frigoriferi siciliani.

Da giovedì vaccini agli under 60

La prenotazione per la vaccinazione sulla piattaforma nazionale potrà essere effettuata da tutti i cittadini tra i 50 e 59 anni, a partire dalle ore 20 di questo giovedì (anche se inizialmente era stato indicato il 5 maggio come giorno di avvio).

Fonte: RomaSette

Le somministrazioni saranno effettuate con il siero AstraZeneca e cominceranno a partire da giovedì 13 maggio, secondo l’ordine di prenotazione. In base a quanto previsto poi dalle raccomandazioni del Piano Nazionale, le vaccinazioni per i soggetti con patologie pregresse, della stessa fascia di età, saranno effettuate a partire dal 7 maggio, durante gli open day organizzati nei Punti vaccinali dell’Isola e negli Hub, con Pfizer-Biontech. In quest’ultimo caso, non sarà necessaria la prenotazione.

Queste le parole del governatore siciliano Musumeci in merito ai nuovi provvedimenti:

«Abbiamo chiesto al commissario Figliuolo, con due lettere, la possibilità di ammettere al vaccino anche le persone al di sotto dai 50 ai 60 anni. Ci è stato sempre risposto che non è possibile, e che può essere consentito solo quando avremo messo al sicuro gli ultra 80enni ma è chiaro che non abbiamo poteri sanzionatori o coercitivi, per convincere i riottosi, i diffidenti, gli ultraottantenni e persino i soggetti fragili, a sottoporsi al vaccino. Quindi noi abbiamo deciso di aprire, a partire da domani, la prenotazione ai cittadini dai 50 in su».

«Spero che il generale Figliuolo voglia comprendere che da parte nostra non c’è alcuna volontà di essere disobbedienti – continua – ma avvertiamo tutti il peso della responsabilità della specifica condizione epidemiologica dell’isola ma anche di carattere sociale. Dobbiamo correre, altrimenti non ce ne usciremo più da questo tunnel».

La priorità vaccinale alle isole minori

Con il via libera alla campagna di vaccinazione di massa nelle isole minori siciliane – annunciato da Musumeci – le prime somministrazioni verranno effettuate il prossimo venerdì a Lampedusa e Linosa, mentre per il resto delle isole sarà possibile a partire da lunedì prossimo.
La decisione del Presidente Musumeci è stata accolta con grande soddisfazione dal referente di Eolie in Azione e responsabile organizzazione provinciale messinese del partito di Calenda, Francesco De Pasquale, il quale spiega:

«Non più tardi di una settimana fa avevamo incalzato e chiesto a gran voce al Governo regionale di procedere in questa direzione, in considerazione delle grandi fragilità che caratterizzano i sistemi sanitario e infrastrutturale delle nostre isole siciliane. Due punti sui quali, certamente, la pandemia ha acceso fortemente i riflettori. E non è più tempo di nascondere la testa sotto la sabbia: certe criticità, adesso, vanno affrontate una volta per tutte, con massima urgenza e profonda serietà. Da troppo tempo gli isolani sono trattati, inaccettabilmente, come figli di un Dio minore».

Fonte: Gazzetta del Sud Sicilia

«Intanto, applaudiamo alla scelta di buonsenso del Presidente Musumeci, auspicando una sempre maggiore attenzione per la Sicilia tutta e per i suoi territori con bisogni speciali e urgenti; e, in special modo, per quelli che sono zone di frontiera (come, ad esempio, Lampedusa) o i centri di grande affluenza turistica. Una politica seria non è certamente quella che attende inerme si verifichino le tragedie prima di intervenire. Dunque, se è possibile, tentare di ridurre i rischi (e conseguenti costi) non solo è giusto ma assolutamente doveroso» conclude.

I dati sulle vaccinazioni in provincia di Messina

Le dosi di vaccino anti Covid somministrate finora in provincia di Messina sono 193.750, di cui 127.188 sono prime dosi e 66.562 seconde dosi. Per quel che riguarda le prime, 90.355 sono Pfizer, 24.390 AstraZeneca e 12.443 Moderna, mentre ancora non è stata registrata alcuna dose Johnson. E ancora, 29.949 sono state le dosi somministrate agli ultra 80enni, 52.420 alle persone che hanno tra i 60 e i 79 anni e 44.819 a persone di età inferiore ai 60 anni.
La Sicilia, comunque, resta la regione con la peggiore percentuale nazionale di somministrazioni rispetto alle dosi disponibili: dall’inizio della campagna vaccinale sono stati somministrati circa un milione e mezzo di vaccini (poco più di un milione come prima dose e il resto come seconda) su una disponibilità di 1 milione 923mila 625. Tali numeri corrispondono ad una percentuale del 78.3 %, contro una media nazionale del 85.6 %. Al momento nell’Isola risulta già immunizzato (con doppia dose) il 10% della popolazione, mentre la percentuale sale a 21 se si tiene conto soltanto della prima somministrazione.

Il problema dosi di AstraZeneca

In Sicilia, sono 250 mila le dosi di AstraZeneca chiuse nei frigoriferi e per il momento inutilizzate. A comunicare il dato aggiornato è il dirigente generale del Dasoe, Mario La Rocca, in conferenza stampa a Palazzo D’Orleans, sede della Presidenza della Regione siciliana.
Il Presidente Musumeci ha ritenuto dunque necessario fare chiarezza su alcuni decessi non legati in alcun modo alla somministrazione dei sieri AstraZeneca:

«Abbiamo avviato l’open day tre settimane fa per dare forza e impulso alla campagna di vaccinazione e a quella con AstraZeneca in modo particolare, la cui scorta nei frigoriferi è sempre stata abbondante. Verso AstraZeneca c’è stata e c’è una comprensibile ma ingiustificata psicosi, a fronte di 5-6 decessi la cui connessione con il vaccino comunque è stata esclusa».

Fonte: ANSA.it

Gaia Cautela

Falsati i dati dei contagi in Sicilia per scongiurare la zona rossa. Razza chiede le dimissioni

Una dirigente della Regione Sicilia e due suoi collaboratori sono accusati di aver falsificato i dati dei contagi inviati all’Istituto superiore di sanità per mantenere la situazione epidemiologica sotto le soglie di allerta.

Sono finiti ai domiciliari, per falso materiale e ideologico, ben tre appartenenti al Dipartimento Regionale per le Attività Sanitarie e Osservatorio Epidemiologico (Dasoe) dell’Assessorato della Salute della Regione Siciliana; indagato invece l’assessore regionale alla Sanità Ruggero Razza.

Il Gip: “Disegno politico scellerato, presidente Musumeci estraneo anzi tratto in inganno”.

(fonte: akronos)

Com’è nata l’indagine

L’inchiesta è scaturita dopo il blitz dei carabinieri nel laboratorio di analisi di Alcamo, in provincia di Trapani. Il sospetto nasce da un’altra indagine effettuata sui risultati errati di centinaia di tamponi esaminati lo scorso autunno: il laboratorio era finito nel mirino della procura trapanese per queste irregolarità, in quanto, oltre a far pagare i tamponi ad un prezzo eccessivo ed utilizzare macchinari non certificati per lo screening, avrebbe consegnato diversi tamponi negativi a pazienti in seguito rivelatisi positivi.

I PM hanno deciso di fare un approfondimento all’assessorato regionale alla Sanità, attivando alcune intercettazioni, da cui sono emerse alcune conversazioni sospette in cui la dirigente e i suoi collaboratori parlavano dell’alterazione dei tamponi per modificare i dati giornalieri dei contagi.

Sono state effettuate perquisizioni domiciliari nei confronti di sette indagati alla ricerca di materiale informatico e documenti utili alle indagini. Infine, sono state acquisite e-mail e dati presso i server dell’assessorato Regionale alla Salute e Dipartimento.

Secondo i militari del N.A.S., che conducono l’inchiesta, “sebbene non emerga ancora compendio investigativo grave, è emerso il parziale coinvolgimento di Razza nelle attività delittuose del Dipartimento per le Attività Sanitarie e Osservatorio Epidemiologico (D.A.S.O.E.)”.

L’indagine che coinvolge Razza ha portato oggi a tre arresti accusati di aver alterato, in svariate occasioni, il flusso dei dati diretti all’Iss sulla pandemia modificando il numero dei positivi e dei tamponi e a volte anche quello dei decessi.

Esemplare è conversazione telefonica tra l’assessore Razza e Maria Letizia Di Liberti dello scorso novembre, dopo la decisione del Governo di mettere la Sicilia in “zona arancione”, dove si era pianificato di “spalmare” i numeri sui decessi da Covid in più giorni per non far sembrare troppo drammatica la situazione in Sicilia e scongiurare la zona rossa:

(fonte: Palermolive)

“I deceduti glieli devo lasciare o glieli spalmo?”, chiede lei non sapendo di essere intercettata. “Ma sono veri?”, chiede Razza. “Si, solo che sono di 3 giorni fa”, risponde. E Razza dà l’ok: “Spalmiamoli un poco”. La dirigente prosegue: “Ah, ok allora oggi gliene do uno e gli altri li spalmo in questi giorni, va bene, ok. Mentre quelli del San Marco, i 6 sono veri e pure gli altri 5 sono tutti di ieri… quelli di Ragusa, Ragusa 5! E questi 6 al San Marco sono di ieri.. perché ieri il San Marco ne aveva avuti ieri altri 5 del giorno prima, in pratica. Va bene?” “Ok”, risponde l’assessore Razza.

Insomma, mentre l’Isola era travolta dalla pandemia e dai contagi, venivano comunicati a Roma dati truccati, camuffati “in un caos assoluto – scrive il Gip di Trapani – e nella totale inattendibilità dei dati trasmessi, che sembrano estratti a sorte e la cui dimensione reale appare sfuggita agli stessi soggetti che li alterano”.

Le conseguenze delle dichiarazioni del G.I.P.

La Sicilia avrebbe barato sui dati sui contagi per non fare scattare la zona rossa: le accuse mosse dalla procura di Trapani nei confronti dei vertici dell’assessorato alla Salute regionale sono quelle di falso materiale e ideologico.

Dal mese di novembre sarebbero circa 40 gli episodi di falso documentati dagli investigatori dell’Arma, l’ultimo dei quali risalirebbe al 19 marzo 2021.

Con questa accusa i carabinieri del Nas di Palermo e del Comando Provinciale di Trapani stanno eseguendo un’ordinanza di misura cautelare agli arresti domiciliari nei confronti della dirigente generale del Dasoe Maria Letizia Di Liberti, del funzionario della Regione Salvatore Cusimano e di un dipendente di una società che si occupa della gestione informatica dei dati dell’assessorato Emilio Madonia; fra gli indagati, riporta l’Ansa, anche l’assessore regionale alla Sanità Ruggero Razza, Ferdinando Croce e Mario Palermo, direttore del Servizio 4 del Dipartimento retto da Maria Letizia Di Liberti.

Anche l’esponente del governo Musumeci oggi ha ricevuto un invito a comparire con avviso di garanzia.  Sebbene nei suoi confronti non emergano profili di una certa gravità, sarebbe stata accertato il suo parziale coinvolgimento nelle attività delittuose del Dasoe.

Secondo il giudice per le indagini preliminari, però, quello messo in atto è «un disegno politico scellerato a cui sembra estraneo il presidente della Regione Musumeci -pur essendo coinvolto il suo “delfino” Razza-, che anzi pare tratto in inganno dalle false informazioni che gli vengono riferite».

(fonte: Ragusaoggi

Ma nonostante le false informazioni di Razza sui dati sulla reale emergenza coronavirus in Sicilia, il governatore Musumeci lo difende. Invita alla prudenza e difende l’assessore alla Salute: «Leggo dichiarazioni di rappresentanti politici che fanno accapponare la pelle, questa è una terra di giustizialisti: è una vergogna. Abbiamo visto quanti indagati poi sono usciti dalle inchieste. Quindi, calma calma calma – dice a Omnibus su La7–. Questa terra dà fastidio quando non alimenta le cronache giudiziarie, abbiamo tenuto lontano in questi anni la Sicilia dalle inchieste. Ho fiducia in Razza, ed estrema fiducia nella magistratura: sono convinto che i fatti saranno chiariti».

Di opinione opposta Presidente della Commissione Antimafia regionale siciliana Claudio Fava il quale esorta Razza a delle dimissione che “vanno pretese stamattina come primo atto di decenza morale” Riferendosi poi a Musumeci:«se davvero non sapeva, l’inettitudine di un Presidente incapace di controllare la gestione dell’emergenza è colpa grave e imperdonabile. Una colpa che non gli permetteremo di nascondere lanciando la palla in tribuna, come è uso fare da tre anni a questa parte».

Non tardano ad arrivare le dichiarazioni dell’ “oggetto della polemica”, Ruggero Razza. «Alla luce della indagine della Procura di Trapani che mi vede indagato, nel confermare il massimo rispetto per la magistratura, desidero ribadire che in Sicilia l’epidemia è sempre stata monitorata con cura» enfatizzando la severità dei provvedimenti emanati tal volta anticipando quelli stabiliti dalla Capitale, in quanto “non avevamo bisogno di nascondere contagiati o di abbassare l’impatto epidemiologico”. Conclude: «Per sottrarre il governo da inevitabili polemiche ho chiesto al presidente della Regione di accettare le mie dimissioni».

Manuel De Vita

Da oggi Messina è zona rossa. Dal 15 in vigore anche le restrizioni del sindaco De Luca

È iniziato il nuovo anno ma la situazione non sembra voler migliorare. Il COVID-19 continua ad intaccare la nostra quotidianità, siamo in un limbo fatto di quarantene ed isolamento e DPCM, eccetera eccetera. Nonostante l’arrivo di un vaccino, sembra ancora lontano il periodo in cui potremmo mettere la parola “fine” a questo periodo.

Proprio in questi giorni sono state rilasciate nuove ordinanze che hanno ad oggetto Messina e dintorni.

ASP Messina
Fonte: asp.messina.it

La nuova ordinanza: Messina zona rossa

Da oggi, lunedì 11 gennaio, fino al 31 gennaio Messina osserverà regole più severe rispetto agli altri comuni siciliani. Infatti, tutta la Sicilia sarà dichiarata zona arancione mentre il comune dello Stretto ed altri due catanesi saranno gli unici in tutta la Regione ad essere zona rossa. La nuova ordinanza emanata dal presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci è in linea con le precedenti e prevede:

  • divieto di accesso e di allontanamento dal territorio comunale, con mezzi pubblici e/o privati, da parte di ogni soggetto ad eccezione di  spostamenti motivati da comprovate esigenze lavorative, situazioni di necessità e/o motivi di salute. È sempre consentito il transito dal territorio comunale per il rientro presso la propria abitazione;
  • divieto di circolare, a piedi o con qualsiasi mezzo pubblico e/o privato ad eccezione di comprovate esigenze di lavoro, per l’acquisto di generi alimentari e beni di prima necessità, per ragioni di natura sanitaria, per stato di necessità o per usufruire di servizi o attività non sospese;
  • sospensione delle attività didattiche e scolastiche, di ogni ordine e grado, con l’obbligo di continuare con la didattica a distanza;
  • interruzione di ogni esercizio degli uffici pubblici, fatta salva l’erogazione dei servizi essenziali e di pubblica utilità;
  • sospensione delle attività commerciali al dettaglio, fatta eccezione per le attività di vendita di generi alimentari e di prima necessità
  • nelle giornate festive è vietato l’esercizio di ogni attività commerciale, ad eccezione di edicole, tabaccai, farmacie e parafarmacie;
  • rimane sempre consentita la vendita con consegna a domicilio dei prodotti alimentari e dei combustibili per uso domestico e per riscaldamento.

Cosa non cambia con la nuova ordinanza

Gli spostamenti consentiti devono essere giustificati da un’autocertificazione (vedi qui). Sappiamo tutti come funziona: la compilazione del modulo serve a dimostrare che lo spostamento è consentito dalla legge e l’accertata falsità di quanto scritto nel modulo costituisce un reato.

Anche per coloro che mostrano sintomi riconducibili al virus non ci sono novità: al manifestarsi di febbre superiore ai 37,5° o in caso di perdita di olfatto e gusto occorre contattare il proprio medico curante e rimanere presso il proprio domicilio. Bisogna evitare qualunque contatto sociale e limitare quelli con i propri conviventi.

Le Chiese potranno continuare a celebrare Messe ma dovranno far rispettare le regole di distanziamento sociale e i fedeli hanno l’obbligo di usare la mascherina.

Quindi, ricapitolando: le attività commerciali che vendono beni di prima necessità e alimentari (farmacie, supermercati e negozi alimentari), esercizi di vendita di articoli igienico-sanitari, cosmetici e profumerie, tabaccai, ferramenta, edicole, librerie e cartolerie rimarranno aperti durante questo lasso di tempo; parrucchieri, barbieri, lavanderie e centri commerciali saranno chiusi fino al 31 gennaio; bar, ristoranti e pizzerie potranno effettuare solo consegne a domicilio.

Ecco i negozi al dettaglio che resteranno aperti a Messina da lunedì al 31 gennaio - Gazzetta del Sud
Negozio messinese chiuso. Fonte: Gazzetta del Sud

Come il sindaco de Luca sta affrontando la pandemia

Messina fino al 31 gennaio sarà zona rossa. Sono pronto a riaprire il Centro operativo comunale, a predisporre il gabinetto di guerra e a chiudere tutto. Tuttavia gli esercizi chiusi potranno contare su riduzioni Tari, occupazione suolo e acqua e la Family card per la spesa durerà fino a giugno.

Questo è quello che ha dichiarato il sindaco di Messina riguardo la situazione della zona rossa.

L’allarme nella città dello Stretto ha condotto il sindaco ad introdurre ulteriori misure restrittive rispetto a quelle già presenti nell’Ordinanza Regionale. A partire dalle 00.00 del 15 gennaio, infatti, entra in vigore l’ordinanza  De Luca, che lascia aperti , in sintesi, solo negozi di alimentari, farmacie, parafarmacie, edicole e tabacchi.

Chi chiude dal 15 gennaio

Di seguito l’elenco integrale che esplicita come  sospese anche le attività di vendita di beni di prima necessità individuate nell’allegato 23 del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 3 dicembre 2020.

Ecco quali.

• Commercio al dettaglio in esercizi non specializzati con prevalenza di prodotti

• Commercio al dettaglio di libri in esercizi specializzati
• Commercio al dettaglio di articoli di cartoleria e forniture per ufficio
• Commercio al dettaglio di confezioni e calzature per bambini e neonati
• Commercio al dettaglio di biancheria personale
• Commercio al dettaglio di articoli sportivi, biciclette e articoli per il tempo libero in
esercizi specializzati
• Commercio di autoveicoli, motocicli e relative parti ed accessori
• Commercio al dettaglio di giochi e giocattoli in esercizi specializzati
• Commercio al dettaglio di medicinali in esercizi specializzati (farmacie e altri esercizi
specializzati di medicinali non soggetti a prescrizione medica)
• Commercio al dettaglio di articoli medicali e ortopedici in esercizi specializzati
• Commercio al dettaglio di cosmetici, di articoli di profumeria e di erboristeria in
esercizi specializzati
• Commercio al dettaglio di fiori, piante, bulbi, semi e fertilizzanti
• Commercio al dettaglio di animali domestici e alimenti per animali domestici in
esercizi specializzati
• Commercio al dettaglio di materiale per ottica e fotografia
• Commercio al dettaglio di combustibile per uso domestico e per riscaldamento
• Commercio al dettaglio di saponi, detersivi, prodotti per la lucidatura e affini
• Commercio al dettaglio di articoli funerari e cimiteriali
• Commercio al dettaglio ambulante di: prodotti alimentari e bevande; ortofrutticoli;
ittici; carne; fiori, piante, bulbi, semi e fertilizzanti; profumi e cosmetici; saponi,
detersivi ed altri detergenti; biancheria; confezioni e calzature per bambini e neonati
• Commercio al dettaglio di qualsiasi tipo di prodotto effettuato via internet, per
televisione, per corrispondenza, radio, telefono
• Commercio effettuato per mezzo di distributori automatici
12)E’ disposta la sospensione dell’attività dei mercati alimentari e non alimentari.
13)E’ disposta la chiusura dei centri commerciali e/o outlet.
14)Rimangono aperte le edicole, i tabaccai, le farmacie e le parafarmacie secondo gli ordinari
orari di lavoro con orario di apertura ordinario dalle ore 8,00 alle ore 20,00. Le farmacie
rispettano i turni e gli orari di apertura secondo la loro programmazione.
15) Nelle giornate festive è vietato l’esercizio di ogni attività commerciale, ad eccezione di
edicole, tabaccai, farmacie e parafarmacie. Rimane sempre consentita la vendita con
consegna a domicilio dei prodotti alimentari e dei combustibili per uso domestico e per
riscaldamento.
16)In virtù ed applicazione dell’art. 3 del DPCM 3 dicembre 2020, è disposta la sospensione
delle attività dei servizi di ristorazione (fra cui bar, pub, ristoranti, gelaterie,
pasticcerie), ad esclusione delle mense e del catering continuativo su base contrattuale,
a condizione che vengano rispettati i protocollo o le linee guida diretti a prevenire o
contenere il contagio. Resta consentita fino alle ore 24,00 la sola ristorazione con
consegna a domicilio nel rispetto delle norme igienico-sanitarie sia per l’attività di
confezionamento che di trasporto. Restano, altresì, aperti gli esercizi di somministrazione
di alimenti e bevande posti nelle aree di servizio e rifornimento carburante situati lungo la
rete stradale, autostradale e all’interno delle stazioni ferroviarie, nei porti, negli ospedali con
obbligo di assicurare in ogni caso il rispetto della distanza interpersonale di almeno un
metro.
17)I panifici possono vendere al banco solo prodotti da forno con esclusione di preparati
cucinati e articoli di rosticceria e di pasticceria panaria per i quali possono svolgere solo
servizio di consegna a domicilio.
18)A decorrere da venerdì 15 gennaio è fatto divieto a tutte le attività di ristorazione di
esercitare l’attività di asporto.
19)E’ disposta la sospensione delle attività inerenti i servizi alla persona (fra cui
parrucchieri, barbieri, estetisti).
20)Restano consentite tutte le attività che garantiscono un servizio di pronto intervento, non
derogabile e che contribuisce al mantenimento dei servizi essenziali e che sono tenute a
garantire la reperibilità dandone comunicazione all’utenza mediante avviso da affiggere
all’ingresso dell’attività e/o attraverso la comunicazione dei social media.
21)Sono consentite tutte le attività inerenti l’esecuzione dei lavori per la realizzazione delle
Opere Pubbliche e delle Industrie la cui produzione è considerata di rilevanza nazionale.
22)A decorrere da venerdì 15 gennaio 2021 viene sospesa l’attività inerente gli interventi di
edilizia privata, che può proseguire solo per garantire gli interventi improcrastinabili di
messa in sicurezza e di completamento di opere di cui sia stata disposta l’esecuzione con
urgenza mediante atto amministrativo e/o giudiziario;
23)Le attività professionali, ad eccezione delle professioni sanitarie per le quali non opera
alcuna sospensione e/o limitazione, proseguono limitatamente all’attività di studio e
consulenza, con divieto di ricevimento del pubblico se non per indifferibili ragioni di
urgenza e/o di difesa.
24)E’ consentita l’erogazione delle prestazioni rientranti nei livelli essenziali di assistenza e le
attività riabilitative o terapeutiche conformemente alle disposizioni di cui alla Circolare
Assessorato Regionale alla Salute nr. 30188 del 3/07/2020 e n. 14268 dell’11/03/2020.
25)E’ consentita solo su prenotazione l’erogazione dei servizi di tolettatura di animali
finalizzata ala sanificazione del contatto con soggetti positivi a Covid-19 e ozonoterapia a
scopo terapeutico.
26)Il servizio di consegna a domicilio, che deve essere esercitato nel rispetto delle condizioni
igienico sanitarie previste dalla normativa vigente tanto per il confezionamento che per il
trasporto, deve cessare entro le ore 24:00; i soggetti impegnati nel detto servizio devono
essere dotati dal datore di lavoro di tutti i Dispositivi di Protezione Individuale atti a
mitigare al massimo i rischi di eventuale contagio da COVID 19.
27)E’ disposta la sospensione delle attività sportive ad eccezione di quelle che sono svolte da
atleti di rilevanza nazionale e/o impegnati in campionati di rilevanza nazionale, fermo
restando il rispetto dei protocollo sottoscritti dalle Federazioni di appartenenza per la
prevenzione del contagio da Covid-19.
28)E’ disposta la chiusura di tutti gli impianti sportivi comunali. Le Società che svolgono
attività sportiva di rilevanza nazionale e che abbiano interesse alla prosecuzione della stessa,
sono tenute a comunicare entro le ore 14,00 di mercoledì 13 gennaio 2021 al Dipartimento
Servizi alla Persona ed alle Imprese una dichiarazione comprovante l’avvenuta iscrizione al
campionato di rilevanza nazionale ed il nominativo degli atleti iscritti al detto campionato.
L’accesso all’impianto sportivo verrà consentito solo alle società ed ai relativi atleti che
abbiano presentato la richiesta di cui sopra. Della compilazione degli elenchi e del corretto
esercizio dell’impianto verrà demandato apposito controllo alla Polizia Municipale.
29)Sono consentiti i servizi finanziari, bancari, assicurativi, postali, di CAF e patronato per le
prestazioni indifferibili e per quelle che non possono essere erogate in modalità di lavoro
agile, con invito garantire il rispetto delle disposizioni in merito al distanziamento sociale E
assicurare tutti i Dispositivi di Protezione Individuale necessari alla sicurezza, con
particolare riferimento a tutti coloro che svolgono attività a diretto contatto con il pubblico.
30)Nel rispetto dell’obiettivo generale di contenimento del rischio epidemiologico da Covid l’ATM SpA è invitata a ridurre i servizi nelle fasce antemeridiane, pomeridiane e serali garantendo i servizi essenziali per consentire ai cittadini il raggiungimento dei luoghi di lavoro ed il rientro nella propria abitazione. L’erogazione del servizio deve essere modulata in modo da evitare il sovraffollamento secondo le vigenti disposizioni nazionali e regionali
che prevedono per il TPL, con esclusione del trasporto scolastico dedicato, un coefficiente di riempimento massimo dei mezzi del 50%.

Tutta la città si è comunque mobilitata per rispondere all’emergenza, come il Policlinico che ha aggiunto 20 posti di degenza ordinaria e 6 di terapia intensiva. Sono poi stati costituiti i “covid hotel” al Capo Peloro Resort (90 posti) e, per garantire sicurezza sul lavoro agli operatori delle partecipate comunali Messina Servizi bene Comune e Messina Social City, che si occuperanno del ritiro dei rifiuti speciali e dell’assistenza domiciliare, l’Asp di Messina ha avviato la campagna vaccini per i dipendenti che sono impegnati in prima linea nel combattere l’emergenza corona-virus.

Il test del tampone sul “serpentone”. Fonte: la Repubblica.

Sarah Tandurella

La Sicilia potrebbe ospitare depositi dei rifiuti nucleari. Sindaci e Nello Musumeci in protesta. Ecco cosa sta succedendo

Accanto alla proposta del Cts, arrivata nelle ultime ore, di fare della Sicilia zona rossa per tre settimane, a preoccupare la nostra isola è la Cnapi, la carta pubblicata da Sogin, dopo il nullaosta del Governo, nella notte tra il 4 e il 5 gennaio, che indica le 67 aree idonee ad ospitare infrastrutture per lo smaltimento dei rifiuti nucleari. Tra queste, 4 sono siciliane: Calatafimi-Segesta, Castellana Sicula, Petralia Sottana e Butera.

Mappa dei luoghi selezionati da Sogin – Fonte: www.blitzquotidiano.it

Il “no” dei sindaci e di Musumeci

La notizia è stata accolta con dissensi e proteste dei sindaci e del presidente della regione Nello Musumeci. Ha affermato il sindaco di Petralia-Sottana, Leonardo Neglia:

Sono rimasto di stucco e anche un po’ contrariato apprendendo la notizia. Ci lascia sgomenti: noi siamo anche sede dell’ente parco delle Madonie, da un lato si vuole la protezione della zona, dall’altro si vogliono seppellire scorie nucleari”.

Per il governatore della regione la selezione delle aree siciliane è da mettere in discussione:

Abbiamo elementi tecnici inoppugnabili per contestare questa scelta, in contrasto con tutti gli indicatori fisici, sociali, economici e culturali dell’Isola e lo faremo anche con il coinvolgimento dei Comuni interessati, che condividono le nostre preoccupazioni. La Sicilia, anche per la sua alta vulnerabilità sismica e per la disastrosa condizione della viabilità interna, su cui la Regione non ha competenza diretta, non può permettersi né di ospitare né di trasportare rifiuti nucleari”.

L’associazione di Calatafimi-Segesta “Amunì Calatafimi” ha lanciato una petizione contro il deposito delle scorie nucleari che ha già raccolto circa 600 firme. Scrive l’Associazione:

Con questa petizione miriamo, sin da subito, a bloccare questa possibile follia. Chiediamo a tutte le realtà territoriali di unirsi a noi prima della scadenza della consultazione pubblica. Anche solo l’aver inserito queste zone nella lista dei siti idonei a ospitare un deposito nazionale dei rifiuti radioattivi italiani, è pura follia. Territori ad alto rischio sismico, con risorse agricole, paesaggistiche, turistiche ed archeologiche. Territori logisticamente remoti, come possono essere valutati idonei a tal fine?

I criteri di selezione dei luoghi

Le critiche fanno sembrare la scelta delle aree in Sicilia totalmente in contraddizione con i criteri di selezione stabiliti dall’Ispra nel 2014. Secondo l’istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, i luoghi atti ad ospitare depositi nucleari sarebbero quelli con pochi abitanti, non a quote troppo elevate, non su pendenze eccessive, non troppo vicini al mare, con una sismicità modesta, senza vulcani né rischi di frane e alluvioni. Criteri che certamente generano dei dubbi intorno all’idoneità della Sicilia, territorio a rischio idrogeologico, noto per l’attività sismica e vulcanica, votato all’agricoltura e al turismo.

Perplessità relative alla scelta delle aree sono sorte anche in altre regioni selezionate per accogliere i depositi. Forti critiche sono giunte in particolare dalla Sardegna e dalla Puglia. Alessio Valente, sindaco di Gravina in Puglia, scrive: “La vocazione di queste nostre aree è agricola e turistica, e non permetteremo che ci trasformino in un cimitero di scorie nucleari. Mai”.

Una questione rimandata da molto tempo

D’altronde, se si pensa all’intero territorio italiano, sembra difficile trovare delle zone idonee al 100%, capaci di rispecchiare tutti i criteri stabiliti. Eppure, la questione dei rifiuti nucleari, rimandata già da troppo tempo, necessitava di una soluzione.

Era la stessa Unione Europea a reclamarlo. Infatti, secondo l’articolo 4 della Direttiva 2011/70 la sistemazione definitiva dei rifiuti radioattivi deve avvenire nello Stato membro in cui sono stati generati. Al momento, in Italia sono presenti una ventina di siti provvisori, non idonei allo smaltimento definitivo. La Cnapi, scritta nel 2010, rinviata di anno in anno, doveva essere pubblicata già nel 2015. Il ritardo, dovuto sia ad accertamenti tecnici della Sogin e dell’Ispra sia a vicissitudini politiche, dalle regionali del 2015 al referendum costituzionale del 2016, fino alle elezioni del 2018, è costato all’Italia una procedura di infrazione aperta dall’UE nell’ottobre del 2019.

Insomma, si tratta di una questione non più rimandabile. L’ha detto anche il sottosegretario all’ambiente Roberto Morassut, il quale ha garantito trasparenza e collaborazione con le associazioni ambientaliste:

“È un provvedimento da tempo atteso e sollecitato anche dalle associazioni ambientaliste, che consentirà di dare avvio ad un processo partecipativo pubblico e trasparente al termine del quale sarà definita la localizzazione dell’opera. Un impegno che questo Governo assume anche in ottemperanza agli indirizzi comunitari e nel rispetto della piena partecipazione delle comunità alle decisioni”.

Roberto Morassut – Fonte: www.italiaincammino.it

Il progetto

Il progetto del deposito nazionale per lo smaltimento dei rifiuti nucleari non riguarda, per fortuna, le scorie più pericolose, ma quelle con media e bassa attività radioattiva, in totale circa 78000 metri cubi di rifiuti che si producono ogni giorno: reagenti farmaceutici, mezzi radiodiagnostici degli ospedali, guanti e le tute dei tecnici ospedalieri, il torio luminescente dei vecchi quadranti degli orologi, i marker biochimici e i biomarcatori, i parafulmini e i rilevatori di fumo. 33000 metri cubi di rifiuti sono già stati prodotti, i restanti 45000 metri cubi si prevede che verranno prodotti nei prossimi 50 anni.

Cosa accadrà adesso?

Dopo il nulla osta alla pubblicazione della Cnapi, arrivato il 30 dicembre da parte dei ministeri dello Sviluppo economico e dell’Ambiente, si è aperta una fase di 60 giorni durante la quale le Regioni e gli enti locali sono tenuti ad avanzare critiche e proposte. Allo scadere di questo periodo, si terrà un seminario nazionale di 4 mesi che farà del deposito di rifiuti nucleari l’oggetto di un dibattito tra sindacati, università, enti locali, enti di ricerca. In base a quanto emergerà nel seminario nazionale, la Cnapi verrà rivista, modificata e poi sottoposta ai ministeri dello Sviluppo economico, dell’Ambiente e delle Infrastrutture e dei Trasporti che dovranno convalidarla.

Chiara Vita

 

 

Nuova ordinanza di Musumeci per le festività natalizie: ecco cosa prevede

Nuove misure per il contenimento dei contagi, per la Sicilia partire dal 14 dicembre 2020 fino al 7 gennaio 2021. Saranno relative ai rientri nel periodo delle festività natalizie. La nuova ordinanza approvata ieri, 10 dicembre, dal presidente della regione Musumeci evidenzia infatti la necessità di monitorare ulteriormente gli spostamenti da e per la Sicilia, prevedendo un incremento dei rientri nell’isola e, dunque, un maggior rischio di contagi da Covid-19. Una possibilità estremamente critica per una regione che non vede i contagi abbassarsi e che ha strutture ospedaliere non adeguate a far fronte ad eventuali emergenze gravi. A tal proposito il governatore ha chiarito: “Il rischio di un nuovo esodo verso il Sud è un fatto reale, che non può non destare preoccupazione. Per questo ho ritenuto di chiedere al nostro Comitato Tecnico Scientifico di valutare alcune misure di contenimento e sorveglianza sanitaria, che vorremo condividere anche con il Ministero della Salute”.

Il presidente della regione Sicilia, Nello Musumeci, ha annunciato massimi controlli per il contenimento dei contagi per coloro che durante il periodo natalizio si recheranno nell’isola. Fonte: Il Fatto Quotidiano.

Cosa prevede l’ordinanza

Suddivisa in tre articoli, essa dispone in prima istanza la registrazione sulla piattaforma www.siciliacoronavirus.it, esclusi i pendolari e coloro i quali sono stati fuori dal territorio siciliano per meno di quattro giorni. Durante la registrazione sarà inoltre richiesto l’avvenuto adempimento del tampone rino-faringeo almeno 48 prima dell’arrivo in territorio siciliano.

Nel caso in cui il soggetto interessato non abbia, però, potuto effettuare il tampone molecolare ha l’obbligo di sottoporsi a una delle tre alternative di seguito: tamponi nei drive in, nei laboratori dedicati o l’isolamento presso la propria dimora.

Ricordiamo che, comunque, gli spostamenti tra comuni saranno permessi.

Tamponi rapidi nei drive-in

I tamponi rapidi antigenici sono eseguiti nei drive in appositamente dedicati. In caso di positività, saranno eseguite le ordinarie procedure, con ripetizione del tampone e presa a carico del Sistema Sanitario Regionale. In caso di negatività, il soggetto potrà recarsi direttamente al domicilio, ma sempre mantenendo i dispositivi di protezione individuale, le distanze previste e sottoponendosi a un tampone di conferma a distanza di cinque giorni.

Specifiche attività organizzative sono previste in questo senso per Messina, dal momento che rappresenta la principale via di accesso alla Regione. Sarà allestito un drive in a regime h. 24 nell’area dell’ “ex Gazometro” con 20 postazioni preposte e con altrettanti Covid Team, che si occuperanno dei primi tamponi. Altre aree interessate saranno la Stazione ferroviaria marittima e dell’ex Dogana, le quali saranno presto sgomberate per tale motivo.

I passeggeri che si recheranno in posti diversi dal territorio messinese saranno, invece, presi a carico dalle Asp territorialmente competenti nelle province di destinazione.

Tampone presso laboratorio

Qualora il soggetto decidesse di non sottoporsi alla prima procedura, può sempre scegliere di effettuare il tampone molecolare presso un laboratorio dedicato, a proprie spese.

Isolamento fiduciario

La terza alternativa non richiede tamponi, ma un isolamento della durata di 10 giorni presso il proprio domicilio, con l’onere di comunicarlo al medico di medicina generale.

Le misure di prevenzione nei luoghi pubblici

L’ordinanza detta le regole anche per i luoghi pubblici. Prevede che i centri commerciali siano muniti di strumenti “conta persone”. Secondo precise linee guide nazionali, i suddetti esercizi commerciali dovranno comunicare all’Asp territorialmente competente il numero massimo di clienti ospitabili, che sarà inoltre menzionato in un cartello da affiggere fuori dall’esercizio.

Le medesime precauzioni sono state prese anche in merito di pizzerie e ristoranti, i quali devono tenere un elenco ove siano segnati tutti i clienti serviti ai tavoli per un periodo di circa due settimane.

Sarà, tuttavia, discrezione dei sindaci indicare la possibilità per tali esercizi dell’orario continuato e adottare misure in grado di diminuire assembramenti e stazionamenti in piazze e zone pedonali. Possono altresì richiedere la presenza delle Forze dell’Ordine in luoghi più suscettibili a tale rischio.

In ultima istanza, l’ordinanza coinvolge i medici di Medicina Generale e i pediatri di Libera Scelta nella gestione dei casi positivi, sia effettuando tamponi sia prendendo in esame i periodi di inizio e fine isolamento dei soggetti.

 

Alessia Vaccarella

Natale col Covid, inizia la trattativa tra Stato e Regioni

Atteso un nuovo confronto fra Stato e Regioni per fare il punto sulla gestione del periodo natalizio. Sul tavolo delle trattive tra Stato e regioni le misure che con molta probabilità rientreranno nel prossimo DPCM. Il precedente decreto scadrà giorno 3 dicembre e tutti si aspettano di conoscere già nel fine settimana le modalità con cui affrontare un periodo tanto importante quante delicato come quello di Natale. Dopo la stretta delle scorse settimane e i primi timidi risultati positivi nella curva dei contagi il rischio dell’ennesima ondata incombe sulle necessità dei cittadini e, soprattutto, dei commercianti e dei ristoratori.

fonte: Governo.it

Le richieste delle Regioni

Uno dei punti su cui le regioni maggiormente puntano è quello di mantenere i ristoranti aperti anche la sera di Natale, Santo Stefano e, magari, nei giorni più caratteristici. Proposta che certamente mal si concilia con il coprifuoco fissato alle 22 e con la chiusura dei locali alle 18. Secondo il presidente della Liguria Giovanni Toti “nei giorni delle prossime festività i ristoranti debbano poter rimanere aperti anche la sera, perché già hanno sofferto tanto”.

Il governo ribadisce la volontà di mantenere, se non estendere di un’ora (dalle 22 alle 6), il coprifuoco anche nella notte di Natale e Capodanno. Discorso diverso per gli orari dei negozi: tra le proposte anche la possibilità di chiudere due o tre ore prima della mezzanotte.

 

(fonte: Libero Quotidiano)

“È chiaro che se c’è un coprifuoco penso che vada rispettato per tutti. Se c’è un coprifuoco c’è un coprifuoco.”, aggiunge, “È una norma già vigente e penso che vada confermata ancora. È una delle norme che ci ha consentito in queste settimane di iniziare quel percorso graduale e faticoso che ci consentirà di piegare la curva. Quindi io penso proprio di sì” afferma il Ministro della Salute, Roberto Speranza, in diretta da “Live Non è la D’Urso” su Canale5.

 

 

 

La questione su cui però verterà maggiormente il dibattito sarà la mobilità tra regioni. Il Presidente della Regione Sicilia Musumeci, e il suo braccio destro Ruggero Razza, propongono, al fine di garantire il ricongiungimento delle famiglie siciliane con i parenti residenti nel resto d’Italia, un via libera al rientro ma con tampone. Il tampone verrebbe effettuato o 72 ore prima del viaggio e mostrato all’arrivo, oppure direttamente allo sbarco. “Forse una maggiore rigidità può essere giusta nei confronti di chi rientra da altri Stati, visto che all’estero ci sono ancora aree in cui i controlli sono insufficienti”, prosegue l’assessore Razza. Sul fronte interno, invece, Musumeci vorrebbe adottare delle misure che scoraggino gli spostamenti in città e tra città siciliane.

Ma da Roma l’ipotesi palermitana non piace. Trapela l’indiscrezione che il governo voglia limitare i ricongiungimenti familiari per Natale, consentendo i viaggi esclusivamente fra le Regioni gialle e solo fino al 18 dicembre per poi chiudere tutto fino al termine delle festività.

Ulteriore argomento di confronto riguarderà la scuola. La volontà è quella di riaprire le classi dopo l’Epifania, ma non è esclusa la possibilità di ridurre, o addirittura sospendere, la didattica a distanza per le scuole superiori già a dicembre. Quest’ultima idea però pare non essere condivisa da nessun governatore regionale, ad eccezione di Stefano Bonaccini, presidente della Conferenza delle Regioni.

 

fonte: TGCom24

Il Consiglio (dei Ministri) per un Natale più sicuro

 

Per il ministro Speranza la parola chiave è prudenza, per tutelare “noi e i nostri cari” ma è anche “una forma di rispetto per i medici, infermieri e operatori sanitari che rischiano la vita per curarci”. Numerosi sono gli interrogativi, tra questi il numero di persone da ospitare. “Già oggi c’è una forte raccomandazione del governo a non portare persone a casa che non siano conviventi, ed è già vigente. Nei prossimi giorni approveremo un nuovo Dpcm dove daremo anche risposta formale a queste domande e naturalmente ci sarà anche un momento di confronto. Il messaggio è molto chiaro, spostarsi solo se necessario, stare a casa e ridurre il più possibile il numero dei contatti fra persone”.

Sulla medesima linea il ministro degli Affari regionali Francesco Boccia. Difendere a spada tratta il coprifuoco alle 22, “che ha funzionato per ridurre i contagi, e dovranno passare sul mio corpo per posticiparlo”.

Il tavolo delle discussioni è atteso per martedì quando il consiglio dei ministri si riunirà per pianificare i lavori.

 

Manuel De Vita

Fase 3, l’ordinanza della Regione: ecco cosa cambia in Sicilia

Con l’ordinanza n.25 dello scorso 13 giugno la Sicilia recepisce le disposizioni nazionali in merito all’organizzazione e l’attuazione della fase 3, dopo l’emergenza Coronavirus.

L’ordinanza, firmata dal presidente della Regione Nello Musumeci, è entrata in vigore già da ieri 15 giugno.

Ecco di seguito le novità e i cambiamenti;

A partire dal 15 giugno potranno riprendere le attività:

  • sale giochi, sale scommesse e sale bingo;
  • sale da ballo, discoteche e locali assimilati, all’aperto o al chiuso, nonché le fiere e i congressi;
  • centri benessere, centri termali, centri culturali e centri sociali;
  • comprensori sciistici;
  • servizi ristorazione;
  • le attività dei servizi alla persona;
  • stabilimenti balneari e spiagge di libero accesso
  • commercio al dettaglio;
  • attività ricettive;
  • commercio al dettaglio su aree pubbliche (mercati e mercatini degli hobbisti);
  • uffici aperti al pubblico;
  • piscine;
  • palestre;
  • manutenzione del verde;
  • musei, archivi e biblioteche;
  • strutture ricettive all’aperto (campeggi);
  • rifugi alpini;
  • attività fisica all’aperto;
  • noleggio veicoli e altre attrezzature;
  • informatori scientifici del farmaco;
  • aree giochi per bambini;
  • circoli culturali e ricreativi;
  • formazione professionale;
  • cinema e spettacoli dal vivo;
  • parchi tematici e di divertimento;
  • sagre e fiere locali;
  • professioni della montagna (guide alpine e maestri di sci) e guide turistiche

Chiaramente, tutte devono rispettare le regole di prevenzione e diffusione del virus, come indicato nelle linee guida.

Per quanto riguarda i servizi per l’infanzia e per l’adolescenza si dovrà ancora aspettare un decreto attuativo, previsto per il 21 giugno. Tale scelta aveva fatto allarmare gli operatori del settore per cui si è comunicato, con apposita circolare, che dal 15 giugno saranno consentite le attività ludiche, ricreative ed educative dei centri estivi (sia al chiuso che all’aria aperta).
Sarà tuttavia necessaria la presenza di operatori con la responsabilità di mantenere i protocolli di sicurezza

Le attività invece possono prolungare il proprio orario di apertura (senza mai andare oltre le 23:30) e possono anche rinunciare alla chiusura settimanale.

A partire dal 20 giugno sarà consentito, inoltre, lo svolgimento degli sport di contatto, nel
rispetto delle disposizioni di prevenzione del contagio.

In materia di spostamenti invece sono finalmente consentiti gli spostamenti infra ed interregionali, nel rispetto delle regole di sicurezza e con previ controlli.
I lavoratori pendolari per attraversare lo Stretto dovranno compilare un’apposita dichiarazione che accerti lo status di soggetto pendolare ed inviarla alla mail  lavoratoripendolari@protezionecivilesicilia.it mentre sarà obbligatoria la registrazione alla web app Sicilia SiCura per chi viene da altre regioni in visita nella nostra regione. 


L’obiettivo è quello di sensibilizzare l’utente sulla necessità di comunicare il proprio stato di salute. Ogni giorno infatti l’app invia un sms per ricordare all’utente di contattare il sistema regionale sanitario in caso di malessere.

L’ordinanza si esprime anche in merito all’uso della mascherina, affermando che “l’impiego della mascherina è previsto nei luoghi pubblici e nei locali dove non sia possibile garantire continuativamente il mantenimento della distanza di sicurezza interpersonale”.
Sono esclusi dall’utilizzo di mascherina i bambini al di sotto dei sei anni e i soggetti con forme di disabilità che ne rendano incompatibile l’uso.
Chi pratica attività sportiva non ha alcun obbligo di indossarla durante l’attività, a patto che si mantenga la distanza di sicurezza da altri soggetti.

Angela Cucinotta

Caro voli, è polemica in Sicilia. Musumeci: “Più corse e tariffa unica per i siciliani”

Numerose sono le segnalazioni relative alle speculazioni legate all’emergenza pandemica. Se prima erano guanti, mascherine e igienizzanti a preoccupare – e che oramai sono stati regolamentati – oggi, dal momento che si può ufficialmente viaggiare da regione a regione, sono i voli e i treni per rientrare al sud a suscitare dibattiti.

Polemica tra regione Sicilia e Alitalia

Tre giorni fa il governatore della Sicilia, Nello Musumeci, ha attacco la Compagnia di bandiera Alitalia per aver cancellato senza preavviso le tratte di luglio e agosto da e per l’aeroporto di Trapani Birgi con destinazioni Roma e Milano. Il governatore ha parlato di “schiaffo ai siciliani”, ma la compagnia si difende affermando che il numero di prenotazioni era inferiore al 60% e non ha ritenuto “di favorire una più equa distribuzione dello sforzo economico”.

Anche il viceministro ai Trasporti Giancarlo Cancellieri e i sindaci della provincia di Trapani si sono uniti alla polemica. Il viceministro ha ricordato che l’aeroporto Trapanese riceverà entro dà novembre 2020 50 milioni di euro, con i quali verranno attivati i biglietti a tariffa agevolata, definendo questi atteggiamento come “speculazioni politiche”. Il sindaco di Trapani, Giacomo Tranchida, afferma che Alitalia non si può permettere di parlare in termini commerciali dopo che è stata ripetutamente salvata “con i soldi degli italiani”.

La questione è stata discussa nelle ultime ore con il ministro per il Sud, Peppe Provenzano, i sindaci del Trapanese, e Airgest, società che gestisce gli scali, con la presenza anche i sindacati e le associazioni degli industriali, dei commercianti e il presidente Musumeci.

Il governatore della Sicilia ha formalizzato il documento di protesta indirizzata alla direzione generale dell’Alitalia che verrà consegnata martedì al ministro dei Trasporti a Roma.

Il documento sintetizza lo stato d’animo che la  comunità siciliana vive, Musumeci afferma che il comportamento

” registra il cinismo di una compagnia” e continua “si permette di fare i capricci, abbandonando gli scali minori e mantenendo limitato il numero delle corse negli scali maggiori e soprattutto adottando una politica dei costi, inaccessibile per gran parte dei siciliani”.

Per i siciliani il trasporto aereo non è un lusso ma è una necessità, e le politiche adottate dalla compagnia Alitalia scoraggiano i cittadini a far ritorno nella propria terra. Attraverso il documento

chiediamo al governo nazionale di intervenire sull’Alitalia, per applicare una tariffa unica per i siciliani, che faccia la media tra le tariffe accessibili  e le tariffe inaccessibili.

I prezzi proposti dalla compagnia sono solo da un lato accessibili ai cittadini, con biglietti aerei di 70 euro se prenotati con mesi di anticipo, e dall’altro inaccessibili se prenotati nella stessa settimana, con l’ammontare dei costi che può superare i 700 euro. Il governatore conclude il discorso esortando ad evitare queste iniziative speculative nei confronti dei cittadini.

I voli scontati tardano ad arrivare

“Le tariffe sociali? Le stiamo chiudendo, in settimana incontrerò le compagnie aeree”, ha dichiarato Giancarlo Cancellieri, vice ministro dei trasporti a Open. Il motivo del ritardo è dovuta dall’emergenza sanitaria che “Ha ritardato tutto, compresi gli sconti sui voli –chiarisce il Ministro– se non cominciano a volare le compagnie, non possiamo sapere quando scatteranno le tariffe sociali”. E’ in progetto da parte del governo Conte di dare “un contributo per ogni biglietto aereo acquistato da e per Palermo e Catania”. Le tariffe sociali consistono in uno sconto del 30% per ogni biglietto acquistato dai residenti in Sicilia. Non tutti però potranno usufruire dell’agevolazione, ma solo alcune categorie. Ad esempio gli studenti fuori sede, i lavoratori con sede lavorativa al di fuori della regione, coloro che dovranno viaggiare per esigenze sanitarie e i disabili. Le tariffe avrebbero dovuto iniziare già da quest’estate, ma sfortunatamente, il tutto è stato posticipato.

Polemica anche a Catania

Il primo cittadino di Catania, Vincenzo Bianco, ha parlato di un rincaro dei prezzi anche da e per l’aeroporto del Catanese, dove alcuni biglietti verrebbero venduti all’ammontare di 800 euro. Circostanza che si presenta nella tratta Verona-Catania. Le tariffe esorbitanti, però, non dovrebbero continuare per molto tempo. Con la ripresa delle compagnie low cost e il recente annuncio di Alitalia che dovrebbe, da oggi, prevedere il lancio dei voli a 30 euro da Roma e Milano.

La situazione in Calabria

Parlando di Calabria, spostiamo l’attenzione sulle ferrovie.

La bella notizia è che, dal 3 giugno, in Calabria sono arrivati i FrecciaRossa direttamente da Torino senza dover fare cambio a Roma.

Gianfranco Battisti, amministratore delegato e direttore generale del gruppo FS italiane afferma “per la prima volta il Frecciarossa arriva a Reggio Calabria. Il treno simbolo dell’eccellenza italiana nell’Alta velocità collegherà Reggio Calabria al Sistema AV. Un nuovo servizio che avvicina le persone, nel momento in cui il Paese deve ripartire. L’arrivo del Frecciarossa contribuirà alla ripartenza e al rilancio dell’economia e del settore turistico della Calabria e dell’intero Sud Italia”. Ma quanto costerà un biglietto?

La cattiva notizia è che un biglietto da Torino Porta Susa diretto a Reggio Calabria centrale (solo andata) prenotato oggi, con partenza 25/06/2020 parte dai 100 euro fino ad arrivare ai 155 euro. E a differenza di quanto affermato dalla compagnia ferroviaria, sono pochi i treni senza cambi. Invece prendendo il treno da Milano Centrale diretto Reggio Calabria centrale con partenza il 18/06 e prenotato oggi, i costi lievitano a dismisura, per un totale di 237 euro (andata e ritorno) senza neppure scegliere il posto a sedere (che aumenterebbe la spesa di 8 euro).

Comparando i prezzi dei treni diretti al sud con i voli internazionali, sarebbe addirittura preferibile optare per una vacanza piuttosto che tornare a casa dalla propria famiglia: il volo con WizzAir con partenza da Roma e direzione Ibiza a 230 euro (andata e ritorno), oppure una bella vacanza ad Amsterdam con la compagnia aerea Level a soli 126 euro, o anche andare a tornare da Londra con Ryanair a soli 94 euro.

Paola Caravelli

 

https://gds.it/articoli/economia/2020/06/04/aeroporti-riaperti-ma-prezzi-molto-alti-per-la-sicilia-e-pochi-voli-43debd0e-7491-497a-8398-6781b11a67bd/

https://catania.liveuniversity.it/2020/06/10/caro-voli-sicilia-prezzi-biglietti/