Jim Carrey antifascista su Twitter, Alessandra Mussolini: “Sei un bastardo”

 

L’attore ha postato su Twitter un disegno che raffigura Benito Mussolini e Claretta Petacci a testa in giù, riferendosi chiaramente alla loro impiccagione a Piazzale Loreto. Pronta la risposta della nipote dell’ex dittatore: “Sei un bastardo”.

 

“Se vi state chiedendo dove il fascismo porti, chiedete a Benito Mussolini e alla sua amante Claretta”. È questa la didascalia che accompagna il disegno pubblicato sabato da Jim Carrey su Twitter. Il disegno – prodotto dall’attore stesso – ha provocato la reazione della nipote del duce, che ha replicato: “You are a bastard“.

 

Carrey al momento ha preferito non rispondere, ma al suo posto ci ha pensato Evan O’Connell, responsabile comunicazione di Ernst & Young: “Penso che hai confuso Jim Carrey con il tuo nonno omicida”. “O forse con qualcuno della tua famiglia”, ha ribattuto in maniera impacciata la Mussolini, rievocando evidentemente dinamiche discorsive da scuola elementare. Definitivo l’ultimo tweet di O’Connell:

“Mio nonno ha combattuto per liberare l’Europa da persone come tuo nonno”.

L’europarlamentare, sulla scia delle risposte precedenti, ha concluso il dibattito con “Vuoi un applauso?”. Sul suo profilo personale ha poi pubblicato una serie di immagini legate a questioni buie della storia americana, invitando Carrey a disegnare un fungo atomico, un gruppo di nativi americani e uno schiavo nero frustato dal suo padrone bianco. Infine ha chiesto se conoscesse la storia di Rosa Parks. In un altro tweet ha tenuto a rassicurare il presidente americano Donald Trump: “Il presidente Trump non deve preoccuparsi dei poveri attacchi politici di Jim Carrey; i suoi disegni sono solo carta straccia”. La Mussolini fa riferimento alla militanza politica “social” dell’attore canadese, spesso impegnata contro l’inquilino n.1 della Casa Bianca.

L’agorà di Twitter ha ovviamente amplificato la discussione. Alcuni hanno ironizzato sull’inglese all’italiana della Mussolini (“do you want applause?”), molti si sono schierati più severamente contro di lei. Nonostante quelle a cui fa riferimento siano sicuramente delle pagine nere della storia americana, è inammissibile che  si difendano ancora il fascismo o i suoi attori, hanno twittato in molti. Non sono mancati, ad ogni modo, i commenti per Jim Carrey: l’attore è stato criticato per la “negatività” dei suoi disegni ed è stato invitato a dedicarsi alla carriera di attore.

 

Francesco D’Agostino

“Sono tornato”: quando l’incubo del passato ci insegna qualcosa

“Sono tornato” è un film del 2018 prodotto dalla regia di Luca Miniero. La pellicola è una trasposizione all’italiana del film tedesco “Er ist wieder da” (che avevamo recensito qui: Lui è tornato). Entrambe raccontano di un ipotetico ritorno ai giorni nostri, rispettivamente, di Mussolini ed Hitler.

Nei panni del Duce troviamo Massimo Popolizio, il quale ha ricevuto, per la magistrale interpretazione del personaggio, il premio Flaiano per le sceneggiatura. Ad aver a che fare con il dittatore vi è invece Frank Matano, nei panni del giovane regista di nome Canaletti da poco licenziato per l’emittente per cui lavorava. Il giovane, scambiandolo per un originalissimo attore, non si lascia sfuggire l’occasione: i due iniziano un viaggio lungo il bel paese per girare un docufilm sulla figura del dittatore e, a detta di quest’ultimo, per “ricostruire l’impero”.

Mussolini ha così modo di confrontarsi con l’Italia di oggi, i suoi problemi e le lamentele del suo popolo e da abile comunicatore qual era riuscirà a godere della simpatia di molti. Tra gag esilaranti e critiche provocatorie lo spettatore potrà divertirsi e riflettere allo stesso tempo, guardando quella che potrebbe definirsi una commedia pedagogica. Si tratta di una vera opera cinematografica e soprattutto documentaristica, infatti la pellicola non ha il solo fine di seguire una trama ma svolge anche un’attenta analisi della realtà. Emblematica, a tal proposito, è una frase dello stesso Mussolini:

Eravate un popolo di analfabeti, ritorno dopo ottant’anni e vi ritrovo ancora un popolo di analfabeti

Il film, come invece si potrebbe pensare, non vuole essere solo una mera ammonizione a ciò che non funziona nel nostro paese ma anche e maggiormente al popolo italiano. Quest’ultimo infatti si rivela, agli occhi del dittatore, ancora incapace e/o negligente riguardo la gestione della cosa pubblica. Inoltre, come si può notare da scene girate in “incognito”, molti connazionali, alla vista del capo fascista, reagiscono scherzosamente con il tipico saluto senza rendersi conto del peso storico di determinati fatti. Ecco allora che l’incubo del nostro passato può insegnarci qualcosa: dobbiamo sempre autovalutarci, come singoli e come popolo, con spirito critico. Tutto questo al fine di riconoscere le nostre lacune come cittadini e colmarle per il nostro bene sociale e per quello democratico del nostro paese.

Angela Cucinotta