“90MIN” di applausi per Salmo

Il cantante rapper Salmo torna nello scenario musicale con il suo nuovo singolo “90 Min” che prepotentemente conquista il podio delle principali classifiche italiane. Il 34enne sardo appare nuovamente dopo due anni dall’ultimo album “Hellvisback” e non delude le aspettative dei suoi fans. Il nuovo singolo, uscito il 21 Settembre, ottiene immediatamente grande successo e già il giorno seguente il cantante stesso scrive su Instagram: “Con oltre 1 milione di streaming in 24h, 90MIN si piazza al primo posto della classifica iTunes, Spotify e Apple Music, battendo così il record italiano di ascolti nelle prime ore dall’uscita“.

 

 

Il singolo, che è già disco d’oro, descrive la società italiana contemporanea nell’inconfondibile stile sarcastico che è caratteristico della maggior parte della sua produzione musicale. Il flow è incalzante e le rime potentissime evidenziano le innumerevoli contraddizioni che il rapper canta nel nuovo singolo. I temi rispecchiano la situazione italiana attuale, Salmo prende in considerazione la chiesa, lo stato, il fenomeno dell’immigrazione, l’informazione, nulla sfugge alle rime del cantante. “Prego sedetevi comodi, sta cominciando lo show” recita il ritornello. Di fatto “90MIN” fa parte di uno “show” ancora più grande rappresentato dal nuovo album “Playlist” in uscita il 9 Novembre, atteso con ansia da tutti i fans. In qualunque caso, tenendo in considerazione ciò che finora abbiamo ascoltato non ci resta che dire che i “90 minuti di applausi” sono tutti meritati.

 

Federica Cannavò 

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Fabri Fibra e l’ultimo album “Fenomeno”

Il rapper, classe 1976, nato a Senigallia il 17 Ottobre,  anche questa volta non ha deluso le aspettative. C’è chi lo ricorda da “Applausi per Fibra” nel lontano 2006, chi invece ha scoperto questo “fenomeno” solo recentemente.

Ebbene oltre ad essere un successo divenuto pure doppio disco di platino, l’album ci racconta fondamentalmente due esperienze che hanno caratterizzato la vita di Fabri Fibra: l’evoluzione del rap negli ultimi 10 anni ed il difficile rapporto con la sua famiglia.

Iniziamo subito evidenziando il fatto che Fabri Fibra ha contribuito pienamente a rendere il rap il fenomeno sociale che è adesso; e con questo album risponde anche a tutti quelli che lo credevano finito. Nella seconda traccia, intitolata “Red Carpet”, parla di come una volta fosse molto più difficile raggiungere una certa importanza nell’industria musicale, specie nel rap. A oggi “tutti fanno il rap” e “sognano il red carpet”. 

Quando Fibra entrò all’Universal si portò con sé il fratellino Nesli, già prima dell’approdo in Major, e furono una fantastica coppia soprannominati come i “Fratelli bandiera.” Tra il 2009  e il 2010 però finirono per litigare per dei problemi legati alla musica e sul come farla.

Fibra, oltre ad essere molto conscious, è un abile provocatore nei suoi brani, cosa che in particolar modo Nesli non ha apprezzato. Così facendo, le strade dei fratelli si sono separate. Fibra ha sempre mantenuto il silenzio in merito alla faccenda ma ecco che in “ Nessun Aiuto “,  sedicesima traccia dell’album Fenomeno, tratta il tema del loro rapporto nel corso degli anni in maniera del tutto inedita e senza veli. Se pensiamo che Fibra non possa essere ancora più storyteller ci sbagliamo di grosso con “Ringrazio”. Oltre ad essere uno dei titoli più azzeccati per un outro, il brano espone come il suo difficilissimo rapporto con la madre abbia influito pesantemente nel carattere del rapper:

“Soffro di claustrofobia appena parlo di mia madre”. “Mi sento solo e ringrazio mia madre, la notte sogno che ammazzo mia madre.”

Di certo Fibra non sarà esente da colpe ma si potrebbe mai arrivare al punto di odiare nostra madre – colei che ci ha dato la vita – fino a volerla vedere dentro una bara?

https://www.youtube.com/watch?v=vVuA_ardoxo&app=desktop

Francesco Lui 

Sputnik: Luca Carboni incontra la generazione itpop

Il mondo aspetta una grande festa/ una bomba nucleare./ E noi che ce ne andiamo al mare/ ce ne andiamo al mare

Una navicella spaziale orbita su un pianeta terra occupato da icone pop e dinosauri. L’estate della riviera romagnola si trasferisce in un villaggio vacanze lunare tra ombrelloni, sedie a sdraio, tintarelle ai raggi x e alienazione. La copertina dell’ultima uscita discografica di Luca Carboni (che lui stesso ha disegnato), Sputnik, riproduce le dissonanze contenute nelle nove tracce dell’album. L’immagine rimanda a quella di un LP dei Supertramp del 1975, Crisis? What Crisis?, in cui un ombrellone piantato sul terreno di un paesaggio industriale, nei fumi delle fabbriche, stacca con ironia il piano da una prospettiva edonistica di “grande festa”. Allo stesso modo, in uno spazio di bombe-pop e ristagnanti umori post apocalittici, si apre il disco del cantautore bolognese. Il tema di una giostra perenne e divertimento da cogliere a tutti i costi è cifra caratterizzante di quest’epoca lontana da porti sicuri e incerta sul presente. L’incontro tra il nuovo cantautorato “indie” e il cantore di malinconie anni ’80-‘90 fa di Sputnik un disco che ha l’occhio rivolto all’oggi: la partenza, i figli, l’amore digitale. Ma c’è anche un legame stretto con quel linguaggio che ha attratto le nuove schiere di musicisti che hanno riconosciuto in Luca Carboni l’artista a cui più di tutti gli altri accostarsi.

L’album si presenta quindi come un esperimento collettivo, risultato dalla confluenza di voci diverse del panorama itpop.  Uscito a distanza di tre anni dal precedente Pop Up (2015) e prodotto da Michele Canova Iorfida (che ha collaborato all’intera discografia di Tiziano Ferro, circostanza che emerge qua e là in diversi momenti). Alla stesura dei brani, insieme a Carboni, hanno preso parte Calcutta (Io non voglio), Flavio Pardini, in arte Gazzelle (L’alba), Giorgio Poi (Prima di partire). Ancora più del predecessore, Sputnik va in direzione di un’elettronica trascinante e ballabile che utilizza synth e tastiere. Il titolo è tratto dal nome del satellite russo a forma di CD Sputnik 1 lanciato nel 1957: “sono cresciuto durante la guerra fredda”, ha dichiarato il cantautore, “lo sputnik aveva una forma affascinate. E Yuri Gagarin, primo uomo nello spazio, diceva che la terra vista da lassù era bellissima. Questo disco è la mia vista dall’alto”.  La freschezza della trama sonora è però toccata nei testi da un senso di decisa difficoltà esistenziale.

Lo sguardo è rivolto alla new wave anni ’80 in un’operazione che strizza l’occhio al tormentone estivo con atteggiamento canzonatorio e aperto insieme al nuovo. Luca Carboni, nel suo tredicesimo album in studio, fa a meno degli strumenti privilegiando suoni campionati. La vivace atmosfera di festa godereccia, come risulta dal singolo pubblicato in anteprima, Una grande festa, attraversa punte di malinconia, “parlare della sfiga proprio non si può/ il dolore e l’ingiustizia non brillano neanche un po’”. Alla esplosiva traccia di apertura segue, 2, inno della vita di coppia, con le sue gioie, ma anche coi suoi momenti di dolore “mi dai capricci e miracoli/ mi dai l’amore a modo tuo”. In amore digitale, scritta insieme ad Alessandro Raina, è l’antenna del wi-fi a stemperare la solitudine, “l’amore c’è ma non si vede/ è più veloce”. Tra i pezzi più riusciti del disco Ogni cosa che tu guardi ha una linea melodica pop che si riveste di un refrain corale. I ricordi del muro e di Alexanderplatz (celebri quelli cantati dall’amico Franco Battiato, con cui Carboni ha inciso qualche anno fa una cover di Silvia lo sai) affiorano ne I film d’amore. Di impatto electro L’alba affronta il tema dei figli che viaggiano per cercare un futuro migliore: “ e vanno giù e tornano giù tra le password e i segreti”. La title track posta alla fine del disco recupera pacatezza e tono confidenziale, prolungandosi per 4 minuti di soffusa e intima confessione. Sputnik si muove così a metà strada tra la piena maturazione autoriale e l’avvicinamento a un universo composto di nuovi elementi: l’astronave che sorvola uno spazio pieno di contraddizioni porta a bordo chi negli anni ’80 era appena nato o doveva ancora nascere. E Carboni ancora ci ricorda, con un lavoro che convince, lieve ma riflessivo al contempo, che “gli esseri umani sono tristi per natura, ma il pop è qui per dimostrarci che non è poi così dura” (Una grande festa).

Eulalia Cambria

Le 25 canzoni da ascoltare durante le feste. La compilation di UniVersoMe

 

Sta per calare il sipario anche quest’anno.
Abbiamo pensato, per aiutare tutti a superare queste feste, tra una fetta di pandoro e una di panettone,  di selezionare 25 canzoni italiane e internazionali di Natale tra le più belle di sempre.

Così da accompagnare la digestione e farci entrare un po’ di più nello spirito natalizio.

O almeno questo è l’auspicio.

Scopriamole a partire dall’ultima, andando a ritroso in un viaggio tra suoni, generi, temi e stili diversi. Ce n’è davvero per tutti i gusti. Pronti? Via!

 

 

  1. Natale allo zenzero – Elio e le storie tese: 

Nella raccolta a tema, pubblicata in album nel Natale 2016, Elio e le storie tese mettono sul piatto gli elementi necessari per scrivere una canzone di Natale. L’ingrediente fondamentale non è il presepe o Gesù bambino, bensì lo zenzero.

 

  1. Last Christmas – Wham!: 

Il brano inizialmente doveva essere intitolato Last Easter ed uscire a Pasqua, ma i Wham!, il cui leader era George Michael, decisero invece di sfornarlo appena in tempo per il Natale del 1984. E ad oggi non può mancare in nessuna compilation.

 

  1. Le luci di natale – 883: 

Una delle canzoni a cui siamo più affezionati. I ricordi di infanzia accessi dalle luci colorate di Natale evocate nel ritornello da Max Pezzali.

 

  1. Xdono (Perdono) – Tiziano Ferro: 

Sono passati 16 anni da quando le radio trasmettevano a profusione la hit di Tiziano, tra le canzoni pop italiane forse più azzeccate dell’ultimo quarto di secolo. Un testo che guarda all’anno appena trascorso; richiamo ai nostri migliori anni che non abbiamo voluto omettere.

 

  1. Christmas Bop – Marc Bolan & T. Rex: https://www.youtube.com/watch?v=YXPTiAuWEew

L’estate è andata e la neve è caduta. Il padrino per eccellenza del glam Marc Bolan non vide mai uscire questo brano che venne pubblicato, solo dopo la sua morte, nel 1982. Ma i “T.Rexmas” invitano tuttora gli ascoltatori a non trascurare il fatto che a natale non si può non ballare.

 

  1. Don’t believe in Christmas – The Sonics:

Il rock scardina certezze. Lo sanno bene i Sonics che nel 1965 vengono drammaticamente a patti con la realtà: Santa Claus non è sceso dal camino, anche se sono rimasti svegli fino a tarda notte ad aspettarlo. Da quel momento in poi Roslie&Co smetteranno di credere al Natale.

 

  1. Sante Nicola – Vinicio Capossela: 

Ve ne avevamo parlato in occasione del concerto a Messina. Nel 2008 venne pubblicato Da Solo, disco in cui Vinicio inserì questa fiaba natalizia su Santo Nicola, personaggio che porta in dono l’eloquenza, cioè la capacità di comunicare e scaldarci il cuore aprendoci agli altri.

 

  1. Merry Something – Devo: 

Poche ciance: un minuto e mezzo bastano per fare gli auguri a tutti a nome dei Devo. “Whether you’re christian, muslim or jew. Happy Holidays!”

 

  1. Blue Christmas – Low: 

Anche gli indie Low nel 1999 hanno fatto uscire, sulla scorta delle grandi compilation del rock, un disco dedicato al riarrangiamento di alcuni brani storici della tradizione natalizia, accompagnati da pezzi originali della band. Blue Christmas è una canzone statunitense scritta nel 1948 da Billy Hayes.

 

  1. Frosty The Snowman – Cocteau Twins: 

Gli alfieri del dreampop non si sono astenuti dal dichiarare un loro tributo alla festività del Natale. Il brano Frosty the Snowman, altro standard del periodo, viene riplasmato attraverso le estensioni vocali di Elizabeth Fraser: la 35 esima migliore canzone delle feste di tutti i tempi per la webzine Pitchfork.

 

  1. All I want for Christmas – The Yeah Yeah Yeahs: 

Una deliziosa canzone su cosa desiderare di più al mondo quando è natale. Per gli Yeah Yeah Yeahs, che nell’occasione sfoggiano una mise natalizia con coniglietti e altri animaletti addobbati per le feste, c’è solo il proprio/a fidanzato/a.

 

  1. Quale Allegria – Lucio Dalla: 

Natale, come sappiamo bene, non è solo allegria e compagnia di parenti e amici. A consumarsi c’è spesso anche la piaga della solitudine che Lucio Dalla, in questo bellissimo brano contenuto in Come è profondo il mare, mette in primo piano attraverso la figura di Andrea, ucciso 15 volte per 15 anni la sera di Natale.

 

  1. Put the lights on the tree – Sufjan Stevens: 

Box interamente dedicato al Natale quello del cantautore americano Sufjan Stevens. Pubblicato nel 2006, Song for Christmas, è un trionfo di armonizzazioni e suoni per le feste composto da 42 pezzi. Da ascoltare d’un fiato almeno una volta entro il giorno della befana.

 

  1. Are you coming over for Christmas? – Belle & Sebastian: 

Programmi fissati per il 25 dicembre? I Belle and Sebastian hanno le idee (abbastanza) chiare. Passarlo tra tetti di ardesia fredda che brillano alla luce delle stelle.

 

  1. Merry Christmas (I don’t want to fight tonight) – Ramones: https://www.youtube.com/watch?v=tN2NNwZ1op8

A Natale sono tutti più buoni. Persino i Ramones. Basta litigare. Peace, love e rock’n roll.

 

    10. Canzone per Natale – Morgan: 

Da Canzoni dell’appartamento, album solista di Marco Castoldi del 2003, un’emozionante brano sull’alienazione personale e il risvolto consumistico delle feste. Per sognare di festeggiare.

 

  1. Leggenda di Natale – Fabrizio de Andrè: 

Il periodo invernale, nella silloge di storie degli sconfitti cantata da De Andrè, è la stagione in cui si consuma un crimine da parte di un babbo natale senza scrupoli nei confronti di una bambina innocente. Capolavoro tratto dall’album Tutti morimmo a stento e ispirato a Brassens.

 

  1. December, 1963 (oh what a night) – The Four seasons: https://www.youtube.com/watch?v=nDxhugRKZ8g

Canzone della nostalgia per le amorose imprese giovanili di un fantomatico dicembre del 1963 (uscito nell’album Who Loves You in piena disco music) del gruppo italo-americano di Frankie Valli, recentemente omaggiato nel film Jersey Boys da Clint Eastwood e noto al grande pubblico giovanile per il brano Beggin’.

 

  1. Natale – Francesco De Gregori: 

    C’è la luna sui tetti, c’è la notte per strada, le ragazze ritornano in tram. Intimo manifesto metropolitano dell’allegra tristezza cantato dal cantautore romano e contenuto nel disco omonimo del 1978.

 

  1. Marshmallow world – Darlene Love (Phil Spector):  

Ancora nel 1963 Phil Spector, noto produttore discografico (lavorò coi Beatles e portò alla ribalta numerose band negli anni ’60, tra cui the Ronettes), fece uscire la compilation di vari autori intitolata A Christmas Gift for you. Una pietra miliare per tutti i dischi natalizi, dal quale abbiamo selezionato Marshmallow world.

 

  1. Il Natale è il 24 – Piero Ciampi: 

Per quinto il tassello abbiamo riservato un posto d’onore a Piero Ciampi. Cantautore di Livorno, ebbe un cammino burrascoso lontano dai riflettori ma cosparso dalla produzione di gemme che hanno ridefinito il concetto stesso di musica d’autore. Come questa, dove c’è Gianna che ha un cuore molto strano.

 

  1. Wonderful christmastime – Paul McCartney: 

Saliamo di un gradino e troviamo Paul McCartney. Pubblicato nel 1980 McCartney II è il quattordicesimo disco solista dell’ex Beatle. L’album fa incetta di sintetizzatori e suoni, sulla scia della coeva elettronica, che il nostro trasferisce magistralmente anche in un brano sul Natale presente nella ristampa del 2011.

 

  1. Silent Night – Can: 

    Il terzo posto del podio spetta ai Can, storica band tedesca che insieme ai Kraftwerk ha posto le basi del krautrock. Ci siamo divertiti scegliendo un’insolita Silent Night, rigorosamente in chiave elettronica.

  1. E’ nato, si dice – Pierangelo Bertoli: 

    Eccoci qui. Alla fine abbiamo eletto la canzone di Pierangelo Bertoli come brano italiano per eccellenza di ogni ricorrenza natalizia. E’ nato, si dice contiene un testo di una lucidità enorme che ridicolizza le ottuse esteriorità e i fronzoli delle feste con grande divertimento e ironia.

 

     1. Little Saint Nick – Beach Boys:


Dalle onde della surf music alla compilation sotto l’albero. I Beach Boys trasposero, con anticipo sulle sinfonie che poi trovarono perfetto compimento in Pet Souds (1966), i cori le armonie e riverberi della loro produzione in un disco di cover di Natale; uno dei più importanti della storia del rock. The Christmas album vide la pubblicazione nel 1964, e questa che abbiamo scelto è la traccia di apertura.

 

Eulalia Cambria

 

 

Eventi della settimana

Mercoledì 5

  • APERIBOOK 

DOVE: FeltrinelliPoint via Ghibellina

QUANDO: ore 20:30

COSA: Buffet libero (con variante anche vegana e vegetariana) + drink, € 10.
Secondo drink, € 6.
Consultazione libri e connessione wi-fi, free.

 

Giovedì 6

  • CINEMA IN ORTO – OMAGGIO A MONICA VITTI

DOVE: Orto botanico Pietro Castelli , piazza XX settembre

QUANDO: da lunedì 3 luglio al gioved’ 13

COSA: Siamo giunti quest’anno alla quinta edizione di “Cinema in Orto”, la consueta rassegna estiva organizzata dall’Orto Botanico “Pietro Castelli” e il Cineforum Orione in collaborazione con l’Associazione Antonello da Messina. Nuovi appuntamenti per passare una serata nell’Orto Botanico coniugando la passione per il cinema con la passione per le piante.
Sulla scia delle rassegne degli anni scorsi, si continuano a proporre film legati al nostro territorio, diretti o interpretati da chi a Messina è nato o ha vissuto: quest’anno le proiezioni nella cavea dell’Orto saranno dedicate alla famosa attrice Monica Vitti (1931), che ha trascorso parte della sua infanzia nella città dello Stretto.
Per le quattro serate l’Orto Botanico sarà aperto dalle 20.00 alle 23.00 – Ingresso gratuito

 

FILM IN PROGRAMMA:

1. lunedì 3 luglio, ore 21 – POLVERE DI STELLE (1973) – Durata 123’
Regia: Alberto Sordi
Interpreti: Alberto Sordi, Monica Vitti, John Phillip Law, Wanda Osiris, Carlo Dapporto

2. giovedì 6 luglio, ore 21 – LA RAGAZZA CON LA PISTOLA (1968) – Durata 102’
Regia: Mario Monicelli
Interpreti: Monica Vitti, Carlo Giuffrè, Stefano Satta Flores

3. lunedì 10 luglio, ore 21 – TERESA LA LADRA (1973) – Durata 125’
Regia: Carlo Di Palma
Interpreti: Monica Vitti, Stefano Satta Flores, Isa Danieli, Carlo Delle Piane, Michele Placido
Tratto dal romanzo “Memorie di una ladra” di Dacia Maraini

4. giovedì 13 luglio, ore 21 – DRAMMA DELLA GELOSIA (1970) – Durata 107’
Regia: Ettore Scola
Interpreti: Marcello Mastroianni, Monica Vitti, Giancarlo Giannini

 

  • GIOVEDÌ CHUNGA CHUNGA DUBLINERS

DOVE: Weplaya

QUANDO: 19:30

COSA: Start ore 20.30 #Apericena con Live Chef a 15€ Food & Drink e …
Ingresso Gratuito alla serata
Live Music• #IlTrio #SalvoAlbano ad accompagnarci fino alle 23.30 !!!
Dalle ore 20.30 ingresso sempre con #NOMEINLISTA, Drink incluso, a 7.00 €.
TAVOLO con Bottiglia a 80€ Con 6 Exit (seconda bottiglia a 70 €)
TAVOLO con Bottiglia Premium a 100€ con 6 Exit.
Per info e tavoli contattateci! https://www.facebook.com/events/429056467493851/?acontext=%7B%22ref%22%3A%223%22%2C%22ref_newsfeed_story_type%22%3A%22regular%22%2C%22feed_story_type%22%3A%22263%22%2C%22action_history%22%3A%22null%22%7D

 

  • POLLIO LIVE

DOVE: Glirrerammare

QUANDO: ore 22:30

COSA: Fabrizio Pollio, questa volta in Sicilia per presentare al pubblico il suo primo album solista, Humus.
Fabrizio Pollio è un cantautore milanese. HUMUS è il suo disco di esordio solista, un album adulto, antropico, connaturato e passionale, condito da parallelismi religiosi, metafore culinarie e citazioni colte. Tra fughe e congedi, la lirica cantautorale si configura spesse
volte come sfogo solitario, altre come punto di vista soggettivo e dunque corale di quello che è un altrove abitato da gente e animali, solitudini gremite e cronaca contemporanea, fatta di stragi vissute alla tv e lotte interiori. Chitarre, tastiere e qualche innesto elettronico sono il punto di partenza strutturale di ogni brano. Gli arrangiamenti, sempre dinamici e spesso minimali, strizzano l’occhio – e l’orecchio – ad atmosfere e sonorità d’oltralpe, senza perdere di vista la forma canzone tipicamente italiana.
Come ogni giovedì, si brinda e si beve sotto il segno di Beer Happy, in collaborazione con il Beer Shop Mi Mbracai, sarà disponibile una selezione di birre artigianali ghiacciate e gustosissime.

 

Domenica 9

  • ROCK IN RIVA – THE TRIP TAKERS 

DOVE: Riva Club

QUANDO: 22:00 alle ore 1:00

COSA: Start up apertura locale ore 19:00 con apricena
Start up ore 22.00 – FREE ENTRY a seguire “IT – DjSet” Cult 50/60/70/80/90

 

Jessica Cardullo

Arianna De Arcangelis