Il MuMe regala alle donne un percorso tutto al femminile

Venerdì 8 e sabato 9 marzo 2019.  Museo Interdisciplinare di Messina in accordo con l’associazione Guide Turistiche Eolie-Messina-Taormina, con a capo Cristina Leone, celebra la Festa della Donna organizzando un percorso tematico dedicato alla figura femminile.
L’evento intitolato “D d’arte” è stato progettato con l’intento di analizzare lo sviluppo della figura femminile nell’arte attraverso la descrizione di 12 opere selezionate. I visitatori, infatti, sono stati accompagnati dalle guide attraverso le collezioni museali, per osservare statue, dipinti e mosaici da una nuova prospettiva: come la donna sia stata protagonista, soggetto e musa ispiratrice nell’arte. Un tour tutto al femminile che si è snodato dalla sezione archeologica fino all’ultima tela scelta per il percorso: un ritratto di fine Ottocento.

 

Ѐ Costanza Rizzo, segretario dell’associazione Guide Turistiche Eolie-Messina-Taormina a spiegarci il perché di un percorso così singolare:

 

“L’idea nasce dal Presidente dall’associazione Cristina Leone. Da anni propone di fare questo tipo di percorso. Sia perché ci piace l’idea di celebrare la donna in modo diverso, infatti, organizziamo tantissime iniziative durante l’anno, sia perché volevamo mostrare alcune opere del Museo che vengono trascurate dai nostri visitatori. Il MuMe è famoso per Antonello, per Caravaggio, per il Montorsoli, ma moltissimi quadri, come il ritratto che fa da copertina alla nostra iniziativa, il ritratto della Donna in Nero, solitamente passano inosservati agli occhi dei visitatori, in quanto è esposto in una delle ultime sale. Proprio per questo abbiamo voluto portare alla ribalta una serie di opere meno note. Abbiamo scelto donne sante, martiri, tutte donne vittime di femminicidio. Infatti l’idea era quella di fare un parallelismo tra il femminicio oggi e quello nei secoli scorsi. Soprattutto perché le donne rappresentate all’interno delle nostre gallerie – dato che le collezioni presenti all’interno del Museo hanno pochi ritratti profani o semplicemente di donne reali- purtroppo raccontano spesso storie di martirii. Tali torture fungevano da esempio per le donne del tempo affinchè fossero dimesse, fossero umili, religiose. Noi abbiamo posto l’accento su questo. Esaltando la bellezza femminile e chiudendo il nostro tour con una donna aristocratica. Una donna consapevole, piena di sé, cinta in un abito mozzafiato che esalta la sua femminilità. Infatti, tengo a precisare che noi aderiamo all’iniziativa del posto occupato, e che, organizzando questa giornata, interamente dedicata alla donna, non intendiamo esaltare nessuna differenza di genere. Anzi. Organizzeremo una giornata tutta al maschile per la festa del papà perché abbiamo tantissime iconografie di uomini presenti all’interno delle sale. ”

 

Per la giornata dell’8 marzo è stato assicurato al gentil sesso, dalle 9 alle 18.30, l’ingresso gratuito, come disposto dall’Assessorato Regionale dei Beni Culturali e dell’identità siciliana. Affluenza stupefacente. Altissima. Molto più delle aspettative riposte. Affluenza di entrambi i sessi. Uomini e donne.

Il MuMe ha confermato, ancora una volta, gli obiettivi di impulso di crescita sociale e culturale del territorio aderendo al Progetto Nazionale dedicato alle vittime della violenza di genere riservando un Posto Occupato nelle sale museali, davanti al dipinto La Strage degli Innocenti, databile fra il 1609 e il 1610, del messinese Alonzo Rodriquez.

La scelta dell’opera, proposta dalla direttrice della struttura museale Caterina Di Giacomo è stata condivisa per il forte impatto emozionale da Maria Andaloro, ideatrice della significativa e importante iniziativa.

 

Gabriella Parasiliti Collazzo

I traguardi raggiunti e quelli futuri: inaugurazione anno accademico

Nettuno con la sua mano tesa accanto al palco sembra dare la benedizione all’inaugurazione dell’anno accademico dell’Università di Messina. Quale posto migliore del MuMe per celebrare il ruolo della cultura e formazione perfettamente in cifra col mandato del rettore Cuzzocrea : un dialogo continuo con le Istituzioni e la città.

Presidente della Regione Sicilia – On. Nello Musumeci ©GiuliaGreco, 2019

Il primo a prendere la parola è stato il presidente della regione Nello Musumeci il quale non si è limitato a degli striminziti saluti istituzionali, ha sottolineato la necessità di intervenire per far acquistare nuovamente a Messina quel ruolo centrale che aveva nei decenni scorsi. La parete dove solitamente il Polittico di San Gregorio è appeso è vuota, silenziosamente dice “qui nessun’altra opera può essere appesa” (ndr il Polittico è esposto momentaneamente a Palazzo Abatellis a Palermo), il presidente ha rimarcato l’importanza del MuMe aggiungendo che il progetto di promozione e pubblicità di questo coinvolgerà quotidiani nazionali ed internazionali.  Con fermezza, dopo le polemiche per le dichiarazioni di Sgarbi, afferma che nessuna opera uscirà dai musei siciliani.
È un messaggio importante, molto forte, i prestiti di opere sono elemento insito della gestione dei musei.
Però l’arte non può essere ripiegata su se stessa,  certo è necessario una valorizzazione del nostro patrimonio culturale ma non con una chiusura, col dialogo, anche fra opere.

Un veloce ed incisivo intervento della direttrice del museo Caterina di Giacomo la quale ha sottolineato il ruolo dell’arte e della necessità per i giovani di avere dei sogni e poterli realizzare.
Il Presidente del CRUI prof. Gaetano Manfredi ha evidenziato che la ripartenza del Mezzogiorno deve essere centrata sul valore della scuola, della formazione e dell’università “Se noi non riusciamo a valorizzare il nostro capitale di giovani non abbiamo nessuna possibilità di competere né a livello nazionale né internazionale”. 

Segue il Magnifico Rettore che ha ribadito il valore della formazione e della cultura, specialmente nel momento storico che stiamo vivendo, la necessità di valorizzare l’impegno degli studenti, che spesso porta alla “fuga” verso altri lidi. È un discorso pieno di soddisfazione per i risultati ottenuti nei primi mesi : le convenzioni con le istituzioni territoriali, i progetti europei e gli accordi internazionali, l’allargamento della base dell’esenzione totale dalle tasse, l’implementazione del supporto agli studenti.
E anche di ottimismo per le sfide future che vedono la sistemazione della biblioteca universitaria, la ristrutturazione della facoltà di scienze e il progetto triennale di sviluppo del Policlinico.
Il patrimonio insostituibile per l’Unime rimaniamo noi studenti.
Nel segno dei discorsi precedenti il Rettore ha concluso rimarcando la centralità dell’Università come luogo di confronto civile e democratico, dove si sviluppa una società più inclusiva e rivolgendosi agli studenti:

Gli studenti devono sognare di più, un vincitore è un sognatore che non si è mai arreso: sogniamo insieme.

 

Senatrice Accademica – Laviniarita Parisi

È il turno della rappresentante degli studenti Laviniarita Parisi che ha iniziato dichiarandosi onorata di rappresentare gli oltre 25000 studenti , partendo dalla parola “orgoglio” inteso come sentimento di giustificata fierezza e nel caso specifico di appartenenza all’ateneo messinese. Ha ripercorso i traguardi degli nove mesi del mandato del rettore, sottolineando il risparmio di tempo, di risorse ed aumento dei servizi. La digitalizzazione dell’ateneo, fra i primi atenei di Italia a sviluppare il progetto “Livechat” finalizzato alla comunicazione fra studenti e personale amministrativo, la modifica degli orari delle biblioteche universitarie e le politiche di agevolazione fiscale il rimborso del tributo omnicomprensivo per gli studenti idonei ed i borsisti ERSU che, come ha sottolineato la rappresentante, permettono una formazione libera ed accessibile.
Ha concluso indicando la necessaria implementazione della sicurezza nei locali universitari, gli interventi sui servizi di trasporto per i singoli dipartimenti, l’importanza di offerte formative basate sulle esigenze del territorio, progetti di orientamento in uscita e la creazione di luoghi di aggregazione come spazi verdi, aree ricreative all’interno dei vari dipartimenti così da permettere un costruttivo sviluppo delle rapporti sociali,

 Una università a misura di studente.

Rivolgendosi al presidente della regione ha rimarcato l’importanza dell’ERSU come ente nevralgico per il supporto degli studenti “self-made” affinché possano raggiungere i propri obiettivi sia accademici che professionali. Mettendo in risalto la difficoltà che gli accorpamenti degli atenei causa alla rappresentanza dei singoli e la necessità di migliorare la rete di trasporti anche fuori dalla realtà urbana vista la centralità dell’Università peloritana, dove la concentrazione di studenti pendolari e fuori sede è alta.

 

Il direttore della Fondazione museo egizio di Torino – Christian Greco

 

Il filo conduttore di tutti gli interventi è stato l’importanza della formazione, della necessità in questo momento di valorizzare la cultura e l’autonomia degli atenei dove il pensiero si sviluppa e il confronto è continuo. È l’unica soluzione per affrontare e superare le difficoltà del paese: una società esperta, preparata e proiettata verso l’altro, l’ignoto da conoscere, comprendere.

Tutto parte da una università come ha auspicato Lavinia Parisi “Università orizzontale, un luogo in cui gli studenti possano interagire con tutte le altre figure, da quella del docente a quella del Rettore, in un clima di arricchimento reciproco, di comunicazione e di attivo scambio fra membri della stessa comunità”. 

Consapevoli di ciò che ci unisce e di un futuro da costruire insieme tramite il confronto buon anno accademico Unime!

 

Arianna De Arcangelis 

ph Giulia Greco

Museo di Messina: l’Italia è fatta, adesso bisogna fare gli Italiani

Il sabato scorso, dopo mesi e mesi di attesa trepidante, ho finalmente potuto varcare la soglia della sede definitiva del Museo Regionale di Messina, che dalle 20:30 alle 22:30 apriva i suoi battenti gratuitamente al pubblico: la prima apertura completa della struttura museale, a distanza di oltre cento anni dalla sua nascita. Insieme a me una folla notevole (lascio ai contabili del giorno dopo la stima dei numeri, per me erano e resteranno sempre “chio’ssai d’i cani i Brasi”, come si dice a Messina) composta da gente di ogni età, ceto e condizione sociale accorsa da tutta Messina e anche da fuori, anche a seguito della notevole campagna pubblicitaria che questa volta ha coinvolto anche le reti televisive nazionali.

Nel mio personale sentire, il Museo Regionale di Messina, fin dalle prime volte in cui lo visitai da piccolo, è sempre stato un luogo speciale, quasi sacro. Uno scrigno della memoria, come ebbi modo di scrivere in un articolo in occasione della apertura parziale di Dicembre. Un grande tempio laico dedicato a Messina. Mi piace pensare che nessun altro museo al mondo possa vantare una storia simile, anche se forse non è così. La sua storia si intreccia indissolubilmente con quella del Terremoto del 1908: prima era poco più che una pinacoteca comunale sorta dal confluire di collezioni private.

Poi accadde il disastro, e secoli interi della storia e del patrimonio artistico di Messina furono cancellati dalla faccia della Terra. Il moderno Museo Regionale nasce da quelle macerie, dal lavoro paziente di tanti messinesi che si misero a frugare in quelle rovine, a tirarvi fuori tutto ciò che potesse avere un qualche valore storico e artistico, ed ad ammucchiarlo, accatastarlo nella antica sede del convento del SS. Salvatore dei Greci, dove si trovava la filanda Barbera-Mellinghoff, che per tanti anni ne è stata la sede provvisoria. Il loro sogno era che un giorno tutto potesse tornare a vivere, che la antica Messina dei secoli d’oro, la Messina che il terremoto aveva sfregiata, distrutta, annichilita, potesse in parte tornare a esistere. Melior de cinere surgo: come l’araba fenice, anche Messina con la sua storia e la sua cultura sarebbe un giorno risorta dalle sue ceneri.

Ci sono voluti oltre cento anni affinché questo sogno divenisse realtà. Oggi, finalmente, Messina ha il suo Museo Regionale. Un percorso espositivo unico, fra i più estesi del Meridione, in grado di raccontarci secoli di storia: dalla Zancle greca al Medioevo arabo-normanno, dal Quattrocento della Scuola fiamminga e di Antonello fino al Rinascimento, Montorsoli, Calamech, Polidoro Caldara, Alibrandi, allievi di Michelangelo e Raffaello. E poi il seicento, Caravaggio e i caravaggeschi, gli splendori del barocco, gli argenti e i marmi a mischio del Settecento, la lenta decadenza dell’Ottocento. Un viaggio nella storia di Messina dalle origini ai giorni nostri attraverso i suoi capolavori più belli e preziosi. 

Insomma, l’Italia è stata fatta (e finalmente, aggiungerei). Adesso, però, si devono fare gli Italiani. L’apertura completa del Museo Regionale è senza dubbio un traguardo: ma deve essere il primo di una lunga serie. Un Museo così grande e importante come quello che ha appena aperto le sue porte rappresenta una risorsa invalutabile per quello che è e che sarà il turismo culturale nella Città dello Stretto e nei suoi dintorni. Non può né deve permettersi di restare confinato al margine della sua vita sociale; deve, al contrario, rivendicare orgogliosamente il ruolo e la posizione di fulcro, di guida e di punto focale per la rinascita culturale della città. 

Questa nuova apertura pone dunque alla direzione grandi responsabilità, apre nuovi orizzonti e offre nuove sfide. Una ad esempio potrebbe essere quella di porre il Museo, da sempre in una posizione periferica rispetto al centro storico, nel posto che si merita all’interno dei già ridotti circuiti turistici della città. La stagione estiva è alle porte, visitatori e croceristi cominciano timidamente ad affollare le vie del centro; se già adesso è difficile che si spingano oltre il “triangolo magico” incluso fra Piazza Duomo, l’Annunziata dei Catalani e Palazzo Zanca, e forse del Museo Regionale ignorano persino l’esistenza, chi li porterà fino al Torrente Annunziata per vederlo?

Insomma, il lavoro è appena cominciato e servirà un rinnovato impegno, e la formazione di nuove sinergie con il Comune e con gli enti pubblici, affinché il nuovo Museo possa sviluppare in pieno le sue potenzialità benefiche per l’intera città di Messina. A noi visitatori resta la speranza che la recente apertura completa si riveli non un comodo letto di allori su cui sdraiarsi a riposare, ma la prima tappa di un lungo percorso di rinascita: un percorso che abbia come obiettivo finale la riscoperta, agli occhi dei messinesi e del mondo intero, di Messina e della sua bellezza. 

Gianpaolo Basile

Ph: Giulia Greco