“Il mio compleanno” a Messina. Il film rivelazione di Christian Filippi

Il Mio Compleanno“, l’esordio cinematografico di Christian Filippi, arriva finalmente a Messina. Il film sarà proiettato al Cinema Lux il 19 giugno alle ore 21:00. Alla serata sarà presente il regista insieme a Domenico Panarello e Martina Bertuccio di Cattive Produzioni per incontrare il pubblico.

"Il mio compleanno", un film di Christian Lippi
“Il mio compleanno” di Christian Filippi a Messina

La trama 

Riccardo( interpretato dal giovane Zackari Delmas) sta per compiere 18 anni e vive in una casa famiglia dopo essere stato separato dalla madre Antonella (la brillante Silvia D’amico), una donna con forti disturbi di personalità. Per il suo compleanno ha un unico desiderio: poterla finalmente riabbracciare. Nonostante la premurosa e attenta guida della sua educatrice (Giulia Galassi), Riccardino decide di scappare per raggiungere sua madre. Un incontro che non sarà per niente facile. La sua è una corsa di amore, di bisogno verso qualcuno che è tutta la sua famiglia. Un’illusione che presto si trasformerà in un’amara realtà.

 

Un esordio sorprendente

“La genesi del film risale a un laboratorio di scrittura che ho tenuto nelle case famiglia di Roma nel 2018. In seguito, ho deciso di raccogliere quanto più materiale possibile dalle narrazioni che i ragazzi, i tutor e gli assistenti sociali avevano condiviso con me per raccontare una storia autentica e universale. La mia speranza è che lo spirito del film possa davvero rendere l’anima dei personaggi, e soprattutto del protagonista, che rappresenta una nuova generazione di giovani che vivono ai margini della nostra società, sono spesso invisibili e crescono senza la guida dei genitori. L’approccio di questa generazione alle situazioni dolorose non è semplicemente scoraggiato o passivo, ma è invece caratterizzato da un potente senso di ironia e umorismo irriverente, per proteggersi dai propri fantasmi”.

Christian Filippi, regista

Così Christian Filippi è stato capace di toccare corde profonde attraverso la storia di Riccardino e il suo desiderio di ricongiungersi con la madre. L’opera, che vede la produzione di Leonardo Baraldi per Schicchera Production, è un mix equilibrato tra ironia, dolore e tenerezza, un’occasione per scoprire se stessi.

Un progetto sviluppato e prodotto nell’ambito della dodicesima edizione della Biennale College Cinema della 81° Mostra del Cinema di Venezia, che conferma l’importanza del giusto supporto, un autentico sostegno di chi ha creduto nel vero valore del film.

“Il Mio Compleanno” è una di quelle opere che si fanno strada in silenzio, che si sottrae dai facili stereotipi. Mostra la realtà di chi cresce ai margini, di chi non può contare su una guida familiare, di amore e insegnamenti. Non solo una storia di disagio, ma anche un racconto di desiderio, di identità e di confini familiari, che restituisce complessità e fascino ai personaggi. Silenzio , spazio e attesa. Questi gli espediente attraverso cui il regista costruisce un’atmosfera tesa ma totalmente umana.

Elisa Guarnera

The Palace: che fine ha fatto il genio registico di Polański?

The Palace è satirico, ma tremendamente troppo. Voto UVM: 2/5

 

Presentato in anteprima alla 80° edizione della Mostra del cinema di Venezia, The Palace segna il ritorno (nonostante la veneranda età del regista, 90 anni) sul grande schermo di Roman Polański , a quattro anni di distanza da L’ufficiale e la spia.

Quando si legge il nome del celebre regista polacco, vengono in mente due cose: le vicende giudiziarie che ha dovuto affrontare (è noto per essere stato accusato di molestie sessuali), e alcune pellicole che hanno riscosso un grande successo (per citarne alcune: Il pianista, Oliver Twist e Carnage).

Quest’ultima fatica, invece, non ha ricevuto un’accoglienza granché positiva, giudicata come una commedia stucchevole e priva di morale.

The Palace: trama

Ambientato il 31 dicembre1999, al Palace Hotel di Gstaad, in Svizzera, il film segue le vicende di un eccentrico gruppo di personaggi durante il giorno che porterà, al rintocco della mezzanotte, all’inizio di un nuovo millennio. La narrazione trova il suo centro nel soggiorno del lussuoso hotel, dove la clientela arriva per passare appunto un ultimo dell’anno indimenticabile. Tra la paura del millennium bug tanto paventato dai media e le assurde e pedanti richieste, Hansueli (Oliver Masucci), il manager dell’hotel, cerca di rimediare costantemente ad una serie di inconvenienti, con la speranza che tutti gli ospiti della struttura possano passare la miglior serata della loro vita.

Per sfruttare la carica satirica della pellicola, il regista ha scelto un cast che, ad eccezione di Mickey Rourke (un po’ in affanno), non è molto noto nel cinema. Tuttavia, spicca il nome di Luca Barbareschi (in veste anche di produttore) nei panni di un ex attore molto goffo e rincretinito dalla convinzione di essere ancora ricordato per le sue performance attoriali, e altri nomi come Fanny Ardant e John Cleese.

The palace
Parte del cast

Estetica del ridiculousness

La quasi totalità dei protagonisti fa dell’eccesso e del ridicolo la loro ragion d’essere. Tra qualche volto di plastica e rimandi continui al consumismo sfrenato, il regista lancia una forte invettiva contro quel tipo di modello dominante di una cultura capitalistica che ha fatto dell’ossessione per la giovinezza, per il fisico e dell’apparenza omologata ai canoni glamour e sovversivi, l’ideologia dominante di una classe sociale considerata altolocata. Tuttavia, i personaggi vengono messi costantemente in ridicolo, forse forzando un po’ troppo la mano.

Una satira che non convince

The palace
Scena tratta dal film

Bisogna ammetterlo: fare satira al giorno d’oggi non è un’operazione semplice. Non semplicemente per via del ridondante politically correct, ma anche e soprattutto per la sua costruzione filmica. In questo film (e duole dirlo), l’umorismo anziché lasciare spazi di riflessione produce un vuoto dal quale sembra impossibile uscirne.

L’albergo trabocca di gente ricca elitaria, rappresentata in maniera eccessiva. Giocando con il grottesco, le situazioni risultano esasperate poiché vengono messi a tutti i vizi insensati, le paure inguaribili e le richieste quasi “odiose”.

Tutto mette in mostra la miseria borghese, ma a guardar bene, emerge una visione troppo morbida, a tratti davvero vetusta ed antiquata di un gruppo sociale “semplicemente” stupido che alla fine non fa poi tanto male a nessuno.

Ciò che manca a The Palace è probabilmente quella mordacità ben calibrata e soprattutto moralistica che da sempre caratterizza la black comedy. Nonostante qualche risata l’abbia strappata, non sembra che traspaia (neanche nelle scene vuote) una morale che lasci il segno, una possibilità di riflettere.

 

Federico Ferrara