Tirocini retribuiti: “Migrazioni complessità e conflitto”

https://www.unime.it/sites/default/files/Locandina%20presentazione%20progetto_0.pdf

 

In collaborazione con il Dipartimento di Scienze Cognitive Psicologiche Pedagogiche e degli Studi Culturali viene data agli studenti  la possibilità di partecipare al percorso di formazione e ricerca “Migrazioni: complessità e conflitto”.

Si tratta di un progetto che prevede 36 ore di formazione in aula e 72 ore di tirocinio retribuito. Il corso accetterà soltanto 8 partecipanti; per partecipare è necessario avere almeno una laurea triennale (nel link in fondo all’articolo vengono specificate quali sono necessarie). Tutte le candidature devono essere spedite entro il 26 novembre.

Durante le ore di formazione i partecipanti analizzeranno le realtà migratorie, estremamente diversificate che vedono uomini donne e in particolare bambini arrivare, ciascuno con un bagaglio culturale differente, in una nuova comunità che deve ascoltare, integrare e accogliere. Gli studenti avranno proprio il compito di aiutare operatori, insegnanti o volontari che lavorano a contatto con queste tematiche, attraverso la creazione di nuove modalità di insegnamento e integrazione da sperimentare e verificare durante le ore di attività pratica.

Il tirocinio di 72 ore è invece individuale e verrà retribuito secondo i parametri nazionali. Si terrà presso l’asilo nido e scuola per l’infanzia che hanno sede all’Istituto S. Brigida di Messina. Qui ogni studente potrà essere di supporto alle attività organizzate dalle strutture e mettere in pratica quanto appreso durante i corsi teorici.

Ricordate che potete inviare la vostra domanda entro oggi!

Per avere maggiori informazioni, verificare gli obbiettivi e i requisiti di questa iniziativa verificate direttamente la scheda del progetto.

Se volete vedere precisamente le date in cui si terrà il tirocinio è disponibile un calendario; oppure andate direttamente sul sito unime.it.

 

Federica Cannavò

Al rettorato un seminario sul tema delle disuguaglianze e migrazioni forzate

Giovedì 16 maggio 2019. Messina. Accademia dei Pericolanti – Rettorato. Ore 15:00. Ѐ stato presentato il rapporto 2018 “Il diritto di asilo”.

Al tavolo dei relatori la prof.ssa Anna Maria Anselmo, vicedirettrice COSPECS, che ha fornito le categorie utili per contestualizzare il fenomeno; si è poi proseguito con l’intervento della curatrice del rapporto, Mariacristina Molfetta, presidente del Coordinamento “Non solo Asilo”. Infine, l’evento si è concluso con la presentazione di una ricerca sul campo di Tiziana Tarsia, sociologa, e Giuliana Sanò, antropologa, e due interventi che hanno descritto iniziative di partecipazione attiva con i rifugiati, gli studenti e gli operatori sociali del settore.

Più di 160mila sono gli immigrati che dall’inizio del 2016 sono sbarcati sulle coste italiane tutti ufficialmente in cerca di protezione internazionale. La politica da tempo è divisa sulla loro accoglienza e sulla presenza dei requisiti per la concessione dello status di rifugiato. Un dibattito spesso sin troppo polemico.

Infatti negli ultimi anni l’attenzione pubblica e politica, italiana ed europea, è stata fagocitata dall’ossessione delle migrazioni. Il tema è diventato la bussola delle campagne elettorali. Il futuro dell’Europa sembra tragicamente legato alla sua capacità di gestire, o meglio, respingere le migrazioni. Questo dibattito cieco e di cortissimo respiro non permette di ragionare con maggiore consapevolezza su questioni fondamentali che segneranno veramente il nostro futuro. E in particolare, la triade cambiamento climatico, migrazioni e disuguaglianza, si presenta come una questione che avrebbe bisogno di una maggiore attenzione per discutere di politiche e comportamenti sociali ed individuali.

Il fenomeno migratorio è complesso e le cause sono interagenti. Gli studiosi sottolineano che le migrazioni sono un modo per adattarsi al cambiamento e che quindi non vanno combattute, ma regolate e rese sicure con piani ad hoc.

Nello scenario mondiale, i Paesi che accolgono il maggior numero di rifugiati si trovano in regioni in via di sviluppo. La Turchia si conferma il Paese che ospita il maggior numero di rifugiati con 2,5 milioni di persone accolte, rispetto agli 1,6 milioni dello scorso anno; la Siria è il primo paese di origine con 4,9 milioni di rifugiati.

In questo quadro si chiede alle istituzioni e si propone alla società civile una riflessione sugli strumenti legali e sulle politiche internazionali e nazionali: affinché non siano discriminanti verso le persone in difficoltà o che hanno necessità di spostarsi, ma riconoscano il diritto ad una vita dignitosa di chi fugge dai sempre più frequenti disastri di varia natura; occorre creare nuovi regimi per regolare, regolamentare e rendere sicure e ordinate le migrazioni a livello internazionale e regionale, fondati sul riconoscimento dei diritti dei migranti.

Gabriella Parasiliti Collazzo