Messina tra arte e indifferenza: la Palazzina Grill

Percorrendo la SS 114 verso l’Orientale Sicula, al confine tra la zona di Minissale e Contesse, possiamo ammirare la maestosa Palazzina Grill, ubicata a lato monte del grande giardino, prima zona di accesso all’immobile.

Il giovane rampollo Federico Grill

Un pezzo di storia ottocentesca, la Palazzina Grill  costruita dal giovane borghese Federico Grill nato a Augsburg di Baviera che negli anni della sua giovinezza decise di trasferirsi a Messina.

 

Messina a fine '800. Fonte: Pinterest
Bivio Corso Garibaldi e Porta Real Basso nella Messina di fine ‘800. Fonte: Pinterest

 

Catturato da così tanta magnificenza, che da sempre ha contraddistinto la nostra città ma che con il tempo è caduta nell’oblio della memoria cittadina, Federico Grill appena giunto in città viene accolto dal nobile ricco Giovanni Walser che lo nomina contabile e amministratore del suo patrimonio.

Alla morte di Walser, Federico scopre di essere l’erede universale di tutti i beni di appartenenza al Sir Walser.

Investito da una grande eredità, il giovane Grill inaugura una nuova stagione della propria vita; difatti in un primo momento si prodiga in affari economici e commerciali attenzionando i meno abbienti, per poi catapultarsi nell’arte ed eventi culturali messinesi.

L’origine del nome

Riconoscendo Messina città dalla grande capacità turistica, commerciale ed economica Federico Grill decide di intraprendere un inaspettato progetto architettonico, nasce così quella che fu battezzata Palazzina Grill, dal suo ideatore.

Eppure questo risulta essere un nome ingannevole per quella che fu tutto tranne che una Palazzina.

Costruita come rudere, impreziosito da facciate in stile barocco, pensata come dependance di un uomo nobile e adibita come un luogo di ritrovo, descritta dagli anziani della città come una Casa del tè, oggi approda nell’essere una grande pattumiera per i passanti dal poco senso civico.

 

L'elegante facciata. Fonte: GazzettadelSud
Dettaglio dell’elegante facciata di Palazzo Grill. Fonte: GazzettadelSud

 

Sopravvissuta al terremoto del 1908, che vide la distruzione di una grande percentuale del territorio messinese, la Palazzina Grill al suo esterno conserva lo stesso stile architettonico utilizzato da Falconieri per il Teatro Vittorio Emanuele e l’omonima fontana, mentre al suo interno troviamo ciò che rimane di preziose opere d’arte con le quali Grill impreziosì la sua tea house: dipinti scampati dalle mani vandaliche dei più feroci con l’obiettivo di depredare la città.

Tutto questo splendore, dopo la morte del nobile Grill, subisce un declino senza pari tanto che la stessa Palazzina finì con l’essere adattata come pollaio nel pieno centro cittadino.

Un disinteresse accentuato dalla funesta inciviltà di chi non sa valorizzare le bellezze del proprio territorio.

Messina ha bisogno di chi l’ama!

Ad un secolo e mezzo di distanza, troviamo affisso nella facciata della Palazzina Grill il cartello vendesi.

L’immobile si estende per 60 metri quadri su più livelli, un terrazzino  di 18 metri quadri e un giardino di 35 metri quadri nei quali possiamo ammirare una facciata barocca nelle sue eleganti decorazioni.

 

Stato di abbandono della Palazzina Grill. Fonte: GazzettadelSud

 

A nulla è servito il vincolo della Soprintendenza dei Beni culturali nel salvaguardare il gioiello ottocentesco ormai destinato ad essere una  discarica che si estende per tutta l’area esterna alla quale si aggiunge anche il devastamento e il saccheggio delle opere che costellavano l’interno; scomparse finestre e addirittura i prestigiosi dipinti di Giacomo Conti.

Un bene culturale, un opera architettonica, un gioiello ottocentesco ignorato dai cittadini e dimenticato anche dal suo erede in successione residente a Milano, ha confermato ancora una volta che non è necessario progettare nuove opere per risanare Messina, ciò che serve è avere un cuore che batte di passione per la propria città.

 

Elena Zappia

 

 

 

Fonti:

https://www.letteraemme.it/perche-i-luoghi-di-messina-si-chiamano-cosi-minissale/

https://www.tremedia.it/la-palazzina-grill-gioiello-ottocentesco-scampato-al-terremoto-trasformato-in-discarica-video/

https://www.immobiliare.it/annunci/74217170/

Il messinese sotto le feste

Ogni anno, nel mese di Dicembre, ci si ritrova a festeggiare due tra le feste più importanti e attese: Il Natale e il Capodanno. La prima è legata a una sfera religiosa e familiare, la seconda è un’importante tradizione per accogliere con entusiasmo il nuovo anno. In tutto il mondo, i diversi paesi ricorrono annualmente alle loro tradizioni. Così è anche per la città di Messina, sebbene rispetto alla Lapponia sia più carente di nevicate, essendo una città di mare. Dunque, come affronta le feste un messinese? Ci siamo posti dei quesiti, e abbiamo fatto delle interviste, immergendoci nel clima natalizio messinese.

© Valeria Vella – decorazioni di Piazza Cairoli, 2022

 

Tra le luci e gli addobbi di piazza Cairoli, la prima domanda che abbiamo posto è stata sulle delle decorazioni di Natale di quest’anno. 

A risponderci tre giovanissimi universitari, fra i 18 e i 19 anni, che ci hanno presentato un siparietto da far ridere a crepapelle:

Domenico: Io non mi posso esprimere. Sono nel plesso di Ex Farmacia, perché sono del DiCAM. Lo vedete com’è quel plesso, quindi… C’è un alberello; l’ho visto oggi… Della città? Belline, belline. L’albero è stato sistemato, fortunatamente, perché prima era un po’ bruttino.

Giulia – L’hanno sistemato?

Giulia – Veramente?

Domenico – Sì! Prima sembrava un po’… una supposta. Penso che sia un pensiero comune.

© Valeria Vella – mercatini di Natale, 2022

 

Addentrandoci ancor di più nella folla di passanti, riflettevamo sul problema parcheggi e viabilità della nostra amata Messina, problema storico tanto quanto la città. Si narra che già gli antichi abitanti della nobile Zancle lasciassero i cavalli in doppia fila, per la mancanza di parcheggi. Tale dubbio ci è stato confermato dal signor Giuseppe, di 70 anni:

Dove ha parcheggiato la macchina?

Dove c’è la finanza… a pagamento, perché posti non se ne trovano e per parcheggiare la macchina devi pagare sempre.  Qua lo hanno bloccato, ché non si può parcheggiare. Non si può parcheggiare in nessun posto!

E dell’innovativa isola pedonale attualmente in atto?

Ecco la risposta di due gentili e giovani mamme, che hanno replicato con un occhio sempre attento alla movimentata prole:

Isa – L’isola pedonale a tratti? Frazionata? Ti rispondo come ti risponderebbe mia figlia: bah.

Daniela – No comment!

© Corinne Marika Rianò – dettaglio dei mercatini di Natale, 2022

 

Successivamente ci siamo posti il quesito: cosa mangia il messinese a Natale?

Abbiamo trovato due scuole di pensiero contrastanti.

La prima, rappresentata dalla signora Domenica:

Vado fuori, dopo che lavoro tutto l’anno. Il giorno di Natale mi rilasso e non faccio cucinare i miei familiari. Ce ne andiamo fuori, ché è la cosa migliore. Tanto la spesa sempre quella è…

 La seconda, invece, della signora Rosa che, nonostante sia a dieta (proviamo dolore per lei), passa le sue giornate a cucinare per tutta la famiglia:

Io faccio i biscotti e tutte cose natalizie. Mangiamo perché ci è rimasto solo questo. Però io sono in dieta, quindi non posso mangiare.

 È sempre dalla saggezza della signora Rosa che arriva la risposta sul regalo natalizio peggiore mai ricevuto: Non mi piacciono i fiori e c’era una persona, una mia cognata, che mi regalava sempre quelli. Allora io li mettevo nel portafiori e li lasciavo fuori dalla finestra. Erano i lilium, che hanno quell’odore e quelle cosine che macchiano “tutte cose”.

Rimanendo sempre in tema di cibo, must del periodo natalizio, abbiamo chiesto ad Andrea, giovane buddace fuorisede nelle regioni nordiche, quale prodotto consiglierebbe ai turisti che vengono a Messina:  Ce ne sono troppi! Tutti i dolci sicuramente. Partiamo dai cannoli e andiamo a provare la granita, anche se è inverno. Diciamo che non se ne può fare a meno. E il bianco e nero.

© Valeria Vella – dettaglio dei mercatini di Natale, 2022

 

Ma oltre a questo, quali sono le tradizioni che si portano avanti sotto Natale?

A risponderci è Camilla, 21 anni, con la sua insolita tradizione famigliare:

Litigare ai cenoni vale? Conta? Ciao zia…

 E se tutto questo non vi è bastato, abbiamo raccolto per voi la risposta perfetta da dare ai parenti molesti alla domanda “Ma quando ti laurei?”.

 Emilia, napoletana verace, ci dice: quando il signore ce la manda buona! Siamo nelle mani di Dio.

E la sua amica Sofia: a data da destinarsi, per quanto mi riguarda.

Chiedendo loro quale sia il regalo che più desiderano per questo Natale, Emilia ci delizia di un’altra risposta, quanto mai sentita da tutti noi studenti: gli esami superati…

Ci hanno salutato rivolgendo un caloroso saluto a tutti gli studenti.

© Valeria Vella – Viale S. Martino a Natale, 2022

 

Purtroppo, non abbiamo trovato la risposta alla seconda battaglia culinaria che da secoli affligge la nostra società, subito dopo quella tra arancino o arancina (ovviamente noi siamo team arancino sempre): è meglio il panettone o il pandoro?

 Kelly, un’altra giovane ragazza, di 23 anni, ha provato a risolverci il dubbio amletico, ma con scarsi risultati:  Team pandoro, ma panettone al pistacchio pro! Quindi nì, 50 e 50.

Però, ci ha dato un ottimo spunto su cosa fare e cosa proporre a chi ci chiede cosa faremo a Capodanno: Bella domanda… Penso che mi ubriacherò al Duomo!

Gli autori di questo articolo fra i mercatini di Natale

 

Vi vogliamo bene cari lettori di UVM, per questo ci lasciamo il piacere di rispondere, noi redattori di Cultura Locale personalmente, all’ultima domanda della giornata:

A Capodanno, indosseremo l’intimo rosso?

Ovviamente sì! Noi ci teniamo alle tradizioni!

 

Corinne Marika Rianò

Valeria Vella

Roberto Fortugno

Gaetano Aspa

Paradiso, Contemplazione e Pace

Il declivio della catena montagnosa, dolcemente digradante verso il Faro, è popolato da villini deliziosi, mentre occhieggiano, tra il verde smeraldino dei vigneti e quello cupo degli agrumeti, le piccole case coloniche. E si traversa una serie di villaggetti, poveri ma gai e pittoreschi, dai nomi curiosi, taluno d’origine germanica che rimonta ad un’età cavalleresca come il Ringo, altri che riportano le tracce della dominazione araba come Ganzirri, alcuni di origine greca come Rodia e tanti altri di carattere soavemente religioso come Paradiso, Pace, Contemplazione…             

La Civiltà Cattolica, Volume 63, Edizione 1

È questo il panorama che si apre agli occhi degli osservatori, una volta superato il confine immaginario fra la parte più urbana di Messina e la riviera.

Collocate esattamente dopo le “colonne d’Ercole” ed estese fino al torrente Sant’Agata, si susseguono lungo tutta la costa, fra spiagge, barche di pescatori e i luoghi che accolgono la movida estiva messinese, le frazioni “ultraterrene” di Paradiso, Contemplazione e Pace.

Ma cosa si cela dietro questa artistica e particolare scelta di toponomastica?

Paradiso

 

Villaggio Paradiso
Villaggio Paradiso negli anni ’70. Fonte: https://pin.it/73oDjmx

 

Ebbene, la questione è molto più semplice di ciò che ci viene suggerito. Nessun intervento dantesco, né tantomeno divino, ha collaborato nell’attribuzione di queste denominazioni. L’edenica Paradiso, secondo un’ipotesi dell’erudito gesuita Placido Samperi, deve il suo nome a Villa Paradiso.

Una villa sontuosa, con tanta dovizia di copiose fontane, artificiose spalliere di mortine, gelsomini, limoni, arance e per l’abbondanza di ottimi frutti da meritare un tale nome.

Il cavaliere Raimondo Marquett fece edificare la magione su di un podere che aveva acquistato alle pendici dei monti Peloritani, nella contrada di Belviso.

Qui, dal 1648 fino alla sua morte, ne fu il duca per volere del re Filippo IV di Spagna. La residenza godette di un notevole prestigio: i viceré e altri ospiti illustri vi si recavano e vi soggiornavano con piacere prima dell’ingresso in città.

Al suo interno, Villa Paradiso nascondeva diverse meraviglie storiche, naturalistiche e artistiche: oggetti rari e bizzarri, come fossili, strumenti astronomici e apparati liturgici

Himera, romanzo dello scrittore locale Nando Romano, prende proprio spunto da questa sorta di wunderkammer, ruotando intorno alla figura del Signor Paradiso, ispirato al proprietario Raimondo Marquett.

Un’altra interpretazione, invece, attribuisce l’origine del nome ad un oratorio esistente nella zona e dedicato alla Madonna del Paradiso, di cui oggi, sfortunatamente, non resta traccia.

Il Paradiso ai giorni nostri

Il villaggio ha perso da tempo la sua maestosità e le sontuose ville padronali affacciate sulla riviera che sono state sostituite e affogate da un mare di cemento.

La cementificazione iniziò poco dopo la Seconda Guerra Mondiale, quando Villa Costarelli, detta anche Villa Luce, venne rasa al suolo per lasciar posto ad un esclusivo complesso residenziale.

Villa Costarelli ad inizio '900.Fonte: https://i.pinimg.com/736x/78/80/05/788005c92f4d1d8e81f1cef7584ee266.jpg
Villa Costarelli ad inizio ‘900.Fonte: https://i.pinimg.com/736x/78/80/05/788005c92f4d1d8e81f1cef7584ee266.jpg

 

Seguirono, poi, le costruzioni realizzate fra gli anni ’70 e gli anni ’80, e le lottizzazioni previste dalla variante al piano regolatore generale del 2002.

 

Il Paradis Hotel
Il Paradis Hotel negli anni ’70. Fonte: https://pin.it/4Zvd7Tb

 

Della vera Paradiso, oggi, non resta che il quartiere delle cosiddette “Case Basse”, anch’esso minacciato dagli appetiti dei privati.

Contemplazione: ieri e oggi

Continuando lungo la via Consolare Pompea, un tempo attraversata da un tram a vapore che giungeva sino a Villafranca, incontriamo l’altrettanto celestiale Contemplazione.

Questa prende il nome dalla chiesa dedicata alla Madonna della Contemplazione.

 

Il Paradis Hotel
Chiesa della Madonna della Contemplazione  Fonte: https://www.ganzirri.it/IMG/arton63.jpg?1189606428

 

L’antica costruzione sorgeva nella salita di Fondelli e sorse nel secolo XVII, per volere di una famiglia privata che la mise a disposizione per l’esercizio del culto.

Nel 1908, venne danneggiata dal terremoto e successivamente restaurata dai Frati Minori di Portosalvo che, nei giorni festivi, continuarono ad officiarla.  Svolse le funzioni parrocchiali fino al 13 maggio 1960, quando la Chiesa Cuore Immacolato di Maria venne inaugurata.

Dopo la sua apertura, l’edificio venne abbandonato a se stesso e lasciato al degrado. Anche Contemplazione, come Paradiso, può vantare di un suntuoso trascorso.

Ne è testimonianza Villa Florio, attribuita a Ernesto Basile e rappresentante uno dei pochi esempi di liberty puro in città. Il villaggio è oggi meta di molti turisti e, con le sue spiagge dorate e un mare trasparente, rende giustizia al suo nome.

Riviera Contemplazione
La Riviera di Contemplazione vista dal terrazzino sulla spiaggia del Bar Gravino negli anni ’70. Fonte: https://pin.it/6p9hKzP

Pace

 

Pace
Uno scorcio di Pace e della Chiesa Santa Maria della Grotta
Fonte: https://www.parrocchiadipace.it/wp-content/uploads/2019/04/cropped-11985418294_24fe7bb5b2_k.jpg

 

Il lieto borgo è così denominato, proprio come la vicina Contemplazione, per la chiesa, ormai scomparsa, intitolata alla Madonna della Pace. Ancora presente, invece, è la simbolica Chiesa Santa Maria della Grotta o Santa Maria delle Grazie. Verosimilmente edificata sul tempio di Diana, sito sulla strada verso capo Peloro, la chiesa nacque come oratorio nel 1500.

Da qui, l’Ordine dei Frati Predicatori divulgò la devozione verso il dipinto miracoloso della Vergine, invocata con il titolo Madonna della grotta proprio in virtù della grotta in cui venne lasciato arenare per sua stessa volontàTrasformata in un tempio nella prima metà del 1600, con il trascorrere dei secoli, i vari proprietari la arricchirono e impreziosirono oltre lo sfarzo.

 

Chiesa di Santa Maria della Grotta
La Chiesa di Santa Maria delle Grazie alla Grotta in una fotografia di Ledru Mauro del 1890 circa
Fonte: https://www.pinterest.it/pin/782711610216687197/

 

L’edificio resistette al terremoto del 1783, ma non ebbe la stessa fortuna con quello del 1908. Venne, in seguito, fatto riedificare, ma solo nel 1931, sullo stesso modello del tempio originario.

 

Villa Pace
Villa Pace. Fonte: https://www.messinamedica.it/wpcontent/uploads/2019/11/VILLA-PACE-1024×547.png

Una preziosa eredità

La dimensione surreale della frazione di Pace è alimentata dalla maestosità dell’omonima villa. Villa Pace è stata, in passato, sede degli eventi e dei ricevimenti della facoltosa borghesia cittadina.

Si rese celebre per l’ospitalità offerta a illustri personaggi, legati alla storia sociopolitica della città, come il Kaiser Guglielmo II e diversi esponenti di Casa Savoia. Acquistata e rivenduta da vari proprietari, nel 1922, l’Università, al fine di proteggere i beni custoditi e adibirla a centro convegni e mostre, ottenne la residenza a “costo 0”, direttamente dal Tribunale di Messina.

Il 28 giugno 2003, la famiglia Imbesi, l’Università e l’Ordine dei Farmacisti inaugurano a Villa Pace il Museo storico della Farmacia del Mediterraneo che, grazie ai numerosi cimeli e documenti donati dal luminare docente Antonio Imbesi, aumenta il suo valore storico-culturale.

Durante il suo soggiorno, un diplomatico tedesco descrisse Villa Pace come il luogo dell’anima. D’altronde, come poterlo contraddire?

Paradiso, Contemplazione e Pace in poesia

Paradiso, Contemplazione e Pace, con il loro ricco patrimonio paesaggistico, artistico e culturale, hanno influenzato non poche menti.

Qui di seguito, è riportato un estratto della poesia Fra contemplazione e paradiso, dello scrittore Vincenzo Consolo, che ne è la perfetta rappresentazione.

Ora mi pare d’essere, ridotto qui tra Pace e Paradiso, come trapassato, in Contemplazione, statico e affisso a un’eterna luce, o vagante, privo di peso, memoria e intento, sopra cieli, lungo viali interminati e vani, scale, fra mezzo a chiese, palazzi di nuvole e di raggi. Mi pare ora che ho l’agio e il tempo di lasciarmi andare al vizio antico, antico quanto la mia vita, di distaccarmi dal reale vero e di sognare. Mi pare forse per questi bei nomi dei villaggi, per cui mi muovo tra la mia e la casa dei miei figli. Forse pel mio alzarmi presto, estate e inverno, sereno o brutto tempo, ancora notte, con le lune e le stelle, uscire, portarmi alla spiaggia, sedermi sopra un masso e aspettare l’alba, il sole che fuga infine l’ombre, i sogni, le illusioni, riscopre la verità del mondo, la terra, il mare, questo Stretto solcato d’ogni traghetto e nave, d’ogni barca e scafo, sfiorato d’ogni vento, uccello, fragoroso d’ogni rombo, sirena, urlo.

Valeria Vella

Fonti:

https://www.letteraemme.it/perche-i-luoghi-di-messina-si-chiamano-cosi-paradiso-contemplazione-e-pace/

https://www.messinamedica.it/2019/11/messina-nascosta-villa-pace/

https://www.wikiwand.com/it/Pace_(Messina)

https://www.wikiwand.com/it/Paradiso_(Messina)

Gaetano Salvemini: L’attività antifascista e il periodo di convivenza a Messina

Il 25 luglio 1943 Benito Mussolini, che era allora a capo del Governo, fu destituito dal Gran Consiglio del Fascismo e arrestato. La liberazione completa dal regime fascista avvenne con il ritorno alla Democrazia il 2 Giugno 1946, con la proclamazione della Repubblica. Il 25 Aprile, viene ricordato come la liberazione dal regime fascista e riconosciuto come festa nazionale.

Ma il Fascismo è davvero scomparso? Tanti sono i dubbi a tal proposito.

Esso, al contrario di ciò che alcuni potrebbero pensare, non è stato opera di un uomo solo. Mussolini stesso affermò di non avere creato tale ideologia ma di averla estratta dall’inconscio degli italiani. Affermazione tanto tremenda quanto veritiera. Ancora oggi sono numerose le manifestazioni fasciste presenti in molte città, organizzate da Movimenti che si ispirano fortemente al pensiero mussoliniano, che non negano il loro legame con tale ideologia politica, non esitano a fare adunate esibendo il saluto romano e i vari simboli dell’ideologia fascista.

Una manifestazione del movimento CasaPound a Bolzano del 2011. Il movimento è nato del 2003. Fonte: Store Norske Leksikon.

Quindi, il Fascismo non è scomparso. Diventa molto importante avere delle figure chiave, che sappiano guidare gli italiani a saper riconoscere la propaganda e i segnali fascisti. Per fortuna questi personaggi non mancano: dal filosofo del’900 Benedetto Croce al più recente giornalista Roberto Saviano ma, l’intellettuale per eccellenza, colui che per primo è stato in grado di contrastare quest’ideologia, è considerato ancora oggi Gaetano Salvemini.

Vita di un ribelle

Gaetano Salvemini nacque a Molfetta, in provincia di Bari nel 1873, si laureò in Lettere a Firenze nel 1895 e inizialmente insegnò latino a Palermo in una scuola media.  In quegli anni aderì al P.S.I. mostrandosi favorevole al federalismo poiché lo vedeva come unica via per risolvere i problemi del Mezzogiorno. Paventava l’idea di un Socialismo democratico, un pensiero rivoluzionario all’epoca. Durante il periodo bellico, lavorò all’Unità, dove negli anni della I G.M., assunse posizioni interventiste tanto che fu eletto deputato nel 1919 in una lista combattente. Successivamente, cambiò idea e cominciò a pensare in ottica antifascista, in particolare dopo la marcia su Roma e l’avvento del Fascismo, schierandosi apertamente contro Mussolini. Nel 1925 fondò insieme ai i due Fratelli Rosselli e Nello Traquandi un giornale antifascista clandestino, il Non Mollare, sfidando il regime stesso (la stampa era posta sotto censura, e solo i giornali fascisti potevano essere pubblicati). Dal 1933 insegnò Storia della civiltà italiana all’università di Harvard, dove gli fu concessa la cittadinanza statunitense. Dal 1943 pubblicò Le lezioni di Harvard sulle Origini del Fascismo in Italia, uno dei suoi lavori migliori. Rientrato in Italia, morì nel 1957 a Sorrento.  Al giorno d’oggi è ricordato come l’intellettuale antifascista più famoso del ‘900.

IL PERIODO MESSINESE

Pochi sanno che Gaetano Salvemini ha vissuto una fase importante e allo stesso tempo tragica della sua esistenza proprio nella città di Messina. A ventotto anni ottenne la cattedra di Storia moderna all’Università di Messina, nel 1901. L’intellettuale, durante il periodo messinese, soggiornava con la famiglia in Piazza Cairoli, che poi verrà distrutta dal terremoto del 1908.

 

Soldati americani transitano da Piazza Cairoli nel 1943 e la piazza oggi. Ph: Marco Crupi Fonte:https://www.flickr.com/photos/marcocrupivisualartist/19313856899

IL TERREMOTO DEL 1908

Egli subì un’enorme tragedia durante la distruzione della città provocata dal terremoto del 1908, che gli portò via la moglie, i cinque figli e la sorella.

Un’immagine della Chiesa del Carmine a Messina, distrutta durante il terremoto del 1908, che oggi è stata ricostruita, ed è situata in via Antonio Martino. Fonte: Wikimedia Commons.

Salvemini riuscì a sopravvivere, ma non sarebbe stato più lo stesso per il resto dei suoi giorni.  In un’intervista rilasciata al quotidiano l’Avanti l’8 Gennaio 1909, ricordando non senza difficoltà quel triste episodio, affermò che fece appena in tempo a gettarsi dalla finestra della sua abitazione, situata al quarto piano. Si salvò così, rimanendo particolarmente illeso, poiché le macerie avevano già formato un cumulo tale da attutire la sua caduta. 

 L’ANTIFASCISMO OGGI

Sicuramente il suo pensiero ha influenzato milioni di persone; nonostante ciò, ancora oggi è presente l’ideologia fascista, quindi risulta sempre più attuale ed essenziale raccogliere l’eredità di Salvemini. Come non è finito il fascismo, anche l’antifascismo resiste ancora, e non ha intenzione di piegarsi. Di fondamentale importanza è il Sud Italia, purtroppo conosciuto solo per la sua diffusa cultura criminale che invece, non pecca di esempi di intellettualismo, cultura e di popolo con dignità onesta.

 

Roberto Fortugno

Fonti:

Wikipedia

fondazionerossisalvemini.eu

https://universome.unime.it/2018/10/17/gaetano-salvemini-professore-storico-meridionalista-antifascista/

 

Monica Vitti e “L’avventura” messinese

Attrice poliedrica ed estremamente espressiva, Monica Vitti viene oggi ricordata tra le più grandi icone del cinema italiano. La sua innata versatilità le permise di vestire i panni di attrice comica con grande naturalezza e allo stesso tempo di esprimere l’inquietudine e il male di vivere della donna dell’epoca moderna nei prodotti cinematografici dei primi anni Sessanta, riscontrando in entrambi i casi un incredibile successo (Qui un approfondimento su alcuni ruoli da lei interpretati). La passione per la recitazione risale alla sua infanzia e, più precisamente, al periodo trascorso nella città di Messina, quando ai giochi ordinari e alle bambole la piccola Monica preferiva semplicemente “giocare ad essere un’altra”.

Il legame con la città di Messina

Monica Vitti, pseudonimo di Maria Luisa Ceciarelli, nacque a Roma il 3 novembre 1931.

Nel 1932 il padre Angelo Ceciarelli venne trasferito in qualità di ispettore del Commercio Estero nella città di Messina, dove si recò insieme alla moglie Adele Vittiglia e i figli Franco, Giorgio e Maria Luisa. La famiglia Ceciarelli trascorse otto anni nella città peloritana, in cui Monica passò parte della sua infanzia. I ricordi legati alla città di Messina rimasero particolarmente impressi nella memoria dell’attrice, che diede al suo primo libro autobiografico il titolo “Sette sottane”, in riferimento al curioso soprannome che le era stato affibbiato dai familiari.

Da piccola mi chiamavano “sette sottane”, perché in Sicilia, dove vivevamo noi, non c’era il riscaldamento d’inverno e mia madre mi copriva di maglie, magliette, sottanine, vestitini e grembiulini. Non mi davano noia, anzi, ne ero orgogliosa e quando veniva qualcuno a trovarci dicevo: “Vede, io ho sette sottane: una, due, tre, quattro…” mia madre non mi faceva mai arrivare alla settima perché diceva che era una vergogna tirarsi su le gonnelline. 

Fu in questi anni che nacque la sua passione per la recitazione.

Il primo spettacolo ebbe luogo tra la finestra e la tenda della camera da letto, davanti a un pubblico di sei o sette bambini seduti a terra e pronti ad assistere alle scenette create dal fratello Giorgio. A queste seguiva l’esibizione di Monica, che recitava appassionate poesie inventate o intonava canzoni tristi accompagnate da pianti drammatici.

La partenza

Quando scoppiò la guerra si supponeva che gli americani sbarcassero in Sicilia, così il padre decise di trasferire l’intera famiglia a Napoli. Maria Luisa aveva solo otto anni, ma comprese ben presto l’essenza della guerra e la portata delle sue conseguenze:

Capii subito che la guerra era una brutta cosa: obbligava le persone a fare ciò che non volevano, a scappare, a nascondersi, a combattere. Io volevo solo sapere se dove dovevamo andare c’era il mare. Nessuno aveva tempo per rispondermi.

La bambina dovette dire addio ai luoghi e alle persone a lei più cari, tra cui un bambino biondo di nove anni con cui aveva stretto un profondo legame. Prima della partenza i due si salutarono per l’ultima volta di fronte a una fontana, stringendosi le mani nell’acqua e promettendo di mantenere vivo il ricordo l’uno dell’altra, in modo da rivedersi una volta finita la guerra.

 

Locandina del film “L’avventura” (1960). Fonte: flickr.com

L’avventura ne “L’avventura”

Da Napoli la famiglia si trasferì a Roma, dove la giovane Monica Vitti ritrovò la grande passione per la recitazione. Nonostante l’opposizione della madre, preoccupata per via della “polvere da palcoscenico che corrode anima e corpo”, Monica venne ammessa all’Accademia d’arte drammatica. Molti anni dopo la sua partenza da Messina, l’incontro con il regista Michelangelo Antonioni le permise di fare ritorno nella città e realizzare così il suo più grande sogno, negli stessi luoghi in cui aveva avuto inizio.

Nella “Trilogia dell’incompatibilità” l’attrice interpreta dei ruoli chiave in una serie di film che scavano a fondo nelle paure dell’uomo “moderno”, con l’obiettivo di rappresentare sul grande schermo il disagio esistenziale della società borghese italiana.

Nel primo film della serie, “L’avventura” (1960), la Vitti interpreta Claudia, una ragazza di buona famiglia in gita alle isole Eolie. Il lungometraggio vinse il Premio Speciale della Giuria al Festival di Cannes, ma la stessa Monica Vitti ne definì la produzione “l’avventura ne L’avventura”, per via delle difficoltà riscontrate nel corso della realizzazione. Durante le riprese sull’Isola di Panarea infatti, i collegamenti del battello con la Sicilia subirono un’interruzione a causa delle trombe d’aria,  gli attori si ritrovarono bloccati più notti sullo scoglio di Lisca Bianca, senza coperte e senza cibo, come dei veri e propri naufraghi.

 

Isola di Panarea. Fonte: commons.wikimedia.org

 

Lo scorrere del tempo non ha dissolto il legame tra Monica Vitti e la città dello Stretto. I meravigliosi ricordi relativi ai luoghi della sua infanzia rimasero vividi nella memoria dell’attrice fino ai suoi ultimi giorni.

Prima di dormire, ancora oggi mi tornano in mente la lunga spiaggia bianca di Messina, completamente vuota, le ondine dolci che lasciano il segno sulla riva e l’unico ombrellone, dove mia madre vestita di bianco, con un grande leggero cappello di paglia, si riparava dal sole.

Santa Talia

 

Bibliografia:

Monica Vitti, Sette sottane – un’autobiografia involontaria,Milano, Sperling & Kupfer Editori, 1993.

Cristina Borsatti, Monica Vitti, Giunti Editore, 2022.

 

Al via la seconda stagione della rassegna “Diritti al cinema”

La nota pellicola “Una poltrona per due” ha inaugurato la seconda stagione del Cineforum “Diritti al cinema. Dai codici alla vita: occasioni di dibattito”, progetto, organizzato dal Dipartimento di Giurisprudenza del nostro Ateneo, che accompagnerà gli studenti e il personale dell’Università fino al 26 aprile 2023.

La rassegna cinematografica si compone di quindici appuntamenti serali, a partire dalle 19.30, dedicate al confronto e alla riflessione. Tra le pellicole selezionate vi sono sia grandi classici che film più moderni e recenti, tutti con un comune denominatore: trattare temi il cui filo conduttore è per la maggiore “il diritto”.

L’obiettivo? Quello di incentivare il dibattito stimolati dalla partecipazione dei professori del Dipartimento che, oltre ad introdurre le tematiche trattate all’interno dei film prescelti, faranno anche da moderatori.

Come funziona?

A tutti coloro i quali vorranno partecipare verranno riconosciuti 0,25 CFU liberi per ciascun incontro. La partecipazione vale sia per gli studenti universitari sia per quegli alunni degli istituti superiori che hanno intenzione di iscriversi ad uno dei corsi erogati dal Dipartimento di Giurisprudenza.

Per poter registrare la presenza, occorre compilare una mail con i propri dati, inserendo il numero di matricola, la data e la proiezione a cui si vorrà partecipare all’indirizzo mail: albocommissione@gmail.com.

 

Cineforum "Diritti al cinema"
Fonte: Freepics

Cineforum “Diritti al cinema”/ Quali film potrò vedere? Quando?

Vi presentiamo il programma della presente stagione del cineforum dei prossimi mesi, seppur con qualche interruzione:

  • Il 09 novembre 2022 alle 19.30 “Minority report” (2002) di Steven Spielberg con Tom Cruise e Colin Farrell.
  • Il 16 novembre 2022 alle 19.30 “Il traditore” (2019) di Marco Bellocchio con Pierfrancesco Favino.
  • Il 23 novembre 2022 alle 19.30 “Il gladiatore” (2000) di Ridley Scott con Russell Crowe e Joaquin Phoenix. 
  • Il 30 novembre 2022 alle 19.30 “Mi piace lavorare” (2004) di Francesca Comencini con Nicoletta Braschi.
  • Il 14 dicembre 2022 “Il capitale umano” (2013) di Paolo Virzì con Fabrizio Bentivoglio e Matilde Gioli. 

E con l’inizio del 2023, invece?

Dopo una breve pausa nei mesi di gennaio e febbraio, la programmazione sarà la seguente:

  • Il primo marzo alle 19.30 “Vincitori e vinti” (1961) di Stanley Kramer con Spencer Tracy e Burt Lancaster.
  • L’8 marzo 2023 alle 19.30 The Mission”  (1986) di Roland Joffé con Robert De Niro e Jeremy Irons.
  • Il 15 marzo 2023  “I am the revolution” ( 2018) di Benedetta Argentieri con le attrici emergenti Selay Ghaffar e Yanar Mohammed.
  • Il 22 marzo 2023 alle 19.30 “Allarme rosso”  (1995) di Tony Scott con Denzel Washington e Gene Hackman.
  • Il 29 marzo 2023 alle 19.30 “Fuocoammare”  (2016) di Gianfranco Rosi con gli emergenti Samuele Pucillo e Mattias Cucina. 
  • Il 5 aprile 2023 alle 19.30 “Sully” (2016) di Clint Eastwood con Tom Hanks e Aaron Eckhart. 
  • Il 12 aprile 2023 alle 19.30 “Immediate family” (1989) di Jonathan Kaplan con Gleen Close e James Woods.  
  • Il 19 aprile 2023 “Tutti gli uomini del Presidente” (1976) di Alan J. Pakula con Dustin Hoffman e Robert Redford 
  • L’ultimo incontro avverrà il 26 Aprile 2023 “La guerra dei Roses”  (1989) di Danny Devito con Michael Douglas e Kathleen Turner. 

Giorgia Fichera

Francesco Musolino ci racconta il suo approdo al noir al lido Horcynus

Venerdì 15 luglio Universome ha avuto il piacere e l’onore di partecipare alla prima presentazione in città del libro Mare Mosso di Francesco Musolino, tenutasi al tramonto al lido Horcynus Orca.

Il nostro bellissimo stretto, illuminato dalle luci del tramonto, ha fatto da cornice all’introduzione di questa nuova avventura.

“Musolino sbarca in un Thriller rivoluzionario, adrenalinico e di facile lettura; un vero e proprio page turner.”

Così le moderatrici Rosaria Brancato e Roberta D’Amico hanno inaugurato la presentazione del libro. Libro in cui il fiato sospeso non è suscitato dalle avventure che hanno per protagonista un commissario o al solito protagonista dei gialli. Achille è un personaggio fuori dagli schemi che si ritrova catapultato in una storia “mosso” letteralmente dal mare agitato.

“Mare Mosso”, il nuovo libro di Francesco Musolino. © Angelica Rocca

E come le onde muovono questo racconto avvincente, la narrazione che si fa spazio tra presente, passato e futuro permette al lettore di capire sempre più a fondo il protagonista: Achille è un coraggioso leone di mare il cui  unico tallone è l’amore. In questa storia in cui la scintilla ha fondamenti di realtà anche l’amore annaspa tra i flutti durante la tempesta: è un amore tormentato dalla gelosia, illuminato dalla bellezza e oscurato dal terrore.

Proprio al tema dell’amore è stata dedicata una delle letture del romanzo, forse la più emozionante: mentre l’autore ci regalava in anteprima uno dei passi più colmi di pathos, tutti i presenti sembrava fossero immersi in una bolla senza tempo, priva di rumori o altro che potesse distrarli.

Solo lo scirocco ogni tanto ci riportava alla realtà tra una lettura ed un’altra, tra un paio di occhi lucidi per la commozione ed una risata sincera. 

Il pubblico presente all’evento. © Angelica Rocca

“Da Omero ci raccontiamo delle storie per tenere lontana la notte e forse è arrivato il momento di andarcele a prendere quelle storie.”

Francesco Musolino ci ha trasportato all’interno della sua mente facendoci notare come tutti i racconti di paura, di stupore vengono proprio dal mare, il nostro mare che fin troppo spesso lasciamo che siano gli stranieri a raccontarlo. In Mare Mosso Francesco Musolino si è ripreso un pezzetto di quel mare, un pezzetto della storia di quella baia di Santa Caterina di Pettinuri. L’autore, infatti, è partito proprio da una storia vera, un fatto documentato avvenuto tra la fine degli anni ’70 e l’inzio degli anni ’80: una nave che evitò il naufragio grazie a un’operazione di salvataggio straordinaria.

“Quando sono tornato in Sardegna, dove tutto è nato, sono inciampato in quella baia. A parte la comicità della caduta, ho veramente sentito che quella baia dalla quale avevo preso una parte della storia avesse voluto poi un po’ del mio sangue in cambio, come baratto per aver raccontato una parte di lei.” 

L’evento si è concluso senza spoiler, ma ha innestato in chi non ha ancora avuto il piacere di imbarcarsi nella lettura di “Mare Mosso” l’irrefrenabile desiderio di saperne di più di Achille Vitale. L’autore ha infatti rivelato di non precludersi la possibilità di dare un seguito a questa storia.

L’autore Francesco Musolino. © Sofia Ruello

Abbiamo, inoltre, avuto l’occasione di porgere all’autore alcune domande “a tu per tu” prima dell’evento. In questa piacevole chiacchierata siamo andati oltre le onde, indagando nei fondali del romanzo.  Siamo anche riusciti a strappare a Francesco, che oltre ad essere giornalista e scrittore, è anche insegnante di scrittura creativa, qualche piccolo consiglio sulla scrittura (che non dispiace mai!)

 

Di seguito vi lasciamo il link dell’intervista all’autore!

https://youtu.be/ghPLRWZPRw8

 

Sofia Ruello, Roberto Fortugno

 

Elezioni Messina 2022: i risultati, Federico Basile è il nuovo sindaco

Nella nostra città si sta svolgendo lo spoglio delle elezioni amministrative 2022. La bassa affluenza alle urne si è tradotta in una partecipazione di appena il 55,64% dei messinesi aventi diritto al voto.

I primi risultati certi

Già alle 21 di ieri lunedì 13 giugno è stata confermata la vittoria di Federico Basile, candidato appoggiato dall’uscente Cateno de Luca, come nuovo sindaco di Messina con il 46,03% dei consensi. Con grande distacco, tradendo quel “testa a testa” previsto nei sondaggi, Maurizio Croce ha ottenuto il 26,77%.

Il candidato di centro-sinistra Franco De Domenico si posiziona subito dopo Maurizio Croce con il 23,24%.

Seguono Salvatore Totaro e Gigi Sturniolo con i rispettivi 2,03% e 1,63%.

Alcune dichiarazioni dei candidati

Durante i festeggiamenti a piazza duomo Basile dichiara: “Abbiamo portato avanti un progetto di continuità con quello che è stato fatto dalla precedente amministrazione e questo chi ha premiato”. “Questa era stata interpretata dai nostri avversari – aggiunge il leader di Sicilia Vera Cateno De Luca – come una competizione contro di me, hanno perso e noi abbiamo vinto al primo turno”

I compagni dell’avventura elettorale hanno accolto e salutato il candidato a sindaco del centrosinistra Franco De Domenico nella sua segreteria con un lungo applauso e un grazie commosso e sentito. “Ci aspettavamo di più, non pensavamo a una vittoria al primo turno, credevamo di poter arrivare al ballottaggio, sono contento del progetto politico che ha retto, ma i numeri potevano essere migliori, è stata scelta un’altra proposta politica, la nostra era seria e credibile, invece si è scelta la narrazione che dal punto di vista mediatico rende di più, ma rispettiamo le urne.”

Il candidato del centro destra Maurizio Croce alla conferma della sua sconfitta dichiara: “Voglio solo dire grazie ai messinesi che hanno creduto in me nonostante il poco tempo che abbiamo avuto a disposizione. Grazie al mio splendido staff e alla mia squadra, di cui sono e resterò sempre orgogliosissimo. Grazie anche ai miei competitor: Franco, Gino, Salvatore, con cui abbiamo condiviso tanti momenti piacevoli. Ovviamente grazie anche a te, Federico: la nostra città ha bisogno di tornare a sognare. Ti auguro di cuore di riuscire a lasciare il segno. Messina lo merita”.

UniVersoMe attende la fine ufficiale degli spogli di tutte le sezioni per poter aggiornare i propri lettori anche sul Consiglio Comunale.

Sofia Ruello

 

Votazioni: affluenza bassa alle #EleMe2022, precipita il referendum giustizia. Ecco i primi risultati

Si sono chiuse ieri sera alle 23 le votazioni sui cinque quesiti del Referendum sulla giustizia promosso da Lega e Radicali. Al contempo, diversi comuni in tutta Italia (tra cui anche Messina) sono stati chiamati ad eleggere i nuovi rappresentati politici, tra cui sindaco, consiglieri comunali e rappresentanti di quartiere. Non sono mancate le problematiche: tra ritardi, file ed ore di attesa che hanno inciso sensibilmente sull’affluenza alle urne, soprattutto tra le fasce d’età più alte.

A Palermo, ben cinquanta seggi non hanno potuto aprire per via del ritiro all’ultimo minuto dei relativi presidenti di sezione e di centinaia di scrutatori. Solo nel pomeriggio di domenica sono stati trovati gli ultimi sostituti, ma il voto a quel punto era già stato irrimediabilmente intaccato. Il Comune di Palermo ha provveduto ad inviare alla procura i documenti relativi all’organizzazione del voto necessari all’avvio di un’indagine.

EleMe 2022, a che punto siamo?

Saranno 254 le sezioni che verranno scrutinate a partire dalle 14 di oggi. Diminuisce l’affluenza alle urne dei messinesi rispetto alle precedenti elezioni, ove si stimava al 65,01%, toccando il 55,64%. Il sindaco verrà dunque eletto da meno della metà dei cittadini, con un totale di 107mila votanti si 192mila. Bene Primo e Sesto quartiere con affluenza rispettivamente di 58,57% (11.126 votanti) e 57,75% (14.579). Superato il 50% anche negli altri quartieri:

  • Secondo Quartiere – 55,29% (14.002 votanti)
  • Terzo Quartiere – 55,64% (24.433 votanti)
  • Quarto Quartiere – 50,65% (20.845 votanti)
  • Quinto Quartiere – 56,35% (21.096 votanti)

Per il Referendum Montemare superato il quorum con il 51,59% degli aventi diritto (99.093 votanti). Tra le altre problematiche già riportate, sono stati lamentati anche dei cambi di sezione di tanti votanti: molte comunicazioni di cambio sezione inviate per posta ordinaria non sono arrivate e dunque i votanti si presentano nelle vecchie sezioni in cui non sono registrati (LetteraEmme).

Referendum giustizia, appena il 20,8% di affluenza

Nelle ultime ore, il Viminale ha diffuso i primi dati relativi ai risultati dei referendum. Appena il 20,8% degli aventi il diritto si è recato alle urne, divenendo la percentuale di affluenza ad un referendum più bassa nella storia della Repubblica. Infatti, nessuno dei cinque quesiti referendari promosso ha raggiunto il quorum (che necessitava il voto della maggioranza assoluta degli aventi il diritto, ossia il 50% + 1).

Le cinque schede colorate contenenti i quesiti referendari – Sandrino 14, CC BY-SA 4.0, via Wikimedia Commons

Nel tweet di YouTrend, l’affluenza relativa a ciascun quesito a livello nazionale (dati parziali).

Le ragioni di un tale risultato sono diverse: anzitutto, la complessità dei quesiti. Si trattava di scegliere su argomenti squisitamente giuridici, alcuni di questi particolarmente tecnici (come quelli riferiti alla composizione del Consiglio Superiore della Magistratura o alla separazione delle carriere di magistrato e pubblico ministero).

L’uso indiscriminato del referendum, negli ultimi 20 anni, è stato la causa di numerose sconfitte politiche (basti pensare a quella dell’ex premier Renzi nel 2016) che hanno contribuito ad allontanare il cittadino da questo strumento di democrazia diretta, se non addirittura a farglielo odiare.

Anche la poca informazione (e formazione) ha contribuito al risultato ottenuto. Infatti, solo nelle ultime settimane i mezzi d’informazione ed i social media hanno iniziato a parlare del Referendum, laddove sarebbe stato appropriato formare più accuratamente il popolo alle decisioni di estrema importanza che avrebbe dovuto prendere. Anche per questa ragione si sono sviluppate, negli ultimi tempi, delle correnti di boicottaggio delle votazioni: numerosi sono, ad esempio, i tweet sotto l’hashtag #NoQuorum, che invitavano – appunto – a boicottare le votazioni.

Dopotutto, le modalità di elezione dei membri togati del Csm, le modalità di valutazione della professionalità dei magistrati e la separazione delle funzioni sono anche oggetto della riforma Cartabia, ossia la riforma sulla Giustizia promossa dall’omonima Ministra Cartabia e che verrà votata in questa settimana al Senato (essendo già passata alla Camera).

D’altro canto, nei comuni dove contestualmente si votava per le amministrative, l’affluenza è riuscita a superare il 50%, secondo quanto riportato su Twitter da YouTrend (dati riferiti al Primo Quesito).

Referendum: i risultati nazionali e a Messina

RISULTATI NAZIONALI:

  • Primo Quesito – SÌ 53,97%, NO 46,03% (affluenza del 20,94%)
  • Secondo Quesito – SÌ 56,12%, NO 43,88% (affluenza del 20,93%)
  • Terzo Quesito – SÌ 74,01%, NO 25,99% (affluenza del 20,93%%)
  • Quarto Quesito – SÌ 71,94%, NO 28,06% (affluenza del 20,92%)
  • Quinto Quesito – SÌ 72,52%, NO 27,48% (affluenza del 20,92%)

RISULTATI NELLA CITTÀ METROPOLITANA DI MESSINA:

  • Primo Quesito – SÌ 50,99%, NO 49,01% (affluenza del 36,46%)
  • Secondo Quesito – SÌ 52,77%, NO 47,23% (affluenza del 36,44%)
  • Terzo Quesito – SÌ 67,33%, NO 32,67% (affluenza del 36,46%)
  • Quarto Quesito – SÌ 63,99%, NO 36,01% (affluenza del 36,45%)
  • Quinto Quesito – SÌ 65,32%, NO 34,68% (affluenza del 36,43%)

RISULTATI NEL COMUNE DI MESSINA:

  • Primo Quesito – SÌ 46,66%, NO 53,34% (affluenza del 52,37%)
  • Secondo Quesito – SÌ 48,47%, NO 51,53% (affluenza del 52,30%)
  • Terzo Quesito – SÌ 63,42%, NO 36,58% (affluenza del 52,37%)
  • Quarto Quesito – SÌ 59,44%, NO 40,56% (affluenza del 52,35%)
  • Quinto Quesito – SÌ 61,22%, NO 38,78% (affluenza del 52,29%)

Risulta evidente che (ai dati attuali), se fosse stato raggiunto il quorum tutti e cinque i quesiti sarebbero stati approvati. Intanto, il segretario della Lega Matteo Salvini ha ringraziato su Twitter i dieci milioni di italiani che ieri si sono recati alle urne:

Per il Comune di Messina si accresce l’affluenza generale (fino al 50% degli aventi il diritto) rispetto al precedente referendum costituzionale del 2020, a cui aveva partecipato solo il 31,67% degli aventi diritto.

Valeria Bonaccorso

ATM due anni dopo: tutte le novità introdotte nel panorama della mobilità messinese

Sono trascorsi due anni dall’istituzione di ATM spa, avvenuta in seguito al processo di liquidazione deciso nel 2018. L’azienda è poi “rinata” come società per azioni, anche se finanziata con capitale pubblico.

A due anni di distanza è utile fare un punto della situazione attraverso lo sguardo dei cittadini. Cosa è cambiato rispetto alla vecchia ATM? Quali migliorie ha sviluppato l’azienda in questi due anni? Quali nuovi servizi sono stati messi a disposizione dell’utenza?

In questo articolo elencheremo tutte le novità portate da ATM nel panorama della mobilità messinese.

1. Mezzi e Corse

La punta di diamante del servizio offerto dall’azienda è sicuramente la “Linea 1 Shuttle”: la corsa su gomma che attraversa l’intera città, collegando l’estremo della zona sud (Capolinea Giampilieri) con l’estremo della zona nord (Capolinea Torre Faro).

Le corse hanno una frequenza di 15/20 minuti, con un rateo di ritardo minimo (dovuto nella maggioranza dei casi all’andamento del traffico su strada) e un incremento della puntualità delle corse.

La presenza di una linea con un così alto tasso di frequenza, che permette di raggiungere un qualsiasi punto della città, è certamente il progetto più efficace per la mobilità messinese.
Indubbiamente utile anche a favore del turismo, in quanto permette di visitare facilmente zone della città che altrimenti sarebbero troppo distanti tra loro.

Foto da atmmessinaspa.it

Tutte le altre linee sono adesso puntuali e rispettano al minuto il tabellino degli orari (diversamente dall’operato della vecchia ATM).
Le corse sono più frequenti: in questo modo gli abitanti dei villaggi collinari possono raggiungere la “Linea 1 Shuttle” con più facilità e comodità.

2. Supporto diretto all’utenza tramite numero verde dedicato

Da settembre 2021 è attivo il numero verde 800 24 80 80. Hai un dubbio rispetto all’orario di una corsa? Vuoi informazioni sullo stato della linea che utilizzi per andare a casa o al lavoro?
Telefonando al numero verde è possibile ricevere tutta l’assistenza di cui si ha bisogno, ricevendo informazioni sullo stato dei mezzi. Il servizio è attivo dal lunedì al sabato dalle 07:30 alle 19.30.

3. Canale Telegram con informazioni in tempo reale

ATM ha messo a disposizione anche un canale Telegram attraverso il quale informare l’utenza sullo stato del servizio con gli avvisi in tempo reale.
Eventuali modifiche dei percorsi, soppressione di una corsa o sostituzione di una linea vengono prontamente comunicati tramite un messaggio sul canale.
In questo modo il cittadino è avvisato in tempo sulle modifiche attuate, evitando così disagi e ritardi nell’organizzazione dei propri spostamenti.

4. Acquisto dei biglietti facilitato con nuove piattaforme digitali

Oltre all’acquisto del biglietto cartaceo presso i rivenditori autorizzati, ATM Messina ha da tempo introdotto l’acquisto digitale dei titoli di viaggio.
Sei di fretta e non puoi fermarti a comprare un biglietto?
Puoi tranquillamente acquistarlo dal tuo smartphone tramite MyCicero, Dropticket o direttamente sull’app ATM MovUp.

5. Infomobilità alle fermate

Una recente novità introdotta è quella degli schermi digitali posti alle fermate dei bus.
Alla fermata l’utenza potrà consultare lo schermo digitale (alimentato da energia solare) per conoscere le linee di passaggio in quella zona, i tabellini orari e il tempo stimato di arrivo del mezzo.

6. Eventi e presenza costante per la città

La nuova ATM si è impegnata parecchio per far sentire la sua vicinanza alla cittadinanza e non l’ha fatto solo implementando i servizi direttamente collegati alla mobilità.

Tra gli eventi che ha organizzato per la cittadinanza ricordiamo:

-L’iniziativa “Music on the bus”: in occasione del Natale, un bus ecologico ha visitato diverse zone della città, portando musica e Babbo Natale nel periodo di festa.

-La Settimana Europea della Mobilità 2021: una settimana dedicata al tema della mobilità, che ha visto convegni, manifestazioni ed eventi incentrati sulla promozione della mobilità sostenibile. Nella stessa occasione si è svolto l’evento e-motor show di Messina, la prima competizione per smart elettriche organizzata in Sicilia, con la partecipazione di Giancarlo Fisichella.

-”FARESTATE”: il cartellone di eventi organizzati in occasione dell’istituzione dell’area pedonale di Torre Faro. Musica, teatro e cinema hanno accompagnato le serate estive dei messinesi.

In conclusione, la nuova ATM, con noi ormai da due anni, ha dimostrato che non è impossibile per Messina avere un trasporto pubblico funzionante ed efficiente.
ATM Messina oggi ha un carattere che è incline all’utilizzo delle nuove tecnologie, all’uso della digitalizzazione per migliorare la mobilità e che ha a cuore il tema del green e della sostenibilità.

Nel giorno del suo secondo compleanno non è difficile immaginare quale sia la richiesta dei cittadini di Messina ad ATM: un servizio che non smetta mai di migliorarsi e che tenda sempre verso il meglio, così come ha fatto in questi primi due anni.

Angela Cucinotta