Intervista al fumettista Lelio Bonaccorso: quando il disegno diventa attivismo

Lelio Bonaccorso è un fumettista e illustratore di Messina, classe 1982. La passione per il disegno e – più nello specifico – per il fumetto nasce in lui sin dall’infanzia. Così, dopo aver conseguito il diploma presso l’istituto d’arte Ernesto Basile di Messina, si sposta nel 2004 a Palermo, dove frequenta la Scuola del Fumetto, tappa obbligatoria per la sua crescita e formazione. Lelio è un siciliano DOC, sentimentalmente legato alla sua terra: non perde occasione per descriverne le bellezze anche nelle sue opere, allo stesso tempo cosciente e attento alle molte contraddizioni che la Sicilia porta con sé. Non a caso una delle sue prime opere, dal titolo ‘’ Peppino Impastato. Un giullare contro la mafia’’, racconta la storia dell’attivista di Cinisi ucciso dalla mafia per ordine del Boss Tano Badalamenti, il 9 maggio del 1978. La volontà di conoscere e di raccontare lo spingono nel 2017 a bordo della nave Aquarius, impiegata dalla ONG SOS Méditerranée nel soccorso ai migranti che tentano di attraversare il canale di Sicilia. Da questa esperienza nasce Salvezza, opera pubblicata da Feltrinelli nel 2018, che ha suscitato l’interesse anche di molti quotidiani nazionali. Ho avuto il piacere di scambiare con Lelio un’interessante chiacchierata: ecco tutti gli spunti e le curiosità che mi ha raccontato.

Fonte: profilo Facebook di Lelio Bonaccorso

 

Pur vivendo nella stessa città siamo costretti a vederci l’uno nello schermo dell’altro . Battute a parte, è banale ma altrettanto necessario iniziare chiedendoti come l’emergenza Covid19 abbia influenzato il tuo 2020 dal punto di vista professionale.

A livello strettamente professionale e tecnico per me è cambiato poco, diciamo che noi siamo sempre in smart working. Naturalmente il lockdown di marzo ha rallentato tanti progetti, la chiusura delle librerie ha portato gravi perdite anche per le case editrici e tutto il settore in generale ne ha risentito… un bel guaio.

Facciamo un salto nel passato: quando nasce la passione per il disegno? Quando hai deciso che sarebbe stata la tua strada?

La passione per il disegno nasce nell’infanzia, dai primi scarabocchi. Contestualmente ho sempre avuto l’esigenza di raccontare qualcosa, esigenza che si è costantemente manifestata durante il corso della mia carriera e formazione. Ho sempre voluto fare questo nella vita, non avevo un piano B. Inizialmente mi sono iscritto al liceo artistico; a quei tempi però il fumettista quasi non veniva considerato un lavoro. A Messina non c’era una scuola adatta al tipo di formazione che cercavo. Per questo sono stato costretto a spostarmi a Palermo per frequentare La Scuola Del Fumetto: da lì le prime collaborazioni ed esperienze fino ad oggi. Ho qui in mano la mia copia dell’ultimo numero di “Dylan Dog Color Fest”, in una delle 3 storie di questo numero ci sono i miei disegni e la storia è scritta dal mio collega ed amico Marco Rizzo, con il quale ho scritto i fumetti più importanti della mia carriera. Devo ammettere che leggere il mio nome nei credits di uno dei miei fumetti preferiti mi ha emozionato.

Fonte: profilo Facebook di Lelio Bonaccorso

Molti dei tuoi lavori raccontano argomenti di rilevanza collettiva e di attualità. Penso al fumetto su Peppino impastato, a quello sulla storia del ciclista Marco Pantani, a Salvezza, il più famoso, che riguarda il fenomeno dell’immigrazione dall’Africa verso l’Europa. Come se in te coesistessero 2 anime: quella da fumettista ed illustratore e quella da giornalista. Mi sbaglio?

No, non ti sbagli. Il fumetto per me è stato un mezzo per sfogare l’esigenza di conoscere prima e raccontare poi che ho sempre avuto. Questo mi ha permesso di vivere esperienze fortissime anche dal punto di vista umano: conoscere i familiari e gli amici di Peppino impastato e sentirli raccontare la sua storia mi ha lasciato il segno. Ultimamente si parla sempre meno di mafia, come se con la fine della fase stragista fosse stata sconfitta e sappiamo bene che non è così… ha solo cambiato forma.

 

Illustrazione di Peppino Impastato – Fonte: profilo Facebook di Lelio Bonaccorso

Nel 2017 con Marco Rizzo sali sulla Aquarius, nave impiegata da una ONG per la ricerca e il soccorso in mare nelle acque internazionali tra Libia, Italia e Malta: da questa esperienza nascerà il fumetto “Salvezza”. Ci racconti qualcosa a riguardo?

Credo che per raccontare una storia sia importante viverla in prima persona. Da questo nasce la volontà di salire a bordo dell’Aquarius, usare gli occhi come telecamere provando ad immagazzinare quante più scene possibile. Essere lì mi ha permesso di cogliere delle sfaccettature che noti solo provando sulla tua pelle determinate sensazioni. Ho ricordi incredibili di quei momenti, nel bene e nel male, gli occhi di queste persone spaventate ma felici di essere scampate dalla morte, la disperazione di chi ha appena perso un caro in mare ma anche la speranza di trovare un posto migliore una volta arrivati a terra. Magari le loro aspettative sono superiori spesso rispetto a quello che realmente troveranno una volta sbarcati in Europa, ma mi sento di dire che in ogni caso è meglio di ciò da cui scappano.

Fonte: profilo Facebook di Lelio Bonaccorso

Parlaci un po’ di Messina: cosa provi per la tua città?

Il solo fatto che io abbia deciso di non andare via la dice lunga, sono innamorato della mia terra e della mia città. Certo, non è il periodo migliore per Messina, ma sono convinto che prima o dopo qualcosa cambierà, arriverà il momento giusto e contestualmente la cittadinanza sarà pronta a compiere un passo in avanti, ne sono certo. Quello che non so invece, è quando questo accadrà, potrebbe essere tra un anno come tra 100. Siamo abituati naturalmente ad avere come orizzonte temporale il periodo che trascorriamo in vita, ma la storia va avanti anche quando il nostro ciclo personale finisce. Messina vive di dualismi e di contrasti, Messina ha il bianco ed il nero. Dovremmo essere capaci di far coesistere entrambi i colori e prendere il buono che esce da questo incontro: invece, spesso più che incontro diventa scontro e rimaniamo immobili.

Un ultima domanda: oggi il dibattito pubblico si è spostato sulle piattaforma social e i toni si sono incredibilmente inaspriti. Da comunicatore, che idea ti sei fatto a riguardo?

Secondo me abbiamo spesso l’impressione che la maggioranza della popolazione sia quella che commenta in modo verbalmente violento o che non ha rispetto per l’interlocutore, ma credo sia solo un’impressione. Banalmente il trambusto, le urla, si sentono di più di chi resta in silenzio o non alza i toni. C’è sicuramente una parte di popolazione preparata e informata, anche se magari fa meno chiasso.
Pochi giorni fa Parlavo con Marco (Rizzo, n.d.r.) di fake news. Lui è favorevole all’introduzione di norme che gestiscano questo problema, io no. Ho il timore che cercando di risolvere un problema ne vai a creare altri: formi una commissione? Chi gestisce questa commissione? Chi traccia la sottile linea di demarcazione tra una tesi alternativa – ma plausibile – ed una invece totalmente falsa? È complicato.
La falsa informazione oggi è un problema concreto ma dovrebbe essere combattuta dallo Stato mettendo i cittadini nella condizione di poter scegliere cosa leggere, su cosa informarsi e allo stesso tempo riconoscere una notizia inventata. Se risali alla fonte del problema trovi l’ignoranza e la rabbia sociale, fattori sui quali mi concentrerei.

 

Ringraziando Lelio, gli auguro in bocca al lupo per tutti i progetti in cantiere, nella convinzione che la chiacchierata di oggi possa dare molti spunti di riflessione ai nostri lettori.

 Emanuele Paleologo

Foto di copertina: siciliando.org

L’associazione Orione presenta: “La misura del silenzio”

L’associazione universitaria Orione è lieta di invitarvi oggi 10 Novembre 2020 alle ore 16:30 al convegno “La misura del silenzio”.

Il primo ospite sarà la Professoressa Maria Teresa Collica: docente di Diritto Penale all’Università degli Studi di Messina, che esaminerà l’evoluzione del modus operandi che caratterizza le associazioni criminose di stampo mafioso.

Luigi Leonardi è un imprenditore napoletano vittima di estorsioni da parte di associazioni mafiose; nonostante le intimidazioni ha deciso di ribellarsi e di denunciare i suoi estorsori, motivo per il quale adesso si trova sotto protezione dello stato. Luigi Leonardi sarà il secondo ospite del convegno.
Giuseppe Piraino fa l’imprenditore edile. È di Palermo e da tempo collabora con i giudici in un’operazione antimafia: è stato anche lui vittima di estorsioni. Piraino decide di non piegarsi ai suoi aguzzini ma di filmarli e denunciarli; è lui ad essere il terzo ospite del convegno.
Ismaele è un ragazzo di Palermo che ha deciso, attraverso l’attività giornalistica, di studiare, approfondire e combattere il fenomeno mafioso. Grazie ai suoi sforzi, nel 2014, è stato eletto vincitore del premio Oscar della legalità. È lui ad essere il quarto ed ultimo ospite.

Dove partecipare

Il convegno sarà trasmesso sui seguenti canali:

A partire da oggi pomeriggio potrete registrarvi attraverso questo link: https://docs.google.com/forms/d/e/1FAIpQLSe0sYQtzA3nlEYo5orcjvKukFNyDdfpN8p2Zq3J0RBQU0cvVg/closedform

Saranno attribuiti 0,25 CFU ai partecipanti.

Locandina dell’evento

Nature Electronics: pubblicato uno studio targato UniMe

L’Università di Messina si distingue nuovamente a livello internazionale grazie al co-authorship del Professore Giovanni Finocchio, associato di Elettrotecnica afferente al Dipartimento MIFT dell’Ateneo peloritano, su uno studio sulla nucleazione e manipolazione degli skyrmions magnetici, mediante l’applicazione di gradienti di temperatura.

https://www.nature.com/natelectron/
Fonte: www.nature.com/natelectron

L’abstract è stato pubblicato sulla rivista “Nature Electronics“, considerata ormai una delle più autorevoli ed antiche riviste della comunità scientifica internazionale – insieme alla rivista Science -,  conosciuta sin dal 4 novembre 1869, data della sua prima pubblicazione.

Lo studio tratta del progetto sullo spin-caloritronico, un campo di studio sulle interazione tra spin elettronici e correnti termiche che può fornire le basi teoriche per la creazione di nanomotori termici ed per il recupero energetico dal calore dissipato in sistemi dalle dimensioni nanometriche, convertendolo in correnti di spin.

Il professore Finocchio ha fornito i modelli necessari a descrivere quantitativamente il comportamento sperimentale, utilizzando i parametri dei dispositivi valutati sperimentalmente e integrati poi nello studio. Questi sono serviti a spiegare come gli skyrmions magnetici, solitoni topologicamente protetti, si muovono dalle regioni calde alle regioni fredde del dispositivo.

L’obiettivo della ricerca è migliorare di molto la dissipazione dell’energia sotto forma di calore in dispositivi integrati, cosi facendo si migliorerebbe la scalabilità e potenzialmente aumenterebbe la frequenza di utilizzo.

Questo lavoro va ad aggiungersi ad un campo in espansione come quello della spin-caloritronica.

Non è il primo riconoscimento che i professori dell’Università di Messina ricevono nel campo del magnetismo applicato, infatti la Sezione Italiana dell’Istituto degli Ingegneri Elettrici ed Elettronici (IEEE) ha conferito, per il secondo anno consecutivo, il “Best Chapter Award 2020” al Chapter di Magnetismo guidato proprio dal prof. Finocchio. Nel team è presente anche il prof. Vito Puliafito, ricercatore RTD-A di Elettrotecnica appartenente al Dipartimento di Ingegneria di UniMe che gestisce il Chapter, con il ruolo di Segretario/Tesoriere.

Il Chapter di Magnetismo è stato premiato per le intense attività di divulgazione scientifica organizzate negli ultimi 12 mesi, anche in forma telematica durante la pandemia da COVID-19; seminari organizzati con cadenza mensile con la partecipazione di alcuni tra i migliori ricercatori mondiali nel campo del magnetismo applicato all’ingegneria, ad esempio la professoressa Phallavi Dhagat, Presidente della IEEE Magnetics Society.

Come se non bastasse il Chapter di Magnetismo sponsorizza un premio annuale in denaro per motivare e finanziare giovani ricercatori a presentare le loro ricerche ai colleghi in ambito mondiale.

Giuseppina Simona Della Valle

Messina manifesta: commercianti e artisti scendono in piazza pacificamente

Sulle note di “We Will Rock You” e “The Show Must Go On” dei Queen ha avuto inizio la Manifestazione Popolare Pacifica, svoltasi il 30 ottobre presso Piazza Unione Europea, con lo scopo di dar voce al popolo messinese e, soprattutto, a coloro i quali sono stati costretti a cessare temporaneamente le proprie attività commerciali a causa del nuovo Dpcm.

“Il popolo fino ad oggi ha dimostrato profondo rispetto per le normative anti covid, ma adesso è stanco di essere preso in giro. In questo momento ci stiamo unendo. Oggi Messina c’è!” Queste le parole di Daniele Zuccarello, promotore dell’evento.

Locandina dell’evento

Centinaia di persone tra ristoratori, rappresentanti del mondo dello spettacolo, dello sport e dell’animazione hanno manifestato contro il Governo per la carenza di misure di sostegno a favore delle attività penalizzate, nel peggiore dei casi chiuse, a causa dell’emergenza sanitaria Covid.

Oltre ai commercianti, anche famiglie e giovani hanno preso parte alla manifestazione; ogni intervento, seppur molto sofferto, non ha visto la rabbia dei cittadini sfociare in atti di violenza, come è accaduto in altre città. Gli organizzatori della manifestazione, infatti, hanno sottolineato di essere contro ogni forma di violenza e vandalismo.

Parole forti ai microfoni, piene di preoccupazione, rabbia, insofferenza. I lavoratori sono stati costretti a mettere le loro attività in sicurezza per poter riaccogliere i clienti, e ora che sono obbligati a chiudere nuovamente i battenti, non hanno la certezza che riceveranno un sostegno economico. L’unica certezza, in questo momento, è che in molti non ricaveranno nulla dalla loro professione.

I cittadini, in merito a questo problema, hanno avanzato la proposta di posticipare l’orario di chiusura oltre le 18:00, orario imposto dal nuovo Dpcm.

La manifestazione si è conclusa con un gesto simbolico: liberare in piazza palloncini tricolore in simbolo di unità.

Foto di Corinne Marika Rianò

Meno di 24 ore dopo, anche gli artisti messinesi, nelle categorie di attori, musicisti, danzatori, cantanti, insegnanti di musica, canto, teatro e danza, sono scesi in piazza spontaneamente e liberamente, per chiedere a gran voce la revisione delle misure restrittive imposte dal Governo. Il Municipio si veste di nero insieme agli artisti: “La compostezza e il rigore sono i principi di questa manifestazione in piazza – afferma Mariapia Rizzo – vestiti di nero, non in segno di lutto ma per suggerire il buio delle nostre arti e l’invisibilità che sembra caratterizzarci. Il nostro settore è al silenzio. E di questo silenzio vogliamo rendere partecipi tutti“.

I luoghi della cultura, ad eccezione dei musei, sono stati chiusi da ormai una settimana.

Locandina dell’evento

Tra i manifestanti: i Magazzini del Sale, On Stage, Clan Off Teatro, Oltredanza, Compagnia delle Arti Visive e tante altre realtà messinesi che rischiano di spegnersi.

“Se è vero che il nostro lavoro è nutrimento dell’anima, è pur vero che esso è anche un’ importante risorsa economica per la Nazione. Siamo lavoratori e produttori di reddito. Rivediamo se necessario i protocolli di sicurezza. Se sarà il caso, ci adatteremo a norme ancora più restrittive, ma non lasciateci morire. Questa manifestazione, nata da un impeto spontaneo, non ignora peraltro la necessità più generale di ripensare alla gestione di una intera categoria, reclamando a gran voce la necessità di rivedere il rapporto tra gli Enti pubblici e le realtà del territorio, ipotizzando che una gestione più coerente del danaro e delle risorse potrà consentire di superare questo difficile momento di crisi e gettare le basi per un futuro migliore.”

Diana Colombraro, Corinne Marika Rianò

“Ora basta! Lo spettacolo dal vivo a Messina c’è e agisce” – Manifestazione

Si terrà domani pomeriggio, sabato 31 ottobre alle 15:30 presso Piazza Unione Europea Messina, la manifestazione “Ora basta! Lo spettacolo dal vivo a Messina c’è e agisce“.

“Gli artisti messinesi, nelle categorie di attori, musicisti, danzatori, cantanti, insegnanti di musica, canto, teatro e danza, scendono in piazza spontaneamente e liberamente, per chiedere a gran voce la revisione delle misure restrittive imposte dal governo, che ci impediscono le attività di spettacolo e quelle didattiche, riducendo a zero la nostra possibilità lavorativa. Naturalmente questa manifestazione ribadisce la necessità di un confronto a lungo termine sul rapporto tra istituzioni e mondo dell’arte, per la creazione di una politica della cultura che si radichi concretamente sul territorio. Siete tutti invitati a venire a sostenerci!”

Link all’evento: https://www.facebook.com/events/3626098154115435/?active_tab=discussion

 

Il musicale dell’Ainis in protesta. L’intervista: “Vogliamo quel 25%. La videocamera uccide la musica.”

(fonte: gazzettadelsud.it)

Arrivano nuove reazioni alle misure restrittive imposte, a partire dal 24 ottobre, dall’ultimo DPCM e dalle ordinanze dei vari consigli regionali. Avevamo già parlato qui delle proteste dei lavoratori; oggi sono le scuole a prendere la parola.

In particolare, gli studenti dell’indirizzo musicale del Liceo Emilio Ainis di Messina si sono assentati per due giorni, 26 e 27 ottobre, dalle lezioni in via telematica in segno di protesta contro la D.A.D. (Didattica a Distanza). Hanno inoltre emesso un comunicato, firmato da 87 degli studenti in questione, che è stato pubblicato da diverse testate giornalistiche.

Per approfondire meglio la questione, abbiamo deciso di ascoltare i pareri di alcuni dei diretti interessati.

Come nasce l’iniziativa

“Tengo a sottolineare che è un iniziativa degli studenti del musicale e non sono stati affatto indirizzati dai docenti. Dal punto di vista logistico, ci sono delle discipline che presuppongo il contatto diretto con lo strumento, della presenza dell’insegnante che fa strumento o musica d’insieme, forme laboratoriali per cui hanno delle difficoltà in più.”

Afferma il professore Cesare Natoli, insegnante di storia e filosofia presso l’indirizzo musicale del Liceo Ainis.

“Noi viviamo di musica e fare una lezione di strumento in D.A.D. non è la stessa cosa. In primo luogo perché sarebbe necessaria una strumentazione costosissima, dal momento che le classiche attrezzature tendono a ‘tagliare’ frequenze, sia alte che basse, per comprimere il suono. Dunque, non si sentirebbe allo stesso modo. Le materie che più ne risentono, oltre Strumento, nell’ambito musicale sono – ad esempio – tecnologie musicali. Anche Teoria di analisi e composizione è una materia che necessita di un approccio di presenza.”

Aggiunge lo studente Emanuele Arena, rappresentante degli studenti del Liceo Emilio Ainis.

Le richieste degli studenti

Quando gli abbiamo chiesto a cosa mirasse la loro iniziativa, la risposta è stata secca:

“Noi puntiamo tutto su quel 25%. Uno schermo, una videocamera uccidono la musica.”

Ed in effetti, il 25% è la percentuale che il DPCM aveva concesso per le lezioni in presenza. Gli istituti superiori siciliani si sono tuttavia dovuti conformare all’ordinanza regionale del presidente Musumeci che prevede un 100% di D.A.D. fino al 13 novembre. La richiesta è proprio quella di adeguarsi alla normativa nazionale. D’altro canto, una recente comunicazione del Presidente Regionale prevede che, per motivi logistici di particolare esigenza (e potrebbe rientrarvi il caso del liceo musicale) e per gli studenti con gravi disabilità sia possibile svolgere la didattica in presenza. Sarebbe per loro un risultato già significativo.

Alla protesta dei ragazzi si sono uniti anche molti genitori e professori, che continuano ad accompagnarli in questa situazione di criticità. A tal proposito, il professor Natoli, portavoce del gruppo ‘Scuola in presenza’, assieme ai colleghi intende organizzare una manifestazione di protesta che si svolgerà – nel rispetto delle misure anti-covid – giorno 7 novembre presso Piazza Unione Europea (Municipio). I dettagli sono reperibili sull’omonimo gruppo Facebook. Essa intende coinvolgere il mondo della scuola (docenti, studenti, personale ATA, genitori), dell’università e gli operatori culturali del teatro e della musica (ricordiamo le associazioni concertistiche messinesi come l’Accademia Filarmonica, la Filarmonica Laudamo e l’Associazione Bellini. Questi ultimi settori, colpiti dall’ultimo DPCM, sono stati costretti a chiudere dopo aver compiuto molti sacrifici per adattarsi alle misure anti-virali promosse negli ultimi mesi dal Ministero della Salute e dal comitato tecnico scientifico.

“Il fatto che siano stati minati i centri di cultura come i teatri, per noi che amiamo la musica e lo spettacolo e tutto ciò che è annesso, è stato un colpo. Noi rendiamo di questo, dopotutto.”

Continua Emanuele, tenendo in considerazione anche i risvolti che tali misure potrebbero avere sul futuro lavorativo di questi studenti.

(fonte: tg24.sky.it)

Il futuro della società e l’importanza dell’arte

Il professore si abbandona poi ad una riflessione: “Quale umanità stiamo difendendo?”, si domanda, prendendo spunto dalla riflessione di uno dei maggiori filosofi italiani, Giorgio Agamben.

“Il bios, il restare in vita, è senza dubbio sacrosanto. Tuttavia, non possiamo limitarci solo a questo poiché l’umano eccede il bios, va oltre il semplice restare in vita. Se tutto il resto viene trascurato, allora ci stiamo degradando. Il covid, probabilmente, ha semplicemente scoperchiato la questione. Ma si tratta di un processo che affonda le proprie radici lontano nel tempo.”

(fonte: stateofmind.it)

Nell’esprimere la propria preoccupazione per il futuro della cultura e dell’uomo come animale sociale, il professore ha offerto anche una propria visione di quelli che potranno essere i possibili scenari di una società post-covid. Ad una visione (considerata ‘idilliaca’) del ritorno alla normalità si accosta la possibilità che, da scelte così drastiche e necessarie, derivino conseguenze altrettanto importanti anche per la vita in società.

“Bisogna fare in modo che l’emergenza rimanga emergenza”

Ossia che non si trasformi in normalità. Fondamentale è ben soppesare i rischi derivanti da un non adeguato controllo dell’epidemia ai rischi derivanti da altre cose, come le questioni legate allo sviluppo relazionale dell’individuo.

Ed in tal senso, si sa, l’arte ha la straordinaria capacità di unire oltre ogni barriera.

“L’arte è libertà d’espressione.”

Afferma, infine, Emanuele alla domanda su cosa essa rappresenti per un qualsiasi ragazzo.

Guai a dimenticare il valore dell’arte, linguaggio universale capace di unire i popoli laddove l’incomprensione li divide.

 

Valeria Bonaccorso

#OttobreRosa: la prossima settimana screening gratuito al Papardo e all’A.S.P.. Ecco come fare

(fonte: tempostretto.it)

Lo scorso 13 ottobre Palazzo Zanca si è illuminato di rosa in occasione del Pink October, ma di cosa si tratta?

Pink October è un mese dedicato alla prevenzione del carcinoma mammario (c.d. tumore al seno), una patologia che affligge principalmente le donne e che tra queste è molto diffusa, in particolare nella fascia d’età tra i 40-70 anni. La buona notizia è che, quando è ancora in fase precoce, può essere curato con efficacia e con terapie poco invasive. Ecco in cosa risiede l’importanza della prevenzione; ecco il motivo per cui anche Messina, quest’anno, ha deciso di aderire alla campagna tramite una serie d’iniziative che promuovono la prevenzione.

Quale prevenzione?

Un primo tipo di prevenzione contro il tumore al seno, non meno importante, si racchiude in una buona alimentazione ed attività fisica, oltre che nella c.d. autopalpazione della mammella (ne abbiamo parlato qui) che permette al soggetto d’individuare eventuali anomalie (ad es. noduli) nella zona mammaria.

La prevenzione secondaria risiede nello ‘screening’, esame periodico effettuato anche su chi non dovesse avvertire sintomi che consente di rintracciare e tacciare la patologia sul nascere. Su quest’ultimo tipo di esame si sono volute concentrare associazioni come l’A.S.S.O. (Associazione Siciliana di Sostegno Oncologico) e la L.I.L.T. (Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori), che per tutto il mese di ottobre si sono impegnate a sensibilizzare ed invitare i cittadini alla prevenzione.

(fonte: ravennanotizie.it)

Tre giornate al Papardo

A tal proposito, il Dipartimento di Oncologia e la Breast Unit dell’azienda ospedaliera ‘Papardo’ in collaborazione con A.S.S.O., hanno dedicato tre giornate (27-28-29 ottobre) agli screening di prevenzione di cui si occuperanno specialisti del settore.

Per prenotarsi, è possibile già dal 14 ottobre chiamare il numero dedicato 090 3996251 nella finestra oraria tra le ore 9 e le ore 13 dal lunedì al venerdì. Saranno i volontari dell’A.S.S.O. ad occuparsi direttamente delle prenotazioni.

Una giornata gratuita all’A.S.P. Messina

Altre iniziative riguardano, invece, l’A.S.P. (Azienda Sanitaria Provinciale) di Messina, che ha deciso d’istituire sabato 31 ottobre un’intera giornata di screening gratuito per le donne comprese nella fascia d’età 50-69. Ad occuparsi degli esami sarà l’equipe della Breast Unit e dell’UOS Screening Mammografico dell’Ospedale di Taormina.

(fonte: asp.messina.it)

Saranno inoltre effettuate delle visite senologiche alle donne di età compresa tra 45 e 69 anni, che consiste in un esame approfondito ed indolore e che si basa sulla palpazione del seno da parte di un medico senologo.

Le prenotazioni possono effettuarsi al numero 3357753952 il lunedì, mercoledì e venerdì dalle 10:30 alle 11:30, mentre martedi e giovedi dalle 15:30 alle 16:30, fino ad esaurimento della disponibilità.

Valeria Bonaccorso

Una giornata con il FAI: alla scoperta di San Filippo Superiore

In occasione delle giornate autunnali del FAI (Fondo Ambiente Italiano) noi di UniVersoMe non potevamo di certo farci scappare l’occasione di essere guidati verso una delle bellezze naturalistiche e culturali della nostra città: il paese di San Filippo Superiore.

Le origini del borgo

Il borgo di San Filippo Superiore ha origini romane. In quel periodo il torrente omonimo, il più grande della zona, era navigabile e serviva per portare a valle i prodotti agricoli. Dal Medioevo alla metà dell’ ‘800 vi fu un’egemonia del monastero dei Basiliani, che fecero arricchire l’area con la coltivazione di cerali, fichi e agrumi e, soprattutto, tramite la vendita dei bachi da seta e della seta già lavorata. Il nome del borgo deriva dal Santo Filippo d’Agira, anche se il patrono e protettore del paese è San Nicola di Bari.

 

©Corinne Marika Rianò, Dettaglio di una delle vie del paese – San Filippo Superiore, 2020

 

L’antico centro

Inoltrandosi nella parte più antica del borgo ci si imbatte subito in due edifici: il primo, datato 1689, in buone condizioni, il secondo non in perfetto stato. In quest’ultimo si racconta vivesse la cosiddetta monaca di casa, una monaca che non viveva in convento ed usciva di casa soltanto per la messa.

Andando avanti si trova il percorso dove sorgevano gli antichi monasteri: il Monastero latino e il Convento ortodosso. Tra i vari passaggi si possono notare alcuni portali, ricchi di simboli.

Il luogo centrale del borgo è la Chiesa di San Nicola di Bari, attualmente chiusa alle visite causa lavori di ristrutturazione. Gli elementi di pregio sono le finiture interne e i cicli pittorici, originari della chiesa del ‘500. In realtà, una chiesa era già presente dall’anno 1000 e costituiva il filo conduttore del paese. Nella piazza antistante la chiesa sono ubicate delle campane antiche.

 

©Corinne Marika Rianò, Campane della Chiesa di San Nicola – San Filippo Superiore, 2020

 

La piazza è collegata da un corridoio sotto un arco che conduce a uno degli edifici più antichi, denominato la casa del cavaliere.

La nostra visita del centro del borgo si è conclusa di fronte ai resti della vecchia Chiesa della Maddalena, della quale è possibile ancora osservare la forma. La chiesa fu distrutta dall’alluvione del 1973. La tempesta d’acqua fu parzialmente arginata da un masso che fece da scudo impedendo ulteriori danni. La grande pietra, oggetto di culto dei cittadini della zona, adesso è ubicata sotto l’iconografia del Santo Patrono.

 

©Corinne Marika Rianò, L’iconografia di San Nicola e il masso che limitò i danni dell’alluvione del 1973- San Filippo Superiore, 2020

 

L’Ecomuseo del grano

La seconda tappa è stata caratterizzata dalla visita dell’Ecomuseo del Grano, fortemente voluto da Nino Bebba, nostra guida all’interno della struttura, per tenere viva la memoria dell’attività dei numerosi mulini ad acqua della zona e della coltivazione del grano, in passato la principale risorsa del villaggio.

All’inizio del ‘900, con l’avvento dell’Unità d’Italia, il sistema siciliano della molitura fu particolarmente penalizzato da una tassa sostanziosa sul macinato, voluta dall’allora Ministro delle Finanze Quintino Sella, che causò alcune rivolte dall’esito fallimentare, da parte dei contadini. Conseguentemente i mugnai di San Filippo, in seguito alle modificazioni del tipo di economia e all’ascesa dei mulini a cilindro, decisero di abbandonare il lavoro.

©Corinne Marika Rianò, Ecomuseo del grano – San Filippo Superiore, 2020

 

I mulini erano costruiti dai mastri mugnai, mastri d’ascia o della pietra. L’ultimo mastro mugnaio costruì un mulino elettrico a macina di pietra, portando avanti la tradizione e permettendo alle zone limitrofe, rimaste ormai sprovviste di attrezzature, di macinare a San Filippo. Ma gli eredi, sfortunatamente, non hanno continuato la tradizione.

Le tipologie di cereali coltivati erano il grano duro, il grano tenero e un particolare tipo di segale che cresceva in grandi quantità e senza ostacoli e possedeva ottime proprietà nutraceutiche. A giugno era raccolto e battuto, pulito dalle donne, macinato e sterilizzato.

La cooperativa di comunità, insieme all’Associazione Italiana Amici dei Mulini Storici (A.I.A.M.S.), è attiva per cercare di limitare la fuga dei giovani dalla Sicilia, terra meravigliosa ed ospitale, ormai sempre più soggetta ad emigrazione.

 

©Corinne Marika Rianò, Il signor Nino Bebba, fondatore dell’Ecomuseo del grano – San Filippo Superiore, 2020

 

La valle dei 40 mulini e la cascata di San Filippo

L’ultima tappa della nostra visita ci ha dato l’opportunità di immergerci nella splendida Valle dei 40 Mulini, chiamata così perché in passato costellata da circa una quarantina di mulini, i più antichi risalenti persino al 1200. Nel nostro percorso abbiamo incontrato alcuni ruderi; in uno di questi si vede chiaramente il canale dell’acqua, in dialetto saia, che portava l’acqua al salto azionando la ruota.

 

©Corinne Marika Rianò, Sentiero dei 40 mulini – San Filippo Superiore, 2020

 

Ammaliati dalla bellezza di alcuni scorci paesaggistici, si percorre un sentiero tracciato che conduce alla magnifica cascata di San Filippo, la quale scorre tutto l’anno, anche nei mesi più caldi; nel periodo estivo è molto piacevole fare il bagno nel pozzetto sottostante. Sotto la cascata inoltre c’è spazio per scattare qualche foto, per riposarsi e, soprattutto, per godersi lo spettacolo.

 

San Filippo Superiore è uno dei tanti luoghi di Messina in cui la storia si fonde con la natura in un intarsio prezioso. La riflessione sul rilancio della nostra città dovrebbe avere come fulcro la valorizzazione del nostro patrimonio storico-culturale, soprattutto quando è strettamente intrecciato con i meravigliosi paesaggi bucolici della natura incontaminata.

©Mario Antonio Spiritosanto, Dettaglio della natura di San Filippo – San Filippo Superiore, 2020

 

 

Corinne Marika Rianò, Mario Antonio Spiritosanto

 

Immagine in evidenza:

© Chiara Raffaele, cascata di San Filippo – San Filippo Superiore (ME), 2020

Giornate FAI d’Autunno a Messina: scopri i luoghi

Tutto pronto per l’edizione 2020  delle Giornate Fai d’Autunno, quest’anno dedicata a Giulia Maria Crespi, fondatrice del FAI, scomparsa lo scorso luglio. Aperte nei giorni di sabato 17 e domenica 18, sabato 24 e domenica 25 ottobre in tutta Italia 400 siti a contributo libero. Ad  aderire anche Messina con due siti d’eccezione.

Si comincerà il 17 e 18 ottobre con l’apertura del Casale dei Brasiliani e dei 40 Mulini a San Filippo Superiore in collaborazione con il Gruppo Museo del Grano e la Cooperativa di Comunità dei Casali Peloritani. In programma trekking urbano nel villaggio per conoscere gli antichi insediamenti, visite nella Chiesa di San Nicola di Bari e nella Casa Cardile-Barbera, percorso nelle tradizioni agricole locali e  nella valle dei mulini a cascata. Visite dalle 10:00 alle 17:00. Per il tour  10-13; 15-17. Ultima partenza percorso naturalistico ore 17.

Nel weekend successivo ovvero nei giorni 24 e 25 ottobre il programma prevede la visita al Borgo di Fontanelle “Aziende agricola Biologica Barone Ryolo 1824” a San Filippo del Mela restaurato dall’architetto Giusy Marullo. Apertura dalle alle 17:00 10:30. Si potrà ammirare il complesso agricolo, l’antico impianto di Frantoio, un viaggio in un luogo  dal forte valore  storico e culturale.

Per sostenere la missione del Fai  e partecipare si consiglia di prenotare la visita per essere certi del proprio turno su www.giornatefai.it, digitare i luoghi interessati , scegliere il giorno e l’orario preferiti tra quelli disponibili e versare il contributo in favore del Fai. Nel caso i turni disponibili nelle prenotazioni online non fossero pieni, sarà possibile far partecipare i visitatori che non hanno prenotato, fino ad esaurimento della capienza del turno di visita.

Tutto ciò si è reso necessario per poter monitorare la disponibilità dei posti, prendere visione della normativa richiesta sulla sicurezza e versare contestualmente il contributo a sostegno del FAI. Gli eventi si terranno nel pieno rispetto delle norme anti-Covid: è obbligatorio l’uso della mascherina , disinfettare le mani e seguire le indicazioni date dal personale volontario. I visitatori dovranno rinunciare alla visita qualora, nei 14 giorni antecedenti ovvero il giorno stesso abbiano avuto una temperatura corporea superiore ai 37,5°, abbiano presentato qualsiasi sintomo influenzale, abbiano avuto contatti con persone risultate positive al Covid -19.

fonte: www.fondoambiente.it

 

Cineforum Universitario: al via le proiezioni

Mercoledì 14 ottobre, alle ore 21:00, presso il Cinema Apollo, i ragazzi dell’associazione universitaria “Orione” vi aspettano per la rassegna “Cineforum Universitario”, con la prima proiezione: Joker.

Il Cineforum universitario è un’occasione di confronto e di aggregazione pensata per tutti gli studenti dell’Università di Messina. Attraverso la visione di varie pellicole, verranno affrontate numerose tematiche di attualità legate al mondo giovanile. In più, ci sarà tempo per un dibattito libero che consentirà a ciascuno di poter esprimere le proprie opinioni sugli argomenti trattati.

Il primo film della rassegna sarà Joker di Todd Phillips, con un’immensa interpretazione di Joaquin Phoenix. Costante durante il film è il suono di una risata isterica e nevrotica, che erompe inquietante e, inutilmente strozzata dal protagonista, si fa più intensa nelle situazioni meno adeguate, quando maggiore è la volontà di reprimerla, allontanando Arthur Fleck da una società già di per sé indifferente alla sua condizione e di chi, come lui, è relegato in un ghetto di Gotham dimenticato dalla politica, della quale Thomas Wayne è il simbolo.

La risata è  sintomo dell’instabilità psichica che porterà alla metamorfosi di Arthur Fleck in Joker ed è tema centrale del film, tant’è che lo stesso Phillips dichiara che l’idea di questo Joker nasce da L’homme qui rit, opera di Vitor Hugo, trasposta in pellicola nel primo dopoguerra. E proprio Phoenix afferma che, con l’obiettivo di rendere al meglio la sua performance, ha studiato dei video di persone affette da risata incontrollata: si tratta infatti di un disturbo assolutamente patologico e reale. Crisi di risa involontarie? Ma di che razza di malattia si parla? Scoprilo cliccando qui.

Nel corso del film assistiamo ad una lenta ma costante evoluzione del personaggio, ed è proprio questo viaggio verso la follia ad interessare realmente lo spettatore. L’attore è riuscito a manifestare il disagio di un uomo tramite piccole azioni, probatorie delle profonde problematiche di Arthur Un esempio emblematico è lo sguardo assunto dal protagonista quando ride in maniera incontrollata, che trasmette tutta la disperazione ed il malessere del personaggio semplicemente con gli occhi. Per leggere la recensione di UniVersoMe del film Joker, clicca qui.

I film in programmazione per i mesi di ottobre e novembre sono: Joker di Todd Phillips , Il Traditore di Marco Bellocchio, The Truman Show di Peter Weir e Quo Vado? di Checco Zelone.

Per ogni proiezione saranno attribuiti o,25 CFU agli studenti spettatori (per ogni dipartimento del nostro Ateneo).

Locandina Evento

Mappa per arrivare al luogo dell’evento: