L’orologio astronomico del Duomo di Messina

Eventi naturali e bellici nei secoli tentarono di affondare il territorio messinese, riuscito nonostante tutto a sopravvivere e rinascere straordinariamente. Tra i capolavori della città, un posto privilegiato è dato all’imponente orologio astronomico, famoso in tutto il mondo. Esso, infatti, regala quotidianamente a mezzogiorno uno scenario senza paragoni.

Le fasi di realizzazione

Costruzione orologio – Fonte: www.messinaierieoggi.it

La costruzione, alta 60 metri (originariamente era di 90 metri) e fortemente voluta dall’arcivescovo Angelo Paino (1870-1967), risale agli anni ’30 del secolo scorso. Fu realizzata in soli tre anni dall’azienda di Theodore Ungerer, proveniente da Strasburgo; Frederic Klinghammer, noto ingegnere tedesco, si occupò della parte tecnica, mentre Francesco Valenti realizzò il progetto della torre campanaria.

L’elemento peculiare della possente torre del campanile è il complesso meccanismo dell’orologio astronomico che modula con fare maestoso lo scorrere delle ore e dei giorni.

L’orologio si concepì per offrire in sette scene la rappresentazione della storia civile e religiosa di Messina. L’inaugurazione, avvenuta il 13 agosto del 1933, è ricordata attraverso una lapide posta nel lato sud del campanile.

Le solenni rappresentazioni

©Alice Buggè – Il Leone, simbolo della città di Messina, particolare della torre Campanile, Messina 2021

Nei giorni successivi all’inaugurazione, fu permesso al popolo messinese di ammirare un grandioso spettacolo al quale mai avevano assistito.

Allo scoccare di ogni mezzogiorno, eleganti ed elaborati meccanismi danno vita a svariate scene.

La prima ritrae Dina e Clarenza scandire le ore e i quarti suonando le campane, in ricordo del loro eroico contributo durante i Vespri Siciliani; contemporaneamente alcune statue simboleggianti il ciclo della vita – infanzia, adolescenza, maturità e vecchiaia – si alternano sfilando davanti ad uno scheletro, simbolo della Morte ineluttabile.

Subito dopo è possibile ammirare il simbolo della città, un imponente leone incoronato. E’ posto al di sotto del quadrante dell’orologio mentre scuote la testa e la coda e sventola la bandiera messinese; termina il suo spettacolo con tre ruggiti, lasciando il posto al gallo che si palesa alla piazza aprendo le sue ali e stendendo il collo per poi cantare tre volte.

Successivamente, seguono le note musicali dell’“Ave Maria” di Schubert. Essa è accompagnata dall’apparizione di una colomba dorata, il cui volo richiama alla memoria la nascita del Santuario di Montalto.

È possibile, inoltre, assistere ad una diversa scena liturgica che varia a seconda della festività corrente.

Per ultimo, è messo in scena l’evento più importante della storia religiosa di Messina: San Paolo e gli ambasciatori messinesi mentre sfilano davanti alla Madonna che tende loro la lettera scritta nel 42 d.C. commemorandosi patrona della città.

Un evento che per ben dodici minuti tiene alti gli occhi di passanti che hanno il privilegio di assistere ad uno spettacolo così solenne.

©Alice Buggè– Dina e Clarenza e il Gallo, particolare del Campanile, Messina 2021

Le componenti strutturali

Quanto alla struttura, l’orologio si articola in due “caroselli”: in basso troviamo quello dei giorni, ognuno dei quali -da lunedì a domenica- è rappresentato allegoricamente da figure della mitologia greca; in alto, il carosello dell’età costituito da statue rappresentanti le quattro fasi della vita, con al centro la morte dotata di una falce, pronta a colpire.

La parte più complessa è certamente quella astronomica di cui fa parte un calendario perpetuo che indica giorni, mesi, anni e feste mobili, in grado di distinguere gli anni normali dagli anni bisestili. È presente persino un planetario che riproduce il sistema solare, i pianeti posti in modo corretto intorno al sole, ruotando in sincronia ai tempi di rivoluzione reali, con la luna che chiude il quadro scandendo le fasi lunari.

L’orologio astronomico sito accanto al Duomo di Messina non è solo tra le più alte e complesse opere della meccanica e delle conoscenze astronomiche e fisiche, ma la sua unicità deriva anche dalla sua ampia articolazione, vantando ben 54 statue mosse con precisione dagli ingranaggi.

©Alice Buggè – Il calendario perpetuo e l’angelo che indica i giorni, particolare della torre del Campanile, Messina 2021

 

Mario Cosenza, Marika Costantino

 

Fonti:

 Comune di Messina

colapisci.it

www.ilsicilia.it

http://discovermessina

 

Muovime dà il via al Bike to Work: ecco come ottenere una bici in comodato d’uso. Tutto quello che c’è da sapere

Novità da Muovime. A distanza di un anno dalla presentazione dell’iniziativa “Bike to Work” , si avvicina consegna delle e-bike. Dal 12 maggio, infatti, è partito il click-day per poter richiedere una bici in comodato d’uso – per tre mesi – tra le cento messe a bando. L’iniziativa si pone nell’ambito del programma sperimentale Nazionale di mobilità sostenibile sugli spostamenti Casa-Scuola e Casa-Lavoro ed è nata a seguito di un accordo maturato tra il Comune di Messina, l’Università degli Studi e l’A.T.I Euromobility-CRAS s.r.l..

 

Mobilità sostenibile –Fonte:teknoring.com

 

Bike to Work: cos’ è?

Il disegno prende avvio dalla campagna comportamentale del Progetto Europeo Bike2Work che fornisce delle opzioni ecologiche, ai tradizionali trasporti usati per spostarsi verso l’ambiente lavorativo, limitando così l’inquinamento e mantenendo un ottimale stato di salute e forma fisica. Quest’idea viene fuori anche dai diffusissimi veicoli eco-sostenibili già ampiamente usati da una grande fetta della popolazione che li preferisce all’auto o allo scooter.

L’obiettivo concreto dell’European Cyclist Federation e dalla European Bike Organisation è quello di estendere questo trend sempre crescente a livello globale, affinchè si assista ad una vera e propria azione di massa. I benefici che se ne possono ricavare contribuiscono alla protezione dell’ambiente e apportano vantaggi sull’intera comunità. In questa si guadagnerà così una maggiore qualità della vita di tutti i cittadini e conseguentemente si registrerà un notevole investimento verso la realizzazione di opere infrastrutturali e trasporto pubblico.

Il nucleo del progetto è stato così plasmato insieme alla partecipazione di 14 Stati membri europei, tra cui ha partecipato anche l’Italia attraverso la FIAB (Federazione Italiana Amici della Bicicletta) che ha incentrato la sua azione proponendo:

  • Gamification: si intende la creazione di una “Bike Challenge” che vede competere le varie aziende, affinchè riescano a far “pedalare” di più i loro impiegati;
  • Certificazione Bike-friendly: maggiori promozioni a seguito di azioni individuate da imprese, enti e scuole cittadine, al fine di promuovere gli spostamenti con la bicicletta.

Tali traguardi saranno raggiungibili mediante una prova gratuita per un periodo definito intrecciando così premi volti agli utenti più virtuosi. Sarà altresì possibile, agli studenti e ai lavoratori, accedervi attraverso apposite modalità di assegnazione in comodato d’uso gratuito di una bici meccanica o a pedalata assistita.

Si avrà anche possibilità di scegliere anche i modelli pieghevoli che consentiranno di poter usare il bene, anche se si percorrono tratti sui mezzi del TPL (tram o autobus) o con veicoli privati, aggirando le maggiori difficoltà che si riscontrano sul territorio cittadino riguardo la materia dei parcheggi in specifiche zone della città metropolitana.

Bike to work –Fonte:omc-italia.com

Durante il periodo in cui si ha l’opportunità di usufruire del servizio, saranno stilate delle graduatorie aventi come fine cardine l’individuazione degli utenti che avranno usato di più il mezzo. Tali dati verranno raccolti attraverso il tracciamento effettivo dei chilometri percorsi dal singolo.

Risulta perciò chiaro come le agevolazioni previste, vengono fuori da un grande impiego rigoroso ottenuto dall’uso del sistema IoT, il cui acronimo abbraccia qualsiasi struttura che presenti dispostivi fisici che ricevono e trasferiscono i dati su reti wireless, attraverso un intervento manuale limitato.

UniMe tra i partner del progetto: come aderire

Al via il progetto per la mobilità sostenibile –Fonte:unime.it

La domanda potrà essere presentata dalle 8 del 12 maggio 2021 tramite il sito www.muovime.it

Chi può richiedere la bici?

  • Potranno partecipare tutti gli studenti e i lavoratori che abbiano aderito al Programma Sperimentale di mobilità sostenibile casa-scuola e casa-lavoro, che abbiano correttamente compilato l’apposito modolo on-line.

Tempistiche del comodato d’uso

  • Le biciclette potranno essere tenute in prova dal soggetto assegnatario per un periodo che va da un minimo di 60 ad un massimo di 90 giorni dalla data di consegna.
  • In caso di sopravvenute particolari condizioni che saranno di volta in volta esaminate e valutate dal Committente, il comodato d’uso potrà essere prorogato oltre il termine stabilito, o revocato, sulla base del target di utilizzo della community aderente al progetto.
  • In ogni caso il termine di prova resta fissato al giorno 1 settembre 2021, salvo proroghe concesse dal MATTM.
  • Si ricorda che le biciclette sono dotate di un sistema di tracciamento per consentire il monitoraggio degli spostamenti per le finalità del Programma. Per questo motivo è possibile venga richiesta l’installazione di un’applicazione ai beneficiari.

Modalità di assegnazione

  • Soddisfatti i requisiti di partecipazione, la priorità sarà data al dito più veloce, favorendo coloro i quali hanno manifestato l’interesse a partecipare già nella fase sperimentale del 2018.
  • A parità di ordine di ricezione, sarà data priorità agli studenti/lavoratori maggiorenni i cui enti, aziende, istituti scolastici ordine hanno individuato il mobility manager o il referente per la mobilità, prima della data di pubblicazione del presente bando.
  • La graduatoria degli assegnatari sarà pubblicata sul sito www.muovime.it, gli stessi riceveranno relativo avviso tramite email.
  • Ogni assegnatario potrà ricevere una sola bicicletta.
  • Le domande non in regola verranno rifiutate e ne sarà data comunicazione all’indirizzo di posta elettronica indicato in fase di registrazione.

Altre informazioni

  • In caso di smarrimento o furto durante il periodo di prova, l’assegnatario del mezzo è tenuto a trasmettere al Comune di Messina all’indirizzo info@muovime.it copia della denuncia presentata alle autorità competenti, entro e non oltre 10 giorni.
  • Qui il link al Bando

 

Le origini del programma sperimentale   

Ministero dell’Ambiente –Fonte:comune.casteldelpiano.gr.it

Il Programma Sperimentale Nazionale di mobilità sostenibile Casa-Scuola e Casa-Lavoro è stato esposto nella Legge del 28 dicembre 2015 n.221 riguardo le disposizioni in materia ambientale, volte a promuovere misure di green economy. Il progetto prevede

“Il finanziamento di progetti, predisposti da uno o più enti locali e riferiti a un ambito territoriale con popolazione superiore a 100.000 abitanti, diretti a incentivare iniziative di mobilità sostenibile, incluse iniziative di piedibus, di car-pooling , di car-sharing , di bike-pooling e di bike-sharing, la realizzazione di percorsi protetti per gli spostamenti, anche collettivi e guidati, tra casa e scuola, a piedi o in bicicletta, di laboratori e uscite didattiche con mezzi sostenibili, di programmi di educazione e sicurezza stradale, di riduzione del traffico, dell’inquinamento e della sosta degli autoveicoli in prossimità degli istituti scolastici o delle sedi di lavoro, anche al fine di contrastare problemi derivanti dalla vita sedentaria. Tali programmi possono comprendere la cessione a titolo gratuito di «buoni mobilità» ai lavoratori che usano mezzi di trasporto sostenibili”.

 Il Trasporto Pubblico Locale: gli obiettivi

La proposta che vede il coinvolgimento attivo degli enti pubblici, delle aziende, degli ordini professionali, delle associazioni di categoria e degli istituti scolastici del territorio urbano, si imperna come fini principi:

  • Benessere e libertà di spostamento: attraverso un adeguato progetto volto a rendere maggiormente fruibili e idonei i percorsi protetti e le piste ciclabili;
  • Buoni Mobilità: si ritiene essenziale la realizzazione di agevolazioni tariffarie per tutti coloro che useranno per muoversi mezzi a basse immissioni;
  • Car Pooling: soluzione che si pone come vantaggi una diminuzione di veicoli che quotidianamente si riversano tra le vie cittadine, minor inquinamento ambientale, riduzione di costi di trasporto proprio perché tale iniziativa si fonda sulla spartizione delle tariffe di parcheggi, pedaggi e carburante tra le persone a bordo. Altresì si assiste ad un abbassamento dei livelli di stress psicofisico, incrementandone invece l’aspetto della socializzazione.

L’evento segna così l’avvio della mobilità sostenibile, inquadrando la città di Messina entro il progetto del Ministero dell’ambiente.

Incentivi all’uso del TPL di ATM

Atm –Fonte:tempostretto.it

Dalle agevolazioni previste nel Decreto Ministeriale n.208 del 20 luglio 2016, l’allegato I al punto 4 proponeva la riduzione del 50% dell’abbonamento mensile e trimestrale, su tutte le linee gestite dall’ente strumentale Azienda Trasporti Messina. Dalla conclusione della fase sperimentale, avviata nell’estate del 2018, adesso è possibile poter usufruire di suddetti servizi a seguito della registrazione effettuata dall’utente presso la piattaforma muovime.it.

MyCicero –Fonte:ccromagnolo.it

Il nuovo beneficiario otterrà così un codice abbonamento, presso la mail istituzionale che avrà fornito e attraverso l’app My Cicero potrà avvalersi dei vantaggi garantiti.

Car Pooling

Il progetto si colloca entro le rime del cloud-based, ossia l’erogazione di servizi offerti su richiesta di un fornitore verso l’acquirente finale, partendo da un insieme di risorse preesistenti, configurabili dai dispostivi in remoto sotto forma di architettura distribuita.

Car pooling –Fonte:autotoday.it

Inserite poi le credenziali di accesso sulla piattaforma web muovime.it sarà il consumatore a decidere se fornire o cercare passaggio in base alla meta da raggiungere. Una volta individuato il soggetto che provvederà al suo spostamento, avrà la possibilità di stabilire il luogo dove avverrà l’incontro, concordando altresì il valore del costo della prestazione ottenuta.

Giovanna Sgarlata

Livio Milazzo

Santa Maria Alemanna… o Iside Germanica?

La Chiesa di Santa Maria degli Alemanni – che tutta la popolazione messinese chiama in realtà Santa Maria Alemanna – è uno splendido esempio di architettura gotica, come pure il suo epiteto sembra volere intendere. Infatti, appartenne all’Ordine Teutonico dal 1220 d.C., prima di subire vicissitudini varie che l’hanno traghettata nel presente.

Un edificio che appare evidentemente gotico parrebbe semplicemente essere stato costruito nel periodo in cui questo tipo d’arte andava in voga; attualmente difatti l’opinione comune dà il sito per “medievale”, e in effetti non ci pervengono prove fisiche di utilizzi più antichi, di antecedenti strutture. Eppure, in un tempo non troppo lontano (fino a un secolo e mezzo fa) era piuttosto diffusa (meno frequente oggi) l’opinione ch’esso – e proprio con alcuni dei particolari che tutt’ora presenta – fosse in origine un tempio dedicato a un culto egizio.

Un chiarimento: per tempio egizio non s’intende un tempio costruito da mano egizia, ma un tempio dedicato a un culto egizio, cosa non infrequente nel periodo ellenistico e romano anche in Sicilia (specialmente Iside era amatissima nella costa ionica). L’ipotesi che una precedente versione del tempio ospitasse tali funzioni risulta perciò tutt’altro che inverosimile.

La teoria nei documenti

Di questa teoria abbiamo dettagliate esposizioni da parti di due grandissimi eruditi messinesi grazie ai quali noi conosciamo in maniera pressoché minuziosa la storia di Messina: l’ecclesiastico Placido Samperi e lo storico Caio Domenico Gallo.

Nell’Iconologia della gloriosa Vergine Madre di Dio Maria protettrice di Messina (1644 d.C.) affermò Samperi: “[…] à mio giudicio, è fra gli antichi antichissimo, fin da’ primi secoli de’ Gentili, come si può dagli eruditi agevolmente argomentare dalle orme gentilesche, che sin al presente si scorgono, & in particolare nella porta […], la quale dal lavoro, e dalla scultura dimostra chiaramente la sua antichità. Veggonsi intorno all’arco di essa due ordini di scolpite statuette quasi di tutto rilievo, maltrattate dal tempo, e rotte in diverse guise; nella metà della parte destra dell’ordine superiore, sono alcuni stromenti di suono di quei secoli, e nella metà della parte sinistra dell’istesso ordine le Imagini d’alcuni favolosi numi famosi appresso i Poeti, come di Giove, che uccide Saturno, e simili. Mà nell’ordine inferiore diverse sorti di animali, di Centauri, di Chimere, di Grifi, & altri geroglifici degli antichi Egittij, dal che chiaramente si coniettura, che non da’ Christiani, mà da’ Gentili fosse stato ad alcuno de’ falsi Dei dedicato questo Tempio; e si aggionge di più, che poco meno della metà di questa porta è sepolta nella terra, e nelle rovine, scendendosi per mezzo d’alcuni gradini dentro al Tempio.”.

Negli Annali della Città di Messina Capitale del Regno di Sicilia (1756 d.C.) Gallo riprese e convalidò il predecessore: “Altro Tempio, che ancor si stima essere stato dedicato alle antiche Deità dei Gentili […], il quale per vedersi quasi sotterra la sua Porta Maggiore, che viene adornata da molti Geroglifici Egizj e da figure di diverse antiche Deità favolose, credesi essere stato anche uno di essi.”; e ancòra: “In essa non vi è cosa di singolare se non se le reliquie di una grande antichità, ed i Geroglifici, che ancor si veggono scolpiti sul fregio delle Porte descritte, e rapportate dal Padre Samperi, quali ci dimostrano, che possa essere stato Tempio dei Gentili.”.

Naturalmente non condividiamo alcune affermazioni sgradevoli dei nostri autori verso le antiche religioni (“falsi Dei”, “Deità favolose”), ma comprendiamo che dovettero scriverle per evitare fin troppo facili accuse d’apostasia per non aver criticate le verità alternative al Cristo.

Un tempio più antico…

Sia Gallo che Samperi definiscono Santa Maria Alemanna un “tempio dei Gentili”, cioè grecoromani, non-cristiani. Teniamo presente che questi stessi studiosi e molti altri attribuivano precise dedicazioni d’epoca romana a chiese molto antiche, mentre altre vengono date per costruzioni cristiane, e a questa invece non si azzardarono a dare una dedica nemmeno ipotetica, dunque è abbastanza probabile che le loro affermazioni fossero sincere, non motivate dall’intento di nobilitare detti templi cristiani.

Ora, bisogna comprendere che all’epoca non era facile reperire le informazioni, e oltretutto non si sapeva come leggere i geroglifici, perciò tutte queste affermazioni vanno attentamente vagliate per non cadere nella stessa trappola dei padri. Ecco, ora voi starete già immaginando deità teriomorfe, e giunchi, e serpenti, e tutto ciò che si potrebbe trovare nelle pareti dei templi in Egitto; ma nulla di tutto ciò vedrete, giacché (fortunatamente!) le sculture delle quali parlavano Samperi e Gallo si sono conservate. Il portale di cui si parla è quello che potete vedere in fotografia qui, e di persona se vi recate in posto.

Quelli che vediamo scolpiti sugli stipiti di quell’ingresso sono motivi floreali e animali di chiaro stile gotico, non egizio; per quanto riguarda le figure antropomorfe scolpite sull’arco, vediamo quelli che sembrano essere angeli d’iconografia evidentemente cristiana nell’ordine inferiore, e in quello superiore personaggi sbiaditi ma riconducibili allo stesso periodo; la metà dell’ordine superiore che raffigurava il presunto “combattimento tra Giove e Saturno” invece è andata perduta e non ci è possibile riesaminarla. In buona fede, i nostri dotti sapienti devono essersi confusi, scambiando elementi decorativi d’un passato recente di pochi secoli per quelli di ben duemila anni prima, ma non c’è da stupirsene del tutto: la Stele di Rosetta che diede inizio allo studio della scrittura egizia fu rinvenuta sessant’anni dopo che scrisse Gallo (!), e già dal IV secolo a.C. gli stessi Egizî non sapevano quasi più leggere i geroglifici e d’allora si credette che fossero semplicemente disegni con significato esoterico, oltretutto fino a quel momento l’arte egizia era nota soltanto tramite descrizioni per chi non aveva a disposizione quei rari reperti autentici.

Un’osservazione dei due autori però va presa seriamente in considerazione: entrambi evidenziano nella loro argomentazione che la chiesa risultava sottomessa al piano stradale già quando la vedevano loro (dettaglio che non riportano invece sull’analoga Chiesa dei Catalani, pur essa Tempio di Poseidone), cosa che effettivamente fa pensare che l’Alemanna potesse essere stata ricavata da una costruzione precedente, come tante altre a Messina, ma sfortunatamente non abbiamo ora prove per decifrarne l’identità.

Un Pantheon per tutti i culti

Pare proprio che travisare il significato di un’immagine e reinterpretarla come qualcosa di completamente diverso sia abbastanza semplice, in determinate condizioni, ossia l’assenza del corretto cifrario interpretativo: se non si ricorda più che cosa rappresenta qualcosa ed è caduto il ponte tra noi e il suo significato originario, essa diviene come una cosa nuova. Un antico tempio diviene un chiesa cristiana, che poi viene creduta un tempio egizio. Con ciò si può giungere a una riflessione.

Santa Maria Alemanna è una delle poche chiese sconsacrate di Messina ancòra in piedi (un altro esempio è la Badiazza); attualmente la si usa per conferenze e cerimonie, mai per il culto. Decisamente uno spreco, viste quante sono a Messina le religioni prive d’un proprio luogo di culto, che spesso devono organizzare incontri privati in luogo di autentiche celebrazioni!

Non se ne parla mai, quasi fosse tabù, ma a Messina e nel suo territorio sono molte e anche ben seguite le religioni differenti da quella cristiana (Buddismo, Islam, Mormonismo…). Esse non hanno veri luoghi di culto, e le persone che le praticano dunque riescono a riunirsi soltanto nel privato; una situazione che enfatizza l’esclusione di determinate realtà religiose dalla vita comune e ostacola gravemente la seria e serena ricerca spirituale di chi non si trovi nel Cristianesimo, che a quel punto per raggiungere una diversa spiritualità deve intrufolarsi in un contesto più “chiuso” con tutte le difficoltà del caso.

Sarebbe più che mai opportuno, in una terra come la nostra che da sempre si fonda sulla libertà religiosa, offrire alle nostre religioni (perché sono nostre!) dei luoghi in cui poter celebrare ed essere praticate da chi lo voglia senza impedimenti di natura pratica, anche e soprattutto ricavandoli da vecchie chiese. Infatti, a Messina non è mai stato infrequente che i templi cambiassero religione, molti secoli fa, e questo potrebbe essere fatto anche oggi, senza tuttavia applicare dannose modifiche.

Fintantoché non vengano identificati plurimi spazî di culto per le diverse religioni, sarebbe interessante discutere d’un sistema grazie al quale le varie fedi possano celebrare e riunirsi in giorni diversi nella stessa Santa Maria Alemanna, facendone, a tutti gli effetti, un pantheon dei tempi moderni, che avrebbe il primo esempio al mondo in Messina.

 

Daniele Ferrara

Fonti:

Caio Domenico Gallo, Annali della Città di Messina Capitale del Regno di Sicilia, Francesco Gaipa Regio Impressore 1756

Placido Samperi, Iconologia della Gloriosa Vergine Madre di Dio Maria protettrice di Messina, Giacomo Matthei Stampatore Camerale 1644

Immagine in evidenza:

La Chiesa di Santa Maria degli Alemanni – Fonte: siciliafan.it

 

I parlamentari d’Italia eletti a Messina: Giovanni Giolitti

Nuova puntata del filone sui parlamentari italiani eletti a Messina: oggi ripercorriamo le tappe salienti della vita di Giovanni Giolitti, il più celebre Presidente del Consiglio dell’età monarchica pre-fascista. In occasione delle elezioni per la XXIII legislatura si candidò nei collegi “Messina I” e “Messina II”, nei quali risultò eletto il 7 marzo 1909.

Come nel caso di Francesco Crispi, anche Giolitti utilizzò lo strumento della pluricandidatura, candidandosi anche nel suo storico collegio di Dronero (Cuneo). Risultando eletto anche in quest’ultimo, rinunciò all’elezione nei collegi messinesi; in entrambi si tennero le elezioni suppletive, che videro trionfare Lodovico Fulci (Messina I) e Rosario Cutrufelli (Messina II).

Le origini e la gioventù

Giovanni Giolitti nasce a Mondovì, in provincia di Cuneo, il 27 ottobre del 1842.

In seguito a qualche problema di salute Giolitti -orfano di padre- si trasferisce con la madre in montagna presso l’abitazione del nonno paterno a San Damiano Macra in Valle Maira.

La carriera scolastica del giovane è contraddistinta da scarsa disciplina e poco applicazione come egli stesso racconterà  -“il meglio del tempo passato lassù sui monti lo spesi a giocare e a rinforzarmi la salute”-. Giolitti non ama studiare la matematica né tantomeno la grammatica greca e latina ma si appassiona non poco alla Storia e alla lettura dei romanzi di Walter Scott e Honoré de Balzac.

Successivamente si iscrive alla facoltà di giurisprudenza dell” Università degli Studi di Torino e consegue la laurea a soli 19 anni, grazie ad una deroga del Rettore che gli permette di svolgere gli ultimi  tre anni in uno solo.

Ritratto di Giovanni Giolitti – Fonte: wikipedia.org

Attività politica: gli inizi

Grazie ad un parente deputato nel 1848, Giolitti conosce Michelangelo Castelli segretario di Cavour. Con lui partecipa a lunghe passeggiate sotto i portici di Piazza Castello, alle quali spesso partecipa lo stesso Cavour.

Giolitti non sembra interessato ai discorsi riguardo le vicende risorgimentali ne tantomeno viene colpito dalla “chiamata” di Vittorio Emanuele II, che spinge molti suoi coetanei ad arruolarsi e partecipare alla Seconda Guerra di Indipendenza nel 1859.

Nel 1962 comincia a lavorare al Ministero di Grazie e Giustizia, riceve una nomina alla Corte dei conti nel ’77 e poi nel 1982 al Consiglio di Stato su invito di Depretis. Sempre nel 1982 si candida alla Camera dei deputati e viene eletto a Cuneo.

La Presidenza del Consiglio e lo scandalo della Banca Romana

Da parlamentare, Giolitti segue con particolare interesse la politica finanziaria e critica più volte l’operato del ministro del Tesoro Magliani; così, quando lo stesso Magliani si dimette nel 1989, Giolitti lo sostituisce diventando il leader del partito delle economie nella sinistra liberale. Questa esperienza lo mette particolarmente in luce agli occhi del re, tanto da far cadere la scelta su Giolitti come Presidente del Consiglio dopo la caduta del governo di Rudinì.

La fine della sua presidenza è causata dallo scandalo della Banca Romana. Un Comitato di parlamentari accusa Giolitti di irregolarità commesse quando ricopriva il ruolo di ministro del Tesoro; gli atti d’accusa vengono archiviati nel 1895, ma Giolitti, per evitare un probabile arresto, si trasferisce qualche mese prima in Germania.

Vignetta della rivista “L’asino” – Fonte: donadoniblog.wordpress.com

L’età giolittiana

Con l’inizio del nuovo secolo Giolitti occupa un posto di grande rilievo nella scena politica italiana. Ricopre il ruolo di ministro degli Interni durante il governo Zanardelli ( 1901-1903) e ne ispira la politica governativa; successivamente diventa Presidente del Consiglio dei Ministri per tre ministeri fino al 1914, interrotti solo dai gabinetti Tittoni, Fortis e Sonnino e da quelli Sonnino e Luzzati.

La politica di Giolitti è orientata verso un “ordinato progresso civile”, accentua il carattere liberale della linea governativa, ponendo lo Stato in posizione neutrale nei conflitti del lavoro. In ambito puramente economico sostiene -con un cauto protezionismo- lo sviluppo dell’ industria.

Giolitti viene aspramente criticato dalla sinistra per la politica meridionale, infatti, il protezionismo sul grano favoriva non poco il sistema latifondista. Nel 1909 Gaetano Salvemini etichetta Giolitti “ministro della mala vita“, per criticarne la spregiudicata prassi elettoralista.

Ad appoggiare fortemente Giolitti sono il socialismo riformista, alcuni settori intellettuali- specialmente Croce- e ampi strati della nuova borghesia. Questo gli permette di costruire un articolato sistema di potere che entrerà in crisi solo verso la fine del decennio a causa delle grandi trasformazioni sociali.

In particolare il movimento operaio comincia a pretendere un serio coinvolgimento nel potere e allo stesso tempo i cattolici rivendicano una presenza non più marginale nello Stato.

Nonostante l’accordo elettorale con i cattolici (patto Gentiloni) del 1913 , la nuova composizione della Camera non gli permette più liberta di manovra; per questo decide di dimettersi nel 1914.

Giovanni Giolitti- Fonte: wikipedia.org

Gli ultimi incarichi e la morte

Da Neutralista convinto quale era rimane ai margini della politica durante il periodo bellico, ma viene richiamato a formare un governo nel 1920. La situazione socio-politica del paese era prfondamente mutata e questo rende praticamente impossibile in quanto obsoleta l’attuazione della tradizionale mediazione giolittiana.

Dopo una nuova sconfitta elettorale nel 1921 rassegna le dimissioni, anche se come depuatato liberale fa parte dell’opposizione a Mussolini nel 1924.

Colpito da broncopolmonite nel 1928, muore dopo una settimana di agonia a Cavour.

Il nipote Antonio Giolitti -futuro partigiano e politico tra le fila del PCI- riguardo la morte del nonno racconterà: “Lui giaceva su un grande letto di ferro, ci benedisse. Fuori c’era una gazzara di giovani fascisti che stazionavano sotto la finestra, in attesa: quel vecchiaccio non si decide a morire“.

 

 

  Emanuele Paleologo

 

Fonti: 

wikipedia.org/wiki/Giovanni_Giolitti

treccani.it/enciclopedia/giovanni-giolitti

 

 

 

NextGenerationMe: gli artisti di “Apollo&Arte”

In occasione della mostra temporanea “Apollo&Arte, che ridona vita alla via San Filippo Bianchi, torna la rubricaNextGenerationMe”. 

I protagonisti di oggi sono i giovani messinesi che hanno esposto le loro opere, ai quali abbiamo chiesto di raccontarci la storia del loro rapporto con l’arte e delle loro esposizioni.

Anna Viscuso

Classe ’99, ha iniziato ad avvicinarsi all’arte all’età di 15 anni grazie ad una professoressa del suo liceo linguistico. 

La cosa che ho imparato in questi anni è come qualsiasi forma d’arte non si limiti alla tecnica, anzi come inglobi totalmente la personalità di chi si avvicina”. Così Anna ci parla del suo vivere l’arte.

Il suo dipinto, dal titolo “E ti senti un po’ un fallito se ripensi alla tua età e cammini per la strada e provi a perderti”, riprende nel titolo una citazione di Cosmo, noto cantante pop italiano che riflette lo stato d’animo di quel Pierrot: “un po’ malinconico per non essersi riuscito a vivere a pieno i suoi vent’anni.”

©Cristina Geraci  – “E ti senti un po’ un fallito se ripensi alla tua età e cammini per la strada e provi a perderti” di Anna Viscuso, Messina 2021

Sofia Bernava 

Classe ’98, disegna fin da bambina, ma con l’inizio del liceo ha iniziato a volersi specializzare nei ritratti e da qui è “cominciata la ricerca di uno stile sempre più personale, ricerca infinita perché non si smette mai di evolversi insieme alla propria arte”. 

Il dipinto, già stato esposto in altri allestimenti, è un mix perfetto di molte forme d’arte ed è per questo che Sofia ha deciso di renderlo parte di questo progetto: “non desidero che chi lo guardi provi una determinata sensazione; il mio scopo è spingere l’osservatore a sentire qualcosa, qualsiasi sentimento esso sia.”

©Cristina Geraci  – “La poesia rende sempre giovani” di Sofia Bernava, Messina 2021

Lucia Foti

Classe ’92, l’arte è sempre stata la sua “seconda vita”, grazie al nonno che l’ha iniziata a questo mondo e a quello dei tarocchi, mondo dal quale proviene la sua opera . “La mia sensibilità all’arte non si riduce solo al disegno: ho avuto vari amori tra cui la street art e la fotografia perché a mio parere la sensibilità all’immagine è unica, se si è sensibili al disegno lo si è anche alla fotografia. Poi alla fine le mie radici mi hanno riportata a disegnare e a ottenere molte soddisfazioni”.

Ha scelto di esporre il suo disegno dell’arcano XXI, il mondo“, in cui una dea sorregge tutte le energie del mondo, “per esprimere il compimento del ciclo della vita, si impara una lezione e quindi si può  ricominciare da capo con la carta del matto.

©Cristina Geraci – “Arcano XXI, il Mondo” di Lucia Foti, Messina 2021

Grazia d’Arrigo

Classe ’86, ci dimostra come una passione può nascere per caso. Da poco tempo ha iniziato a “scarabocchiare per sfogare le sue emozioni” come piace dire a lei, nonostante fosse sempre stata affascinata dall’arte in generale. Il suo dipinto nasce durante i due mesi in cui è stata positiva al Covid-19: “l’isolamento mi ha provocato la necessità di un qualcosa di cui non ho mai sentito la mancanza, ho sognato un contatto con persone che non fossero i miei familiari. Ho deciso di rappresentare con questo bacio astratto ciò che prima ci teneva in vita e che adesso può addirittura metterla in pericolo.

©Cristina Geraci –”Tenuta astratta” di Grazia d’Arrigo, Messina 2021

Ylenia Bottari

Classe ’94, la sua sensibilità all’arte è sfociata in una “sensibilità a ciò che visivamente mi colpisce”. La fotografia esposta è stata scattata al teatro greco di Siracusa: “ho deciso di scattare questa fotografia e in generale tutte le altre perché sentivo il bisogno di immortalare quel momento, quel sentimento che provava chi ho fotografato”.

©Cristina Geraci – “Compianto” di Ylenia Bottari, Messina 2021

Daniele Commito

Classe ’96, ha iniziato a disegnare per “uscire fuori dagli schemi imposti dalla routine”. Non ama spiegare i suoi quadri: “perché posso manifestare al pubblico ciò che ho provato io nel realizzarlo, ma chiunque può avere una reazione diversa e sono contento sia così”. 

Il disegno che ha esposto “è nato dal bisogno di raffigurare la sensazione che ha il genere umano di limitare le sue emozioni contrapposta all’istintività del mondo animale, mondo dal quale dovremmo imparare la spontaneità”.

©Cristina Geraci – “Vorremmo essere animali”  di Daniele Commito, Messina 2021

Alessia Borgia

Classe ’86, ha sempre scattato fotografie, ma “molto inconsapevolmente”. 

“È diventata una passione nel momento in cui ho capito che mi piace osservare le persone e provare a capire quali siano le loro emozioni in quel momento.”

La foto esposta è stata scattata durante l’erasmus in Spagna: “vedevo questa bambina agitarsi continuamente, ma a colpirmi è stato il momento in cui si è calmata. Aveva un espressione che non riuscivo a decifrare e quindi ho deciso di fotografarla”.

©Cristina Geraci – “Sakura” di Alessia Borgia, Messina 2021

 

Sofia Ruello

 

Immagine in evidenza:

©Cristina Geraci – Gli artisti di “Apollo&Arte”, Messina 2021

UniMe: procedura per il riconoscimento dei CFU

L’Università degli Studi di Messina, tramite una nota, comunica che la procedura per il riconoscimento dei crediti formativi universitari (CFU) prevedrà l’utilizzo di un nuovo format.

La scelta da parte dell’Ateneo Peloritano è volta a snellire, ma anche poter coordinare al meglio, l’iter burocratico necessario al fine della convalida dei CFU acquisiti con la partecipazione alle varie iniziative promosse dall’Ateneo stesso.

Infatti gli studenti interessati, come previsto dall’art. 10, comma 2, del regolamento didattico di ciascun corso di studio, potranno avanzare istanza di riconoscimento delle competenze acquisite in attività formative quali seminari, conferenze e webinar promossi dall’Ateneo, esclusivamente al raggiungimento dei CFU previsti all’interno del proprio Piano degli Studi nell’ambito della relativa Tipologia di Attività Formativa (TAF).

Cosa cambia?

In aggiunta alla modulistica attualmente in uso prevista dai singoli Corsi di Studio/Dipartimenti, al fine di agevolare gli studenti, è previsto un nuovo format da adattare alle specifiche esigenze.
Quindi se desideri conoscere nel dettaglio le procedure e le modalità di riconoscimento adottate dal tuo Corso di Studi consulta il relativo sito web.

 L’Università degli Studi di Messina tiene a precisare inoltre che le richieste di riconoscimento medio tempore presentate per singole attività seminariali non verranno prese in considerazione, anche se trasmesse attraverso canali ufficiali (Protocollo generale di Ateneo).

Cosa sono le Tipologie di Attività Formative o TAF ?

TAF è l’acronimo di Tipologia attività formativa.
Tutti gli insegnamenti e le attività previste dai corsi di laurea infatti sono distinte in sei tipi diversi di attività formativa, indicati ognuno da una lettera, secondo il seguente elenco:

  • A: attività di base
  • B: attività caratterizzanti
  • C: attività affini
  • D: attività a scelta dello studente
  • E: attività riservate alla prova finale e alla conoscenza di una lingua straniera
  • F: ulteriori attività formative (avvio alla logica, abilità informatiche, altre attività, professionalizzanti ecc.).
Scarica qui il nuovo format, stampalo e compilalo in tutte le sue parti.
N.B. Per gli studenti appartenenti al CDL in Medicina e Chirurgia rimangono valide le procedure precedentemente adoperate per il riconoscimento degli 8 CFU a scelta previsti dal proprio piano di studi.
Se non ricordi come fare scoprilo consultando le FAQ #helpme.
Andrea Valenti

Vaccinazioni Anti COVID-19, Sicilia e isole minori: le novità annunciate da Musumeci

La Sicilia apre, da domani, giovedì 6 maggio, alle prenotazioni per i vaccini anche ai cittadini dai 50 anni in su, ‘’smarcandosi’’ così dal piano vaccinale nazionale, stabilito dal generale Figliuolo. Lo ha annunciato il Presidente della Regione Nello Musumeci durante una conferenza stampa a Palazzo d’Orleans.

Nello Musumeci lancia un appello a Figliuolo. Fonte: Normanno.com

Dal prossimo weekend verrà inoltre dato il via alla vaccinazione di massa nelle isole minori, con una somministrazione di dosi prevista per tutti i cittadini dai 18 anni in su.

Per quanto riguarda la provincia di Messina sono state finora somministrate 194 mila dosi, mentre la psicosi da AstraZeneca spiega le 250 mila dosi inutilizzate nei frigoriferi siciliani.

Da giovedì vaccini agli under 60

La prenotazione per la vaccinazione sulla piattaforma nazionale potrà essere effettuata da tutti i cittadini tra i 50 e 59 anni, a partire dalle ore 20 di questo giovedì (anche se inizialmente era stato indicato il 5 maggio come giorno di avvio).

Fonte: RomaSette

Le somministrazioni saranno effettuate con il siero AstraZeneca e cominceranno a partire da giovedì 13 maggio, secondo l’ordine di prenotazione. In base a quanto previsto poi dalle raccomandazioni del Piano Nazionale, le vaccinazioni per i soggetti con patologie pregresse, della stessa fascia di età, saranno effettuate a partire dal 7 maggio, durante gli open day organizzati nei Punti vaccinali dell’Isola e negli Hub, con Pfizer-Biontech. In quest’ultimo caso, non sarà necessaria la prenotazione.

Queste le parole del governatore siciliano Musumeci in merito ai nuovi provvedimenti:

«Abbiamo chiesto al commissario Figliuolo, con due lettere, la possibilità di ammettere al vaccino anche le persone al di sotto dai 50 ai 60 anni. Ci è stato sempre risposto che non è possibile, e che può essere consentito solo quando avremo messo al sicuro gli ultra 80enni ma è chiaro che non abbiamo poteri sanzionatori o coercitivi, per convincere i riottosi, i diffidenti, gli ultraottantenni e persino i soggetti fragili, a sottoporsi al vaccino. Quindi noi abbiamo deciso di aprire, a partire da domani, la prenotazione ai cittadini dai 50 in su».

«Spero che il generale Figliuolo voglia comprendere che da parte nostra non c’è alcuna volontà di essere disobbedienti – continua – ma avvertiamo tutti il peso della responsabilità della specifica condizione epidemiologica dell’isola ma anche di carattere sociale. Dobbiamo correre, altrimenti non ce ne usciremo più da questo tunnel».

La priorità vaccinale alle isole minori

Con il via libera alla campagna di vaccinazione di massa nelle isole minori siciliane – annunciato da Musumeci – le prime somministrazioni verranno effettuate il prossimo venerdì a Lampedusa e Linosa, mentre per il resto delle isole sarà possibile a partire da lunedì prossimo.
La decisione del Presidente Musumeci è stata accolta con grande soddisfazione dal referente di Eolie in Azione e responsabile organizzazione provinciale messinese del partito di Calenda, Francesco De Pasquale, il quale spiega:

«Non più tardi di una settimana fa avevamo incalzato e chiesto a gran voce al Governo regionale di procedere in questa direzione, in considerazione delle grandi fragilità che caratterizzano i sistemi sanitario e infrastrutturale delle nostre isole siciliane. Due punti sui quali, certamente, la pandemia ha acceso fortemente i riflettori. E non è più tempo di nascondere la testa sotto la sabbia: certe criticità, adesso, vanno affrontate una volta per tutte, con massima urgenza e profonda serietà. Da troppo tempo gli isolani sono trattati, inaccettabilmente, come figli di un Dio minore».

Fonte: Gazzetta del Sud Sicilia

«Intanto, applaudiamo alla scelta di buonsenso del Presidente Musumeci, auspicando una sempre maggiore attenzione per la Sicilia tutta e per i suoi territori con bisogni speciali e urgenti; e, in special modo, per quelli che sono zone di frontiera (come, ad esempio, Lampedusa) o i centri di grande affluenza turistica. Una politica seria non è certamente quella che attende inerme si verifichino le tragedie prima di intervenire. Dunque, se è possibile, tentare di ridurre i rischi (e conseguenti costi) non solo è giusto ma assolutamente doveroso» conclude.

I dati sulle vaccinazioni in provincia di Messina

Le dosi di vaccino anti Covid somministrate finora in provincia di Messina sono 193.750, di cui 127.188 sono prime dosi e 66.562 seconde dosi. Per quel che riguarda le prime, 90.355 sono Pfizer, 24.390 AstraZeneca e 12.443 Moderna, mentre ancora non è stata registrata alcuna dose Johnson. E ancora, 29.949 sono state le dosi somministrate agli ultra 80enni, 52.420 alle persone che hanno tra i 60 e i 79 anni e 44.819 a persone di età inferiore ai 60 anni.
La Sicilia, comunque, resta la regione con la peggiore percentuale nazionale di somministrazioni rispetto alle dosi disponibili: dall’inizio della campagna vaccinale sono stati somministrati circa un milione e mezzo di vaccini (poco più di un milione come prima dose e il resto come seconda) su una disponibilità di 1 milione 923mila 625. Tali numeri corrispondono ad una percentuale del 78.3 %, contro una media nazionale del 85.6 %. Al momento nell’Isola risulta già immunizzato (con doppia dose) il 10% della popolazione, mentre la percentuale sale a 21 se si tiene conto soltanto della prima somministrazione.

Il problema dosi di AstraZeneca

In Sicilia, sono 250 mila le dosi di AstraZeneca chiuse nei frigoriferi e per il momento inutilizzate. A comunicare il dato aggiornato è il dirigente generale del Dasoe, Mario La Rocca, in conferenza stampa a Palazzo D’Orleans, sede della Presidenza della Regione siciliana.
Il Presidente Musumeci ha ritenuto dunque necessario fare chiarezza su alcuni decessi non legati in alcun modo alla somministrazione dei sieri AstraZeneca:

«Abbiamo avviato l’open day tre settimane fa per dare forza e impulso alla campagna di vaccinazione e a quella con AstraZeneca in modo particolare, la cui scorta nei frigoriferi è sempre stata abbondante. Verso AstraZeneca c’è stata e c’è una comprensibile ma ingiustificata psicosi, a fronte di 5-6 decessi la cui connessione con il vaccino comunque è stata esclusa».

Fonte: ANSA.it

Gaia Cautela

Alla (ri)scoperta delle scuole superiori di Messina: Ainis

Nuova puntata delle rubrica dedicata ai personaggi a cui sono intitolate le scuole superiori messinesi. Oggi è il turno del Liceo “Emilio Ainis”, sito nella zona di Provinciale, poco più avanti della Villa Dante.

L’istituto presenta un’offerta formativa articolata in diversi indirizzi: il Liceo delle Scienze Umane, il Liceo Economico Sociale, il Liceo Linguistico e il Liceo Musicale.

La scuola è intitolata a Emilio Ainis, soldato messinese la cui storia non è molto conosciuta.

©Angela Cucinotta – Il Liceo “Emilio Ainis”, sito in zona Provinciale, Messina

Chi era Emilio Ainis?

Per conoscere la storia di questo giovanissimo soldato messinese dobbiamo tornare indietro fino al 1895.

Siamo in una fase di grandi cambiamenti: l’Italia sta vivendo quella delicata e incerta fase del passaggio di secolo. Ogni nazione, in Europa, attua articolate campagne espansionistiche seguendo l’onda dell’Imperialismo.

Infatti sotto la guida del governo Depretis, il nostro paese aveva fondato una colonia in Eritrea.

Il suo successore –Francesco Crispi– organizzò invece una spedizione per l’Etiopia, allora denominato “Regno di Abissinia”.

Emilio Ainis era un soldato appartenente alla cosiddette “Batterie siciliane” e, nello specifico, era un Tenente della batteria comandata dal Generale Masotto.

In vista dell’imminente spedizione in Etiopia, il Generale Masotto decise di condurre delle esercitazioni speciali con i suoi uomini nell’estate del 1895.

Si trattò di un addestramento sulle montagne della provincia (Rometta, Santa Lucia del Mela, Novara di sicilia).

Arrivò poi l’ordine di partenza.

I soldati, insieme ai superiori, si imbarcarono alla volta dell’Africa.

Le testimonianze storiche ci suggeriscono l’entità del calore dimostrato dalla cittadinanza ai suoi giovani soldati.

Era la mattina del 18 dicembre e la folla salutò con grande affetto i suoi; presenti anche diverse delegazioni cittadine e il sindaco della città.

Tuttavia la campagna in Etiopia, come sappiamo, fu una disfatta.

Il destino della batteria di Ainis si decise l’1 marzo ad Adua, quando si trovò messa alle strette, come tutti i reparti italiani, da parte dell’esercito abissino.

Tutti i membri della Batteria Masotto morirono obbedendo all’ordine di sparare fino all’ultimo colpo.

Emilio Ainis fu l’ultimo, tra i compagni, a perdere la vita.

Secondo la testimonianza di un superstite, Ainis, in quanto ultimo sopravvissuto, assunse il comando continuando a ordinare di sparare.

Perse la vita quando fu finito a sciabolate tra l’artiglieria.

Emilio Ainis – Fonte: fortecavalli.it

Qualche dettaglio in più su Emilio Ainis

Emilio Ainis, nella Batteria Masotto aveva il grado di Tenente. Quando partì per l’Africa aveva solo 22 anni e lasciava a Messina moglie e figlioletto, in quanto era diventato padre da pochi mesi.

Si racconta tenesse sempre al cuore delle foto di suo figlio.

Fu insignito di medaglia d’argento alla memoria.

Giubba del Tenente Ainis conservata alla Caserma Ainis – Fonte: fortecavalli.it

Come la città ricorda il suo soldato

Le fonti storiche a testimonianza della vita militare di Emilio Ainis sono custodite nell’area museale del 24° Reggimento Artiglieria “Peloritani”, nella Caserma Ainis, a lui intitolata.

 

Qui sono conservate la sua giubba decorata e un dipinto che lo raffigura. È presente inoltre un diorama che rappresenta lo schieramento tenuto dai soldati in quel fatidico primo marzo.

 

Inoltre, quello di Ainis è anche il primo nome inciso sul monumento dedicato alla Batteria Masotto, nella piazza della Passeggiata.

©Angela Cucinotta – Monumento dedicato alla Batteria Masotto, Messina 2021

Alla prossima!

Concludiamo dandovi appuntamento al prossimo articolo, in cui conosceremo le personalità legate all’ultimo istituto statale della città dello Stretto: l’ I.S. “G. Minutoli“.

 

Angela Cucinotta

 

Fonti:

fortecavalli.it

ainis.edu.it

Omofobia all’Università di Messina: il Magnifico Rettore risponde alle associazioni

Riceviamo e pubblichiamo il comunicato congiunto del movimento Liberazione Queer+ Messina, dell’associazione Link e UDU. Nella nota si espone  la vicenda del ragazzo vittima di violenza online da parte di un professore, e si richiede all’Ateneo una presa di posizione ferma, un intervento strutturale e un incontro tra il Magnifico Rettore e le associazioni stesse.

Comunicato Stampa

OMOFOBIA ALL’UNIVERSITA’ DI MESSINA: LE ASSOCIAZIONI CHIEDONO L’INTERVENTO DEL RETTORE
Liberazione Queer+ Messina, Link e UDU chiedono all’Ateneo un intervento strutturale sulla vicenda di un professore accusato di omofobia

Fr***o perso”, “Per questo militanza è parlare dei suoi pruriti sessuali”, “Fatelo tornare giù e vedi come lo pestano, tanto a questi piace pure”. Queste solo alcune delle frasi che un professore dell’Università di Messina ha rivolto su Facebook ad un ragazzo queer bisessuale, subito dopo che quest’ultimo aveva pubblicato sui social una riflessione sul “cat-calling”.

La violenza omolesbobitransfobica è all’ordine del giorno, anche nei contesti universitari, ma stavolta qualcosa è andata diversamente: dopo che il ragazzo ha denunciato l’accaduto, le associazioni LGBTQ+ della nostra città sono scese in campo e non vogliono lasciar correre. Dopo aver supportato il ragazzo in questione nel denunciare il professore alle autorità competenti, hanno deciso di rendere pubblica la vicenda pubblicando una lunga lettera del ragazzo in questione chiedendo all’Università una presa di posizione decisa.

Leggendo la sua lettera la gravità della situazione è ancora più lampante, scrive il ragazzo:

“Da un mio commento riguardo il cat-calling su un gruppo privato (da cui è stato bannato per sessismo e omofobia), iniziò a commentare miei vecchi post insultando me e i miei amici, dicendo che “gli etero non ci avrebbero dovuto mettere al mondo” e poi, facendo screen dei miei post, pubblicandoli sul suo profilo, incitò i suoi amichetti ad andare sul mio profilo sostanzialmente ad insultarmi, dando il meglio di sé. (…) In quel momento ho pensato: e se lo rifacesse? Se lo rifacesse con uno più piccolo, con meno reti, esattamente come Davide 7 anni fa? Altre vite devastate? Per questo questa volta ho deciso di denunciare, perché oggi sono in una comunità, oggi al mio fianco ci sono Liberazione Queer+ e Arcigay Messina insieme ad altre realtà: non sono solo, mai più.

Liberazione Queer+ Messina, che da qualche tempo ha attivato uno sportello per raccogliere segnalazioni e supportare le vittime di violenza omolesbobitransfobica, sulla vicenda è sul piede di guerra: “E’ già molto grave se fosse accaduto in un contesto non accademico, ma così è veramente assurdo. Con la nostra Consultoria ci siamo attivati per rispondere a segnalazioni come queste, è ora che l’Università faccia la sua parte” ha dichiarato Salvo Bertino, referente dell’associazione.

Ad attivarsi anche due associazioni studentesche dell’UniMe, Link e UDU fanno sapere che hanno scritto una lettera al Rettore per avere un incontro, dichiara Michelangelo Billé di Link Messina: “Che sia successo ad opera di un professore universitario non ci stupisce, diciamo da tempo che c’è bisogno di una politica strutturale per arginare i fenomeni di omolesbobitransfobia all’interno dell’Ateneo. Adesso il Rettore ci incontri, insieme troveremo una soluzione”. Rincasa la dose Alice Borgia di UDU “La violenza di genere è all’ordine del giorno, questo vale per la comunità LGBTQ+ e per tutte le studentesse. Siamo convinti che il Rettore vorrà incontrarci per progettare insieme interventi sia sul piano dei regolamenti che della formazione”.

La risposta dell’Ateneo

Non ha tardato la risposta dell’Ateneo, che nella persona del Magnifico Rettore ha ritenuto doveroso esprimersi nei confronti di questo inaccettabile e grave episodio:

“In merito alla riprovevole vicenda che ha visto coinvolto un nostro studente, oggetto di reiterati insulti di stampo omofobo, l’Università di Messina, nella persona del Magnifico Rettore, prof. Salvatore Cuzzocrea, condanna fermamente quanto accaduto. I fatti sono già giunti all’attenzione dell’amministrazione universitaria per il tramite del Presidente dell’Arcigay Messina, dott. Rosario Duca, che è stato ricevuto dal Rettore e dal Prorettore Vicario, ed è stato invitato ad inviare tutta la documentazione necessaria al fine di attivare le dovute procedure disciplinari. L’Ateneo, peraltro, si è dotato anche di recente di strumenti e regolamenti stringenti che consentano di sanzionare eventuali comportamenti inaccettabili di siffatta natura. Il Rettore, comunque, rimane come sempre disponibile ad incontrare le associazioni studentesche.”

 

Da studenti universitari crediamo fermamente che l’unica strada da percorrere per tutelare realmente ogni membro della comunità studentesca, indipendentemente dall’orientamento sessuale, sia condannare fermamente questi gravissimi episodi di omofobia. Sosteniamo il nostro collega ingiustamente e ripetutamente colpito da inaccettabili insulti e da testata multiforme degli studenti UniMe vogliamo sempre dare voce a ogni studente\studentessa che sia stato\a vessato\a e deriso\a, a maggior ragione da chi – in ragione del proprio ruolo – dovrebbe rappresentare una figura di garanzia e correttezza. Non è accettabile che ancora oggi si verifichino comportamenti riprovevoli come quello che abbiamo osservato: solo costruendo una rete solida che coinvolga studenti e studentesse, Ateneo, docenti e personale possiamo contribuire a cambiare finalmente le cose.

Redazione UniVersoMe

Il cinema si reinventa: una via dell’arte per Messina, scommessa e opportunità

Giorno 30 aprile il Cinema Apollo ha finalmente riacceso le sue luci, ed in attesa di collocare i nuovi manifesti in vista delle tanto attese proiezioni cinematografiche, ha arricchito i suoi spazi esterni con opere d’arte, ridando luce e colore alla via San Filippo Bianchi. Il progetto “Apollo & Arte” nasce dall’idea di Daniele Mircuda e Loredana Polizzi che, osservando quella strada, una volta tanto animata dal via vai di persone che occupavano le sale della struttura, si trova adesso vuota e priva di quei colorati manifesti che riempivano gli espositori  del multisala. Proprio per questo motivo Mircuda e Polizzi hanno deciso di organizzare una rassegna temporanea per ricordare, non solo al pubblico dell’Apollo, ma a tutti i cittadini, la bellezza ed il piacere dell’osservazione attraverso l’arte. Gli artisti che si sono messi in gioco in questa meravigliosa iniziativa esporranno opere pittoriche, fotografiche, illustrative e di collage digitali.

“Apollo&Arte” via San Filippo Bianchi

Per la pittura sarà possibile osservare le opere di Sofia Bernava, giovane messinese classe ’98, da sempre appassionata all’arte, che si forma dapprima da autodidatta e, dopo il Liceo, decide frequentare l’Accademia di Belle Arti di Reggio Calabria, dove ha poi conseguito il diploma di primo livello in Grafica d’Arte. Espone svariate volte negli anni alle mostre dell’associazione “Be Art”, all’evento “La città sommersa” nel 2019 e più recentemente alla mostra “Art Container 019” nell’Accademia da lei frequentata; vince inoltre il secondo ed il terzo premio a due estemporanee, rispettivamente “Visioni dall’interno”, tenutasi al Monte di Pietà, e “Castello e
d’intorni” presso Santa Lucia del Mela.

Altra protagonista dell’evento è Alessia Borgia, messinese nata nel ’86, che attraverso fotografie street racconta nitide immagini di vita quotidiana. Il suo approccio a quest’arte visiva avviene da giovanissima attraverso la fotografia analogica, dedicando i suoi rullini al paesaggio e a contesti familiari, per poi subire il fascino del digitale e cambiare soggetti per le sue opere. La sua sensibilità fotografica si sposa perfettamente con la precisione datale dalla sua professione di architetto, creando dunque il binomio ideale per trasmettere attraverso i suoi scatti il messaggio di una fotografia a sfondo sociale.

“Apollo&Arte” via San Filippo Bianchi

Tra le illustrazioni in mostra vi sono quelle di Lucia Foti, nata a Messina nel 1992, che, da sempre autodidatta, si avvicina all’arte sin da giovanissima, sviluppando un forte interesse per tutte le arti visive, interesse che, nel corso del tempo, la condurrà ad esporre le proprie opere sulle giacche artigianali della stilista Marcella Magistro, ed ad organizzare due mostre, una personale presso TOTù a Milazzo, ed un’altra, “Abyssu” in collaborazione con NessunNettuno, noto artista messinese, presso Le Retrò Studio a Messina; inoltre si occupa della locandina per il cortometraggio “Vittoria per Tutti” della casa di produzione “8 Production” regia di Elia Bei,
vincitore del Premio al Miglior Corto Italiano di Rai Cinema Channel al RIFF (Roma Indipendente Film Festival). La sua passione per le arti figurative giunge anche al ritratto attraverso cui, sperimentando tra penne, matite ed acquerelli, riesce ad immortalare l’anima dei volti che rappresenta.

Non solo però si avrà il piacere di rivedere artisti già noti, infatti, tornando alla pittura, saranno esibite le opere di Grazia D’Arrigo, classe ‘86 che, proprio in quest’occasione esporrà, per la prima volta, il frutto dei suoi lavori.

“Apollo&Arte” via San Filippo Bianchi

Altro talento proveniente dall’Accademia di Belle Arti di Reggio Calabria è la messinese Ylenia Bottari, classe ’94, che vedrà negli espositori del multisala i suoi lavori fotografici. L’artista, acquisito il diploma di primo e di secondo livello in Scuola di Decorazione, frequenta poi uno stage di restauro “Un’estate tra Arte e Fede nella Diocesi di Locri-Gerace” e si occupa nel 2019 dell’allestimento della mostra “Artcontainer 019” organizzata dall’Accademia da lei frequentata. Partecipa alla terza edizione della Mostra “ContaminArt-Arti visive” nel 2019 ed alla collettiva tenutasi al Palazzo della Regione di Reggio Calabria per le “Giornate Cardiometaboliche Reggine”.

Altro protagonista dell’esposizione è il venticinquenne messinese Daniele Commito, un giovane illustratore, che ha coltivato la sua arte da autodidatta acquisendo sempre più consapevolezza della sua capacità di spostare le sue idee su “carta”. Sono svariate le mostre a cui ha già preso parte, sia in città, quali Be Art Tropical session, Mood art al Centro Multiculturale Officina o ancora, la più recente, Segnalibro d’artista presso la Libreria Mondadori, ma anche nella metropoli Catanese alla galleria d’arte Nukleika.

“Apollo&Arte” via San Filippo Bianchi

Altra già nota pittrice messinese è poi Anna Viscuso, classe ’99, anche lei studentessa
dell’Accademia delle Belle Arti di Reggio Calabria, e che fa parte del collettivo Be
Art . Ha già esposto, non solo a tutte le mostre organizzate dall’associazione, ma anche a Viareggio alla collettiva NEROBIANCO.

Inoltre all’estemporanea sarà possibile ammirare le opere di uno degli organizzatori, Daniele Mircuda, che esporrà i suoi collage digitali in cui unisce note opere pittoriche a fotografie di personaggi noti e non, creando immagini interessanti e innovative. Ed è proprio l’artista in questione che, in veste di organizzatore, ha rilasciato una dichiarazione sull’evento descrivendo come si sia sviluppata l’idea della mostra.

Mircuda racconta infatti del profondo senso di tristezza che suscitava in lui la visione di quegli espositori vuoti, che un tempo coloravano la via del cinema. Così proprio osservando la strada ha ben pensato di domandare a Loredana Polizzi, gestore dello storico multisala messinese, di usare gli espositori come pannelli per una mostra d’arte. Polizzi si è subito mostrata entusiasta dell’idea ed ha dato immediatamente la sua disponibilità, permettendo così che l’estemporanea venisse organizzata nel più breve tempo possibile. Mircuda aggiunge poi, che “l’arte è bellezza pura e totale” e grazie a questa è possibile abbellire una via ormai vuota, divenendo così un “raggio di sole metaforico” per quella via ormai ingrigita. Tutto ciò rende il cinema un luogo ancora più culturale, ha proseguito l’artista, poiché la struttura che solitamente viene vissuta soltanto all’interno delle sue sale, viene così sfruttato a pieno per l’arte in ogni sua forma.

“Apollo&Arte”, gli artisti, via San Filippo Bianchi

Il Multisala Apollo, tra l’altro si è da sempre fatto sede di mostre, tuttavia fruibili solo dall’interno, ciò che rende particolare quest’estemporanea è proprio il fatto che sarà visitabile dall’esterno h24 e tutti i giorni della settimana. Gli espositori saranno ben illuminati, così che chiunque si trovi a passare di lì, anche la sera, possa goderne, e magari questa iniziativa potrebbe pure incuriosire chi non è molto vicino al mondo dell’arte. L’estemporanea sarà visibile per quindici giorni, allo scadere dei quali gli espositori non torneranno ad essere vuoti, ma vi sarà un ricambio di artisti, che con le loro opere continueranno ad impreziosire la nota via. Un’incantevole iniziativa che nella nostra città mette in luce come la voglia di fare possa portare ad idee innovative, come quelle di una mostra fruibile semplicemente passeggiando per le vie del centro città , e che soprattutto evidenzia come sia possibile reinventare degli spazi per far continuare a vivere l’arte, e quindi a goderne, anche al di fuori dei musei.

Laura La Rosa