Governo: Mario Draghi ha accettato con riserva l’incarico. Mattarella punta tutto sull'”alto profilo” e i mercati festeggiano

Si è concluso con un nulla di fatto il mandato esplorativo di Roberto Fico. Non sono bastati quattro giorni di consultazioni al Presidente della Camera dei Deputati per riuscire a consolidare una maggioranza parlamentare in grado di sostenere un governo politico. Dai vari fronti a sostegno dell’uscente governo Conte-bis si rimbalzano le responsabilità della crisi, ma quel che è certo, come confermato dallo stesso Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, è che in questo momento all’Italia serve un governo nella pienezza delle sue funzioni.

Alle 12 di questa mattina il Presidente ha ricevuto, su sua convocazione, Mario Draghi il quale ha accettato con riserva l’incarico di formare un governo.

il Presidente Mattarella nella sala stampa del Quirinale, fonte: Corriere TV

 

Le ragioni di Mattarella

Riscontrata l’incapacità delle forze politiche di trovare un punto d’incontro sui vari temi che hanno portato alla crisi di governo, primo fra tutti l’uso dei fondi del Recovery Plan, il Presidente della Repubblica ha scelto l’opzione governo tecnico. Come spiegato nel corso della conferenza stampa tenuta al Quirinale “a fronte della permanenza di distanze che impediscono di dare vita a una maggioranza le uniche due strade percorribili sono: dare immediatamente vita a un nuovo governo adeguato a fronteggiare le emergenze sanitaria sociale economica finanziaria o immediate elezioni anticipate”. Il Capo dello Stato ha poi proseguito spiegando il perché dell’impossibilità di indire nuove elezioni. Ragioni attinenti alle tempistiche richieste e ai rischi dovuti alla situazione epidemiologica. “Dallo scioglimento delle Camere del 2013 sono trascorsi 4 mesi” per un governo, nel 2018 “5 mesi”, tempi questi che impedirebbero l’approvazione del Recovery Plan entro aprile e che lascerebbero alle mani di un governo ridotto all’amministrazione ordinaria un Paese nella peggiore crisi dal dopoguerra ad oggi. Inoltre, sembra inutile sottolineare i rischi a cui si esporrebbe la popolazione se chiamata a votare in un periodo in cui gli assembramenti costituiscono la peggiore minaccia alla salute pubblica.

Un governo di “alto profilo”, chi è Mario Draghi

“Avverto il dovere – ha detto il capo dello Stato – di rivolgere alle forze politiche un appello per un governo di alto profilo per far fronte con tempestività alle gravi emergenze in corso”. La scelta è dunque ricaduta su Mario Draghi, un nome che già da qualche anno aleggia nelle sale del Quirinale e che insieme a quello dell’economista Carlo Cottarelli sono stati indicati come gli “assi nella manica” di Mattarella. Supermario, come è stato ironicamente battezzato a più riprese dalla stampa estera, può vantare un curriculum di tutto rispetto. Dopo essersi laureato alla Sapienza e avere conseguito un master al Mit di Boston, Draghi è stato direttore generale del Tesoro gestendo la stagione delle privatizzazioni nel governo Ciampi. Dopo avere ricoperto la carica di vicepresidente della Goldman Sachs dal 2002 al 2005 è stato poi nominato governatore della Banca d’Italia, carica quest’ultima che l’ha catapultato negli snodi internazionali del Financial Stability Board e nella Bce come membro del consiglio. Alla guida della Bce si è contraddistinto per il rigore adoperato nella salvaguardia dei principi dell’Europa ma nel contempo riuscendo a fare da scudo alle difficoltà e contraddizioni dell’Unione stessa.

Mario Draghi, fonte: LaRepublica

 

Le reazioni al nome di Mario Draghi, dai mercati ai partiti

La scelta di Mattarella ha trovato particolare apprezzamento da parte dei mercati. La figura dell’ex presidente della BCE rappresenterebbe una sicurezza per gli investitori e tranquillizzerebbe soprattutto i rapporti con l’Europa. Già questa mattina Piazza Affari si è svegliata con un +2,5% alimentato dallo discesa del valore dello Spread, che frena la sua salita appena sente la eco di mr Whatever it takes. Il differenziale tra Btp decennale e Bund tedesco, infatti, tocca livelli vicini al 100, un numero ai minimi storici che non si vedeva dal 2016.

Dall’altro lato invece la risposta della politica è stata quanto mai confusa. Le forze politiche che hanno sostenuto per poco più di un anno il Conte-bis, quindi M5S, PD e Liberi e Uguali, hanno accolto con particolare riserva la notizia della convocazione al Colle di Mario Draghi. Da una parte i 5 Stelle sembra possano non volere concedere la loro fiducia ad un esecutivo tecnico, ipotesi invece seccamente confermata da Liberi e Uguali. Questi ultimi non sarebbero conviti della scelta di Draghi. Più cauto invece il Partito Democratico che si dichiara “pronto al confronto per il bene del Paese”. ItaliaViva, invece, plaude la scelta del Capo dello Stato.

Di tutt’altra idea invece il centrodestra che continua a ribadire che la via maestra da perseguire sia il voto ma permangono posizioni diverse. La Lega di Salvini potrebbe astenersi dal voto di fiducia che invece dovrebbe arrivare da parte di Forza Italia. Dalle prime dichiarazioni di Giorgia Meloni pare che Fratelli d’Italia invece rimarrà all’opposizione.

 

I prossimi impegni del Governo Draghi

L’affidamento dell’incarico a Mario Draghi costituisce un chiaro indirizzo che il Presidente della Repubblica sembra avere tracciato. Responsabilità e gestione competente di una situazione di emergenza che non può in alcuna maniera rimanere nelle mani di un governo ridotto dalla crisi di governo alle ordinarie mansioni. Draghi dovrà essere in grado di convincere quello stesso Parlamento che solo una settimana fa ha concesso, in ambo le sue camere, la fiducia al dimissionario governo Conte-bis con la maggioranza assoluta. Camere, ed è necessario ricordarlo, non potranno essere sciolte nel corso del cosiddetto “semestre bianco“. Vale a dire gli ultimi sei mesi del mandato del Presidente della Repubblica e che inizierà giorno 3 agosto. Sembra dunque che il momento dei cambiamenti, necessari o forzati che siano, debbano avvenire adesso o mai più.

Filippo Giletto

 

Mandato esplorativo, termina oggi l’incarico di Fico. Il punto sulla situazione

(fonte: tg24.sky.it)

Oggi terminerà il mandato esplorativo del Presidente della Camera Roberto Fico che in giornata dovrà necessariamente riferire al Presidente della Repubblica i risultati ottenuti. Tuttavia, i tavoli di maggioranza non prospettano ancora un’intesa. Partito democratico, Movimento 5 Stelle e Liberi e Uguali sembrano compatti per un Conte-ter, mentre Italia Viva continua a tenersi distante. Ed afferma: “Le idee vengono prima dei nomi“.

Il punto della situazione sul mandato

Il29 gennaio, al termine delle consultazioni, il Presidente Mattarella ha deciso di assegnare l’incarico di un mandato esplorativo al Presidente della Camera Fico, col compito di trovare gli esponenti per un nuovo governo. Le nuove consultazioni si sono concentrate sulla maggioranza preesistente, ossia quella che sosteneva il governo Conte-bis.

Le nuove consultazioni hanno avuto inizio il 30 gennaio e sono terminate il 31, non senza proteste: già da settimane l’opposizione – primi tra tutti Lega e Fratelli d’Italia – invoca le elezioni. Durante un’intervista a La Repubblica, Giorgia Meloni (FdI) ha affermato:

Questo Parlamento non ha i numeri per una soluzione efficace. Se si farà un governo, sarà perfino più debole di quelli passati. La scelta più responsabile è sciogliere le Camere e in tempi rapidi portare la Nazione al voto.

La democrazia non può essere sospesa da una pandemia“, ha inoltre sostenuto oggi il senatore Matteo Salvini (Lega) a Skytg24.

Ma oltre l’ostruzionismo dell’opposizione, anche Italia Viva sin dal primo giorno di consultazioni ha posto dei paletti: “Approfondimento sui contenuti e documento scritto sul programma“. Poi preme sul Mes e sul governo politico: “Meglio di quello istituzionale“.

Quale governo?

L’Italia ha già fatto esperienza di vari governi tecnici (basti pensare al governo Gentiloni), ma cosa sono i governi politici ed istituzionali?

  • Un governo politico rappresenta una maggioranza parlamentare, che è solitamente frutto di aggregazioni tra partiti più forti e forze politiche minori.
  • Un governo istituzionale è, invece, di durata limitata e si forma su decisione del Presidente della Repubblica, con a capo figure che rappresentano le istituzioni – come il Presidente della Camera o del Senato.

Il calendario delle consultazioni

Nonostante le difficoltà, le nuove consultazioni sono riuscite a svolgersi all’interno della Sala della Lupa di Montecitorio. Secondo il calendario divulgato anche dalla Camera dei Deputati, nei due giorni sono state consultate le forze politiche di maggioranza tra cui Pd, M5S, LeU, Italia Viva ed i gruppi parlamentari quali quello degli Europeisti (i cosiddetti “responsabili” a sostegno di Conte), le Autonomie ed il Gruppo Misto.

Al termine delle consultazioni, l’ 1 febbraio è stato istituito un tavolo per la stesura del contratto di governo.

I punti salienti delle contrattazioni

I temi cardine dell’accordo sono sicuramente economia e giustizia. Per quest’ultimo punto, si tratta soprattutto della riforma della prescrizione, ma ci sono tantissime riforme lasciate in sospeso a causa della crisi di governo.

Punti focali sono il Recovery Plan ed il Mes. Al tavolo tecnico si discute soprattutto dei 200 miliardi a fondo perduto del Recovery (in contemporanea con le Commissioni parlamentari), mentre Renzi ed Italia Viva insistono sull’utilizzo del Mes per la sanità.

Si tratta di un punto di particolare delicatezza, che potrebbe costare l’equilibrio della maggioranza e la formazione del governo Conte-ter.

In materia di lavoro, M5S spinge sul reddito di cittadinanza con salario minimo ed equo compenso (un contributo imposto per avere il diritto di effettuare la copia privata delle opere protette dal diritto d’autore). Su una diversa linea si trova invece l’opposizione di Fratelli d’Italia, che ribadisce la necessità di un’indennità parametrata sul modello della cassa integrazione e rivolta a chi avesse avuto un calo di fatturato del 50% rispetto allo stesso mese del 2019.

Altro tema importante è quello della legge elettorale ed il taglio dei parlamentari, voluto dal referendum di settembre 2020. Rimane poi la questione degli scambi d’incarichi e della divisione del potere, con una Maria Elena Boschi che twitta:

Anche oggi polemiche su di me. Italia Viva ha chiesto al Governo di prendere il Mes, non di prendere Meb. Come al solito i 5stelle non leggono fino in fondo. O non capiscono. Servono soldi per la sanità, non poltrone per noi.

Intanto per le forze di LeU  il voto si fa sempre più vicino:

Se nella giornata di oggi non si mette in condizione il Presidente Fico di andare al Quirinale a riferire che ci sono le condizioni per andare avanti a costituire un Governo fondato sulla maggioranza che sosteneva Conte, le elezioni anticipate si avvicinerebbero a grande velocità.

Il segretario della Lega Matteo Salvini, invece, sostiene che si raggiungerà un accordo, “Ma migliaia d’italiani avranno perso posti di lavoro e tempo“.

(fonte: tg24.sky.it)

I possibili scenari dopo la fine del mandato

Col termine del mandato esplorativo di Fico, si aprono possibili scenari per il futuro. Se si raggiungesse un accordo, sarebbe possibile un nuovo governo di Conte con la medesima maggioranza – ma probabilmente cambierebbero i ministri. In assenza di un accordo:

  • Potrebbe formarsi un governo politico con la medesima maggioranza ma con diverso premier;
  • Si potrebbe passare ad un governo istituzionale;
  • Governo tecnico capitanato da economisti e professori;
  • Infine, la possibilità di un governo di scopo di breve durata che svolga le funzioni dell’esecutivo fino a nuove elezioni.

Sebbene sia stata vagheggiata da molti la possibilità di un governo Draghi, ex presidente della BCE, la Presidenza della Repubblica ha smentito i contatti con quest’ultimo. A questo punto, non resta che aspettare gli esiti comunicati da Fico.

 

Valeria Bonaccorso

 

Dimissioni Conte: cosa succede adesso e tutti possibili scenari del Governo italiano

Stamattina Giuseppe Conte ha annunciato le sue dimissioni durante il Consiglio dei ministri, per poi formalizzarle davanti al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.

L’annuncio era già stato anticipato ieri, dovuto alle ulteriori difficoltà incontrate dal governo per trovare una solida maggioranza in Parlamento dopo l’uscita di Italia Viva -in Senato, infatti, sarebbe bastato un solo voto negativo in più per sancire la caduta del governo- e, dunque, al rischio di non avere i voti necessari per l’approvazione della relazione annuale sulla giustizia.

È stata formalmente aperta la crisi di governo: quella complicata fase politica e costituzionale che avrà termine solo quando un nuovo presidente del Consiglio, assieme ai suoi ministri, presterà giureranno davanti al presidente della Repubblica.

(fonte: Huffingpost)

I passaggi per arrivare alla formazione di un nuovo esecutivo

Innanzitutto, bisogna precisare che questa crisi di governo è di natura extraparlamentare, in quanto Conte ha ottenuto la fiducia al Senato martedì 19 gennaio; dunque, è una crisi nata da contrasti fra i partiti della coalizione di governo, non sancita da un voto di sfiducia.

In questo secondo caso, infatti, avrebbe avuto natura parlamentare: se Conte avesse presentato le proprie dimissioni come conseguenza di un voto negativo al Senato avrebbe avuto pochissime possibilità di ottenere il reincarico da Mattarella per la formazione di un nuovo governo.

Con le dimissioni, e fino al giuramento di un nuovo esecutivo- periodo definito di “vacatio” -il governo uscente rimane in carica per lo svolgimento degli “affari correnti”; infatti il presidente della Repubblica non ha firmato il decreto di accettazione delle dimissioni, che deve essere controfirmato dallo stesso premier.

Tuttavia, prima di accettare le dimissioni del presidente del Consiglio, il presidente della Repubblica potrebbe chiedere un “rinvio alle camere”, per verificare, attraverso un voto di fiducia, della sussistenza o meno di una maggioranza, andando dunque a parlamentarizzare la crisi.

L’avvio della crisi sarà sancito, come da prassi, dal comunicato del Quirinale, con la lettura di questo testo nel famoso salone delle Vetrate, il quale sarà aperto per l’occasione a giornalisti e troupe televisive.

(fonte: Slideplayer)

L’iter per la formazione di un nuovo governo è disciplinato dagli articoli 92, 93 e 94 della Costituzione, che prevede, nella prassi, un processo articolato in diverse fasi:

  • consultazioni: formalizzata la crisi di governo, il presidente della Repubblica stila un calendario degli incontri e apre dunque le consultazioni- che fanno parte delle “consuetudini costituzionali”, in quanto il presidente della Repubblica non ha alcun obbligo costituzionale ad avviarle-, ossia quella fase di incontri e colloqui con leader politici e istituzionali con l’obiettivo di capire se il Parlamento sia ancora in grado di esprimere una maggioranza oppure no.
  • incarico: se dalle consultazioni dovesse risultare che c’è una maggioranza parlamentare possibile, anche con nuove alleanze, e che c’è una persona in grado di avere la fiducia di quella maggioranza per formare un governo, allora il presidente della Repubblica darebbe a quella persona l’incarico di formare un governo. L’incaricato, che di solito accetta con riserva, fa a sua volta un giro di consultazioni e torna dal presidente della Repubblica per sciogliere, positivamente o negativamente, la riserva.
  • nomina: dopo lo scioglimento della riserva si arriva alla firma dei decreti di nomina del capo dell’esecutivo e dei ministri.
  • giuramento e fiducia: sono esplicitamente disciplinati dall’art 93 e 94 della costituzione a cui rinvio.

Possibili scenari per il futuro governo

Esiste un altro modo per catalogare una crisi: al buio o pilotata.

La prima avviene quando il presidente del Consiglio si dimette senza che sia stato raggiunto un accordo per la formazione di una nuova maggioranza in suo sostegno. La seconda si presenta quando invece il presidente del Consiglio presenta le dimissioni a seguito di un accordo politico raggiunto all’interno della maggioranza che già c’era o con una maggioranza alternativa. Nel nostro caso siamo nel secondo scenario, infatti questa crisi vorrebbe “pilotare” verso un Conte ter appoggiato da un nuovo gruppo parlamentare creato da “responsabili” o “costruttori”, con o senza IV.

Mattarella gli darebbe un mandato pieno, cioè mirato a fare nascere il governo che le forze politiche hanno descritto al presidente della Repubblica; poi Conte, come da prassi, accetterebbe con riserva.

Ma vi sono altri possibili scenari: infatti se, ad esempio, durante le consultazioni dovesse emergere che non esiste un’altra maggioranza possibile in questo Parlamento, il presidente della Repubblica scioglierà le camere; la prima tappa verso le elezioni anticipate.

(fonte: Ansa.it)

Altra ipotesi in caso di mancato raggiungimento dell’accordo, se, dunque, dai partiti non arrivasse un’indicazione chiara su cosa fare, risulta il mandato esplorativo: anche se non è previsto dalla Costituzione, Mattarella può usufruire di questo istituto andando ad individuare una figura di alto profilo istituzionale, come ad esempio il presidente della Camera o il presidente del Senato o anche il presidente del Consiglio uscente- tra i soggetti più accreditati vi sono Mario Draghi e Marta Cartabia– , in grado di formare un nuovo governo.

Il soggetto individuato dovrà verificare attraverso una serie di incontri informali se esista la possibilità di formare una nuova maggioranza: se vi dovesse essere si procederà alla formazione di un governo di unità tecnico, in caso di economisti o professori nominati in casi di emergenza per perseguire obiettivi minimi e comuni, o istituzionale, se guidato da una figura delle istituzioni scelta da Mattarella; in ambedue i casi saranno comunque soggetti sostenuti dalla maggioranza dei partiti.

Questo istituto venne utilizzato per la prima volta da Giorgio Napoletano, che creò due commissioni con il compito di mettere sulla carta un programma di governo e di riforme istituzionali, da cui nacque il governo Letta.

Si potrebbe anche procedere per un temporaneo governo di scopo, un governo con un compito ben preciso: come garantire le funzioni dell’esecutivo fino a nuove elezioni, quello di arrivare all’approvazione di una nuova legge elettorale o, soprattutto, quello di garantire l’invio alla Commissione Europea, entro il prossimo 30 aprile, del Piano nazionale di ripresa da cui dipenderanno i circa 210 miliardi di euro di fondi del Recovery Fund.

A seguito delle consultazioni potrebbe anche essere individuato un nuovo papabile Presidente del Consiglio: ciò porterebbe alla nascita di un Nuovo Governo supportato dalla maggioranza attuale, con IV, e dai responsabili del centrodestra.

Insomma, vari esiti, vari scenari; la cosa che conta è che l’Italia in un momento di crisi, come quella attuale, riesca a sollevarsi dalle macerie a prescindere da chi ne sarà la guida.

Manuel De Vita

Medaglia d’oro alla memoria di Willy Monteiro e Don Malgesini, esempi di coraggio

E’ successo ieri 7 ottobre 2020: il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha firmato, su proposta del Ministro dell’Interno Luciana Lamorgese, il decreto con il quale la Repubblica Italiana conferisce la medaglia d’oro alla memoria di Willy Monteiro Duarte e di Don Roberto Malgesini per il loro sacrificio e per l’esempio di coraggio offerto in merito alle tragedie che li hanno colpiti.

(fonte: adkronos.com)

 

Medaglia al Valor Civile per Willy

“Con eccezionale slancio altruistico e straordinaria determinazione, dando prova di spiccata sensibilità e di attenzione ai bisogni del prossimo, interveniva in difesa di un amico in difficoltà, cercando di favorire la soluzione pacifica di un’accesa discussione.”

Si legge nel comunicato della Presidenza della Repubblica, disponibile per la lettura sul sito ufficiale Quirinale.it, riguardo alla vicenda di Willy Monteiro Duarte. Lo studente di 21 anni è stato infatti ucciso lo scorso 6 settembre nei pressi di Colleferro (Roma) mentre tentava di sedare una rissa in cui era stato coinvolto l’amico. Fatale il suo incontro coi fratelli Bianchi e Mario Pincarelli, principali responsabili dell’avvenimento, che su di lui si sono avventati fino ad ucciderlo.

Il Presidente della Repubblica ha così voluto onorare la sua memoria conferendogli una Medaglia d’oro al Valor Civile per essersi prodigato ad aiutare l’amico in difficoltà.

I fratelli Marco e Gabriele Bianchi assieme a Mario Pincarelli si trovano al momento nel carcere di Rebibbia di Roma, così come disposto dal gip del Tribunale di Velletri Giuseppe Boccarrato, in attesa della sentenza che valuti le sorti dell’accusa aggravata di omicidio volontario. Di recente sono stati trasferiti nel braccio G9 (definito ‘Braccio degli infami’), che ospita rei di pedofilia e di violenza sulle donne, in seguito ad alcuni episodi di violenza di cui si sono resi protagonisti nei confronti di un detenuto di nazionalità marocchina.

 

(Willy Monteiro Duarte ritratto in una foto coi compagni di classe – fonte: cronacaonline.it)

Medaglia al merito civile per Don Roberto

Il comunicato prosegue con l’esegesi delle ragioni che hanno spinto il Presidente a conferire la Medaglia d’oro al Merito civile a Don Roberto Malgesini, ucciso lo scorso 15 settembre davanti la chiesa di San Rocco (Como) da uno dei bisognosi che era solito aiutare:

“Con generosa e instancabile abnegazione si è sempre prodigato, quale autentico interprete dei valori di solidarietà umana, nella cura degli ultimi e delle loro fragilità, offrendo amorevole accoglienza e incessante sostegno.”

Don Roberto era infatti conosciuto ed amato dagli abitanti del comune lombardo per gli aiuti che prestava ai più deboli della comunità, in particolare senzatetto e migranti. Il Prete degli ultimi, così veniva chiamato, perché capace di riconoscere negli occhi dei più deboli il volto di Dio.

Ad ucciderlo, un senzatetto di nazionalità tunisina affetto da problemi psichici. Secondo una prima ricostruzione, il movente dell’omicidio risiederebbe nel tentativo nascosto del parroco di rimpatriare l’uomo traendolo in trappola coi propri aiuti. Proprio in ragione di tal movente, poi ritrattato, è stato richiesto per l’imputato il parere di uno psichiatra.

E mentre la Presidenza della Repubblica decide di conferire la medaglia d’oro alla memoria del parroco, la città per cui ha servito fino alla morte, Como, gli ha invece negato la massima onorificenza dell’Abbondino d’oro.

(fonte: ilgiorno.it)

 

Il riconoscimento dopo la tragedia

Alla base del riconoscimento starebbe l’estremo sacrificio di due persone divenute modelli illustri per la comunità italiana. Willy viene infatti definito nel decreto come un esempio “per le giovani generazioni, di generosità, altruismo, coraggio e non comune senso civico”;

Malgesini, invece, lo si descrive come esempio “di uno straordinario messaggio di fratellanza e di un eccezionale impegno cristiano al servizio della Chiesa e della società civile”.

Due tragedie senza dubbio inaspettate e sentite, frutto di profonde falle nella società, da cui è dovere civico di ogni cittadino trarre esempio ed insegnamento affinché la loro memoria non vada sprecata.

 

Valeria Bonaccorso

Fondi Lega: arriva la pronuncia della Cassazione

La notizia più calda del momento, quella maggiormente trattata dalle testate e dai Tg di tutt’Italia, è sicuramente quella relativa al caso dei fondi illeciti che la Lega dovrebbe restituire perchè frutto di una truffa incorsa ai danni dello Stato. Il fatto risale a circa dieci anni fa e ad occuparsene fu il Tribunale di Genova che nel 2017 aveva già condannato l’allora segretario del partito Umberto Bossi, l’ex tesoriere Francesco Belsito ed altri esponenti ed imprenditori legati al Carroccio.

La sentenza prevedeva la confisca al partito di circa 49 milioni di euro come risarcimento per i rimborsi ingiustamente utilizzati, “somma corrispondente al profitto, da tale ente percepito, dai reati per i quali vi era stata condanna”. Ma, il 4 settembre 2017, giorno in cui la procura di Genova aveva ottenuto il decreto per il sequestro dei fondi, sui conti correnti della Lega erano stati ritrovati solo 2 milioni, somma che ovviamente non poteva essere ritenuta sufficiente. Alla luce di tutto ciò, le autorità avevano richiesto di estendere il provvedimento anche alle somme che sarebbero state depositate in futuro nelle casse del partito, in modo da poter rispettare quanto definito dalla sentenza, ma il tribunale del Riesame aveva respinto questa richiesta, bloccando tutto il processo in corso.

Risultati immagini per cassazioneIl 12 Aprile scorso la procura di Genova ha quindi presentato ricorso alla Cassazione, ricorso che è stato effettivamente accolto solo tre giorni fa, rinviando al tribunale del Riesame il compito di riconsiderare la decisione presa nel 2017 sulla base del fatto che “la fungibilità del denaro e la sua stessa funzione di mezzo di pagamento non impongono che il sequestro debba necessariamente colpire le medesime specie monetarie illegalmente percepite […] la somma corrispondente al loro valore nominale, ovunque venga rinvenuta, una volta accertato, come nel caso in esame, il rapporto pertinenziale quale relazione diretta, attuale e strumentale, fra il danaro oggetto del provvedimento di sequestro ed il reato del quale costituisce il profitto illecito” . In parole povere, ciò che vorrebbe la Cassazione è la restituzione dei fondi acquisiti dalla Lega truffando lo Stato, sia che questi fossero già presenti nelle casse del Carroccio, sia che questi provenissero da finanziamenti futuri.

Risultati immagini per fondi legaIn generale possiamo definire tutto ciò come un durissimo colpo inferto al partito che negli ultimi mesi sta macinando terreno confermandosi sempre più come seconda forza politica in Italia. Subito dopo la pronuncia della Cassazione, anche il ministro della Giustizia Bonafede ha rincarato la dose affermando ai microfoni dell’Ansa che:

“Tutti devono potersi difendere fino all’ultimo grado di giudizio. Poi, però, le sentenze vanno rispettate, senza evocare scenari che sembrano appartenere più alla Seconda Repubblica”

Parole che non sono state affatto apprezzate dal leader della Lega, nonché ministro dell’Interno, Matteo Salvini, la cui dichiarazione non si è fatta aspettare:

“Onestamente con tutte le cose importanti a cui sto lavorando, questa è quella che mi interessa di meno.”

Bisognerà dunque aspettare qualche altro giorno per capire come si profilerà tutta la questione, considerando la volontà espressa da fonti leghiste di incontrare il presidente Mattarella dopo il suo ritorno dal viaggio in Lituania (incontro che dovrebbe tenersi lunedi 9 al Quirinale), e quale sarà la pronuncia del Riesame in merito alla nuova sentenza della Cassazione.

Giorgio Muzzupappa

Festa della Repubblica, la Festa di tutti.

2 Giugno 2018. L’Italia oggi celebra il 72° anniversario della nascita della Repubblica Italiana.

A Roma incombono i festeggiamenti in ricordo del referendum istituzionale del 1946.

La città è stati quasi interamente bloccata, le strade chiuse al traffico e la viabilità notevolmente ridotta.

I festeggiamenti dureranno quasi l’intera giornata e hanno già avuto inizio questa mattina alle 9:00.

Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, sulle note della Canzone del Piave, ha deposto all’Altare della Patria una corona di fiori davanti alla tomba del milite ignoto. Il passaggio delle frecce Tricolore ha segnato la conclusione della solenne cerimonia e aperto ufficialmente la celebrazione della Festa della Repubblica.

Successivamente ha avuto luogo la parata militare lungo la via dei Fori Imperiali; dalle 15:00 alle 19:00 i festeggiamenti proseguiranno presso i giardini di Palazzo del Quirinale.

Chi volesse assistere alla celebrazioni, essa viene trasmessa in diretta Tv e streaming dalla Rai.

“I valori di liberta’, giustizia, uguaglianza fra gli uomini e rispetto dei diritti sono il fondamento della nostra societa’ ed i pilastri su cui poggia la costruzione dell’Europa. Dalla condivisione di essi nasce il contributo che il nostro Paese offre alla convivenza pacifica tra i popoli ed allo sviluppo della comunita’ internazionale”.

Cosi’ Mattarella in un messaggio al Capo di Stato Maggiore della Difesa.

Alla cerimonia presenti tutte le cariche dello stato.

Un vero e proprio bagno di folla per il neo presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, e per i vicepremier Luigi Di Maio e Matteo Salvini.

Il palazzo della difesa, gli edifici pubblici e quelli delle società partecipate sono stati imbandierati con il Tricolore. E ancora un immenso Tricolore è stato posto sulla facciata del Colosseo.

I festeggiamenti per questo giorno sembrano essere quest’anno più sentiti del solito, forse proprio in seguito alla  freschissima nascita del governo.

Insomma grande clima di festa a Roma, ma come ha ricordato il neo-premier Conte:

 “Il 2 Giugno è la festa di noi tutti, auguri a tutti!”

Ritorno al futuro: la macchina del tempo giallo-verde e l’Italia che avrà un governo

Fuor da ogni previsione, il “governo del cambiamento” è – quasi – realtà.

Quando l’unica possibilità realizzabile sembrava un governo tecnico a guida Cottarelli e un più o meno prossimo ritorno alle elezioni, si è riavvolta la pellicola.

Si è ritornati a quel pomeriggio di domenica 27 Maggio, quando Conte era lì lì per formare un governo e… se non fosse stato per quell’impasse chiamato Savona.Dopo il no di Mattarella e l’inamovibilità di Di Maio e Salvini – soprattutto di quest’ultimo- sul ministero dell’economia, Conte era ritornato al suo buon ruolo di professore universitario lasciando la staffetta al silenzioso economista Cottarelli.

Tutt’altro che silenziosi, invece, i leader giallo-verdi, che sui social avevano fomentato l’ira dei seguaci italiani sull’onda del disprezzo verso il Presidente Mattarella, incolpato di aver fatto interessi altri alla nazione.

Toni che si erano alzati da parte del leader M5S e sorprendentemente anche dalla Meloni – nonostante la delusione di questa del tradimento leghista – tanto da arrivare a una richiesta plateale-virtuale di impeachment contrastata a suon di hashtag #iostoconMattarella.

Insomma, un’arena bollente, nazionale ed europea, che tutto lasciava pensare tranne che il ritorno sui propri passi degli attori di queste settimane.

Quella che era generalmente condivisibile, comunque, era la delusione per non avere un governo, ancora, dopo quasi 3 mesi.

Il figliol prodigo Di Maio seguito, dopo un’opera di convincimento e una notte di riflessione, da Salvini, hanno ritrattato al Quirinale, hanno fatto prendere un treno a Conte… e poi la fumata bianca.

Poche ore e il neo(-ri) incaricato Presidente del Consiglio giurerà al Colle, insieme alla sua squadra di 18 ministri presentata ieri sera.

A tal proposito, quello che lascia ben sperare è la squadra di governo. Al di là di Salvini e Di Maio – politici di professione- gli incaricati ai vari dicasteri sono personalità per lo più attive e competenti del settore che è stato loro affidato. Al contrario di quanto avvenuto fino all’ultimo esecutivo in carica, quando ministri “fuori posto” e senza alcun titolo di studio erano all’ordine del giorno, o meglio… del governo.

Il nodo Savona, dunque, viene sciolto spostando il professore al dicastero senza portafoglio degli Affari europei. Per l’Economia spunta Tria, preside della facoltà di Economia di Tor Vergata, e “tiepido” sull’Euro e sostenitore della Flat tax anche a costo di aumentare l’Iva. Agli Esteri Enzo Moavero Milanesi, una vita nelle istituzioni europee e già ministro all’Ue con Monti e Letta. Affiancherà Conte a Palazzo Chigi, con il delicato incarico di sottosegretario alla presidenza, il leghista Giancarlo Giorgetti.

Salvini sarà ministro all’Interno, Di Maio prenderà il super-Mise di Lavoro e Sviluppo Economico. Alla Difesa Elisabetta Trenta, alla Giustizia Alfonso Bonafede (M5s), Giulia Grillo (M5s) alla Sanità, Riccardo Fraccaro (M5s) ai Rapporti con il Parlamento, alle Infrastrutture Danilo Toninelli (M5s), Marco Bussetti (M5s) all’Istruzione, Alberto Bonisoli (M5s) ai Beni Culturali e indicata come ministro della Pubblica Amministrazione Giulia Bongiorno.

La squadra dei 18 ministri dell’esecutivo Conte

Intanto quel sintomo di malessere indicato dallo spread, sembra affievolirsi a 214 punti. All’apice della crisi istituzionale, solo tre giorni fa, il differenziale tra il Btp a due anni e il corrispondente titolo tedesco era schizzato a 343 punti base, segnando i massimi dal 2012.

Insomma, quello che gli italiani hanno visto in queste ultime ore ha un po’ dell’incredibile.  Non tanto la formazione di un governo politico quando ormai tutti ci avevano messo una pietra sopra, quanto il riuscire a riportare le lancette indietro.E’ come se il tempo fosse stato cancellato e insieme ad esso gli errori commessi.

E’ come se Di Maio e Salvini avessero costruito la macchina del tempo giallo-verde, ci fossero saliti su, e, indietro di appena 5 giorni, avessero aggiustato quegli errori passati chiamati “impeachment” “impasse” “savona” “spread” e fossero ritornati al futuro.

Il problema è che gli italiani non sono rimasti in stato di “freeze” come nella fantascienza in questi casi avviene e di sicuro non dimenticheranno questi giorni scoppiettanti e, diciamocelo, anche un po’ tragi-comici.

Ma quel che è bene – speriamo – finisce bene.

Se alle 16 il giuramento dell’esecutivo Conte sarà fatto l’Italia avrà un governo. E chi vivrà vedrà.

Martina Galletta

Forse ci siamo: L’OK di Cottarelli alla formazione di un esecutivo

Dopo il nulla di fatto dell’incontro tenuto ieri verso le 19, tra il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ed il premier incaricato Giuseppe Conte (con le sue relative dimissioni), stamane c’è stata la convocazione al Quirinale di Carlo Cottarelli, il quale ha dato la sua adesione (con riserva) per la formazione  di un nuovo governo che ci porterà alle prossime elezioni, presumibilmente dopo il mese di agosto. L’uomo soprannominato “Mister Spending review” ha dichiarato:

“Sono molto onorato come italiano di quest’incarico e ce la metterò tutta. Mi presenterò con un programma che in caso di fiducia includa l’approvazione della legge di bilancio e poi preveda lo scioglimento del Parlamento e elezioni nel 2019. Senza la fiduciasi andrà invece alle elezioni dopo agosto.”

L’intervento di Cottarelli si può riassumere brevemente in questi punti :

  • Tempi stretti per la squadra di governo.
  • Poi alle Camere per chiedere la fiducia.
  • Il programma, in caso di fiducia, include l’approvazione della legge di bilancio per il 2019, dopodiché il Parlamento verrebbe sciolto con elezioni a inizio 2019.
  • In assenza di fiducia il governo si dimetterebbe immediatamente e il suo principale compito sarebbe la gestione dell’ordinaria amministrazione e accompagnare il Paese a elezioni dopo il mese di agosto”.
  • Essenziale il dialogo con la Ue: assicuro gestione prudente conti pubblici.

Dopo le rassicurazioni di Cottarelli su conti pubblici e ruolo dell’Italia nella Ue, lo spead tra Btp e Bund rallenta ancora e torna sotto i 220 punti base (217).Risultati immagini per di maio e salvini

Siamo di fronte ad una crisi istituzionale mai verificatasi prima nella storia della Repubblica; e nel frattempo arriva il duro attacco di Salvini e Di Maio al Colle. Il leader di M5S parla di “scelta incomprensibile” del capo dello Stato e sottolinea il concetto di “inutilità al voto” se poi quest’ultimo viene sovvertito dalle preoccupazioni delle varie agenzie di rating e dalle lobby finanziarie. Mentre il segretario della Lega rivendica il lavoro svolto durante queste settimane per la preparazione del governo, e che con l’esclusione di Savona dalla carica di ministro dell’economia si chiama fuori, rievocando il ritorno alle urne. Di tutt’altro avviso è Matteo Renzi, il quale attacca Salvini con un tweet, spiegando che la sua decisione è solo un alibi per non governare. Il leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, arriva addirittura a parlare di “impeachment” nei confronti del presidente della Repubblica rifacendosi all’articolo 90 della Costituzione. Arrivano però le repliche confortanti del segretario del Pd Maurizio Martina e dell’ex primo ministro Paolo Gentiloni, i quali si sono mostrati solidali nei confronti delle scelte di Mattarella.

Dopo 85 giorni senza esecutivo viene rimesso tutto nelle mani dell’economista Cottarelli, sulle cui spalle gravano il compito di dare un governo al nostro Paese.

Santoro Mangeruca

Governo si, Governo no. Si attende la decisione di Mattarella

Salvini: “Se salta tutto, ci sarà una frattura tra gli italiani e i palazzi”

E dopo soli 83 giorni dalle elezioni del 4 marzo, nel perfetto stile italiano – caciarone e raffazzonato -, sembra esserci una rischiarita nel fosco panorama post-elettorale del nostro Bel Paese. Questo non significa che la questione della formazione del governo si sia finalmente esaurita, anzi; ma almeno, nelle prossime ore, riusciremo a capire cosa ne sarà dei risultati prodotti dalle urne qualche mese fa: nascerà un governo “socio-securitario” giallo-verde, con Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, o si ritornerà a votare anzitempo.Risultati immagini per governo

Infatti, il 23 maggio, dopo un intenso incontro con il Presidente della Repubblica, viene affidato l’incarico di formare un nuovo governo ad uno dei candidati ministri – pubblica amministrazione – 5stelle proposti da Di Maio a fine febbraio, l’avvocato e professore di Diritto Privato Giuseppe Conte. Figura di spicco del panorama accademico italiano, fine giurista dal ricco curriculum maturato grazie alle numerose esperienze vissute nei prestigiosi college di mezzo mondo. Ma è proprio ciò che sembra essere il suo punto di forza –il curriculum, appunto – che diventa lo strumento migliore per muovere le critiche verso il candidato di M5S e Lega. Molte sembrano essere infatti le incongruenze, tra cui, quella che suscita più scalpore, è sicuramente quella relativa al periodo di formazione nella famosa New York University, dove Conte affermava di aver passato “almeno un mese, ogni estate dal 2008 al 2012” a perfezionare ed aggiornare i suoi studi; affermazione che però non trova sostegno dalle parole degli stessi rappresentanti dell’Università che ammettono di non ritrovare nessuna persona rispondente quel nome tra gli elenchi in loro possesso. Ed a questo caso si ricollegano tante altre imperfezioni che hanno destato particolari dubbi sulla reale veridicità del documento di presentazione del neo incaricato.

Il boom mediatico che si genera da queste rivelazioni , non sembra però intaccare più di tanto la figura di Conte e l’immagine del Movimento, che continua a farsi vanto della sua professionalità e, sulla base dell’accordo di governo stipulato con la Lega, continua a lavorare sulla squadra di ministri da presentare a Mattarella.

E sono proprio i ministri il nodo cruciale di tutta la questione, in particolare, quello dell’economia, pedina fondamentale nello scacchiere giallo-verde per gestire i rapporti con l’Europa e le decisioni, tanto criticate da Salvini e compagni,  dei suoi dirigenti. Il nome scelto per ricoprire questa carica è quello di Paolo Savona, economista dal passato in Banca d’Italia, professore nelle più importanti Università del paese ( è anche uno dei rifondatori della ex Università Pro Deo, oggi LUISS Guido Carli), già ministro dell’industria, commercio ed artigianato durante il governo Ciampi  93-94. Fortemente sostenuto dalla Lega (soprattutto) e dal M5S, che si ritrovano nelle sue posizioni antieuropeiste e che lo vedono come unico possibile interlocutore con l’Europa e la Germania. Ma dal Quirinale non sembra arrivare la stessa aria, con un Mattarella non completamente convinto della figura proposta per un ruolo tanto importante, proprio in relazione a quelle che potrebbero essere le sue decisioni nei confronti delle autorità di Bruxelles. A questo si aggiunge, inoltre, un’altra problematica legata alla figura di Savona che ne compromette ancora di più la posizione, ovvero un’indagine alla quale è sottoposto dalla Procura di Cagliari con l’accusa di concorso in usura, relativa al periodo che va da novembre 2008 a ottobre 2010, quando era presidente e legale rappresentante di Unicredit.Risultati immagini per paolo savona

Sulla questione Salvini si dice inamovibile ed afferma:

Avere all’economia qualcuno che garantisca l’interesse nazionale, se serve andando a ridiscutere vincoli europei che hanno fatto male al nostro paese, è qualcosa che serve all’Italia […] speriamo quindi che non ci siano altri ostacoli. O si parte o non tratto più”

Saranno quindi ore decisive per il futuro del nostro Paese e dell’Europa unita che, dopo i recenti fatti della Brexit, non vede di buon occhio la possibilità di un ridimensionamento dei rapporti con l’Italia. Nonostante ciò il presidente francese Macron, dopo una chiamata fatta nelle scorse ore a Conte, ha formulato i suoi migliori auspici per il potenziale nuovo Governo, creando ancora un’altra spaccatura nel contesto europeo.

La palla passa dunque nelle mani del Presidente Mattarella che dovrà dare l’ultima parola sulle proposte di M5S e Lega, consegnando il governo al presidente in pectore Giuseppe Conte, o ribaltando completamente la situazione riportando, quasi sicuramente, gli italiani alle urne.Risultati immagini per mattarella

E in mezzo a questo panorama ancora molto incerto, una cosa rimane – ahi noi! – estremamente chiara:

L’Italia è, e sempre resterà, il Paese dei Balocchi.

Giorgio Muzzupappa