È caos in casa Facebook: ecco perché i dipendenti protestano contro Zuckerberg

I dipendenti di Facebook prendono le distanze dalle decisioni di Zuckerberg di non intervenire a oscurare i post di Trump. Su Twitter continuano le polemiche.

Il Presedente Americano Donald Trump il 28 maggio ha firmato un ordine esecutivo con l’intento di ridurre la possibilità, da parte dei social network, di segnalare o eliminare i contenuti dei propri utenti.  Il provvedimento prevede di non censurare neppure i contenuti falsi o che incitano all’odio.

Con la nuova normativa imposta dalla casa bianca, social network come Twitter e Facebook non godranno più di una sorta di “immunità”. Infatti, qualora dovessero eliminare un post le autorità competenti dovranno valutare se hanno leso o meno la libertà di espressione. Il decreto è stato presentato pochi giorni dopo che Twitter ha segnalato due post del presidente, considerandoli come “potenzialmente fuorvianti”. I contenuti non sono stati rimossi, ma è stato allegato un link dove era possibile approfondire i fatti che sono stati riportati erroneamente.
Trump prima di firmare il provvedimento ha affermato che l’esecutivo è volto a

«difendere la libertà di espressione da uno dei pericoli più gravi che si sia dovuto affrontare nella storia americana».

La volontà del Presidente Americano di non censurare i contenuti degli utenti, accade in virtù della norma conosciuta come “Sezione 230” contenuta all’interno del Telecommunications Act statunitense del 1996. Il provvedimento è stato istituito negli anni del boom tecnologico ed emanata per regolarizzare i contenuti pedopornografici, poi modificata nel 2018. La normativa però, esenta le piattaforme dalla responsabilità dei contenuti pubblicati dai propri utenti.

«Sui social media» –afferma Trump – «una manciata di realtà controllano una vasta porzione di tutte le comunicazioni pubbliche e private negli Stati Uniti. Hanno avuto il potere incontrollato di censurare, limitare, modificare, modellare, nascondere, alterare, praticamente qualsiasi forma di comunicazione tra cittadini privati».

Ci sono però dei limiti decisionali da parte di Trump; l’ordine esecutivo prevede infatti che il Dipartimento del Commercio e il procuratore generale William Barr modifichino la legge dalla Federal communications commission (Fcc). L’agenzia governativa è indipendente dal governo e può decidere se modificare o meno le norme vigenti, considerando i social network al pari del giornali.

Ciò che appare chiaro è che Trump punta a diminuire il potere delle grandi piattaforme, cambiando una legge del 1996 che le tutela a livello legale.

Il caso Twitter

L’antefatto tra Twitter e Trump, riguarda due tweet del Presidente considerati fuorvianti dal social network.
Nel primo affermava, senza alcuna prova, che le votazioni per posta avrebbero portato una diffusa frode fiscale nei confronti degli statunitensi. Trump ha prontamente reagito all’accaduto, scrivendo che quest’atto si può considerare censura, e anche quest’ultimo post è stato considerato come “non veritiero”.

Il decreto voluto dal Presidente infatti, cita direttamente Twitter affermando che questo applichi una selettiva che considera, erroneamente, i post come inaffidabili. Nel provvedimenti vengono citati anche Google che, secondo il parere di Trump, aiuterebbe la Cina a spiare i cittadini americani e Facebook che riceverebbe un cospicuo guadagno dalle pubblicità cinesi.

Dipendenti di Facebook in protesta

Il provvedimento di Trump ha creato all’interno dell’aziende del Network abbastanza scompiglio. I dipendenti manifestano contro il rifiuto di CEO, Mark Zuckerberg, di sanzionare i post incendiari del presidente americano. Alcuni dipendenti, infatti, si astengono dal lavorare per contrastare l’imparzialità da parte di Zuckerberg. «Riconosciamo la sofferenza che molti della nostra gente sta provando ora, in particolar modo la nostra comunità nera» affermano i dipendenti, incoraggiando altri lavoratori «a parlare apertamente quando non sono d’accordo con i vertici dell’azienda».
Parlando a Fox News, però, il fondatore del colosso ha affermato che i social privati non dovrebbero essere arbitri della verità di quanto le persone sostengono online.

Il Presidente Americano ha ritwittato l’intervista, dopo che i suoi post che incitavano alla violenza contro i manifestanti non sono stati censurati per incitamento all’odio. Anche il direttore dei prodotti Facebook si discosta dal modo in cui Zuckerberg sta gestendo la situazione e afferma:

«Non sono fiero di come si sta muovendo l’azienda e molti colleghi con cui ho parlato la pensano come me. Dobbiamo far sentire la nostra voce».

Nel corso di una conferenza, tenuta nella giornata di ieri, il numero uno di Facebook Zuckerberg parlando ai suoi dipendenti ha affermato che è stata “una decisione difficile” ma “approfondita” e aggiunge

«Sapevo che avrei dovuto mettere da parte la mia opinione personale, conscio che decisioni come questa avrebbero turbato molti all’interno della compagnia e avrebbero attirato critiche dai media».

Paola Caravelli

https://www.lifegate.it/persone/news/trump-contro-twitter (03/06/2020)

https://www.lastampa.it/esteri/2020/06/02/news/usa-zuckerberg-non-interviene-su-post-di-trump-in-sciopero-i-dipendenti-di-facebook-1.38918721 (03/06/2020)

https://www.ansa.it/sito/notizie/mondo/2020/06/02/zuckerberg-si-difende-su-trump-decisione-difficile-_799835fe-3bb8-433f-a2b2-416293fe3650.html (03/06/2020)

 

Ai tempi dell’università (a)Social: Instagram.

Sicura è solo la morte, diceva mia nonna. Cara nonnina, se tu ci fossi ora penseresti che siamo degli imbecilli (già lo pensavi all’epoca di MSN, quindi figurati).

Sicura è solo la morte… E gli studenti che procrastinano le loro giornate sui social. Quelli sono sicuri forse più dell’amica friz, là.

E qua subentriamo noi. In un momento di intesa riflessione shakespeariana, essere o non essere, dormire o non dormire, mangiare o mangiare fino a scoppiare, ci siamo chieste…

Facebook o Instagram? Questo è il problema.

Un problema davvero esistenziale (si vede che non ne abbiamo tanti di problemi, no?). Beh, guardiamo in faccia la realtà: è così.

Le nostre giornate di studio oscillano tra momenti di noia e dolore, con piccoli picchi di ‘’questa la pubblico su Instagram o su Facebook?’’

E, quindi, la vera domanda è: e TU, si tu, lettore di UniVersoMe… Che studente sei?

 

Lo Studente su Instagram:

  • L’instagrammer ‘’Solo Nature Morte’’

Questa è una delle categorie più atroci che descriveremo.

L’instagrammer “solo nature morte” vive in diretta streaming manco fosse al Grande Fratello speciale Università. Il suo profilo instagram è costantemente aggiornato; Foto, foto, foto e ancora foto ovunque e comunque. Se vi dicessi che il soggetto in questione vive costantemente con lo smartphone in mano, sarei banale (chi di noi non lo fa, dai.. su)

La sua particolarità, però, è quella di tenere sempre attiva la fotocamera. La mattina si sveglia? Foto del libro accanto alla tazza di premuta d’arancia. SCATTATO E POSTATO. Deve dare un esame? Foto del prima e del dopo al libretto (Anche qui… Scattato e Postato) Arriva in facoltà? Foto di sedie, banchi, penne, matite, cattedra e professore.. #LessonTime.

Si, perché gli hashtag sono forse la parte peggiore. Rigorosamente in inglese giusto per sentirsi un po’ più vicini ai colleghi di Oxford, che poi vorrei proprio vederlo uno che ad Oxford utilizza un hashtag del genere (Amici di Oxford vi lanciamo una sfida. Tutti con l’hashtag #ItaliansDoItBetter)

Il posto preferito degli Instagrammer “solo nature morte”? Senza dubbio le biblioteche, il miglior punto di ritrovo per gli scatti da 30 e lode.

  • L’influencer instastories compulsivo

Dai, ammettiamolo: a chi di noi non è piaciuta l’idea delle InstaStories? Quando MARK ZUCKENBERG, sempre il solito simpaticone, ha aggiornato l’app ha fatto un passo in avanti verso la nostra completa rovina (sono quasi sicura che faccia parte di un complotto internazionale per lavarci il cervello a tutti).

 

Da quel momento le persone si sono divise: chi ha continuato a postare in tranquillità e chi ha iniziato ad avere l’InstaStory compulsiva.

E qua entriamo in gioco noi studenti: similmente all’amichetto del punto 1, lo studente ossessionato dalle InstaStories mostra ogni singolo minuto della sua giornata di studio.

Autoproclamandosi regina delle celebrità (no bella, no magnifica MA senza pietà per noialtri), lo studente influencer ci rende perennemente aggiornati dei suoi spostamenti.

 

Non solo: fa l’update come le app. Si aggiorna. Prima erano solo video o foto di lui a lezione/mentre studia/ in biblioteca/ #pausacacca! Poi sono subentrati gli effetti. E i Boomerang. E i video da lontano che tanto c’è l’opzione senza mani (manco fossimo alle giostre). E gli adesivi. E gli adesivi con la posizione. E gli adesivi con l’orario. MA BASTA MARK TI PREGO ABBI PIETA’.

 

Speriamo solo che le sue conoscenze non si eliminino dopo 24h come le sue amate storie, sennò mi sa che finisce a #18&sto.

  • Il Chiara Ferragni dei Poveri

Ah meraviglia. Loro non sono studenti, sono degli sculati. VE LO GIURO. Sono i nostri Chiara Ferragni: viaggiano, ogni notte fanno serata, si rilassano con lo shopping e #Sushino?, che non guasta mai.

 

Che tu guardi i loro post e ti chiedi: MA COME CAZZO FAI, AMICO?

Sui loro profili l’università non è esistente, zero. Solo nuovi outfit, nuovi piatti, nuovi luoghi con #landascape da sogno. Ma PERCHE’?

 

Eppure studiano, vengono a lezione. Come lo sai? Perché LI VEDI. Cavolo, sempre abbronzati e rilassati, pronti per il prossimo hashtag, mentre tu fai schifo e ti sei ridotto come un verme insonne che dalla vita non ha niente.

 

ChiarE Ferragni: vogliamo sapere il vostro segreto. VI PREGHIAMO. Rendereste la nostra vita migliore.

 

  • L’incoerente

Avete presente quello che “no, le Nike le odio”, e poi le compra. “No, io a quella festa? Mai” e poi ci va. “No, io con quella non ci uscirei mai” e poi ci si fidanza (vabbè, diciamo che questo nei film succede tipo sempre)

 

L’incoerente è incoerente sempre, ma anche e soprattutto sui social. Odia e percula tutti quelli che ne fanno un utilizzo spropositato “Compà, cazzo ti posti?”. Finge di essere completamente disinteressato all’universo di like e commenti, si perché FINGE.

 

Prova particolare ribrezzo per coloro i quali sputtanano l’#UniversityLife su Instagram. Ma, ve l’ho già detto… FINGONO, FINGONO SEMPRE.

Con un po’ di attenzione riuscirete a scovare la loro reale ma segreta passione.

 

L’incoerente ha iniziato a seguire Università degli Studi di Messina, UniVersoMe, Vita Universitaria e Lo Studente Modello (con tutte foto di studenti a petto nudo in passerella) L’incoerente ha messo “mi piace” a una foto di Pietro Navarra. Ha lasciato un commento su una foto di “Studenti Disperati”… “Chi non si dispera non piglia CFU” ha scritto…

 

Poi si laurea e… Corone d’alloro, tesi di laurea, torte, champagne e regali. #AdMaiora. No… #AdFanculo.

 

“Ma io uso di più Facebook”… Non ti preoccupare, caro lettore. Arriverà anche il tuo momento, basta che aspetti la prossima settimana.

@elegram18  ( Elena Anna Andronico)

@vanemuna ( Vanessa Munaò)