La Sapienza, caricati dalla polizia gli studenti in protesta: le risposte delle istituzioni

Martedì, mentre a Montecitorio si votava la fiducia al governo di nuova formazione con a capo Giorgia Meloni, nei pressi dell’Università La Sapienza di Roma, degli studenti sono stati caricati e manganellati dalla polizia durante una protesta.

Le ragioni della manifestazione riconducevano ad un convegno organizzato da Azione Universitaria (sigla degli studenti di destra) presso la facoltà di Scienze Politiche, che ha visto la partecipazione di alcuni esponenti di Fratelli d’Italia (quale il deputato Fabio Roscani) ed il giornalista Daniele Capezzone. Il tema del convegno era intitolato al “Capitalismo, il profilo nascosto del sistema” ed aveva ricevuto la regolare autorizzazione da parte dell’Università.

La manifestazione e l’intervento delle forze armate

La sera prima, alcuni studenti appartenenti ai collettivi studenteschi hanno annunciato che si sarebbe tenuta una manifestazione per esprimere il proprio dissenso nei confronti del convegno che, secondo quanto lamentato, non sarebbe stata un’occasione di dibattito in quanto carente del contraddittorio. Tra i relatori, oltre ai diversi esponenti di Azione Universitaria, due docenti rispettivamente di Sociologia e di Politica Economica. Inoltre, l’accaduto si è svolto in piena campagna elettorale: infatti, alla Sapienza si voterà nei giorni tra il 7 e l’11 novembre.

Alla manifestazione è stata registrata la presenza di una cinquantina di giovani, alcuni dei quali hanno esposto uno striscione che recitava “Fuori i fascisti dalla Sapienza”. Sarebbe anche stato riportato il tentativo di alcuni dei partecipanti di accedere all’evento, ma le forze dell’ordine avrebbero provveduto al contenimento con delle cariche di alleggerimento. Tuttavia, su questo punto – riporta il Fatto Quotidianola Facoltà un quarto d’ora prima del convegno sarebbe stata letteralmente blindata e le porte d’accesso sarebbero state chiuse anche attraverso le inferriate esterne, impedendo l’accesso dei manifestanti.

Un manifestante, identificato dalla polizia, avrebbe brandito un’asta contro gli agenti ed al momento la sua posizione rimane sotto esame.

(Immagini dello scontro registrate durante la protesta. Fonte: ansa.it)

La risposta di Sapienza non si è fatta attendere. Cancelli sbarrati, cordone di polizia, cariche e fermi, questa la risposta alla mobilitazione degli studenti nella giornata in cui viene organizzato un convegno alla presenza di rappresentanti del governo con una contestazione degli studenti.

Questo quanto affermato dal Fronte della Gioventù Comunista. E continua:

L’atteggiamento dell’amministrazione è a dir poco vergognoso: in un’università in cui mancano spazi, con tasse sempre più alte e barriere economiche per gli studenti degli strati popolari, Sapienza pensa ad organizzare convegni con esponenti di governo, pro-vita e antiabortisti. Un’università che manganella gli studenti e srotola il tappeto rosso ai reazionari è un’università che si schiera apertamente a favore della repressione e della reazione. È evidente che per l’amministrazione attuale, che non si è risparmiata neanche di fare i complimenti a Giorgia Meloni per la sua elezione, queste siano le priorità. Inammissibile e vergognoso: Sapienza condanni immediatamente ciò che è successo.

Le parole delle istituzioni

A commentare l’accaduto anche la rettrice Antonella Polimeni:

L’Università deve essere un luogo in cui si studia, si cresce, in cui bisogna incontrarsi e confrontarsi, ma non scontrarsi fisicamente. Condanniamo ogni forma di violenza e garantiamo, ad ogni individuo che agisca secondo i Principi costituzionali, il diritto a manifestare liberamente le proprie opinioni nel rispetto della pluralità delle idee.

Il Dipartimento di Scienze Politiche della Sapienza, in un comunicato, ha invece condannato l’utilizzo della forza pubblica all’interno dell’Università, sostenendo che dovrebbe essere limitata alle sole situazioni eccezionali ed auspicando la valorizzazione del dialogo come mezzo di risoluzione dei conflitti.

La Flc Cgil, organizzazione della Cgil che opera nel settore dell’istruzione, ha ritenuto inaccettabile la reazione della polizia ed ha richiesto chiarimenti circa l’accaduto a tutte le istituzioni. Secondo quanto affermato dalla rettrice, l’intervento delle Forze dell’Ordine è stato deciso e coordinato dal Dirigente del servizio predisposto dalla Questura di Roma.

E ritornando alla situazione in Parlamento, anche la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni è stata chiamata a rispondere degli avvenimenti di martedì, con pesanti critiche da parte del centrosinistra, tra cui la senatrice Ilaria Cucchi e il leader del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte, che ha commentato le immagini “da brividi”: «vedere manganelli e cariche contro gli studenti che dalle immagini appaiono indifesi mi preoccupa da cittadino e da professore universitario».

(La Presidente del Consiglio espone il discorso programmatico alle Camere. Fonte: ansa.it)

La Premier, che appena poche ore prima aveva sottolineato, all’interno del proprio discorso programmatico, l’importanza dell’entusiasmo e del coraggio dei giovani per risollevare il Paese, ha risposto direttamente alle critiche della senatrice Cucchi:

Io vengo dalla militanza giovanile, ho organizzato tantissime manifestazioni, e in tutta la mia vita non ho mai organizzato una manifestazione per impedire a qualcun altro di dire quello che voleva dire. Mai. Io ho organizzato manifestazioni per dire quello che io volevo dire. Quelli non erano manifestanti pacifici, erano manifestanti che facevano un picchetto per impedire che ragazzi che non pensano come loro potessero dire la loro.

Ad ogni modo, la Presidente non si è espressa nello specifico sull’intervento della polizia contro gli studenti.

A Roma dilagano le occupazioni

In seguito agli avvenimenti di martedì, le proteste sono dilagate sotto forma di occupazioni: dapprima il Liceo classico Albertelli che, oltre a condannare le cariche della polizia contro gli studenti, intende mandare un segnale a un «governo che si insedia con premesse pessime: Valditara, complice del taglio di 10 miliardi su scuola e università della Riforma Gelmini, come Ministro dell’Istruzione e l’aggiunta del concetto di “Merito” al Ministero sono punti di partenza sconcertanti».

Ieri il movimento Cambiare Rotta ha occupato il Dipartimento di Scienze politiche, dove gli studenti hanno inneggiato, tra le altre cose, anche alle dimissioni della rettrice Polimeni.

 

Quanto avvenuto negli ultimi giorni non può che suscitare perplessità in capo all’intera comunità studentesca, che adesso si ritrova spaccata dalle opinioni e strumentalizzazioni politiche della vicenda. Far venir meno uno dei più importanti pilastri del mondo studentesco, ovverosia che gli studenti indifesi non dovrebbero mai essere sfiorati dalle forze dell’ordine in qualsiasi contesto, significa togliere solidità alla base di interessi comuni che ci caratterizza, in quanto studenti, a prescindere dal colore politico. Sarebbe tuttavia necessario un impegno ad uno svolgimento del conflitto sociale – che di per sé non rappresenta una minaccia ai nostri valori democratici – ispirato al pluralismo delle idee (che è e rimarrà sempre un principio costituzionale indispensabile) ed al rispetto reciproco, in modo tale da favorire il soddisfacimento di quelle esigenze cui ciascun studente dovrebbe, individualmente e collettivamente, collaborare a raggiungere per sé e per gli altri.

Valeria Bonaccorso

Bologna: studentessa No green pass si rifiuta di lasciare l’aula. Incongruenze tra le dichiarazioni e caos in università

Scoppia il caos presso la facoltà di filosofia dell’Università di Bologna: la studentessa No Green pass si è rifiutata di uscire dall’aula, facendo annullare lo svolgimento della lezione.

Bologna, studentessa No Green pass resta in aula –Fonte:correredibologna.corriere.it

Protagonista di questa vicenda diventata mediatica è Silvia, una studentessa di 20 anni che frequenta l’Università di Bologna, iscritta al secondo anno del corso di laurea in filosofia.  È accaduto mercoledì 6 ottobre, quando a seguito della violazione del protocollo universitario che afferma l’obbligo del passaporto verde per poter accedere ai luoghi universitari, la lezione è stata sospesa. Non sono di certo mancate le minacce e gli insulti per la ragazza, la quale ha denunciato l’accaduto pubblicamente, attraverso il suo profilo social e durante la manifestazione svolta presso il cortile Guido Fanti nel capoluogo emiliano. Si è così scatenata una protesta che ha visto decine di studenti appellarsi contrariamente agli obblighi governativi in materia di Green Pass.

Green Pass: le regole per le università

Il 10 settembre 2021 è stato pubblicato nella Gazzetta Ufficiale, il decreto legge n.122 recante “Misure urgenti per fronteggiare l’emergenza da COVID-19 in ambito scolastico, della formazione superiore e socio sanitario-assistenziale”, che estende l’obbligo di esibire il green pass a tutti coloro intendano entrare in una scuola, ad eccezione degli studenti e di chi risulta esentato dal vaccino.

Green pass Università –Fonte:adnkronos.com

Chiunque accede alle strutture del sistema nazionale universitario deve possedere ed è tenuto ad esibire la certificazione verde COVID-19. I responsabili delle Università e delle istituzioni di alta formazione artistica, musicale e coreutica sono tenuti a riscontrare il rispetto delle prescrizioni.

I controlli svolti a campione, saranno effettuati attraverso le modalità operative individuate dagli Atenei. Le uniche esenzioni riguardo le misure contenute nella decretazione d’urgenza dovranno essere rilasciate tramite idonea certificazione seguendo i criteri definiti dal Ministero della Salute.

Cosa è accaduto il 6 ottobre

La studentessa Silvia, pur essendo a conoscenza delle normative vigenti sul territorio nazionale e sapendo che il mancato rispetto di queste avrebbe sicuramente dato avvio ad una situazione di rischio, ha preferito ignorare le richieste dell’addetto all’ingresso, entrando “clandestinamente” nell’aula per seguire la lezione in presenza.

Silvia ha esposto l’accaduto alla docente; quest’ultima, al fine di far rispettare le normative presenti nel protocollo sanitario, ha dovuto interrompere la lezione, invitando tutti i partecipanti a lasciare l’aula.

Studentessa No Green Pass rifiuta di uscire dall’aula –Fonte:ilriformista.it

Si è così dato avvio una perseverante scia di insulti verbali e mediatici sui gruppi sociali nei confronti della ragazza; alcuni pendolari le avrebbero persino chiesto il rimborso del costo del biglietto visto che, a causa sua, la lezione è stata sospesa.

La vicenda ha avuto una tale risonanza da coinvolgere anche il prorettore dell’università, Mirko Degli Esposti che ha dichiarato

“L’obiettivo del nostro Ateneo è quello di evitare di chiamare le Forze dell’Ordine. Il mio sincero invito è alla responsabilità, vorrei che la gente avesse più memoria: un anno fa avevamo aule e biblioteche vuote, nessuno vuole tornare lì, vaccini e Green Pass sono gli strumenti per evitarlo.”

La risposta della docente

Luisa Lugli è la docente che ha interrotto la lezione dove si era presentata Silvia, che racconta presso la testata giornalistica “Repubblica” la sua versione dell’accaduto, che nega la presenza di aggressioni raccontate e denunciate dalla ragazza. Afferma altresì di non aver mai visto la studentessa al corso in presenza.

Studentessa senza Green pass, lezione sospesa –Fonte:corrieredibologna.corriere.it

Dalle dichiarazioni rilasciate dalla Lugli, che era stata avvisata dal personale della presenza di una ragazza sprovvista di certificazione, l’invito a lasciare l’aula era pervenuto successivamente al colloquio con il direttore. Questi riprendendo il protocollo di Ateneo si è appellato al richiamo del corretto comportamento degli studenti, affinchè l’ambiente universitario risulti un luogo che salvaguardi la sicurezza di tutti. Prioralmente nella fase attuale che permette il riempimento degli spazi universitari fino al 100%.

Alta tensione sul Green Pass

La manifestazione tenutasi sabato scorso nel cortile Guido Fanti a Bologna, ha visto spiccare tra le voce del gruppo “Studenti Unibo contro il Green Pass”, anche Silvia che ha voluto raccontare la “reazione di spropositata violenza scaturita da chi si sente protetto da normative illegittime”.

Per la studentessa andare a lezione senza il Green Pass non è di certo un reato, ma un atto di disobbedienza contro l’infame tessera verde”, nonostante l’Università garantisca la didattica mista, permettendo agli studenti di seguire i corsi online.

Green Pass manifestazione –Fonte:ilrestodelcarlino.it

Risulta chiaro come il suo discorso sia incentrato sulla mancanza di fede nella Certificazione Verde, definendolo come uno strumento di controllo e discriminazione. Avvalorando altresì il diritto di seguire le lezioni in presenza a seguito del pagamento delle tasse annuali previste dall’Ateneo.

Nello stesso pomeriggio in cui venivano rilasciate queste dichiarazioni, esplodevano a Roma gli scontri tra forze dell’ordine e gruppi No Green Pass, i cui atti di violenza sono culminati in un assalto presso la sede del Cgil e acute tensioni nei pressi di Palazzo Chigi.

Tali rivolte si pongono così di essere in netta contrapposizione al decreto legge del 6 agosto. Questo prevede dal 1° settembre e fino al termine dello stato di emergenza fissato al 31 dicembre 2021 per le attività in presenza, il possesso e l’esibizione del green pass previsto dall’art. 9 del decreto legge 22 aprile 2021, eccezione applicata solo per i soggetti esentati dalla campagna vaccinale.

Giovanna Sgarlata

“Sradichiamo il sistema!”: lottare per l’ambiente è lottare per il nostro futuro

Nella giornata di ieri più di mille persone erano radunate a piazza Duomo fra studenti e studentesse, organizzazioni sociali, partiti, forze sindacali e svariate associazioni ambientaliste per dare un messaggio globale: dobbiamo cambiare rotta, e subito, prima di evitare un disastro planetario senza precedenti.

Il messaggio che è stato lanciato ieri, 24 settembre 2021, al sesto Global Strike for Future, iniziativa che va avanti dal 15 marzo 2019 (giorno della prima manifestazione internazionale che in Italia ha contato un milione di persone in tutte le piazze del paese) grazie al movimento globale Fridays For Future, non solo è chiaro ma rappresenta una nuova prospettiva nel leggere la questione climatica. La lotta per l’ambiente non è solo ecologica, ma coinvolge le istituzioni, la società civile, le disuguaglianze economiche e sociali, la generazione Z, il sistema di istruzione e i consumi. In gioco non c’è solo preservare l’ambiente, ma dare un futuro in cui tutte e tutti possano vivere in maniera dignitosa.

La manifestazione è stata segnata non solo da cartelloni e cori, ma anche da vari interventi delle associazioni partecipanti come Legambiente Messina, CGIL Messina, UDU Messina – Unione degli Universitari, Link Messina – Studenti Indipendenti, Puli-AMO Messina, Liberazione Queer+ Messina, Potere al Popolo Messina e l’Unione Inquilini. Significanti sono state anche le parole degli attivisti e delle attiviste del comitato territoriale di Fridays For Future Messina, che dopo anni sono riusciti a ricreare il movimento qua a Messina e a costruire una manifestazione che torni a far parlare di questo tema.
Dalle multinazionali che praticano “greenwashing” (ovvero usano la questione ambientale come facciata) ai percorsi educativi all’interno scuole e università, dalla questione ambientale nel mondo del lavoro e l’intersezione fra lotta transfemminista e ambiente, gli interventi delle varie organizzazioni hanno dato una prospettiva a trecentosessanta gradi della situazione cui ci troviamo.


Un altro momento intenso della manifestazione è stata la performance “Funerale della Terra”, in cui la Terra, rappresentata da una tomba fatta di cartone nero, viene portata in giro nella piazza a rappresentare la sua morte e rinascita nelle nuove generazioni che lottano per essa. Alla fine della performance, la portavoce di Fidays For Future Messina, Martina Celesti, ha letto una lettera scritta da “l’ultima persona rimasta sulla Terra” in cui si parla di ciò che il pianeta è stato per gli umani e come è stato distrutto da esso.

I moniti della comunità scientifica sono chiari, e abbiamo poco tempo per cambiare il sistema. Per questo abbiamo bisogno di queste manifestazioni, di questi giovani attivisti e attiviste, per dare un segnale chiaro a chi detiene il potere e cercare di fare noi, dal basso, la vera differenza.

Messina manifesta: commercianti e artisti scendono in piazza pacificamente

Sulle note di “We Will Rock You” e “The Show Must Go On” dei Queen ha avuto inizio la Manifestazione Popolare Pacifica, svoltasi il 30 ottobre presso Piazza Unione Europea, con lo scopo di dar voce al popolo messinese e, soprattutto, a coloro i quali sono stati costretti a cessare temporaneamente le proprie attività commerciali a causa del nuovo Dpcm.

“Il popolo fino ad oggi ha dimostrato profondo rispetto per le normative anti covid, ma adesso è stanco di essere preso in giro. In questo momento ci stiamo unendo. Oggi Messina c’è!” Queste le parole di Daniele Zuccarello, promotore dell’evento.

Locandina dell’evento

Centinaia di persone tra ristoratori, rappresentanti del mondo dello spettacolo, dello sport e dell’animazione hanno manifestato contro il Governo per la carenza di misure di sostegno a favore delle attività penalizzate, nel peggiore dei casi chiuse, a causa dell’emergenza sanitaria Covid.

Oltre ai commercianti, anche famiglie e giovani hanno preso parte alla manifestazione; ogni intervento, seppur molto sofferto, non ha visto la rabbia dei cittadini sfociare in atti di violenza, come è accaduto in altre città. Gli organizzatori della manifestazione, infatti, hanno sottolineato di essere contro ogni forma di violenza e vandalismo.

Parole forti ai microfoni, piene di preoccupazione, rabbia, insofferenza. I lavoratori sono stati costretti a mettere le loro attività in sicurezza per poter riaccogliere i clienti, e ora che sono obbligati a chiudere nuovamente i battenti, non hanno la certezza che riceveranno un sostegno economico. L’unica certezza, in questo momento, è che in molti non ricaveranno nulla dalla loro professione.

I cittadini, in merito a questo problema, hanno avanzato la proposta di posticipare l’orario di chiusura oltre le 18:00, orario imposto dal nuovo Dpcm.

La manifestazione si è conclusa con un gesto simbolico: liberare in piazza palloncini tricolore in simbolo di unità.

Foto di Corinne Marika Rianò

Meno di 24 ore dopo, anche gli artisti messinesi, nelle categorie di attori, musicisti, danzatori, cantanti, insegnanti di musica, canto, teatro e danza, sono scesi in piazza spontaneamente e liberamente, per chiedere a gran voce la revisione delle misure restrittive imposte dal Governo. Il Municipio si veste di nero insieme agli artisti: “La compostezza e il rigore sono i principi di questa manifestazione in piazza – afferma Mariapia Rizzo – vestiti di nero, non in segno di lutto ma per suggerire il buio delle nostre arti e l’invisibilità che sembra caratterizzarci. Il nostro settore è al silenzio. E di questo silenzio vogliamo rendere partecipi tutti“.

I luoghi della cultura, ad eccezione dei musei, sono stati chiusi da ormai una settimana.

Locandina dell’evento

Tra i manifestanti: i Magazzini del Sale, On Stage, Clan Off Teatro, Oltredanza, Compagnia delle Arti Visive e tante altre realtà messinesi che rischiano di spegnersi.

“Se è vero che il nostro lavoro è nutrimento dell’anima, è pur vero che esso è anche un’ importante risorsa economica per la Nazione. Siamo lavoratori e produttori di reddito. Rivediamo se necessario i protocolli di sicurezza. Se sarà il caso, ci adatteremo a norme ancora più restrittive, ma non lasciateci morire. Questa manifestazione, nata da un impeto spontaneo, non ignora peraltro la necessità più generale di ripensare alla gestione di una intera categoria, reclamando a gran voce la necessità di rivedere il rapporto tra gli Enti pubblici e le realtà del territorio, ipotizzando che una gestione più coerente del danaro e delle risorse potrà consentire di superare questo difficile momento di crisi e gettare le basi per un futuro migliore.”

Diana Colombraro, Corinne Marika Rianò

“Ora basta! Lo spettacolo dal vivo a Messina c’è e agisce” – Manifestazione

Si terrà domani pomeriggio, sabato 31 ottobre alle 15:30 presso Piazza Unione Europea Messina, la manifestazione “Ora basta! Lo spettacolo dal vivo a Messina c’è e agisce“.

“Gli artisti messinesi, nelle categorie di attori, musicisti, danzatori, cantanti, insegnanti di musica, canto, teatro e danza, scendono in piazza spontaneamente e liberamente, per chiedere a gran voce la revisione delle misure restrittive imposte dal governo, che ci impediscono le attività di spettacolo e quelle didattiche, riducendo a zero la nostra possibilità lavorativa. Naturalmente questa manifestazione ribadisce la necessità di un confronto a lungo termine sul rapporto tra istituzioni e mondo dell’arte, per la creazione di una politica della cultura che si radichi concretamente sul territorio. Siete tutti invitati a venire a sostenerci!”

Link all’evento: https://www.facebook.com/events/3626098154115435/?active_tab=discussion

 

Elsa Fornero, ex ministro, ospite all’Università di Messina

©GiuliaGreco, Aula Magna Rettorato, Messina, 2019

Giovedì 2 maggio 2019. Ore 11.00 a.m. All’interno di una gremita Aula Magna del Rettorato di Messina, la prof.ssa Elsa Fornero – già Ordinario di Economica Politica nell’Università degli Studi di Torino e Ministro del lavoro e delle politiche sociali, con delega alle pari opportunità, nel governo Monti – ha tenuto una lectio sul temaChi ha paura delle riforme. Illusioni, luoghi comuni e verità sulle pensioni” nell’ambito delle lezioni di “Macroeconomia e Politica Economica” del corso di laurea in Management d’impresa, tenute dal professore Ferdinando Ofria. All’incontro sono intervenuti il Magnifico Rettore, professore Salvatore Cuzzocrea e il Direttore del Dipartimento di Economia, professore Michele Limosani.

©GiuliaGreco, Aula Magna Rettorato, Messina, 2019
©GiuliaGreco, Aula Magna Rettorato, Messina, 2019

La visita dell’ex Ministro non è di certo passata inosservata, generando molteplici proteste. Anche i giovani dell’associazione Atreju insieme al movimento Gioventù Identitaria hanno voluto manifestare il proprio dissenso. Una piccola delegazione ha aspettato l’arrivo della professoressa Fornero per esprimere il proprio dissenso. Al centro della protesta, il sistema pensionistico introdotto dall’ex Ministro del Lavoro del governo Monti, che per secondo le due associazioni ha creato molti problemi alla popolazione italiana e soprattutto ai giovani. Infatti, l’aumento dell’età pensionabile, previsto dalla Legge Fornero, non ha fatto altro che ritardare l’ingresso di migliaia di giovani nel mondo di lavoro.

©GiuliaGreco, Aula Magna Rettorato, Messina, 2019

L’atteggiamento estremamente disponibile dell’ex ministro ha sorpreso positivamente la delegazione, i ragazzi di Atreju e Gioventù Identitaria. Elsa Fornero, ben disposta nei confronti dei giovani, ha sostenuto che fin quando ci sarà dialogo, ci sarà speranza. Bisogna liberarsi dagli aspri confronti, per rafforzare la società e contrastare alcune forme dannose di populismo. Il concetto di riforme, a suo dire, è stato eccessivamente abusato e blasonato, da un lato, e mal compreso, dall’altro. In merito al sistema pensionistico, ha evidenziato, invece, come questo sia un contratto fra generazioni e non si può unicamente puntare il dito all’ultimo Governo. Anche questo concetto, nel tempo, secondo la professoressa, è stato mal compreso e male interpretato.

Gabriella Parasiliti Collazzo

SCIPOG e COSPECS celebrano la notte Europea della geografia!

Venerdì 5 aprile 2019. I Dipartimenti SCIPOG – Dipartimento di Scienze Politiche e Giuridiche e COSPECS – Dipartimento di Scienze cognitive, psicologiche, pedagogiche e degli Studi sociali sono stati i protagonisti di una serie di eventi nell’ambito della “Notte Europea della Geografia”. Le attività si sono susseguite a partire dalle ore 10.30 sino alla ore 20.00.

L’iniziativa ideata nel 2016 dal Comitato Francese di Geografia che ha ricevuto il supporto, in Italia, del Comitato Italiano dell’Unione Geografica Internazionale, del Coordinamento SOGEIsocietà di Information and Communication Technology del Ministero dell’Economia e delle Finanze , della Rete LabGeoNet – Rete dei Laboratori Geografici Scientifici Italiani e dell’ Associazione Italiana di Geografia fisica e Geomorfologia.

La Notte Europea della Geografia si è prefissata l’obiettivo  di migliorare e accrescere la conoscenza del sistema Terra, dare consapevolezza della ricchezza comune derivante dalla ricerca geografica, sensibilizzare l’uomo verso le discipline geografiche per costruire una spazializzazione sostenibile e percorsi di  cittadinanza attiva, essenziali per una corretta educazione ambientale.

La manifestazione si è svolta in simultanea in quasi tutte le sedi universitarie italiane ed europee, con il fine di aprire alla popolazione i principali Atenei italiani, facendo in modo che i partecipanti potessero scoprire il mondo attraverso gli occhi del geografo. I vari eventi, proprio per questo, erano tutti fruibili a titolo gratuito.

ll programma previsto presso il Dipartimento di Scienze Politiche e Giuridiche, intitolato Notte Europea della Geografia tra “rema montante e rema scendente” ha avuto lo scopo di presentare la complessità territoriale nei suoi aspetti culturali e di sensibilizzare l’opinione pubblica all’educazione ambientale, presentando la disciplina, i geografi e il loro ‘mestiere’ per coinvolgere cittadine e cittadini di tutte le età nella sperimentazione le diverse forme e metodi di rappresentazione/documentazione del territorio. Dopo i saluti istituzionali del Magnifico Rettore, Prof. Salvatore Cuzzocrea, del Direttore del Dipartimento di Scienze Politiche e Giuridiche, Prof. Mario Calogero e della Prof.ssa Elena Di Blasi, è stata eseguita la premiazione degli alunni delle scuole superiori che hanno aderito al concorso “GEOSELFIE, la tua idea di Geografia”. A questi alunni è stato richiesto di realizzare un selfie attraverso il quale rappresentare in modo originale la propria idea di Geografia e in particolare il rapporto tra l’uomo e il suo ambiente. Map contest, cartografie, proiezioni, percorsi tematici ed espositivi hanno animato l’intera giornata.

Mentre, il programma previsto dal Dipartimento di Scienze cognitive, psicologiche, pedagogiche e degli Studi sociali portava il titolo di “Cinema e Paesaggio in Sicilia. Le attività sono state inaugurate alle ore 16.00, anch’esse dai saluti istituzionali, ed hanno annunciato un percorso sul racconto cinematografico del paesaggio siciliano, finalizzato alla sensibilizzazione nei confronti dei beni ambientali e culturali locali e isolani. Mostre fotografiche, proiezioni, recital, tavole rotonde ed incontri tematici sulla trasposizione fotografica della Messina storica, ed infine, la premiazione del Photo Contest hanno costituito l’intero itinerario della ricorrenza.

Gabriella Parasiliti Collazzo

Messina scende in piazza: IO VEDO, IO SENTO, IO PARLO

21 Marzo 2019.Si è svolta a Messina in Piazza Lo Sardo (Piazza del popolo) la XXIV° Giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie organizzata da Libera “Orizzonti di Giustizia Sociale. L’iniziativa nasce dal dolore di una mamma che ha perso il figlio nella strage di Capaci e non sente pronunciare mai il suo nome. Un dolore insopportabile. Una vittima meno vittima. Una vittima di serie B. Una vittima a cui viene negato anche il diritto di essere ricordata con il proprio nome.

Così, dal 1996, ogni anno, un lungo elenco di nomi scandisce la memoria che si fa impegno quotidiano. Un lungo rosario civile recita nomi e cognomi, per farli vivere ancora una volta, per non farli morire mai. Perché nessuno muore finché vive nel cuore di chi resta. Tanti i luoghi del nostro Paese che si uniscono per un abbraccio sincero ai familiari delle oltre 900 vittime innocenti delle mafie, non dimenticando le vittime delle stragi, del terrorismo e del dovere. Un appuntamento preceduto da centinaia di iniziative promosse in Italia e in Europa, tra incontri nelle scuole, cineforum, dibattiti e convegni.

Libera sceglie l’equinozio di primavera non a caso. Ѐ fortemente metaforico. Vuole far sì che si viva in modo differente il solstizio, promuovendo e realizzando un percorso simbolico di risveglio delle coscienze e della memoria. Un percorso di preparazione che dura da diversi mesi, realizzato dalle organizzazioni del Presidio “Nino e Ida Agostino”, da associazioni come le Acli e dalle oltre 20 scuole, che hanno partecipato consapevolmente all’iniziativa e hanno dato vita ai “100 passi verso il 21 marzo” attraverso parole e striscioni narrando “Storie di memoria, Percorsi di verità”. Una giornata di impegno, partecipazione, riflessione, di lotta per il bene comune, per la dignità e la libertà delle persone.

Antonio Gallo, Presidente Provinciale delle Acli (Associazioni Cristiane Lavoratori Italiani) di Messina spiega la volontà di unirsi ad un’associazione come Libera:

“Insieme alle altre associazioni che hanno aderito, noi delle Acli ci consideriamo in prima linea in questo percorso, la nostra società nasce nel 1944 da principi cristiani, infatti, il nostro punto di riferimento è la dottrina sociale della chiesa, di conseguenza è insito nel nostro DNA associativo essere paladini della legalità e di ogni forma di antimafia. Ci poniamo l’obiettivo di continuare a lavorare per la cultura della giuridicità, per fare in modo che questa straordinaria partecipazione si trasformi in un nuovo impegno di tutti i cittadini, dal Nord al Sud della Penisola.  Per la fioritura di una nuova terra. Una terra di speranza e riscatto, per una nuova primavera dell’impegno civico e sociale. Oggi partecipiamo attivamente all’iniziativa ma è solo una delle tante iniziative a cui abbiamo aderito e aderiremo. Negli anni scorsi abbiamo, infatti, partecipato a delle marce in nome di Falcone e Borsellino”.

I promotori dell’evento sottolineano che per contrastare le mafie e la corruzione occorre sì il grande impegno dell’arma, ma prima ancora, occorre diventare una comunità solidale e corresponsabile, che faccia del “noi” non solo una parola, ma un crocevia di bisogni, desideri e speranze. Non vi è la necessità di grandi opere ma dell’opera quotidiana di cittadini responsabili, capaci di tradurre la domanda di cambiamento in forza di cambiamento.

Gabriella Parasiliti Collazzo