Ranma 1/2: perchè oggi è ancora attuale?

Ranma 1/2 è un manga scritto e disegnato da Rumiko Takahashi (la stessa autrice di Inuyasha e Lamù).

Dal manga è nato un anime composto da 161 episodi, prodotto da Studio Deen, e furono realizzati anche diversi film d’animazione e OAV.

Solo di recente è stato realizzato un remake, a cura di Kōnosuke Uda, con il character design di Hiromi Taniguchi e la colonna sonora di Kaoru Wada; e dal 5 Ottobre è possibile trovarlo su Netflix (che ha contribuito alla produzione) e su Nippon Television.

Di cosa parla Ranma 1/2?

Il maestro del dojo Tendo, Soun, riceve una cartolina del suo migliore amico Genma Saotome, che gli comunica la sua imminente visita, assieme al figlio Ranma. Soun è emozionato all’idea di incontrarli: lui e Genma vogliono far fidanzare Ranma con una delle tre figlie di Tendo e, dopo il loro matrimonio, i due promessi sposi erediteranno la palestra di arti marziali. Peccato che a casa sua si presentino un panda gigante e una ragazza di nome Ranma Saotome.

Ranma e Genma sono, infatti, vittime di una tremenda maledizione: l’acqua fredda li trasforma, rispettivamente, in una ragazza e in un panda mentre l’acqua calda li fa riacquistare il loro aspetto normale. Questo accade da quando i due sono caduti, accidentalmente, nelle Sorgenti Maledette in Cina, durante un loro allenamento.

Perché Ranma 1/2 è diventato un CULT?

Rumiko si può considerate una delle più grandi mangaka di tutti i tempi ed è nota per opere come Inuyasha, Lamù e lo stesso Ranma 1/2. È grazie a queste storie avvincenti e a tutti i suoi personaggi indimenticabili che è riuscita a conquistare il grande pubblico.

Ranma 1/2 è un’opera conosciuta in tutto il mondo, con la sua incredibile storia che unisce lo stile shōnen (si pensi a Dragon Ball, Naruto, One Piece) allo stile shōjo, quello di Piccoli Problemi Di Cuore e Sailor Moon. Una scelta stilistica che ha permesso al manga di fare breccia nel cuore sia del pubblico maschile che di quello femminile!

Così, come il protagonista passa dall’essere uomo all’essere donna e viceversa, Ranma 1/2 è un continuo oscillare tra azione e romanticismo, arti marziali e sentimentalismo.

E di certo non potevano mancare tematiche, oggi più attuali che mai, come la sessualità, l’emotività, la diversità e l’identità di genere: tutti affrontati con la giusta leggerezza!

Ranma 1/2
Ranma ragazza. Fonte: Cruncyroll.

Processo creativo: dal manga all’anime…

Agosto 1987. Viene pubblicato il primo capitolo su Weekly Shōnen Sunday. È la storia di un liceale metà ragazzo e metà ragazza, esperto di arti marziali e coinvolto in situazioni spiacevoli. Le sue avventure hanno coperto ben 407 capitoli e sono andate avanti fino al 1996.

Dal manga è stato tratto un anime prodotto da Studio Deen, purtroppo cancellato dopo soli 18 episodi, per via dei bassi ascolti. La serie è stata poi rilanciata dal 1989 al 1992 con i suoi 143 episodi. Ma è solo grazie agli OAV che il resto del mondo, in particolar modo l’Italia, ha potuto conoscere Ranma ½.

Ora su Netflix, esattamente dallo scorso Ottobre, è stato avviato un remake ancora più fedele al manga originale!

Ranma 1/2
Ranma e Akane. Fonte: Netflix.

Le caratteristiche sono le stesse e i personaggi non hanno subito variazioni. Lo stile d’animazione è moderno e più curato (se non in alcuni frammenti semi-censurati di cui non si sentiva la necessità).

La nota dolente sta nel doppiaggio! Le voci storiche hanno dovuto lasciare spazio a quelle nuove: alcune più adatte (per i due Ranma, ad esempio), altre fanno fatica a farsi accettare (come per Akane e Kasumi).

Ranma 1/2
Ranma e Genma. Fonte: Magazine Pragma.

Il nuovo adattamento di Ranma 1/2 è da non perdere!

Riproporre Ranma dalle origini, per giunta in questo momento storico, è stata l’idea migliore!

È ormai evidente che viviamo in un periodo, – cinematograficamente parlando, – in cui si è soliti fare continui rimandi al passato. Un po’ per “evocare” ricordi alle vecchie generazioni, un po’ per far conoscere a quelle nuove dei prodotti “vintage” che altrimenti non conoscerebbero mai. Anche Ranma è figlia di quest’operazione. Ma chiariamo. In questo caso l’idea non è stata per niente male.

Più che di un semplice “richiamo alla nostalgia” qui si parla della riproposizione di un prodotto nel posto giusto, – Netflix, – al momento giusto: il 2024.

Ranma 1/2 parla anche di crescita, di dilemmi adolescenziali, di corpi che cambiano, della continua ricerca della normalità e dell’accettazione di sè stessi. Vi dice qualcosa?

Ranma è un personaggio che passa gran parte del tempo a vergognarsi del suo “problema”, cercando un modo per tornare ad essere un ragazzo normale. Ma in realtà è questa sua particolarità a renderlo unico.

Il remake arrivato su Netflix ha un’enorme potenziale e se la possibilità viene giocata al meglio e le premesse vengono mantenute, Ranma 1/2 avrà finalmente l’intera opera cartacea adattata nell’anime, arrivando finalmente a quel bellissimo finale lineare e contestualizzato che solo chi ha letto il manga conosce!

 

di Giorgio Maria Aloi

Dragon Ball Super – Super Hero è un ritorno al passato

Il film ci lascia un sentimento di freschezza e una speranza di rinascita e redenzione. Dragon Ball è finalmente tornato. Voto UVM: 4/5

 

Dragon Ball Super: Super Hero, arrivato nelle sale italiane il 29 settembre, è un film riuscito. La sensazione che accompagna lo spettatore una volta fuori dalla sala è di aver visto una pellicola che riesce a tenersi in piedi perfettamente. Non mancano i difetti – di cui parleremo – ma i personaggi, la narrazione e lo stile lavorano assieme creando un’ottima sinergia.

Dragon Ball: un ritorno alle origini

L’ultimo film si era concluso con i protagonisti, Goku e Vegeta, che avevano lasciato la Terra per andare su un altro pianeta. E lì sono rimasti, non avendo nessun ruolo all’interno della nuova storia. I veri protagonisti di Dragon Ball Super: Super Hero sono, invece, Piccolo e Gohan. Abbiamo apprezzato particolarmente questo cambio radicale che dà modo a tutti i personaggi di esprimersi. La prima parte è infatti un vero e proprio ”slice of life” in cui vediamo tutti i vari primari e comprimari svolgere la loro normale vita. Gohan torna ad essere uno studioso, Crilin è diventato un poliziotto e Piccolo viene costretto a diventare praticamente lo zietto di Pan, la figlia di Gohan. La dinamica tra questi due ci introduce al film: la piccola è, infatti, il cardine che muove tutte le vicende, spostando il centro della narrazione verso una sfera di eventi più piccola.

Niente grandi minacce per l’universo ma un gradito ritorno dagli albori di Dragon Ball: il Fiocco Rosso. Tornano gli androidi si, ma torna anche il primissimo Dragon Ball, quello spensierato, giocoso e sognante. Gli avversari risultano ridicoli e la loro minaccia piccola, ma tutto ciò aiuta a creare una atmosfera leggera che porta freschezza a tutta la trama ed è una direzione che ci auguriamo venga ancora percorsa.

Una tecnica da perfezionare

Se quindi la leggerezza delle vicende tiene alto l’interesse, in alcuni frangenti, la tecnica del film non è sempre allo stesso livello. La pellicola utilizza una tecnica sperimentale: la CGI adattata allo stile anime e, sia chiaro, sappiamo che in molte produzioni risulta abbozzata e spesso scadente. Ma questo film riesce comunque a rimanere sopra la media: le coreografie degli scontri sono ottime ed il design di quasi tutti i personaggi viene trasposto bene, anche se tutto ciò non esclude comunque evidenti alti e bassi. Non siamo rimasti eccessivamente scottati ma ci auguriamo che se questa è la nuova direzione dell’animazione nipponica la tecnica venga migliorata e perfezionata ancora.

Serve un motivo per diventare più forte?

Finora però non abbiamo parlato di uno degli elementi, forse, più importanti del film. Questa è una pellicola d’azione e l’azione viene portata avanti anche dalle trasformazioni. Come sono allora questi power up?  Diciamolo subito: vengono fuori da un cilindro. Sono deus ex machina chiarissimi, come d’altronde sono sempre stati. Tutto il film ma in particolare questo aspetto non viene preso sul serio neanche per un attimo: sembra quasi che Dragon Ball sia diventato consapevole di se stesso. Non c’è serietà su queste trasformazioni e ciò è un bene.  L’unica pecca sono i design che non brillano: le trasformazioni dell’opera originale vengono ricordate per la loro entrata in scena, per il build up che veniva fatto ed anche per il loro lato puramente visivo. Ci sentiamo di penalizzare un minimo il film sotto questo aspetto, ma la riteniamo un pecca minima che non guasta l’economia generale.

Piccolo in una scena del film. Scritto da Akira Toriyama, diretto da Tetsuro Kodama e prodotto da Toei Animation. Fonte: aiptcomics.com

Tornate al cinema!

Quello che ci è rimasto della pellicola è un sentimento di freschezza e una speranza di rinascita e redenzione. Dragon Ball sembrava ormai destinato a ripetere in eterno le stesse dinamiche ma questo film dimostra il contrario.

In conclusione, quello che ci sentiamo di dire è questo: se siete fan di Dragon Ball non potete perdervi questo film. E se volete una pellicola di animazione spensierata e piena d’azione correte anche voi al cinema. Dragon Ball è finalmente tornato.

 

Matteo Mangano

 

25 anni di One Piece

Nel corso del tempo diverse serie si sono avvicendate sulle pagine di Weekly Shonen Jump, ma nessuna ha mai raggiunto la popolarità, la longevità e il successo di One Piece, opera scritta e disegnata dal maestro Eiichiro Oda.

La ciurma di Cappello di Paglia durante la saga dell’isola degli uomini-pesce. Autore: Eiichiro Oda, Shueisha. Fonte: wallpaperup.com

Gli inizi e i traguardi di One Piece

Il fumetto fa il suo debutto sulla rivista di Shueisha il 22 luglio 1997, riscuotendo subito un notevole consenso da parte del pubblico. Col tempo però l’idea originale dell’autore si trasformerà in qualcosa di molto più grande e vasto rispetto ai programmi iniziali. Oda ha, infatti, dichiarato in più interviste che la storia originaria avrebbe dovuto avere solo pochi anni di pubblicazione sulla rivista ma tra il successo senza eguali che stava avendo tra il pubblico e la volontà dell’editor di guadagnare il più possibile da questo fenomeno, si è arrivati ad oggi all’incredibile traguardo di più di 100 volumi, 1000 capitoli e 1000 episodi dell’adattamento animato ma soprattutto a 25 anni di pubblicazione. Uno dei pochi casi in cui portare avanti una storia per ragioni di marketing è legato anche ad un vero sfogo artistico.

Un’opera senza eguali nella storia del manga che ha infranto record su record, il primo nel 2011 divenendo il manga più venduto della rivista giapponese con oltre 200 milioni di copie vendute superando un colosso del calibro di Dragon Ball, riuscendo anche nell’incredibile impresa del 2021 di avere più copie vendute rispetto a Batman (490 milioni). Anche in Italia in questo momento si trova nella lista dei libri più venduti.

Un Mare di idee

Il suo autore è quindi partito con in mente una storia semplice. E invece siamo qua, ma cosa è successo nel mezzo?
Il manga narra la storia classica di un ragazzo con un sogno da realizzare. Ma il mondo narrativo comincia molto presto a diventare un vero e proprio caleidoscopio di vicende e personaggi. Il pregio dell’opera sta nel riuscire a dare risalto ad ogni singolo elemento di questo puzzle e ad arricchirlo sempre, facendo sembrare tra l’altro che tutto sia stato pensato dall’inizio (e questo è forse il talento maggiore dell’autore).
Ad ogni nuovo capitolo della storia vengono introdotte decine di personaggi ed ognuno di loro riesce ad emergere nella storia, per il suo modo di parlare, per il suo design, per il suo carisma o anche per la miriade di strampalati poteri che l’autore riesce ad inventare.

La ciurma di Cappello di Paglia dopo due anni dalla separazione. Autore: Eiichiro Oda, Shueisha. Fonte: wallpaperup.com 

L’intero mondo col fiato sospeso

Il manga si trova in questo momento nella sua fase finale: dopo 25 anni di pubblicazione costante c’è stata una pausa da parte dell’autore per raccogliere tutti i semi sparsi in giro per il suo mondo. Con un recentissimo messaggio Oda ha informato i lettori che questo mese e mezzo servirà a lui e agli editor per chiarirsi le idee sul finale. Non si tratta di un messaggio banale: da anni Oda ha dichiarato che le idee che ha sulla sua opera riguardano qualcosa che non si è mai visto nel panorama del fumetto giapponese e forse mondiale. Vuole davvero scrivere qualcosa che lasci l’intero mondo di stucco. Ma è davvero una cosa realizzabile?

Gli ultimissimi capitoli del manga ci hanno dato un’idea al riguardo. È stato appena rivelato uno dei punti centrali dell’intera storia. E qui l’interesse per il manga è di nuovo schizzato alle stelle e l’intero mondo è di nuovo caduto nella One Piece mania. Dopo due decenni insomma, il lavoro di Oda sembra ancora in grado di stupire come non mai. E l’intero mondo del fumetto è adesso sulle spine per quello che potrebbe rivelarsi un evento in grado di segnarne la storia.
Anche noi appassionati siamo qui ad attendere questo finale, come quando abbiamo atteso gli ultimi episodi di Dragon Ball in tv, o gli ultimi libri di Harry Potter facendo la fila in libreria.

Attendiamo solo che Oda ci mostri il suo finale!

 

Matteo Mangano
Giuseppe Catanzaro

L’Attacco dei Giganti: verso la conclusione di un capolavoro

A dir poco entusiasmante: una delle serie più coinvolgenti degli ultimi anni – Voto UVM: 5/5

 

L’Attacco dei Giganti, titolo tradotto dall’originale giapponese “Shingeki no Kyojin”, è senza dubbio una delle opere più importanti e conosciute prodotte nel paese del Sol Levante.

Nato come manga nel 2009 dalla mente del giovane Hajime Isayama, ha acquisito grossa popolarità grazie al suo adattamento anime.  Proprio nei giorni scorsi, si è conclusa la seconda parte della stagione finale, con l’opera sempre più vicina alla sua conclusione che avverrà con una terza parte in uscita nel 2023.

 

“L’Attacco dei Giganti”: locandina della quarta stagione. Fonte: MAPPA Studio

Il perché del successo dell’opera

Il manga è stato pubblicato sulla rivista Bessatsu Shonen Magazine, il target quindi sarebbe quello dello “shonen”, ossia un pubblico adolescenziale, benché l’opera presenti anche tratti da “seinen”, fruibili quindi da una categoria più matura.

Partendo dal contesto iniziale, le vicende sono ambientate in uno scenario alternativo dai caratteri medievali. L’umanità è soggiogata dalla presenza di creature denominate appunto “giganti”, esseri antropomorfi di grandi dimensioni che hanno come unica finalità quella di divorare più umani possibili. Per proteggersi da questa minaccia, gli uomini si sono ritirati all’interno di un territorio delimitato da tre cerchie di mura che li tiene temporaneamente al sicuro, ma li costringe a vivere come se fossero “in gabbia”.

La situazione peggiorerà con la comparsa di due giganti anomali che faranno breccia tra le mura, dando inizio alla serie di eventi che costituiranno la trama dell’anime. E’ proprio quest’ultima ad aver generato il grande successo dell’opera, poiché ricca di diversi risvolti e colpi di scena che mantengono alti picchi di qualità in tutte le stagioni.

Un’altra locandina della quarta stagione. Fonte: MAPPA Studio

Non vi sarà solo lotta per la sopravvivenza contro queste mostruose creature, ma anche la lotta interna, segno che spesso il peggior pericolo per l’uomo è rappresentato dall’uomo stesso.

L’ambiente, per la gran parte degli episodi, è cupo e tetro: pochi sono i sorrisi, le storie d’amore, i momenti di gioia… Non c’è spazio per tutto questo! Distruzione, morte e miseria prendono il sopravvento nel mondo, considerato più volte dagli stessi personaggi così crudele: un contesto perfetto per far notare l’orrore della guerra. Ma nell’animo umano è presente la speranza, il motore che porta ad andare avanti alla ricerca della libertà e della verità.

I nuovi episodi: un’altalena di emozioni

Questa seconda parte della quarta stagione è stata a tratti molto entusiasmante, a tratti invece un po’ lenta ed esplicativa. Si riprende da dove ci eravamo lasciati: Marley cerca di ottenere la sua vendetta, dopo la disfatta di Liberio, arrivando allo scontro con Eren, il cui obiettivo è entrare in contatto con Zeke per ottenere il potere del gigante fondatore.

I primi episodi di questa parte sono tutti un crescendo, che proietta luce su eventi passati con nuove e fondamentali rivelazioni, con il terzo episodio in particolare che può essere definito uno dei più entusiasmanti dell’intera serie. Dopo di che notiamo un rallentamento nei ritmi delle puntate, con meno azione e scoperte eclatanti.

Osserviamo comunque come in questa parte i personaggi secondari si prendano la scena, con un’analisi psicologica importante ai fini dell’evoluzione delle vicende. Le ultime puntate, infine, riprendono il tenore delle prime: combattimenti, flashback e chiarimenti importanti vanno a creare terreno fertile per un gran finale. Nota di merito per le scene conclusive dell’ultimo episodio, che fanno venire i brividi.

Cosa è cambiato (in bene e in male) ?

I nuovi episodi mettono in discussione ancora di più lo stereotipo classico del “villain” in una storia: ognuno può essere il cattivo dal punto di vista dell’altro. Uno degli aspetti distintivi, che rende l’opera superiore rispetto ad altre, è appunto la presenza di un protagonista caratterizzato magistralmente, molto complesso a livello psicologico, che allo stesso tempo risulta un’antagonista pericolosissimo, ma con delle motivazioni e uno scopo ben preciso.

Lo studio di animazione, MAPPA Studio, ha svolto un lavoro notevole dal punto di vista visivo: si nota maggior cura dei dettagli, grande fluidità nell’ animazione, computer grafica migliorata rispetto agli episodi precedenti, grazie a un budget più ampio stanziato per la produzione.  Il tutto accompagnato da un’impeccabile colonna sonora che dà quel tocco in più all’opera.

Frame di una puntata dell’anime. Fonte: MAPPA Studio

La vera pecca consiste nella mancanza di un doppiaggio in lingua italiana, che fino a questo momento era stato sempre realizzato (e anche in maniera impeccabile). L’anime, infatti, è fruibile solamente in lingua originale con sottotitoli, da quando la piattaforma di streaming Crunchyroll, che non è interessata a curare gli adattamenti nelle lingue degli altri Paesi, ne ha acquisito i diritti. Si spera che si sblocchi la situazione e si possa arrivare a un accordo, anche per dare continuità al lavoro magistrale realizzato dai doppiatori nostrani.

In conclusione, non ci resta che attendere l’anno prossimo per la trasposizione degli ultimi capitoli del manga, che chiuderanno il cerchio di questa fantastica opera.

 

Sebastiano Morabito

 

 

Lucca Comics&Games 2020, ecco tutti gli appuntamenti imperdibili

Si è da poco conclusa l’edizione 2020 del Lucca Comics & Games. È stata senza dubbio una versione anomala del festival dato che, a causa dell’emergenza Covid-19, non si è potuta svolgere nella splendida cornice del centro storico di Lucca. Nonostante i disagi, tuttavia, l’appuntamento fisso di ogni anno non poteva mancare: l’annuncio, da parte delle principali case editrici italiane, delle novità in uscita per la fine del 2020 e la prima metà del 2021.

Le conferenze si sono svolte con collegamenti a distanza durante i quattro giorni della manifestazione e hanno coinvolto i principali editor, autori e disegnatori delle case editrici. Tra una battuta e l’altra, siamo – questa volta – letteralmente entrati nelle case di artisti e ospiti, non senza qualche siparietto divertente, ma soprattutto sono stati presentati tutti i capolavori che ci terranno compagnia nei prossimi mesi.

Eccovi alcune opere sulle quali vi consigliamo di fare più di un pensierino.

 

Planet Manga

Logo di Planet Manga – Fonte: animeclick.it
  • Taniguchi Deluxe Collection 2: riedizione cartonata con cofanetto in cui ci vengono riproposte alcune tra le più belle opere dell’autore. In particolare, troviamo: Blanca, Tokyo Killers, I cani degli dei e Il libro del vento. Disponibile da maggio.
  • Inio Asano: manuale del mangaka: un simpatico volume unico in cui l’autore, già noto in Italia per opere come Solanin e Buonanotte, Punpun, racconta le vicissitudini che caratterizzano la vita di un mangaka (termine giapponese che significa “autore di fumetti”). Disponibile da aprile.
  • Mujirushi – Il segno dei sogni: il maestro Urasawa, creatore di capolavori come Monster e Pluto, torna in Italia con questo volume unico, frutto della collaborazione tra l’autore e il museo del Louvre. Sarà acquistabile a partire da marzo.
  • Fullmetal Alchemist – Kanzenban: dopo anni di richieste, è previsto per aprile l’inizio della serializzazione del celebre manga di Hiromu Arakawa in formato kanzenban (versione più grande e con contenuti aggiuntivi rispetto al formato classico, i tankobon) che sarà composta da 18 volumi.

 

Star Comics

Logo di Star Comics – Fonte: starcomics.com
  • Shaman King – Final edition: primo manga di questa lista che farà felici i ragazzi cresciuti negli anni ’90. Pochi mesi dopo l’annuncio di un nuovo adattamento animato, viene confermata anche questa nuova edizione in 35 volumi che partirà ad aprile.
  • Card Captor Sakura 25th anniversary edition: altro annuncio per i più nostalgici. A 25 anni dalla prima pubblicazione in Italia, il manga torna in una nuova edizione a colori a partire da maggio.
  • Collana Queer: nuovo progetto della casa editrice che strizza l’occhio alla comunità LGBTQ+. All’interno della collana sono presenti titoli come I married a girl to shut my parents up (aprile), Life – Camminando sulla linea (giugno), My Genderless Boyfriend (agosto) e My son is probably gay (aprile).

 

J – Pop

Logo di J-Pop – Fonte: comixisland.it
  • Le Rose di Versailles – Lady Oscar Collection: ennesimo colpo al cuore per i figli degli anni ’90. Ci viene offerto un box da collezione che raccoglie in 5 volumi la serie classica insieme a diversi speciali aggiunti giusto per l’occasione. J – Pop ha, tra l’altro, lasciato intendere che potrebbero uscire altri box dedicati a Lady Oscar.
  • NeuN: nuovo seinen (manga dedicato ad un pubblico più maturo) di Tsutomu Takahashi ambientato nella Germania nazista, che promette di tenerci col fiato sospeso aspettando ogni volta il prossimo volume.
  • Osamushi Collection: continua l’opera di ristampa da parte di J – Pop dei capolavori partoriti dal “Dio dei manga” Osamu Tezuka. I titoli che si aggiungeranno alla collezione sono: Triton, Prime Rose, Brave Dan, Vampires e Black Jack.

 

Panini

Logo di Panini – Fonte: it.wikipedia.org
  • Sezione Marvel: consigliamo sicuramente i volumi Marvel Must Have (in uscita al ritmo di due al mese), i nuovi Omnibus (da gennaio ad aprile) e cartonati come Spider-Woman e Strange Academy.
  • Sezione DC Comics: da non perdere Joker War, Batman Cavaliere Oscuro III – Razza suprema (Frank Miller), Batman: Vittoria oscura (seguito de “Il lungo Halloween) e l’omnibus di Doom Patrol.
  • Sezione Comics: in arrivo, dopo il successo della serie tv, il nuovo romanzo di The Boys. Per il made in Italy, Leo Ortolani (padre di Rat-Man) ci propone un volume unico che raccoglie tutti gli episodi di Rango e una nuova miniserie parodia degli spaghetti western il cui primo volume si intitolerà Matana. Da attenzionare anche le serie a fumetti tratte dai videogiochi di maggior successo (Cyberpunk 2077, Horizon Zero Dawn e altri)
  • Sezione Disney: a partire da dicembre esordirà una nuova collana in formato deluxe con approfondimenti inediti, intitolata Topolino Gold. Per celebrare i 25 anni di PK, i 7 volumi di PK New Era saranno raccolti in un cofanetto con litografia e tessera PKcard. A gennaio, in occasione dell’anniversario della morte di Giuseppe Verdi, per la collana Topolibro uscirà il volume Topolino racconta l’opera.

 

Sergio Bonelli Editore

Logo di Sergio Bonelli Editore – Fonte: pcprofessionale.it
  • Tex: una storia a colori disegnata da Enrique Breccia e una nuova edizione del “Texone” di Magnus.
  • Dylan Dog: ristampa della serie “Dylan Dog – Il pianeta del morti” e crossover tra Dylan Dog e Batman.
  • Zagor: nuova miniserie di 8 albi in formato striscia e crossover tra Zagor e Flash.

 

Saldapress

Logo di Saldapress – Fonte: meganerd.it
  • Annihilation: di Grant Morrison e Frazer Irving, previsto per marzo.
  • The Walking Dead: edizione a colori in uscita da marzo a cadenza mensile.

 

Con questa lista siamo sicuri di aver fatto felici molte fumetterie e librerie, forse un po’ meno i vostri portafogli. Buon divertimento!

 

Davide Attardo

Death note: uno sguardo al mondo degli Anime!

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Insoddisfazione, noia, disgusto, verso un mondo distrutto dalla criminalità e dalle ingiustizie: sono questi i sentimenti che dominano l’animo di Light Yagami. Bello, desiderato da tutte le ragazze e il miglior studente della scuola, eppure per nulla contento della sua vita, tanto perfetta quanto vuota. Ben presto, la svolta: un quaderno nero con la scritta “Death Note”. Uno scherzo? Una trovata geniale?  Chissà, nel dubbio Light lo raccoglie ed è così che fa la conoscenza di Ryuk, uno shinigami (dio della morte) che, animato dalla stessa noia del protagonista, ha deciso di far cadere il suo quaderno sulla terra per divertirsi. Un po’ per curiosità, un po’ per mettersi alla prova, Light quindi decide di usare il quaderno della morte per scrivere i nomi dei più grandi criminali del Giappone; di cui deve necessariamente conoscere il nome ed il volto.

Pian piano imparerà a usare sempre meglio questo strumento, sperimenterà nuove regole riguardo le condizioni e le modalità dei suoi omicidi. Quella che inizialmente doveva essere una piccola missione, ovvero ripulire il mondo dai criminali, diventa per Light una vera e propria impresa. Solo lui può eliminare il male dal mondo, solo lui può essere giudice delle ingiustizie, tanto da arrivare a credersi una sorta di divinità.

Tuttavia, il suo lavoro è ostacolato prima dall’intervento della polizia Giapponese, poi dall’istituzione di una squadra speciale incaricata di indicare su Kira (“assassino”, soprannome assunto da Light), di cui fa parte anche il suo stesso padre, Soichiro Yagami, sovrintendente della polizia giapponese ed Elle, giovane detective dalle strabilianti capacità. Proprio Elle si rivela essere l’immagine speculare di Light. Entrambi eccessivamente intelligenti, sicuri di sé, ciascuno con un proprio senso della giustizia ma con un obiettivo comune: battere l’altro per portare avanti il proprio ideale. Light per divenire il giustiziere di questo mondo malato, Elle per combattere proprio ciò che lui giudica il sommo male.

Sarà una lotta assolutamente pari, con colpi bassi, acute rivelazioni e sorprese da parte di entrambi. “Death note” è una serie interessante, complessa oserei dire, perché sdogana il classico concetto di bene e male, di giusto e sbagliato. Riesce a tenere con il fiato sospeso a ogni puntata, nonostante le scene d’azione siano quasi inesistenti, in quanto sono proprio le elucubrazioni, le macchinazioni e l’introspezione psicologica dei protagonisti che tengono le fila della trama e che ci portano a capire ed a immedesimarci nei loro pensieri, fino a giustificare o addirittura a supportare le loro decisioni, non sempre edificabili.

E voi, da che parte state?

Edvige Attivissimo