Ue e Italia in lutto, è morto il presidente del Parlamento Europeo David Sassoli

Bandiere dell’Unione europea a mezz’asta presso gli edifici delle istituzioni europee a Bruxelles in segno di lutto per la morte del presidente del Parlamento Ue David Sassoli, spirato nella notte all’età di 65 anni. Ex giornalista e per molti anni conduttore del Tg1, dalla fine di dicembre era ricoverato all’ospedale oncologico di Aviano, in provincia di Pordenone, per un disturbo al sistema immunitario. Già prima delle festività natalizie aveva annunciato la decisione di non cercare la riconferma al vertice del Parlamento Europeo. “Si può vivere e morire in tanti modi, David Sassoli ha combattuto e lavorato fino all’ultimo possibile istante, informandosi, partecipando attivamente alla causa del bene comune con curiosità e passione indomabili nonostante lo stato di salute sempre più precario” si legge nel lungo messaggio pubblicato dal suo staff sulla pagina Facebook.

Oggi la nostra Unione perde un convinto europeista, un sincero democratico e un uomo buono

“E’ un giorno triste per l’Europa”, ha dichiarato, parlando in italiano, la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen ricordando David Sassoli nel corso di un punto stampa.

Chi era David Sassoli

Fiorentino di nascita e romano di adozione, Sassoli iniziò la propria carriera nelle vesti di giornalista prima per il Tempo e il Giorno, poi al Tg3 e al Tg1 nel 1999 come inviato speciale. Conduttore del Tg1 dell’edizione delle 13:30 e successivamente di quella delle 20, nel 2007 Sassoli divenne vicedirettore del Tg1, nonché dei settimanali di approfondimento Speciale TG1 e Tv7. Nel 2009 l’anno di svolta, lasciò la carriera giornalistica alla volta della politica, per candidarsi al Parlamento Europeo con il Partito Democratico: fu eletto con circa 400mila preferenze. In corsa nel 2013 come sindaco di Roma, partecipò alle primarie del centrosinistra arrivando secondo dietro Ignazio Marino. L’anno successivo, fu rieletto più o meno con le stesse preferenze al Parlamento di Strasburgo e nel 2019, divenne presidente per la prima parte della nuova legislatura del Parlamento. A Sassoli va riconosciuto il merito di avere da subito individuato la pericolosità della pandemia da Coronavirus e aver nell’immediato adattato la propria istituzione ai cambiamenti in corso, optando per i voti online, procedura di voto perfezionata e oggi regolarmente utilizzata.

La democrazia non può essere sospesa durante una crisi così drammatica

Gli ultimi mesi di Sassoli

“Sono stato colpito in modo grave da una brutta polmonite da legionella. Ho avuto febbre altissima, sono stato ricoverato all’ospedale di Strasburgo. Poi sono rientrato in Italia per la convalescenza, ma purtroppo ho subito una ricaduta e questo ha spinto i medici a consigliarmi una serie di analisi e di accertamenti” raccontò con voce affaticata in un video del 9 Novembre, girato per smentire qualunque legame tra la sua malattia e il Covid, per giustificare la sua assenza dal Parlamento Europeo e ricordare il lavoro svolto a Strasburgo, dove tornò a presiedere l’aula il 22 Novembre. In quei giorni si susseguirono le indiscrezioni su una sua possibile ricandidatura al Parlamento europeo sostenuta dal gruppo dei socialisti europei, smentita il 15 Dicembre dallo stesso Sassoli in nome della conservazione della maggioranza Ursula: “Il fronte europeista rischierebbe di dividersi, e sarebbe andare contro la mia storia, le nostre convinzioni, le nostre battaglie. Non posso permetterlo”.

Innovare, proteggere, diffondere: ecco le 3 proposte che vi propongo per guidare il rinnovamento del nostro progetto europeo

Solo ieri, quando le condizioni di David Sassoli erano disperate, tramite il portavoce Roberto Cuillo, è stata diffusa la notizia del ricovero avvenuto il 26 dicembre presso il centro oncologico di Aviano per gravi complicanze dovute a una disfunzione del sistema immunitario. “C’è stata una complicazione negli ultimi giorni che ha aggravato drammaticamente le sue condizioni di di salute” ha dichiarato Cuillo ai microfoni di Rainews24.

 

 

Elidia Trifirò

 

 

Tragedia a Prato: Luana muore a 22 anni sul posto di lavoro

Toscana sotto shock per quanto avvenuto ieri mattina, 3 maggio: Luana D’Orazio, una ragazza di soli 22 anni ha perso la vita dopo essere stata travolta da un macchinario nella ditta di Montemurlo (Prato), un’azienda tessile di via Garigliano.

Inutili i tentativi di soccorso, nonostante l’immediato allarme lanciato dai colleghi, la giovane ragazza è morta sul colpo.

Gessica Beneforti di Cgil Toscana e Barbara Orlandi (Coordinamento Donne Cgil Toscana) esprimono “cordoglio e rabbia: è inaccettabile“.

(Fonte: Yeslife)

Il drammatico incidente

Luana D’Orazio, non ancora ventitreenne morta lunedì 3 maggio a causa di un incidente sul lavoro.

Luana abitava ad Agliana, in provincia di Pistoia, era diventata mamma da poco ed aveva trovato lavoro presso Orditura Luana, una fabbrica tessile a Oste di Montemurlo, in via Garigliano, nella provincia di Prato.

Ieri si era alzata per andare in azienda, come ogni giorno; si trovava davanti ad un orditoio, un macchinario che sbroglia i fili e li ordina prima della lavorazione. Poi, d’improvviso, il caos: Luana è rimasta incastrata dal macchinario ed è stata trascinata verso un rullo industriale senza possibilità di salvezza.

Nello stabilimento, stava lavorando ad una macchina vicina, un collega; tuttavia, era voltato di spalle e non è riuscito a intervenire in tempo. È stato proprio lui il primo a dare l’allarme, ma nonostante la chiamata al 118 e i soccorsi per lei non c’è stato niente da fare. Immediatamente, le ambulanze, i pompieri e la triste constatazione del decesso.

La dinamica è ancora poco chiara, per questo sul luogo dell’incidente sono arrivati i carabinieri e anche gli ispettori del lavoro dell’Asl che hanno effettuato i controlli opportuni per capire se si sia trattato di un errore umano oppure di un mancato rispetto delle norme di sicurezza.

La squadra dei vigili del fuoco intervenuta ha provveduto al recupero del corpo dopo che il pubblico ministero ha dato il nulla osta. Hanno provveduto al trasferimento il trasferimento del corpo, che adesso si trova all’ospedale di Pistoia in attesa dell’autopsia.

Ci sarà un’inchiesta che appurerà come e perché Luana, che lavorava in quella azienda da circa un anno, sia morta, mentre i carabinieri hanno sentito a lungo i colleghi di lavoro della giovane. La titolare dell’azienda, sotto choc, ha avuto un malore ed è stata trasportata al pronto soccorso.

Il macchinario è stato posto sotto sequestro per consentire di effettuare tutti i necessari accertamenti; è stato sequestrato anche il macchinario “gemello” per capire cosa non ha funzionato.

Sul luogo dell’incidente è arrivato anche il sindaco di Montemurlo, Simone Calamai: «Sono profondamente scosso da quanto e mi fa ancor più male sapere che questa ragazza era diventata da poco madre di una bambina, un pensiero che mi lascia davvero sgomento. Provo un grande senso di ingiustizia, di rabbia e un dolore immenso. È una tragedia che colpisce tutta la comunità montemurlese e mi stringo in segno di cordoglio, anche a nome di tutta l’amministrazione comunale, alla famiglia della giovane». Continua «Le morti bianche spezzano all’improvviso sogni e progetti di vita e sono davvero inaccettabili»

(fonte: Today)

Una ragazza giovanissima, con sogni e i progetti, cancellati in un istante, in un qualsiasi lunedì di maggio.

Le eccesive morti sul lavoro

L’orditura Luana, l’azienda in cui ha perso la vita Luana D’Orazio, oggi è vuota: macchine ferme, operai a casa. Solo un dipendente presente, colui che intorno alle 10.30 ha aperto il cancello ai tecnici del dipartimento di prevenzione della Asl.

Sul posto anche il signor Marchetti, un amico di famiglia, sconvolto da quanto accaduto: «Luana era la figlia di un mio amico, era una ragazza di 22 anni, aveva un bambino di 5 anni, era fidanzata, era una ragazza semplice, per bene, lavorava volentieri e aveva volontà di lavorare, ha anche un fratello disabile, la situazione in famiglia è un po’ delicata… Il padre è disperato».

Una tragedia che lascia sotto choc la Toscana e che ripropone una volta di più il tema della sicurezza nei luoghi di lavoro. Solo due mesi fa un altro ragazzo di 23 anni era morto in un’azienda tessile.

In occasione del 1° maggio l’Associazione nazionale lavoratori mutilati e invalidi del lavoro (Anmil) ha pubblicato un conteggio sui morti sul lavoro nel 2021: 120, praticamente uno al giorno.

Luigi Sbarra, il segretario generale della cisl, scrive su twitter

Intervenuto anche il presidente del consiglio regionale Antonio Mazzeo: «Mi auguro che siano appurate eventuali cause e responsabilità dalle autorità competenti, ma nello stesso tempo sento forte il dovere di denunciare una situazione che ancora oggi mette a rischio le vite di troppi lavoratori nella nostra regione. I numeri ci dicono che si registrano ancora oltre 5 morti sul lavoro al mese e questo nonostante un impegno costante da parte della Regione attraverso i dipartimenti sicurezza delle proprie Asl, dei sindacati e delle altre parti sociali»

«È inconcepibile continuare a morire sul lavoro. È ancor più inaccettabile la morte di lavoratori giovanissimi, oggi di una giovanissima madre». Lo scrivono in un comunicato Cgil, Cisl e Uil e Filctem, Femca Uiltec di Prato che aggiungono: «Chiedere sicurezza è come abbaiare alla luna».

Come spesso succede in questi casi, i profili social di Luana si sono trasformati in una camera ardente virtuale, in cui chi passa lascia un commento.

Anche Leonardo Pieraccioni ha espresso la sua opinione in merito all’accaduto: «L’ho avuta come comparsa in un mio film, Se son rose, nella scena di una festa. Il ricordo di quella scena di una festa spensierata di ventenni aggiunge ancora più dolore. Perché la vita a vent’anni dovrebbe essere e continuare così, come una festa.».

Manuel De Vita

Muore il principe Filippo, una figura controversa, ma fondamentale per la storia del Regno Unito

(fonte: ilpost.it)

Ci lascia una delle figure più in vista del nostro tempo, il principe Filippo, duca di Edimburgo. Classe 1921, a giugno avrebbe compiuto 100 anni. Una vita al fianco della regina Elisabetta II, accanto alla quale si è spento nel castello di Windsor, dal quale è stata data la notizia alla nazione.

Otto giorni di lutto per il Regno Unito. Il principe è venuto a mancare dopo un lungo ricovero al King Edward VII Hospital, ospedale di Londra, iniziato il 17 febbraio per la cura di un’infezione. Il primo marzo poi era stato trasferito al St. Bartholomew’s Hospital, sempre della capitale inglese, dove i medici hanno continuato a curare l’infezione, ma hanno anche effettuato dei controlli per una patologia cardiaca preesistente. Dopo un intervento al cuore, il duca era stato dimesso a metà marzo.

Un’infanzia itinerante

Nato a Corfù nel 1921, lasciò l’isola con tutta la sua famiglia, quando aveva ancora solo 18 mesi, perché nipote del re greco Costantino I, costretto ad abdicare dopo una rivolta delle forze militari. Prima Parigi, poi nel 1928 l’arrivo in Inghilterra. Ha svolto i suoi studi spostandosi dal Regno Unito alla Francia, alla Germania. Fu un ufficiale della Marina Militare inglese, ha ricevuto dei riconoscimenti per il suo servizio durante la seconda guerra mondiale.

Una foto da bambino del principe

Circa il 1935 (fonte: Hulton Archive/Getty Images)

Alla conclusione della guerra, riprese l’amicizia precedentemente avviata con Elisabetta, che presto si trasformò in una storia d’amore pubblica.

Non solo un consorte fedele

Ben settantaquattro gli anni di matrimonio con Elisabetta. Per sposarsi, il duca rinunciò al suo titolo greco, divenne suddito britannico naturalizzato e prese il cognome Mountbatten, derivato dalla parte materna della famiglia di origine tedesca. Sulla sua fedeltà molti hanno discusso, ma lui alla fine ha sempre dimostrato di saper stare accanto alla regina, mantenendosi un passo indietro e dando sempre il suo supporto come marito e come principe.

Una foto del matrimonio (fonte: CNN)

La cerimonia del matrimonio si tenne presso l’Abbazia di Westminster nel 1947. Quattro i figli avuti con Elisabetta: Charles, Anne, Andrew ed Edward. Filippo accompagnato la regina e l’Inghilterra attraverso sette decenni di storia, attraverso gli intensi eventi che hanno costellato il Novecento, fino ad arrivare al tempo della pandemia da coronavirus. Di lui, sicuramente, si è messo spesso in risalto più il suo ruolo di “marito della regina” e meno si conosce di lui come uomo. Chi lo ha conosciuto sapeva dei suoi commenti imprevedibili e del suo spirito pungente. Una figura “particolare”, a tratti controversa, ma pur sempre fondamentale per la monarchia inglese.

Il principe Filippo con due dei suoi figli (fonte: CNN)

Intensa la sua attività da filantropo, è stato associato a circa 800 organizzazioni. Ha fondato il “Duke of Edinburgh Awards Scheme”, un programma di sviluppo giovanile che opera in più di 130 paesi e territori in tutto il mondo. Ha incontrato diversi personalità importanti e continuato a svolgere al meglio il suo ruolo di principe fino al 2017, quando si ritirò a vita privata nella tenuta rurale di Sandringham, comparendo solo in occasione di eventi familiari privati.

Più di mezzo secolo al fianco di una delle figure più importanti della storia, rivelandosi un perfetto compagno di viaggio per quest’ultima, la quale non ha mai nascosto tutta la sua riconoscenza per il supporto ricevuto.

Gli ultimi anni

La sua salute è stata spesso al centro della curiosità della stampa inglese, negli ultimi anni. Numerose le fake news messe in circolo, diversi coloro che ritenevano che il principe fosse già venuto a mancare tempo fa.

Un episodio che è rimbalzato tra le cronache di tutto il mondo e che ha suscitato anche sorpresa, è stato l’incidente, fortunatamente conclusosi senza particolari complicazioni, del 2019: Filippo, novantasettenne, guidava una Land Rover quando è stato coinvolto in un tamponamento, dal quale uscì indenne, mentre la donna nell’altra auto si ruppe un polso. Quella fu per lui il momento di accantonare una sua grande passione, quella della guida.

Subito dopo la diffusione della sua scomparsa, il primo ministro Boris Johnson ha dichiarato da Downing Street:

“Ricorderemo il duca di Edimburgo per il suo contributo alla nazione e per il suo solido supporto alla regina. Come nazione e come regno ringraziamo la straordinaria figura e lavoro del principe Filippo, un amorevole marito, un padre e un nonno affettuoso.”.

Della regina ancora non abbiamo alcuna apparizione in pubblico. Non possiamo che immaginare quanto grande sia il dolore nel dover salutare l’uomo che l’ha accompagnata durante la maggior parte della sua vita e senza il quale, forse, non sarebbe stato lo stesso.

 

Rita Bonaccurso