8 canzoni moderne da dedicare a chi ami a San Valentino

Oggi è San Valentino, la festa dell’amore. Ogni anno le coppiette di innamorati si scambiano piccoli pensieri per celebrare il sentimento che li lega. C’è chi prepara una cena, chi compra dei fiori o dei cioccolatini, chi magari non fa nulla di speciale, ma vuole far sapere al mondo che è innamorato. Cosa fare in quel caso? Pubblicare una foto sui proprio social può essere una soluzione, però che canzone sceglieremmo come sottofondo?

Ecco a voi una piccola lista delle canzoni più belle uscite negli ultimi anni, selezionate per voi tra miriadi di brani che parlano d’amore.

“Fanne qualcosa di eterno, non lasciarne cadere neanche un solo frammento”

La sensibilità di Michele Bravi traspare dal suo brano Mantieni il bacio ( 2021), pubblicato dopo il lungo periodo di assenza a causa di problemi personali.

Mantieni il bacio è un inno all’amore che salva dalla ferita del mondo. Michele canta di come, in un periodo buio, l’unica cosa che lo ha ancorato alla realtà erano i baci con la persona amata perché era lì che il male smetteva di esistere e c’erano loro due, «soltanto io, soltanto tu». Il cantante dice che l’amore deve essere protetto da tutto e tutti e che si esprime attraverso il bacio, che permane nello spazio e nel tempo.

“Mantieni il bacio
Oltre l’errore del tempo
Fanne qualcosa di eterno”

 

“Come fai a toccare la mia anima dall’esterno?”

Forse i più conosceranno questa canzone, Pov ( 2020), a causa dell’enorme successo ottenuto via TikTok e Instagram Reels.

Questo non è l’unico singolo virale che la popstar statunitense Ariana Grande vanta nella sua discografia, ma è probabilmente la dedica più dolce mai fatta a qualcuno. Nella canzone, Ariana dice di voler capire il “punto di vista” del marito, Dalton Gomez,  per poi farlo proprio. Vuole vedersi come la vede lui, con pregi e difetti perché in questo modo può imparare ad amare se stessa:

“Voglio amarmi (ooh)
nel modo in cui mi ami (ooh)
per tutti i miei pregi e anche i difetti

Mi piacerebbe vedermi dal tuo punto di vista”

 

“L’universo si è mosso a nostro favore, non c’era nulla leggermente fuori posto”

Il gruppo k-pop più famoso al mondo, BTS, ha una moltitudine di canzoni che parlano dell’amore in moltissime forme ma probabilmente Intro: Serendipity ( 2017) è quella che più sembra una poesia per la dolcezza delle parole usate.

La canzone non è pensata per il gruppo ma per il membro Jimin, particolarmente apprezzato per il tono di voce delicato e sensuale. Nella canzone l’incontro con la propria metà viene descritto in due modi: può essere un caso ma allo stesso tempo era destino che i due si conoscessero. In sostanza quindi l’amore è un bellissimo paradosso, perché i due amanti erano destinati ad “incontrarsi accidentalmente“:

Sin dalla creazione dell’universo
Tutto era già stato deciso
Just let me love you (let me love, let me love you)”

 

 

“Il tuo amore è un segreto che spero, sogno, muoio per tenerlo”

La cantautrice statunitense per eccellenza Taylor Swift prende il microfono e incide King of my heart ( 2017), una canzone che narra un sentimento inaspettato sfociato poi in relazione stabile.

L’amore per Joe Alwyn, un attore britannico, è “rinfrescante” per la vita personale della «regina americana», talmente rinfrescante che si è consolidato facilmente. Taylor accetta questo sentimento improvviso e arriva a definire il suo compagno quello “definitivo”. Con lui, sta guarendo da precedenti relazioni disastrose e sta maturando nuove consapevolezze riguardo se stessa:

“E’ questa la fine di tutte le fini?
le mie ossa rotte stanno guarendo
grazie a tutte queste notti passate insieme”

 

“Nessuno raggiunge il tuo livello, non importa quanto ci provi”

Il trio messicano Reik non è molto conosciuto in Italia, ma il cantante colombiano Maluma ci fa ballare ogni anno a suono di hit raggaeton. La canzone nata dalla loro collaborazione, Perfecta (2021), ha un testo semplice e – se si hanno conoscenze basiche della lingua spagnola – è facile da cantare. Il brano ruota attorno alla devozione per la persona amata e alla gratitudine per aver ucciso la propria solitudine imprimendo una direzione alla propria vita.

“Nessuno me lo fa come te,
Hai qualcosa che mi cattura
Nessuno raggiunge il tuo livello, non importa quanto ci provi”

 

“Non so cosa voglio ma so che voglio veramente aggrapparmi a te”

Ovviamente, quando ci si innamora, non si inizia con rose e fiori. Seori, cantante indie coreana classe 1996, canta questa fase nella sua Lovers in the night.

Descrive le sensazioni positive e negative che le fanno desiderare di vestirsi di rosso o di cantare a squarciagola, i desideri e le tentazioni che il cuore prova in quei momenti, pur restando puro.  Seori dice poi di «non voler dare un nome a questo sentimento» che è pesante nel suo petto.

“So che è meglio essere freddi
Meglio chiedersi che sapere
E quindi interpreterò il ruolo”

“Ne prendo un piccolo pezzo e il resto è tuo, mio amore”

Il genere rap non poteva rimanere fuori da questa piccola lista di canzoni d’amore. Own it ( 2019)è una canzone di Stormzy, rapper originario di Londra; partecipano al brano il cantautore inglese Ed Sheeran e il rapper nigeriano Burna Boy.

Il tema centrale della canzone è una ragazza che vuole avere il controllo – in questo caso del cuore del proprio partner – e che quindi «lo possiede».

Quando è stato chiesto il significato della canzone a Stormzy, ha risposto: «A volte la musica sa essere sessista o usa le donne come oggetti. Io non voglio questo.»

“Amavo stare da solo, ma adesso non lo sopporto
Allungo il mio palmo per te così puoi metterci la mano
Ragazza, sei l’unica e non lo capisco
Come illumini la stanza con la tua luce?”

 

“Ti comporti così perché sai che impazzirò, vero?”

She is ( 2016) di Junghyun, membro ormai scomparso degli SHINee, è una delle canzoni più ascoltate durante il giorno di San Valentino. In Corea del Sud è un testo molto apprezzato per la sua sensualità volutamente non esplicita, discreta e incredibilmente romantica.

Il brano ha caratteristiche RnB ed è leggero e gioioso, a tratti civettuolo, a tratti a sfondo sessuale (per quanto un brano k-pop possa esserlo!).

Jonghyun descrive come il suo interesse amoroso lo faccia sentire e come a volte lui e la sua partner si mettano a giocare “al gatto col topo”:

“Mi piace come sembra che tu non sappia niente

Mi piace come ti comporti in modo timido

Mi piace così come è”

 

 

San Valentino è quel giorno in cui ti dedichi alla persona amata. Basta poco: non occorre esagerare con regali costosi o con poesie di tempi ormai lontani, che fanno sempre effetto ma a volte non descrivono dinamiche moderne. Una canzone è un ottimo sostituto e, anche se quella che piace a te o alla tua metà non è tra queste, in rete ne esistono diverse centinaia di migliaia. Tocca a te scoprirla!

Sarah Tandurella

Amore, morte e animazione. Il secondo volume della serie

In “Love, Death + Robots 2 “spicca la creatività dei disegnatori, un po’ meno l’originalità delle storie – Voto UVM: 3/5

Il secondo volume di Love Death + Robots ci presenta un’altra serie di corti d’animazione, legati tra loro solo dalla voglia di sperimentazione. Come nella prima parte, anche qui Netflix ha deciso di dare agli animatori l’unico compito di sfogare al meglio le proprie doti creative, proponendo agli abbonati un mix in molti casi interessante di tematiche e stili.

I corti spiccano più per la resa artistica che per un lavoro di caratterizzazione su personaggi, ambientazione o trama, che molto spesso risulta quasi essere nient’altro che un contorno ad un lavoro ben più ampio.

Ma andiamo a vedere nel dettaglio cosa la serie comunica allo spettatore…

I corti

Come già detto, dalla visione dei corti risulta subito evidente come l’arte al loro interno risulti l’elemento predominante: uno degli esempi migliori di ciò è il corto Giaccio dove vediamo un lavoro che mette in secondo piano il rispetto per le proporzioni e per una resa realistica e dove il risalto viene dato al dinamismo e all’azione. L’animazione viene qui sfruttata per proporre un’ambientazione lontana e quasi claustrofobica in cui la terra non è più il solo posto in cui vivere e in cui la razza umana è progredita attraverso vere e proprie modifiche genetiche che permettono agli abitanti del nuovo pianeta di affrontarne il clima rigido.

Un altro esempio di totale sfogo creativo è il corto Era la notte prima di Natale dove il citazionismo la fa da padrone e si riesce con pochissime mosse ad inquietare e a divertire con un uso intelligente delle tematiche e a  creare un contrasto che risulta sicuramente azzeccato: il natale non viene qui visto come siamo soliti vederlo.

Se questi sono però gli esempi migliori di lavoro artistico, abbiamo in molti altri casi un lavoro sulle ambientazioni che attinge a piene mani dalle grandi opere fantascientifiche e che potrebbe portare molti velocemente alla noia e al disinteresse, visto l’uso di situazioni già viste se non di scene pescate – senza troppa fantasia – a pie pari da opere come Star Wars: la scena iniziale del corto Snow nel deserto, pur essendo un tributo ad una scena iconica del primo storico film della saga, risulta esserne un’imitazione fin troppo vicina all’originale.

Michael B. Jordan in “La cabina di sopravvivenza”. Fonte: readysteadycut.com

C’è da dire che il budget altissimo di Netflix ha comunque portato ad una realizzazione tecnica dei volti e delle ambientazioni che sfiora il fotorealismo. Nel corto sopra citato o ne La cabina di sopravvivenza il lavoro tecnico aiuta senz’altro con l’espressività degli attori: Michael B. Jordan, che presta il volto al protagonista nel secondo corto, è riuscito ad esprimersi a pieno e l’impressione che ha lo spettatore non è quella di un semplice modello 3D animato con una sessione di motion capture, ma quella di una vera e propria performance attoriale in tutto e per tutto. Aiuta poi il focus totale sul protagonista ritratto molto da vicino nel tentativo di salvarsi dal pericolo.

Passando degli altri corti, Servizio clienti automatico e Pop squad raccontano entrambi, ma in maniera opposta, di un futuro distopico riuscendo solo in parte a narrare qualcosa di diverso da ciò a cui si ispirano . Il primo parla in maniera scherzosa di un futuro in cui l’uomo è completamente schiavo delle macchine e della pigrizia, macchine che però diventano pericolose nel momento in cui si ribellano. Anche qui una storia raccontata già da molti altri che cerca comunque con un po’ di comicità e con uno stile caricaturale, di risultare divertente per chi guarda. L’altro corto racconta invece di una società di immortali in cui viene considerato un crimine portare alla luce un figlio: i dubbi del protagonista, che si ritrova a dover far rispettare tale legge, portano avanti una trama con fortissime tinte noir.

L’ultimo corto si discosta parecchio dagli altri: parliamo de Il gigante affogato. Uno studioso universitario si ritrova a dover studiare il corpo di un essere umano colossale ritrovato spiaggiato come una creatura marina. Osserviamo da vicino entrambi i protagonisti mentre col passare dei giorni lo studioso entra sempre più in confidenza con l’oggetto dei suoi studi e descrive tutte le emozioni che gli suscita la sua analisi.

“Era la notte prima di Natale. “Fonte: Netflix

Mettendo tutto assieme…

Il secondo volume di questa antologia risulta alla fine essere un semplice utilizzo di un evidente talento artistico degli animatori a cui, forse per scelta, si è deciso di non affiancare uno studio attento sulla trama e sui personaggi. Qualcosa che forse serviva ma che evidentemente non è stata messa totalmente a fuoco dai suoi creatori.

Quello che di buono c’è, è comunque tanto e si può stare tranquilli che anche il volume 3, già annunciato da Netflix, ci assicurerà una grande varietà d’idee ed emozioni.

 

Matteo Mangano

L’interrogatorio di un viandante sull’amore

Cammino per strada e non riesco a smettere di pensarci. Continui flashback attraversano la mia mente, senza darmi tregua. Ci sei tu, ci sono io. Ci siamo io e te a ridere di una giornata che proprio non vuole saperne nulla di andare bene, ci siamo noi a fissare il soffitto con un sorriso ebete stampato in faccia. Quante volte ti ho detto che quel sorriso ti faceva più ragazzina, e tu nemmeno ci credevi.

E poi ci sei tu che gridi e piangi e io che grido più forte, chissà su quale legge animalesca si fonda l’idea che, alzando la voce, l’altra persona smetta di parlare. Mi si è gonfiata una vena sul collo, era tanta la rabbia.

Continuo a pensarci, guardando i fari delle macchine sulla strada, nella speranza di trovare il sassolino nella scarpa che fa camminare male, quell’arancia amara che ti ha guastato tutto il pranzo, il quadro storto che per quante volte potrai drizzarlo tornerà sempre a inclinarsi, oppure la canzone sbagliata in radio che un po’ l’umore te lo cambia. E questi fari mi fanno sentire un po’ sotto interrogatorio, sono innocente, commissario, però le cose si fanno in due quindi un po’ è anche colpa mia. Mi capisca commissario, io proprio non lo so … qual è il momento esatto in cui l’orologio fa Dong, e cosa fa, l’orologio, nella restante mezz’ora prima del Dong? È felice, forse.

Davanti a me vedo una coppia e lei ha una rosa in mano. Chissà se se lo immaginano che prima o poi litigheranno fino a odiarsi, chissà se in cuor loro sanno che alla fine ritorneranno insieme, chissà se anche lontanamente immaginano tutto il male che in futuro si faranno.

Mi sento quasi in dovere di avvertirli, lasciate perdere tutto, anche le rose. A che servono? Tanto marciscono.

La verità è che a marcire siamo stati noi.

Sentimenti … sentimenti … non ne provo nessuno, li ho gelati tutti. Sono diventato egoista, ecco tutto. Mi sento felice solo per me stesso, è questa la verità. E per una volta, nella vita, ho tutto il diritto di essere egoista per quanto mi pare e piace. Si, sono un insieme di rabbia e cinismo, forse. E ora basta, non voglio saperne niente, d’ora in poi ci sarò io il calcio, qualche porno, birra come se piovesse … è d’accordo con me, commissario?

Sono rimasto solo, ancora. Fisso le vetrine dei negozi che stanno per chiudere, sono le 21 e francamente me ne infischio (diceva qualcuno).

Che voglia di andare al cinema, almeno starò un po’ al calduccio a rilassarmi, però che pizza ci sarà sicuramente una coppia. Ma ovunque io possa andare, ci sarà sempre una coppia. Forse devo cambiare casa. Ma che sto dicendo? Vedi un po’ se devo cambiare casa per colpa di quella stronza che nemmeno vive lì, solo per non rivedere più i fantasmi di me e lei felici.

Conosco gente che si lascia e riesce a rimanere amica, o ancora gente che si lascia e, dopo tanto soffrire, riesce a ricominciare da capo e tornare insieme.

E allora perché, io e te, non riusciamo nemmeno a guardarci in faccia? Perché dobbiamo evitarci? Dividerci i luoghi o gli amici?

Perché non meritiamo di essere felici?

Perciò adesso, su questa strada e con tutti questi fari puntati contro di me, non riesco a spiegarmi come siamo arrivati a questo …

Tornerò ancora ad amare?

Lo giuro, commissario, mai più. Anzi, ritiro tutto. La prossima volta starò più attento. 

Sì, sto mentendo, lo so. A presto.

Serena Votano

Sophie, la luna e chissà

Sophie pensava ai mille volti dell’amore…

Quella sera in tv non c’erano programmi interessanti o almeno a lei non importavano più di tanto.

Da tempo si chiedeva cosa l’aspettasse là fuori: quella persona che tanto desiderava accanto in che parte del mondo poteva essere?

“L’amore”… si proprio questa parola dai mille significati… era ogni giorno circondata d’amore, amici, famiglia, il suo gattino bianco che ogni sera l’aspettava davanti casa. Ma cos’era veramente per lei l’amore?

La notte si fermò un momento a pensare, poi ad un tratto il silenzio, il vuoto.

Si riprese dopo un po’, ritornó in sè e diede una risposta … per lei l’amore era elevare a potenza, qualcosa che capiva lei e solo lei. Le delusioni del passato l’avevano spinta a chiudersi e costruirsi l’armatura, un muro che anche chi le stava accanto faceva fatica ad oltrepassare.

Giorno dopo giorno decise di dedicarsi un minuto della giornata, capire cosa le piacesse veramente e cosa la facesse stare bene. Ritagliarsi un mondo tutto suo, in cui le parole invece che volare al vento restavano scritte su un foglio non bianco, ma colorato dalle sue mille idee e dal suo amore che teneva solo per sè. Prese una penna e iniziò a scrivere.

Quella notte non riuscì a dormire, non importava se l’indomani la sveglia suonasse, quella era la notte dei miracoli, qualcosa stava accadendo, qualcuno stava bussando alle porte del destino di Sophie. In quel foglio scrisse solamente una frase che racchiudeva tutto l’amore che aveva e diceva proprio così: 

È la notte dei miracoli, forse qualcuno mi sta aspettando là fuori, voglio continuare ad amare come un tempo facevo, voglio ritornare a vedere il rosso sangue dell’amore, voglio sentire le nostre anime unirsi per poi amarsi più di prima “.

Qualunque cosa stesse pensando Sophie stava intuendo qualcosa e chissà cosa starà facendo adesso, magari sotto la luna di dicembre con un bicchiere di vino in mano, accanto a qualcuno o soltanto a danzare con le stelle e farsi compagnia.

Gabriella Puccio

Designated survivor

E’ una serie tv americana in onda su Netflix da un paio di mesi.
Racconta la storia di un uomo che si trova all’improvviso a ricoprire una tra le più importanti cariche al mondo: il presidente degli Stati Uniti d’America.
Questo upgrade sociale avviene grazie allo scoppio di una bomba,  che rade al suolo il Campidoglio mentre al suo interno si trovava l’intero Congresso.
E quindi, morto il Presidente, l’America corre ai ripari e ne nomina un altro.
Il primo nome sulla lista, (in realtà non è il primo ma i dieci candidati prima di lui sono tragicamente passati a miglior vita) è quello del Segretario della Casa e dello Sviluppo Urbano degli Stati Uniti d’America, Tom Kirkman.
Piccola curiosità: in America questa ‘precauzione’ del sopravvissuto designato esiste davvero dalla lontana Guerra Fredda, quando l’attacco nucleare era dietro l’angolo.
Durante alcuni eventi di massima importanza tutti i membri del Congresso, il Presidente, il Vicepresidente, il capo di Gabinetto (e sicuramente altre grosse cariche facenti parte delle mie lacune sulla legislazione americana), si trovano fisicamente nello stesso luogo.
Contemporaneamente, il sopravvissuto designato si trova in un altro luogo, sotto stretta sorveglianza. Questo perché in caso di attentati, catastrofi (come quella della serie tv), il Paese abbia almeno una figura guida.
Il primo ‘designated survivor’ , Terrel Bell, è stato tuttavia reso noto solo nel 1981, durante il mandato Reagan.
E nel 2001 dopo l’attentato alle Torri Gemelle, in occasione del discorso di inaugurazione di George Bush, fu scelto Dick Cheney, il vice presidente. Questo perché data la delicatezza della situazione, si è resa necessaria una figura già stabile e imponente dal punto di vista mediatico e politico.
Tornando a Kirkman, è il sogno americano fatto personaggio. Un uomo che ha a cuore i grandi valori, la famiglia, la correttezza, ma soprattutto tanta umiltà e dedizione alla propria causa.
Ovviamente non si addice a tutti essere il Presidente, e all’inizio Kirkman non sembra essere un’eccezione.
E’ una sola stagione, 21 episodi da circa 45 minuti l ‘uno; però una puntata dopo l’altra conquista quel ‘quid’ che mi ha fatto cambiare idea sul suo conto.
Nonostante gli altri personaggi non conservino questo dinamismo, è una serie tv di cui vuoi vedere il finale. Ci sono innumerevoli intrighi, altri attentati, una mezza storia d’amore e pallottole vacanti.
Il cast è formato da attori poco noti; fa sicuramente eccezione  Maggie Q, l’agente di punta dell’FBI, che interpretava la ‘Nikita’ dei pomeriggi di Italia uno.
Forse qualcuno riconoscerà anche Kal Penn, il portavoce della Casa Bianca che abbiamo già visto in House MD.
Tom Kirkman è Kifer Sutherland, Golden Globe nel 2002 come miglior attore protagonista nella serie tv ’24’.
La regia e la colonna sonora non hanno nulla di troppo particolare, sono la cornice ‘basic’ di un quadro incentrato sulle vicende del Presidente e di tutti quelli che gli stanno attorno.
Giulia Garofalo