L’Amore nell’epoca della fluidità

Viviamo un tempo liquido, come lo avrebbe definito Zygmunt Bauman, in cui nulla sembra destinato a durare, in cui la velocità ha sostituito la profondità, e le connessioni permanenti non garantiscono più la presenza reale.

È l’epoca della fluidità, in cui anche l’amore si è fatto liquido: scorre, sfugge, evapora senza forma, come un fiume che non ha argini né sponde, anche le relazioni sembrano dissolversi prima ancora di prendere forma.

Ma cos’è l’amore oggi?

È una parola usata con leggerezza eppure caricata di attese antiche. È un bisogno profondo di contatto, ma anche una paura del legame. Nell’epoca del matching, del ghosting e del poliamore, l’amore è diventato un’esperienza a  intermittenza. Ci si cerca e ci si sfugge. Si desidera la fusione e insieme l’autonomia. L’intimità è desiderata quanto temuta. Come scrive Byung-Chul Han:

Il vero amore è solo quello che accetta la necessità di annullarsi affinché l’Altro possa giungere.

Tuttavia, l’amore ha sempre avuto a che fare con la contraddizione. È desiderio e limite, come ci ha insegnato Platone nel Simposio, è l’impulso a completarsi, a cercare nell’altro ciò che in noi è incompiuto. Anche oggi, in questa era dove tutto è provvisorio, l’amore conserva la sua forza archetipica: è ciò che ci strappa al narcisismo, ci espone, ci rende vulnerabili, ma anche vivi.

Nel Novecento, Roland Barthes scrisse:

L’altro è assegnato a un habitat superiore, a un Olimpo ove tutto si decide e da cui tutto emana su di me.

 

René Magritte, Les Amants (Gli Amanti), 1928, olio su tela, 54×73 cm, MoMA, New York

 

Ma come si interpreta un amore che si dissolve nell’istantaneità? Dove tutto può essere sostituito da uno swipe?

Oggi dire “ti amo” ha perso il suo peso. Troppo spesso lo si dice senza voler davvero restare, o senza nemmeno sapere cosa significhi voler restare. L’amore, quello vero, non è perfetto: è costruzione. È conflitto che non distrugge, ma insegna. È fiducia che si rinnova. “Amare non è guardarsi l’un l’altro, ma guardare insieme nella stessa direzione”, scriveva Saint-Exupéry. E in questa condivisione di orizzonti si fonda la forza del legame.

Molti oggi rivendicano il diritto alla libertà emotiva, alla molteplicità, al non dover definire ciò che provano. Ma l’amore chiede coraggio. E proprio in questo scenario di incertezza, l’amore resiste, sopravvive sotto le ceneri dell’epoca postmoderna. Più ancora: ha bisogno di nuove forme di coraggio. Il coraggio di rallentare, di sostare, di essere fedeli non per dovere ma per scelta. Perché l’altro è diventato un mondo che vogliamo abitare, non attraversare. Perché in un mondo dove tutto è consumo, amare davvero è un atto di resistenza.

 

L'Amore
Henri de Toulouse-Lautrec, A letto, il bacio, 1892-1893 circa, collezione privata.

 

C’è chi dice pure che l’amore sia morto. Ma forse è solo mutato. Si è fatto più fragile, più mutevole – ma anche più consapevole. Non cerca più la fusione totale, ma una comunione di libertà. Un dialogo continuo tra due differenze che si rispettano. Un legame che non stringe ma accompagna. Come scriveva Rainer Maria Rilke: “L’amore consiste in questo, che due solitudini si proteggono a vicenda, si toccano, si salutano”.

L’amore fluido non è meno profondo, se ha radici nella verità. Non è meno autentico, se è capace di restare anche nella mutevolezza. Forse oggi l’amore più forte non è quello che promette per sempre, ma quello che sceglie ogni giorno. Nonostante il caos. Nonostante la paura. Perché l’altro, tra mille, è ancora l’unico volto in cui ci riconosciamo davvero.

Certo, la fluidità ha anche i suoi pregi, ci insegna ad accettare la trasformazione, a non irrigidirci in modelli passati. Ma se tutto diventa flusso, se non ci sono più argini, rischiamo di annegare nella precarietà. L’amore ha bisogno di tempo, di ascolto, di pazienza. Di parole vere. Di silenzi condivisi. E sì, anche di fatica.

Forse allora la sfida oggi è proprio questa: imparare ad amare in un tempo che ha paura dell’amore. Riconoscere nell’altro non solo un riflesso, ma una persona intera, distinta, reale. Rinunciare alla ricerca del “perfetto” per scoprire la bellezza del possibile.

Ecco, forse l’amore, oggi più che mai, è un atto di resistenza. Una forma di poesia. Un atto politico. Un ritorno alla verità. Nonostante tutto.

 

Gaetano Aspa

 

Robot Melma: il nuovo materiale dalle proprietà innovative

Dalla Cina arriva il Robot Melma che promette di rivoluzionare la biomedicina attraverso l’utilizzo di un nuovo materiale. La nuova scoperta promette applicazioni in aree del corpo difficili da raggiungere e, di conseguenza, un notevole salto avanti nella ricerca medica e non solo.

Fonte: bgr.com
Indice dei contenuti

Cos’è e da cosa è costituito?

Come funziona

Possibili utilizzi

Quali sono i progetti e gli utilizzi futuri?

 

Cos’è e da cosa è costituito?

Dallo studio portato avanti dal Prof. Li Zhang e colleghi dell’Università cinese di Hong Kong, nasce un “robot morbido“, simile a uno slime, in grado di superare i limiti dei predecessori. Gli studiosi, previa considerazione e studio di progetti esistenti per verificare i limiti di molecole simili (esistevano già robot elastici in grado di manipolare oggetti e robot a base di fluidi  per di navigare in spazi ristretti), hanno creato uno slime con proprietà miste. Lo strumento è composto da particelle magnetiche al neodimio mescolate con borace e alcol polivinilico, un aggregato con proprietà viscoelastiche che si comporta come un liquido o un solido a seconda della forza che gli viene applicata (un tipico fluido newtoniano).

Come funziona

Lo slime viene controllato da magneti esterni che sfruttando le forze elettromagnetiche (forza che un corpo esercita su un altro a causa della presenza di cariche elettriche), generano un campo magnetico determinando così i suoi movimenti, potendosi allungare, accorciare e attorcigliare su se stesso.

Fonte: corriere.it

Utilizzi

Permette di inglobare e recuperare piccoli oggetti penetrati erroneamente nel corpo umano essendo in grado di attraversare canali superiori a 1.5mm di diametro. Infatti il team lo ha testato in vari scenari, come l’incapsulamento di una batteria in un modello di stomaco e, più in generale, la compressione e il movimento attraverso fessure di dimensioni millimetriche.
È anche un buon conduttore elettrico, per questo potrebbe essere utilizzato per “saldare” due terminali che si sono staccati, raggiungendoli all’interno dello strumento.

Fonte: www.smartworld.it

Quali sono i progetti e gli utilizzi futuri?

Il prototipo realizzato risulta al momento essere tossico a causa delle particelle ferromagnetiche. Tuttavia i ricercatori stanno già lavorando sulla versione 2.0 provando a ricoprirlo con uno strato protettivo di silice per isolarlo. Gli utilizzi futuri riguarderanno sia la biomedicina (rimozione di corpi estranei, trasporto di farmaci nel tratto gastrointestinale nel sito specifico) ma anche la tecnologia del futuro (riparazione di componenti elettroniche).
In futuro il team della CUHK prevede di voler cambiare il colore del loro robot, rendendolo più vivace e riconoscibile.

Livio Milazzo

Bibliografia

L’incredibile robot di «slime magnetico» che si muoverà dentro il corpo umano per recuperare oggetti- Corriere.it

Sembra Venom, ma è un robot fatto di melma magnetica che potrebbe salvarti la vita – greenMe

La melma cinese che può salvare la vita: afferra oggetti e guarisce da sola. Ecco come funziona (leggo.it)

La “melma magnetica robot” che potrebbe aiutare a recuperare gli oggetti inghiottiti | SmartWorld