Il silenzio di chi ama

Il Silenzio di chi ama è un libro scritto nel gennaio 2018 da Davide Romagnoli, ragazzo di 19 anni studente di scienze della comunicazione all’Università “Suor Orsola Benincasa” di Napoli.

Racconta una delusione d’amore molto forte, il sentire di aver dentro un sentimento e di non poterlo esternare fuori.

Un ragazzo troppo giovane per parlare di delusioni? No, semplicemente un adolescente che ha vissuto a pieno le sue emozioni.

Ho avuto il piacere di intervistare lo scrittore di questo testo di poesie.

Dopo le svariate domande fatte a Davide, tra una risposta e l’altra, posso aggiungere che questo libro sicuramente è quello che lo rappresenta di più, ed ho avuto la conferma stessa dello scrittore, aggiungendo che per lui racchiude momenti forti della sua vita.

Un ragazzo pieno di sentimento, pieno di sogni, un amante dei viaggi, che vede come un modo per ritrovare se stessi lontano dalla routine quotidiana in cui l’unico rischio che riscontra è quello di perdersi; i viaggi invece ci permettono di vedere lontano dai nostri occhi e dalle solite cose che ci circondano, per permetterci di ritrovare ciò che perdiamo ogni giorno senza accorgercene.

Con il suo modo di vivere, che definisce a colori, Davide vive “Londra”.

Un giovane ragazzo che sa ciò che vuole veramente nonostante la sua giovane età. Un ragazzo di grande sentimento, ma soprattutto grande passione per quello che scrive.

Un “piccolo Giacomo Leopardi” del ventunesimo secolo, ricco di speranza ma anche di dolore e passione.

“Il silenzio di chi ama” è privo di trama ma ricco di susseguirsi di poesie che hanno lasciato qualcosa nel suo cuore e che ha voluto condividere con tutti coloro che ancora in fondo provano un sentimento, ed è così che la trama si snoda tra le pagine.

Davide, il ragazzo dai sentimenti forti, ci fa capire che bisogna guardare dentro noi stessi e non aver paura di esprimere ciò che si nasconde nel nostro cuore.

 

 

Dalila De Benedetto                                                                                                                                                                                                         

Vasco Brondi – Cosa racconteremo di questi cazzo di anni zero.

Prima di capire di cosa parla questo libro, vorrei raccontarvi come ho finito per leggerlo.
Ecco, sul sito in cui l’ho comprato volevo controllare il costo della spedizione, così ho riempito il carrello … procedi … procedi … e … acquistato! 
Ma come?? Volevo semplicemente controllare il costo e poi magari decidere se comprarlo o meno! Sarà destino.
Ed è stato destino veramente.

Alla fine credo sia un libro d’amore incondizionato, forse di quelli che davvero si possono scrivere solo a vent’anni, con l’inesperienza necessaria. Il dolore già provato ma non ancora integrato e rielaborato. […] La realtà, che fino a qualche istante prima era fatta più che altro di fantasie imprecise e perfette, diventa finalmente materica, imperfetta e travolgente. È un libro pieno di gioia: me lo ricordo benissimo, ero allegro e disperato mentre lo scrivevo. Quando ci ripenso, penso a una di quelle giornate estive in cui piove con il sole.

Nella prefazione inserita dopo la ristampa del 2015 a parlare è Vasco Brondi, lo stesso ragazzo che con lo pseudonimo Le luci della centrale elettrica ha pubblicato il disco “Canzoni da spiaggia deturpata”.

Cosa racconteremo di questi cazzo di anni zero “è praticamente un libro fotografico senza fotografie”, si dice nel risvolto della copertina, e io lo interpreterei proprio così, come una serie di polaroid: ogni pagina descrive un ricordo, un attimo immortalato in quelle righe che sembrano pensieri buttati giù mentre si è in viaggio, persi davanti al finestrino come solo i migliori sognatori sanno fare.

Mentre mi parli e contribuisci allo scioglimento dei ghiacciai, e ti giri verso di me chiedendomi se ho ancora sonno. e ti dico che è presto che sarà al massimo mezzogiorno, invece sono le tre di pomeriggio, e devo andare a lavorare e tu te ne devi andare. Lasciandoti dietro un profumo di fumo buono, presumibilmente di nero. cosa ti dimentichi. che tanto non ti devi preoccupare, questi rapporti vanno sempre a finire male. gli attacchi di panico e il ciclo. e le lenzuola sono così bianche per farsi sporcare.

Questo libro è stato pubblicato otto anni fa dopo aver aperto un blog in cui ogni sera veniva pubblicato un pensiero, bianco su nero, in cui metteva insieme tutto ciò che nelle canzoni non ci entrava. Da tutto ciò è nato questo libro che, in fondo, non è un romanzo, non è nemmeno un diario o una raccolta di racconti, poesie neanche a pensarci. A volte non segue regole di punteggiatura o regole grammaticale, è un libro indipendente e perfettamente imperfetto, a modo suo.

Non basta leggerlo una volta.

Adesso se fossimo in un telefilm ti dicevo che ti amavo. Così, coniugando male i verbi. E noi siamo meglio di un telefilm, e infatti non ci diciamo niente.”

Consigliato a tutti. Senza discriminazioni.

Serena Votano

 

Emilio Isgrò, presenta il suo libro Autocurriculum.

Ieri sera, alle ore 21 presso il Circolo delle Lucertole di Barcellona Pg, si è svolta la presentazione del libro di Emilio Isgrò, dal titolo Autocurriculum.

Emilio Isgrò, conosciuto maggiormente per le opere delle “cancellature”, è uomo di cultura, poliedrico, artista, scrittore e regista. Ha partecipato a diverse edizioni della Biennale di Venezia, oggi vive e lavora a Milano. E’ uno dei nomi dell’arte italiana più prestigiosi a livello internazionale.

 

Introdotto da Marco Bazzini e Matteo Reale che accennano alla biografia dell’autore, incentrando il discorso sul testo, “Autocurriculum” ovvero il lavoro creato da sé.

Nel libro presenti diversi episodi simpatici dove si raccontano gli anni di formazione in Sicilia, e poi il trasferimento a Milano.

Barcellonese di nascita, città alla quale ha donato l’opera del seme d’arancia, che è divenuto simbolo di questa. Tornato a casa, ci accoglie mangiando delle more di gelso. Nomina tutti i conoscenti e amici venuto a trovarlo per la presentazione, raccontando piccoli aneddoti della sua vita.
Fin dall’inizio si mostra come una persona di grande umiltà.
Uomo colto e abile oratore, accenna al luogo in cui ci si trova, non sempre incline ad attività culturali che purtroppo scarseggiano.

Racconta di aver viaggiato molto, della sua vita, si auto definisce un privilegiato, molto riconoscente al padre, amante dei libri e della musica, che l’ha indottrinato verso gli studi migliori.
Al contrario del padre, lui stesso non si considera uno studioso, anzi da giovane si comportava in modo svagato per questo lo definivano “il poeta”.
Artista che ha vissuto negli anni della pop art in America, pre-concettuale sempre avanti rispetto agli altri, non ha mai voluto essere riconosciuto in uno stile.

In copertina del libro si legge “che è il direttore della società unico per raccomandare di non fare”. Ne accenna l’autore mentre sta per concludere il discorso sul suo libro, parlando dell’importanza dell’individualità e sull’essere originali.

Parla dell’omologazione della massa, della necessità di riconoscere la diversità accettandola come tale e facendone un punto di forza.
Ma cosa più importante, del bisogno di diffondere la cultura, ovvero l’antidoto a tutte le guerre.

 

Articolo e foto Marina Fulco

J.D. Salinger – Franny e Zooey.

-Sono JD Salinger e ho finto di essere morto …

-Mr Salinger! Non immagina che piacere. Princess Carolyne, una sua fan

-Lasciami indovinare, Il giovane Holden?

-E gli altri naturalmente … Per esempio … Lo Hobbit? 

Bojack Horseman, seconda stagione – J.D. Salinger e Princess Carolyne.

Più o meno succede proprio questo: uno passa la vita a scrivere libri e pubblicare racconti per poi essere ricordato soltanto per un libro, proprio come dimostra questo spezzone tratto da Bojack Horseman.

È stato proprio per questo motivo che ho (finalmente) letto Franny e Zooey, un’opera in cui essenzialmente non accade nulla di concreto: la storia si divede in tre scene principali in cui si susseguono lunghissimi dialoghi che richiamano più un’opera teatrale anziché una narrativa.

Franny Glass, studentessa al college ed ex Bambina Eccezionale di una fortunata trasmissione radiofonica, non riesce più ad accettare le regole della società in cui vive e il desiderio del cambiamento nasce dopo la lettura di un anonimo libricino del XIX secolo: i “Racconti di un pellegrino russo”. In questo testo il protagonista, un pellegrino appunto, si mette alla ricerca della tecnica della preghiera incessante di cui parla la Bibbia, l’unico strumento che consentirebbe un’unione completa con Dio, cosa che affascina la giovane Franny a tal punto da decidere di percorrere la stessa strada per raggiungere uno stato di preghiera continua.

Una strada che si rivela ardua da percorrere e Franny si viene così a trovare immersa in una profonda crisi spirituale e esistenziale, da cui riuscirà ad uscire solo grazie all’aiuto del fratello maggiore Zooey, il secondo splendido protagonista di questo racconto (abbastanza simile a un certo Holden di vecchia conoscenza).
La conclusione a cui giunge la madre, comunque, vale tutto il libro:

“Non capisco proprio a cosa serva sapere tante cose ed essere tanto intelligenti e così via, se non riuscite a essere felici.”

Attraverso i dialoghi tra i due fratelli, e utilizzando la particolare tecnica dei flashback, Salinger ricostruisce una vera e propria saga familiare: la famiglia Glass, già protagonisti di altri suoi racconti, una famiglia americana media rovinata dal mito del successo.

Un romanzo che analizza nel profondo la psiche giovanile cercando di individuare le ragioni di una ribellione più profonda, che scava un fosso incolmabile tra il passato e il presente. Consigliato a chi considera insignificante, minuscolo e deprimente tutto quello che lo circonda, Franny diventerà lo specchio della propria sofferenza interiore.

“Franny respirò adagio, continuando a tenere l’orecchio appoggiato al ricevitore. Il segnale di libero, naturalmente, seguì la fine della comunicazione; e Franny parve considerarlo bellissimo da ascoltare, quasi fosse il miglior surrogato possibile del silenzio primevo.”

Serena Votano

 

Terapia di coppia per amanti, certo.

Due adulti sposati (non tra loro) si ritrovano uniti da una passione incontrollabile che “degenera” in amore, dopo 3 anni di relazione clandestina l’attrazione fisica viene soppiantata da una forte intesa, probabilmente anche a causa dei rispettivi matrimoni ormai giunti al loro termine.

Vivo nel rimpianto del tempo presente, nella nostalgia delle cose che potremmo condividere e che invece ci stiamo perdendo. Neanche quando stiamo insieme riesco ad essere felice. Ormai non è più la gioia di stringermi a lui la ragione per cui accetto di vederlo. Quello che chiedo ai nostri incontri è di lenire questo stato di angoscia anche solo per qualche ora, trovare un pò di distensione, di pace. Paradossalmente dimenticare. Ecco: lo vedo per dimenticarlo. Per non pensare più a quanto mi complichi la vita amarlo.”

Viviana è sexy ed elegante. Modesto è ironico e simpatico.

Nessuno dei due ha il coraggio di affrontare i rispettivi coniugi, di prendere quella decisione drastica che cambierà la loro vita, la troppa paura li porta a non sapere quale decisione prendere, ma sono giunti al limite: è necessaria una chiave di svolta. E così entra in gioco lo psicologo, dopo l’idea di Viviana: la terapia di coppia. Per amanti, certo. Anzi … la terapia di coppia può essere per tutti, mica per forza per marito e moglie.

Ovviamente la reazione di Modesto poco conta, d’altronde la decisione è già stata presa unilateralmente.

“-Ci tieni a me? T’interessa come mi sento? L’hai capito che sto male? Non ti sembra il caso di occuparti della mia sofferenza e anche della tua, visto che stiamo insieme?
L’ultimo passaggio, non so se avete notato – quello in cui parlava di occuparsi della sua sofferenza e anche della mia -, era un capolavoro d’intimidazione. La mafia dovrebbe imparare dalle persone innamorate.”

Un romanzo a due voci, quella di lui e quella di lei che si alternano capitolo dopo capitolo, poi l’inusuale terza voce dello psicologo il quale si ritroverà al centro di un conflitto sentimentale drammatico e ridicolo insieme.

Scrivendo d’amore e nello specifico di un amore fra amanti, si corre il rischio di cadere nella banalità, De Silva con intelligente ironia riesce a raccontarci un altro aspetto dell’amore: non deve essere analizzato o pianificato, non bisogna pretenderne l’eternità, bisogna viverlo e lasciare che si prenda il suo spazio.

Insomma, finalmente un libro che fa anche sorridere oltre che riflettere

Perché gli vuoi bene, ai tuoi fallimenti, e ti senti anche una brava persona, quando lo dici

Dal 26 ottobre al cinema, diretto da Alessio Maria Federici, con Ambra Angiolini e Pietro Sermonti.

Serena Votano

Nessuno come noi: un tuffo nel passato prima di tuffarsi nello studio

L’estate è finita e con lei gli ultimi attimi di libertà, quindi si torna sui libri a sgobbare … ma non così velocemente. Perché non prendersela ancora un po’ comoda leggendo un libro? 

Io, ad esempio, non ho resistito, ho letto “Nessuno come noi” di Luca Bianchini, ambientato nella Torino degli anni ’80, senza smartphone o connessione, quando si aspettava davanti al telefono fisso pregando che suonasse e gli sms erano bigliettini scambiati in classe. L’autore ci descrive l’ amore giovanile, non ricambiato, di Vincenzo per Caterina. Frequentano la stessa classe, ma lei non sembra quasi accorgersi di lui, se non come amico: la ragazza s’innamora praticamente di tutti tranne che del povero Vincenzo, il quale soffre. Caterina non fa che appoggiarsi emotivamente a Vincenzo per le sue questioni di cuore, chiedendogli continuamente consigli su come fare con i ragazzi. Insomma, quella che oggi chiamiamo comunemente “friendzone”.

A osservare questo strano rapporto tra i due è Spagna, una giovane dark dai buoni sentimenti, per cui io simpatizzo parecchio. Spagna sa cosa prova Vincenzo ed è un’amica fidata che lo consola. Lei fa parte, insieme a Vincenzo e Caterina, di un trio inseparabile che i compagni di scuola chiamano i “Tre cuori in affitto”.

Improvvisamente appare a scuola Romeo, un ragazzo ricco e bello, più che altro prepotente, sconvolgerà il trio conquistando inaspettatamente la fiducia di Vincenzo, lui finirà per aiutare Romeo con la scuola e passerà parecchio tempo a casa sua, la loro amicizia cresce di giorno in giorno, l’unico ostacolo è che Vince non ha nessuna intenzione di invitare Romeo nella sua casa a Nichelino (piccola cittadina torinese), una casa pulita e accogliente ma molto più piccola e povera della casa di Romeo.

La gita scolastica che fanno a Vienna è un capitolo che mostra tutta la bravura di Luca Bianchini capace di ricordare, fin nei minimi dettagli, tutto quello che gli studenti fanno quando sono in gita all’estero.
Al ritorno emerge la consapevolezza che il padre di Romeo ha una storia sentimentale con la sua professoressa d’italiano, Betty Bottone, un amore imprevisto, che fa battere il cuore anche se non dovrebbe.

Come finirà, poi, tra Cate e Vince?

Questo è stato un libro in cui io (ventenne, universitaria) ho vissuto come una narrazione di un mondo lontano che non è fatto di cuoricini scambiati su face book o whatsapp, dove ci si parlava faccia a faccia, o al massimo per lettera. Un libro che, molto probabilmente, i cinquantenni vivranno come un tuffo nel passato.

Una volta chiuso il libro, ci si rende conto di come Luca Bianchini, conosciuto per Io che amo solo te, ha saputo fotografare momenti dell’esistenza di ognuno di noi, momenti in cui abbiamo pensato che un amico o un amore fosse per sempre. È per questo che lo considero un libro degno di successo: perché riesce a raggruppare emozioni che colpiscono tutti quanti, che siano cresciuti negli anni ottanta o che siano cresciuti con lo smartphone.

Serena Votano

D’amore si muore ma io no.

La quantità di caso che ci vuole per esistere è abbastanza incredibile; è una roba che uno è meglio che non ci pensi troppo che se no si rischia di impazzire o quantomeno gli vengono le vertigini e casca per terra.”

Ed è proprio con questa frase che inizio a parlarvi di lui, Guido Catalano, forse lo conoscerete, è l’ultimo poeta vivente, come lui stesso ama descriversi. Le storie che racconta funzionano perché sono in grado di unire l’alto e il basso, arricchite da una punta di sarcasmo e da emozioni in grado di lasciarti di stucco. 

Forse questo autunno invernale dentro la mia testa è dovuto al fatto che mi sento solo come un cane: “Ma tu quando ti senti solo, com’è ‘sta cosa? Che tipo di solitudine provi? Perché voi cani vi usano sempre per questi modi di dire stupidi?

D’amore si muore ma io no” racconta il mondo di Giacomo, poeta torinese che, tra amori impagliati e amicizie a base di pizza e serie tv (come tutti noi, forse), disavventure lavorative e il sogno di poter vivere di sola poesia. Durante un viaggio aereo verso Roma, incontra Agata, aracnologa, ed è subito colpo di fulmine.

Giacomo capisce che si tratta dell’amore della sua vita ma conosce il potere che questa cosa ha: di renderti felice e un attimo dopo infelice. È un rischio disposto a correre?

Se c’è una cosa che mi piace son le ragazze che mi fanno le domande. È così pieno di gente che parla e così raro trovare gente che abbia voglia di ascoltare e di domandarti.

Mi chiedo, alle volte, dove vadano a finire tutte le parole dette, dato che sono così poco ascoltate. Tanto parlare, poco ascoltare. Dove vanno a finire? Lo sapete voi?Probabilmente c’è una sorta di Purgatorio di parole, di pensieri, di frasi che sono state dette e che nessuno ha veramente sentito. “

La storia è attraversata e si mescola a discorsi semi-seri con la madre ultracorpo (secondo lui posseduta da un alieno) che non dorme mai, con Tonio Cartonio del Fantabosco, la cassiera troppo magra del supermercato sotto casa, con il collega del lavoro per cui usi solo un decimo del tuo cervello, con il sesso e la posta del Colon tenuta online e con il bulgaro Todor e i suoi proverbi.

C’è tanta poesia anche nei dialoghi, cercando il più possibile di ritrarre aspetti di una vita quotidiana in cui il lettore inevitabilmente si ritrova. Così come in ogni storia d’amore sorgono varie incomprensioni, incertezze, è inevitabile che arrivino, quando ci si mette a nudo davanti a un’altra persona.

Abbiamo tutti le stesse paure, le stesse avversità, finiamo per essere i muri di noi stessi, eppure continuiamo a sognare quell’amore così forte da levarci il sonno la notte.

Uno di quei libri-guida per ritrovare il piacere di lasciarci andare al sentimento senza scadere nel diabete o nella tragedia, una storia ordinaria, ironica a suo modo. Come sempre, il reading non rende quanto un libro, consiglio vivamente di ascoltare le sue poesie per capire in prima persona l’effetto che lasciano. Ricordo che scoprii Guido Catalano per una poesia intitolata “Ma meno male che ti amo” e di seguito un commento (non dirò di chi, anche perché non lo ricordo) “sconsiglio vivamente di leggere questo libro, a meno che non siate provvisti di un amore in corso” e dopo aver letto questo romanzo e varie poesie mi sento di consigliare Guido non solo a chi ha “un amore in corso” ma anche a chi se lo è lasciato scappare, a chi vive di disavventure e non nasconde di essere stato, almeno una volta nella vita, imbranato, buffo e incompreso. Non il solito libro ma qualcosa di diverso nelle giuste dosi.

Son quelle cose che ti capitano quando ti piace una. Quando ti piace un sacco una e ti sembra di piacerle. Quando ti sembra che tutto collimi, ti sembra che ci sia una specie di incastro miracoloso, che si rasenti la perfezione, che parlare con lei sia semplice e che le battute si incastrino quasi come ci fosse dietro uno sceneggiatore, uno scrittore che fa dire e fare e speriamo baciare i due, che tutto è giusto al momento giusto che sembra impossibile ma non lo è.

Son quei momenti che lo spazio e il tempo mutano e le leggi fisiche se ne vanno a zonzo e se adesso si mettesse a piovere io manco me ne accorgerei, sono ancorato ai suoi occhi con i miei di occhi, se la terra fosse scossa dal terremoto, non ne avrei coscienza, quantomeno fino al sesto grado della Scala Mercalli, se ci fosse un’invasione di extraterrestri incazzati, qui, proprio qui nel cielo di Collegno, io non mi accorgerei di nulla”.

Serena Votano

Eventi della settimana

MERCOLEDÌ 7

LA FABBRICA DELLE IDEE PRE-SUMMER EDITION

DOVE:La Punta – Beach Club – Via Fortino – Torre Faro – Messina

QUANDO: dalle ore 19:30 alle ore 21:00

COSA: Ci siamo fatti desiderare ma non potevamo non chiudere la stagione con un’ultima Fabbrica delle idee. Questo mese saremo ospitati ai piedi del Pilone dai ragazzi de La Punta – Beach Club che ringraziamo già da adesso!
Scaletta in progress, visto che al momento c’è ancora qualche posto libero. Verrà presentato:

– #PiCKUP, un oggetto di dimensioni paragonabili ad un Apple TV con al suo interno un disco di grande capacità in grado di gestire autonomamente il backup di un piccolo insieme di postazione di lavoro ad intervalli regolari. E’ progettato per microimprese e studi professionali con un massimo di circa 5 postazioni di lavoro. Il progetto è di Fabio Genovese.

– MOVITY: motore di ricerca per trasporti privati in Sicilia. Collegando in un unico network tutte le offerte dei partners, scelti per la loro affidabilità, efficienza ed esperienza, questa startup sta sviluppando e rendendo possibile la più efficace piattaforma online di trasporto mai vista in Sicilia. Il progetto è di Nino Munafò.

La fabbrica delle idee è l’appuntamento mensile in cui a farla da padrona sono le idee! Le regole sono sempre le stesse: 5 minuti per poter esporre la propria idea di business (da realizzare o già in atto). Perché? Perché forse hai bisogno di un parere su un particolare aspetto, oppure perché sei alla ricerca di un partner con cui collaborare o semplicemente perché vuoi testare la tua idea su un pubblico. Ai 5 minuti di esposizione ne seguono altrettanti in cui le persone possono fare domande o avanzare critiche in modo costruttivo.
La fabbrica delle idee è anche un modo per conoscere di persona un ecosistema vivo che mensilmente si incontra, ma che poi resta in contatto grazie alla rete. Un modo per far crescere il territorio in competenze e cultura, attraverso lo scambio reciproco e alla pari.
Per ulteriori informazioni contattare gli organizzatori dell’evento attraverso la mail info@startupmessina.org oppure attraverso la pagina facebook Startup Messina.

GIOVEDÌ 8

DISCUTENDO DI CULTURA E LEGALITA’- INCONTRO CON SEBASTIANO FABIO VENEZIA

DOVE: Biblioteca Provinciale dei Frati Minori Cappuccini – Messina – Via delle Mura (adiacente la Chiesa Madonna di Pompei V.le Regina Margherita, 25) – Me

QUANDO: ore 17:00

COSA: L’Associazione Culturale Intervolumina in collaborazione con la Biblioteca Provinciale dei Frati Minori Cappuccini di Messina organizza l’incontro con Sebastiano Fabio Venezia giovedì 8 giugno alle ore 17:30 presso la sala lettura della Biblioteca.

Sebastiano Fabio Venezia, sindaco di Troina dal 2013, nel corso del suo mandato si è distinto per aver denunciato e tolto i terreni ai mafiosi, scegliendo di governare la città nebroidea e il suo territorio promuovendo la cultura della legalità e la salvaguardia ambientale. Subisce intimidazioni dal 2012 per la sua lotta contro la mafia dei pascoli e vive sotto scorta. Ha vinto il premio Vassallo 2016 “per aver difeso con coraggio la legalità nella gestione del patrimonio naturale e per la qualità dei progetti di rilancio del territorio e di riqualificazione del centro storico…”
L’incontro sarà moderato dalla giornalista Manuela Modica.

Per qualche spiccio in più – Tributo a Battisti

DOVE: St Taurus pub

QUANDO: 21:30

COSA: I “Per Qualche Spiccio in Più” tornano a grande richiesta ad esibirsi al St. Taurus Pub. Questa volta proporranno il loro tributo a Lucio Battisti, l’immenso cantautore che con la sua produzione ha impresso una svolta al movimento pop italiano.

The Flowing

DOVE: Università degli Studi di Messina Piazza Pugliatti

QUANDO: 20.00

COSA: Il musicista Paolo Fresu: “Il trio di Francesco Scaramuzzino suona un jazz moderno che sa di passato. In esso si respira una libertà e una ricerca che è odierna ma che è mutuata dagli ascolti di ieri. Se l’archetipo del piano trio rischia a volte di cadere nel déjà vu, Francesco riesce, con coraggio, passione e grazie al prezioso apporto dei suoi compagni di viaggio, a inventare un suono che gli appartiene e che lievita nelle dieci tracce originali. Il Francesco Scaramuzzino Trio è una preziosa scoperta e una rassicurante conferma”.

VENERDÌ 9

Non c’è più la Sicilia di una volta Gaetano Savattero

DOVE: Feltrinelli Point via Ghibellina 32

QUANDO: ore 18:00

COSA: Incontro con Gaetano Savatteri, che presenterà il suo nuovo libro “Non c’è più la Sicilia di una volta”.

Dialogheranno con l’autore:

Anna Mallamo

Nadia Terranova

Federico Baccomo presenta “Anna sta mentendo”

DOVE: Colapesce libri, gusti, idee

QUANDO: ore 19:00

COSA: Dialoga con l’autore Francesco Musolino.

“Anna sta mentendo” è un romanzo intelligente e originale che affronta diverse tematiche contemporanee: le relazioni mediate dalla tecnologia; la scelta tra verità o menzogna; il mito di una società che tende a una perfezione virtuale cancellando le specificità di ogni essere umano.

Riccardo Merisio è tornato a sorridere. Un nuovo lavoro e una nuova ragazza hanno cancellato le ombre di un periodo difficile. Ma una sera, mentre sta chattando con Anna, la collega con cui ha da poco intrecciato una relazione, un insolito annuncio invade lo schermo del suo telefonino.

Si tratta dell’invito a scaricare un’applicazione dal curioso nome di WhatsTrue. Anzi, più che un invito pare un obbligo, visto che ogni tentativo di impedirne il download si rivela inutile.

Da questo momento iniziano ad accadere strane cose: sempre più spesso, i messaggi di Anna sono accompagnati da una scritta sinistra: «Anna sta mentendo…». Uno scherzo, una trovata pubblicitaria, o un sistema effettivamente in grado di svelare le bugie dell’interlocutore?

Ogni giorno più turbato e diffidente, Riccardo finisce per cedere al fascino della misteriosa app che comincia a impossessarsi dei suoi pensieri e ad amplificare le sue paranoie, trascinandolo in un gioco psicologico di tensione crescente in cui cadono i confini tra verità e menzogna, tra realtà e fantasia.

È avvincente come una spy story e appassionante come una travolgente storia d’amore, una lettura per tutti, uomini e donne, ad ogni età, piena di spunti di riflessione sui tempi che stiamo vivendo.

Con grande intelligenza e lucidità, Federico Baccomo mette in scena il racconto sfrenato di un mondo inquietante e seducente in cui si riflettono le complessità della mente umana e dove ogni uomo è insieme impostore e ingannato. Un romanzo eccitante e ipnotico, di eccezionale originalità.

SABATO 10

MESANA: UN PASSO VERSO LA LEGALITA’

DOVE: Forte Petrazza

QUANDO: ore 15:30 alle ore 21:00

COSA: Un evento di incontro, di testimonianza verso la legalità, per un futuro sano, attraverso i racconti dei parenti delle vittime di mafia, le idee e i progetti di chi lotta ogni giorno, con uno sguardo verso la nostra terra.
L’evento inizierà alle 15:30 presso il parco sociale di Forte Petrazza. E tra un incontro e l’altro ci farà compagnia un trio jazz con Davide Coppo alla chitarra, Gianluca Coppo al basso elettrico e Michele Borgia alla batteria. Una ragione in più per essere presenti!
Con la collaborazione di Ecosmed, Libera, Addio Pizzo e Agende Rosse.

L’EVENTO CONTINUERÀ FINO ALLA SERA, PER QUESTO MOTIVO CHIUNQUE VOGLIA PUÒ DECIDERE DI CENARE NEL RISTORANTE “VERDEPETRAZZA” ALL’INTERNO DEL FORTE.

DOMENICA 11

Messina Citta’ CHE PARLA La città ricostruita I Palazzi Pubblici

DOVE: ARB via Romagnosi 18

QUANDO: ore 9:30

COSA: 6a passeggiata “MESSINA CITTA’ CHE PARLA” in

“La città ricostruita – I PALAZZI PUBBLICI”

Questo è il nome dell’iniziativa promossa da ALL RISKS BROKER, l’associazione culturale ARB e dalla Prof.ssa Mariateresa ZAGONE, Storico dell’Arte.

L’idea è quella di dedicare del tempo, passeggiando per le strade della nostra città, lasciandoci guidare alla scoperta delle sue bellezze.

Attraverso le numerose stratificazioni immerse ormai in contesti fuorvianti, la nostra città ci parla infatti della sua storia, dei suoi monumenti, della sua società multietnica e della sua vocazione commerciale.

La Prof.ssa Zagone ci farà da guida facendoci indossare quegli occhiali che ci consentiranno di percepire il filo conduttore che dalla città fondata dai greci 2700 anni fa arriva fino alla “città nuova” ricostruita dopo il 1908, ultima tappa di un viaggio attraverso il tempo.

Le passeggiate risulteranno così piene di piacevoli sorprese leggibili fra le pieghe del tessuto urbano e attraverso monumenti, strade, piazze, edifici che verranno svelati ai nostri occhi solitamente distratti.

Le visite alla “città che parla” saranno organizzate la domenica mattina con un massimo di 40 partecipanti e un minimo di 10.

La quota di partecipazione è di € 5 a persona.
E’ INDISPENSABILE LA PRENOTAZIONE

Per informazioni mail davide.liotta@allrisksbroker.com tel. mobile 3357841234

Associazione culturale ARB

ALL RISKS BROKER

Davide Liotta

L’ESTATE DI TERRITORI VIVI

DOVE: Pro Loco Messina sud – Pistunina 14

QUANDO: ore 18:00

COSA: DOMENICA 11 Giugno, vi aspettiamo per il primo dei 4 appuntamenti estivi a Villa Melania.
A partire dalle 18, al calar del sole, potrai visitare la mostra permanente di arte contemporanea, antiquariato artistico ed entoantropologico, arricchita con un nuovo spazio dedicato al teatro siciliano, e fermarti a provare il nostro speciale aperitivo
? in giardino.

#Spritz, #VodkaLemon, Analcolico allo #zenzero, #Tabulè, #Panecunzatue #Felafel sono alcuni degli assaggi del nostro freschissimo #apericena ai sapori meditarranei., ideato per il primo appuntamento estivo di#TerritoriVivi.

PER INFO E PRENOTAZIONE TAVOLI

tel. 3387640071

Jessica Cardullo

Arianna De Arcangelis

Le notti di un sognatore

Era una notte meravigliosa, una notte come forse ce ne possono essere soltanto quando siamo giovani, amabile lettore. Il cielo era così pieno di stelle, così luminoso che, gettandovi uno sguardo, senza volerlo si era costretti a domandare a se stessi: è mai possibile che sotto un cielo simile possa vivere ogni sorta di gente collerica e capricciosa? Anche questa è una domanda da giovani, amabile lettore, molto da giovani, ma voglia il Signore mandarvela il più sovente possibile nell’anima! … Parlando d’ogni sorta di signori capricciosi e collerici, non ho potuto fare a meno di rammentare anche la mia saggia condotta in tutta quella giornata”.

Le notti bianche è tra le opere più apprezzate di Dostoevskij, insieme a Delitto e castigo. Sin dalle prime pagine, si comprende il perché quest’opera è tanto amata, in quanto ogni uomo riesce a identificarsi con la figura del protagonista. Un sognatore, isolato dalla società e della realtà, durante una delle sue solite passeggiate notturne incontra una donna di nome Nasten’ka. Sarà lei a risvegliare in lui il sentimento dell’amore attraverso il suo sguardo complice, le sue parole e le lunghe chiacchierate anche se sfuggenti.

Io sono un sognatore; ho vissuto così poco la vita reale che attimi come questi non posso non ripeterli nei sogni.”

La storia si svolge in 4 notti e un mattino, i protagonisti sono solo due : lui timido ed impacciato riesce ad aprirsi a Nasten’ka mentre, quest’ultima, si sfoga sulla sua vita privata, il suo rapporto con la nonna cieca, l’amore perduto e la sua delusione. Entrambi i protagonisti sono soli, rassegnati, vivono la loro vita ma sono spenti e i loro tratti psicologici sono delineati alla perfezione come solo Dostoevskij riesce a fare.

Il finale è struggente, inaspettato, demolisce un sogno che si configurava all’orizzonte: è lo specchio perfetto di quell’amore che tutti abbiamo provato nella vita. Nato alla fioca luce della piacevolezza del primo sguardo, esploso all’unione delle due anime e poi frantumato sotto i piedi, in quel secondo che non ammette repliche.

Le Notti Bianche è un romanzo dolce, sognante, delicato, che, così come la vita, lascia l’amaro in bocca ma senza cattiveria. Consigliato a tutti i sognatori, a chi non si sente accettato e a disagio nel vivere nella società, a chi si lascia cullare dalla fantasia. A tutti coloro che amano stare al confine tra sogno e realtà.

Serena Votano

Adesso di Chiara Gamberale

Tanto ormai è successo.
E quando?
Adesso.

Chiara Gamberale, in Adesso, affronta lo stesso tema che da anni la letteratura cerca di interpretare, scoprire, sviscerare: l’amore

Ma l’amore non è più quello adolescenziale delle attese sul motorino fuori scuola, i primi messaggi, le prime gite al mare, i primi mesi, no … l’amore inteso più come un mal d’amore, che ti forma ma ti deforma, che guarisce le tue ferite ma ti frantuma il cuore e da quel momento finirai per spezzare il cuore a chiunque proverà ad aggiustare il tuo (sempre che le tue ferite non ti abbiano resa troppo menefreghista per lasciarti andare con una persona nuova), perché a quel punto sarai destinata a incontrare solo persone che non ti capiscono, e perciò ti trovano irresistibile, o persone che ti capiscono e che per questo si allontanano.

E adesso? Adesso Lidia e Pietro, una neo-coppia con retaggi di un passato irrisolto, relazioni interrotte, paure stupide,  traumi giovanili, fame d’ amore contrastata da un impetuoso ed irrefrenabile desiderio di fuga oltre a figure ingombranti riemerse o mai scomparse dal proprio cammino.

La loro, in fondo, sarebbe una semplice storia d’ amore, se non subentrassero a complicarla maledettamente quei fantasmi di un passato che ritorna e di un destino che appare segnato.
Lidia e Pietro sono profondamente diversi. Lei lavora nel mondo dello spettacolo, e’ vulcanica, estroversa, logorroica, vive intensamente ogni storia,senza figli, ma un ex marito bambino mai cresciuto, tuttora presente ed incalzante, da cui è stata più volte tradita. Lui è un preside, serio, compito, di poche parole, tende a sottrarsi agli affetti più cari, ha una figlia adorabile ed una ex moglie con neo-vocazione monacale.
Entrambi hanno sofferto di perdite, assenze genitoriali, affetti negati e si incontrano, quasi per caso, come la maggior parte delle neo-coppie, iniziando una relazione specchio del proprio tormentato essere e di quella paura di amare e di perdersi che li trattiene da sempre.

Arriva un momento, per ognuno di noi, dopo il quale niente sarà più uguale: quel momento è “adesso”.”

Chiara Gamberale scava nelle emozioni armata di un bisturi, mettendo il nostro cuore sotto i riflettori della coscienza, descrivendo una generazione cresciuta solo anagraficamente, ancora figli quando la realtà li vorrebbe madri e padri, ancora così impauriti dai sentimenti abituati a un regime di indifferenza di fronte alle proprie emozioni, un meccanismo di difesa che le delusioni passate hanno eretto.

Ma proprio in una giornata come le altre, in cui non ti chiedi più se succederà qualcosa, ecco quella cosa speciale che succede proprio a te.

È un testo dallo stile per niente impegnativo, forse una narrazione confusa nella prima parte ma alleggerita da mail, sms, addirittura un curriculum sentimentale (che forse tutti dovremmo avere, così per facilitare un po’ tutto) , con curiosi e divertenti coprotagonisti che, con le loro storie, si intrecciano alla storia principale.

Non è prima di una vecchiaia dolce e non è dopo un’infanzia tremenda, non è prima di niente e dopo di niente, è solo adesso, dopo il dolore, prima del dolore, finalmente è adesso, un momento in cui rimanere mentre c’è, senza fuggire, perché è una fuga in sé, senza sperare, perché è in sé una speranza, io? Tu, no no, sì sì, non sono pronto, nessuno lo è.”

Serena Votano