Racconti e Poesie dal Midwest USA – KENT HARUF

Giovedì 11 aprile 2019. Messina. Via Giuseppe Garibaldi, 56. Libreria La Gilda dei Narratori. Un’immersione nelle atmosfere del Midwest statunitense. Partendo dai romanzi senza tempo di Kent Haruf, uno dei più grandi scrittori americani degli ultimi quarant’anni, ci si è immersi in questo affascinante mondo letterario grazie agli interventi di Roberta D’Amico ed Ignazio Lax, che hanno raccontato le storie e le gesta degli uomini e dei libri di questa Letteratura.

L’evento è stato reso ancora più suggestivo dal tappeto musicale e dalle letture poetiche a cura del collettivo “Altera“: Antonio Fede, Massimiliano Fede, Mariaconcetta Bombaci.

Pubblico attento per la narrazione di Vincoli. Una storia semplice ma intensa, come in tutti i romanzi di Haruf, che attraversa quasi un secolo di vita e traccia anche un bel quadro della conquista americana dell’ovest. A differenza degli altri romanzi, in questo c’è anche un piacevole risvolto noir che tiene incollati fino alla fine. Un viaggio nella storia di una famiglia delle pianure americane, narrata dalla voce della loro vicina, Sanders Roscoe. Un romanzo corale e travolgente, intenso e poetico, con cui Haruf inizia il suo viaggio nell’America rurale, teatro delle sofferenze e metafora della tenacia dello spirito umano, anticipando tutti gli elementi che rendono unica la sua poetica. Uno stile descrittivo e sublime caratterizza i personaggi. Si è in grado si percepire su di sé l’odore dei campi e di sudore dei protagonisti. Un romanzo duro ed estremamente vero, dà una perfetta idea della mentalità del luogo all’inizio del ‘900.

Non Resta che leggerlo.

Gabriella Parasiliti Collazzo

Una vita meravigliosa pur partendo da un forte dolore: Lucio Presta, un uomo “Nato con la camicia”

Giovedì 28 marzo 2019. Ore 16.30.  Piazza Pugliatti. Rettorato. Accademia Peloritana dei Pericolanti. Lucio Presta, agente e produttore dello spettacolo, ha presentato il suo nuovo libro dal titolo “Nato con la camicia”. Libro dai forti tratti autobiografici, scritto in collaborazione con la cugina, nonché coautrice: Annamaria Matera. La storia di Lucio Presta è quella di un’Italia che ci piace raccontare e conoscere – cita il Magnifico Rettore prof. Salvatore Cuzzocreaun uomo del Sud che inizia la sua storia parlando di un momento difficile, che, nel corso della sua vita, ha comunque contribuito a rendere forte il legame con la sua terra. L’iniziativa è stata organizzata nell’ambito delle attività del Corso di Laurea triennale in Scienze dell’Informazione: Comunicazione pubblica e Tecniche giornalistiche, ed ha coinvolto anche alcuni studenti del DAMS.

©SofiaCampagna (incontro con Lucio Presta), Accademia Dei Pericolanti – Messina, Marzo 2019

 

 

 

 

 

 

 

 

 

©SofiaCampagna (incontro con Lucio Presta), Accademia Dei Pericolanti – Messina, Marzo 2019

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

L’autore, orfano di madre sin dalla nascita, ha scritto questo libro spinto dal desiderio fortissimo di raccontare una persona così diversa da quella percepita dall’opinione pubblica e da quello che è il suo mondo lavorativo e non. Come lui stesso ha dichiarato durante l’incontro:

Lo dovevo ai mie figli. Volevo che i miei figli conoscessero da dove sono partito e com’ero arrivato a loro. Sono partito dalla curiosità di conoscere cosa fosse successo la notte della mia nascita, cioè cose terribili e straordinarie nello stesso tempo, che mi hanno regalato una vita meravigliosa pur partendo da un forte dolore. Poter condividere con gli altri la possibilità di dimostrare che da un dolore può nascere una storia bellissima era davvero necessario; potevo raccontarlo solo in prima persona.

©SofiaCampagna (incontro con Lucio Presta), Accademia Dei Pericolanti – Messina, Marzo 2019

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Nero su bianco viene descritta la perdita della figura materna, nel giorno della sua nascita, tra la notte del 13 e 14 febbraio 1960, la scoperta di un fratello sconosciuto, il difficile rapporto con il padre, la zia che lo ha cresciuto come un figlio, la morte della prima moglie, madre della sua prole. Le donne della sua vita, capaci di comprendere che dietro al professionista inflessibile si celava un uomo fragile che non ha mai realizzato il sogno di ricevere il bacio tanto desiderato della madre. Un viaggio nel tempo, uno sfogo per narrare a penna ciò che non è in alcun modo facile spiegare a parole, una storia privata, intima, fatta di momenti felici ed episodi drammatici, sicuramente saturi di significato che lo hanno portato ad essere un uomo “nato con la camicia”. Da qui il titolo del “diario-romanzo” edito da Mondadori Electra. Nelle sue parole è presente il sud, ha un forte senso di appartenenza: cosentino di nascita e di madre di origini messinesi. C’è un amore viscerale per quella terra che è l’unico luogo in cui si sente davvero sicuro. Emozioni, esperienze, sensibilità che non riescono ad essere contenute.

Quasi due ore di dialogo in cui il brillante manager si è messo a nudo e ha portato alla luce una storia tanto triste quanto bella. All’incontro erano presenti oltre al Magnifico Rettore, prof. Salvatore Cuzzocrea, il Direttore del Dipartimento DICAM, prof. Giuseppe Giordano, ed il prof. Marco Centorrino, docente di Sociologia della Comunicazione.

 Gabriella Parasiliti Collazzo

“La mafia dei pascoli”: affinché tutto questo sangue non sia stato versato invano

21 Marzo 2019. Messina. È stato presentato alla Feltrinelli Point  “La mafia dei pascoli”, il libro di Nuccio Anselmo e Giuseppe Antoci, con la prefazione di Gian Antonio Stella, edito da Rubbettino, che ricostruisce le infiltrazioni mafiose al Parco dei Nebrodi e racconta la lunga storia di Cosa nostra barcellonese.

Il libro,di stampo autobiografico, racconta di milioni di euro guadagnati per anni in silenzio da Cosa nostra. Parla di un business “legale” e inesplorato. Boss che riuscivano inspiegabilmente ad affittare tanti ettari di terreno nel Parco dei Nebrodi, in Sicilia, terrorizzando allevatori e agricoltori onesti, li lasciavano incolti e incassavano i contributi dell’Unione Europea perfino attraverso “regolari” bonifici bancari. Un affare che si aggirerebbe, solo in Sicilia, in circa tre miliardi di euro potenziali negli ultimi 10 anni. Soldi non spesi, appalti truccati, truffe ingegnose, guadagni esorbitanti. Che nessuno vedeva o denunciava. Nessuno vedeva, sentiva o parlava. Fino a quando in quei boschi tanto magici quanto dannati non è arrivato Giuseppe Antoci, che è riuscito ad estirpare via la mafia dal Parco realizzando un protocollo di legalità che poi è diventato legge dello Stato ed oggi è applicato in tutta Italia. Cosa nostra aveva decretato la sua fine. La notte tra il 17 e il 18 maggio 2016 Antoci è stato vittima di un attentato, dal quale è uscito illeso solo grazie all’auto blindata e all’intervento armato del vice questore Daniele Manganaro e degli uomini della sua scorta. Antoci, nel libro, racconta a Nuccio Anselmo la sua esperienza, e il coraggio di tanti altri servitori dello Stato che gli hanno consentito di andare avanti nella sua battaglia. E per comprendere meglio il contesto Anselmo ha scritto anche della catena di omicidi ancora irrisolti avvenuti in quelle terre, di Cosa nostra barcellonese e dei Nebrodi, del primo grande processo contro il racket dei clan tortoriciani e delle dinamiche mafiose del territorio.

Insieme agli autori, Anselmo e Antoci, hanno dialogato: Sebastiano Caspanello, giornalista, e Carmelo Scilla, avvocato.

Gli autori hanno deciso di destinare i loro diritti sul libro all’Associazione “Quarto Savona 15”, dal nome in codice dell’auto blindata fatta saltare in aria a Capaci il 23 maggio del 1992 durante la strage che uccise Giovanni Falcone, la moglie e gli uomini della sua scorta. L’associazione “Quarto Savona 15” è nata su iniziativa di Tina Montinaro, vedova di Antonio, caposcorta del giudice. L’obiettivo è quello di mantenere viva la memoria della strage di Capaci del 1992, “trasformando il dolore in azioni concrete”.

L’associazione non ha scopi di lucro, non ha connotazioni politiche né partitiche. Ne fanno parte studenti, docenti, imprenditori, professionisti, impiegati, dipendenti pubblici, giornalisti, appartenenti alle forze dell’Ordine.

Gabriella Parasiliti Collazzo

Presentazione volume vincitore del premio Limina: “L’età dello schermo largo. Il cinema Italiano e la rivoluzione widescreen”

Mercoledì 20 marzo, alle ore 11, presso l’Aula Magna del dipartimento COSPECS, nel quadro del ciclo di eventi “Scene di carta”, verrà presentato il volume di Federico Vitella “L’età dello schermo largo. Il cinema italiano e la rivoluzione widescreen” (ETS, Pisa, 2018).

L’opera ha vinto il Premio Limina per il miglior saggio italiano di studi cinematografici pubblicato nel 2018.

Questa la sinossi del libro: “il cinema moderno ha sposato l’orizzontalità come cifra di formalizzazione del visibile. Nel corso degli anni Cinquanta, nel tentativo di differenziare l’offerta spettacolare hollywoodiana da quella della televisione, il sobrio formato quadrato dello schermo classico viene rimpiazzato da un’immagine grandiosa, dalla base assai più estesa dell’altezza. Questo libro ricostruisce per la prima volta il processo culturale di adozione dello schermo largo (widescreen) da parte dell’industria cinematografica italiana, nella convinzione che si tratti della terza grande rivoluzione tecnologica del mezzo dopo sonoro e colore.”

Interloquiranno con l’autore i docenti Dario Tomasello, Francesco Parisi, Laura Busetta.

Inaugurazione BookSharing del Dipartimento di Ingegneria

L’associazione UnitaMente è lieta di invitarVi lunedì 17 alle 14.30, presso il Bar del Dipartimento di Ingegneria dell’Università di Messina, dove si terrà l’inaugurazione del primo BookSharing.
Lo scopo dell’iniziativa è quello di promuovere la cultura e la socializzazione all’interno del Dipartimento, in modo da creare una vera e propria comunità, i cui membri possano condividere il piacere per la lettura e scambiare opinioni. Il BookSharing è il primo passo verso questo obiettivo.

Si allega la locandina qui di seguito:

Locandina_48

Meet me alla boa, ogni volta che ne avrai bisogno

La storia della metà della mela mi è sempre stata sulle palle: ‘sta cosa che da quando siamo nati dobbiamo essere spaccati e incompleti alla ricerca del pezzo mancante. No, io sono una mela intera. Però con te diventiamo due belle mele, che nel portafrutta della vita una da sola fa tristezza.

30 capitoli per 30 passi che percorriamo a fianco del nostro protagonista Franci nel momento peggiore della sua vita.  Quella di Paolo Stella è una storia scritta col cuore in mano, una di quelle letture che riescono a entrarti dentro e a farti sentire meno solo, mettendo nero su bianco le sue emozioni, i suoi pensieri.

Franci conosce Marti a Parigi, rimane subito affascinato dalla sua bellezza e da quel modo di tenergli testa, che alla fine la testa gliela fa perdere. La loro storia decolla inevitabilmente, d’altronde quando due capiscono di combaciare non possono fare altro che unirsi e lasciare fare al tempo.

Purtroppo il destino entrerà in gioco portando via Marti dalla vita di Franci.

C’è un biglietto, strappato da un lato, scritto a penna blu. Riconosco la calligrafia perché è un casino.

Meet me alla boa.

Ogni volta che ne avrai bisogno.

“Meet me alla boa” è un continuo flashback di ricordi e emozioni: rabbia, dolore, felicità, amore … il tutto tinto da quelle due paroline che ancora non sono riusciti a dirsi ma che in cuor loro sanno.
Leggendo questo romanzo capiamo quanto la vita sia veramente imprevedibile e che in molti casi siamo solo degli spettatori.

Paolo Stella, attore, regista e modello (allego foto, che ogni tanto la foto degli scrittori serve assolutamente), scrive in un modo molto semplice e quotidiano la storia di un Amore con la A maiuscola, di due persone che si sono vissute nonostante tutto, e menomale. Quel genere di amore speciale che ognuno di noi dovrebbe vivere.

Una storia che smuoverà il cuore, riuscirà a farvi ridere e a farvi riflettere su quanto sia importante godere di ogni singolo momento della vita.

Serena Votano

Presentazione libro: Crescere nell’Assurdo, uno sguardo dallo stretto

Giorno 19 novembre 2018 alle ore 15:00 si è svolta la presentazione del libro Crescere nell’assurdo: uno sguardo dallo stretto a cura di Lorenzo Donati e della prof.ssa Rossella Mazzaglia.

Il libro rappresenta la tappa di un progetto più grande organizzato dall’associazione Altre Velocità di Bologna, realizzato in diverse città italiane tra il 2015 e il 2017.

La tappa di Messina è rappresentata da Crescere nell’Assurdo, uno sguardo dallo Stretto, accolto in un laboratorio svolto nel 2016 insieme all’Università di Messina.

In particolare, il libro è nato da un laboratorio nel quale si prevedeva la riscoperta di luoghi poco accessibili al pubblico per uno sguardo su una Messina diverso da quello abituale.

Dalla zona Cammarata in cui si osserva e si comprende il cambiamento urbanistico e culturale che comporta il passaggio dal centro alla periferia, si è visitato il Cimitero Monumentale di Messina, il Teatro dei Naviganti e la zona Falcata.

Nonostante si tratti di zone dismesse, abbandonate ed industriali, sono luoghi che vivono e respirano grazie ad opere come i murales, la casa di Giovanni Cammarata, e alle realtà teatrali.

Il libro, a parte documentare l’esperienza dei vari percorsi, pone diverse domande, tra cui cosa vuol dire essere osservatori e quindi spettatori, dando degli strumenti di auto-osservazione per un’occasione di crescita.

Crescere nell’assurdo rappresenta il crescere davanti a qualcosa di diverso, e ci costringe a porgerci delle domande sulle proprie mancanze. Non si tratta di un’osservazione immediata e superficiale ma di uno sguardo e di una ricerca che vanno oltre.

Hanno collaborato alla scrittura Pier Paolo Zampieri, Vincenza Di Vita, Katia Trifirò, Pier Luca Marzo, Dario Tomasello, Agnese Doria, Graziano Graziani. Foto documentate dagli studenti dell’Università di Messina.

 

Marina Fulco

Il fotografo Franco Carlisi alla libreria Ciofalo

Giovedì 15 novembre alle ore 18 presso la libreria Ciofalo si è svolta la presentazione del libro Il valzer di un giorno del fotografo matrimonialista Franco Carlisi.

Franco Carlisi classe 63 è un fotografo di Agrigento. Laureato in Ingegneria Elettrica, si appassiona alla fotografia nel 1994.
Nelle sue fotografie non vi è soltanto una ricerca antropologica e sociologica, ma anche una rappresentazione teatrale, in cui la realtà è raccontata con originalità. Sono i piccoli istanti catturati dalla macchina fotografica che raccontano il matrimonio, che danno nostalgia.

Ogni fotografia, nonostante sia un’opera della spontaneità e realizzata in pochissimi secondi, è un’opera d’arte a sè e presenta equilibrio e cura nei dettagli.

Cosa spinge un fotografo a riprendere proprio quel momento non è altro che uno scatto che avviene al proprio interno e che riemerge dalla propria storia personale o dall’inconscio.

In ogni fotografia vi è la rappresentazione di un momento cristallizzato, è un attimo che dona emozioni.

Fin dal primo sguardo il fruitore si sente immerso come se l’immagine lo appartenesse. 
Una sorta di feritoia nella quale vi si può entrare per scoprire qualcos’altro.

All’interno della realtà antropologica e sociologica se ne avverte anche una surreale e visionaria. Le sue fotografie hanno successo in tutto il mondo per il valore simbolico, universale che possiedono. Sono la rappresentazione della verità, in cui si fa omaggio alla sacralità della vita.

Il libro, vincitore del premio Bastianelli 2011, è presentato nella sua seconda edizione e presenta oltre cento immagini in bianco e nero.

Introduce Alessandro Mancuso di Magika edizioni. Presenti alla conversazione l’autore Franco Carlisi, Gioacchino Barbera, storico dell’arte; Sergio Tedesco, etnoantropologo direttore della Biblioteca regionale di Messina.

E’ possibile visitare la mostra di Franco Carlisi fino a venerdì 30 novembre 2018 presso Magika edizioni, in via Placida, Messina.

Marina Fulco

 

Il rumore dei tuoi passi: un libro che rapisce

Dicono che ogni libro contribuisce a renderci persone migliori, a cambiare una parte di noi, a cambiare il modo di intendere e vivere la vita. Dicono che ci sono libri che rimangono per sempre dentro di te. Questo è quello che mi è successo leggendo Il rumore dei tuoi passi di Valentina D’Urbano uscito nel 2012.

Casualmente un giorno ho letto questo libro, non mio tra l’altro, solo perché mi stavo annoiando a dir la verità. Ma è bastata la prima pagina per catapultarmi nel mondo di Beatrice e Alfredo, o come tutti li chiamavano, i “gemelli”. I due però non hanno il sangue in comune, ma bensì qualcosa di più importante: l’amicizia, l’amore, l’odio e la morte.

La storia viene raccontata dal punto di vista di Beatrice, ma per non farci mancare niente Valentina D’Urbano ha scritto anche un secondo libro intitolato “Alfredo” che racconta la stessa storia ma dal punto di vista di Alfredo.

Il luogo in cui si svolge questa storia, che non si può assolutamente solo definire d’amore, non è ben specificato. Da chi ci vive viene chiamato “fortezza”, ma non è altro che un quartiere pieno di case fatiscenti occupate abusivamente da nullatenenti che si sono ritrovati senza lavoro e speranze per il futuro. Beatrice è una di questi, che, nella povertà, è comunque fortunata ad avere dei genitori che la amano e cercano di occuparsi al meglio di lei. Alfredo invece non ha la stessa fortuna. Orfano di madre, si ritrova a vivere con un padre che non fa altro che maltrattare moralmente e fisicamente lui e i suoi fratelli. Ma è proprio in questa triste situazione che i due si incontrano sin da piccoli legando il loro destino in modo indissolubile.

La particolarità di questo racconto è il passaggio continuo tra passato e presente. La storia non è scontata, non mancano i colpi di scena e, le emozioni che provano i protagonisti, vengono trasmesse attraverso le parole forti e dettagliate della scrittrice che riesce ad arrivare fino alla parte più profonda dei nostri sentimenti e della nostra sensibilità. Ammetto infatti di aver pianto leggendo questo libro.

Quindi se volete fuggire per un attimo dalla realtà, se volete provare emozioni forti e se volete conoscere una storia diversa da ciò che siamo abituati, leggete questo libro e perdetevi nella sua bellezza. Vi sorprenderà.

 

Sara Cavallaro