Alla (ri)scoperta delle scuole superiori di Messina: Basile e Bisazza

In attesa del rientro a scuola dopo le vacanze di Pasqua, torna la nostra rubrica dedicata agli istituti superiori messinesi. Oggi parleremo dei personaggi a cui sono intitolate le due scuole del quartiere Annunziata: il Liceo Artistico “E. Basile” e l’Istituto Superiore Statale “F. Bisazza”.

Liceo Artistico “E. Basile”

Isituito nel 1956 come sezione staccata dell’ Istituto Statale d’Arte di Palermo, dopo essere stato ospitato per anni nei locali del Real Convitto “Dante Alighieri”, attualmente il liceo si trova nel quartiere Annunziata  in via U. Fiore e fa parte dell’ ’I.I.S. “La Farina – Basile”, in seguito all’accorpamento con lo storico liceo classico – di cui abbiamo parlato precedentemente in un nostro articolo -. Nel 1982 è intitolato ad Ernesto Basile, autorevole esponente del liberty siciliano.

Facciata del Liceo “E. Basile” – Fonte: messinaweb.Eu

Nato a Palermo il 31 gennaio 1857, studia presso l’università del capoluogo sotto la guida del padre, professore di Architettura.

Successivamente al conseguimento della laurea si dedica allo studio dei monumenti architettonici siciliani, in particolare, di epoca normanna e rinascimentale contribuendo con il padre alla stesura del volume “Curvatura delle linee dell’architettura antica “ ( Palermo 1884). Grazie a questo lavoro, Basile, si educa ad uno storicismo che se pur acriticamente accolto, sarà la caratteristica preponderante delle sue prime esperienze.

Nel 1890 ottiene la cattedra che era stata del padre e sette anni dopo viene nominato anche direttore della Reale accademia di belle arti di Palermo.

Nel 1981 gli viene commissionata la realizzazione degli edifici per L’esposizione nazionale di Palermo. I disegni ottengono immediatamente un grande successo grazie alla perfetta aderenza del suo linguaggio all’ambiente sociale e culturale siciliano.

Ernesto Basile – fonte: comune.palermo.it

Nel 1898 costruisce le ville Paternò ed Igea a Palermo, che segnano un’importante svolta artistica per il Basile: all’impostazione ancora arabo-normanna si unisce una rigorosa semplificazione formale e una libertà volumetrica del tutto innovativa. Il problema di Basile era quello di inserire il linguaggio liberty all’interno di una società, quella siciliana, che ne aveva ignorato premesse e sviluppi.

L’inserimento di elementi decorativi floreali, tipici del’ 400 siciliano, si spiega con il tentativo di trovare una giustificazione al nuovo linguaggio, fondandolo su una tradizione storica e fortemente legata al territorio. Tipico a tal riguardo il palazzo di Montecitorio  in Roma che sancisce definitivamente la scissione delle esperienza del Basile in architettura ” minore ” e ” maggiore”.

Le successive opere sono fortemente caratterizzate da questa contraddizione stilistica; tra le tante  ricordiamo il municipio di Reggio Calabria, ma anche la Cassa di Risparmio di Messina.

L’ultima opera del Basile è la chiesa di S. Rosalia in Palermo, iniziata nel 1928 e non ancora terminata nel 1932, anno della morte dell’eclettico architetto siciliano.

Istituto Superiore Statale “F. Bisazza”

L’altro istituto del quartiere Annunziata è uno dei più recenti della città di Messina ed incoropora vari licei: il Liceo Scientifico (con le vari sperimentazioni), il Liceo Linguistico, il Liceo dell Scienze Umane e – dal prossimo anno scolastico – il Liceo Musicale. La scuola è intitolata al poeta e letterato Felice Bisazza.

L’Istituto “F.Bisazza” – fonte: messinaora.it

Nato a Messina il 29 gennaio 1809, Felice Bisazza frequenta il Regio Collegio Carolino di Messina, riservato ai figli delle famiglie messinesi più nobili e, appena quindicenne inizia, da autodidatta, gli studi letterari.

Bisazza acquisisce la fama a livello nazionale attraverso la collaborazione – sia prosa che in versi – con numerosi giornali, prima cittadini e poi regionali.

Nel 1831 pubblica la sua prima raccolta di saggi e di liriche originali, i Saggi poetici; nel 1833 redige Il Discorso sul Romanticismo, molto importante dal punto di vista storico, più che stilistico, poiché provoca fermento nell’ambiente culturale dell’Isola, che non ha accolto favorevolmente il romanticismo. Infatti, Bisazza è uno dei pochi – e impavidi – romantici siciliani e spesso deve difendersi dagli attacchi di altri letterati.

Nel 1835 si reca a Napoli per collaborare con importanti testate della città partenopea, ma, dopo quasi un anno, lascia la città per delle allusioni sul dispotismo borbonico e sulla situazione della patria.

L’anno successivo decide, dedicando l’edizione napoletana della Morte di Abele (1836) a Re Ferdinando II, di ritrarsi da qualsiasi manifestazione di liberalismo, per potersi dedicare completamente – e senza ostacoli – all’insegnamento e agli studi; così, dopo il biennio rivoluzionario siciliano del 1848, ottiene la cattedra di lingua e letteratura italiana presso l’Università di Messina.

Nel 1858, presso l’Ateneo Peloritano pronuncia un discorso Della letteratura poetica, sotto il doppio aspetto della rappresentazione e della purificazione, da cui si evince il suo moderato romanticismo religioso e moralistico.

Dopo la costituzione del Regno d’Italia, Bisazza omaggia le vicende dell’unificazione – auspicata sin dalla giovinezza – e suoi protagonisti. Nel 1865 partecipa alle celebrazioni dedicate al sommo poeta Dante.

Felice Bisazza muore a Messina il 30 agosto 1867. Nel 1872 il municipio di Messina colloca le sue ossa nel cimitero monumentale, accanto alle tombe degli amici La Farina e Natoli.

Felice Bisazza e il timbro postale a lui dedicato – Fonte: sikilynews.it

Alla prossima!

Concludiamo dandovi appuntamento al prossimo articolo, in cui conosceremo la storia del personaggio a cui è intitolato un importante istituto situato a Provinciale: il Liceo “E. Ainis“.

 

Emanuele Paleologo, Mario Antonio Spiritosanto

Fonti:

treccani.it/enciclopedia/felice-bisazza

treccani.it/enciclopedia/ernesto-basile

iislafarinabasile.edu.it/basile

liceobisazza.edu.it

Eventi della settimana.

9 maggio

VI EDIZIONE PIAZZA DELL’ARTE SCALINATA DEL RETTORATO

Dove: Scalinata del Rettorato

Quando: dalle 16:00 di giorno 9 maggio alle 2:00 del 11 maggio

Cosa: Mercoledì 9 Maggio dalle ore 9:00
LABORATORI DI PITTURA e PERFORMANCE a cura del Liceo Artistico Statale ” E. Basile ” Messina?

Giovedì 10 Maggio dalle ore 16:00
LABORATORI DI SCRITTURA CREATIVA
CORSI DI DANZA A CURA DI Alma Libre “Gruppo Ufficiale”?
DJ SET
Giovedì 10 Maggio dalle ore 21:00
MUSICA | LIVE BAND | TEATRO | DANZA | ARTE
PREMIAZIONE CONCORSO FOTOGRAFICO Michelangelo Vizzini?

Durante la manifestazione saranno esposte:
– Opere pittoriche di giovani artisti messinesi
– Mostra Fotografica Vizzini

Le foto del Concorso Fotografico Vizzini verranno proiettate e mostrate durante la manifestazione.

ERASMUS IN RETRO – WELCOME TO THE JUNGLE

Dove: Retronouveau via Croce Rossa 33

Quando: ore 23:30

Cosa: “Tutti gli animali sono uguali, ma alcuni sono più uguali degli altri” disse Orwell. Ma al retronouveau tutti gli animali sono uguali ma alcuni sono più alcolizzati degli altri, disse un grande saggio. Questo mercoledì vogliamo vedere il vostro Es schizzare fuori dalla vostra mente e dare vita allo spirito animale che é in voi. Vogliamo sentirvi abbaiare, miagolare, muggire, barrire, ruggire, squittire, sibilare, ragliare, belare, gracchiare, ragliare e trimbulare! (Eccovi svelato il misterioso verso del coccodrillo).

MODALITA’ DI INGRESSO
Solo per chi ha il nome in lista: 7 euro con consumazione entro mezzanotte, 10 euro con consumazione dopo mezzanotte.
Ingresso Gratuito per le donne in lista ENTRO 00.00! Dopo mezzanotte le donne pagano 7 con consumazione.

Vestitevi a tema e per voi una sorpresa in omaggio!

Music Selection by Alberto Russo & Roberto D’Emilio

La serata più internazionale di Messina è tornata con più carica ed energia di sempre!

 

10 maggio

QUATTRO PASSI A MESSINA : ECLETTISMO E LIBERTY

Dove: Discover Messina via primo settembre 110

Quando: ore 20:00

Cosa:   VISITA GUIDATA fra i palazzi del ‘900:
Via C. Battisti – Palazzo Magaudda
Via Cardines – Palazzo Api – Palazzetto Coppedé
Via Lepanto – Piazza Duomo – Palazzo dello Zodiaco
Galleria Vittorio Emanuele – Palazzo della Provincia
Palazzo delle Poste (oggi università) – Palazzo Zanca

ore 22,30: Degustazione DOLCI TIPICI
(Pasticceria Ragusa)

ore 23,00: CONCLUSIONE

PRENOTAZIONI:
DISCOVER MESSINA TOURIST INFO POINT
Via I Settembre 110 – Messina
090.2135672 – 370.1270545

€ 8,00 a persona
GRATIS bambini 0/10 anni
Le quote comprendono:
Degustazione Dolci Tipici + VISITA GUIDATA
a cura dell’arch. NINO PRINCIPATO

Le prenotazioni possono essere effettuate entro e non oltre il 02/05/2018.
Le quote di partecipazione dovranno essere corrisposte entro e non oltre l’inizio della visita.
Discover Messina si riserva il diritto di annullare l’evento, qualora non venga raggiunto il numero minimo di 25 partecipanti.

QUATTRO PASSI A MESSINA: ECLETTISMO E LIBERTY fra i Palazzi del ‘900.
Dopo il terremoto del 28 dicembre 1908 per la ricostruzione della città moderna giunsero in riva allo stretto numerosi architetti e ingegneri. Molti di loro si presentarono con nuove idee e in un
decennio vennero edificati nuovi palazzi in un linguaggio eclettico, che bene si accomunò e integrò con le innovazioni moderne dei primi anni del novecento.
Fu così che a Messina sorsero i primi palazzi in stile eclettico e liberty, a conferma, ancora oggi, di un nuovo disegno urbano capace di dotare la città di un ricco patrimonio architettonico,
testimonianza straordinaria del liberty e dell’eclettismo in Sicilia e in Italia.

CONCERTO GLORIUS 4ET

Dove: Teatro Vittorio Emanuele

Quando: ore 18:00

Cosa: Quartetto vocale femminile: con i loro arrangiamenti originali spaziano dalle armonie del Jazz al ritmo del Funky e del Pop, alla malinconia del Blues. Si distinguono con la loro sonorità eclettica, colorata e complessa come la nostra Sicilia.
Tra Festival e concorsi in tutta (Lucca Jazz Donna; Solevoci Festival di Varese; TIM di Torino; Teatro pubblico pugliese…), conquistano il Premio d’Onore al Concours International Léopold Bellan di Parigi, categoria Gruppi vocali. E ancora il Primo Premio al Trofeo W.I. International Music Award “Alfredo Spataro” di Cosenza per la categoria ensemble vocali.
Varie le collaborazioni: vocalist per Montesano, supporter live di Paolo Belli & Big Band, vocalist di Mannarino nel singolo “Arca di Noè” tratto dall’album “Apriti cielo”.
Attualmente stanno registrando il loro primo album con la produzione artistica curata dal M° Tony Canto e con Esteban Alvarez special guest star al pianoforte.

Prossimi concerti: Cap Ferret Festival (Francia), il prossimo Luglio; Osaka (Giappone) e Vienna (Austria) in autunno; Texas (U.S.A.) a Natale…

Agnese Carrubba (voce/pf/percussioni) – Cecilia Foti (voce)
Federica D’Andrea – Mariachiara Millimaggi (voce/pf/percussioni)

MOLI BLU – INCONTRI DI MARE PER GIOVANI LETTORI

Dove: Libreria Doralice

Quando: ore 18:00

Cosa: Nel contesto della IV edizione di Me&Sea, patrocinata dall’ European Maritime Day 2018, è interamente dedicata al rapporto con l’insularità.
La libreria Doralice organizza MOLI BLU  un laboratorio di lettura per ragazzi che ha come tema il mare, quel mare nascosto nei romanzi che fa da sfondo alle nostre vite.
MOLI BLU rientra a far parte di Me&Sea, per la valorizzazione del mare siciliano: è un trampolino da e per la fantasia, verso le infinite sfide che il mare offre e un riparo sicuro per chi il mare lo guarda ma non lo naviga.
Un laboratorio per ragazzi che desiderano naufragare nelle storie di scrittori che nel mare hanno ambientato i loro racconti per riappropriarsi con la fantasia del mare sognato, sognante, mitico e leggendario.
Il mare, il protagonista indiscusso della nostra terra.
Il mare che la nostra terra la rende isola.
Che ammalia e che separa, che unisce e suggestiona.

Durante gli incontri saranno lette:
– “Fiabe di mare” raccolte da Italo Calvino,
– “Il mare racconta” di Paolo Ghirardi,
– “il Cane che andava per mare e altri eccentrici siciliani” di Stefano
Malatesta,
– “Lisca bianca” di Carolina Lo Nero;
– “Cola pesce”
– “Tutt’attorno la Sicilia, un’avventura di mare”
-“Storie di mare” di Folco Quilici

(per maggiori informazioni sul calendario del festival https://www.facebook.com/events/162871297739063/ )

 

11 maggio

GREY GROOVE

Dove: Grey Goose cocktail bar via Cardines 8

Quando: ore 22:30

Cosa: Mercatino Messinese
Messina – Grey Goose Cocktail Bar
1€
A.A.A. Cercasi descrizione per l’evento di Venerdì 11 Maggio, no perditempo.

 

13 maggio

UNA VIA PER UNA CULTURA CONDIVISA

Dove: via Antonio Laudamo

Quando: ore 10:00

Cosa: Lo spazio pedonale di via Laudamo al momento poco fruito e quattro domeniche animate con tanti libri, letture, presentazioni, visite guidate e animazione per i più piccoli.
“Una via per una Cultura condivisa” vuole essere un’occasione per promuovere la lettura e la cura del patrimonio attraverso la collaborazione con le diverse associazioni culturali che operano sul territorio, l’obiettivo è anche quello di far vivere ed animare uno spazio troppo spesso trascurato o poco conosciuto ai più

Il IlMaggioDeiLibri è la campagna nazionale di valorizzazione della lettura come elemento di crescita personale e collettiva. L’iniziativa, promossa dal Centro per il libro e la lettura del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, inizierà il 23 aprile, Giornata mondiale UNESCO del libro e del diritto d’autore, per protrarsi fino al 31 maggio

 

Arianna De Arcangelis

 

Messina borghese e opulenta: lusso e Art Nouveau a Villa de Pasquale

Del terremoto del 1908 ci troviamo spesso a parlare, nella nostra rubrica, come di un evento che fu per la storia urbana messinese un tragico spartiacque fra la Messina dei secoli passati, con la sua fisionomia urbana e i suoi monumenti oggi in buona parte perduti, e la Messina post terremoto, la città in cui oggi viviamo, con le sue luci e le sue ombre. Dobbiamo però ricordare che il grande Terremoto non fu la fine di tutto e che, nei primi decenni del secolo scorso, la città intera fu animata da una incredibile ondata di tenacia e orgoglio, che si esprimeva nel desiderio di ricostruire Messina più grande e più bella di prima. Allo sforzo delle autorità cittadine si aggiungeva quello dei privati, della ricca borghesia: la fisionomia della città che conosciamo, con le sue vie squadrate ed i suoi grandi palazzi in stile eclettico, spesso non privi di un loro fascino e di un loro valore artistico, è proprio il frutto di questo grande slancio ricostruttivo.

Dietro ognuno dei grandi palazzi del centro storico possiamo immaginarci le centinaia di storie di borghesi, imprenditori, banchieri, aristocratici che facevano a gara fra loro nel fare sfoggio delle proprie ricchezze e del proprio potere, e al contempo a lasciare il proprio segno nella fisionomia della città in rinascita; spesso con il contributo di architetti blasonati, come il grande Gino Coppedè che a Messina lasciò molte opere pregevoli. È a uno di questi membri di quella borghesia rampante e vitale, l’imprenditore Eugenio De Pasquale, che si deve la costruzione di una delle più significative testimonianze di quel periodo storico: la preziosa quanto sconosciuta Villa De Pasquale.

 

È il 1912 quando Eugenio De Pasquale, imprenditore agrumario, dà inizio ai lavori per la costruzione di una sontuosa residenza privata. Il luogo designato non è però il centro storico, ma la periferia sud della città, quella che all’epoca ne costituiva la zona industriale: a pochi passi dai grandi agrumeti e dalle sue fabbriche, in cui si trasformavano gli agrumi e i fiori di gelsomino in essenze da usare in profumeria, che venivano rivendute in tutta Italia e nel mondo. È lì che la villa si trova ancora: a pochi passi dal torrente Larderia, in zona Contesse, lungo la antica via Consolare Valeria (oggi denominata in quel tratto via Marco Polo), a meno di un chilometro dall’odierno Policlinico Universitario.

 

La grande villa, restaurata e riaperta al pubblico in tempi relativamente recenti (circa un anno fa) dopo anni di decadenza e abbandono, consta di un ampio parco e di un palazzo in stile neorinascimentale, dalle linee architettoniche sobrie ed eleganti. Dietro il caratteristico cancello a forma di ragnatela, un lungo vialetto porta alla residenza padronale, in cima a una scenografica scalinata. L’atmosfera di serena compostezza dettata dalle linee essenziali della costruzione è la stessa che si respira negli interni ampi e luminosi, che conservano ancora il mobilio d’epoca.

Lontano dalle bizzarrie e dalle stravaganze di molto liberty contemporaneo, qui tutto sembra limpido e razionale, a richiamare gli ideali di bellezza neoclassica e rinascimentale che evidentemente dovevano rientrare nei gusti della ricca committenza; statue, mobili, decorazioni, fregi e dipinti, copie fedeli dalle opere dei grandi maestri del Rinascimento e del Manierismo italiano.

 

Poi il pezzo forte, al piano superiore, con la grande galleria resa trionfo di luce dalle ampie finestre che danno sull’esterno. Sul soffitto dello spazioso salone dipinto in verde, le grandi tavole di Salvatore De Pasquale riproducono capolavori di Tiziano Vecellio e Rubens; in lontananza, fuori, si stende l’abitato di Contesse e, sullo sfondo, la Calabria. Possiamo a stento immaginare quanto suggestivo potesse essere stato questo luogo, quando, nei primi decenni del secolo scorso, le case e i palazzi residenziali erano molto di meno, la campagna molta di più, da queste finestre, Eugenio De Pasquale e i suoi familiari potevano affacciarsi e vedere, in lontananza, la spiaggia e le acque dello Stretto.

Gianpaolo Basile

Ph: Giulia Greco

Galleria Vittorio Emanuele III: gran tesoro dell’inconsapevole Messina

img_7268Uno dei quattro monumentali edifici che danno forma circolare alla caratteristica piazza Antonello, sul corso Cavour, è il Palazzo della Galleria Vittorio Emanuele III. Unica nel suo genere nel Meridione, insieme alla Galleria Umberto I di Napoli, è espressione di quello stile liberty, ma eclettico allo stesso tempo, tipico del periodo della ricostruzione post-terremoto del 1908.

La sua storia prende il via nei primissimi anni Venti, allorquando gli interessi pubblici del Comune, desideroso di restituire a Messina uno spazio che rivitalizzasse il centro urbano nelle ore diurne e serali, si sposarono con quelli privati della Società Generale Elettrica della Sicilia, che finanzierà i lavori, nella speranza di dare finalmente una sede decorosa e definitiva ai propri uffici. Il progetto fu affidato all’architetto e ingegnere messinese Camillo Puglisi Allegra, noto e operativo in tutta Italia. I lavori, intrapresi nel 1924 e conclusi nel 1929, consegnarono alla città un edificio prestigioso, che fu intitolato “al nome Augusto del Sovrano”.

img_2016

img_2026L’ingresso principale, posto su Piazza Antonello, è costituito da un portico con un monumentale arco segnalato da robuste paraste e da un fastigio sopraelevato. All’interno, la Galleria si compone di tre bracci, che conducono ai tre ingressi, e che danno all’edificio la forma di una “Y”. Le volte a botte che sovrastano i bracci hanno dei lucernai a vetri colorati. Le ripartizioni geometriche della pavimentazione, realizzata con tesserine a mosaico, sono in armonia, se non addirittura in diretta relazione, con le forme e le composizioni della copertura sovrastante.

I tre bracci confluiscono, al centro, in uno spazio esagonale su cui, in asse, sitrova una cupola vetrata. Si tratta in realtà di una doppia volta, protettiva all’esterno, artistica all’interno, ideata al fine di mitigare le escursioni termiche. Il telaio metallico di sostegno delle vetrate artistiche, a differenza di altre monumentali Gallerie italiane ed europee, è ancorato ad una struttura intelaiata in cemento armato, anziché in ferro o ghisa.img_2023

Altra peculiarità progettuale della struttura è la presenza di una scalinata interna all’estremità del braccio che porta all’ingresso di via Oratorio della Pace, elemento atipico per una Galleria del genere ma necessario per far fronte alla differenza di altezza tra leimg_2012 strade urbane. In ogni caso, ai tempi fu considerato un edificio d’avanguardia, grazie alle stupefacenti decorazioni (opera degli scultori Ettore Lovetti, Giuseppe Ajello e Antonio Bonfiglio) e alle innovative soluzioni tecniche: prime fra tutte le reti idriche, elettriche e telefoniche, con installazione completamente incassata.

Per il suo pregio, l’edificio è stato dichiarato nel 2000 bene d’interesse storico- artistico ai sensi della legge 1089/39.

Ma qual è stato il suo ruolo negli anni? Pensata come piccolo cuore pulsante della città, ricco di uffici e negozi, in realtà ad oggi la Galleria è adibita solamente a luogo di ristorazione e cocktail bar. Inoltre, per anni, ha versato in uno stato di pressoché totale abbandono: ha dato rifugio agli sbandati ed è stata valvola di sfogo per i vandali. Tutto questo nonostante i tre restauri, eseguiti negli anni 60, 90 e nei primi anni 2000.

L’ultimissimo restauro, invero, si è concluso proprio in questo dicembre. I lavori, voluti dal Comune e sostenuti dalla Soprintendenza ai Beni Culturali e da diversi gruppi privati, hanno impegnato anche alcuni ragazzi dell’Istituto professionale Verona-Trento che sono stati gli esecutori materiali dell’opera di riqualificazione e abbellimento della Galleria. La speranza è che questa sia la volta buona e che a nessun messinese (e non solo) pianga più il cuore nel vedere una tale bellezza deturpata. Che, insomma, sia la vera rinascita della Galleria! 

Francesca Giofré

Foto di Giulia Greco

 

Un visionario a Messina: l’eclettismo liberty di Gino Coppedè

Ammettiamolo: al giorno d’oggi, gli scempi urbanistici degli ultimi quarant’anni e la cementificazione selvaggia che ha afflitto e in parte continua ad affliggere le nostre città, ci hanno lentamente abituati all’idea velenosa che l’edilizia urbana, sia essa pubblica o privata, debba, quasi per definizione, essere qualcosa di meramente funzionale, e, di conseguenza, privo di senso estetico. Anche per quanto riguarda le residenze dei ceti più benestanti ed abbienti, ci appare lontana e quasi estranea l’idea che una casa possa essere qualcosa in più di una semplice scatola in cui passare la vita nella maniera più comoda e confortevole possibile; che possa rappresentare qualcosa di bello, qualcosa in grado di conferire decoro e prestigio non solo al proprietario, ma all’intera città; in poche parole, che possa diventare oggetto d’arte.

Fortunatamente, le cose non sono sempre andate così, e la nostra città, Messina, ne costituisce ancora una preziosa testimonianza. Spostiamoci indietro nel tempo, nei primi del ‘900: quel tragico terremoto del 28 dicembre 1908 di cui così spesso ci sentite parlare nella nostra rubrica, ha appena trasformato una città d’arte, viva, florida e bella in un cumulo di macerie e fantasmi. Ma sotto le ceneri una fiamma cova ancora: è la tenacia dei suoi abitanti, che già dagli anni immediatamente successivi iniziano a prodigarsi, ciascuno nelle sue possibilità, per far risorgere Messina e restituirle, almeno in parte, il lustro e la grandezza degli anni passati.

É in questo contesto di fervore ricostruttivo che dobbiamo immaginarci l’arrivo a Messina di uno degli architetti più ammirati dell’epoca: Gino Coppedè.

Maestro e caposcuola dello stile eclettico liberty, il fiorentino Gino Coppedè è prima di tutto un artista profondamente consapevole della grande tradizione architettonica italiana e allo stesso tempo del gusto per la decorazione e per il bizzarro diffuso nella sua facoltosa committenza; quando arriva a Messina è già un architetto affermato e maturo, con alle spalle numerosi lavori in diverse città italiane e soprattutto a Genova; porta con se una cifra stilistica già inconfondibile, in cui combina a suo piacimento, in maniera capricciosa e surreale, il gusto per il neogotico fiabesco delle sue opere giovanili (come il genovese castello MacKenzie) con elementi stilistici moreschi, rinascimentali, manieristi, barocchi; Messina è dunque, per lui, una tabula rasa su cui mettere alla prova e consolidare, pur nelle restrizioni notevoli imposte dai rigorosi piani regolatori e dalle rigide norme antisismiche, quello stile onirico e visionario che poi esploderà, negli anni ’20, nel suo grande capolavoro della maturità, il complesso urbano detto appunto quartiere Coppedè, a Roma.

Sono tante le sue opere sparse qua e là nel tessuto urbano di Messina, e spesso non opportunamente valorizzate. Probabilmente la più esemplificativa del suo stile, nonché la meglio conservata, è Palazzo Tremi, detto anche Palazzo del Gallo, che si trova all’incrocio fra via Centonze e via Saffi, un po’ fuori dal centro storico: iniziato nel 1913 per il colonnello Vittorio Emanuele Tremi e la moglie, si fa subito notare per l’esuberante decorazione con il ricco fregio graffito con immagini di cavalieri, e i medaglioni con le teste di Medusa. Spostandoci in centro, troviamo il palazzo del marchese Loteta, sulla via Garibaldi, a sinistra della Prefettura, che mostra nell’impianto della facciata, con le sue bifore, la perfetta assimilazione del gotico quattrocentesco ravvivata qua e là da citazioni manieriste; e ancora, in posizione centralissima, in piazza Duomo all’angolo con la piazza Immacolata di Marmo troviamo il Palazzo Arena detto anche Palazzo dello Zodiaco, iniziato nel 1916, con il suo bel fregio e l’elegante portone in stile liberty. Dietro le absidi del duomo, all’incrocio fra la via Garibaldi e via Loggia dei Mercanti, nascoste fra le fronde degli alberi intravediamo le decorazioni, stavolta decisamente neobarocche, di palazzo Cerruti. Tornando sulla via Garibaldi, rispettivamente a destra e a sinistra dell’abside dell’Annunziata dei Catalani si fronteggiano altri due suoi palazzi, di cui il meglio mantenuto, palazzo Magaudda, all’angolo con la via Cesare Battisti, nonostante necessiti di restauri, rappresenta un vero compendio dello stile multiforme e citazionista del Coppedè.

Sarebbero troppi da descrivere uno ad uno gli altri palazzi, tutti costruiti negli anni ’10 e anni ’20 del secolo scorso e disseminati qua e là per le vie di Messina, da Palazzo Bonanno, sul lungomare di fronte alla Fiera Campionaria, a Palazzo dell’Ape sulla via I settembre; un motivo in più, fra i tanti, per passeggiare e perdersi fra le strade di una città che, nonostante le catastrofi storiche, ha ancora tanto da rivelare…

Gianpaolo Basile

Ph: Giulia Greco