#iorestoacasa: Guida di sopravvivenza pt.5

Il surrealismo della situazione odierna continua a lasciarci in bilico senza certezze su come si evolverà il nostro futuro.

Per sopravvivere all’eccesso di tempo libero già vi abbiamo consigliato serie tv, giochi da tavolo, libri, film e videogiochi.

Oggi diamo uno sguardo verso alcuni titoli di quella che viene considerata la Nona Arte: il fumetto.

Ancora oggi c’è un alone di incomprensione verso una delle forme di intrattenimento che (grazie anche all’esplosione cinematografica correlata) risulta essere tra le più seguite ed usufruite tra quelle a nostra disposizione.

Il mondo del fumetto è più vasto e vario di quanto chiunque di noi possa immaginare (sia esso americano, giapponese, italiano, francese, belga etc…), dando la possibilità di avere letture vicine al nostro modo di essere, o, al nostro modo di pensare su questo o quell’argomento.

Ma, soprattutto, ci dà la possibilità di farci trovare una storia, sia essa fantasiosa o molto prossima alla nostra realtà, che possa (veicolata da personaggi caratterizzati nei più minimi particolari e da disegni che resteranno impressi nella nostra mente) farci riflettere su noi stessi ed emozionarci come mai avremmo creduto possibile.

Eccovi alcuni validissimi esempi del genere, nell’ormai consueto format giorno per giorno.

Lunedì    

Rocky Joe (1968-1973): il manga (fumetto giapponese) sul pugilato più famoso ed importante di sempre, scritto da Asao Takamori e illustrato da Tetsuya Chiba, consta di 13 volumi, editi da Star Comics.

Uno dei quartieri più poveri di Tokyo fa da cornice all’incontro che cambierà per sempre la vita del protagonista Joe, ossia quello con un ormai ex allenatore di box Danpei Tange, che vedrà in lui le potenzialità per diventare un astro nascente della disciplina.

Un viaggio umano fatto di redenzione, tormenti, coraggio, ma soprattutto di scelte che porteranno ad un finale intensissimo che eleva l’opera a capolavoro del genere.

 

Joe Yabuki – Fonte: Stay Nerd

 

Martedì

Monster (1994-2001): il capolavoro massimo del mangaka (fumettista giapponese) per eccellenza, Naoki Urasawa.

Completo in Italia in 9 volumi edito ad opera di Planet Manga.

Un colpo fortissimo sferrato contro tutto il marcio che alberga nella mente degli uomini.

Il dottor Tenma, famosissimo e stimatissimo chirurgo, si troverà ad andare contro gli ordini del suo primario quando preferirà operare un bambino a discapito del sindaco, il quale morirà sotto i ferri per colpa di un altro chirurgo molto meno capace.

Il nostro protagonista verrà conseguentemente sempre più allontanato dalla cerchia dei medici più influenti fino a quando un evento non gli sconvolgerà ulteriormente la vita.

Un’efferata carneficina e la scomparsa del bambino precedentemente salvato da Tenma, porteranno quest’ultimo ad essere il fulcro di tutte le domande che si porrà il lettore e che troveranno man mano risposta in un frenetico susseguirsi di colpi di scena.

 

 

Il dott. Tenma – Fonte: La Valdichiana

 

Mercoledì

Gen di Hiroshima (1973-1974): uno dei masterpiece del fumetto mondiale scritto e disegnato da Keiji Nakazawa.

Completo in Italia in 3 volumi edito ad opera di Hikari Edizioni.

L’autore ci narra le vicende da lui realmente vissute: l’orrore della strage di Hiroshima visto dagli occhi di un bambino, viene trasposto su carta senza alcun tipo di censura o riguardo verso la sensibilità del lettore, ma tende comunque a sensibilizzarlo verso quello che è stato una dei più grandi crimini contro l’umanità della nostra storia.

 

La copertina del primo volume – Fonte: Amazon.it

 

Giovedì

The Killing Joke (1988): Alan Moore ai testi e Brian Bolland ai disegni, creano un’opera senza tempo.

Volume unico edito in Italia ad opera di Rw Lion.

Risulta oltremodo difficile sviluppare una storia in poche pagine, non per Alan Moore che in meno di 70 riesce a descrivere perfettamente il rapporto intricato tra il cavaliere oscuro e la sua nemesi per eccellenza, Joker.

Una narrazione compatta e mai lenta che scorre tra le dita voltando ogni pagina, così come fa il sopraggiungere di una risata dopo una barzelletta.

 

La storica copertina del volume – Fonte: Wikipedia

 

Venerdì

Marvels (1994): Kurt Busiek e Alex Ross innovano il concetto di supereroe.

Volume unico edito in Italia ad opera di Panini Comics.

Tramite il grande schermo abbiamo amato le avventure dei supereroi di casa Marvel, ma il team sopracitato è riuscito a creare un nuovo punto di vista per il genere supereroistico, quello del comune essere umano.

Attraverso il punto di vista del fotografo Phil Sheldon, ci vengono narrate alcune vicende di queste “meraviglie” e di come esse abbiano influenzato la vita del suddetto protagonista, sia nel bene che nel male.

 

La copertina del N. 1 – Fonte: MangaMania

 

Sabato

All Star Superman (2005-2008): Grant Morrison e Frank Quitely creano la storia per eccellenza del supereroe per eccellenza.

Volume unico edito in Italia ad opera di Rw Lion.

L’azzurrone ci ha sempre abituati a grande eroismo con le sue azioni, ed ora che è arrivata la fine per lui, è più eroico di quanto sia mai stato.

Una malattia dovuta all’assorbimento di troppi raggi solari porterà la vita di Superman a un capolinea in breve tempo.

E’ così che decide di mettere a posto tutte le cose lasciate in sospeso attraverso dialoghi  toccanti e profondi tra i quali spicca quello con il suo principale antagonista Lex Luthor, Superman si congeda dal suo compito portato avanti per tutti quegli anni.

 

La copertine del volume – Fonte: RW Edizioni

 

Domenica

We3 (2004): Lo stesso team creativo di All Star Superman crea una graphic novel (romanzo grafico) con una narrazione e un’impostazione delle tavole mai viste prima.

Volume unico edito in Italia ad opera di Rw Lion.

Un cane, un gatto e un coniglio.

Sembra l’inizio di una fiaba, in realtà è un percorso che questi tre poveri animali trasformati in armi dovranno affrontare attraverso la crudeltà dell’uomo e di quanto quest’ultimo non si faccia scrupoli utilizzando qualsiasi mezzo pur di raggiungere il suo scopo.

 

La copertina del volume – Fonte: Amazon.it

 

 

 

Giuseppe Catanzaro

 

 

Eventi della settimana

14 febbraio

#innamoratidiME

Dove: Messina

Quando: dalle ore 16:00 del 14 febbraio con iniziative anche il 17 e 18

Cosa:  Un sogno che fluttua con tenerezza infinita sulle ali della Fata Morgana!
Un canto che si diffonde nell’aria limpida di una notte di luna piena sulla bocca delle sirene.
E’ Messina che sussurra: innamorati di me! Si può resistere alla seduzione di una città che si snoda tra i Peloritani e il mare dello Stretto e che si riflette nel cielo con i laghi di Ganzirri e carezza le nuvole e le onde dai colli di Sarrizzo? E perché non cedere alle lusinghe di una città che ti porta per mano alla Badiazza, nella chiesa dei Catalani o di Santa Maria Alemanna e ti trattiene, silente e gioiosa, di fronte a un quadro di Antonello a una scultura di Montorsoli e del Gagini?
Non si può.
E allora rispondiamo alla domanda della città e confessiamole che ne siamo innamorati da sempre.
Innamorati dolenti per le ferite che la città si porta dentro – baracche, povertà, degrado, incuria, istinto di rassegnazione, e poi speculazione edilizia, inquinamento, corruzione.. – ma innamorati decisi a non accettare che la propria amata venga deturpata o abbandonata.

Il 14 febbraio, festa degli innamorati, la vogliamo dedicare alla città di Messina.
Innamorati di ME. Un pensiero, una parola, un gesto d’amore per la città. #innamoratidiME”

Una tre giorni dedicata all’amore per Messina, tante attività e performance per scoprire e amare di più la nostra città, questo e molto altro è “Innamorati di ME” iniziativa promossa da Cambiamo Messina dal Basso, Puli – AMO Messina, Associazione Zaleuco e Assessore Collettivo Antonello.

Un evento che vede la collaborazione di diverse realtà e che accompagnerà per tre giorni le/i messinesi, 14 – 17 e 18 febbraio, tre giorni che saranno un primo gesto di riscoperta di amore per la città.

Una tre giorni che ha già avuto idealmente il suo inizio con la richiesta, fatta tramite social network, a cittadine e cittadini di raccontare la loro “storia d’amore” con la città dello Stretto con una foto o una poesia (anche in dialetto) e di inviare il loro elaborato, edito o inedito, alla mail innamoratidime2018@gmail.com entro sabato 10 febbraio alle ore 10.00 per partecipare gratuitamente ad un contest.

CALENDARIO:

Il 14 febbraio alle ore 16:00 sarà il momento della visita guidata, a cura dell’associazione “Lalleru”, a zona Cammarata e Via Belle Arti; un momento per ricordare ma anche scoprire dei luoghi simbolo della messinesità.

Alle 17:00 presso largo San Giacomo, luogo riportato alla luce e ridonato a cittadine e cittadini, si terrà “Amo Messina perché…” iniziativa a cura di Puli-Amo Messina, che vedrà in contemporanea una performance con i gessetti a cura di Martina Karamazov.

Alle ore 18:00 presso l’atrio di Palazzo Zanca sarà il momento dell’esibizione dei cantastorie Annamaria Pugliese ed Anthony Greco.

Alle 18:00 ci saranno ben due eventi, il primo sarà un laboratorio di scrittura “I luoghi della mia città nella mia storia” condotto da Mimma Stornanti, a cura dell’Associazione culturale “Intervolumina” presso la Biblioteca dei Cappuccini di Pompei; il secondo una visita guidata a Piazza Duomo a cura di Christian Mangano ed un Minitour su trenino turistico, evento che richiede la prenotazione vista la disponibilità di soli 28 posti, con partenza e arrivo Piazza Duomo e con soste presso Cristo Re e zona Street Art, a cura di Discover Messina.

Alle ore 20:00 la Galleria Vittorio Emanuele si animerà con “Amor de tango: milonga in Galleria”, a cura dell’associazione TangoQuerido e sempre alle 20:00 sarà anche l’isola pedonale di via I° Settembre si svolgerà la Coreografia yoga a cura del Centro Tao Messina.

Alle 21:30 ci sará ” I cuntastorie”, Performance teatrale e Musicale a cura del maestro Nino Pracanica, attore; di Federico Chiofalo e Sebastiano Pietrini, Santino Scardino, musicisti, presso la Chiesa SS. Annunziata dei Catalani ed allo stesso orario sempre in via I° Settembre Performances di arte in strada: alle 22:00 Messaggi damore – perché ogni amore è unico e irripetibile: da unidea di Daniele Gonciaruk con gli allievi della scuola sociale di teatro Officine Dagoruk e alle 22:30 MEmorie, a cura dell’associazione Le Ronde.
Vogliamo valorizzare l’importanza dell’arte di strada e in strada e degli spazi pedonali, luoghi di socializzazione, incontro e cultura.

Sabato, 17 febbraio, appuntamento alle 09:30 sul viale Boccetta per la Passeggiata naturalistica Badiazza – Colli Sarrizzo con pranzo da don Minico a cura di “Cammina con Paolina”; alle ore 16:30 presso la libreria Colapesce si terrà “Scrivi di Me”: gioco di scrittura creativa a cura di Daniela Orlando e alle 19:00 Note dImprovvisazione: improvvisazioni musicali a cura di Gianluca Rando.

Domenica, 18 Febbraio, alle ore 09:00 Passeggiata naturalistica Forte S.Jachiddu e Monte Ciccia a cura del CAI di Messina e alle 20:00 presso la Galleria Vittorio Emanuele performance di danza di Oltredanza a.s.d. a.p.s. di Claudia Bertuccelli e Tilia Ruggeri ed a seguire performance di “Esostheater- Il teatro degli Esoscheletri” diretto da Sasá Neri. .

Un segno tangibile per le cittadine ed i cittadini verrà lasciato da due interventi di Street Art che come focus avranno l’amore per la Messina che verranno realizzati dalle allieve e dagli allievi del liceo artistico “Ernesto Basile” e dagli street artist MaCa e NessunNettuno.

16 febbraio

PICCOLI CRIMINI CONIUGALI

Dove: Teatro Vittorio Emanuele

Quando: dal 16/02 al 17/02 ore 21:00 ; giorno 18/02 ore 17:30

Cosa: Adattamento teatrale dell’omonimo libro di Eric-Emmanuel Schmitt firma la regia Michele Placido che interpreta uno dei protagonisti insieme ad Anna Bonaiuto.
Sinossi :
Sull’altalena del matrimonio fra impercettibili slittamenti del cuore e tradimenti conclamati si consuma la vita dei due protagonisti. Un sottile, brillante gioco al massacro a due voci inventato dal drammaturgo più amato d’oltralpe.
Gilles e Lisa, una coppia come tante. Da ormai quindici anni si trovano a vivere un, apparentemente, tranquillo menàge familiare.
Lui, scrittore di gialli, in realtà non è un grande fautore della vita a due, convinto che si tratti di un’associazione a delinquere finalizzata alla distruzione del compagno/a.
Lei, moglie fedele, è invece molto innamorata e timorosa di perdere il marito, magari sedotto da una donna più giovane.
Un piccolo incidente domestico, in cui Gilles, pur mantenendo intatte le proprie facoltà intellettuali, perde completamente la memoria, diventa la causa scatenante di un sottile e distruttivo gioco al massacro.
I tentativi di Lisa di aiutare il compagno a riappropriarsi della sua identità e del loro vissuto comune diventano, un percorso bizzarro, divertente e doloroso, che conferma il sospetto di molti che anche la coppia più affiatata non è che una coppia di estranei. Gilles e Lisa avranno un bel da fare per cancellare l’immagine di sé che ciascuno ha dell’altro, attraverso rivelazioni sorprendenti, scoperte sospettate, ma sempre taciute, rancori, gelosie, fraintendimenti mai chiariti, in una lotta senza esclusioni di colpi, sostenuta, per fortuna loro, da una grande attrazione fisica che li tiene avvinti.
Il testo di Schmitt è un veloce e dinamico confronto verbale tra i due protagonisti, un susseguirsi di battute, ora amorevoli ora feroci, ora ironiche ora taglienti, uno scontro che si genera dove una grande passione inespressa cerca un modo per sfogarsi. Il battibecco è necessario, vitale.
Il confronto incessante, il dire apertamente quello che era percepito da tempo, la consapevolezza chiara ed intelligibile di alcune realtà e verità prima solo intuite sono momenti necessari alla vita di coppia, per permettere a due persone di crescere insieme, di rispettarsi, di convivere.

 

17 febbraio

CUSUNIME-WP CATANIA

Dove: Cittadella sportiva Annunziata

Quando: ore 15:00

Cosa: campionato nazionale di pallanuoto serie B

 

COLAPESCE E #innamoratidiME

Dove: Libreria Colapesce via Mario Giurba 8/10

Quando: ore 16:30

Cosa: all’interno della manifestazione #innamoratidiME  si terrà “Scrivi di Me”: gioco di scrittura creativa a cura di Daniela Orlando e alle 19:00 Note d’Improvvisazione: improvvisazioni musicali a cura di Gianluca Rando.

 

HÅN al Retronouveau

Dove: Retronouveau via Croce rossa 33

Quando: ore 22:30

Cosa: Classe 1996, è una ragazza accompagnata dalla sua chitarra e dal suo computer.
La musica di HÅN si riversa sull’ascoltatore con la delicatezza di un ruscello di acqua limpida, fresca e cristallina.
Anticipato dal singolo The Children in anteprima streaming da The line of best fit e 1986 lanciato dallo statunitense Gorilla vs. Bear, l’EP di debutto è un’intensa creatura synth-pop in cui i tappeti di synth e le chitarre si uniscono ai ritmi pulsanti della drum-machine. Con questi brani HÅN ha superato il milione di ascolti su Spotify.

“Ascoltarlo è d’obbligo, apprezzarlo quasi scontato” (SENTIREASCOLTARE)

“Evocative and atmospheric guitar work and pulsating drum beats cry out Daughter in their influences, met by a minimalism in its airy synth that draws comparisons to The XX”. (When The Horn Blows)

APERTURA PORTE: 22.30
START SHOW: 23.30
INGRESSO: €5

PROMO: BIRRA OMAGGIO per chi entra PRIMA DELLE 23:30

 

Arianna De Arcangelis

 

Meglio soffrire che mettere in un ripostiglio il cuore, Susanna Cascini.

Quando una storia finisce è inevitabile sentirsi un varco dentro, i ricordi scavano nel presente e nel passato alla ricerca di una colpa, di un segnale, ci sforziamo di mettere tutto in una scatola immaginaria e di posarla via, la verità è che ci sentiremo meglio soltanto soffrendo.
È proprio questo che ho capito già dal titolo. Triste verità.

«Non era una sprovveduta, aveva già lasciato qualcuno ed era già stata lasciata a sua volta, quindi sapeva come funzionava e conosceva le regole: non chiamarlo, non cercarlo, non seguirlo (!), non inviargli messaggi, bloccarlo su ogni social network, non giocarsi la dignità. Conosceva le regole, ma le stavano strette, perché stavolta, in quella storia, ci aveva creduto talmente tanto da sentirsi quasi adatta a un futuro felice.»

La trama è molto semplice: si tratta di un amore andato a male, ormai finito da un pezzo, quando, un giorno, Tommaso la guarda mentre è seduta a leggere e lei lo prega di non piangere, e nell’aria galleggia la consapevolezza che ora è davvero finita. Anna cade in una profonda depressione, il mondo intero si schianta su di lei. Comincia a scrivere un diario di monologhi contando i giorni dalla fine, dalla separazione.

«E sembrava, dalla velocità con cui era sparito, che non avesse mai realmente avuto l’intenzione di restare, come se fin dall’inizio avesse saputo che prima o poi se ne sarebbe andato, come se fosse sempre stato di passaggio.»

Nella prima parte Anna deve fare i conti con i ricordi, con il dover andare avanti mentre spera che lui ritorni dicendo che era tutto uno scherzo. Però i giorni passano e nulla cambia, Tommaso è lontano e Anna comincia a chiedersi se il problema fosse lei con il suo modi essere.

Un libro che, tra una pagina e l’altra, fa pensare “è così che mi sento adesso”,che ti spinge a reagire con forza, a imparare, insieme ad Anna, a sanare le ultime ferite e fare a meno di lui. È facile immedesimarsi tra le righe di Susanna Cascini, tra le fragilità che fanno un po’ parte di tutti. La paura di non essere stati abbastanza, perfetti, o entrambe le cose. Semplicemente non essere. Non a tutti è concesso di tornare indietro per recuperare la storia quando l’amore finisce.

«Non è scritto da nessuna parte che qualcosa, solo perché è tanto bello, debba durare per sempre. Finisce tutto, finiscono anche le cose belle. L’importante è che ci siano state. Diamo per scontato che d’amore ce ne sia per tutti, ma non è così. L’amore è un miracolo. L’amore, quando arriva, non ci può dire quanto resterà. Siamo noi che pensiamo che sia “fino all’infinito e oltre” o “fino all’eternità”, ma l’amore, in realtà, come viene poi se ne va.»

Consigliato a chi, prima o poi, si troverà a guardarsi dentro per capire cosa è accaduto, a chi continua a provarci nonostante l’immensa paura di non farcela.

Serena Votano

 

Una Commedia veneziana.

Accompagnato dalla dolce melodia di un flauto, il sipario del teatro, come se danzasse sulle note dello strumento, si aprì e lasciò la scena del palco ad una maschera dal bianco volto e dal vestito nero.
Questa, in una nuvola di fumo denso, avanzò tre passi verso il pubblico in platea e rivolto un inchino riverente ai convenuti, iniziò presto ad introdurre:

“In questa sera particolare io voglio narrarvi una storia lagunare! E poiché il fatto può solleticare la morale del pudore, non me ne abbiano per questo le signore!

Siam nella Venezia Serenissima, Repubblica di mare e di mercanti! Al tempo dei gran doge e dei viandanti vi era per le calle un gran problema: tutte le tose lamentavano il patema per cui alla dama mancava il cavaliere! Era sovente, infatti, allor poter vedere i cortigiani andarsene a braccetto al buio a vicenda e, talvolta, poi scambiarsi anche un bacetto! Certo, ad oggi è guisa dell’attual costume non distinguer la natura dell’amore, ma poiché agli antichi esso fu un problema in seno, io voglio parlarvi come loro senza censurar di meno!

E dunque nel tornar nella Laguna, dico che non v’era più donzella alcuna ch’era lieta delle corti dei baldanti, giacché questi, avvezzi al lusso ed al piacere, stavano distanti tanto dai tradimenti che dai sacrifici di nascondersi nei vicoli delle meretrici! A questo aggiungo che, nell’anno del Signor milletrecento, i capi di contrada, a tal intento di volerne limitar gli affari delle donne di piacere, cinse queste in una sola strada spenta al sole, ai lumi e ai fari, ove però, segretamente, si poteva fare l’amore! Esse furono recluse, infatti, nelle case dei defunti signori Rampani e presto dal siddetto Vico Carampani, si poterono notare, in bella vista, i seni delle giovani fanciulle in cerca di attenzioni di uno sguardo senza svista! Poiché ancora non bastava il gaudente stratagemma, il governo costruì per i passanti un ponte da cui ognun potea guardar la mesta somma delle donne del terrazzo alla ricerca del piacere di un ragazzo!”.

La maschera, con un elegante gesto di riverenza della mano fece un altro inchino verso il pubblico femminile in prima fila e, fatti tre passi indietro verso la nuvola di fumo che avvolgeva il palco, proseguì nel suo racconto in versi:

“Si dà in questo contesto la vicenda di un avvenimento tosto! Dal Carampani, infatti, presso l’anno di grazia millecinquecento, passava per Venezia un marinaio siciliano ma dal lineamento berbero. Il capello burbero e la barba mora incolta non pesavan mai una volta sul viso gentile da giovinotto che con le vele da Messina giunse in seno alla Laguna. Nel via vai dell’elegante Piazza oggi di San Marco, il forestiero giunto da uno sbarco non passava inosservato ed era oggetto di piacenti sguardi di balordi, di donnette e cortigiani. Ma egli mai una volta volse gli occhi suoi castani e alle attenzioni lussuriose della gente e continuava indifferente il suo cammino alla ricerca di un preciso gran mercante di sete preziose.

Ma quand’egli giunse sotto un balcone delle case dei Rampani, una vecchia meretrice lo vide simile a un guascone e a sé lo volle per le mani! Per attirare lo straniero essa prima masticò una dolce essenza con la bocca e poi, di questa, ne sputò una parte sulla ciocca di quel forestiero. Questi, intesa la flagranza che dal ciel gli era piovuta, cercò la stanza della sua padrona per poter intender se la sua natura fosse buona tanto come quel profumo celestiale bello ed inusuale! La vecchiaccia allora si celò dietro una tosa senza udito e dai seni scoperti e gli gridò: “Vieni qui che ti diverti!” – e quando il moro vide la rosa fresca che lo avvicinava, credendo di esser dalla giovane lui attenzionato, sentì dentro un fuoco pronto che lo tormentava.

“Voi troppo bella siete perché abbiate il prezzo di una mercanzia!” – disse dolcemente il forestiero – “E giacché vengo da una terra di cortesi e di poesia, vi cingerei quei seni se voleste far di voi la sposa mia e abbandonar così quegli usi poco ameni!”.

La vecchia si sorprese del valor della proposta ed avanzò la sua risposta: “Oh giovane di grande garbo io non vorrei porvi riserbo, ma è costume ch’io non possa rivelarmi oltre la casa prima che la volontà vostra  abbia compiuto una spiacevole e dovuta cosa: poiché mi avete visto e avete speso la promessa, dovete andare dalla mia padrona affinché possa, su lauto riscatto, avere il suo consenso per tal fatto e andarvi presto in sposa! Ma poiché questa adesso non è in casa, prego e vi scongiuro di tornar domani, è più sicuro completare in questo modo il vostro intento senza frodo!”.

Il giovane rispose allora più baldante: “Tornerò qui domattina, lo prometto in questo istante e contrattato ogni mio affare verrò qui a pagare il pegno dell’amore! Tornerete insieme a me nella mia isola lontana, dove la donna per la casa e per lo sposo è la devota sua sovrana!”.

La vecchia, andato via il berbero straniero, per far si che tutto rispondesse al vero, chiamò a sé un’altra perfida comare e, fatta complice del malaffare, la istruì di farle da padrona quando lei, celando con i veli il vero aspetto di battona raggrinzita, avrebbe poi seguito in matrimonio il giovane spedita, al quale aveva estorto sia il suo amor che il patrimonio.

E quando giunse il giorno stabilito, il giovane tornò sotto il balcone e vide la padrona che, su di un bastone, lo invitò a trattar comodamente sopra una poltrona.

“Mi sia fatta la grazia di concedermi quella fanciulla dai bei seni giovanili, che ogni cifra al mio potere sia nulla pur di toglierla alle servili sue mansioni! E’ così bella da soffiare al cuore i venti dei Monsoni, tanto è dolce da inchiodarmi nelle fulgide passioni che mi spingono oltre il razionale! La prego di pensare, dunque al bene e di non scegliere di lei il suo male!”.

La comare si commosse alle parole dell’innamorato, ma avendo ancor più a cuore il maleficio del tranello, con mestiere del prestigio, gli mostrò velata e di filato, la fanciulla reclamata, senza fare trasparire come sotto quelle vesti, vi erano gli intenti disonesti della vecchia dal bianco capello.

Quando la vide, il giovane si emozionò talmente che cambiò pensiero di repente: “Poiché il ritorno avrà un lungo tragitto, io voglio qui sposarla e adempiere al contratto! Sia chiamato dunque il prelato! Voglio porle adesso il mio anello al suo bel dito!”.

La proposta colse le vecchie impreparate e la comare, per far le cose più affrettate, chiamò il padre sacrestano della chiesa più vicina, poiché un uomo da lontano aveva fretta di sposarsi alla mattina. Ma non era il cuor di pietra ai petti nudi delle altre tose della casa e intenerite dall’amor sincero di quel forestiero, andaron dalla sorda fanciulletta e gli parlarono alla buona di quella disdetta consumatasi al suo oscuro. “Destino duro! Non posso udir quelle parole e col mio male mi hanno gabbato! In questo modo perdo il cuore del mio innamorato!”. In grande pianto ella scoppiò senza alcun freno, ma una delle donne ebbe un pensiero non da meno: “Ti conceremo in ugual modo alla balorda sì agghindata e accompagnandoti alla chiesa, ti rimpiazzeremo nel trambusto che noi causeremo all’accadere di una cosa!”.

“Ma io non odo un suono alcuno! Come posso acconsentire alla promessa chiestami dal sacrestano?”.

Volle il caso che, in quell’occasione, passasse sotto quel balcone il diavolo nei panni di un mercante, il quale, udita la trama del malaffare e inteso il dunque dell’inganno, volle trarre dal malanno un suo guadagno. Così raggiunte le fanciulle disse il maligno: “Io toglierò l’udito a quella vecchia strega e darò a te il suo dono affinché tu possa andar da chi ti prega! In cambio voglio solo il nero cuore della vostra buia padrona e della sua comare! Giacchè per niente il diavolo dona  qualche cosa su cui poi poter lucrare!”. La fanciulla accettò il patto ed immediatamente udì la voce di una consorella, poi dell’altra, poi di quella! Era commossa e adesso l’ultima sua mossa sarebbe stata quella di conciarsi come sposa somigliante alla megera da cogliere in fragrante! Giunto il corteo di meretrici alla chiesetta dove si accingeva la vecchietta che si penava, nel contempo, di esser sorda al fianco del bel forestiero, si inscenò la truffa alla balorda: una delle ragazze si gettò in terra urlando e dimenando di esser posseduta dal demonio! Di lì a breve si creò un bel pandemonio! Il sacrestano accorse prontamente nel favore della peccatrice, mentre un’altra meretrice, di repente, sostituì al fianco dell’innamorato la vecchia dall’udito muto con la giovane dalla sanata orecchia. Al cenno della complice, la meretrice impossessata finse la grazia ricevuta e disse di voler, perciò, omaggiare gli innamorati con una benedizione. Così celebrata la funzione e rivelato il primo “si” alla formula matrimoniale, svelata la consorte, a tutti apparve la gioviale donzelletta che rispose acconsentendo in tutta fretta al desiderio dell’amore eterno. In quel momento dalla porta della cattedrale un tuono aprì una botola terrena! Olà la vecchia come si dimena insieme alla comare mentre il diavolo le prende nell’andare e le conduce al rogo dell’inferno! Quando si chiuse la voragine del triste inverno, tutti tornarono ai due sposi, i quali, ricevuto il benestare, si scambiarono, affettuosi, i primi baci dell’amore.

Con questa storia vi ho narrato delle meretrici di Venezia e di un mercante siciliano che, nell’anno della perdizione del vico Carampani, fecero vincere l’astuzia e anche l’amore che li unì per giorni eterni sino all’ultimo domani”.

Fatto un ulteriore inchino, la maschera uscì di scena nascosta nel fumo del palco, davanti al quale, dietro l’applauso della platea, si chiuse il sipario.

Francesco Tamburello

“E l’eco rispose” un puzzle da ricostruire

“Hai l’aria di una che sta morendo dalla voglia di essere salvata.” 

Pensandoci, una parola-chiave per descrivere “E l’eco rispose” di Khaled Hosseini è proprio puzzle: tanti tasselli sparsi per il mondo da ricercare e da riunire.unnamed

Tutto parte da due fratelli, Abdullah e Pari, stretti da un forte legame interrotto dal padre per la sopravvivenza dell’intera famiglia.

Questa interruzione li separerà, conducendoli in parti opposte del mondo. La storia si espande gradualmente verso l’esterno seguendo i personaggi da Kabul a Parigi a San Francisco e all’isola greca di Tinos.

“Ben oltre le idee di giusto e di sbagliato c’è un campo. Ti aspetterò laggiù”.

La storia ha inizio negli anni Cinquanta e sussegue il suo racconto fino ai giorni nostri, dopo ben tre generazioni
L’autore ci mette di fronte alle reazioni degli esseri umani, a come loro si amano, si odiano, si tradiscono, si dimenticano e si ricordano. Conosciamo così il rapporto di amore e odio tra Parwana e sua sorella Masuma, il triangolo platonico tra i coniugi Wahdati e l’autista-cuoco Nabi, il generoso e coraggioso altruismo di Amra e Markos, l’ipocrita solidarietà di Idris e Timur, l’impotente delusione di Adel davanti alla sconcertante scoperta della vera identità del padre tutta grazie alla straordinaria capacità di Hosseini di raccontare i sentimenti umani con sensibilità.

“In queste occasioni ci vuole uno sforzo immane per ricordare, per non perdere di vista una verità innegabile: questo disastro è opera sua. Niente di quanto le è capitato è ingiusto o immeritato. Se l’è meritato.”
Ci fa vedere le violenze subite dal popolo che abita in Afghanistan, da tutte le guerre e battaglie che si sono verificate e che stanno continuando con il passare degli anni senza un attimo di tregua.
La storia riesce a seguire le vite di tutti i protagonisti, a seguire la loro sofferenza ma anche il modo in cui lottano per la salvezza.

“Ora ero libero di fare ciò che volevo, ma scoprii che era una libertà illusoria, perché ciò che più desideravo mi era stato tolto. Dicono: trovati uno scopo nella vita e perseguilo. Ma talvolta è solo dopo aver vissuto che si riconosce che la vita aveva uno scopo, e probabilmente uno scopo architettato dal caso. E ora che avevo assolto il mio, mi sentivo senza una meta, alla deriva.”

È una storia bellissima e straziante al tempo stesso, la penna di questo scrittore non delude mai e ci porta alla scoperta del suo popolo in una maniera unica e speciale. I dialoghi sono pochi ma incisivi, sicuramente non è un romanzo semplice nei contenuti e non la definirei una lettura da svago ma penso sia da consigliare a chiunque voglia leggere un romanzo toccante e profondo, così come tutti gli altri romanzi di Hosseini.

“Dove poteva andare un uomo dopo essere stato in vetta al mondo?”

 

Serena Votano