Immunoistochimica: le applicazioni in medicina

L’immunoistochimica ha rappresentato negli ultimi decenni una tecnica fondamentale per la diagnosi di molte patologie, permettendo la classificazione delle neoplasie, la loro valutazione prognostica, l’individuazione di agenti infettivi, malattie metaboliche, o ancora lo studio dell’origine e della funzione di vari tipi cellulari. Quali sono le applicazioni in medicina dell’Immunoistochimica?

Preparazione dei campioni

Per applicare tale tecnica è necessario che il tessuto da esaminare sia stato correttamente prelevato (per esempio tramite biopsia) e soprattutto sottoposto a opportuni metodi di fissazione a seconda del tipo di campione. Tali procedure sono fondamentali per mantenere la morfologia del tessuto ed evitare che esso vada incontro ad alterazioni, consentendo di eseguire analisi attendibili anche a distanza di tempo. Per tale motivo si inserisce il materiale biologico all’interno di un mezzo liquido, come la formalina, oppure si utilizza il congelamento. Tuttavia, per consentire la penetrazione di tale materiale, è necessario che il tessuto venga prima privato della componente acquosa tramite disidratazione. Una volta che il campione è stato disidratato si prosegue con la diafanizzazione, in seguito si effettua l’inclusione in paraffina. A questo punto il campione può essere sezionato tramite uno strumento chiamato microtomo, attraverso il quale vengono realizzate delle sottili sezioni, infine si prepara il campione allestendo il vetrino, in modo tale che sia pronto per la microscopia.

In ordine, avremo:

  • Prelievo del campione
  • Fissazione
  • Disidratazione
  • Diafanizzazione
  • Inclusione
  • Taglio al microtomo
  • Allestimento del vetrino
  • Microscopia
Laboratorio di istologia della Fondazione IMC Centro Marino Internazionale
Sezioni seriate ottenute tramite taglio al microtomo. Fonte:

Il ruolo degli anticorpi

Una volta ottenute le varie sezioni del campione, queste ultime verranno apposte sui vetrini e potranno essere sottoposte a diverse metodiche. Ciò che caratterizza l’immunoistochimica è l’utilizzo di particolari anticorpi diretti contro un antigene, cioè la molecola oggetto di studio. Quest’ultima potrebbe essere rappresentata da una componente di un agente infettivo, da una proteina fisiologicamente prodotta nel tessuto, o ancora da molecole espresse conseguentemente ad una patologia neoplastica o metabolica. Per esempio, nel corso di un processo tumorale, le mutazioni cellulari causeranno la comparsa di caratteristiche anomale, normalmente assenti nel tessuto sano. L’anticorpo, invece, è una molecola proteica ottenuta in laboratorio proprio allo scopo di poter legare in modo specifico l’antigene che si vuole studiare, cioè la molecola della quale si vuole analizzare l’espressione nel tessuto: per tale motivo, viene definito “anticorpo monoclonale“.

Antigeni: tutto quello che devi sapere
Il legame tra antigene e anticorpo è specifico, come una chiave con la sua serratura. Fonte:

Tecnica diretta e indiretta

Le applicazioni in medicina dell’Immunoistochimica si distinguono principalmente in una metodica diretta e una indiretta. Nella metodica diretta l’anticorpo lega la molecola da ricercare e allo stesso tempo una sostanza che ne consente la visualizzazione, come un fluorocromo o un enzima. Il fluorocromo è una molecola che per le proprie caratteristiche rende fluorescente l’anticorpo messo in contatto con l’antigene. L’enzima, invece, sfrutta un meccanismo diverso, in quanto non è esso stesso fluorescente: aggiungendo particolari molecole si renderà la reazione visibile, in quanto l’enzima le scinderà in prodotti che resistuiscono un effetto luminoso. Nella metodica indiretta oltre all’anticorpo primario si applica un anticorpo secondario, in grado di legare il primo. L’anticorpo secondario, inoltre, legherà con sé la sostanza colorata, consentendo la reazione luminosa, che sarà più intensa.

An infographic that walks though how immunohistochemistry works as a technique to detect cancer.
Metodo indiretto. Fonte: 

Anatomia patologica

Le applicazioni in medicina dell’Immunoistochimica includono sicuramente il campo dell’anatomia patologica. Questa disciplina si occupa della diagnosi delle malattie umane attraverso l’esame morfologico e molecolare degli organi, dei tessuti e delle singole cellule. Spesso si pensa che l’esame istologico sia completo ed esaustivo ma in realtà, per scegliere la terapia più corretta, è necessario conoscere le caratteristiche molecolari e biologiche della neoplasia. Ad esempio, esistono dei marker utili a valutare la frazione di proliferazione cellulare, quindi la rapidità di crescita del tumore, come il Ki67. Questo marcatore si utilizza per la gestione dei tumori alla mammella, per esempio per scegliere se trattare il paziente con terapie conservative oppure con metodi più aggressivi come la chemioterapia. Un altro esempio è costituito dai tumori del polmone: un tempo essi venivano classificati, sulla base della loro morfologia, in tumori a piccole e grandi cellule. L’immunoistochimica ha successivamente consentito di distinguere vari sottotipi (carcinoma squamoso, adenocarcinoma) e soprattutto di elaborare terapie personalizzate per il paziente sulla base delle mutazioni riscontrate.

Carcinoma lobulare invasivo della mammella | MyPathologyReport.ca
La biopsia del nodulo alla mammella consente di prelevare parte di tessuto sano e di tessuto anomalo, per eseguire le analisi necessarie. Fonte:

Malattie infettive

L’immunoistochimica può essere utilizzata anche per la diagnosi di malattie infettive su campioni di tessuto. Ciò consente di accelerare le decisioni terapeutiche per la cura dei pazienti, soprattutto quando i microrganismi sono difficili da rilevare con le metodiche standard o quando l’esame colturale richiede molto tempo. La molecola target potrebbe essere un antigene espresso da un agente patogeno, come il Papillomavirus (HPV), un virus che si trasmette prevalentemente per via sessuale e che può determinare lo sviluppo di un tumore della cervice uterina. Allo stesso modo, tali anticorpi monoclonali possono essere diretti contro il DNA o l’RNA di un virus (epatite B e C) o di un batterio. Queste metodiche risultano particolarmente utili quando i microrganismi sono presenti in numero ridotto oppure non sono coltivabili con le classiche metodiche di microbiologia.

HPV Antibody (BSB-66) - Bio SB
Esempio di immunoistochimica su cellule della cervice uterina infettate da HPV. Fonte:

Bibliografia

                                                                                                                                                                                                                        Alessandra Napoli

Unime: Avvio dei laboratori di potenziamento

E’ stato predisposto l’UCT “Orientamento e Placement”, un progetto volta a supportare gli studenti universitari. Si tratta di laboratori di potenziamento per studenti volti a far riflettere circa le difficoltà riscontrate.

Laboratori di potenziamento/ Quando si svolgeranno queste attività?

Queste attività saranno svolte in presenza nei locali di Palazzo Mariani in via Consolato del mare n.41 nella nell’Aula Ausilioteca. Si svolgeranno 4 incontri da 12 ore totali. Agli studenti partecipanti verrà riconosciuto 1CFU. Potranno partecipare al progetto fino a 15 fino ad esaurimento delle richieste.

Le date disponibili, nei mesi di gennaio e febbraio sono le seguenti:

Il 27 gennaio 2023 dalle 10 alle 13, a cura della dott.ssa Laura Zanghì in collaborazione con le dottoresse Lucia Guerrisi e Laura Culicetto si terrà il laboratorio “Scelta universitaria – motivazioni, interessi e aspettative” . Quali sono le finalità dell’incontro? Gli obiettivi sono i seguenti: lo sviluppo e il consolidamento delle capacità di riflessione inerenti alle scelte ed impegni assunti.

Il secondo laboratorio dal titolo “Consapevolezza di sé: gestione delle emozioni e dello stress” avverrà il 3 febbraio 2023 dalle 10 alle 13. Anche questo laboratorio sarà a cura delle dott.ssa Laura Culicetto in collaborazione con le dottoresse Lucia Guerrisi e Laura Zanghì. Gli obiettivi di questo secondo incontro sono  favorire la consapevolezza emotiva e l’autovalutazione delle abilità di “problem solving” e “coping” in situazioni molto stressati, come le sessioni d’esami.

Laboratori di potenziamento
Fonte: www.freepik.com

Gli incontri di febbraio

Il terzo laboratorio si svolgerà il 10 febbraio 2023 dalle 10 alle 13sempre a cura della dott.ssa Lucia Guerrisi in collaborazione con le dottoresse Laura Zanghì e Laura Culicetto. Il nome di questo laboratorio sarà “Autoriflessione sulle problematiche che contrastano il successo negli studi”.  Gli obiettivi di questo terzo incontro,  sono il contrastare il ritardo nel raggiungimento dei traguardi formativi del percorso di studio. Quest’ultimo si coniuga con la volontà di far emergere problematiche connesse ad autostima, autoefficacia e stili attributivi.

L’ultimo laboratorio  quale “Take home message: riflessioni conclusive” si terrà il 17 febbraio 2023 dalle 10 alle 13 sarà a cura del dottore Alberto De Luca in collaborazione con dottoresse Laura Zanghì, Lucia Guerresi e Laura Culicetto. Gli obiettivi di questo quarto ed ultimo, ma non per importanza, incontro sono il riflettere sui laboratori precedenti, promuovendo la costruzione di strategie pratiche per poter affrontare e superare gli ostacoli che si incontrano facilmente negli ambienti universitari durante il proprio percorso.

Per iscriversi, inoltre, è necessario inviare un’email a orientamento@unime.it.

Per accedere alla locandina, clicca qui.

Gaia Ilacqua

Tracce di Sars-Cov-2 nello sperma: possibile la trasmissione sessuale?

Un team di ricerca cinese ha rilevato RNA virale del Coronavirus SARS-CoV-2 nello sperma di alcuni pazienti affetti da COVID-19. Il virus può essere trasmesso sessualmente? Che rischi corrono i pazienti di sesso maschile? 

In questi mesi, in cui il virus ha destato preoccupazione a livello mondiale, sono stati condotti diversi studi sulle possibili vie di trasmissione: la principale via di trasmissione del virus, secondo l’OMS, in base ai dati attualmente disponibili, avviene attraverso il contatto stretto e diretto con soggetti presentanti l’infezione da SARS-CoV-2.

Ma uno studio, condotto da un team dell’Ospedale Municipale di Shangqiu e pubblicato il 7 Maggio sul Journal of American Medical Association, ha dimostrato la presenza del virus nel liquido spermatico dei pazienti.

Lo studio ha preso in esame tutti i pazienti di sesso maschile e di età posta al di sopra dei 15 anni, ricoverati in ospedale tra il 26 gennaio e il 16 febbraio. Tra 50 potenziali pazienti, lo studio ne ha coinvolti 38 (gli altri 12 pazienti a causa di comorbilità, disfunzione erettile o del coma farmacologico in terapia intensiva non sono stati in grado di fornire il campione biologico).

Su 38 pazienti:

  • 23 (rappresentati il 60,5% del campione totale) erano guariti clinicamente, non presentavano la classica sintomatologia, motivo per il quale si attendeva solo il tampone negativo per le dimissioni;
  • 15 (rappresentanti il 39,5% del campione totale) attraversavano la fase acuta dell’infezione.

Cosa ha dimostrato lo studio?

I risultati del test hanno dimostrato che circa il 16% dei pazienti presentava SARS-CoV-2 nello sperma, nello specifico:

  • il 25% del campione stava affrontando la fase acuta dell’infezione;
  • il 9% stava affrontando la fase di guarigione.

Diangeng Li del Chinese General’s Liberation Army General Hospital di Pechino ha riferito: “Anche se il virus non è in grado di replicarsi nel sistema riproduttivo maschile, può persistere, probabilmente a causa dell’immunità privilegiata dei testicoli”. Immunità privilegiata significa che il sistema immunitario non può raggiungere completamente la regione per attaccare gli invasori virali.

Non è una scoperta sorprendente, in quanto molti virus possono sopravvivere nel tratto riproduttivo maschile; tipici esempi sono forniti dai virus Ebola e Zika che si trovano nello sperma anche a distanza di mesi dopo il recupero del paziente. Lo stesso studio ha dimostrato che le positività o meno al test sullo sperma non erano influenzate dall’età del paziente, da pregresse patologie urogenitali, o dalla fase che il paziente stava affrontando della patologia infettiva.

A cosa può andare incontro un paziente di sesso maschile?

La recente pandemia dovuta al SARS-CoV-2 ha sollevato diverse preoccupazioni nella medicina riproduttiva. La Società Italiana di Andrologia e Medicina Sessuale ha cercato di condurre diversi studi ma, a causa delle prove limitate, non è stato possibile formulare raccomandazioni secondo i criteri Levels of Evidence di Oxford 2011.

Secondo la Società Italiana di Andrologia e Medicina Sessuale diverse caratteristiche molecolari di SARS-CoV-2 possono giustificare la sua presenza all’interno del testicolo e possibili alterazioni della spermatogenesi e della funzione endocrina:

L’orchite è stata segnalata come una possibile complicanza dell’infezione da SARS-CoV-2. Da un punto di vista fisiopatologico, l’orchite potrebbe essere il risultato di una vasculite, in quanto la COVID-19 è stata associata ad anomalie della coagulazione. A questo fattore fisiopatologico, bisogna aggiungere, anatomicamente, la vascolarizzazione segmentaria del testicolo. Inoltre, i dati derivati ​​da pazienti, presentanti l’ infezione, suggeriscono che in caso di guarigione soprattutto in età fertile, i pazienti dovrebbero essere sottoposti alla valutazione della funzione gonadica, compresa l’analisi del seme per confermare (o escludere) la presenza di rischi per i gameti maschili che sono destinati alla crioconservazione in azoto liquido o a tecniche di riproduzione assistita.

A cosa può andare incontro una paziente di sesso femminile?

Il virus modula l’espressione dell’ACE2 nelle cellule ospiti: è un componente fondamentale del sistema renina-angiotensina ed esercita le sue funzioni fisiologiche modulando i livelli di angiotensina II (Ang II). Gli studi disponibili suggeriscono che l’ACE2 sia ampiamente espresso nelle ovaie, nell’utero, nella vagina e nella placenta, regolando lo sviluppo e l’ovulazione del follicolo. Nello specifico, esplicano la loro azione fisiologica modulando l’angiogenesi e la degenerazione luteale e influenzando i cambiamenti regolari nel tessuto endometriale. Considerando queste funzioni, SARS-CoV-2 può influenzare le funzioni riproduttive femminili attraverso la regolazione di ACE2.

Allarme per i rapporti sessuali?

Non è ancora chiaro se il nuovo Coronavirus possa diffondersi sessualmente, in quanto trovare tracce di SARS-CoV-2 nello sperma non significa necessariamente che quest’ultimo sia contagioso. Non è ancora chiara nemmeno la tempistica di sopravvivenza del virus nel liquido spermatico, motivo per il quale gli scienziati consigliano di attuare delle norme preventive comprendenti l’astinenza o l’uso del preservativo.

Caterina Andaloro

Bibliografia:

Ashour HM, Elkhatib WF, Rahman MM, Elshabrawy HA. Insights into the recent 2019 novel coronavirus (SARS-CoV-2) in light of past human coronavirus outbreaks. Pathog (Basel, Switzerland). 2020;9(3):186. doi: 10.3390/pathogens9030186;

Peng X, Xu X, Li Y, Cheng L, Zhou X, Ren B. Transmission routes of 2019-nCoV and controls in dental practice. Int J Oral Sci. 2020;12:9. doi: 10.1038/s41368-020-0075-9;

Cascella M, Rajnik M, Cuomo A, Dulebohn SC, Di Napoli R (2020) Features, evaluation and treatment coronavirus (COVID-19);

19, situation report update at 13 April 2020. https://www.salute.gov.it/portale/news/p3_2_1_1_1.jsp?lingua=italiano&menu=notizie&p=dalministero&id=4228.

 

Al via il laboratorio di Diritto Calcistico

Lunedì 29 aprile, alle ore 9.30 presso l’Aulario di via P. Castelli, avranno inizio gli incontri  previsti nell’ambito del Laboratorio di Diritto Calcistico, organizzato dal prof. Francesco Rende, associato di diritto privato e docente di diritto sportivo del Dipartimento di Giurisprudenza in collaborazione con l’avv. Antonio Carmine Zoccali, coordinatore della sezione siciliana dell’Associazione Italiana Avvocati dello Sport (AIAS).

L’iniziativa si articolerà in quattro appuntamenti (29, 30 aprile; 2, 6 maggio) nel corso dei quali noti professionisti del settore metteranno la propria esperienza a servizio dei partecipanti.

Ad avviare i corsisti alla redazione dei modelli contrattuali maggiormente utilizzati in ambito calcistico ed all’approfondimento delle questioni più controverse saranno:
Giuseppe Bonanno (direttore sportivo del Catania negli anni di militanza in serie A);
l’avv. Polo Dattola (fondatore di Uniplayer Football Management, agenzia di consulenza sportiva che assiste numerosi giocatori della massima serie);
l’avv. Ida Linda Reitano (componente della Commissione FIGC per la riforma della giustizia sportiva e del Cda del Catania Calcio),
la prof.ssa Angela Busacca (docente di diritto sportivo dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria e coordinatore di AIAS Calabria);
l’avv. Massimo Rizzo (legale dell’ACR Messina sotto la presidenza Proto);
l’Avv. Aurelio Maiorana (responsabile della Scuola Forense del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati);
l’avv. Claudio Parlagreco  (vice-coordinatore di AIAS Sicilia);
l’avv. Francesco Sciortino (vice-coordinatore di AIAS Sicilia);
l’Avv. Fabrizio Carbone (della redazione di Ius Law Web Radio);
l’avv. Sergio Zumbo (dirigente sportivo);
l’avv. Antonio Rocca (Giudice Sportivo Nazionale FISE);
l’avv. Andrea Mileto (studio legale LEXANT);
le dott.sse Francesca Romeo e Maria Paola Gervasi (dottorande di ricerca del Dipartimento di Giurisprudenza).

Nel corso dei quattro appuntamenti i relatori, coordinati dal prof. Rende, approfondiranno i contratti dei calciatori dilettanti e professionisti (soffermandosi anche sul recesso e sulla c.d. “clausola rescissoria’);  il calciomercato (con particolare riguardo ai trasferimenti internazionali, alla cessione a titolo temporaneo e al mercato dei calciatori minorenni); le competenze della FIGC (l’iscrizione al campionato, la vendita dei diritti televisivi, il controllo sui bilanci) ed, infine, le professioni di allenatore, procuratore sportivo e dirigente sportivo.

Dopo la Settimana del Diritto Sportivo, svoltasi dal 3 al 7 dicembre e conclusasi con la simulazione processuale condotta dalla prof.ssa Laura Santoro del Collegio di Garanzia del CONI, dall’avv. Fabio Iudica del TAS e dall’avv. Cristina Varano, Procuratore Aggiunto FISE,  proseguono le iniziative della cattedra di diritto sportivo del Dipartimento di Giurisprudenza volte alla creazione di figure professionali altamente specializzate in un settore strategico ed in forte espansione.

Insieme in Biblioteca, per conoscere le Biblioteche e i servizi del Sistema Bibliotecario

Il Sistema Bibliotecario di Ateneo dà avvio ad un nuovo ciclo di Laboratori di Information Literacy per i mesi di Marzo e Aprile 2019.

I laboratori sono rivolti all’utenza studentesca e si propongono di orientare gli studenti ai servizi offerti dalle biblioteche e di favorire l’utilizzo autonomo ed efficace delle risorse digitali e degli strumenti utili per le loro ricerche bibliografiche.

Gli Incontri si terranno nelle sedi delle quattro Biblioteche di Polo e nelle date indicate in calendario.

Per la partecipazione agli incontri è necessario registrarsi con il modulo disponibile alla pagina dedicata all’iniziativa nel portale del Sistema Bibliotecario di Ateneo all’indirizzo: http://antonello.unime.it/insieme-in-biblioteca/