Il Donbass dipende da Severodonesk: la città si divide a metà tra i combattimenti

La guerra in Ucraina ha ormai superato i cento giorni: soprattutto durante gli ultimi si sono verificati diversi eventi chiave per le sorti del conflitto, da cui lo Stato aggredito non sembra poterne uscire facilmente illeso. Infatti, durante gli ultimi giorni di maggio, l’esercito russo si è impegnato a completare la propria avanzata sulla regione del Donbass, entrando a Severodonetsk, città ucraina che oggi è rimasta l’ultimo grosso centro nella regione orientale di Luhansk.

Il Donbass al centro della seconda fase del conflitto

La conquista di Severodonetsk comporterebbe un importante vantaggio militare per la Russia, che potrebbe chiudere la cosiddetta “seconda fase” del conflitto per concentrare le proprie forze sulla conquista di altre regioni orientali dell’Ucraina, come Kramatorsk e Slovyansk. Inoltre, sarebbe già una prima vittoria da presentare al pubblico russo, in attesa di risultati da più di cento giorni. Secondo la rivista online Formiche, quanto ottenuto dall’esercito russo sarebbe dovuto ad una diversa gestione dello strumento militare russo, grazie alla quale «in queste ultime settimane il centro di gravità delle operazioni nel Donbass è rappresentato non solo dalla conquista della regione in senso stretto, quanto piuttosto dalla cattura, eliminazione o accerchiamento del dispositivo militare ucraino impiegato nella regione».

Mil.ru, CC BY 4.0, via Wikimedia Commons – Il generale russo Aleksandr Dvornikov

Sempre secondo la rivista, l’eliminazione delle forze ucraine dispiegate nel Donbass lascerebbe Kyiv senza le proprie unità migliori ed avrebbe delle ripercussioni sul morale dell’esercito ucraino.

Severodonesk resiste

In sostanza – continua Formiche –  la difesa di Severodonesk e Lysychansk risulta cruciale per l’Ucraina. Ed infatti, la città del Luhansk si trova adesso divisa a metà, con una controffensiva ucraina che è riuscita, dapprima, a recuperare il 70% della città, per poi ritrarsi fino al 50%. Secondo il governatore della regione, Serhiy Gaidai, nei prossimi cinque giorni ci potrebbero essere nuovi e più potenti attacchi russi e la situazione potrebbe cambiare ancora.

Grande preoccupazione per i civilicirca 15mila – rimasti bloccati nella città e impossibili da evacuare per via dei continui bombardamenti. Si teme, in particolare, che un assedio prolungato come quello verificatosi a Mariupol possa comportare una strage per quanti rimasti bloccati nella città.

Anche in caso di conquista, però, il destino dei civili rimasti non è positivo: secondo quanto riportato da Il Post, la russificazione delle città ucraine conquistate (come Kherson) si sta svolgendo all’insegna delle violenzeintimidazioni e degli stupri di guerra.

Il Presidente ucraino Zelensky ha affermato di essersi recato a Lysychansk e Soledar, in una visita estremamente vicina al fronte su cui si sta svolgendo una delle battaglie più intense del conflitto e, soprattutto, un caso raro in cui il Presidente varca i confini di Kyiv.

Ukrainian Presidential Press Service/ Reuters

Nuovi bombardamenti su Kyiv

Intanto, domenica mattina, Kyiv si è svegliata con dei nuovi bombardamenti (provenienti presumibilmente da sud) da parte di Mosca. Secondo il sindaco di Vitali Klitschko non ci sono feriti gravi, ma una persona è stata ricoverata in ospedale. Secondo ANSA, i missili avrebbero colpito una fabbrica nella zona orientale della capitale ucraina.

Immagini del fumo nero scaturito dal bombardamento sono girate sul web, con alcune testimonianze di civili che si trovavano nei paraggi.

https://twitter.com/TpyxaNews/status/1533333902273691648?ref_src=twsrc%5Etfw%7Ctwcamp%5Etweetembed%7Ctwterm%5E1533333902273691648%7Ctwgr%5E%7Ctwcon%5Es1_c10&ref_url=https%3A%2F%2Fwww.ilpost.it%2F2022%2F06%2F05%2Fbombardamento-kiev-giugno%2F

Intanto il Regno Unito si prepara ad inviare lanciarazzi a gittata di 80 km a Kyiv. La notizia è stata criticata dal Presidente russo Putin, che ha affermato che la consegna di nuove armi avrebbe il solo obiettivo di «estendere il conflitto».

Resta incerto il destino dei negoziati, dopo la notizia di alcuni incontri segretissimi tra vertici Ue, Usa e Uk per cercare un punto di svolta e, possibilmente, la fine del conflitto. Tra le questioni discusse negli incontri, anche il piano in quattro punti proposto dall’Italia, il cui contenuto era stato reso noto il mese scorso dal Ministro degli Esteri Luigi Di Maio. Resta ferma, secondo quanto sostenuto dal Ministro degli Esteri russo, Sergej Lavrov, «l’insindacabilità della liberazione del Donbass».

Valeria Bonaccorso

 

Cyber-attacco all’Ucraina, Kiev accusa la Russia: “sistemi informatici del Paese paralizzati”

Ucraina, nella notte tra il 13 e il 14 gennaio i sistemi informatici di diverse agenzie e organizzazioni governative che lavorano a stretto contatto con le autorità centrali sono stati colpiti da un potente malware. A darne notizia è stata Microsoft con un lungo post pubblicato sul suo blog aziendale in cui si legge:

I nostri team investigativi hanno identificato il malware su dozzine di sistemi interessati e quel numero potrebbe aumentare man mano che le nostre indagini continuano. Questi sistemi abbracciano più organizzazioni governative, senza scopo di lucro e di tecnologia dell’informazione, tutte con sede in Ucraina.

Secondo il Ministero per la trasformazione digitale ucraino dietro l’attacco potrebbe esserci la Russia. “Mosca continua a condurre una guerra ibrida e sta attivamente rafforzando le sue forze nell’informazione e nei cyberspazi ” ha dichiarato il ministero dello Sviluppo digitale ucraino. Se così fosse, si tratterebbe dell’ennesimo capitolo delle tensioni tra i due Paesi, con Kiev e gli alleati occidentali che accusano Mosca di ammassare truppe sul confine per preparare una invasione.

Cyber attacco all’Ucraina (fonte: Huffington.it)

Il cyber-attacco

Il cyber-attacco dei giorni scorsi si è presentato in un momento storico ricco di grandi tensioni tra i due Paesi. Prima che il sito della diplomazia ucraina fosse reso inaccessibile, gli autori dell’attacco hanno pubblicato sul sito del ministero un messaggio in ucraino, russo e polacco in cui invitavano i cittadini ucraini a prepararsi al peggio affermando che tutti i dati personali erano stati caricati sul web.

Ucraini! Tutti i vostri dati personali sono stati cancellati e sono impossibili da ripristinare. Tutte le informazioni su di voi sono diventate pubbliche, abbiate paura e aspettatevi il peggio.

Nonostante Microsoft abbia affermato di non essere in grado di valutare l’intento dell’attività cybercriminale né di identificare caratteristiche precise che la colleghino agli attori delle minacce, le autorità hanno tranquillizzato i cittadini negando qualsiasi furto e fuga di dati e i servizi di intelligence ucraini hanno dichiarato che il contenuto dei siti non è stato modificato.

“Si tratta di un malware distruttivo” si legge sul blog ufficiale di Microsoft ” che ha colpito anche agenzie fondamentali per il governo come ad esempio “un’azienda informatica che gestisce siti web per clienti del settore pubblico e privato, comprese le agenzie governative”. Microsoft aggiunge anche come “non si sia identificata una consistente sovrapposizione tra le caratteristiche uniche del gruppo dietro questi attacchi e i gruppi che abbiamo tradizionalmente monitorato”.

Le accuse e difese della Russia

Secondo Kiev la responsabilità dell’attacco apparterrebbe ad un gruppo legato all’intelligence russa e noto come UNC1151. Serhiy Demedyuk, un funzionario della sicurezza ucraino,ha dichiarato all’agenzia di stampa Britannica Reuters che tutte le prove indicano che la Russia è dietro l’attacco informatico. L’obiettivo sarebbe stato quello di destabilizzare il lavoro del settore pubblico compromettendo la fiducia dei cittadini nelle autorità. Secondo quanto riferito da Microsoft, la situazione potrebbe essere ben più grave di come appare. Quanto accaduto al governo ucraino e a diversi siti dei ministeri potrebbe portare ad una paralisi dell’intera struttura informatica del Paese. Il portavoce del presidente Vladimir Putin, Dmitri Peskov alla Cnn ha dichiarato:

La Russia non ha nulla a che fare con questi attacchi informatici. Gli ucraini danno la colpa di tutto alla Russia, anche del maltempo nel loro Paese.

Mosca non è nuova a questo genere d’accuse. Già nel 2017 l’esercito russo è stato accostato al “cyber-attacco più distruttivo e costoso della storia”: l’attacco ransomware NotPetya. Quest’ultimo prese di mira istituzioni governative, finanziarie ed energetiche in Ucraina, e si diceva facesse parte della strategia del Cremlino per destabilizzare l’Ucraina. Causò danni per oltre 10 miliardi di dollari in tutto il mondo.

L’intervento dell’Unione Europea

L’Unione Europea si è detta pronta a fornire assistenza tecnica all’Ucraina, mobilitando tutte le risorse a propria disposizione e aiutandola a migliorare la sua capacità di resistere agli attacchi informatici. “Mobiliteremo tutte le nostre risorse per aiutare l’Ucraina a far fronte a questi attacchi”, ha dichiarato l’alto rappresentante per la politica estera Ue Josep Borrell.

Elidia Trifirò