Il Concetto filosofico di Arte

PREMESSA

Il concetto di Arte è da sempre oggetto di discussione. In particolare, ci si è interrogati se questa possa avere un posto nell’Olimpo della verità, o se vada rifiutata fuori dalle mura delle proprie città.

Per analizzare tali possibilità, quello che seguirà sarà un excursus dei più importanti pensieri filosofici della storia, considerando il periodo che va da Platone a Hegel.

PLATONE

Per dare una connotazione di carattere generale, basti sapere che Platone basa la verità delle cose sulle Idee. Intangibili ed empiree, sono quelle da cui le cose materiali prendono forma e “ispirazione”. Diventano, quindi, una diretta copia delle prime, allontanando, di fatto, l’anima dalla verità.

Da qui, sembra chiara la posizione rispetto l’Arte di Platone.

Le cose come appaiono sono copia delle Idee delle cose. L’Arte, essendo rappresentazione delle cose, è (per mimemis) copia della copia. Ne deriva che essa debba essere rigettata fuori dalle mura della città ideale, un clima politico filosofico concettualizzato nella Repubblica.

Non c’è spazio per l’Arte nel luogo delle verità per Platone.

Essa è mera imitazione, che distoglie l’anima dalla verità ideale, e per questo ha un’accezione più che negativa per il filosofo greco.

Opera d'Arte: La città ideale, di Leon Battista Alberti
              La città ideale, di Leon Battista Alberti

ARISTOTELE

Se per Platone l’Arte aveva un carattere completamente negativo, per Aristotele è esattamente il contrario.

L’Arte, e in  particolare la tragedia, ha per quest’ultimo un ruolo catartico, capace di rappresentare sentimenti umani (come la rabbia, la pietà ecc.) affinché l’uomo possa averne una migliore comprensione.

Ha anche un fondamentale scopo educativo e morale, oltre ad essere non solo imitazione della realtà, ma imitazione della “realtà possibile”. Per cui l’operare dell’artista imita l’operare della natura.

AGOSTINO

Pur non essendo un filosofo dell’Arte, le celeberrime Confessioni offrono uno sguardo più critico.

Per quanto l’Arte sia espressione della bellezza divina (e in quanto tale va apprezzata), ammirare le opere artistiche come tali non deve distogliere l’uomo dall’apprezzamento della bellezza di Dio.

Sembra quasi un tentativo di conciliazione tra arte e religione, dove comunque vi è una subordinazione alla ricerca della verità spirituale.

TOMMASO D’AQUINO

Filosofo medievale, Tommaso d’Aquino concepisce l’Arte come manifestazione della perfezione divina. L’artista, infatti, può essere considerato un “co-creatore“, che riproduce la bellezza divina nel mondo.

Oltre a un fare estetico, per Tommaso è uno strumento utile per l’elevazione spirituale. In particolare, l’arte visiva delle chiese permetterebbe al fedele di concentrarsi meglio su Dio.

IconografiaFonte: https://resinflamedecoart.com/wp-content/uploads/2021/07/jesus-christ-4152894_640.jpg
Iconografica esemplificativa

IMMANUEL KANT

Figura fondamentale, Kant sviluppa una teoria estetica nella critica del giudizio, mettendo in evidenza il giudizio estetico come contemplazione disinteressata. Il che non significa esserne “disinteressato” in senso assoluto, bensì distaccarsi completamente da ogni fare e volere utilitario.

Questo giudizio permette all’uomo di esprimere il sublime e il bello (naturale) in modo universale.

La bellezza, quindi, trascende la sfera pratica e si lega alla capacità di risvegliare un senso di armonia universale.

FRIEDRICH HEGEL

Hegel concepisce l’Arte come il primo luogo di manifestazione dello Spirito, la pura libertà umana.

Nelle sue lezioni di Estetica (1820), il filosofo analizza l’arte come l’espressione umana del Bello. Questa, infatti, è il punto di congiunzione perfetto tra sensibilità (mondo sensibile) e razionalità (Spirito).

Chiaramente, non tutta l’arte permette all’uomo di incontrare lo Spirito, bensì solo un contenuto storicamente determinato.

È un contenuto preciso, collocato nell’arte greca, il Partenone.

Di fronte a tale visione, l’uomo non vede la sola forma. L’uomo vede il Bello ideale.

Dall’arte greca in poi, essa non ha più la funzione di dover elevare l’uomo a Spirito intuendolo. Da qui, nasce la concezione della “morte dell’arte” di Hegel.

PartenoneFonte: https://affascinarte.altervista.org/wp-content/uploads/2017/04/P_20170419_101826_1.jpg
                                       Il Partenone

CONCLUSIONE

L’Arte, oltre ad essere da sempre stata apprezzata, ha avuto modo di essere reinterpretata nel suo Concetto, mostrando a noi diverse concezioni artistiche/estetiche.

Il pensiero di questi filosofi ha influenzato per molto tempo l’uomo occidentale nella visione dell’Arte, con il culmine “filosofico” nell’Olimpo della verità da parte di Hegel, partendo dalla gettata fuori dalle mura delle Città di Platone.

FONTI

La Repubblica di Platone

Le Confessioni di Sant’Agostino

Critica del Giudizio di Kant

Lezioni di Estetica di Hegel

 

Kant GPT: la filosofia del limite nell’epoca delle IA

Lo spartiacque nella storia della Filosofia

Il pensiero di Immanuel Kant è senz’altro una pietra miliare nella storia della Filosofia.

La filosofia kantiana è allo stesso tempo il prodotto di secoli di storia della filosofia e la chiave di volta per la comprensione dei giganti dei secoli successivi (come ad esempio Hegel).

«Sapere aude! Abbi il coraggio di servirti della tua propria conoscenza», questo è quanto detto da Kant nella sua celebre definizione di Illuminismo, pubblicata nel 1783 sulla rivista Berlinische Monatsschrift. 

Ciò che per l’uomo è “conoscenza”, scaturisce dall’operazione di unificazione di diverse categorie e forme pure attuata dall’unità mentale detta Io, presente nella mente di ogni uomo. L’attenta indagine sul metodo conoscitivo stesso è caratteristica in gran parte del pensiero di Kant.

L’epoca delle IA

Oggi siamo abituati a sentire parlare continuamente di Intelligenze Artificiali (IA). Alla luce del loro immenso successo, sembrerebbe che le IA siano attualmente lo strumento di conoscenza più potente in mano all’essere umano. Disporre di un software capace di reperire informazioni molto rapidamente da un’immensa banca dati è sicuramente di grande utilità.

La domanda sorge spontanea: le IA sarebbero uno strumento conoscitivo valido nella filosofia kantiana?

Il limite nel pensiero kantiano

Il “limite” che Kant pone alla conoscenza umana è sicuramente centrale per rispondere al nostro interrogativo.

Kant distingue tutto ciò che fa parte della realtà in fenomeno (ciò che si manifesta) e noumeno (la cosa in sé). Tramite il nostro Io possiamo analizzare in modo efficace il fenomeno, ma il noumeno è destinato a rimanere ignoto poiché totalmente inosservabile. L’uomo può analizzare soltanto ciò che riesce ad osservare, quindi il suo sguardo resta “superficiale”.

Le IA operano tramite algoritmi ideati dall’essere umano. Immaginate di provare a creare qualcosa che possa ragionare tramite un Io che gli è stato fornito da noi. Come possiamo pretendere che ciò ci conduca ad un maggiore livello di comprensione riguardo ciò che ci circonda? La convinzione che le IA possano essere una fonte esatta ed indispensabile di conoscenza è un’illusione che porta l’uomo a credere di potersi servire di un mezzo artificiale per comprendere la natura delle cose.

Gli altri strumenti in mano all’uomo

Va detto che le IA non sono l’unico strumento che l’uomo utilizza per comprendere ciò che lo circonda. Tutte le scienze “esatte”, le scienze “della natura” (Matematica, Fisica, Chimica ecc.) si sono rivelate un potente ed efficace strumento in mano all’uomo per comprendere ed analizzare ciò che avviene nella vita di tutti i giorni.

Anche le già citate scienze sono effettivamente fatte di calcoli ed approssimazioni basati su una fitta rete di convenzioni stabilite nel corso dei secoli. Ciò non le rende, però, meno valide per analizzare la natura.

La cosa essenziale è che l’uomo utilizzi questi strumenti nella totale consapevolezza di essi: non posso chiaramente affidarmi a calcoli di tipo matematico per rispondere a domande di tipo esistenziale. Come per ogni strumento, rendere la Scienza l’unica entità in cui si ripone una fede cieca si potrebbe rivelare un errore madornale.

Il punto di incontro

Proprio come Kant ha posto ogni cosa sotto giudizio presso il tribunale della ragione, anche noi dobbiamo essere capaci di utilizzare nel modo giusto ogni nostro strumento.

Arricchire la propria conoscenza nozionistica tramite le IA può essere un grande aiuto. Il nostro compito è quello di approfondire tali nozioni, ragionarci su, interpretarle e metterci del nostro. Rendere “soggettive” le nozioni acquisite tramite lo studio e la lettura è fondamentale per evitare un mondo in cui tutto è monotono.

Non possiamo monopolizzare il sapere riponendo ogni nostra fiducia nelle IA, possiamo però utilizzarle per arricchire le nostre conoscenze di base da approfondire successivamente.

In conclusione, sarebbe proprio utile, al giorno d’oggi, avere un KantGPT che possa effettuare una nuova Critica della ragion pura riguardante i metodi conoscitivi delle IA.