Juventus nell’occhio del ciclone: aperta inchiesta per falso in bilancio

Un vero e proprio terremoto nel mondo della Juventus e stavolta non si parla  di insuccessi sportivi: la Procura di Torino ha accusato la società di falso in bilancio, reato che, nel caso venisse confermato, potrebbe avere gravi ripercussioni anche sul fronte economico e legale.

 

Il blitz alle sedi della società

Lo scorso venerdì si è assistito a un vero e proprio blitz della Guardia di Finanza alle sedi del club a Torino e a Milano, per acquisire documenti relativi agli ultimi tre anni. Lo stesso presidente, Andrea Agnelli, il suo vice, Pavel Nedved, e l’ex direttore sportivo Fabio Paratici sono finiti sul taccuino degli indagati ufficialmente per false comunicazioni delle società quotate ed emissione di fatture per operazioni inesistenti. L’inchiesta, denominata “Prisma”, è stata avviata già dallo scorso maggio dai pubblici ministeri del Gruppo dell’Economia ed è coordinata dai procuratori Mario Bendoni, Ciro Santoriello e Marco Gianoglio. Essa prevedeva la raccolta di materiale documentario e sonoro (come intercettazioni). Questa si va a unire alle indagini già note di enti come Consob e Conisoc.

 

Fonte: Gazzetta.it

 

La questione verte fondamentalmente sul nodo di plusvalenze fittizie, necessarie a sanare i conti del bilancio, ipervalutando determinati calciatori. Sono emersi 62 casi totali oggetto di indagine, di cui 42 riguardano il club bianconero per un totale di 282 milioni scaturiti. Dalle prime stime investigative, si parla movimenti illeciti superiori a 50 milioni di euro. Nello specifico risaltano all’occhio operazioni di mercato importanti come lo scambio Pjanic – Arthur con il Barcellona o la cessione di Joao Cancelo al Manchester City, passando poi per acquisti e cessioni minori ma che rientrano comunque nei casi sotto osservazione. Bilancio comunque profondamente in negativo dato l’ingente investimento dovuto all’acquisto di Cristiano Ronaldo, che si è rivelato infruttuoso per le casse bianconere, portando evidentemente gli stessi dirigenti a correre ai ripari nei limiti del possibile, tant’è che era stato approvato un aumento di capitale pari a 400 milioni con il sostegno della società finanziaria Exor.

Secondo l’accusa, ad esempio, i 209 milioni di perdite del 2020 sarebbero diventati 89 proprio grazie a questo sistema basato sulle plusvalenze che ha alterato i conti. Era una conseguenza prevedibile, ma con l’uscita della notizia dell’indagine in questione le quotazioni in borsa della Juventus hanno subito un brusco calo con un trend difficile da invertire nel breve periodo.

 

Fonte: Torino.corriere.it

 

Le possibili conseguenze

In merito alla giustizia sportiva sono state avallate diverse ipotesi. Quella che circola maggiormente nelle ultime ore è la proposta del Codacons che, in virtù delle accuse mosse contro il club, prevede di presentare un esposto alla Procura Federale, chiedendo la revoca degli ultimi titoli vinti e la retrocessione nella serie cadetta. Resta solo un’ipotesi lontana dato che l’associazione è spesso autrice di “sentenze” esagerate.  Molto più plausibile una penalizzazione e un’ingente ammenda.

Dal punto di vista penale, in caso di accertamento di responsabilità soggettiva, saranno gli stessi dirigenti societari a rischiare delle conseguenze dal punto di vista personale.

 

Plusvalenze, un tema scottante

L’argomento plusvalenze è in ogni caso un tema molto complesso sul quale indagare: non esiste infatti un criterio oggettivo per determinare il valore effettivo di un calciatore e di conseguenza i prezzi d’acquisto possono subire diverse variazioni a seconda di diversi parametri (età, prestazioni, caratteristiche individuali, situazioni contrattuali ecc…). In linea di massima è una valutazione soggettiva, influenzata sì da tali parametri, ma anche da considerazioni varie dettate dalle società in questione. I prezzi di vendita quindi potrebbero risultare “gonfiati” in certi casi, ma in base a ciò che è stato detto prima non è possibile infliggere sanzioni, a meno di intercettazioni che accertino determinati accordi diretti tra società, uniche prove inconfutabili.

Nel 2008 Inter e Milan vennero prosciolte da accuse analoghe ma potrebbe esserci qualcosa in più stavolta, la situazione è ancora incerta e in evoluzione. Sono coinvolte in merito alle altre operazioni di mercato, seppur in misura nettamente minore, anche altre società come Napoli (nella contorta vicenda che ha portato all’acquisto di Osimhen), Sampdoria, Parma, Chievo e Pescara.

 

Fonte: Corriere.it

 

Che questa sia solo la punta dell’iceberg e sotto si nasconda qualcosa di più scabroso, che potrebbe scombinare gli equilibri del calcio e non solo? Solo il tempo potrà dirlo. Il calcio sarà anche “solo” uno sport, ma può arrivare a condizionare l’economia e la stabilità di un intero Paese.

 

 

Sebastiano Morabito

Caso Suarez. Anche Paratici e la Juve indagati dalla Procura di Perugia

A distanza di mesi si riaccendono nuovamente i riflettori sul caso Suarez. L’attaccante uruguayano, trasferitosi prima della fine della sessione di calciomercato estivo dal Barcellona all’Atletico Madrid, è stato molto vicino alla Juventus. Per concretizzare il suo passaggio al club bianconero però era necessario che l’attaccante ex Barcellona ottenesse la cittadinanza italiana sfruttando quindi le origini italiane della consorte. A tal fine il calciatore ha sostenuto gli esami di lingua italiana all’Università per Stranieri di Perugia. Come sappiamo però non solo il trasferimento non si è concretizzato ma sulla vicenda si sono interessati, oltre alla stampa sportiva, anche e soprattutto la Procura della Repubblica di Perugia e la guardia di finanza.

Suarez a Perugia per sostenere l’esame, fonte: juvelive.it

Cos’è successo il 17 settembre

Il pomeriggio del 17 settembre Suarez arriva con un aereo privato a Perugia. Si reca presso la sede dell’Università e sostiene l’esame di italiano. Il superamento di questo esame è uno dei presupposti per ottenere il passaporto comunitario e poter essere tesserato dalla Juventus come cittadino comunitario e non extracomunitario. La prova viene superata in appena 12 minuti e riceve immediatamente il diploma. Diploma che, come emergerà successivamente, era stato già preparato due giorni prima. A insospettire i finanzieri non solo la modalità con cui si è svolta la prova ma anche stesso il fatto che l’Ateneo ha rilasciato immediatamente il diploma. Di solito, infatti, ci vogliono tra i 20-40 giorni.

 

I risultati delle intercettazioni e delle indagini

Teoricamente gli esami sono stati “brillantemente” superati da Suarez, ma in realtà da alcune intercettazioni è emerso che non è andata proprio così.

Il club di Torino, infatti, avrebbe interferito per rendere più semplice l’iter. I contenuti della prova “farsa” per la conoscenza della lingua italiana sarebbero stati “preventivamente comunicati … giungendo a predeterminare l’esito ed il punteggio d’esame”. Da quanto emerge dalle intercettazioni, e dagli ulteriori accertamenti condotti dalla guardia di finanza, il rilascio del diploma avrebbe reso tutte le parti contente. L’esito favorevole degli esami avrebbe garantito non solo il passaggio del cartellino del calciatore ma anche un positivo ritorno d’immagine per l’Università.

 

Suarez con i dirigenti dell’Unistrapg, fonte:cronachedellacampania

 

Il (mancato) ritorno d’immagine dell’Università …

Oltre al costo dell’esame e della preparazione, circa 1.700 euro, i dirigenti universitari  avrebbe incassato l’accordo con la Juve per far sostenere lo stesso esame a tutta la squadra Primavera. Un innegabile vantaggio in termini pubblicitari che avrebbe sicuramente aiutato l’ateneo umbro. Da anni l’Università per Stranieri di Perugia vive una costante decrescita della sua popolazione studentesca. La partnership con un logo con un forte appeal globale, data anche la vocazione internazionalistica che l’università si prefigge, avrebbe certamente aiutato ad invertire questa tendenza. Invece il caso Suarez non solo non ha avuto gli effetti sperati ma ha anche portato l’attenzione su un ulteriore questione: la distribuzione dei finanziamenti pubblici.

 

… e le contestazioni sui finanziamenti pubblici

Nonostante il dimezzamento degli studenti rispetto a 15 anni fa l’ateneo perugino è ancora al primo posto nel rapporto tra il Fondo di finanziamento ordinario 2020 e il numero di iscritti. Anche quest’anno ha incassato, infatti, più del doppio della media nazionale: 12.758 euro pro capite contro una media nazionale di circa 5mila. La richiesta avanzata dai rettori delle università che si sono dimostrate più attrattive è quella che vi sia una riforma dei criteri di distribuzione dei fondi pubblici in modo tale da sostenere quelle realtà in crescita. Richiesta pervenuta e accolta dal ministro ministro dell’Università, Gaetano Manfredi che ha sottolineato come verrà inserito come nuovo criterio quello del rapporto docente/studente.

 

Misure cautelari per i dirigenti dell’Unistrapg

Dopo le perquisizioni e i sequestri avvenuti giorno 22 settembre, 5 giorni dopo l’esame, le indagini della guardia di finanza sono proseguite. Nella giornata di ieri è stata disposta come misura cautelare interdittiva la sospensione per otto mesi dei presunti corrotti. A questi, la Rettrice Giuliana Grego Bolli e il direttore generale Simone Olivieri si aggiunge un terzo indagato: il professor Lorenzo Rocca, membro della commissione che ha valutato con esito positivo l’esame dell’uruguayano per il rilascio del B1. Sono contestati i reati di rivelazione del segreto d’ufficio finalizzata all’indebito profitto patrimoniale e plurime falsità ideologiche in atti pubblici.

 

Il coinvolgimento della Juventus

Ma anche per la Juventus si prospettano scenari alquanto tranquilli. Un comunicato sul sito ufficiale del club bianconero conferma la notifica dell’informazione di garanzia al dirigente Fabio Paratici. Il reato contestato è il 371 bis c.p. “false dichiarazioni al pubblico ministero”. Il dirigente avrebbe dichiarato davanti ai p.m. di non essere intervenuto nell’organizzazione della prova. Cosa che, non solo sembra essere avvenuta, ma è stata realizzata anche sfruttando rapporti di amicizia con il Ministro dei Trasporti Paola de Micheli per ottenere i contatti a cui rivolgersi.

 

Fabio Paratici e Paola de Micheli fonte: il Corriere

Filippo Giletto

Il caso Suarez e l’esame irregolare per la cittadinanza italiana

Il caso Suarez, giocatore uruguaiano, attaccante dell’Atlètico Madrid e della nazionale uruguaiana non è passato di certo inosservato poiché si aggiunge a una coda di casi che non fanno altro che far apparire l’Italia come un paese dove valgono due pesi e due misure, in funzione di una rete di interessi maggiori.

Questa volta al centro del dibattito c’è il giocatore Luis Suarez, il quale promesso alla Juventus, sarebbe stato ottenuto con una truffa. Il decreto sicurezza –  voluto fortemente dall’ex ministro degli interni Salvini e diventato legge nel 2019 –  introduce, infatti, il requisito della conoscenza della lingua italiana (Esame B1), per poter conseguire la cittadinanza. L’attaccante, dunque, per poter essere acquistato dalla Juventus, ha sostenuto un esame di conoscenza della lingua ma pare che questo non si sia svolto nelle modalità previste dalla legge. Un’esame definito come “farsa” con “previa consegna” dei contenuti della prova al calciatore, secondo la procura di Perugia.

Luis Suarez, le tappe del caso: la cittadinanza e la trattativa con la Juventus, che poi lo ha scaricato. Ora l'inchiesta sull'esame di italiano - Il Fatto Quotidiano

Inchiesta della procura della Federcalcio

La procura della Figc ( Federazione Italiana Giuoco Calcio) ha aperto un’inchiesta a proposito. Nè Suarez nè i membri del suo entourage risultano al momento indagati. Il giocatore barcellonese circa cinque giorni fa aveva sostenuto il B1 di italiano, presso l’Università per stranieri di Perugia, superandolo. Lorenzo Rocca, professore ed esaminatore dell’esame “farsa”, aveva dichiarato alla stampa la capacità di Suarez di comprendere con facilità la lingua italiana e farsi comprendere. Una versione che però è risultata contraddittoria, rispetto alle parole di Stefania Spina, direttrice del Centro di valutazione e certificazione linguistica dell’Ateneo, la quale non consapevole di essere intercettata dalla guardia di finanza di Perugia aveva sostenuto il 12 settembre, l’incapacità del giocatore di coniugare verbi o semplicemente parlare l’italiano.

Gli indagati

Tra gli indagati risultano Stefania Spina, Lorenzo Rocca, il direttore generale Simone Olivieri, un’impiegata dell’università, la rettrice Giuliana Grego Bolli, quest’ultima accusata anche di concorso in corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio. Dalla nota del magistrato Cantone, si legge l’ipotesi di come gli argomenti d’esame fossero stati stabiliti in precedenza con il giocatore, attribuendo un punteggio ancora prima dello svolgimento della prova linguistica. Prova che sarebbe durate solamente 10 minuti per la parte orale, un tempo molto ridotto da quello previsto dalle modalità d’esame per il conseguimento del B1.

“Ma te pare che lo bocciamo!”,  “con dieci milioni a stagione di stipendio non glieli puoi far saltare perché non ha il B1” sono queste le parole di Spina intercettate dalla guardia di finanza.

Il comandante della guardia di finanza perugina, Selvaggio Sarri ha spiegato che è stata “la Juventus, attraverso il suo staff, a rivolgersi all’Università per Stranieri per sapere se ci fosse la possibilità di far svolgere a Suarez l’esame”. Il colonnello Sarri ha fatto presente la fuoriuscita dall’indagine di contatti tra lo staff della Juventus e la direzione dell’Ateneo di Perugia, dove quest’ultima non ha tardato a sottolineare“la correttezza e la trasparenza delle procedure seguite per l’esame sostenuto dal calciatore Luis Suarez”.

A tal proposito anche il segretario della Lega Matteo Salvini si è espresso a Mattino Cinque dichiarando:

“Se qualcuno ha truccato un esame deve essere licenziato in tronco, anche per rispetto alle migliaia di studenti che si impegnano. L’università è una cosa seria e non si può permettere che la sua immagine di eccellenza venga infangata da questa vicenda”.

La vicenda di Suarez  può essere inserita in un quadro generale più ampio. Sono tantissimi gli stranieri oggi, che per ottenere la cittadinanza italiana si impegnano nell’apprendimento della lingua, attraverso corsi, libri, dedizione, sacrifici e quant’altro. Ma avvenimenti come questo fanno riflettere su come in Italia si è tanto bravi a dar voce alla meritocrazia con le parole, per poi essere in un secondo momento smentita attraverso i fatti concreti, creando differenze sociali, tensioni e malessere nella società.

Eleonora Genovese

Il calcio a Messina: dalle origini al 16 giugno 1963

Nel graduale ritorno alla normalità delle ultime settimane sono tornati ad accendersi i riflettori sullo sport più seguito in Italia: il calcio. Con le due semifinali di ritorno della Coppa Italia e la finale in programma mercoledì, il gioco del pallone ha ripreso il suo ruolo di grande protagonista, generando il solito entusiasmo (e anche qualche polemica) dei tifosi e degli appassionati.

La storia del calcio è segnata da grandi avvenimenti, le cui date sono scolpite nella memoria collettiva, come per esempio l’11 luglio 1982 e il 9 luglio 2006, quando la nazionale di calcio italiana vinse rispettivamente il suo terzo e quarto Campionato del Mondo.  Tra le tante date importanti, nella città dell Stretto non si può non ricordare il 16 giugno 1963, giorno in cui l’A.C.R. Messina (allora la squadra principale della città) per la prima volta vinse il campionato di serie B e conquistò la prima storica promozione in serie A. In questo articolo ripercorreremo insieme i primi anni della storia del calcio messinese e le tappe che condussero a questo importante traguardo, soffermandoci su qualche avvenimento curioso.

Storico logo dell’ A.C.R. Messina, la principale squadra della città tra il 1947 e il 1993 – Fonte: it.wikipedia.org

I primi anni di calcio a Messina

Il calcio a Messina fu importato verso la fine dell’800 dai commercianti e turisti delle navi inglesi e norvegesi, che improvvisavano partite sul molo Colapesce, suscitando la curiosità di chi si fermava ad ammirarli. Correva l’anno 1901 quando fu fondato il primo club, non esclusivamente calcistico: il Messina Football Club, la cui dirigenza era composta quasi totalmente da inglesi. Il 18 aprile dello stesso anno la neonata squadra messinese giocò la sua (probabilmente) prima partita a Palermo, contro la squadra della città. Questa data segna l’inizio della storia del calcio a Messina.

Tra la nascita di nuovi club e i vari cambi di denominazione della prima squadra cittadina giungiamo alla stagione sportiva 1931-32, in cui l‘A.C. Messina conquistò, spinta dai 20 gol di Luigi Cevenini, la prima promozione in serie B per una squadra messinese. La stagione fu ricca di avvenimenti, tra cui l’incidente allo stadio Enzo Geraci nella partita (vinta 6-3 dal Messina) con il Catania, in cui perse le vita un giocatore della squadra ospite.

I tifosi etnei reagirono creando disagio ai giocatori messinesi nella partita di ritorno, che, visto il clima di intimidazione, fu vinta dai catanesi. Quattro giocatori del Messina decisero di lasciare la città dello Stretto (solo uno, Ferretti, decise di tornare), lasciando la squadra mutilata per lo scontro diretto con la Salernitana, capolista e imbattuta. Nonostante ciò con una grande prova di orgoglio la formazione messinese risucì a sconfiggere la squadra campana, dando inizio alla volata finale che si concluse il 3 luglio 1932, con la vittoria sul Savona (3-0) e la storica promozione. Per festeggiare l’evento si improvvisò una grande manifestazione a piazza Cairoli e, due giorni dopo, fu organizzata una festa ai bagni Vittoria.

La formazione del Messina che conquistò la promozione in serie B nella stagione 1931-32 – Fonte: messinasportiva.it

La nascita dell’A.C.R. Messina

Dopo sei annate in serie B, tra cui la memorabile stagione 1935-36 conclusasi con la conquista del quarto posto, il Messina retrocesse in serie C nel 1938. Dopo la Seconda Guerra Mondiale si costituì una nuova società dalla fusione della Passamonte (la squadra principale della città aveva assunto questo nome) con due squadre minori: la Peloro e l’Arsenale. Nell’estate 1947 la società suddetta si unì a sua volta con il Giostra, costituendo l’Associazione Calcio Riunite Messina. Nonostante il progetto ambizioso il campionato fu quasi fallimentare e registrò numerose sconfitte, due delle quali nei derby con la Reggina (2-6) e con il Catania, che vinse 3-0 a Gazzi, nel campo da poco intitolato a Giovanni Celeste, ex giocatore che morì eroicamente in guerra.

Panoramica dall’alto dello Stadio “Giovanni Celeste”, inaugurato nel 1932 e intitolato al calciatore-militare nel 1948 – Fonte: messina.gazzettadelsud.it

 

Si dovette aspettare il 1950 per una nuova promozione della squadra messinese in serie B, anche se questo traguardo si legò a due presunti illeciti, il secondo dei quali avvenne nella primo spareggio, disputato nel campo neutro di Salerno, tra le due capolista Messina e Cosenza. Dopo il secondo spareggio (il primo era finito 1-1) a Como e la netta vittoria dell’ A.C.R. sui calabresi per 6 a 1, il Cosenza denunciò un tentativo di corruzione del proprio portiere da parte di un dirigente messinese. Inizialmente la squadra messinese fu condannata alla restrocessione nel campionato di Promozione, ma in seguito al ricorso alla CAF e all’annullamento della sentenza di primo grado, l’ ACR Messina, seppur tra le mille polemiche, risultò estraneo ai fatti e ufficialmente ottenne la promozione in serie B.

La formazione del Messina che conquistò la promozione in serie B nella stagione 1949-50 – Fonte: messinasportiva.it

La corsa verso la serie A

Dopo diversi anni in serie B, tra alti e bassi, arrivò la stagione della svolta: il campionato 1962-63. Fu un’annata avvincente e gloriosa, in cui il Messina riuscì a vincere un campionato in cui erano presenti tante squadre rinomate, come la Lazio e il Bari. L’ambita prima storica promozione in serie A fu conquistata nella terz’ultima giornata, proprio nella partita contro il Bari; al ritorno dal capoluogo pugliese centinaia di tifosi messinesi aspettarono la squadra, allenata dall’ex giocatore del Messina Mannocci, alla stazione marittima e improvvisarono un corteo sul viale San Martino, portando i membri della squadra in spalla. La festa fu più intensa il giorno della conclusione in campionato, quel 16 giugno 1963 scolpito nei cuori della nostra comunità. La formazione del Messina che scese in campo , accolto dallo stadio Celeste in festa, era composta da Rossi, Dotti, Stucchi, Radaelli, Ghelfi, Landri, Calzolari G., Fascetti, Calloni G.P., Canuti e Brambilla.

La festa per la promozione in serie A – Fonte: messinasportiva.it

Due anni di serie A

In serie A il Messina arrivò senza troppe pretese, collezionando anche successi importanti, come le vittorie in casa cona la Juventus (1-0) e la Roma (2-1) e la vittoria all’Artemio Franchi contro la Fiorentina (0-1), che contribuirono al raggiungimento dell‘agognata salvezza. L’anno dopo, però, l’A.C.R. conquistò il penultimo posto, dovendo, dunque, salutare la serie A.

Abbiamo dovuto aspettare 39 anni prima di raggiungere nuovamente la massima serie, con la il campionato 2003-04 concluso con la storica vittoria sul Como (3-0) il 5 giugno 2004. Ma questa è un’altra avvincente e meravigliosa storia messinese.

 

Mario Antonio Spiritosanto

 

Bibliografia:

Piero Zagami, 100 anni di calcio a Messina, ZigZag

 

Immagine in evidenza:

La formazione dell’A.C.R. Messina che conquistò la promozione in serie A nel campionato 1962-63 . Fonte: messinasportiva.it

 

Attentato sfumato a giornalista Report Federico Ruffo

Inchiesta 'ndrangheta, Juventus e tifosi: benzina a casa del giornalista di Report

Una croce con vernice rossa sul muro accanto alla porta di casa e liquido infiammabile in più punti sul pianerottolo dell’appartamento. Avvertimento al giornalista Rai Federico Ruffo, autore di una recente inchiesta per la trasmissione Report su presunti rapporti tra alcuni dirigenti della Juventus, ultrà e ‘ndrangheta. “Se non ci fosse stato il cane avrebbero dato fuoco a casa. Mi ha salvato”. A raccontarlo il giornalista Federico Ruffo. “Ero tornato tardissimo – ricorda in un video pubblicato sulla pagina Facebook della trasmissione Report -. Passo gran parte della settimana a Torino, dovevano sapere che ero a casa. Stavo dormendo quando ho sentito un rumore da fuori, era la ciotola del cane. Il mio cane ha iniziato ad abbaiare tantissimo. Sono uscito a piedi nudi e sono scivolato su un lago di benzina. Sono caduto a terra riempendomi di benzina sulla schiena e le gambe. Poi sono uscito in giardino, sono arrivato al cancello per vedere se stessero scappando ed era pieno di benzina”. Il giornalista ipotizza che i responsabili abbiano scavalcato il muro del giardino per entrare. Quando è rientrato a casa per chiamare i carabinieri ha visto la croce sul muro accanto alla porta.

Non sono mancati i messaggi di solidarietà da parte del presidente Rai Marcello Foa e dal sindaco di Roma Virginia Raggi, che attraverso il suo profilo Twitter scrive “E’ Gravissimo. Solidarietà a lui e la sua famiglia. Grazie a chi racconta la verità con coraggio”. Lo stesso leader pentastellato Luigi Di Maio, esprime la propria vicinanza attraverso i social;  mentre la Procura di Roma ha aperto un’indagine sul caso. Ruffo ha formalizzato la denuncia ai carabinieri di Ostia.
È indispensabile mantenere alta l’attenzione attorno al problema della sicurezza di giornalisti e giornaliste che, lottando in prima linea per l’informazione, sono vittime di un clima di crescente violenza e insofferenza. Attorno a questi colleghi e a eventi così gravi è necessario che la categoria intera faccia quadrato.

 

Santoro Mangeruca

La meraviglia di essere UNICO

Sono aggettivi che si rincorrono, che sembrano non bastare mai, che non riescono ad abbracciare la grandezza di chi si racconta. Partendo dal titolo, fino alla fine (per rimanere in tema). Che poi essere Unici, Gigi, è una cosa bella ti incastra nella storia, passando dalla leggenda per diventare mito. E a pensarci bene è numero, e simbolo di una vita che diventa verbo, parola, aggettivo appunto. Il numero Uno, UNICO insomma. Lasci un impronta vera, reale su chi per tanti anni ti ha ammirato, vissuto, giocato, commentato per te e con te Gigi.

Un cammino che va a braccetto con emozioni travolgenti, ti rapiscono e non puoi far niente. Di Buffon e su Buffon, si è scritto tanto, tantissimo, sarebbe inutile o riduttivo soffermarsi sul piano tecnico, no non oggi almeno. Perchè ci sono giorni diversi da altri, la senti nell’aria che l’atmosfera è speciale. Tutti allo stadio oggi sapevano, avevano la netta consapevolezza che sarebbe stato un giorno da consegnare all’album dei ricordi più belli. Il pomeriggio del Capitano è un climax di emozioni, euforia e gioia quando il classico riscaldamento pre partita, scalda muscoli e cuori di un popolo lì ad aspettare solo lui. Tristezza e commozione quando l’inesorabile orologio del tempo recita la parola fine. E il cielo di Torino quasi come fosse pronto ad accompagnarlo, il sole di inizio partita lascia spazio alle nuvole, poi pioggia anzi, lacrime.

Il pianto di un simbolo e di tutti, adulti invecchiati con lui, bimbi troppo piccoli ancora per smettere di volare con il loro superoe preferito. Il pianto di un popolo. Gigi e la sua gente, vicini oggi più che mai, stretti in abbracci da mani forti e occhi lucidi. La partita non conta più (non contava nemmeno prima) si deve andare oltre. Oggi non si parla di campo, le questioni tecniche adesso non servono, ora emergono valori e sentimenti di un campione, un esempio, un Uomo. Un uomo vero, onesto, senza filtri, Super Man in campo, Clark Kent fuori, senza maschera appunto, e forse anche per questo non sempre impeccabile fuori dal campo.

Ha unito e diviso senza scendere a patti con ipocrisie o scorciatoie. No, sono roba spicciola per chi vincente ci è nato. Fragile anche, nelle sue imperfezioni, alle prese con un carattere da prima fila, ma che tradiva alla fine sorrisi genuini. Il valore della grandezza di gesti, frasi o persone lo si percepisce in momenti come questi, sono gli addii che ti fanno apprezzare la fortuna che hai avuto fino a quell’istante. Gigi ha chiuso la porta come spesso ha fatto con gli avversari, sbattendogliela in faccia. Stavolta no, stavolta in silenzio senza far rumore, con tutta la cura e l’amore del mondo. Chiude la porta più bella, quella dei sogni, quella di casa sua. Buffon e la Juventus, la Juventus e Buffon, congiunzione che nasce spontanea, ma anche verbo scontato. Buffon è la Juventus, la Juventus è Buffon. Il domani non si sa cosa scriverà, ma non importa a nessuno adesso. E allora non resta che restare in silenzio, perchè potrei non fermarmi mai, perchè è il cuore a dettare. Sono certo che un pò tutti, anche chi non vive di calcio, si sentirà un pò più vecchio o magari cambiato. Perchè è una pagina di vita che si chiude, ma che consegna ricordi e istantanee per sempre.

Come il primo nome su un banco, quando è tempo di disegnare una formazione ideale. O il primo nome, quando si vola da uno zaino all’altro in cortile. “BUFFON“. Un album senza più una delle sue figurine più belle. 6.111 giorni, 22 titoli, 17 anni. Sono tanti, troppi, si potrebbe e dovrebbe scrivere per ore, ma alla fine sono solo parole, aggettivi che si rincorrono. Grazie Gigi, grazie per sempre. Che poi essere Unici è una cosa bella.

Roberto Terranova