Walk the line: musica e amore come medicine

“Walk The Line” è un biopic degno di nota. Racconta una storia di lotta contro se stessi e di quanto possa essere importante la musica, andando ad affrontare anche altre tematiche fondamentali per un artista – Voto UVM: 4/5

Oggi 89 anni fa nasceva una delle più celebri star della musica statunitense: Johnny Cash.

Ha conquistato il pubblico americano tramite canzoni che sono entrate a far parte di prestigiose Hall of Fame di generi diversi a testimonianza della sua poliedricità. Nonostante una vita travagliata, è riuscito a imporsi nel panorama musicale divenendo principalmente un’icona della musica country.

Johnny Cash con la sua chitarra- Fonte: arte.sky.it

Il film  Walk The Line ( Quando l’amore brucia l’anima) diretto da James Mangold ripercorre le tappe fondamentali della sua carriera.

Trama

Johnny (Joaquin Phoenix) è un bambino che vive in una fattoria dell’Arkansas. Un giorno mentre è a pesca, il fratello si ferisce con una sega e muore; di lì in avanti i rapporti tra Johnny ed il padre si incrineranno notevolmente.

Nel 1950 si arruola  nell’aviazione prestando servizio nella Germania dell’Ovest dove comincia a suonare la chitarra per diletto per poi tornare in patria qualche anno dopo dove sposa la sua fidanzata ed inizia a lavorare come venditore porta a porta per vivere. Tuttavia sente che gli manca un qualcosa. Infatti, durante una giornata di lavoro , passa davanti ad uno studio di registrazione e colto dall’ispirazione decide di fondare un gruppo.

Dopo un’audizione Johnny conquista Sam Phillips (Dallas Roberts), produttore musicale e proprietario della Sun Records, il quale gli fa sottoscrivere immediatamente un contratto ed incidere il suo primo disco: Cry! Cry! Cry!

Locandina del film – Fonte: tmdb.it-maku.com

Le canzoni iniziano ad essere tramesse in radio ed il cantante parte per un tour di primaria importanza: infatti alla tournée partecipano grandi artisti emergenti del calibro di Elvis Presley e Jerry Lee Lewis e proprio in questo periodo il nostro protagonista conosce la bellissima cantante June Carter (Reese Whiterspoon) della quale si innamora perdutamente.

Tra alti e bassi, droga e carcere, Johnny non perderà mai il suo amore per la musica (e per June) e nonostante tutte le peripezie diventerà una delle più grandi star americane.

Regia

Il regista James Mangold ha voluto raccontare la storia di Johnny Cash improntandola fortemente sul lato umano.

L’amore è sicuramente uno dei temi principali della pellicola oltre- ovviamente- alla musica. E’ infatti proprio grazie a questo sentimento nei confronti di June che il protagonista trova la forza per reagire a qualsiasi problematica e spingersi oltre raggiungendo altissimi livelli.

Johnny Cash (Joaquin Phoenix) e June Carter (Reese Witherspoon) – Fonte: pinterest.it

Mangold stesso ha dichiarato di essersi emozionato quando durante uno dei suoi ultimi incontri con il vero Johnny Cash gli chiese quale fosse il suo film preferito, ed il cantante rispose:

Frankenstein. Perché è la storia di un uomo composto da parti marce. Una specie di oscurità. E contro la sua stessa natura… continuò a lottare per essere buono.

Forse un po’ severo con se stesso, ma sostanzialmente questo concetto si avvicina a quel che era Johnny. Il cantante, come riportato nel film, per un periodo è stato fortemente dipendente dalla droga che gli ha causato gravi problemi sia nelle relazioni sia a livello legale (di fatti è stato in carcere). Un uomo che sicuramente ha sbagliato, ma definirlo un mostro risulterebbe esagerato.

Comunque, la definizione di Frankenstein in parte esprime perfettamente la sua natura: anche se Johnny Cash non si riteneva una brava persona, ha cercato comunque di fare del bene come quando nel 1968 tenne un concerto alla prigione di Folsom per i suoi detenuti e inoltre prese in giro il direttore del carcere che li maltrattava (il regista ha deciso di chiudere il film proprio con questa scena meravigliosa sulle note di una delle sue canzoni più belle, Cocaine Blues).

Cast

Joaquin Phoenix nei panni di Johnny Cash è- come al solito- monumentale ( della sua interpretazione in Joker abbiamo già parlato qui). Fortemente calato all’interno del personaggio, l’attore, mediante lo sguardo, esprime un costante stato di preoccupazione ed ansia con cui il protagonista convive a causa della sua vita tormentata.

Scena del film in cui Johnny si esibisce per i detenuti – Fonte: themacguffin.it

Le canzoni sono interpretate da Joaquin stesso, così come quelle di June Carter da Reese Whiterspoon. Incredibile la chimica instauratasi tra i due attori, in particolare quando si esibiscono sul palcoscenico: nella realtà ciò era scontato dato che i cantanti si amavano; nel film i due interpreti sono riusciti perfettamente a rappresentare quella stessa armonia.

A livello di critica la pellicola fu un successo enorme, tanto che riuscì ad aggiudicarsi 3 Golden Globes e ben 5 nomination agli Oscar del 2006 (vincendone solo uno con Reese Whiterspoon per la Miglior Attrice Protagonista).

Un film veramente piacevole da guardare che rende onore ad un grande artista e ci comunica la forza reale dell’amore e della perseveranza, perché senza quest’ultime Johnny non avrebbe mai e poi mai sfondato nella musica.

Vincenzo Barbera

 

 

Alla scoperta degli Oscar: i 5 (+1) grandi favoriti

La notte più attesa per gli amanti del cinema è arrivata.

L’edizione degli Academy Award del 2020 è probabilmente la più competitiva dell’ultimo decennio, data la presenza di molteplici capolavori e di interpreti eccezionali. Dinnanzi alle liste dei nominati c’è da restare senza fiato ed è molto complesso poter effettuare previsioni sui possibili vincitori. Vediamo chi, secondo UniVersoMe, ha maggiori opportunità di portarsi a casa le varie statuette.

 

Il Dolby Theatre di Los Angeles dove vengono assegnati i premi Oscar – Fonte: evxlimos.com

1.Miglior attore protagonista

Il più papabile tra gli attori candidati al premio è Joaquin Phoenix.

Di certo l’elenco dei nominati è ricco di artisti superlativi, infatti in gara troviamo: Leonardo Di Caprio, Adam Driver, Antonio Banderas, Jonathan Pryce e – appunto – Joaquin Phoenix.

Il 36enne Adam Driver ha stupito tutti con la sua interpretazione in Storia di un matrimonio (2019) per la carica emotiva che è riuscito a trasmettere al suo personaggio, tirando fuori tutta la disperazione e la rabbia necessaria nei momenti clou del film.

Leonardo Di Caprio in C’era una volta a… Hollywood ha dato prova di poter recitare anche con una pistola puntata alla tempia. Nella scena in cui Rick Dalton si trova su un set per girare un film western ad un certo punto dimentica la battuta ed esce dal proprio personaggio. Ovviamente Di Caprio resta in quello di Rick continuando a recitare dimostrando di avere un livello di concentrazione al di fuori del normale.

Quello che più di tutti meriterebbe il premio comunque resta Joaquin Phoenix (per i dettagli sulla sua interpretazione vedi questo articolo). La sua prova attoriale ci fa immedesimare talmente tanto che per l’intero film possiamo quasi sentire ciò che il personaggio prova sulla sua pelle.

Joaquin Phoenix nel film Joker – Fonte: mondofox.it

Quando subisce un’ingiustizia ci arrabbiamo, quando cerca aiuto in ogni dove ci fa intenerire e soprattutto quando reagisce ci sentiamo redenti, non perché siamo dei potenziali omicidi, ma semplicemente perché l’attore ci ha coinvolto così tanto da “comprendere” le sue azioni (vedi la scena della metropolitana).

2. Miglior attore non protagonista

Qui la scelta dell’Academy sarà molto dura, visto che in lista tra i candidati ci sono: Tom Hanks, Anthony Hopkins, Al Pacino, Joe Pesci e Brad Pitt.

La candidatura di cinque attori di questo calibro, tutti insieme in una singola categoria e nella stessa edizione, probabilmente costituisce reato per eccesso di qualità attoriale, ma coloro che hanno le maggiori chances di vincere sono Joe Pesci e Brad Pitt.

Il primo grazie a Scorsese è riuscito a rivestire egregiamente i panni di un capomafia come già ha fatto in passato per Goodfellas (1990) e Casinò (1995); mentre il secondo ha interpretato alla perfezione il ruolo di un sociopatico caratterizzato da un muto carisma che viene trasmesso con un semplice sorrisetto. Ci sbilanciamo: l’Oscar andrà a Brad.

Brad Pitt nei panni di Cliff Booth in C’era una volta a… Hollywood – Fonte: mymovies.it

3. Miglior sceneggiatura originale

Altissime probabilità che Quentin Tarantino vinca in questa categoria. In passato il regista si è aggiudicato il premio per la miglior sceneggiatura originale, rispettivamente con Pulp Fiction (1994) e Django Unchained (2012). In C’era una volta a… Hollywood, Tarantino, è riuscito a scrivere una sceneggiatura in cui racconta la crisi di una stella hollywoodiana, mettendo in risalto le problematiche della vecchia Hollywood e nel contempo ne ha approfittato per rendere omaggio ai grandi cineasti del passato. Il tutto ovviamente è circondato da un costante stato di tensione, per quello a cui andrà incontro la compianta Sharon Tate.

4. Miglior regia

Grandissimi i nomi dei candidati anche in questa categoria: Martin Scorsese, Quentin Tarantino, Todd Phillips, Sam Mendes e Bong Joon-ho.

Riteniamo che – in linea generale – quando Scorsese fa un film di mafia parta due passi avanti a tutti.

The Irishman non sarà uno dei suoi più grandi film, ma a livello tecnico resta un capolavoro di regia.

Robert De Niro e Martin Scorsese sul set del film The Irishman – Fonte: empireonline.it

5. Miglior film

Qua c’è l’imbarazzo della scelta: C’era una volta a… Hollywood, 1917, Jojo Rabbit, Joker, Le Mans ’66 – La grande sfida, Parasite, The Irishman e Storia di un matrimonio.

Il film 1917 sembra essere il grande favorito (qui la nostra recensione), ma facciamo il tifo per Jojo Rabbit, del quale abbiamo parlato precedentemente in questo articolo. Probabilmente è il miglior film ironico sul nazismo degli ultimi anni e non è certo semplice trattare in tal modo tematiche così cupe, come la suddetta pellicola è riuscita a fare.

5+1. Miglior attrice protagonista e migliore attrice non protagonista

Abbiamo lasciato volutamente alla fine questa categoria, perché quest’anno potrebbe accadere qualcosa senza precedenti nella storia degli Oscar. È già successo in passato (anche se raramente) che attori e attrici fossero in lizza per due categorie contemporaneamente, ma mai sono riusciti a portare a casa entrambe le statuette alla fine.

Scarlett Johansson in Storia di un matrimonio (sinistra) e Jojo Rabbit (destra) – Fonte:quotidiano.net

Motivo aggiuntivo per il quale – chiaramente oltre alle eccellenti performance – facciamo il tifo per la bellissima e bravissima Scarlett Johansson. In Jojo Rabbit l’attrice ha svolto un lavoro impeccabile, con il quale ha trasmesso al pubblico tutta la dolcezza e l’amore che una madre può donare al figlio, anche in uno dei periodi più bui di sempre, guadagnandosi la nomination come migliore attrice non protagonista. In Storia di un matrimonio, il suo personaggio è una donna dal carattere forte e dalle grandi ambizioni, che vedrà scoppiare un conflitto tra vita lavorativa e vita sentimentale. Grazie al pathos che arricchisce molti dialoghi del film, abbiamo così visto due lati profondamente diversi di un’attrice completa e matura. Sarà sufficiente per fare la storia degli Oscar?

 

Il 2019 è stato un anno davvero ricco per il cinema e questa edizione degli Oscar ne è la prova tangibile.

Avere nella stessa competizione tutti questi film, alcuni dei quali possono già essere definiti delle opere d’arte, è davvero un privilegio enorme.

Speriamo che il 2020 non sia da meno!

Vincenzo Barbera, Emanuele Chiara

Alla scoperta degli Oscar: Joaquin “Joker” Phoenix

Joaquin Phoenix è il protagonista del film Joker diretto da Todd Phillips e candidato a ben 11 premi Oscar.

L’attore 45enne in passato ha già avuto modo di mostrare le sue potenzialità ed il suo grande talento con le interpretazioni del sadico Commodo nel Gladiatore (2000), del problematico Freddie Quell in The Master (2012) e del disagiato Abe Lucas in Irrational man (2015).

Locandina del film – Fonte: Amazon.it

Nascita e sviluppo del personaggio

Joaquin ha dichiarato: ”ho regalato a Joker tutta la mia pazzia” ed è il modo in cui gliel’ha donata a farci innamorare del personaggio. Per adattarsi maggiormente al ruolo ha dovuto perdere circa 23 kg in pochi mesi, nutrendosi con una mela al giorno e saltuariamente con della lattuga o dei fagiolini al vapore. La dieta lo ha portato ad isolarsi, in quanto l’attore si è barricato in casa evitando di uscire con gli amici e di accendere la televisione così da non vedere del cibo, che avrebbe incrementato esponenzialmente la sua fame. Questo lo ha certamente favorito nell’immedesimazione nella parte del sociopatico Arthur Fleck.

Nel corso del film assistiamo ad una lenta ma costante evoluzione del personaggio, che già dall’inizio sappiamo essere destinata a culminare con l’entrata in scena del Joker. Ed è proprio questo viaggio verso la follia ad interessare realmente lo spettatore. L’attore è riuscito a manifestare il disagio di un uomo tramite piccole azioni, probatorie delle profonde problematiche di Arthur Un esempio emblematico è lo sguardo assunto dal protagonista quando ride in maniera incontrollata, che trasmette tutta la disperazione ed il malessere del personaggio semplicemente con gli occhi.

La chimica tra attore e regista

Per creare la sua ormai iconica risata ci sono voluti mesi di prove durante le quali Phoenix invitava il regista Todd Phillips nella propria abitazione mostrandogli i progressi del lavoro svolto.

Todd Phillips e Joaquin Phoenix sul set del film – Fonte: mondofox.it

Il rapporto instauratosi tra i due è il motivo principale del successo di questa pellicola (la quale ha incassato la cifra monstre di 1,068 miliardi di dollari). Al loro primo incontro il regista disse: “Arthur è una di quelle persone che hanno la musica dentro”. L’attore ha colto in pieno le sue parole in quanto nella scena in cui si ritrova dentro un bagno pubblico, dopo aver commesso un crimine terribile, comincia a danzare. Inizialmente il protagonista doveva solo guardarsi allo specchio, ma grazie all’improvvisazione di Joaquin Phoenix – e alla fiducia concessagli dal regista – possiamo assistere a questa sequenza che ci mostra un mutamento radicale della personalità di Arthur.

Divergenze tra star hollywoodiane

Sul set vi sono state delle tensioni tra l’attore protagonista e Robert De Niro (nel ruolo del conduttore Murray Franklin)  che certamente non hanno favorito un clima sereno durante le riprese. In sintesi De Niro voleva effettuare una lettura dell’intero copione con tutti i membri del cast, ma Joaquin si rifiutò di partecipare alla riunione per concentrarsi al meglio sul personaggio. Dopo una serie di botta e risposta fu Phoenix stesso a cedere alle pretese di De Niro, quindi prese parte alla seduta dove si mise in un angolo a fumare non prestando particolare attenzione allo svolgimento della stessa e pronunciando svogliatamente le proprie battute.

Gli attori in seguito hanno dichiarato di aver risolto qualsiasi incomprensione, ma di certo un sottile livore tra i due c’è stato. Le due stelle del cinema sono state molto abili a trasmettere tutto l’astio e le avversità, provate in prima persona l’uno nei confronti dell’altro, in una delle scene più importanti dell’intera pellicola, ovvero quando Joker e Murray discutono animatamente. Durante il dibattito gli interpreti ci incantano creando uno stato di ansia che cresce battuta dopo battuta al punto tale da farci credere di essere presenti tra il pubblico del talk show.

Robert De Niro e Joaquin Phoenix nel film – Fonte: ilgrigio.net

Differenze con gli altri Joker del passato

Molteplici paragoni sono stati effettuati tra i Joker interpretati da Joaquin Phoenix,  Heath Ledger e Jack Nicholson. Stabilire chi tra questi sia stato il migliore, molto semplicemente, non è possibile.  Sono 3 personaggi che hanno conquistato il pubblico grazie alle eccelse interpretazioni dei rispettivi attori, i quali hanno utilizzato metodi differenti per la loro creazione.

Heath Ledger ha donato al proprio Joker tutto il suo istinto e forse un principio di reale follia, vista l’esasperata preparazione che ha dovuto affrontare. A livello introspettivo il personaggio del compianto attore non ha eguali.

Jack Nicholson si è giocato tutto sulla mimica facciale, riuscendo a creare il Joker più carismatico della storia.

Joaquin Phoenix invece è riuscito a trovare il perfetto bilanciamento tra tecnica e sentimenti. Ciò ha permesso di far emergere tutta l’umanità di un personaggio talmente matto e imprevedibile da sembrarne sprovvisto.

La cura per i dettagli e la capacità di rievocare forti emozioni provate durante la propria vita hanno permesso all’attore di creare questo fantastico personaggio e di confermarsi come uno dei migliori interpreti a livello mondiale, aggiudicandosi il Golden Globe come miglior attore drammatico e l’Oscar come miglior attore protagonista, oltre a numerosi altri premi.

Insomma, possiamo dire che la prova attoriale di Joaquin Phoenix sia stata molto apprezzata e che ci sia stato un giudizio unanime della critica e del pubblico a riguardo: un connubio non da poco, visto il grande successo della pellicola sia tra gli addetti ai lavori che come incassi.

Ecco il video della proclamazione e del discordo dell’attore alla cerimonia degli Oscar 2020 (fonte: youtube.com)

Vincenzo Barbera