Migranti, SOS minori

E’ l’argomento più trattato ultimamente, sempre all’ordine del giorno, il problema dell’emergenza migranti.

Recentissimo ma altrettanto noto è il caso Aquarius ( leggi il nostro articolo al riguardo), nave con a bordo 629 migranti ( tra cui 11 bambini e 7 donne incinte), che è stata respinta dall’Italia, causa Salvini e la chiusura dei porti, ed è successivamente approdata in Spagna, a Valencia grazie alla concessione del premier spagnolo, Pedro Sànchez.

Tempeste mediali si sono abbattute sul caso e non solo, chiunque, anche ciascuno di noi nel suo piccolo si è sentito in dovere di dire la propria sulla questione.

Ma tra tutti i dati degli sbarchi, è stato recentemente messo in evidenza quello che riguarda il numero di minori non accompagnati che sono ancora in attesa di un collocamento.

Nella giornata mondiale del rifugiato, Save The Children ha dichiarato questi numeri: in Italia 15 mila giunti soli, 380 ancora in attesa di ricollocazione, e ha lanciato l’allarme accoglienza affermando che: “In due anni solo 1 migrante su 3 ha usufruito del programma europeo di relocation, di cui 99 minori.”

Il numero è sicuramente diminuito, nel 2017 si è registrato un calo del 39% rispetto all’anno precedente, ma il problema permane.

Oltre 15.730 minori sono giunti in Italia via mare soli, senza figure adulte di riferimento, affrontando ostici e drammatici viaggi, e al loro arrivo nella nostra terra, pure a distanza di molto tempo sono ancora in attesa di essere ricollocati.

Eppure in Italia è stata attuata il 6 maggio, la legge Zampa, la quale afferma che:

I minori stranieri soli non potranno essere respinti e saranno tutelati da un sistema di protezione e di inclusione uniforme.

La norma prevede inoltre la figura del tutore volontario ed è rassicurante il numero di 2.700 cittadini che hanno già dato la loro disponibilità.

Per tale motivo, per l’urgenza che la questione richiede, Save The Children sta lottando per ottenere la piena attuazione della suddetta legge. Per rispondere al problema ospitalità e garantire condizioni di accoglienza adatte e servizi adeguati per l’inclusione sociale dei minori.

Benedetta Sisinni

L’Italia: il paese più “simpatico” del mondo

Se c’è una regola basilare nel tentativo di approccio ad una ragazza, è sicuramente quella di non esordire complimentandosi per la sua simpatia. Non perchè sia negativo, anzi, ma se tra tutte le sue infinite qualità fisiche e mentali tu hai individuato solo quella di saper far ridere le persone, il complimento perde della sua valenza e si tramuta in un insulto velato.

L’Italia è dunque il paese più simpatico del mondo. Lo dicono i giornalisti con i loro articoli, lo rappresentano i registi con i loro film, lo dimostrano i politici con i loro governi. È il Paese che “colpisce i venditori di sigarette, ma premia i venditori di fumo” diceva Indro Montanelli, e questa affermazione sembra essere perfetta per descrivere la situazione di questo paese che, di anno in anno, ci fa ridere sempre di più.

Non voglio essere melodrammatico, amo la mia terra, non la sostituirei con nessun’altra al mondo, ma se oggi sono qui e prenderla un po’ per i fondelli è solo perchè so che ha un gran senso dell’umorismo. In effetti però, guardandoci indietro, possiamo vedere come il panorama politico degli ultimi anni non ci aiuti a rimanere seri nel discorso. Dal 2000 ad oggi, i Presidenti del Consiglio italiani che si sono passati il microfono (come in un vero spettacolo di stand up comedy) sono stati dieci, da Giuliano Amato a Giuseppe Conte, passando per Berlusconi, Prodi, Monti, Letta, Renzi e Gentiloni. Ognuno di questi ha fatto il proprio monologo, ognuno di questi ha calcato il proprio palcoscenico, ognuno di questi, per fortuna o purtroppo (questo lo lascio scegliere a voi), ha ricevuto fischi ed applausi ed ha lasciato la scena – metaforicamente parlando.

Attenzione però, come in tutti i migliori spettacoli, è il pubblico a pagare il biglietto ed è il pubblico a decidere se andarci o meno. Troppe volte ci si trincera dietro la figura del politico-cialtrone, ladro e farabutto, non rendendoci conto che, volenti o nolenti, loro stanno lì perchè noi ce li abbiamo mandati; anche se, negli ultimi anni in molti sono stati dubbiosi anche su questa ultima mia affermazione. A partire dal governo tecnico Monti, infatti, il meccanismo delle elezioni nel nostro paese si è inceppato, ha saltato qualche giro, generando una tale confusione da sfociare, solo qualche settimana fa, nel tentativo di impeachment nei confronti del Presidente della Repubblica Mattarella. Ma procediamo per gradi.

È il 16 Novembre 2011, Berlusconi ha rassegnato le sue dimissioni da quattro giorni dopo le polemiche riguardanti la crisi economica del Paese e Mario Monti diventa il nuovo Primo ministro italiano, scelto dall’allora Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, come figura forte capace di affrontare la complicata situazione in cui l’Italia versava a livello finanziario. Una scelta obbligata, dettata dalla necessità di dialogare con l’UE e con la Germania, che durerà un solo anno, così come era stato preannunciato dallo stesso Monti subito dopo il suo insediamento.Risultati immagini per berlusconi monti letta renzi gentiloni

Nel 2013 a sostituirlo è Enrico Letta, pilastro della sinistra italiana, già ministro durante i governi D’Alema, Amato e Prodi, che passerà alla storia per essere stato messo in sfiducia proprio dal suo partito, o sarebbe meglio dire, dal segretario del suo partito, Matteo Renzi, l’ex sindaco di Firenze dall’aria sbarazzina che si era fatto strada nell’arena politica al grido di “Rottamiamoli”, indirizzato a tutti quei politici che da decenni lottavano per rimanere attaccati alle loro prestigiose poltrone. Un Matteo Renzi che diventerà il nuovo centro del dibattito politico e satirico italiano, molte volte paragonato a Berlusconi per le sue doti da showman, da comico (per rimanere in tema), e per la sua forte predisposizione a scandali e capitomboli che si riassumono perfettamente nella sconfitta del SI al “Referendum costituzionale Renzi-Boschi” del 4 dicembre 2016, data che segnerà la fine del governo guidato dal leader toscano e l’inizio del nuovo esecutivo Gentiloni.

Risultati immagini per di maio e grilloMa durante questi anni di profondi stravolgimenti e rocambolesche sostituzioni in corsa, si è andato formando un nuovo gruppo, giovane e coeso, critico verso l’operato delle forze politiche di rilievo, voce del popolo che si riunisce in piazza a protestare e fa dei social network l’arma più pericolosa; gruppo guidato – neanche a dirlo – da un comico, Beppe Grillo. Se non si fosse già capito, sto parlando del Movimento 5 Stelle. In pochi anni questo “partito politico” ha conquistato il cuore di moltissimi elettori, giovani principalmente ma non solo, dando spazio a nuovi volti della politica italiana tra cui Luigi Di Maio, trentunenne campano, poco avvezzo ai congiuntivi (si scherza) che in pochissimo tempo diventerà il leader del movimento e il volto del cambiamento politico italiano alle ultime elezioni di marzo.

Della situazione recente ne siamo al corrente tutti, chi più chi meno (per saperne di più leggi il nostro articolo) , un nuovo governo è nato – dopo la suspense generatasi negli ultimi giorni intorno alla figura di un Mattarella ingiusto e, per citare Buffon, “con un bidone dell’immondizia al posto del cuore“- Giuseppe Conte è il Presidente del Consiglio e i suoi due vicepresidenti sono Di Maio e Salvini (giuro che questa non è una battuta) e staremo a vedere ciò che il “governo del cambiamento” tanto sognato da M5S e Lega riuscirà a fare nei prossimi anni viste le numerose promesse fatte durante la campagna elettorale e la forte volontà di non tradire quel popolo tante volte chiamato in causa dalle due forze politiche come prima vittima del malgoverno.

Risultati immagini per stand up comedy audienceNoi intanto sediamo tra il pubblico, ci godiamo lo spettacolo con gli occhi lucidi e gli addominali che ci fanno male per le troppe risate, stringendoci scomodi su queste 60 milioni di sedie, sperando che, almeno questa volta, non si tratti solo di un’altra favolosa barzelletta.

Giorgio Muzzupappa

Festa della Repubblica, la Festa di tutti.

2 Giugno 2018. L’Italia oggi celebra il 72° anniversario della nascita della Repubblica Italiana.

A Roma incombono i festeggiamenti in ricordo del referendum istituzionale del 1946.

La città è stati quasi interamente bloccata, le strade chiuse al traffico e la viabilità notevolmente ridotta.

I festeggiamenti dureranno quasi l’intera giornata e hanno già avuto inizio questa mattina alle 9:00.

Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, sulle note della Canzone del Piave, ha deposto all’Altare della Patria una corona di fiori davanti alla tomba del milite ignoto. Il passaggio delle frecce Tricolore ha segnato la conclusione della solenne cerimonia e aperto ufficialmente la celebrazione della Festa della Repubblica.

Successivamente ha avuto luogo la parata militare lungo la via dei Fori Imperiali; dalle 15:00 alle 19:00 i festeggiamenti proseguiranno presso i giardini di Palazzo del Quirinale.

Chi volesse assistere alla celebrazioni, essa viene trasmessa in diretta Tv e streaming dalla Rai.

“I valori di liberta’, giustizia, uguaglianza fra gli uomini e rispetto dei diritti sono il fondamento della nostra societa’ ed i pilastri su cui poggia la costruzione dell’Europa. Dalla condivisione di essi nasce il contributo che il nostro Paese offre alla convivenza pacifica tra i popoli ed allo sviluppo della comunita’ internazionale”.

Cosi’ Mattarella in un messaggio al Capo di Stato Maggiore della Difesa.

Alla cerimonia presenti tutte le cariche dello stato.

Un vero e proprio bagno di folla per il neo presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, e per i vicepremier Luigi Di Maio e Matteo Salvini.

Il palazzo della difesa, gli edifici pubblici e quelli delle società partecipate sono stati imbandierati con il Tricolore. E ancora un immenso Tricolore è stato posto sulla facciata del Colosseo.

I festeggiamenti per questo giorno sembrano essere quest’anno più sentiti del solito, forse proprio in seguito alla  freschissima nascita del governo.

Insomma grande clima di festa a Roma, ma come ha ricordato il neo-premier Conte:

 “Il 2 Giugno è la festa di noi tutti, auguri a tutti!”

Ritorno al futuro: la macchina del tempo giallo-verde e l’Italia che avrà un governo

Fuor da ogni previsione, il “governo del cambiamento” è – quasi – realtà.

Quando l’unica possibilità realizzabile sembrava un governo tecnico a guida Cottarelli e un più o meno prossimo ritorno alle elezioni, si è riavvolta la pellicola.

Si è ritornati a quel pomeriggio di domenica 27 Maggio, quando Conte era lì lì per formare un governo e… se non fosse stato per quell’impasse chiamato Savona.Dopo il no di Mattarella e l’inamovibilità di Di Maio e Salvini – soprattutto di quest’ultimo- sul ministero dell’economia, Conte era ritornato al suo buon ruolo di professore universitario lasciando la staffetta al silenzioso economista Cottarelli.

Tutt’altro che silenziosi, invece, i leader giallo-verdi, che sui social avevano fomentato l’ira dei seguaci italiani sull’onda del disprezzo verso il Presidente Mattarella, incolpato di aver fatto interessi altri alla nazione.

Toni che si erano alzati da parte del leader M5S e sorprendentemente anche dalla Meloni – nonostante la delusione di questa del tradimento leghista – tanto da arrivare a una richiesta plateale-virtuale di impeachment contrastata a suon di hashtag #iostoconMattarella.

Insomma, un’arena bollente, nazionale ed europea, che tutto lasciava pensare tranne che il ritorno sui propri passi degli attori di queste settimane.

Quella che era generalmente condivisibile, comunque, era la delusione per non avere un governo, ancora, dopo quasi 3 mesi.

Il figliol prodigo Di Maio seguito, dopo un’opera di convincimento e una notte di riflessione, da Salvini, hanno ritrattato al Quirinale, hanno fatto prendere un treno a Conte… e poi la fumata bianca.

Poche ore e il neo(-ri) incaricato Presidente del Consiglio giurerà al Colle, insieme alla sua squadra di 18 ministri presentata ieri sera.

A tal proposito, quello che lascia ben sperare è la squadra di governo. Al di là di Salvini e Di Maio – politici di professione- gli incaricati ai vari dicasteri sono personalità per lo più attive e competenti del settore che è stato loro affidato. Al contrario di quanto avvenuto fino all’ultimo esecutivo in carica, quando ministri “fuori posto” e senza alcun titolo di studio erano all’ordine del giorno, o meglio… del governo.

Il nodo Savona, dunque, viene sciolto spostando il professore al dicastero senza portafoglio degli Affari europei. Per l’Economia spunta Tria, preside della facoltà di Economia di Tor Vergata, e “tiepido” sull’Euro e sostenitore della Flat tax anche a costo di aumentare l’Iva. Agli Esteri Enzo Moavero Milanesi, una vita nelle istituzioni europee e già ministro all’Ue con Monti e Letta. Affiancherà Conte a Palazzo Chigi, con il delicato incarico di sottosegretario alla presidenza, il leghista Giancarlo Giorgetti.

Salvini sarà ministro all’Interno, Di Maio prenderà il super-Mise di Lavoro e Sviluppo Economico. Alla Difesa Elisabetta Trenta, alla Giustizia Alfonso Bonafede (M5s), Giulia Grillo (M5s) alla Sanità, Riccardo Fraccaro (M5s) ai Rapporti con il Parlamento, alle Infrastrutture Danilo Toninelli (M5s), Marco Bussetti (M5s) all’Istruzione, Alberto Bonisoli (M5s) ai Beni Culturali e indicata come ministro della Pubblica Amministrazione Giulia Bongiorno.

La squadra dei 18 ministri dell’esecutivo Conte

Intanto quel sintomo di malessere indicato dallo spread, sembra affievolirsi a 214 punti. All’apice della crisi istituzionale, solo tre giorni fa, il differenziale tra il Btp a due anni e il corrispondente titolo tedesco era schizzato a 343 punti base, segnando i massimi dal 2012.

Insomma, quello che gli italiani hanno visto in queste ultime ore ha un po’ dell’incredibile.  Non tanto la formazione di un governo politico quando ormai tutti ci avevano messo una pietra sopra, quanto il riuscire a riportare le lancette indietro.E’ come se il tempo fosse stato cancellato e insieme ad esso gli errori commessi.

E’ come se Di Maio e Salvini avessero costruito la macchina del tempo giallo-verde, ci fossero saliti su, e, indietro di appena 5 giorni, avessero aggiustato quegli errori passati chiamati “impeachment” “impasse” “savona” “spread” e fossero ritornati al futuro.

Il problema è che gli italiani non sono rimasti in stato di “freeze” come nella fantascienza in questi casi avviene e di sicuro non dimenticheranno questi giorni scoppiettanti e, diciamocelo, anche un po’ tragi-comici.

Ma quel che è bene – speriamo – finisce bene.

Se alle 16 il giuramento dell’esecutivo Conte sarà fatto l’Italia avrà un governo. E chi vivrà vedrà.

Martina Galletta

Di cosa parliamo quando parliamo di spread

Le notizie delle ultime ore e delle ultime giornate segnalano uno spread in rialzo di oltre quota 300. Ma, sostanzialmente, cos’è lo spread? Come funziona?

“Spread è una parola inglese che è tipicamente usata in Italia, nel linguaggio politico o finanziario (the difference in price between related securities), per indicare la differenza di rendimento tra titoli di stato italiani e tedeschi.” Definizione di Wikipedia.

Quindi, nella pratica, se un titolo di Stato tedesco rende l’1% e un analogo titolo di Stato italiano rende il 3%, si dice che lo spread è del 2%, cioè la differenza tra i due valori. In termini tecnici e burocratici si dirà “lo spread è di 200 punti base”.

I titoli di Stato sono il modo in cui i Paesi chiedono in prestito dei soldi: quando uno Stato emette titolo, chi li compra fa un prestito a quello Stato, che dovrà restituire i soldi alla scadenza, pagando periodicamente degli interessi. Inoltre, chi compra non è obbligato ad aspettare la scadenza per rientrare dall’investimento.

Se trova qualcun altro che vuole acquistarlo, può venderglielo. È il cosiddetto “mercato secondario”. Lo Stato rimborserà il titolo a chi lo avrà in mano quando arriverà la scadenza. Chiunque può comprare titoli di Stato e chiunque può sbarazzarsene se pensa che non valga la pena tenerseli. L’Italia ha il 70% dei suoi debiti con banche, imprese e cittadini italiani. Il 30% è invece stato prestato dall’estero. Una fetta dei titoli che l’Italia dovrà rimborsare è in mano alla Banca Centrale Europea (circa 340 miliardi) che tramite la Banca d’Italia negli ultimi anni ha “rastrellato” sul mercato i titoli di Stato.

Nel mercato secondario si formano i prezzi dei Btp, più le quotazioni scendono – perché come accade in queste ore molti stanno vendendo i titoli italiani per paura di quello che potrebbe accadere – più lo spread sale.

Come con ogni prestito, quando compriamo titoli ci interessa capire quanto rischiamo di perderli. Lo spread aiuta in termini di affidabilità: se c’è uno spread tra i titoli italiani e quelli tedeschi significa che chi compra quei titoli pensa che la Germania sia più affidabile dell’Italia. Se aumenta lo spread, significa che aumenta la “diffidenza” sull’Italia. Se gli investitori non si fidano, si sbarazzano dei titoli italiani. Più li vendono, più lo spread sale.

In tutto ciò, la domanda che mi sono posta è stata “Cosa succede se lo spread sale? Perché è così importante?

Più lo spread sale, meno gli investitori saranno disposti a comprare titoli. Ma lo Stato deve comunque vendere titoli e dovrà offrire interessi sempre più alti per attrarre gli investitori, e ogni anno si accumulano nuovi costi che per lo Stato potrebbero diventare insostenibili.

A questi effetti di impatto si deve sommare una frenata della crescita economica, minori opportunità di impiego per i giovani e meno reddito per le famiglie in un contesto geopolitico incerto. Insomma, uno di quei meccanismi a catena che solo a pensarci fa venire l’ansia e non c’è ancora nessuno in grado di “prendere il toro per le corna”.

Serena Votano

Forse ci siamo: L’OK di Cottarelli alla formazione di un esecutivo

Dopo il nulla di fatto dell’incontro tenuto ieri verso le 19, tra il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ed il premier incaricato Giuseppe Conte (con le sue relative dimissioni), stamane c’è stata la convocazione al Quirinale di Carlo Cottarelli, il quale ha dato la sua adesione (con riserva) per la formazione  di un nuovo governo che ci porterà alle prossime elezioni, presumibilmente dopo il mese di agosto. L’uomo soprannominato “Mister Spending review” ha dichiarato:

“Sono molto onorato come italiano di quest’incarico e ce la metterò tutta. Mi presenterò con un programma che in caso di fiducia includa l’approvazione della legge di bilancio e poi preveda lo scioglimento del Parlamento e elezioni nel 2019. Senza la fiduciasi andrà invece alle elezioni dopo agosto.”

L’intervento di Cottarelli si può riassumere brevemente in questi punti :

  • Tempi stretti per la squadra di governo.
  • Poi alle Camere per chiedere la fiducia.
  • Il programma, in caso di fiducia, include l’approvazione della legge di bilancio per il 2019, dopodiché il Parlamento verrebbe sciolto con elezioni a inizio 2019.
  • In assenza di fiducia il governo si dimetterebbe immediatamente e il suo principale compito sarebbe la gestione dell’ordinaria amministrazione e accompagnare il Paese a elezioni dopo il mese di agosto”.
  • Essenziale il dialogo con la Ue: assicuro gestione prudente conti pubblici.

Dopo le rassicurazioni di Cottarelli su conti pubblici e ruolo dell’Italia nella Ue, lo spead tra Btp e Bund rallenta ancora e torna sotto i 220 punti base (217).Risultati immagini per di maio e salvini

Siamo di fronte ad una crisi istituzionale mai verificatasi prima nella storia della Repubblica; e nel frattempo arriva il duro attacco di Salvini e Di Maio al Colle. Il leader di M5S parla di “scelta incomprensibile” del capo dello Stato e sottolinea il concetto di “inutilità al voto” se poi quest’ultimo viene sovvertito dalle preoccupazioni delle varie agenzie di rating e dalle lobby finanziarie. Mentre il segretario della Lega rivendica il lavoro svolto durante queste settimane per la preparazione del governo, e che con l’esclusione di Savona dalla carica di ministro dell’economia si chiama fuori, rievocando il ritorno alle urne. Di tutt’altro avviso è Matteo Renzi, il quale attacca Salvini con un tweet, spiegando che la sua decisione è solo un alibi per non governare. Il leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, arriva addirittura a parlare di “impeachment” nei confronti del presidente della Repubblica rifacendosi all’articolo 90 della Costituzione. Arrivano però le repliche confortanti del segretario del Pd Maurizio Martina e dell’ex primo ministro Paolo Gentiloni, i quali si sono mostrati solidali nei confronti delle scelte di Mattarella.

Dopo 85 giorni senza esecutivo viene rimesso tutto nelle mani dell’economista Cottarelli, sulle cui spalle gravano il compito di dare un governo al nostro Paese.

Santoro Mangeruca

Governo si, Governo no. Si attende la decisione di Mattarella

Salvini: “Se salta tutto, ci sarà una frattura tra gli italiani e i palazzi”

E dopo soli 83 giorni dalle elezioni del 4 marzo, nel perfetto stile italiano – caciarone e raffazzonato -, sembra esserci una rischiarita nel fosco panorama post-elettorale del nostro Bel Paese. Questo non significa che la questione della formazione del governo si sia finalmente esaurita, anzi; ma almeno, nelle prossime ore, riusciremo a capire cosa ne sarà dei risultati prodotti dalle urne qualche mese fa: nascerà un governo “socio-securitario” giallo-verde, con Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, o si ritornerà a votare anzitempo.Risultati immagini per governo

Infatti, il 23 maggio, dopo un intenso incontro con il Presidente della Repubblica, viene affidato l’incarico di formare un nuovo governo ad uno dei candidati ministri – pubblica amministrazione – 5stelle proposti da Di Maio a fine febbraio, l’avvocato e professore di Diritto Privato Giuseppe Conte. Figura di spicco del panorama accademico italiano, fine giurista dal ricco curriculum maturato grazie alle numerose esperienze vissute nei prestigiosi college di mezzo mondo. Ma è proprio ciò che sembra essere il suo punto di forza –il curriculum, appunto – che diventa lo strumento migliore per muovere le critiche verso il candidato di M5S e Lega. Molte sembrano essere infatti le incongruenze, tra cui, quella che suscita più scalpore, è sicuramente quella relativa al periodo di formazione nella famosa New York University, dove Conte affermava di aver passato “almeno un mese, ogni estate dal 2008 al 2012” a perfezionare ed aggiornare i suoi studi; affermazione che però non trova sostegno dalle parole degli stessi rappresentanti dell’Università che ammettono di non ritrovare nessuna persona rispondente quel nome tra gli elenchi in loro possesso. Ed a questo caso si ricollegano tante altre imperfezioni che hanno destato particolari dubbi sulla reale veridicità del documento di presentazione del neo incaricato.

Il boom mediatico che si genera da queste rivelazioni , non sembra però intaccare più di tanto la figura di Conte e l’immagine del Movimento, che continua a farsi vanto della sua professionalità e, sulla base dell’accordo di governo stipulato con la Lega, continua a lavorare sulla squadra di ministri da presentare a Mattarella.

E sono proprio i ministri il nodo cruciale di tutta la questione, in particolare, quello dell’economia, pedina fondamentale nello scacchiere giallo-verde per gestire i rapporti con l’Europa e le decisioni, tanto criticate da Salvini e compagni,  dei suoi dirigenti. Il nome scelto per ricoprire questa carica è quello di Paolo Savona, economista dal passato in Banca d’Italia, professore nelle più importanti Università del paese ( è anche uno dei rifondatori della ex Università Pro Deo, oggi LUISS Guido Carli), già ministro dell’industria, commercio ed artigianato durante il governo Ciampi  93-94. Fortemente sostenuto dalla Lega (soprattutto) e dal M5S, che si ritrovano nelle sue posizioni antieuropeiste e che lo vedono come unico possibile interlocutore con l’Europa e la Germania. Ma dal Quirinale non sembra arrivare la stessa aria, con un Mattarella non completamente convinto della figura proposta per un ruolo tanto importante, proprio in relazione a quelle che potrebbero essere le sue decisioni nei confronti delle autorità di Bruxelles. A questo si aggiunge, inoltre, un’altra problematica legata alla figura di Savona che ne compromette ancora di più la posizione, ovvero un’indagine alla quale è sottoposto dalla Procura di Cagliari con l’accusa di concorso in usura, relativa al periodo che va da novembre 2008 a ottobre 2010, quando era presidente e legale rappresentante di Unicredit.Risultati immagini per paolo savona

Sulla questione Salvini si dice inamovibile ed afferma:

Avere all’economia qualcuno che garantisca l’interesse nazionale, se serve andando a ridiscutere vincoli europei che hanno fatto male al nostro paese, è qualcosa che serve all’Italia […] speriamo quindi che non ci siano altri ostacoli. O si parte o non tratto più”

Saranno quindi ore decisive per il futuro del nostro Paese e dell’Europa unita che, dopo i recenti fatti della Brexit, non vede di buon occhio la possibilità di un ridimensionamento dei rapporti con l’Italia. Nonostante ciò il presidente francese Macron, dopo una chiamata fatta nelle scorse ore a Conte, ha formulato i suoi migliori auspici per il potenziale nuovo Governo, creando ancora un’altra spaccatura nel contesto europeo.

La palla passa dunque nelle mani del Presidente Mattarella che dovrà dare l’ultima parola sulle proposte di M5S e Lega, consegnando il governo al presidente in pectore Giuseppe Conte, o ribaltando completamente la situazione riportando, quasi sicuramente, gli italiani alle urne.Risultati immagini per mattarella

E in mezzo a questo panorama ancora molto incerto, una cosa rimane – ahi noi! – estremamente chiara:

L’Italia è, e sempre resterà, il Paese dei Balocchi.

Giorgio Muzzupappa

Cannabis Light ufficialmente legale in Italia. Ma di cosa si tratta?

 

Una questione, quella dell’uso e consumo di marijuana, che da sempre infervora il nostro paese e lo divide in due precise fazioni: i proibizionisti, assolutamente contrari all’uso della sostanza per qualsiasi scopo, e coloro che ne rivendicano la legalizzazione sottolineandone gli effetti positivi, facendo principalmente leva sul beneficio economico che se ne ricaverebbe legalizzando e quindi togliendo questo business dalle mani del mercato nero.

Ma dopo anni di proposte di legge rifiutate, finalmente anche in Italia qualcosa si è mosso.

Il 14 gennaio 2017 entra in vigore la legge sulla possibilità di produzione e consumo di marijuana light. Fin da subito c’è stato grande investimento nel settore, numerosi growshop sono stati aperti e il fenomeno inizia rapidamente a svilupparsi; molti punti specifici della legge rimanevano però poco chiari, mantenendo sempre in allarme coltivatori, rivenditori e consumatori.

In questi giorni però, a distanza ormai di più di un anno, il Ministero dell’Agricoltura, con una circolare ha chiarito tutti i dubbi e certificato ufficialmente che d’ora in poi produrre, vendere e acquistare cannabis light in Italia è legale.

“La coltivazione della canapa è consentita senza necessità di autorizzazione, che viene richiesta invece se la pianta ha un tasso THC di oltre lo 0,2 per cento come previsto da regolamento europeo. Qualora la percentuale risulti superiore ma entro il limite dello 0,6 per cento l’agricoltore non ha alcuna responsabilità; in caso venga accertato un tasso superiore allo 0,6 per cento l’autorità giudiziaria può disporre il sequestro o la distruzione delle coltivazioni di canapa”.

Questo è ciò che la circolare emanata afferma.

Ma cos’è realmente la “marijuana light” ? Perché è consentito solamente l’utilizzo di questo tipo di canapa?

La suddetta sostanza è ricavata da infiorescenze femminili di canapa sativa ed è legale perché contiene un livello di THC tendente quasi a zero. Si mantiene quindi entro i limiti previsti dalla legge italiana.

Il THC è il principio psicoattivo della cannabis, in altre parole ciò che provoca il così comunemente detto “sballo“.

Nella versione light è invece presente un alto tasso di CBD, il cannabidiolo, principio non psicoattivo che ha, al contrario del precedente, effetti rilassanti e può essere perciò utilizzato a scopo terapeutico/curativo.

Proprio per quest’ultimo motivo, ovvero per la possibilità di essere utilizzata in ambito medico, la marijuana legale sta riscontrando successo anche tra consumatori meno giovani.

Dove si compra?

Al momento la canapa legale è commercializzata solamente da EasyJoint, un’azienda emiliana che ha deciso di investire in questo nuovo, fruttuoso business, occupandosi della distribuzione in tutta Italia.

L’ EasyJoint viene venduta in pacchetti e il prezzo varia dai €20 ai €40 ed è reperibile in tutti i growshop che trattano i prodotti di questa azienda.

Con il recente sviluppo sarà possibile trovarla anche nelle tabaccherie e nei supermercati.

Di rilievo in quest’ambito è il caso della catena di supermercati Lidl, che ha affermato di volersi occupare del commercio della canapa legale all’interno dei suoi punti vendita assicurando prezzi da discount; l’iniziativa ha già preso piede in Svizzera, chissà se arriverà anche in Italia.

 

Questo nuovo commercio prevede un grande giro d’affari, gli economisti parlano di cifre che si aggirano intorno ai 25 miliardi di euro già entro il 2025. Grandi vantaggi economici quindi per l’Italia.

Resta allora da chiedersi se questo inizio di apertura verso un argomento che tanto “spaventa” si fermerà qui o sarà solo l’inizio di un processo di legalizzazione totale, che porterà finalmente il nostro paese ad evolversi, a togliere dalle mani del mercato nero, delle mafie, uno dei più grandi commerci attuali.

Benedetta Sisinni

 

Governo: alleanza giallo-verde e l’Europa mormora

 

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Era l’esito più temuto da Bruxelles quello di un’alleanza M5S e Lega. Le due forze politiche, populiste e antieuropeiste di fondamento, si trovano intorno a un tavolo tecnico a discutere da poco più di un giorno su che forma dare al loro nuovo governo d’intesa. Sarà un contratto di governo da elaborare in poche ore, un pressure test che non lascerà spazio a discussioni ideologiche ma, piuttosto, ad allineamenti di programma.

Non sarà, dunque, solo il tema Europa ad accomunare le due forze, ma – al contario – sembrerebbe proprio un tema da accantonare per il momento. D’altronde, era già successo in campagna elettorale:  Salvini e Di Maio non si erano mai sbilanciati troppo su quelle che sarebbero state le implicazioni pratiche delle loro idee Anti-Europa, al contrario delle “vecchie generazioni” dei movimenti.

Il presidente Mattarella, ha messo in freezer il suo governo neutrale e domenica i due esponenti delle forze vincitrici dovranno riferire l’esito del confronto portando al Quirinale un pre-contratto. Lunedì, se l’intesa avrà fatto passi avanti, potrà partire la procedura per il nuovo governo.

E quello che non si può di certo rischiare è la bocciatura del Capo dello Stato. Pena governi tecnici e/o ritorno alle elezioni.

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In un contesto simile, gli occhi dell’Europa non possono che essere puntati tutti sulle mosse dell’Italia. Soprattutto in giorni in cui i vertici d’Europa si sono riuniti proprio nello stivale italiano, precisamente nel capoluogo fiorentino, in occasione della conferenza “The State of the Union 2018” per parlare di solidarietà.

Durante l’apertura a Palazzo Vecchio del “Festival d’Europa”, Mattarella non ha tardato a lanciare un avvertimento preventivo ai leader in trattativa:

“Pensare in Europa di potercela fare da soli è inganno consapevole delle pubbliche opinioni”.

La nuova alleanza, dunque, dovrà restare nella cornice tradizionale della Costituzione, dell’osservanza dei trattati internazionali e, soprattutto, del rispetto degli impegni europei. Anche il presidente della Commissione Ue Jean-Claude Juncker non ha tardato durante il convegno a commentare che “Populisti e nazionalisti hanno avuto materia per alimentare loro sentimenti e aumentare distacco dagli altri. Così la solidarietà si sfilaccia “

Reazioni diverse, invece, provengono da oltre la Manica, dove l’ex leader storico del partito indipendentista inglese Nigel Farage fa gli auguri via tweet ai leader. Nell’enfatizzare la sua gioia, Farage si è riferito all’intesa come il suo “sogno” da due mesi a questa parte per dare “uno schiaffo a tutti coloro che governano l’Unione”. “L’Ue si è definitivamente rotta”, afferma.

Un tiro delle somme forse un po’ troppo accelerato dato che per Lega e M5S c’è ancora tanta strada da fare e poco tempo. Intanto non vacilla la positività di Salvini e Di Maio al termine di ogni incontro nel corso delle ultime ore.

Sembra essere già arrivati a una convergenza sui punti flat-tax, conflitto d’interessi, migranti e debito pubblico. L’eventuale contratto di governo, in ogni caso, sarà posto ai voti sulla piattaforma Rousseau, come ha spiegato Davide Casaleggio in una conferenza stampa in Senato.

Intanto, per i due leader resta ancora il nodo più duro da sciogliere: il “terzo premier”. Tra le poche e deboli indiscrezioni a riguardo, spunta il nome di Giampiero Massolo, Presidente di Fincantieri e presidente dell’Istituto di politica internazionale dal 2017.Risultati immagini per giampiero massolo

Un curriculum di assoluta garanzia per il Capo dello Stato, Bruxelles e le cancellerie mondiali e, forse, anche per la delusa Forza Italia che avrebbe con Massolo premier un atteggiamento meno ostile rispetto alla non-fiducia certa annunciata da un Berlusconi amareggiato per l’alleanza giallo-verde.

In ogni caso sembrano aver accettato bene i due leader il proverbio “tra i due litiganti il terzo gode” al di là di chiunque questo terzo sarà. La mira è stata dirottata su un altro obiettivo: non lasciare scampo a esecutivi algidi e mettere in piedi un governo. Diversamente, il ritorno al voto potrebbe essere fatale sulla credibilità e, quindi, sui consensi delle due forze politiche.

Martina Galletta

Violenza nelle strade, uno sguardo sul fenomeno

Cresce sempre più il tasso di omicidi violenti nelle maggiori capitali mondiali. In una sola notte, prima a Londra e subito dopo a Liverpool, sono stati rinvenuti i cadaveri di due giovani ragazzi  di età compresa tra i 17 ed i 20 anni, entrambi morti per mano di coetanei e per futili motivi. Molte le forze dell’ordine impiegate nel tentativo di ridurre un fenomeno che si sta facendo, giorno dopo giorno, più serio e al centro del dibattito politico.

È proprio alla luce di questi fatti che, durante il suo intervento alla “National Rifle Association”, si è espresso il presidente degli Stati Uniti d’America, Donald Trump evidenziando ancora una volta il suo forte sostegno all’uso libero delle armi da fuoco da parte dei cittadini. Ha poi rincarato la dose usando parole dure nel ricordare i fatti del Bataclan di Parigi:

“Se i cittadini fossero stati armati, sarebbe stata una storia completamente diversa…”

scatenando le risposte indignate di opinione pubblica ed autorità, politiche e non, di tutto il mondo, tra le quali quella dello stesso ex presidente fracese Francois Hollande che si è detto “disgustato” da queste affermazioni del Tycoon.

Ma, se da un lato troviamo chi continua a dare adito a discorsi che esaltano l’uso della violenza a scopi di difesa, e a flebili tentativi di denuncia dei fatti; dall’altro ci sono coloro che vivono quotidianamente il pericolo di strade sempre più macchiate di sangue. E anche in Italia il discorso non cambia.

Negli ultimi due giorni sono stati quattro i casi di violenza e tentato omicidio nel nostro paese, tre dei quali ad opera di giovani ragazzi e, se a questi si aggiungono i sempre più frequenti casi di bullismo e violenza sulle donne, i dati salgono vertiginosamente presentando un quadro estremamente preoccupante.

E in una situazione politica tanto incerta quanto quella italiana attuale, il tema della sicurezza diventa uno degli argomenti caldi della discussione tra i vari partiti in cerca di un accordo di governo, con M5S e Centrodestra favorevoli ad una massiccia campagna di assunzioni nelle forze dell’ordine e nell’estendere l’uso dell’esercito a supporto della polizia; ed il Centrosinistra che punta a ridurre questi fenomeni incentivando la cultura e puntando alla riqualificazione delle periferie urbane.

È una situazione difficile da affrontare che divide in due la società tutta, rendendo impossibile il raggiungimento di una soluzione comune e funzionale alla riduzione di questi casi. Ciò che però resta sicuramente chiaro a tutti – o forse sarebbe meglio dire, a molti – è che l’uso delle armi per cercare di combattere la violenza nelle strade è qualcosa di ridicolo anche solo da pensare, ma, forse, ci toccherà aspettare ancora un po’ prima che tutti riescano a capirlo.

Giorgio Muzzupappa