Aggiornamenti Coronavirus: l’Italia è in pericolo?

Si tratta del primo caso di un italiano positivo al Covid-19 senza essere stato in Cina. Il 38enne lombardo, abitante di Codogno, è attualmente ricoverato in terapia intensiva in prognosi riservata all’ospedale della sua città nel Lodigiano.

Il contagio

L’uomo avrebbe cenato con un collega rientrato da poco dal Paese asiatico. In seguito alla comparsa dei primi sintomi, si è presentato al pronto soccorso la sera di mercoledì 19 febbraio, con febbre molto alta e insufficienza respiratoria. Il personale medico ha subito ritenuto molto grave la sua condizione e ha immediatamente effettuato i test previsti dal protocollo che, purtroppo, hanno confermato il contagio. 

Da quel momento in poi, sono stati fatti tutti gli accertamenti diagnostici necessari anche su medici e infermieri della struttura ospedaliera, distribuite le mascherine, gli accessi al pronto soccorso sono stati interrotti e sono stati dimessi tutti i pazienti in condizioni stabili. Sono stati inoltre predisposti i kit diagnostici per tutti i familiari, i colleghi e le persone entrate in contatto con il 38enne infettato.

 

Secondo quanto riporta l’Ansa, altre due persone hanno sicuramente contratto il virus: si tratta della moglie incinta del 38enne e del collega, il “paziente zero” con cui l’uomo aveva cenato, entrambi ricoverati in isolamento all’ Ospedale Sacco di Milano. Per quest’ultimo si ritiene che si possa trattare di un contagio asintomatico, ma sono in corso accertamenti che possano confermarlo. 

La possibile diffusione del contagio

Dopo aver ricostruito gli spostamenti del 38enne lodigiano, risultano essere circa settanta le persone certe di essere entrate in contatto con lui e per le quali è stata disposta la quarantena. Tuttavia, questo numero è destinato ad aumentare poiché, prima del ricovero, il paziente contagiato avrebbe incontrato diverse persone durante varie cene, un corso di primo soccorso della Croce Rossa, una partita di calcetto, una gara podistica oltre ad aver continuato ad andare a lavoro.

Non è ancora stato definito dove verranno trascorsi i giorni di quarantena, se nelle proprie abitazioni o in una struttura ad hoc. Il ministero della Difesa ha previsto la possibilità di adibire strutture militari a centri per salvaguardare la salute dei cittadini. Nel frattempo gli abitanti di due interi paesi, Codogno e Castiglione d’Adda, sono stati invitati dall’assessore alla salute Giulio Gallera a rimanere in casa e ad evitare contatti sociali a scopo precauzionale.

Inoltre, tutti i controlli sanitari necessari sono stati avviati anche sul territorio emiliano per verificare gli eventuali contatti del “paziente zero” con i dipendenti dell’azienda di Fiorenzuola d’Arda, nel Piacentino, per cui l’uomo lavora.

La situazione attuale in Italia

Oltre al 38enne di Codogno, alla moglie e al collega, sono altri tre i connazionali contagiati: il ricercatore 29enne emiliano, rientrato da Whuan lo scorso 3 febbraio e i due passeggeri della nave da crociera Diamond Princess, rimasta in quarantena a Yokohama in Giappone. Sulla nave sono oltre 600 i contagiati, ma per gli altri 30 italiani a bordo della nave i primi test sono risultati negativi: se anche il secondo test confermasse il risultato potranno essere rimpatriati.

Probabilmente alloggeranno nella cittadella militare di Cecchignola, dove è appena finito il periodo di quarantena dei 55 italiani rientrati dalla Cina, durato 18 giorni, durante i quali sono stati sotto stretta osservazione. Restano ricoverati all’Istituto Spallanzani di Roma il 17enne di Grado rientrato da Wuhan e risultato negativo ai test e la coppia di turisti cinesi in lieve miglioramento.

E’ inevitabile che, in seguito ai casi accertati di positività al Covid-19 della giornata odierna, nel Lodigiano, e non solo, cresca l’apprensione dei cittadini che, preoccupati di sapere come agire, quali presidi utilizzare per scongiurare qualsiasi possibilità di contagio, si rivolgono ai loro medici o a chi di competenza possa aiutarli.

Il Governo rassicura gli italiani, affermando di aver adottato fin da subito una linea di massima precauzione al fine di evitare qualsiasi allarmismo sociale e panico generale, invitando a riporre fiducia nelle indicazioni del Ministero della Salute.

Le notizie positive

In un clima di allarmismo, di continue notizie su nuovi casi, di numeri che spaventano, non mancano i segnali di speranza e le notizie che, di fronte ad una minaccia globale come quella del Coronavirus, meritano di essere diffuse e conosciute.

Come dichiarato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, per la prima volta da fine gennaio, in Cina è stato registrato un calo del numero dei contagi: solo 349 nuovi casi nella giornata di mercoledì, ben sei volte in meno rispetto ai 1749 del giorno prima. Inoltre, le guarigioni dal Covid-19 hanno superato per la prima volta il numero di nuovi contagi.

Il bilancio mondiale attuale è di 2.247 morti e 75.498 contagiati, ma la situazione resta complessa. Proprio l’OMS ha parlato di “punta dell’iceberg” per i casi constatati all’estero, non facendo mistero sul possibile acceleramento dell’epidemia nelle prossime settimane.

La prima mappa 3D del virus

Le buone notizie arrivano anche dal mondo della scienza. E’ stata ricostruita la prima mappa 3D del coronavirus SarsCoV2 che riproduce la struttura molecolare di una delle proteine della superficie, definite “spike”, che il virus usa come arma per entrare nelle cellule del sistema respiratorio umano e moltiplicarsi. Conoscerla è importante per mettere a punto farmaci e vaccino. Questo dimostra la celerità con cui si muove la macchina mondiale della ricerca e della sanità ai fini di trovare al più presto una soluzione efficace a preservare la salute dell’intera popolazione mondiale.

Federica Nuccio

Adaline – L’eterna giovinezza

Una storia romantica e paranormale. Voto UvM: 5/5

 

 

 

 

Adaline, una giovane fanciulla nata a cavallo del 20esimo secolo viene resa senza età dopo un tragico incidente stradale.

Dopo anni di vita solitaria, incotra un uomo per cui forse varrà la pena perdere la sua immortalità.

Adaline Bowman, all’età di 29 anni è vittima di un incidente che le cambierà, anzi le fermerà la vita, rendendola immortale.

Dal quel momento la protagonista smetterà di invecchiare, vedrà passare la vita della figlia, e quando ha raggiunto  l’età di una signora anziana, Adaline ha imparato a non innamorarsi di nessuno.

Ma i suoi piani falliranno con l’arrivo di un giovane amore che cambierà tutto.

 

 

Un film ispirato a “Il curioso caso di Benjamin Button”; un film romantico dai risvolti “paranormali”.

In italia al Box Office “Adaline – L’eterna giovinezza” ha incassato nelle prime settimane di programmazione €3,3 milioni.

Dalila De Benedetto

Il Cavallo Rosso, l’opera epica di Eugenio Corti

Più grandi scrittori del ‘900. Voto Uvm: 5/5

 

 

 

 

 

Eugenio Corti nasce a Besana in Brianza nel 1921. Sin da giovane avverte il fascino della letteratura e coltiva la scrittura curando un diario personale, che solo di recente, a qualche anno dalla morte (4 Febbraio 2014) è stato dato alla stampa. In queste sue riflessioni giovanili si legge tutto l’impeto ed il desiderio di dedicare il proprio talento verso qualcosa di grande. Quella della scrittura cominciava ad intuirla come una chiamata, come il motivo del suo stare al mondo. E’ veramente impressionante come accanto all’entusiasmo tipico del giovane si affacci, già allora, la ferma consapevolezza di dover prima ben formarsi per poter maturare la propria opera. 

Le vicende umane del secolo scorso lo portarono a combattere nella seconda guerra mondiale, e quest’esperienza risulterà fondamentale per il suo essere scrittore, tant’è vero che la guerra divenne, una volta tornato, il suo motivo d’ispirazione. Questo avvalora ulteriormente il suo contributo letterario all’umanità: non si tratta di una scrittura reazionaria e/o ideologica- come del resto gli é stato tristemente “rimproverato” da chi mal (o per nulla) ha conosciuto l’uomo Eugenio Corti attraverso quanto ha scritto; é stato piuttosto il senso di responsabilità scaturito dalla consapevolezza di trovarsi coinvolto in una vicenda umana immane che l’ha portato a raccontarla, affinché la memoria dei fatti non si perdesse e le generazioni future potessero evitare di ripercorrere le stesse strade che segnarono in modo drammatico il secolo breve dominato dai totalitarismi, di fatto, «marxismo e nazismo (…) erano dello stesso sangue».

Il Cavallo Rosso, rappresenta l’opera maggiore ed anche la più conosciuta di Eugenio Corti. In poco più di 1000 pagine l’autore narra le vicende di diversi uomini e donne ben radicati nel comune humus della società contadina e cattolica del tempo che, improvvisamente, si trovano proiettati nei tragici eventi del Novecento. L’opera è divisa in tre parti di cui, nella prima, dalla descrizione iniziale della vita civile a Nomana– nome immaginario di un paese in Brianza (probabilmente la stessa  Besana) si passa alle vicende belliche ed in particolare, trova ampio spazio la narrazione della campagna in Russia. Qui il romanzo si fa fortemente autobiografico perché per la narrazione lo scrittore ha ampiamente attinto alla sua esperienza diretta della guerra, essendo stato uno tra i pochissimi italiani che sono riusciti a sopravvivere alla terribile ritirata di Russia dal Dicembre 1942 al Gennaio 1943. In queste pagine si legge la sofferenza di un popolo, quello russo, completamente ridotto alla miseria dall’utopia comunista, storie di intere famiglie straziate dalla fame dopo la collettivizzazione delle terre, il dolore di chi si è visto sparire di punto in bianco qualcuno di caro perché ingiustificatamente etichettato come “nemico politico”, gli agghiaccianti atti di cannibalismo descritti nel Gulag sovietico di Crinovia, come molti altri tragici eventi compiuti anche da parte delle truppe naziste spesso colpevolmente sottaciuti dalle nostre parti.

 

 

Allo stesso modo la narrazione documenta l’incredibile inadeguatezza di mezzi e l’imbarazzante ristrettezza di risorse con cui il fascismo spinse l’Italia in guerra. Per contro, Corti non manca di raccontare il valore degli uomini chiamati a combattere e, specie, gli atti di vero eroismo compiuti dal Corpo degli Alpini. 

Nelle altre parti del libro, mentre alcuni protagonisti fronteggiano la guerra, altri personaggi, soprattutto femminili, vivono in Italia le vicende di quegli anni. Viene descritto lo scontro politico tra la Democrazia Cristiana, luogo naturale di collocamento ideale e politico di alcuni dei protagonisti, ed il partito comunista. Com’é noto lo scontro si conclude il 18 Aprile 1948 con la vittoria della DC. Vittoria successivamente inficiata dal declino dei cattolici nella vita politica italiana, decadenza che paradossalmente si verifica mentre la DC si mantiene come partito politico dominante. Sappiamo anche che all’occupazione della cariche di potere é corrisposta un’azione politica incoerente con quei princípi che nel ’48, si pensava, venissero rappresentati. Quindi si arriva alla terza parte in cui il romanzo prosegue seguendo i protagonisti ed i loro discendenti fino alle soglie della data del referendum sul divorzio negli anni settanta.

L’autore rende la lettura della sua opera estremamente attiva in quanto accanto allo snodarsi della trama si ripropongono costantemente riflessioni sul senso della storia, del vivere e del morire, sulla fede e la presenza di Dio nelle vicende umane. Riflessioni che, certamente, investono l’occhio che legge ed in generale ciascuno, configurandosi come le domande fondamentali dell’uomo. Anche per questo “Il cavallo Rosso” è stato considerato alla stessa stregua del racconto epico. L’epica, infatti, è un’opera esemplare che narra le gesta -storiche o leggendarie- di un eroe o di un popolo, attraverso le quali si conserva la memoria e l’identità di una civiltà. Questo romanzo realizza l’epica delle persone comuni trascinate in vicende molto più grandi di loro.                               

Buona lettura!

 

 

Ivana Bringheli

 

 

Viaggio in Italia con la Camerata Musicale Ligure

Giovedì 21 marzo 2019. Aula Magna del Rettorato di Messina. Ospite la “Camerata Musicale Ligure con il loro spettacolo: “Viaggio in Italia”.  Siamo al 7ᵒ appuntamento della stagione concertistica 2019 che comprende una grande varietà di generi musicali. Una brillante idea creata dall’Università per entrare meglio in contatto con la propria città e i propri cittadini. La Camerata Musicale Ligure, costituitasi ad Imperia, nel 1988, presenta oltre 25 anni di sfavillante attività concertistica, invitata da numerose istituzioni italiane ed estere, ha all’attivo centinaia di concerti e decine di brani in programma con un vasto repertorio, dal barocco alla musica leggera.

©LauraLaRosa, (Concerto d’Ateneo), Aula Magna Rettorato, Messina 2019

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Un tour tutto all’italiana. Tutti i brani eseguiti riportavano in vita L’Opera, Il Cinema e la Canzone d’autore.

Ouverture da “il barbiere di Siviglia” – G. Rossini, Il valzer del Gattopardo – N. Rota; Il Padrino – N. Rota; Felliniana – N. Rota; Pinocchio – F. Carpi; La vita è bella – N. Piovani; Spaghetti Western Story – E. Morricone; Gente di Mare – F. De André; Medley di Canzoni napoletano – Medley di Canzoni napoletane.

©LauraLaRosa, (Concerto d’Ateneo), Aula Magna Rettorato, Messina 2019

 

 

 

 

 

 

 

 

©LauraLaRosa, (Concerto d’Ateneo), Aula Magna Rettorato, Messina 2019

 

 

 

 

 

 

 

 

©LauraLaRosa, (Concerto d’Ateneo), Aula Magna Rettorato, Messina 2019

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Sala gremita. Tutto esaurito. Pubblico attento. Si registra così, con gran successo, il sold-out per la 31^ stagione dei concerti dell’ateneo. Sentito l’omaggio a De André, richiesto il bis dalla platea, complice anche il fatto che ricorresse il ventennale della scomparsa.

L’Università vi aspetta per il prossimo appuntamento: giovedì 28 marzo ore 21.00 , Aula Magna del Rettorato. Ospiti: Silvia Martinelli – soprano, Andrea Trovato – pianoforte. Programma previsto: “Da Napoli a Broadway”.

Gabriella Parasiliti Collazzo

Il colore del femminicidio

 

La donna: un essere umano che sin dai tempi della storia è stata trattata come uno oggetto di “possesso”, facendoci dimenticare il vero ruolo della Donna nella società.

Al giorno d’oggi queste lame di violenza si fanno sempre più frequenti, nelle vite delle persone, che nel giorno dell’ 8 Marzo vengono ricordate con “mimose”.

Non è il giorno a ricordarci l’importanza di una Donna né tanto meno le ferite che porta durante il suo cammino, che può essere d’amore, passione o meglio conosciuto “Ossessione”.

Sfortunatamente ancora una volta, “Il colore del femminicidio” si diffonde nelle nostre città, facendo crescere timore di vivere come se fosse l’ultimo giorno.

 

 

Nella vigilia dell’8 Marzo, tra Messina e Napoli, sono state registrate due Donne vittime di omicidio per mano di due

Uomini che per vari litigi o gelosie hanno deciso di far terminare una storia cosi come una vita.

 

 

Una giornata che doveva iniziare all’insegna dell’importanza del genere Femminile, ma che spiacevolmente, ancora una volta, le città hanno sentito un eco di dolore, che questa società ci ha fatto sentire. Lasciandoci in quella linea oscillante tra amore e odio.

 

Dalila De Benedetto

 

Lonely Planet premia Sri Lanka e Italia

L’autorevole rivista australiana di viaggi e turismo Lonely Planet, come ogni anno, propone la classifica delle migliori 10 destinazioni da raggiungere.

Lo scorso anno a piazzarsi primo nella speciale graduatoria per i turisti più impavidi era stato il paese “dalla foglia d’acero”, mentre nella lista delle città la prima classificata era stata Siviglia.

Lo scettro, quest’anno, spetta allo Sri Lanka, un paese risorto dalle ceneri dopo decenni di conflitti.

Definita l’isola perla dell’Oceano Indiano, si pregia di una vegetazione lussureggiante, spiagge da sogno affacciate sulle acque cristalline, straordinarie tradizioni locali che comprendono danze, processioni, sfilate di elefanti a cui si accompagnano le meravigliose architetture dei templi e del mondo antico.

Medaglia d’argento alla Germania, che mescola futuro e tradizione e ti permette di “scalare montagne, rintanarsi in castelli medievali, bere ottima birra e attraversare i paesi in bicicletta”.

Lo Zimbawe occupa il terzo gradino del podio, considerata “una delle destinazioni più sicure in Africa, impreziosita da un popolo ospitale, parchi nazionali, rovine archeologiche, montagne e cascate”.

La migliore città da visitare nel 2019 è invece Copenhagen, la capitale della Danimarca dal fascino senza tempo unisce la bellezza della storicità alla qualità di vita che solo le metropoli più moderne posso offrire, seguita da Shēnzhèn, in Cina e Novi Sad, in Serbia.

Tra i consigli di Lonely Planet spicca anche l’Italia, con il Piemonte in testa alla classifica delle migliori regioni davanti a “The Catskills” negli USA e al “Northern Peru”.

Per la prima volta l’Italia in testa alla classifica delle regioni, grazie al lavoro lungimirante ed efficace svolto dalla regione Piemonte in termini di ricezione turistica e valorizzazione del patrimonio culturale e paesaggistico .

Antonio Mulone

Fashion Week 2019

Fashion Week 2019: Un nome, una settimana all’ultimo grido che annuncia la moda in grande stile. 60 sfilate, 81 presentazioni e 33 eventi per la città di Milano, con una nuova collezione autunno/inverno di tutti quei marchi che hanno fatto sognare, non solo le mura di Milano, ma di tutta Italia. Con i migliori stilisti che hanno reso possibile l’impossibile.

A partire da Prada con il suo stile romantico in chiave dark, ironicamente gotico e pieno di rifermenti ai classici dell’horror, ispirandosi al gotico della famiglia Addams con la sua caratteristica inconfondibile: le trecce lunghe della protagonista Mercoledì. Ma quest’anno non tutti gli stilisti erano concentrati in questo grande evento, anche nel mondo della moda il nero si fa avanti, con la grande perdita di Karl Lagerfeld, sarto tedesco, stilista e fotografo, definito come: “il leggendario Kaiser della moda”… Keiser Karl, così veniva chiamato nel mondo della moda.

Un uomo che è stato fino a poco tempo fa un emblema per tutte le modelle, e a confermarlo è stata proprio una di quest’ultime, alla quale Karl ha fatto aprire gli occhi su ciò che si stava perdendo dietro la sue timidezze da ragazzina, aiutandola sempre di più per diventare una fotomodella piena di carisma. Essa dichiara che Karl ha fatto di lei una topmodel che oggi vedremo sulle passerelle con sicurezza e determinazione facendole scoprire non solo la bellezza di questo mondo, ma insegnandole la moda così come stile per sopravvivere nel mondo del “Look all’ultimo grido”. Proprio con queste ultime parole si esprime con un post su Instangram Claudia Schiffer, ricordando lo stilista: “Quello che Andy Wharhol era per l’arte, lui lo era per la moda…Colui che rendeva il bianco e il nero pieno di colore – aggiunge la Schiffer – Uno stilista che non ha mai camminato con un solo colore, cercando di farne combaciare più di uno”. Ecco come inizia una settimana ricca di colore con qualche sfumatura di bianco e nero, con il ricordo di Karl Kaiser che si fa spazio nella mente delle modelle e con le passerelle che si fanno più grandi per i loro prossimi stili.

Dalila DeBenedetto

Il caso di Assia Montanino: il confine tra invidia e “presunte” raccomandazioni

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Altre turbolenze in vista per i pentastellati; a far adirare l’opinione pubblica questa volta è la nomina di Assia Montanino, da parte del vicepremier Luigi Di Maio, come capo segreteria dei ministeri del Lavoro e dello Sviluppo Economico; con uno stipendio lordo annuale di 72mila euro. Le critiche rivolte alla neo segretaria sono la totale assenza di curriculum ed il fatto di essere concittadina del leader di MS5. La giovane si è difesa dalle accuse sui social asserendo: “Lavoro al Ministero del Lavoro come Capo segreteria. Stesso ruolo ricoprirò a breve al Ministero dello Sviluppo economico. Due ministeri, uno stipendio solo, pur avendo diritto a due stipendi – spiega -. La cifra netta che prendo mensilmente, pari a circa tremila e trecento euro, copre un impegno che va ben oltre i tempi previsti nel contratto, e che si protrae 7 giorni su 7, senza limiti di orario. E con responsabilità importanti. Il fatto di avere ‘solo’ 26 anni credevo che fosse un elemento positivo e non di demerito, in un Paese in cui non si fa altro che dire: ‘Largo ai giovani’. Vengo dallo stesso paese del ministro Di Maio e questa è stata senza dubbio una ‘fortuna’ – sottolinea – perché così lui ha conosciuto diversi anni fa mio padre, che si era appena ribellato contro gli usurai, e mi ha dato un’opportunità, come l’ha data ad altri studenti universitari per uno stage presso la vicepresidenza della Camera. Mi sono guadagnata stima e fiducia di tutti lavorando sodo per anni. E così continuerò a fare con grande serenità”.  Pensavo che i tempi bui in cui un ex Ministro del lavoro accusava i giovani di essere dei buoni a nulla fossero passati, invece noto che è una mentalità diffusa, sia in ambienti che si definiscono di destra, sia in ambienti che si professano di sinistra”. Come donna, ha poi osservato, che in molti articoli e fotografie private pubblicate ‘c’è un sessismo nemmeno troppo velato’. Purtroppo certi media contribuiscono non solo a diffondere falsa informazione, ma anche a inchiodare l’Italia a un medioevo culturale”.

Che l’Italia non fosse un Paese per giovani lo si era capito da tempo, ma arrivare ad accusare e screditare una giovane ragazza solo perché è riuscita a trovare un lavoro non sarà esagerato? Più che indignati, questa volta non saremo forse un po’ troppo invidiosi? Quasi certamente molti di voi penseranno che queste parole sono inappropriate; poiché il modus operandi di tale assunzione è probabilmente ambiguo, altri che non vi è l’esperienza necessaria per ricoprire il ruolo assegnatole; ma in fondo questo mal costume, tutto italiano, non ci è nuovo. Tuttavia in questo breve intervento, l’intenzione non è quella di giustificare o tanto meno di giudicare quanto accaduto, ma di informare i cittadini come vengono spesi i soldi pubblici. Se sia giusto o meno lasciamo che sia il tempo a dirlo, il quale ha l’indissolubile capacità di far venire tutti i nodi al pettine. Non ci resta che attendere e sperare di poter smentire tutti quegli “invidiosi”.

 

Santoro Mangeruca

Tra sicurezza e rischio. Arriva il Taser in Italia

Saranno undici le città d’Italia in cui partirà la fase di sperimentazione del Taser e trenta i dispositivi da acquistare. Questi i numeri iniziali per dare avvio a una nuova fase per le forze dell’ordine italiane che disporranno della comunemente conosciuta pistola elettrica.

Ieri è arrivata la firma del decreto che ha messo fine ad un iter legislativo durato 4 anni. Anche l’Italia, dunque, farà parte di quella schiera di paesi, 107 per la precisione, dove l’arma è utilizzata delle forze dell’ordine in alternativa alle armi da fuoco.

Milano, Napoli, Torino, Bologna, Firenze, Palermo, Catania, Padova, Caserta, Reggio Emilia e Brindisi, saranno le prime città dotate dell’arma elettrica. La fase sperimentale seguirà a una preliminare e necessaria fase di formazione di donne e gli uomini delle forze dell’ordine coinvolti nella prima fase di utilizzo.

 “È una misura di dissuasione non letale – ha spiegato il ministro degli interni Salvini – che può risultare più efficace e soprattutto può ridurre i rischi per l’incolumità personale degli agenti che si trovano in situazioni borderline. Credo che la pistola elettrica sia un valido supporto, come dimostra l’esperienza di molti paesi avanzati, tra cui gli Stati Uniti, il Regno Unito, la Francia e la Svizzera”

Il dissuasore elettrico, in realtà, meno di un mese fa, era già arrivato alla gendarmeria di Città del Vaticano anticipando il resto del territorio italiano.

Il Taser è un’arma propria non letale che deve il suo nome all’acronimo di “Thomas A. Swift’s Electric Rifle” dal libro pubblicato a New York nel 1911 che narrava di un’avventura imperialista (e razzista) in cui il protagonista Tom Swift sviluppa un fucile elettrico per la caccia all’avorio in Africa.

Niente di fantascientifico o troppo futuristico, insomma.

Premendo il grilletto della pistola si sparano contro l’obiettivo due piccole “freccette” – gli elettrodi – legati al corpo del Taser da due cavi elettrici isolati, lunghi solitamente non più di 8 metri. La distanza consigliabile per un tiro efficace è, infatti, dai 3 ai 7 metri. Quando il bersaglio viene colpito, si crea un circuito elettrico e la scarica inizia a fluire dalle batterie della pistola verso l’obiettivo.

La funzione del dispositivo è propriamente di deterrente: andrà mostrato senza esser impugnato per far desistere il soggetto dalla condotta in atto. Se il tentativo fallisce si spara il colpo. Il dissuasore elettrico è in grado di stordire la persona colpita, immobilizzandola per alcuni secondi, senza provocare danni letali. O almeno, nella maggior parte dei casi.

Le Nazioni Unite inseriscono il Taser tra gli strumenti di tortura. Secondo Amnesty International l’uso di queste armi ha provocato la morte di centinaia di persone degli Stati Uniti (500 morti tra il 2001 e il 2012) e ne ha chiesto il ritiro.

Si tratta di uno strumento che richiede molta più cautela di quanto la sua definizione di non letalità lasci presupporre. Il beneficio derivante da un minor utilizzo delle armi da fuoco è, infatti, controbilanciato da alcuni elementi negativi non trascurabili: i potenziali rischi di abuso, la sofferenza provocata dalla scarica elettrica alla quale è associato, la perdita di controllo del sistema muscolare. Senza tralasciare le ulteriori conseguenze di tipo fisico dal momento che la persona colpita dalla scossa elettrica normalmente rovina a terra e quindi ciò può provocare lesioni alla testa o a altre parti del corpo. Nei casi più gravi, infine, la morte per arresto cardiaco o conseguenze, per esempio, sulla salute del feto nel caso di donne incinte.

Proprio per limitare i rischi, stando a quanto trapelato dal Capo della Polizia Gabrielli, per le forze dell’ordine italiane si prenderà in esame un modello “personalizzato” di arma, caratterizzato da un amperaggio ridotto, con scariche ancora più corte rispetto ai cinque secondi dei modelli classici, e predisposte in modo da cessare automaticamente senza bisogno dell’intervento manuale.

Martina Galletta