Ingenuity Femminile: Le Donne che Hanno Rivoluzionato La Vita Quotidiana con le Loro Invenzioni

Le donne hanno sempre avuto un ruolo cruciale nella storia dell’innovazione, spesso invisibile agli occhi del pubblico, ma le loro invenzioni hanno profondamente influenzato la nostra vita quotidiana. In un mondo in cui, per troppo tempo, è stata data visibilità principalmente agli inventori di sesso maschile, è arrivato il momento di riscoprire e celebrare le brillanti menti femminili che hanno contribuito al progresso della società.

MARGARET KNIGHT: SOTTO IL SEGNO DELLA CARTA

Centocinquant’anni fa dovevi portare a casa i tuoi acquisti in un cono di carta arrotolato o usare una delle inefficienti buste prodotte in serie, incollate sul fondo a forma di V. Margaret Knight, inventrice americana di macchine e meccanismi per una varietà di scopi industriali e quotidiani, è famosa per aver inventato, nel 1868, una macchina per produrre sacchetti di carta piegati con una base piatta. Margaret riuscì a trovare un lavoro alla Columbia Paper Bag Company, ma, sbalordita dalla lentezza del processo manuale per l’assemblaggio dei sacchetti, iniziò a pensare di ideare una macchina che li avrebbe realizzati.

Nel giro di un mese, realizzò uno schizzo e, nel giro di sei mesi, aveva un modello di legno funzionante che avrebbe tagliato, piegato e incollato i sacchetti con un giro di manovella. Dopo aver lavorato per migliorare la sua invenzione a Boston, la brevettò nel 1870. Dopo aver realizzato la macchina, fondò la Easter Paper Bag Company e l’uso delle sue borse si diffuse in tutto il mondo.

Brevetto del modello per la macchina per sacchetti di carta di Margaret Knight. FONTE:

HEDY LAMARR: TRA CINEMA E INNOVAZIONE

Oltre ad essere un’attrice famosissima, Hedy Lamarr fu anche studiosa, imprenditrice, collaborazionista con l’esercito degli Stati Uniti e inventrice. Hedy ha co-inventato un sistema di comunicazione a spettro espanso, che è alla base delle tecnologie moderne del Wi-Fi e del Bluetooth. La svolta arrivò con lo scoppio della Seconda guerra mondiale, quando offrì i propri servizi al governo degli Stati Uniti. In quegli anni, elaborò un sistema di rilevamento di siluri radiocomandati, che era ispirato ad un principio musicale.

Funzionava su ottantotto frequenze ed era in grado di far saltare i segnali di trasmissione tra le frequenze dello spettro magnetico. Era organizzato in questo modo: con un sistema simile ai rotoli di carta perforata, usati allora per le pianole meccaniche; si cambiava di continuo la frequenza dei comandi radio per impedire che i nemici intercettassero i segnali. Solo a partire dagli anni ’50, in piena Guerra Fredda, il sistema venne utilizzato all’insaputa della sua inventrice, per il monitoraggio radio dei sommergibili Urss.

MARY ANDERSON: UNA PIONERA NEL COMFORT DELLA GUIDA

Nel 1903, Mary Anderson inventò il tergicristallo per automobili, un dispositivo che oggi è standard in tutti i veicoli e che ha migliorato notevolmente la sicurezza stradale. In un viaggio in tram a New York, Mary osservò l’autista aprire il vetro per spazzare via la neve dal parabrezza. Grazie ad un innegabile problem solving, ebbe l’idea dei tergicristalli. Tornata in Alabama, progettò un meccanismo azionato a mano per tenere pulito il parabrezza, producendo un modello funzionante, grazie al quale ottenne un brevetto. Si trattava di una leva posizionata all’interno del veicolo, che controllava una lama di gomma all’esterno del parabrezza con un contrappeso, per assicurare il contatto tra il tergicristallo e il parabrezza. Solo nel 1922, Cadillac fu la prima casa automobilistica ad adottare i tergicristalli come dotazione di serie sulle proprie autovetture.

M. Anderson – Window Cleaning Device. FONTE:

BETTE NESMITH GRAHAM: LA DONNA DIETRO IL LIQUID PAPER

Nel 1951, Bette creò il famoso correttore per carta, noto come “Liquid Paper”. La sua invenzione ha rivoluzionato il modo in cui lavoriamo e comunichiamo su carta, permettendo correzioni rapide e facili. Bette lavorava come segretaria per una banca del Texas e fu costretta ad usare un nuovo modello di macchina da scrivere. Quest’ultima presentava una tastiera molto più sensibile e con un inchiostro che rendeva impossibile correggere gli errori con una gomma da matita. Grazie alle sue conoscenze pittoriche, mischiò alcune tempere, che aveva in casa, per riprodurre il colore della carta su cui lavorava in ufficio, per coprire gli errori con un piccolo pennello. Questa operazione era molto più veloce e più pulita.

Bette cominciò a viaggiare per commercializzare il suo prodotto. I suoi primi dipendenti furono il figlio e alcuni amici che, fuori dal garage di casa, usavano bottiglie di ketchup per versare il correttore in boccette vuote di smalto per le unghie e applicavano le etichette a mano. Nel 1958, Bette Nesmith Graham ribattezzò il prodotto raffinato “Liquid Paper” (letteralmente “Carta Liquida”) e fece richiesta per un brevetto.

Il “Liquid Paper” cominciò ad avere un grande successo e comparì in una rivista di forniture per ufficio. Servivano però più dipendenti e maggiore spazio, così, venne aperta una sede nel centro di Dallas. Venne avviato un impianto di produzione automatizzato. Nel 1975, la nuova azienda produceva 25 milioni di bottiglie all’anno e aveva conquistato la maggior parte del mercato.

“Liquid Paper”, letteralmente “Carta Liquida” – Bette Nesmith Graham. FONTE:

LA VITA QUOTIDIANA OGGI: IL GENIO DI QUESTE DONNE CONTINUA AD ISPIRARCI

Le studentesse e le professioniste di oggi si ispirano a queste straordinarie donne, che non solo hanno creato oggetti utili, ma hanno anche sfidato le norme sociali, dimostrando che il genio può esistere in ogni forma e in qualsiasi persona. Il riconoscimento di queste menti femminili non è solo un atto di giustizia, ma anche una risorsa per stimolare nuove generazioni di inventrici e innovatrici.

Le donne hanno plasmato il nostro mondo in modi innumerevoli, lottando duramente per affermarsi nel campo dell’innovazione. Ogni oggetto quotidiano, da un semplice tergicristallo a una complicata applicazione di comunicazione, porta con sé il segno della genialità femminile. Dobbiamo assicurarci che le loro storie vengano raccontate: è un passo fondamentale verso un futuro in cui tutti possano ispirarsi al potere dell’innovazione.

Elena Nastasi

BIBLIOGRAFIA

https://www.focus.it/

https://www.elle.com

https://oggiscienza.it/

https://www.ilpost.it/

https://www.nytimes.com/

Alla (ri)scoperta delle scuole superiori di Messina: La Farina e Archimede

In attesa del rientro in classe degli studenti delle scuole superiori siciliane, previsto, salvo rinvii, per l’inizio della prossima settimana, torna il nostro spazio dedicato alle scuole messinesi. Come preannunciato, oggi è il turno degli altri due licei del centro: il Liceo Classico “G. La Farina” e il Liceo Scientifico “Archimede”.

 

Liceo Classico “G. La Farina”

Il Liceo Classico “G. La Farina”, oggi parte dell’I.I.S. “La Farina – Basile” in quanto accorpato al Liceo Artistico “E. Basile” – di cui tratteremo prossimamente -, avviò le attività didattiche nel 1932. L’edificio è situato in via della Munizione, il cui nome ricorda un teatro che, in precedenza, fu magazzino di armi e munizioni. Si dice che in questo teatro anche La Farina – tra i tanti – inscenò una sua opera; probabilmente questo è uno dei motivi per cui fu scelto come nome dell’istituto quello del patriota messinese.

L’edificio del Liceo Classico “Giuseppe La Farina” – Fonte: normanno.com

Giuseppe La Farina (1815 – 1863) nacque a Messina e si laureò in Giurisprudenza presso l’Università di Catania. In giovinezza fu anche redattore di alcuni giornali cittadini. La sua grande passione, però, fu la politica, per la quale, nel 1937, dovette lasciare la città dello Stretto, insieme alla moglie Luisa di Francia – zia di Sant’Annibale-, con l’accusa di aver partecipato a un movimento rivoluzionario.

Soggiornò nella città di Firenze, prima di rientrare nel 1848 in Sicilia in occasione dei moti per l’indipendenza del Regno di Sicilia. La Farina fu uno dei protagonisti del biennio rivoluzionario, ricoprendo la carica di deputato al Parlamento di Palermo e quella di ministro (prima della Pubblica Istruzione, poi dei lavori pubblici, dell’interno e della guerra).

Terminata l’esperienza rivoluzionaria, si trasferì prima in Francia e successivamente a Torino, dove fondò un’associazione patriottica: la Società nazionale italiana. A seguito della spedizione dei Mille (1860), il Presidente del Consiglio del Regno sabaudo Cavour lo inviò a Palermo quale rappresentante in Sicilia del Governo, anche se la sua permanenza sull’Isola durò poco, a causa dei contrasti con Garibaldi.

Monumento a Giuseppe La Farina in Piazza Solferino, Torino – Fonte: vivatorino.it

Nel 1861 fu eletto deputato della città di Messina nel primo Parlamento del Regno d’Italia – con sede a Torino – in cui ricoprì l’incarico di vicepresidente della Camera dei deputati. Due anni più tardi si spense nella città della Mole.

Nel 1872, in occasione dell’inaugurazione del Gran Camposanto, le sue ceneri furono trasportate nella città natale, ove tutt’ora giacciono nel famedio del cimitero.

Liceo Scientifico Statale “Archimede”

Poco distante dal centro storico, in prossimità dello svincolo autostradale Messina-Boccetta, è situato il Liceo Scientifico “Archimede”, fondato nel 1969. L’edificio principale è quello che ospitava il Convitto “Cappellini”, un ospizio di beneficienza istituito nell’Ottocento. L’istituto è intitolato al celebre scienziato Archimede, che, seppur non abbia avuto un legame diretto con la città di Messina, ha apportato un importante contributo all’evoluzione della scienza e della tecnica.

L’edificio del Liceo Scientifico “Archimede” – Fonte: elencoscuole.eu

Archimede (287 a.C. – 212 a.C.) nacque a Siracusa, la città siciliana più potente dell’epoca, alleata di Roma durante la Prima Guerra Punica. Molto probabilmente, durante gli anni della guerra, Archimede non ha vissuto in patria, poiché si stabilì, per motivi di studio, ad Alessandria d’Egitto, la capitale culturale dell’Ellenismo.

Rientrato in Sicilia, fu apprezzato dal re Gerone, soprattutto per due episodi leggendari. Si narra che Archimede riuscì a muovere una nave con il solo aiuto di un congegno meccanico – da qui la celebre frase “datemi un punto d’appoggio e solleverò il mondo!” – e smascherò un orefice che aveva ingannato il Re, realizzando una corona non totalmente d’oro. L’intuizione, secondo la leggenda, gli venne quando si immerse in una vasca e, esclamando “Eureka!”, si accorse che l’acqua fuoriuscita poteva essere uno strumento di misurazione del volume dei solidi.

Busto di Archimede – Fonte: libertasicilia.it

Lo scienziato siracusano, maestro della tecnica, inventò numerose macchine – come il planetario -, persino belliche. Archimede, infatti, dopo la morte di Gerone, diresse le operazioni militari, per difendere la sua città dall’assalto dei Romani. Nonostante le ingegnose invenzioni rallentarono l’avanzata romana, la città di Siracusa capitolò e, durante il saccheggio, Archimede perse la vita – per mano di un soldato che violò l’ordine di catturarlo vivo -, mentre era immerso nello studio di alcune figure geometriche.

I suoi numerosi studi, ripresi da matematici del Cinquecento e del Seicento, tra cui Francesco Maurolico, costituirono le basi per importanti evoluzioni della scienza matematica.

Alla prossima!

Concludiamo dandovi appuntamento al prossimo articolo, in cui conosceremo la storia e i personaggi degli altri celebri istituti del centro: l’Istituto Tecnico Economico “Jaci”, l’I.I.S. “Verona-Trento” e l’I.T.T.L. “Caio Duilio”.

 

Mario Antonio Spiritosanto

 

Fonti:

islafarinabasile.edu.it

liceoarchimedeme.it/

treccani.it/enciclopedia/archimede

tempostretto.it

Immagine in evidenza:

Archimede (fonte: le-citazioni.it) e Giuseppe La Farina (fonte: universome.eu)