Rai, dopo INPS e INAIL arriva la trasformazione voluta dal Governo

Si prospettano grandi cambiamenti tra le mura di Palazzo Chigi, diverse le trasformazioni che vanno dal riordino di INPS (Istituto nazionale previdenza sociale) e l’INAIL (Istituto nazionale per l’assicurazione contro infortuni sul lavoro) alla nomina dei vertici Rai e sembrano incidere anche su Sanremo. Ma andiamo con ordine, così da chiarire per bene ogni punto.

Il Consiglio dei Ministri, durante una riunione molto rapida, ha deciso che sia l’Inps che l’Inail saranno commissariate. Con il decadimento, i loro presidenti verranno sostituiti da due persone che il Governo nominerà per un periodo di transizione.

Nel decreto legge approvato è prevista la revisione della governance, con l’abolizione della figura del vicepresidente e una modifica della disciplina del direttore generale, che sarà in carica per 4 anni.

Per le fondazioni lirico-sinfoniche, si prevede il divieto di ricevere incarichi, cariche e collaborazioni per coloro che hanno compiuto il 70mo anno di età.

Ed è grazie a questa norma che il Governo Meloni avrà la possibilità di nominare un nuovo amministratore delegato alla Rai

La Decisione del CDM

Giovedì quattro maggio, il Consiglio dei ministri ha deciso che Inps e Inail cambieranno regolamento interno, e nel periodo di adattamento saranno guidate da un commissario straordinario. Non ci sono state spiegazioni ufficiali sul perchè commissionare i due enti pubblici previdenziali.  Il mandato di Pasquale Tridico, presidente dell’INPS, sarebbe scaduto tra poche settimane, mentre quello del presidente di Inail, Franco Bettoni, sarebbe terminato ad ottobre.

Tuttavia, come riporta IlPost, Tridico era entrato in carica in qualità di commissario nel maggio 2019, ma solo ad aprile 2020 divenne a tutti gli effetti presidente. Per questo, Tridico avrebbe potuto chiedere che venisse rispettata la durata effettiva del suo mandato, fino ad aprile del 2024.

Ad ogni modo, la guida dell’Inps dovrebbe andare a Fratelli d’Italia, mentre l’Inail resterebbe alla Lega.

Le modifiche, soprattutto due, sono l’abolizione della carica del vicepresidente e la modifica dei poteri del presidente, il quale potrà proporre direttamente il direttore generale del relativo istituto, che resterà inoltre in carica quattro anni anziché cinque.

Le repliche

Non sono mancate le reazioni negative, di seguito alcuni commenti.

Tridico, in un’intervista al Fatto quotidiano, ha detto di averlo appreso dalla stampa: «Non ho ancora ricevuto nemmeno una chiamata di cortesia da parte del governo. Sostituire la mia carica è un segnale di una gravità istituzionale enorme che dimostra l’intento politico che c’è dietro, un attacco all’ente e alla sua autonomia, ma anche al sistema di welfare che esso rappresenta». In questo modo «si insinua il dubbio che queste istituzioni non siano indipendenti e se ne mina l’autonomia».

Nunzia Catalfo, ex ministra del Lavoro e coordinatrice del Comitato per le politiche del lavoro del Movimento 5 stelle dice: «La decisione è immotivata e costituisce un pericoloso precedente per la vita e il funzionamento di organi fondamentali dello Stato», «Durante la pandemia, la crisi più difficile che l’Italia ha vissuto dal secondo dopoguerra, i presidenti Pasquale Tridico e Franco Bettoni hanno lavorato in modo costante e proficuo con il governo».

«Il decreto legge approvato dal governo Meloni è un marchingegno costruito solo per mettere le mani subito su Rai, Inps e Inail. È una indecenza, una forzatura gravissima e senza precedenti che non può essere avallata in alcun modo». Scrive su Twitter il responsabile economico del Pd Antonio Misani.

Cosa si intende commissionare INAIL e INPS?

Il commissariamento di un ente pubblico, solitamente, avviene per motivi di urgenza che comportano un cattivo funzionamento, come problemi finanziari e gravi inefficienze nella sua gestione. In questo caso il Governo ha stabilito alcune importanti modifiche nella gestione societaria dei due istituti, rendendo necessari diversi cambi ai loro vertici e giustificando i commissariamenti.

Non è la prima volta che un governo utilizza questi metodi come espediente per nominare un presidente più vicino alle sue istanze politiche. E lo fa, in questo caso, perché non può nominare nuovi presidenti.

Diversamente da altri enti pubblici, infatti, l’Inps e l’Inail non sono sottoposti allo spoils system (il sistema che permette a un nuovo governo di cambiare alcuni funzionari pubblici, sostituendoli con persone di fiducia o con cui c’è più sintonia dal punto di vista politico).

I possibili sostituti di Fuortes alla Rai

L’amministratore delegato Rai Carlo Fuortes ha infatti rassegnato le dimissioni.

«Non ci sono più le condizioni per proseguire nel progetto editoriale di rinnovamento che avevamo intrapreso nel 2021. Non posso, pur di arrivare all’approvazione in CdA dei nuovi piani di produzione, accettare il compromesso di condividere cambiamenti  di linea editoriale e una programmazione che non considero nell’interesse della Rai».

  • Una scelta, la sua, del tutto prevedibile e adesso spiegheremo il perché. In primo luogo dobbiamo ricollegarci al decreto legge delle fondazioni lirico-sinfoniche, voluto dal governo per uno scopo preciso, ovvero modificare l’assetto del Teatro San Carlo di Napoli. Il sovrintendente effettivo, Stéphane Lissner, ha compiuto 70 anni quest’anno e dunque dovrà lasciare il suo ruolo. Pertanto l’idea del governo proporrebbe la nomina in quel ruolo di Fuortes. E in questo modo la sua sostituzione con volti vicini alla Meloni. Roberto Sergio e Giampaolo Rossi, i nomi indicati con maggiore insistenza come palpabili sostituti nei ruoli di amministratore delegato e direttore generale.

Amadeus rischia di perdere la conduzione del prossimo Festival?

Con le trasformazioni interne alla Rai, secondo La Stampa, sarebbe quasi sicura la sostituzione della conduzione dello show L’Eredità, di Flavio Insinna, con Pino Insegno, speaker ufficiale di Fratelli d’Italia.

Potrebbe poi essere a rischio il compito di direttore artistico di Amadeus, date le numerose critiche suscitate dalle esibizioni di Fedez e Rosa Chemical, nonché di Blanco (benché la Procura d’Imperia abbia chiesto l’archiviazione delle accuese a suo carico) all’ultimo Sanremo.
Ci pensa Fiorello a ironizzare, difendendolo «Amadeus, fagliela vedere! Vai lì e chiedi ‘O tutto o niente’. Tu non puoi dimezzare Amadeus: che dimezzi? È così: prendere o lasciare!».

Anche Fabio Fazio, storico conduttore di Che Tempo Che Fa, potrebbe dire addio al suo posto in Rai dopo 20 anni, per passare a Discovery, sul canale Nove. Con lo scadere del contratto a giugno, infatti, sono state sospese le trattative per il rinnovo. Intoccabili sembrano essere le posizioni di Bianca Berlinguer e Lucia Annunziata.

Quanto alla direzione dell’Intrattenimento, Stefano Coletta dovrebbe lasciarla a Marcello Ciannamea della Lega.

Bisognerà attendere la presentazione dei palinsesti Rai 2023/2024 per avere una risposta definitiva e scoprire il futuro dei programmi e dei rispettivi presentatori.

Serena Previti

Attacco hacker: i pericoli e le risposte della Pubblica amministrazione

Nei giorni scorsi, un massiccio attacco cybernetico ha investito numerosi Paesi del mondo compromettendo migliaia di server. I più danneggiati sono stati Francia e Norvegia, ma nel mirino anche l’Italia.

All’origine degli attacchi hacker

Secondo l’Agenzia per la cybersicurezza nazionale (Acn), gli attacchi hacker provenivano da un ransomware già noto da tempo. Il ransomware è un tipo di virus che prende il controllo del computer di un utente ed esegue la crittografia dei dati, quindi chiede il pagamento di un riscatto (ransom) per poter tornare a utilizzarlo. Questo tipo di malware si diffonde mediante file di virus che devono essere installati come file con estensione .exe. Una volta entrato nella rete, è in grado di diffondersi su tutti i dispositivi sotto mentite spoglie di un worm.

La vulnerabilità sfruttata dagli hacker ha colpito, in particolare, i server VMware, un software di VMWAre Inc, sito a Palo Lato in California. Considerato anche come hypervisor, consente la produzione di una “macchina virtuale”, termine che sta ad indicare la creazione di uno o più ambienti virtuali in un unico computer. Su uno stesso hardware, condividendo le risorse, possono così girare diverse macchine virtuali.

Funge da intermediario tra l’hardware del computer e i sistemi operativi ospitati all’interno delle macchine virtuali: assegna ad esse le risorse hardware – come cpu, memoria e disco – in modo che ogni macchina virtuale possa eseguire il proprio sistema operativo e le applicazioni, come se fosse installata direttamente sul computer.

La vulnerabilità era già stata corretta nel passato dal produttore già due anni fa, a febbraio 2021, ma evidentemente gli amministratori di sistema non si sono preoccupati di fare il backup dei dati, che consente di cancellare i dati infetti e riformattare i dispositivi. La vulnerabilità, non corretta, ha permesso agli hacker di sferrare l’ondata di attacchi registrata nel weekend.

Richiesta di riscatto dopo infezione del PC di un ransomware. Fonte: swdcomputer.it

Migliaia di identità compromesse

Gli attacchi alla sicurezza informatica non si sono limitati solo a questo: ad essere stati rubati troviamo anche documenti di identità e dati personali.

Il furto d’identità può avvenire in tantissimi modi: sono sempre più frequenti i cyberattacchi che si infiltrano in server internazionali, dalle strutture più piccole come aziende commercianti fino alle grandi strutture sanitarie, e mirano al furto dei dati sensibili degli utenti.

Non solo: fra le truffe più pericolose che circolano in rete troviamo il phishing, realizzata ingannando l’utente e si concretizza principalmente attraverso messaggi di posta elettronica ingannevoli. La più diffusa è sempre il classico allegato al messaggio di posta elettronica; oltre i file con estensione .exe, i virus si diffondono celati da false fatture, contravvenzioni, avvisi di consegna pacchi, che giungono in formato .doc o .pdf .

Un’altra tipologia risulta l’email falsificata, che solo apparentemente proveniente da istituti finanziari o da siti web che richiedono la registrazione, nella quale richiede all’utente di cliccare su un apposito link, grazie al quale potrà risolvere una determinata tipologia di problematica, dove, spesso, risulta essere un mancato versamento di contributi previdenziali, la riscossione di un pagamento della dogana per una spedizione, una richiesta di aggiornamento dei propri dati (tra cui le coordinate bancarie).

Questo, il più delle volte, porta all’attivazione di un piccolo abbonamento, a carico della vittima, che toglie pochi soldi al mese sul conto. Piccole somme che nel suo insieme, vista la natura silenziosa dei prelievi, l’utente non si accorge immediatamente. Oppure capita anche il colpo grosso e dirottano a proprio vantaggio un corposo bonifico, nella maggior parte dei casi fino a ripulire del tutto un conto corrente.

Anche tramite i social network più utilizzati, come Instagram e Facebook per esempio, possono accadere furti d’identità: gli hacker iniziano così a scrivere sotto falsa identità, o a nome dell’account hackerato a tutti i contatti presenti in lista, cose molto lesive per la reputazione della vittima, salvo poi chiedere un riscatto, oppure convincere gli stessi contatti verso altre truffe certe, magari su piattaforme Bitcoin o piattaforme di trading on-line.

Per non farsi truffare bisogna controllare attentamente il nome del mittente della email (in alto, sopra all’oggetto) e verificare che questi corrisponda a quelli effettivamente appartenenti al mittente originale.

Messaggio di riscatto dopo l’attacco hacker avvenuto il 4 agosto 2021 alla Regione Lazio. Fonte: open.online

La pubblica amministrazione risponde

Con la pubblicazione del messaggio n. 535 del 3 febbraio 2023 l’INPS ha comunicato “l’attivazione di un controllo di verifica aggiuntivo dell’identità digitale quando si inseriscono le credenziali per effettuare l’accesso ai servizi online dell’Istituto“, un controllo aggiuntivo che interviene nei soli casi in cui si verifichi un tentativo di accesso ai servizi con identità digitali diverse da quelle utilizzate precedentemente dallo stesso utente.

Dopo ciò, il sistema invia sui recapiti telematici e -mail e cellulare già registrati dall’utente, un codice di conferma “usa e getta”, che l’utente stesso dovrà inserire per ottenere l’accesso. Contestualmente, il sistema invierà una notifica via e-mail o, in assenza, sul cellulare o via PEC, per informarlo dell’avvenuto accesso con nuove credenziali SPID, CNS o CIE a lui intestate, in modo da adottare le conseguenti azioni in caso di accesso indebito. La nuova funzionalità risulterà attiva per tutti coloro che abbiano validato i propri recapiti telematici

 

Victoria Calvo

Inps: il via alla campagna di comunicazione sul “Riscatto della laurea” e l’”Opzione donna”. Ecco di cosa si tratta

È stata attivata, dall’Inps, la campagna di comunicazione per il riscatto della laurea e per quello agevolato, che consentirà un risparmio fino al 70% per i periodi che si collocano nel sistema contributivo.

Riscatto della laurea ai fini pensionistici -Fonte:gazzettadelsud.it

Le novità apportate permetteranno di includere il percorso di studio universitario ai fini del diritto e del calcolo di tutte le prestazioni pensionistiche.

L’eliminazione della scadenza fa sì che la norma diventi a regime attivabile non solo fino al 31 dicembre 2021, ma anche nei successivi anni.

Cos’è il riscatto della laurea

Il riscatto del corso di laurea darà la possibilità di integrare la posizione contributiva, tenendo conto del conseguimento del titolo di studio e del relativo contributo da versare. Tale valore cambia in relazione alle norme del sistema retributivo o contributivo, che disciplinano la liquidazione della pensione dal 1° gennaio 1996, e dalla collocazione temporale dei periodi oggetto del riscatto. Saranno altresì esclusi i riscatti della laurea nei periodi fuori corso e quelli già coperti da contribuzione obbligatoria.

Riscatto della laurea, quanto costa e come fare domanda -Fonte:orizzontescuola.it

I vantaggi del riscatto:

  • Permetterà un’acquisizione di anzianità contributiva spesso collocata in epoca remota che, fatti salvi futuri mutamenti legislativi, potrebbe comportare un anticipo nella maturazione del diritto a pensione;
  • Incrementerà la misura della pensione;
  • Disporrà di una rateizzazione senza interessi per dieci anni;
  • Il contributo da riscatto sarà fiscalmente deducibile: agli inoccupati e al genitore verrà garantito il diritto alla detrazione del costo per il 19 % dalla propria imposta lorda.

Costo del riscatto della laurea

Riscatto della laurea agevolato -Fonte:scuolainforma.it

Il contributo dapagare, essendo in relazione alle norme che regolano la liquidazione della pensione con il sistema contributivo o con quello retributivo, potrà essere calcolato seguendo diversi percorsi:

  • Il riscatto nel sistema contributivo: permetterà il recupero quei periodi che, dal 1° gennaio 1996, si inseriscono in tale ordinamento. L’onere del pagamento si calcolerà applicando l’aliquota contributiva in vigore alla data di presentazione della domanda, alla retribuzione assoggettata nei 12 mesi meno remoti, procedendo poi a ritroso. Si terrà conto della percentuale da apporre alla retribuzione annua percepita, necessaria per determinare la quota di contributi previdenziali che devono essere versati agli enti previdenziali.

L’esempio riportato nella Gazzetta del Sud di calcolo contributivo ordinario, mostra che:

“Ipotizzando di voler richiedere un riscatto di quattro anni di laurea dal 2002 al 2006 nel Fondo pensioni lavoratori dipendenti dell’Assicurazione generale obbligatoria e che la presentazione della domanda sia avvenuta il 31 gennaio 2021. Partendo dalla retribuzione lorda degli ultimi 12 mesi meno remoti,  si otterrà un valore pari a 32.170,00 euro. L’importo da pagare per riscattare quattro anni  toccherà la quota di 42.464,40 euro (32.170,00×33% =10.616,10 x 4 anni = 42.464,40).”

  • Il riscatto di laurea agevolato: sarà calcolato sul minimale di artigiani e commercianti nell’anno di presentazione della domanda, cioè su quel reddito minimo annuo ai fini del calcolo del contributo IVS (che garantisce il diritto di ricevere una quota in denaro in caso di invalidità o inabilità per anzianità) e in base all’aliquota di computo delle prestazioni pensionistiche, nel Fondo Pensioni Lavoratori Dipendenti (FPLD), considerato nel medesimo periodo.
  • Il riscatto nel sistema retributivo: si terrà conto degli importi  in funzione all’età, al periodo da riscattare, al sesso, all’anzianità contributiva totale e alle retribuzioni degli ultimi anni. Per i corsi precedenti al 1996 sarà possibile usufruire del riscatto agevolato, solo se si sceglie la liquidazione della pensione con il calcolo interamente contributivo.

Il simulatore

Grazie alla presenza di un simulatore sul sito dell’Inps, sarà possibile ottenere informazioni personalizzate. Attraverso l’inserimento anonimo di alcuni dati, verrà fornita una simulazione orientativa del costo del riscatto, della rispettiva rateizzazione, della decorrenza della pensione e del beneficio pensionistico, calcolato con una stima sull’onere da versare.

Inps: riscatto della laurea -Fonte:facile.it

Saranno inclusi nel riscatto della laurea:

  • diplomi universitari: aventi corsi di durata non inferiore a due anni e non superiore a tre;
  • diplomi di laurea: aventi corsi di durata non inferiore a quattro anni e non superiore a sei;
  • diplomi di specializzazione: conseguiti successivamente alla laurea e al termine di un corso di durata non inferiore a due anni;
  • dottorati di ricerca;
  • laurea triennale, laurea specialistica e laurea magistrale;
  • diplomi rilasciati dagli Istituti di Alta Formazione Artistica e Musicale (AFAM).

Modalità di presentazione della domanda

Gli interessati potranno presentare la domanda solo in via telematica:

  • accedendo al portale dell’Inps tramite SPID: seguendo il percorso “Prestazioni e servizi” > “Servizi” > “Portale riscatti -ricongiunzioni”; 
  • presso patronati e intermediari dell’istituto;
  • attraverso il Contract Center multicanale: da telefono fisso con il numero verde gratuito 803 164 o da telefono cellulare il numero 06 164164 a pagamento, che varia in base al piano tariffario del proprio gestore.
Fonte:pmi.it

Opzione donna: cos’è e come funziona

L’Opzione donna prevede il riscatto della laurea agevolato attraverso il ricalcolo contributivo con un onore più leggero del recupero ai fini pensionistici gli anni del corso di studi. Tra i requisiti previsti dalla legge per “Le generalità delle lavoratrici” vi è:

  • il perfezionamento del requisito anagrafico di 58 anni per le lavoratrici dipendenti, e di 59 anni per le lavoratrici autonome, entro il 31 dicembre 2020.
  • almeno 35 anni di contributi accreditati entro il 31 dicembre 2020. Questi non possono essere conseguiti in regime di cumulo, ossia sommando gratuitamente i versamenti  convalidati presso casse diverse. Sarà altresì consentito il solo cumulo “interno” all’Assicurazione generale obbligatoria, come accade tra il Fondo pensione dei lavoratori dipendenti e presso la gestione dei commercianti.

Dalla loro maturazione si dovrà attendere una finestra di 12 mesi per le lavoratrici dipendenti ed a 18 mesi per le autonome.

Riscatto della laurea -Fonte:lentepubblica.it

Come precisato dall’Inps, al fine di avvalersi del riscatto agevolato per effetto dell’opzione donna, la domanda dovrà essere presentata dall’interessata contestualmente a quella pensionistica, recante la scelta di accesso all’opzione dedicata alle lavoratrici.

Qualora questa vi rinunci, l’onere di riscatto verrà ricalcolato sulla base delle regole generali e tenendo conto della collocazione temporale dei periodi stessi.

Giovanna Sgarlata

Il Decreto “Rilancio”: ecco le mosse del Governo per risollevare l’economia

Il 13 maggio il Consiglio dei Ministri ha approvato il Decreto Legge “Rilancio”. Una manovra da circa 155 miliardi di euro, di cui 55 in extra-deficit, destinati a rivitalizzare e sostenere la provata economia nazionale in questa nuova fase.

Il Decreto prevede numerosi interventi per rinforzare i settori della salute e della sicurezza, sostenere le imprese, i redditi da lavoro, il turismo e la cultura. Tra le misure vi è anche la cancellazione delle clausole di salvaguardia, eliminando così gli aumenti delle imposte (Iva e accise) previsti a partire dal 2021.

Nel vasta e corposa normativa d’urgenza vi sono tre aspetti fondamentali che suggeriscono l’indirizzo che il Premier Conte ha deciso di dare al governo e che sono indicativi delle dinamiche interne alla maggioranza: la sanatoria degli irregolari, il reddito di emergenza e la cassa integrazione straordinaria.

Circa il primo punto, il Decreto mira a garantire l’emersione del lavoro nero e la regolarizzazione limitatamente però ai braccianti, colf e badanti, di cittadinanza italiana e straniera con un rapporto di lavoro irregolare e cittadini stranieri con permesso di soggiorno scaduto. Rimangono dunque esclusi i lavoratori irregolari nel settore dell’edilizia e gli «invisibili» dei ghetti, quelli cioè senza permesso di soggiorno.

Il procedimento di regolarizzazione viene avviato mediante richiesta, esperibile tanto dal lavoratore quanto dal datore di lavoro, che chiede l’emersione del rapporto di lavoro non regolare. La richiesta può essere presentata dai cittadini stranieri con permesso di soggiorno scaduto dal 31 ottobre 2019. Questi potranno richiederne uno temporaneo di 6 mesi pagando 160 euro. Se entro quel termine otterranno un contratto di lavoro, il permesso verrà convertito in permesso di soggiorno per motivi di lavoro. Nel caso in cui sia il datore di lavoro a presentare l’istanza di emersione del rapporto di lavoro deve indicare la durata del contratto di lavoro, la retribuzione non inferiore a quella prevista dal contratto collettivo, e pagare 400 euro.

 

Per incentivare l’emersione del lavoro nero si è reputato necessario garantire un’immunità nei confronti del datore di lavoro che presenta l’istanza. Lo scudo viene escluso per chi negli ultimi cinque anni sia stato condannato anche in via non definitiva per i reati di caporalato, favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, tratta e sfruttamento della prostituzione, reclutamento di minori, droga.

Il secondo punto è quello del Reddito di Emergenza (REM). Si tratta di un nuovo istituto concepito per venire incontro a quei nuclei familiari rimasti esclusi dal Reddito di Cittadinanza e altri sussidi (circa 1 milione). Il Rem può variare da 400 a 800 euro e verrà erogato in due quote. I requisiti necessari per ottenere il Rem sono: la residenza in Italia (non la cittadinanza) e ISEE inferiore a 15mila euro.

Infine la cassa integrazione straordinaria. Su tale questione è necessaria una dovuta premessa sul funzionamento di questo istituto. La cassa integrazione è uno strumento ampiamente utilizzato in tutto il mondo. In Italia è gestita dall’INPS, che si occupa di rimborsare le aziende o di pagare direttamente una parte degli stipendi dei lavoratori anche quando questi non lavorano o lavorano a un orario ridotto. Il ricorso massiccio alla cassa integrazione, dovuto alla crisi pandemica, e l’impreparazione del personale hanno rallentato notevolmente le operazioni di erogazione dei sussidi. Ad essere maggiormente in difficoltà è la Cassa Integrazione in Deroga, quella destinata alle imprese con meno di 5 dipendenti e a tutte le altre imprese che normalmente non avrebbero accesso alla cassa ordinaria. Il 5 maggio l’INPS dichiarava di aver ricevuto 277 mila domande e di averne pagate 46 mila, per un totale di 97 mila beneficiari. Numeri piuttosto bassi sia per quanto riguarda le domande effettivamente pagate che per  le richieste arrivate all’INPS, probabilmente soltanto una frazione del totale.

La Cassa Integrazione in Deroga segue infatti un percorso burocratico molto più complicato. Per farne richiesta un’impresa deve prima passare dalla sua regione. Ogni passaggio in più può rallentare qualsiasi pratica, ma in questo caso, non tutte le regioni sono ugualmente preparate a gestire la mole di richieste.

In Campania e Veneto le richieste sono state gestite in maniera piuttosto efficiente, mentre la Lombardia ha incontrato grossissime difficoltà. In Sicilia i dipendenti della regione sono arrivati a chiedere un bonus di 10 euro per ogni pratica sbloccata, provocando l’irritazione della ministra per la Pubblica amministrazione, Fabiana Dadone.

Grazie al Decreto “Rilancio” i lavoratori e le aziende potranno adesso rivolgersi direttamente allo Stato presentando le proprie richieste all’Inps.

Filippo Giletto

Alla scoperta di un meraviglioso luogo di Messina: peccato che sia chiuso

©Alessio Gugliotta – Galleria INPS, esterno, 2020

La provocazione insita nel titolo di questo breve articolo nasce spontaneamente, sul finire delle vacanze natalizie, più precisamente il 4 gennaio. Apprendo la notizia della riapertura straordinaria della celebre Galleria INPS-INA, situata tra il Municipio della città e il Duomo, isolato n.318. L’occasione è tra le più meritevoli: si è svolta l’iniziativa benefica, promossa dalla Direzione provinciale INPS e dall’Assessore alle Politiche sociali del Comune di Messina, Alessandra Calafiore, a favore di bambini e ragazzi in situazioni di disagio. L’evento ha visto la partecipazione della banda della Brigata meccanizzata “Aosta”, del Conservatorio “Arcangelo Corelli” e del Coro “Note colorate”.

©Alessio Gugliotta – Galleria INPS, interno, 2020

Desideroso di conoscere una parte inaccessibile della mia città, chiamo un amico per scattare qualche foto e mi reco sul posto, forse spinto anche dal mio ruolo di direttore della rubrica “Cultura locale”, all’interno di UniVersoMe. Ciò che immediatamente mi colpisce è lo stato di abbandono nel quale versa la Galleria, che denuncia una certa aria di “temporaneità”. Mi spiego meglio: nessuna parte di essa, dal soffitto a vetri ampiamente danneggiato, alle due facciate interne, fino al pavimento dissestato, lascia intendere che questo spazio sarà nuovamente aperto al pubblico.

Consapevole di non conoscere affatto la storia della Galleria, un po’ perché l’ho sempre vista chiusa, un po’ per noncuranza, decido di informarmi a riguardo una volta tornato a casa. L’architetto Gino Peressutti, progettista dell’opera, non è certo il cosiddetto primo che passa: al suo operato dobbiamo infatti la realizzazione di Cinecittà a Roma. Ma né i nobili natali, né la centralissima posizione, né tantomeno l’ormai consumata bellezza dell’opera, sono stai sufficienti a mantenerla aperta. Oserei aggiungere – se me lo permettete – a mantenerla in vita. Perché, e questo possiamo affermarlo con certezza, nelle intenzioni di qualsiasi architetto non c’è sicuramente la perenne chiusura della propria opera, sottratta alla fruizione da pesanti catene e lucchetti.

Ma in mezzo a tanta disillusione, una speranza: un accordo per la ristrutturazione e messa in sicurezza, siglato da INPS, ordine Architetti e Fondazione Architetti nel Mediterraneo. Poco importa se la data risale al 28 settembre 2018, quando gli unici lavori tangibili – ahimè – consistono nell’incauta sovrapposizione di uno strato di intonaco su una delle due facciate interne (quella di competenza privata).

©Alessio Gugliotta – Galleria INPS, interno, 2020

Preoccupato dal fatto che Peressutti possa non stare riposando in pace, mi chiedo: come è possibile che un’opera di tale importanza, rimanga costantemente chiusa e in bella vista, sotto gli occhi di cittadini, istituzioni e parti in causa? Riuscirà l’accordo siglato, seppur con qualche ritardo, a restituirci questo “nobile sottopassaggio”?

Memore degli anni in cui, da giovane liceale, osservavo una buia ed abbandonata Galleria Vittorio Emanuele, sono fiducioso in un come risposta, nonostante le dovute differenze. Pertanto mi auguro di raccontare, in un nuovo articolo, una storia diversa da quella di oggi, magari – e sopratutto – con un titolo diverso.

Emanuele Chiara

 

Questo articolo è già stato pubblicato come inserto sulla Gazzetta del Sud. Il nostro giornale lo ripropone su autorizzazione dell’autore.

L’articolo su Noi Magazine, Gazzetta Del Sud – pubblicata giorno 16/01/2020

Immagine in evidenza: © tutelabenistorici.it – Tutela beni storici Onlus