Robot in corsia: come la tecnologia aiuta la medicina

La medicina si avvicina sempre di più al suo obiettivo principale: comprendere ‘’la macchina’’ quasi perfetta qual è il corpο umano e scoprire nuovi modi per poterla riparare. Nel ventunesimo secolo, i robot aiutano medici e chirurghi a compiere tale passo. Messina è l’esempio di come si possa effettivamente arrivare dove l’uomo non può.

  1. La macchina intelligente
  2. Dove si trova?
  3. Come funziona?
  4. Dove possiamo utilizzarlo?
  5. Benefici per i pazienti
  6. Vantaggi per medici e ospedale
  7. Le parole speranzose del DG Mario Paino
  8. Tecnologia Medica
  9. Conclusioni

La macchina intelligente

L’ingegneria medica caratterizza questo campo già dalla seconda metà del ventesimo secolo, rivelando quanto fondamentale sia la sua impronta. Lo dimostra un braccio robotico, presente anche nella nostra città, il quale guida la mano del chirurgo permettendo una precisione del 98,9% negli interventi più delicati, tra cui quelli alla colonna vertebrale.  

Dove si trova?

Questo braccio robotico si trova solo in 4 città in Italia, di cui 3 al Nord Italia: Bologna, Venezia e Torino. Anche l’Azienda Ospedaliera Papardo gode di questa brillante opera ingegneristica. Messina è l’unica città a poter usufruire di questa tecnologia, la quale rende il Papardo un Centro sanitario di eccellenza del Centro-Sud Italia.

infobreast.it

Come funziona?

Il braccio robotico è una delle invenzioni tecnologiche in campo medico più fruttuosa e intelligente mai realizzato. Inoltre, semplifica enormemente interventi che per le capacità e conoscenze limitate del chirurgo sono molto complesse. Il medico segue alcuni step prima di eseguire l’intervento, tra cui l’analisi delle immagini tridimensionali ottenute dalla TAC e l’utilizzo del Gps. La macchina robotica, grazie alle immagini ottenute e alla localizzazione data dal Gps, sa con precisione millimetrica dove operare e posizionare le viti.

Dove possiamo utilizzarlo?

La patologia traumatica, così come quelle neoplastiche vengono interessate dal suo utilizzo. Queste ultime sono trattate, in particolar modo, a livello del sacro e dell’anello pelvico. Il braccio permette di trattare sfaldature dell’osso causate da traumi di una certa intensità e tumori particolarmente aggressivi. Infine, può essere d’aiuto anche nelle malattie degenerative della colonna vertebrale.

Benefici per i pazienti

Questa innovazione rende meno invasivo l’intervento. Il medico spesso deve ricorrere a tagli lunghi e cicatrici che rovinano in alcuni casi l’aspetto estetico del paziente, prolungando notevolmente l’ospedalizzazione. Il robot esegue dei tagli di qualche centimetro, senza sfigurare la pelle e permettendo un recupero veloce. Infatti, può essere dimesso entro 72h dall’intervento.

Vantaggi per medici e ospedale

Il robot costituisce lo strumento ideale per permettere ai giovani medici, soprattutto specializzandi, a familiarizzare con la chirurgia spinale. È possibile ottenere le immagini in 3D da una TAC intraoperatoria molto particolare, un’altra invenzione tecnologica di cui dispone lo stesso Papardo: O-Arm. La macchina ha delle funzioni molto simili a quelle di una TAC, ma emana minori radiazioni, evitando di sottoporre alle stesse gli operatori sanitari. Anche l’ospedale trova numerosi vantaggi, tra cui i costi ridotti. Qualora l’intervento umano non dovesse andare bene, l’ospedale viene sottoposto ad un lungo e tortuoso processo legale. Con il braccio robotico si hanno meno errori e quindi la percentuale di costi riparativi viene diminuita sensibilmente.

Le parole speranzose del DG Mario Paino

Il Direttore Sanitario dell’Azienza Ospedaliera Papardo, Mario Paino, commenta questa innovazione tecnologica:

Gli investimenti in tecnologie come queste, rappresentano l’argine migliore contro la migrazione sanitaria. Ancora troppe persone del Centro-Sud Italia, ogni giorno, salgono su treni ed aerei diretti al Nord per andare a curarsi. Noi invece, pensiamo che trattamenti sicuri e di qualità siano un diritto per tutti e in tutto il Paese. Il Papardo rafforza la propria vocazione all’eccellenza. Personale medico-sanitario altamente formato assieme alle tecnologie mondiali più innovative sono la formula per garantire le cure migliori ai pazienti”.

Tecnologia Medica

Le innovazioni tecnologiche non interessano il solo campo chirurgico. Anche durante la pandemia da COVID-19, i supporti robotici sono stati fondamentali per fornire assistenza a medici e pazienti. Ad esempio, i robot hanno aiutato a pulire e mantenere sterili le stanze, riducendo così la possibilità di entrare a contatto con agenti patogeni. I robot possono aiutare anche nello spostamento di letti, diminuendo notevolmente gli sforzi richiesti dal personale sanitario. Esistono, inoltre, tecnologie disposte di una particolare telecamera: il medico la sfrutta per poter vedere all’interno del corpo del paziente. I macchinari robotici possono anche sostituire parti del corpo.

smartworld.it

Conclusioni

I riscontri positivi vengono confermati anche dai trenta mila interventi eseguiti fino ad ora su scala mondiale, i quali risultati sottolineano l’importanza degli avanzamenti tecnologici in campo medico. L’avvento della Tecnologia e delle Biotecnologie, ci ha consentito di rivoluzionare il mondo medico, permettendo di staccarci dalla medicina classica così come noi la conosciamo.

Con la tecnica gli uomini possono ottenere da sè quello che un tempo chiedevano agli dei. Umberto Galimberti

 Dario Gallo

Per approfondire:

Robotica nel settore sanitario: il futuro dell’assistenza medica –… (intel.it)

Chirurgia vertebrale, al Papardo un sistema robotico rivoluzionario (insanitas.it)

Il braccio robotico del DARPA controllato con il pensiero (video) | SmartWorld

Paralizzati: tornano a camminare grazie ad elettrodi nel midollo spinale

Tirocini formativi al Comune di Capo d’Orlando per neolaureati ingegneri UniMe: ecco il bando

Sei un neolaureto UniMe in ingegneria civile, elettronica o informatica? Allora devi sapere che il Comune di Capo d’Orlando ha indetto una elezione per titoli e colloquio per n.5  posti di tirocinio di Formazione e Orientamento da destinare a giovani laureati dell’Università di Messina.(scarica qui il bando)

Finalità del tirocinio

Durante il tirocinio di formazione e orientamento i tirocinanti acquisiranno competenze in:

  • progettazione di interventi relativi ad opere pubbliche
  • completamento di planimetrie per implementazione GIS (Geographic Information System)
  • rilievi e contabilità lavori di manutenzione e rendicontazione
  • procedimenti Amministrativi S.U.E.
  • organizzazione sistema gestione software comunali.

A chi è rivolto 

Il tirocinio è rivolto ai laureati da non più di 12 mesi in:

  • Ingegneria Civile (CdL triennale/magistrale)
  • Ingegneria Elettronica e Informatica (CdL triennale)
  • Ingegneria Elettronica per l’Industria (CdL magistrale).

Saranno selezionati:

  • 3 tirocinanti laureati presso il CdL triennale e/o magistrale in Ingegneria Civile
  • 2 tirocinanti: laureati presso il CdL magistrale in Ingegneria Elettronica e Informatica o laureati presso il CdL magistrale di Ingegneria Elettronica per l’Industria.

NON possono presentare domanda i laureati che attualmente stanno:

  1. svolgendo altre esperienze di tirocinio di formazione e di orientamento o professionalizzante che risulti incompatibili con la proposta del suddetto bando.

N.B. Il tirocinante che, seppur ammesso, risponda del requisito di cui al punto 1 deve procedere con la sospensione e/o rinuncia dell’esperienza in corso.

Durata del tirocinio

Il tirocinio avrà la durata di 6 mesi per un max di 24h settimanali. Al tirocinante verrà corrisposto un compenso lordo di € 400 mensili da erogare a fronte di una presenza pari al 70% delle ore previste per ciascun mese di tirocinio effettivamente svolto.

Come candidarsi

Il laureato, che risponda dei requisiti di cui sopra, per presentare candidatura deve:

  • compilare il seguente modulo (clicca qui) e allegare:
    • curriculum vitae
    • modello DS-01 attestante voto di laurea e punteggio degli esami sostenuti(clicca qui per scaricarlo)
    • fotocopia del codice fiscale firmata
    • fotocopia del documento di identità (fronte e retro) firmato
    • attestazione o autocertificazione utile che attesta competenze informatiche e linguistiche
    • dichiarazione autocertificata di non avere in corso altre esperienze di tirocinio di
      orientamento e formazione o professionalizzante incompatibili con l’esperienza proposta
      o di impegno alla rinuncia/sospensione delle stesse in caso di ammissione.
  • inviare a pena di esclusione il modulo compilato tramite posta elettronica certificata al seguente indirizzo e-mail protocollo@pec.comune.capodorlando.me.it, riportando il seguente oggetto: “Bando di Selezione Pubblica per lo svolgimento di Tirocinio Formativo e di Orientamento Extracurriculare presso Comune di Capo d’Orlando – Profilo____________”;
    oppure
  • recapitare a mano a pena di esclusione il modulo compilato presso l’ufficio di protocollo del Comune di Capo d’Orlando riportando sulla busta la seguente intestazione: “Bando di Selezione Pubblica per lo svolgimento di Tirocinio Formativo e di Orientamento Extracurriculare presso Comune di Capo d’Orlando – Profilo____________”.

N.B.

  1. Le graduatorie finali ed i nominativi degli ammessi ai tirocini saranno pubblicati sui seguenti siti:
  • Università degli Studi di Messina Centro orientamento e placement (clicca qui)
  • Comune di Capo d’Orlando (clicca qui).
  1. Il vincitore sarà avvisato per posta elettronica e dovrà comunicare all’account protocollo@comune.capodorlando.me.it, l’accettazione o la rinuncia allo svolgimento del tirocinio.

Scadenze da ricordare

Termine entro cui presentare la domanda di partecipazione: ore 12:00 del 02/02/2022.

Elidia Trifirò

NextGenerationMe: Tonino Alessi, tra chimica e pasticceria

Eccoci nuovamente con  la rubrica “NextGenerationMe”. Entriamo per la prima volta nel mondo del food blogging e della pasticceria con Tonino Alessi, messinese classe ’95 originario di Faro superiore.

Dopo aver ottenuto il diploma scientifico presso il Liceo Scientifico “Archimede”, si è laureato in “Ingegneria industriale” -curriculum “chimica e materiali”- presso l’Università degli Studi di Messina.

La sua più grande passione è senza dubbio la cucina, che studia da autodidatta e spera possa diventare presto la sua professione. Alla cucina è dedicato il suo profilo instagram @incucinacoltony, dove posta le sue creazioni.

Abbiamo scambiato quattro chiacchiere con Tonino per conoscerlo meglio.

Se dovessi scegliere un aggettivo che ti descriva al meglio, quale sarebbe? 

Bella domanda, anche se un pò complicata. Posso dirti di essere una persona molta curiosa. Tendo sempre a voler conoscere qualcosa di nuovo ed è una caratteristica che mi aiuta molto anche quando mi approccio alla cucina; l’idea è quella di migliorare e la curiosità mi spinge sempre ad andare avanti, ad ampliare conoscenze e competenze. Quindi se dovessi scegliere un solo aggettivo direi “curioso”.

Quando è nata la passione per la cucina, quando è scoccata la scintilla? 

Non c’è stata una vera e propria scintilla o un episodio specifico, è stato un percorso graduale. A 21 anni ero arrivato a pesare 127 kg. Ho sempre avuto parecchi problemi alimentari, sfogavo paure e timori classici dell’adolescenza, sul cibo. Questo mi aveva portato a mangiare in maniera ossessiva ed, ovviamente, ad una qualità della vita bassa sia dal punto di vista fisico che psicologico.

Un giorno ho deciso di rivolgermi ad un medico specializzato in nutrizione; complice il fatto che studiassi chimica ho avuto modo di conoscere e capire il funzionamento vero e proprio che il cibo ha sul nostro corpo. Mentre imparavo a cucinare i piatti che servivano al mio nuovo percorso alimentare, studiavo gli ingredienti e le loro proprietà e così sono passato dall’informarmi su internet all’acquisto di libri sempre più specifici e tecnici, finchè non mi sono reso conto che la cucina, in breve tempo, era diventata il centro dei miei interessi.

Poi mi sono avvicinato alla pasticceria e non credo sia un caso; prima di dimagrire ero molto goloso di dolci ed è come se da quella passione malsana ne fosse nata un’altra del tutto positiva.

In che modo la tua formazione accademica ha influenzato il tuo nuovo percorso?

La mia formazione universitaria ha giocato un ruolo importante. Quando fai pasticceria, infatti, hai un approccio più scientifico, perchè sei consapevole del fatto che gli ingredienti base utilizzati non sono poi così tanti; devi capire che unendo e trattando questi pochi ingredienti in modo diverso, ottieni risultati diversi, un pò come succede in chimica.

Di fatto, comprendere determinati fenomeni che avvengono tra molecole biologiche o molecole metalliche è più o meno la stessa cosa o, comunque, l’approccio o il metodo di studio è il medesimo. Così la mia passione ed i miei obiettivi si sono spostati gradualmente verso la pasticceria e la panificazione.

Oggi la cucina vive un periodo di grande esposizione mediatica, programmi come Masterchef che effetti hanno avuto sul settore? 

Secondo me  questa nuova veste mediatica della cucina nasce dalla volontà di alcuni ristoratori di investire sulla propria immagine pubblica; questo ha innescato un meccanismo, per il quale sia le grandi aziende che la televisione hanno percepito le potenzialità del prodotto ed hanno iniziato ad  investire su format culinari, per non parlare dei social.

Il settore ne ha beneficiato sicuramente ed oggi sempre più ragazzini hanno la  possibilità di appassionarsi alla cucina, anche se dietro a ciò che viene mostrato in tv ci sono sono ore di duro lavoro e grandi sacrifici.

Penso che ci sia un aspetto negativo per quanto riguarda i social, cioè la possibilità di creare un’immagine fuorviante, o non veritiera, tramite la preparazione di contenuti semplicemente ben confezionati e ottenere un grande successo senza che alla base ci sia una preparazione adeguata, ma non bisogna generalizzare. Io stesso, essendo all’inizio del percorso, sfrutto i social per farmi conoscere, ma credo che un percorso più graduale e solido alla fine possa fare la differenza.

Che progetti  hai e cosa pensi ci sia nel tuo futuro?

Anni fa ho fatto una scelta importante ovvero quella di non proseguire il percorso universitario per seguire il forte impulso che avevo verso la cucina e non me ne pento. Oggi sono alla ricerca di un lavoro che possa permettermi di compiere gli step successivi nel mio percorso in cucina e, nel frattempo, voglio continuare a migliorare e far crescere i miei profili social per farmi conoscere.

Il mio obiettivo più a lungo termine è iscrivermi ad una scuola di pasticceria che mi possa dare le competenze  necessarie a trasformare la mia passione in professione e sono convinto che passo dopo passo io possa riuscirci.

Ciao Tonino, ti ringraziamo per il tempo che ci hai dedicato.

Grazie a voi, a presto!

 

Emanuele Paleologo

 

Tonino sui social:

instagram.com/incucinacoltony/

facebook.com/tonino.alessi

linkedin.com/

Le esperienze di Tonino:

20/01/2017 Ospitata Youtube nel canale “AlidaTeenchef” condotto da Alida Gotta(ex concorrente Masterchef)

04/11/2018 Lezione di cucina “Sous vide e cottura a bassa temperatura” presso Accademia FoodLab (TO)

28/11/2018  Serata di premiazione contest organizzato da Fuudly e Altroconsumo presso Sonia Factory (MI)

24/03/2019 FICO Social Tour organizzato dal Consorzio Mortadella Bologna IGPcon Sonia Peronaci

28/06/2019: Corso su “BarbecueFood” con Denise Delli(ex concorrente Masterchef)

11/01/2020 Trial lesson di pasticceria moderna con Luca Perego (@lucake) presso Congusto Gourmet Institute

07/2020 – OGGIOspitate su Cusano Italia TVnel programma streaming “A CASA E IN FORMA”

 

 

 

 

UniMe-SIC: Chillemi e Crisafulli coinvolti nello sviluppo del prototipo di Moto3

Massimiliano Chillemi e Davide Crisafulli, studenti del corso di Laurea Magistrale di Ingegneria Meccanica dell’Università di Messina e facenti parte del reparto Aerodinamica di Stretto in Carena, sono stati coinvolti nello sviluppo del prototipo di Moto 3 del Gresini Racing dall’Ing. Lorenzo Scappaticci, mostrando un talento innato.

Fonte: unime.it

Cos’è stretto in carena?

Stretto in Carena – SIC è un team di MotoStudent del sud Italia formatosi all’interno dell’Università, sviluppando un modello complementare di formazione per studenti di UniMe. Compete con altri gruppi universitari in tutto il mondo, mettendo in pratica le competenze acquisite durante il corso di studi ed ha come fine quello di progettare, sviluppare e costruire un prototipo di moto da corsa che verrà testato e valutato sul circuito di Aragòn. Non è il primo progetto ad essere sviluppato, in precedenza il team ha partecipato ad altri progetti internazionali come “Mille e Una Vela” e “Formula Student”.

Perché è un progetto importante? Perché permette già all’interno del percorso universitario di formarsi sul campo e mettere in evidenza le proprie competenze, potendosi presentare alle aziende per un futuro lavoro.

Sito Stretto in Carena

Cos’è il Team Gresini Racing?

Il team Gresini Racing, è un team che compete nei più grandi campionati del moto mondiale (MotoGP, Moto 2, Moto 3) ma anche nella nuovissima Moto-E. È una delle realtà più importanti avendo disputato ben 774 GP e aver ottenuto 171 arrivi al podio.

Sito Team Gresini Racing

Cos’hanno fatto gli studenti?

I due studenti sono stati coinvolti nel progetto dal prof. Lorenzo Scappaticci di sviluppo di prototipo di Moto3 dopo aver partecipato ad una puntata di “Stretto in Cameretta” dallo stesso professore,  che ha così commentato:

Hanno dato un contributo numerico alla determinazione del campo di moto nella zona laterale del cupolino di una Moto3, con particolare riferimento all’interazione della mano con il flusso. Inoltre, hanno proposto soluzioni aerodinamiche utili alla riduzione della resistenza di scia.

Abbiamo avuto l’occasione di conoscere meglio i giovani protagonisti!

Cosa significa per te “Stretto in Carena”?

Davide: “SIC-Stretto in Carena è il trampolino di lancio che mi ha permesso di crescere sia dal punto di vista professionale che personale, dandomi la possibilità di mettermi in gioco e applicare le conoscenze acquisite durante il mio percorso di studi. Appena entrato nel team, nel 2018, il mio modo di vivere l’università è cambiato, da un semplice luogo di studio è diventata quasi una seconda casa, un ambiente stimolante dove ho avuto la fortuna di conoscere colleghi ambiziosi con cui lavorare verso un obiettivo comune e che si sono rivelati essere anche ottimi amici. L’esperienza svolta con Gresini insieme al mio collega Massimiliano e con la collaborazione del prof. Scappaticci della galleria del vento di Perugia, è sicuramente frutto dell’intenso lavoro fatto in questi anni per SIC e motivo di orgoglio personale, ma è anche la dimostrazione che non è necessario abbandonare la propria città per raggiungere grandi traguardi.”

Massimiliano: “SIC è stata all’inizio un’opportunità, perché mi ha permesso di coniugare le conoscenze teoriche con gli aspetti applicativi della progettazione di un prototipo pre-Moto3. Dopo quattro anni, posso dire che Stretto in Carena è a tutti gli effetti diventato una famiglia e che il lavoro e i sacrifici fatti in questo tempo mi hanno portato diverse soddisfazioni, tra cui la possibilità di lavorare sul nostro prototipo in galleria del vento a Perugia con il prof. Scappaticci, confermando sul campo la qualità del lavoro computazionale svolto in precedenza. Questo è stato il punto di partenza per altre esperienze di progettazione aerodinamica, tra cui quella recente condivisa con Davide in Gresini.”

Quali sono le tue ambizioni future?

Massimiliano: “La speranza mia e di tutto il team è di poter gareggiare a luglio, Covid-19 permettendo, alla prova finale in pista ad Aragon per poter completare il percorso compiuto finora. In futuro la mia intenzione è quella di continuare a lavorare in ambito aerodinamico, facendo tesoro delle competenze acquisite grazie a questo progetto.”

Davide: “Il mio prossimo obiettivo è sicuramente quello di continuare ad arricchire la mia formazione completando il percorso di studi magistrale per poi cogliere le opportunità di lavoro future che si presenteranno.”

Ringraziamenti

L’Università di Messina è entusiasta di vedere emergere i propri studenti e di offrire un percorso formativo ampio e soddisfacente. Il prof Eugenio Guglielmino (coordinatore del Corso di Laurea Magistrale Magistrale di Ingegneria Meccanica) e la prof.ssa Ida Milone (Direttore di Dipartimento di Ingegneria) si uniscono ai vari complimenti espressi.

Il team di UniVersoMe si complimenta con i ragazzi, i professori e l’Università tutta, sperando di vedere presto i due giovanissimi in pista ad Aragon!

Livio Milazzo

Nature Electronics: pubblicato uno studio targato UniMe

L’Università di Messina si distingue nuovamente a livello internazionale grazie al co-authorship del Professore Giovanni Finocchio, associato di Elettrotecnica afferente al Dipartimento MIFT dell’Ateneo peloritano, su uno studio sulla nucleazione e manipolazione degli skyrmions magnetici, mediante l’applicazione di gradienti di temperatura.

https://www.nature.com/natelectron/
Fonte: www.nature.com/natelectron

L’abstract è stato pubblicato sulla rivista “Nature Electronics“, considerata ormai una delle più autorevoli ed antiche riviste della comunità scientifica internazionale – insieme alla rivista Science -,  conosciuta sin dal 4 novembre 1869, data della sua prima pubblicazione.

Lo studio tratta del progetto sullo spin-caloritronico, un campo di studio sulle interazione tra spin elettronici e correnti termiche che può fornire le basi teoriche per la creazione di nanomotori termici ed per il recupero energetico dal calore dissipato in sistemi dalle dimensioni nanometriche, convertendolo in correnti di spin.

Il professore Finocchio ha fornito i modelli necessari a descrivere quantitativamente il comportamento sperimentale, utilizzando i parametri dei dispositivi valutati sperimentalmente e integrati poi nello studio. Questi sono serviti a spiegare come gli skyrmions magnetici, solitoni topologicamente protetti, si muovono dalle regioni calde alle regioni fredde del dispositivo.

L’obiettivo della ricerca è migliorare di molto la dissipazione dell’energia sotto forma di calore in dispositivi integrati, cosi facendo si migliorerebbe la scalabilità e potenzialmente aumenterebbe la frequenza di utilizzo.

Questo lavoro va ad aggiungersi ad un campo in espansione come quello della spin-caloritronica.

Non è il primo riconoscimento che i professori dell’Università di Messina ricevono nel campo del magnetismo applicato, infatti la Sezione Italiana dell’Istituto degli Ingegneri Elettrici ed Elettronici (IEEE) ha conferito, per il secondo anno consecutivo, il “Best Chapter Award 2020” al Chapter di Magnetismo guidato proprio dal prof. Finocchio. Nel team è presente anche il prof. Vito Puliafito, ricercatore RTD-A di Elettrotecnica appartenente al Dipartimento di Ingegneria di UniMe che gestisce il Chapter, con il ruolo di Segretario/Tesoriere.

Il Chapter di Magnetismo è stato premiato per le intense attività di divulgazione scientifica organizzate negli ultimi 12 mesi, anche in forma telematica durante la pandemia da COVID-19; seminari organizzati con cadenza mensile con la partecipazione di alcuni tra i migliori ricercatori mondiali nel campo del magnetismo applicato all’ingegneria, ad esempio la professoressa Phallavi Dhagat, Presidente della IEEE Magnetics Society.

Come se non bastasse il Chapter di Magnetismo sponsorizza un premio annuale in denaro per motivare e finanziare giovani ricercatori a presentare le loro ricerche ai colleghi in ambito mondiale.

Giuseppina Simona Della Valle

Open Day UniMe 2020 – Digital Edition: Giorno 2

Si terrà domani il secondo appuntamento (tre in totale) dell’Open Day UniMe – Digital Edition.

Martedì 21 Luglio – Area Scienze e Ingegneria

La seconda giornata sarà dedicata all’area delle scienze e di ingegneria.

Protagonisti

  • Dipartimento di Ingegneria
  • Dipartimento di Scienze matematiche e informatiche, scienze fisiche e scienze della terra
  • Dipartimento di Scienze chimiche, biologiche, farmaceutiche ed ambientali

Coloro i quali volessero solo assistere all’Evento, potranno farlo in diretta sulla pagina Facebook dell’Ateneo.

servizi e le agevolazioni saranno presentati esclusivamente sulla piattaforma Teams nel corso di tutti e tre i giorni (gli orari sono consultabili nei programmi).


Qui consultabili i programmi dettagliati relativi alla giornata:

https://www.unime.it/sites/default/files/21_Programma_0.pdf

https://www.unime.it/sites/default/files/21_SERVIZI.pdf

Claudia Di Mento

 

L’astronauta J. N. Williams, in esclusiva per UniversoMe

©Giulia Greco – Jeffrey N. Williams – Unime, 31 Ottobre 2019 

Lo scorso 31 Ottobre, presso l’Aula Magna del rettorato, si è svolta la Cerimonia di Conferimento del Dottorato honoris causa in Fisica al Colonnello Jeffrey N. Williams, uno degli astronauti più importanti della NASA. L’astronauta ha partecipato a diverse missioni spaziali, trascorrendo in totale ben 534 giorni nello spazio, durante i quali ha compiuto cinque spacewalks per un totale di circa 32 ore. Il Colonnello ha lavorato allo sviluppo dei programmi della Stazione Spaziale Internazionale, contribuendo inoltre all’upgrade della cabina di pilotaggio dello Space Shuttle.

Noi di UniVersoMe siamo riusciti a porgli qualche domanda.

Cosa significa per lei ricevere il Dottorato honoris causa in Fisica presso la nostra Università?

Beh, è senz’altro un onore per me ricevere questo Dottorato proprio in questo Ateneo, che è uno dei nostri partner con cui collaboriamo.

Lei è stato fino al 2017 l’astronauta americano che ha trascorso più tempo nello spazio. Qual è il momento più bello che ha vissuto nello spazio, e quale quello peggiore?

Non credo di aver avuto un momento peggiore, ho avuto però tanti momenti bellissimi. Ho avuto la fortuna e l’onore di poter contribuire all’assemblaggio della Stazione Spaziale Internazionale e di vederla realizzata. E’ un incredibile risultato di collaborazione internazionale ed un punto di riferimento per la ricerca spaziale. Il primo modulo è stato assemblato nel 1998 e continuerà ad orbitare attorno alla Terra per tanti altri anni.

©Giulia Greco – Jeffrey N. Williams – Unime, 31 Ottobre 2019 

Il tempo che ha passato nello spazio l’ha cambiata? O comunque, ha influenzato qualche sua convinzione?

Certamente ha ampliato la mia visione della vita. Vedo il mondo in maniera diversa, le persone in modo diverso. Quando si cresce nella propria comunità si ha una visione limitata delle cose, e certamente un’esperienza del genere ti cambia. Per questo voglio condividere con tutti ciò che ho vissuto, come con voi oggi.

Nel suo libro “The work of his hand” afferma che lo spazio mostra la prodigiosa creazione di Dio. Crede che vi sia un conflitto tra fede e scienza? Come la fede può stare al passo con la continua rivoluzione scientifica? 

Non credo ci sia un conflitto tra scienza e fede, specialmente tra la scienza e la Bibbia. Dipende dall’approccio che abbiamo: se credi in Dio, e credi che si manifesti attraverso la natura e puoi studiare la natura attraverso la scienza ed attraverso la Sua parola, che riconosce la scienza, allora non c’è conflitto; se invece fai scienza partendo dal presupposto che non esiste un Dio, quindi devi spiegare l’esistenza di tutto senza una fede, devi affidarti al caso, ed è qui che nasce il conflitto.

©Giulia Greco – Jeffrey N. Williams – Unime, 31 Ottobre 2019 

Se potesse incontrare il Jeffrey N. Williams appena ventenne, quali consigli vorrebbe dargli? 

Gli consiglierei di continuare a lavorare duro, ad essere una persona di carattere, di studiare, di sviluppare e seguire i propri interessi e le proprie passioni così da essere pronti alle occasioni che si apriranno.

Oggi, specialmente in Italia, è difficile per i giovani scienziati essere valorizzati, portare avanti le proprie ricerche e pensare in grande. Cosa consiglia a tutti a tutti loro?

A volte pensiamo che aspirare a qualcosa di grande sia al di là delle nostre potenzialità. Ma il progresso, soprattutto nell’ambito scientifico, si è compiuto a piccoli passi. Quindi direi loro di cogliere le opportunità e responsabilità che gli sono offerte e non pensare subito e solo al grande obbiettivo che si ha. Così ti ritroverai ad un certo punto a guardarti indietro, e vedrai quanta strada e quanto contributo sei riuscito a dare senza accorgertene.

 

Antonio Nuccio

EBEC Messina 2019

 

EBEC (European Best Engineering Competition) è una competizione ingegneristica nazionale a squadre, divisa in due categorie: Team Design e Case Study. In entrambe le categorie rientrano incarichi interdisciplinari sviluppati per gli studenti di tecnologia. Ogni studente che fa parte dell’Università di Messina può prendere parte al Round locale EBEC Messina.

EBEC è una competizione a piramide dove i Round Locali, 79 totali in tutta Europa, mettono alla prova squadre di quattro persone che competono contro altri gruppi per arrivare al Round Nazionale. Infatti, la squadra vincitrice di ogni Round Locale potrà partecipare a uno dei 15 Round Nazionale o Regionale.

EBEC è concepita in maniera tale che tutti i partecipanti in ogni Round Nazionale o Regionale possano lavorare insieme in maniera adeguata per risolvere un problema più grande a livello Europeo. Ogni Round Nazionale o Regionale risolve individualmente una serie di problemi minori che verranno poi combinati e possibilmente usati per risolvere il problema più grande. In questo modo, i partecipanti di EBEC, da diverse parti d’Europa, lavoreranno insieme verso lo stesso obiettivo, mentre si concentrano su diverse parti dello stesso progetto.

Gli studenti che partecipano a EBEC sono divisi in squadre da quattro. Queste squadre possono scegliere di competere in una delle due categorie: Team Design o Case Study. Quelle che decidono di partecipare al Team Design hanno un tempo limite per progettare e costruire una soluzione creativa a un problema di ingegneria, usando materiali e strumenti concessi dagli organizzatori, in base al compito dato. I partecipanti al Case Study lavorano su una serrata analisi di un problema di tecnologia e arrivano ad esprimere dettagliate proposte per una soluzione al problema dato.

La competizione si articola nei giorni del 13, 14 e 15 Marzo dalle ore 15:00 alle ore 20:00 presso il Dipartimento di Ingegneria, Contrada Di Dio, 98166, Santa Agata, Sicilia.

Radio UniVersoMe, la web radio ufficiale della testata giornalistica universitaria UniVersoMe, sarà presente all’evento nella giornata di giovedì dalle 14:30 alle 18:00, per seguire e commentare in diretta lo svolgimento della competizione di quel giorno. Gli speaker stuzzicheranno la curiosità e l’interesse degli ascoltatori, svelando i dettagli e i segreti del dietro le quinte dei progetti in gara. Questo avverrà intervistando le varie squadre dopo che i rispettivi progetti saranno presentati alla giuria.

Per saperne di più visitate il sito: https://www.bestmessina.it/ebec-messina-2019/

Lo studente di informatica, agitare bene prima dell’uso

Chi siamo? Da dove veniamo? C’è vita dopo la morte? Possono sopravvivere i neuroni ad una puntata di Temptation Island? Ma soprattutto, esiste qualcuno più stressato di un informatico? Se alle prime 4 domande la scienza non è ancora stata in grado di rispondere, la risposta all’ultima ve la do io: più stressato di un informatico c’è solo lo studente di informatica!

E se pensate che districarsi tra funzioni differenziali, derivate parziali e integrali doppi e tripli sia quanto di più terribile possa affrontare il malcapitato, vi sbagliate di grosso! Le domande di un orale di ingegneria sono bazzecole in confronto a quelle che un ‘non addetto ai lavori‘ pone costantemente al nostro povero studente.

meme-informatica

UniVersoMe, solo per voi, presenta:

LE 5 DOMANDE DA NON FARE AD UNO STUDENTE DI INFORMATICA

1.Ma tu che sei informatico…mi aggiusti il computer?

Partiamo con un evergreen. È questo il momento in cui puoi dichiararti ufficialmente studente di informatica. Non l’immatricolazione, non la prima lezione e neanche il primo esame dato. Chiariamo una cosa: non sono Bill Gates, non so perché il tuo portatile si sia bloccato al 16% degli aggiornamenti automatici, non so perché sia fermo su quella ‘schermata blu con scritto errore’ né tanto meno perché non si accenda più. Sì, ci so fare con i computer, ma questo non vuol dire che conosca la soluzione ad ogni problema (se controlli la mia carta d’identità il mio nome non è Google… e neanche Salvatore Aranzulla). E comunque, dammi ‘sto portatile che te lo formatto e torna tutto come nuovo.  

2. Ma tu che sei informatico…non è che sai come installare Office?

Sì, certo, le mie 21 materie nel piano di studi servono proprio a questo, a installare Microsoft Office sul tuo pc. È sempre stato il mio sogno; fin da bambino immaginavo il momento in cui, con la mia meravigliosa e sudatissima laurea in Ingegneria Informatica, avrei potuto scaricare e poi installare Office 2010 su tutti i computer del mondo. Non vedo l’ora di iniziare il corso di laurea magistrale per imparare ad installare anche Adobe Photoshop.                                                                                                                                                                     

3. Ma tu che sei informatico…riesci ad entrare nei computer degli altri?Io vedo Mr.Robot e lui lo fa sempre!

Beh, sfatiamo un mito: di tutte le cose che vedete nei film sull’informatica solo uno scarso 15% è verità. Per esempio non è che gli hacker sono cool come in TV e lavorano davanti a schermate nere con scritte verdi e toccando un quantitativo immenso di tasti a caso riescono ad entrare sul sito della Nasa e lanciare razzi in giro per lo spazio. No. Assolutamente no. Non funziona così.                                                                                                 

4. Ma tu che sei informatico…mi si è rotto lo schermo del cellulare e mi hanno chiesto 250 euro, lo sai smontare e riparare, no?

No, ti ricordi della magistrale in ‘Installazione Photoshop‘? Se prima non termino la specialistica non mi posso iscrivere nel master in ‘Riparazione schermi Iphone‘. Però te lo giuro, questione di mesi e mi immatricolo.                                                                                                                                                                                               

5. Ma tu che sei informatico…mi è venuta un’idea. Puoi hackerare Esse3 e convalidarmi tutte le materie?

Ma secondo te, se io fossi capace di fare tutto ciò sarei ancora qui a farmi Centro-Papardo tutte le mattine? A correre per prendere mezzi pieni di gente che nel 2018 non ha ancora scoperto l’esistenza del sapone? Ma soprattutto, se fossi in grado di entrare sul sito dell’Università e convalidarmi tutte le materie, secondo te, passerei ancora ogni giorno della mia vita a rispondere a tutti i cretini come te che mi fanno questo genere di domande?! 

meme-informatica

Scusate lo sfogo, ora posso tornare sui libri o a “smanettare al pc” da bravo nerd, come quasi sicuramente penserà la maggior parte di voi. E no, non me la prendo con nessuno di voi, in fondo è solo colpa mia. Avrei dovuto sapere sin dall’inizio a cosa sarei andato incontro. Comunque, se può consolarvi, sarete anche uno stress, ma lo stress più divertente che conosca! Se rifarei questa scelta? Certo! Analisi, matematica, fisica, nipoti parenti tombola a natale e mal di testa ricorrenti e tutto questo per un “ma tu che sei informatico“…

 

 

 

University Basket Cup: Patologia Umana è la prima finalista

Partita senza storia tra Ingegneria e Patologia Umana, valida per la semifinale del torneo interdipartimentale di basket, che ha visto questi ultimi avere la meglio con il punteggio di 75 a 49, ed assicurarsi un posto valido per la finale del 16 giugno.

Primo quarto a senso unico

La differenza di potenziale tra le due squadre si nota già dalle prime battute di gara con Corazzon che infila il primo canestro della partita, a cui seguono due bombe consecutive dalla distanza di Andrea Buono, autentico mattatore dell’incontro. Nonostante Gulletta e Greco provino ad arginare, è ancora Buono a dettare legge con un altro tiro dall’arco (chiuderà la partita con 6 triple a bersaglio su 8 tentativi) e un canestro di prepotenza scaturito da un rimbalzo offensivo dopo l’1 su 2 dalla lunetta di Trimarchi. Due stoppate di Corazzon e un contropiede di De Giulio chiudono il primo quarto sul 23 – 5.

Secondo quarto sulla falsa riga del primo

Il secondo quarto si apre come si era chiuso il primo: ennesima tripla di Buono. Il viaggio in lunetta di Antonio Perrone, capitano e trascinatore di Ingegneria, frutta i primi 2 punti della gara a cui ne seguiranno altri 5 di fila con una tripla e un canestro in transizione. Panuccio si fa notare con un fallo e canestro prima e con una tripla poi, sfornando un assist per De Giulio, a cui seguono i primi due punti della gara per Gugliotta. Greco e Gulletta provano a pungere i ragazzi di Patologia che però con una tripla di De Giulio prima e con Trimarchi poi sigillano il risultato sul 46 – 14.

Terzo quarto: il tentativo di ripresa

Una tripla di Greco, un pregevole arresto e tiro in contropiede da tre di Perrone a cui seguono due comodi appoggi di Gulletta e Greco fanno sperare in una ripresa di gioco più scoppiettante e meno unidirezionale del match, e dopo i 2 punti di Brancati Patologia è costretta a chiamare il timeout. Corazzon decide che è il momento di riprendere le vecchie abitudini e regala un assist dietro la schiena per Gugliotta. C’è spazio anche per una tripla di Trimarchi, a cui seguirà a breve quella del solito Buono. Corazzon decide che non è serata per gli avversari e rifila la terza stoppata della partita, e Perrone chiude la terza frazione con una tripla “buzzer beater a fil di sirena, con un punteggio parziale di 21 – 15 in favore di Ingegneria, nonostante un passivo complessivo di 26 punti.

Quarto quarto senza emozioni

Con la partita già da tempo archiviata, il quarto quarto diventa territorio del “garbage time”, e le due squadre non si pungono più di tanto. C’è spazio per chi ha giocato meno e per Corazzon, che incrementa il proprio bottino di punti arrivando a quota 8.

Patologia aspetta l’avversaria del 16 giugno

Il finale recita Patologia 75 – Ingegneria 49. MVP della gara Andrea Buono con 24 punti, 6 su 8 dall’arco e 2 recuperate. Perrone mette a referto 22 punti e una prestazione solida. Corazzon l’uomo chiave della difesa di Patologia Umana. Appuntamento alla prossima semifinale, che attribuirà il secondo pass disponibile per la finale del 16 giugno.
Segui l’evoluzione dei tornei interdipartimentali di calcio e basket su UniVersoMe alla pagina http://portale.unime.it/universome/torneointerdipartimentale

Tabellino

Ingegneria

Perrone 22, Gulletta 12, Greco 11, Fugazzotto 2, Brancati 2, Accordino, Randazzo, Munafò.

Patologia Umana

Buono 24, Panuccio 18, Trimarchi 9, Corazzon 8, Gugliotta 8, De Giulio 7, Guardavalle 2.

 

Salvo Bertoncini