Cgil e Uil oggi in sciopero generale: stop a trasporti e servizi. Ecco spiegate le motivazioni

Le due sigle sindacali Cgil e Uil hanno proclamato un nuovo sciopero generale. La manifestazione nazionale si è tenuta a Roma con un contemporaneo svolgimento delle iniziative nelle città come Bari, Cagliari, Milano e Palermo che hanno fatto da cornice allo stop di 8 ore sia dei trasporti cittadini sia di molti altri settori.

Sciopero generale del 16 dicembre -Fonte:ilgiorno.it

Lo stop odierno è volto a protestare contro la legge di bilancio presentata dall’Esecutivo. Tale manifestazione, di portata nazionale, ha compreso nel suo spettro lavoratori pubblici e privati inseriti dal trasporto ferroviario, aereo e cittadino, il personale autostradale, i corrieri, i lavoratori della logistica, i portuali e gli autotrasportatori. Sono rimasti fuori invece i dipendenti sanitari, delle poste e dell’istruzione scolastica. La presenza dei segretari generali di Cgil e Uil, Maurizio Landini e PierPaolo Bombardieri, alla manifestazione in Piazza del Popolo a Roma, ha visto come contraltare la mancata adesione della Cisl. Questa ha indetto invece uno sciopero alternativo previsto sabato 18 dicembre “per lo sviluppo, il lavoro, la coesione”.

Motivazioni dello sciopero

La “Manovra 2022” messa in moto dal Governo Draghi è stata oggetto di un sentimento di generale insoddisfazione da parte dei sindacati confederati italiani Cgil e Uil. I fronti caldissimi su cui si sono scontrati risultano i seguenti:

  • Fisco
  • Pensioni
  • Scuola
  • Politiche industriali
  • Contrasto alle delocalizzazioni
  • Precarietà del lavoro giovanile e femminile
Sciopero generale del 16 dicembre: chi si ferma -Fonte:tg24.sky.it

Il nodo della questione si aggira prettamente sull’intervento governativo finalizzato alla riduzione della pressione fiscale sui fattori produttivi, attraverso l’uso di 8 miliardi di euro annui destinati alla riduzione dell’Irpef (quota percentuale di reddito assorbita dall’imposta aumenta in proporzione al reddito stesso) e dell’Irap (un tributo da versare ogni anno alla propria regione di appartenenza, che va a tassare il cosiddetto “valore della produzione”, ossia la differenza tra il ricavato complessivo annuale ed una quota che comprende i principali costi di gestione).

Le lamentele dei sindacati sono nate per la mancanza – a loro dire-  di confronto con le parti sociali. La richiesta di Cgil, Uil e Cisl è dunque volta ad indirizzare le intere risorse verso la riduzione della pressione fiscale sui redditi bassi e medio-bassi dei lavoratori e dei pensionati, che rappresenterebbero circa l’85% dei contribuenti Irpef.

La scelta invece adoperata dall’Esecutivo è stata – secondo i sindacati – quella di operare in maniera ingiusta sui redditi di tutti i contribuenti, anche quelli più ricchi. Quest’ultimi altresì ne trarranno maggior vantaggio, innescando un sistema contrario della progressività, facendo sì che i redditi dei lavoratori dipendenti, fino a 35mila euro, siano i più penalizzati. Ciò si verificherà a seguito dell’abbassamento dell’aliquota che verrà compensata con l’effetto delle nuove detrazioni.

Tagli dell’Irpef e Irap -Fonte:investireoggi.it

L’esito di questo meccanismo di iniquità è il frutto della struttura del sistema fiscale italiano fondato su una tassazione progressiva divisa per scaglioni di reddito. Dunque ad esempio

“Se si abbassa la seconda aliquota (da 27 a 25%) non significa che ciò riguardi solo ed esclusivamente chi guadagna tra 15.001 euro e 28.000. Se il mio reddito è 50mila euro, i miei primi 15mila euro saranno tassati al 23%, dai 15.001 a 28.000 al 25% (ora al 27%) e la parte restante al 35% (ora al 38%), con il risultato di circa 740 euro di tasse in meno da pagare.”

La contrarietà dei sindacati alla riduzione o cancellazione dell’Irap di oltre 1 miliardo di euro è dovuta al fatto che questa tassa regge il Sistema sanitario nazionale. Si deduce pertanto come, non mai più di oggi, le garanzie per la sanità necessitano di essere incrementate e non ridotte. Affinché si mantenga lo stesso ammontare del taglio dell’Irap si dovrà ricorrere alla fiscalità generale e dunque ad un ulteriore costo che verrà spalmato su tutti i contribuenti.

L’altro punto molto criticato della legge di bilancio è la quantità di denaro stanziato al fine di limitare l’aumento del costo delle bollette energetiche. Il disegno di legge prevede altresì il finanziamento di 2 miliardi di euro per compensare gli effetti della crisi energetica sulle bollette della popolazione, ma i sindacati li hanno giudicati troppo miseri.  L’Esecutivo infatti negli ultimi giorni ha già aumentato il totale dei fondi stanziati a 3,8 miliardi di euro.

La soluzione secondo i sindacati

La proposta dei confederati italiani mira ad intervenire sui redditi bassi e medio-bassi utilizzando la decontribuzione strutturale per i lavoratori con un reddito non superiore a 20 mila euro annui.

Tale agevolazione nasce dalla scarsa capienza fiscale di circa 11 milioni di lavoratori. Dunque l’intervento sulle agevolazioni sociali permetterà un immediato vantaggio, evitando così la riduzione della detrazione di spese mediche o spese per istruzione.

Perché giovedì 16 dicembre c’è lo sciopero generale -Fonte:quifinanza.it

Queste sostengono altresì un incremento delle detrazioni da lavoratore dipendente per i lavoratori dai 20 mila euro ai 50 mila euro e la detrazione da pensione per i pensionati.  Si sarebbe dunque selezionata e “ritagliata” la platea di riferimento dell’intervento fiscale. Ciò avrebbe evitato la dispersione delle poche risorse su platee più ampie.

“I redditi più alti non utilizzeranno il vantaggio fiscale per aumentare i consumi o ridurre i debiti, al contrario dei redditi più bassi il cui contributo alla crescita economica è tanto forte quanto è maggiore il beneficio fiscale.”

L’applicazione di una riforma fiscale più equa potrebbe dunque ricavarsi attraverso la conduzione di una lotta seria all’evasione e all’elusione fiscale e contributiva, che ridurrebbe drasticamente l’edificio che alimenta l’economia sommersa.

Lo sciopero del 16 dicembre

Ad aderire all’iniziativa sono trasporti locali e nazionali (dai bus alle metro ai taxi, dai treni agli aerei), gli uffici pubblici e privati, gli studi professionali, gli organi di Polizia, le aziende private, le fabbriche e le banche.

Sciopero generale, Cgil e Uil contro tutti -Fonte:newsby.it

Filt-Cgil e Uiltrasporti hanno indetto uno sciopero sia dei dipendenti di Ferrovie dello Stato (dalla mezzanotte alle 21 del 16 dicembre). Sono garantite due fasce orarie in cui i treni circoleranno regolarmente (dalle 6 alle 9 e dalle 18 alle 21).  Le tratte a lunga percorrenza, sia con le compagnie come Trenitalia e Italo, non subiranno cancellazioni. Non vi hanno aderito invece i dipendenti di Trenord, azienda che gestisce il trasporto ferroviario regionale della Lombardia.

Nel trasporto aereo lo sciopero riguarda il personale navigante, gli addetti alle attività operative degli aeroporti e i controllori di volo. Sono assicurati anche qui una serie di voli nazionali e internazionali (dalle 7 alle 10 e dalle 18 alle 21).

A partecipare è stata anche la Rai che ha annunciato delle variazioni alla programmazione televisiva odierna, dovuta all’adesione dell’interno turno di lavoro avvertito da Sic-Cgil e Uilcom-Uil (dalle ore 24 di oggi).

Chi non si ferma

Saranno esonerati dalla manifestazione:

  • Il settore della sanità pubblica e privata, comprese le RSA: al fine di salvaguardare il diritto prioritario alla salute dei cittadini in questa fase di emergenza pandemica;
  • La scuola, per quanto riguarda i docenti e il personale ATA: non rientrano in tale esenzione i servizi mensa;
  • I settori dell’igiene ambientale;
  • Gli sportelli postali: in quanto essenziali all’adempimento di pagamenti importanti come l’Imu, nell’ultimo giorno disponibile;
  • Le aziende esonerate per singole concomitanze con agitazioni ravvicinate già annunciate: si intendono le cooperative degli stenografisti dei tribunali, le imprese nelle pulizie multiservizi e nella vigilanza privata;
  • Alcune aziende del trasporto pubblico locale come la Panoramica Chieti e la Avm-Actv di Venezia e nel trasporto aereo le società di servizi aeroportuali come la Mle che opera a Linate e Malpensa, o il personale addetto ai servizi portuali che sciopererà invece il 17 dicembre.
Poste Italiane -Fonte:postenews.it

Giovanna Sgarlata

Bologna: studentessa No green pass si rifiuta di lasciare l’aula. Incongruenze tra le dichiarazioni e caos in università

Scoppia il caos presso la facoltà di filosofia dell’Università di Bologna: la studentessa No Green pass si è rifiutata di uscire dall’aula, facendo annullare lo svolgimento della lezione.

Bologna, studentessa No Green pass resta in aula –Fonte:correredibologna.corriere.it

Protagonista di questa vicenda diventata mediatica è Silvia, una studentessa di 20 anni che frequenta l’Università di Bologna, iscritta al secondo anno del corso di laurea in filosofia.  È accaduto mercoledì 6 ottobre, quando a seguito della violazione del protocollo universitario che afferma l’obbligo del passaporto verde per poter accedere ai luoghi universitari, la lezione è stata sospesa. Non sono di certo mancate le minacce e gli insulti per la ragazza, la quale ha denunciato l’accaduto pubblicamente, attraverso il suo profilo social e durante la manifestazione svolta presso il cortile Guido Fanti nel capoluogo emiliano. Si è così scatenata una protesta che ha visto decine di studenti appellarsi contrariamente agli obblighi governativi in materia di Green Pass.

Green Pass: le regole per le università

Il 10 settembre 2021 è stato pubblicato nella Gazzetta Ufficiale, il decreto legge n.122 recante “Misure urgenti per fronteggiare l’emergenza da COVID-19 in ambito scolastico, della formazione superiore e socio sanitario-assistenziale”, che estende l’obbligo di esibire il green pass a tutti coloro intendano entrare in una scuola, ad eccezione degli studenti e di chi risulta esentato dal vaccino.

Green pass Università –Fonte:adnkronos.com

Chiunque accede alle strutture del sistema nazionale universitario deve possedere ed è tenuto ad esibire la certificazione verde COVID-19. I responsabili delle Università e delle istituzioni di alta formazione artistica, musicale e coreutica sono tenuti a riscontrare il rispetto delle prescrizioni.

I controlli svolti a campione, saranno effettuati attraverso le modalità operative individuate dagli Atenei. Le uniche esenzioni riguardo le misure contenute nella decretazione d’urgenza dovranno essere rilasciate tramite idonea certificazione seguendo i criteri definiti dal Ministero della Salute.

Cosa è accaduto il 6 ottobre

La studentessa Silvia, pur essendo a conoscenza delle normative vigenti sul territorio nazionale e sapendo che il mancato rispetto di queste avrebbe sicuramente dato avvio ad una situazione di rischio, ha preferito ignorare le richieste dell’addetto all’ingresso, entrando “clandestinamente” nell’aula per seguire la lezione in presenza.

Silvia ha esposto l’accaduto alla docente; quest’ultima, al fine di far rispettare le normative presenti nel protocollo sanitario, ha dovuto interrompere la lezione, invitando tutti i partecipanti a lasciare l’aula.

Studentessa No Green Pass rifiuta di uscire dall’aula –Fonte:ilriformista.it

Si è così dato avvio una perseverante scia di insulti verbali e mediatici sui gruppi sociali nei confronti della ragazza; alcuni pendolari le avrebbero persino chiesto il rimborso del costo del biglietto visto che, a causa sua, la lezione è stata sospesa.

La vicenda ha avuto una tale risonanza da coinvolgere anche il prorettore dell’università, Mirko Degli Esposti che ha dichiarato

“L’obiettivo del nostro Ateneo è quello di evitare di chiamare le Forze dell’Ordine. Il mio sincero invito è alla responsabilità, vorrei che la gente avesse più memoria: un anno fa avevamo aule e biblioteche vuote, nessuno vuole tornare lì, vaccini e Green Pass sono gli strumenti per evitarlo.”

La risposta della docente

Luisa Lugli è la docente che ha interrotto la lezione dove si era presentata Silvia, che racconta presso la testata giornalistica “Repubblica” la sua versione dell’accaduto, che nega la presenza di aggressioni raccontate e denunciate dalla ragazza. Afferma altresì di non aver mai visto la studentessa al corso in presenza.

Studentessa senza Green pass, lezione sospesa –Fonte:corrieredibologna.corriere.it

Dalle dichiarazioni rilasciate dalla Lugli, che era stata avvisata dal personale della presenza di una ragazza sprovvista di certificazione, l’invito a lasciare l’aula era pervenuto successivamente al colloquio con il direttore. Questi riprendendo il protocollo di Ateneo si è appellato al richiamo del corretto comportamento degli studenti, affinchè l’ambiente universitario risulti un luogo che salvaguardi la sicurezza di tutti. Prioralmente nella fase attuale che permette il riempimento degli spazi universitari fino al 100%.

Alta tensione sul Green Pass

La manifestazione tenutasi sabato scorso nel cortile Guido Fanti a Bologna, ha visto spiccare tra le voce del gruppo “Studenti Unibo contro il Green Pass”, anche Silvia che ha voluto raccontare la “reazione di spropositata violenza scaturita da chi si sente protetto da normative illegittime”.

Per la studentessa andare a lezione senza il Green Pass non è di certo un reato, ma un atto di disobbedienza contro l’infame tessera verde”, nonostante l’Università garantisca la didattica mista, permettendo agli studenti di seguire i corsi online.

Green Pass manifestazione –Fonte:ilrestodelcarlino.it

Risulta chiaro come il suo discorso sia incentrato sulla mancanza di fede nella Certificazione Verde, definendolo come uno strumento di controllo e discriminazione. Avvalorando altresì il diritto di seguire le lezioni in presenza a seguito del pagamento delle tasse annuali previste dall’Ateneo.

Nello stesso pomeriggio in cui venivano rilasciate queste dichiarazioni, esplodevano a Roma gli scontri tra forze dell’ordine e gruppi No Green Pass, i cui atti di violenza sono culminati in un assalto presso la sede del Cgil e acute tensioni nei pressi di Palazzo Chigi.

Tali rivolte si pongono così di essere in netta contrapposizione al decreto legge del 6 agosto. Questo prevede dal 1° settembre e fino al termine dello stato di emergenza fissato al 31 dicembre 2021 per le attività in presenza, il possesso e l’esibizione del green pass previsto dall’art. 9 del decreto legge 22 aprile 2021, eccezione applicata solo per i soggetti esentati dalla campagna vaccinale.

Giovanna Sgarlata

Salta lo stop ai licenziamenti: ecco cosa succederà dal 1° luglio

Il Decreto Sostegni bis ha eliminato la proposta della proroga del blocco dei licenziamenti suggerita fino al mese di agosto. Le ultime disposizioni designano come nuova scadenza il 30 giugno 2021.

Stop al blocco dei licenziamenti –Fonte:tuttolavoro24.it

Dal primo luglio si potrà così legittimare le aziende e l’edilizia ad indire i licenziamenti. Il Ministro del Lavoro, Andrea Orlando, non è riuscito a trovare ancora gli strumenti necessari che permetteranno a chi è rimasto senza occupazione di avere un’ulteriore opportunità lavorativa. Secondo quanto riportato da Palazzo Chigi, a tale stop, vi corrisponderanno delle soluzioni alternative, promosse attraverso la mediazione del Presidente del Consiglio Mario Draghi per accogliere le diverse delibere sul tema fortemente discusso dal potere governativo.

Decreto Sostegni Bis: cos’è e cosa prevede

Pubblicato in Gazzetta Ufficiale martedì 25 maggio, il Decreto Sostegni bis, si presenta come un provvedimento dell’Esecutivo Draghi volto ad indurre innovative misure di sostegno alle imprese italiane, soprattutto alla categoria delle micro, piccole e medie imprese (PMI), che stanno subendo le dure conseguenze relative alla crisi generata dall’epidemia da Covid-19, poiché costrette a chiudere o ridurre significativamente la loro produzione.

Decreto Sostegni bis –Fonte:pmi.it

Lo scostamento di bilancio autorizzato dal Parlamento di circa 40 miliardi, si somma ai precedenti 32 del Sostegni uno. La nuova disposizione varata dal Consiglio dei Ministri e dal Ministro dell’Economia Daniele Franco, mira ad agire su interventi che si articolano su 7 principali linee di azione:

  • sostegno alle imprese, all’economia e abbattimento dei costi fissi;
  • accesso al credito e liquidità delle imprese;
  • tutela della salute;
  • lavoro e politiche sociali;
  • sostegno agli enti territoriali;
  • giovani, scuola e ricerca;
  • misure di carattere settoriale.

Licenziamenti dal primo luglio

Nella versione definitiva del decreto, viene a mancare perciò la proroga del blocco dei licenziamenti, antecedentemente annunciata fino al 28 agosto. Ne scaturisce che le aziende da luglio, potranno far ricorso alla Cassa integrazione Covid-19, introdotta dal Governo per essere usata come ammortizzatore sociale specifico per sostenere il reddito dei lavoratori, per ogni caso si sospensione o riduzione dell’attività lavorativa. Le prime misure economiche, per le famiglie e le imprese localizzati nei Comuni della zona rossa, sono state adottate attraverso il Decreto Legge n.9/2020. Con questo si è allargato l’ambito di applicazione della Cassa integrazione (CIG), introducendo una procedura più semplice, al fine di poter accedere al trattamento di integrazione salariale, da parte della quasi totalità delle aziende nei settori più colpiti, durante il primo periodo, dal lookdown.

Successivamente l’estensione della zona rossa sull’intero territorio italiano, ha permesso un analogo ampliamento della tutela dei lavoratori nazionali. Con il Decreto Legge n.18 del 17 marzo 2020 sono stati disciplinati gli accessi alla CIG, che poteva avere la durata di massimo 9 settimane a partire dal 23 febbraio 2020. Le numerose proroghe a seguito, dovute alla protrazione dell’emergenza sanitaria, hanno prolungato il divieto di licenziamento con il Decreto Legge n.104/2020, meglio noto come D.L. Agosto.

A tal proposito, il decreto prevede il versamento di un contributo addizionale da parte delle aziende che intendono usufruire dell’ammortizzatore sociale ma non hanno subito una perdita del fatturato durante il primo semestre 2020.

Blocco licenziamenti –Fonte:laleggepertutti.it

Il provvedimento sebbene tolga alle imprese il veto di licenziare, resta pur sempre attiva la possibilità di poter usufruire della Cassa integrazione gestita dall’INPS (Istituto Nazionale Provvidenza Sociale). L’intervento di quella ordinaria, è finalizzata a supportare ipotesi di crisi aziendali contingenti e di breve durata, che nel suddetto caso, si attua senza che venga apposto il pagamento di addizionali fino al 31 dicembre 2021. Solo per costoro, si allungherà il blocco ai licenziamenti per tutta la durata in cui fruiranno di tale aiuto.

Le critiche mosse contro la proposta del Ministro Orlando

Stop al blocco dei licenziamenti:it.sputniknews.com

La conferenza stampa tenutasi il 20 maggio dopo la dichiarazione del Decreto Legge, ha posto il Ministro del Lavoro Andrea Orlando (PD), a seguito delle sue proposte, nel mirino delle critiche mosse dall’opposizione. In un’intervista de “Il Messaggero” la sottosegretaria al Lavoro, Tiziana Nisini (Lega), ha dichiarato di colpevolizzare il ministro di aver inserito tale rinvio “a sorpresa” rendendo così non vere le regole contenute nel Decreto Sostegni uno, dove si sosteneva il rinvio di 13 settimane al divieto dei licenziamenti, che sarebbe sopraggiunto a scadenza entro fine giugno.

Non sono sfuggite nemmeno le accuse promosse dal Presidenze di Confindustria, Carlo Bonomi, definendo l’azione di Orlando come “un’imboscata” a seguito di “un cambio di metodo inaspettato e inaccettabile”.

Confindustria contro Andrea Orlando –Fonte:huffingtonpost.it

In difesa del Ministro del Lavoro è intervenuto il Ministro delle Politiche Agricole, Stefano Patuanelli, sostenendo che le scelte mosse da Orlando sono spinte da ragioni “chiare e condivisibili”. Il cui scopo è quello di tutelare e permettere alle imprese un’ordinata uscita dal blocco dei licenziamenti, in questa fase delicata che l’economia italiana è costretta a vivere.

L’impatto dello stop al blocco dei licenziamenti

Sebbene la sua approvazione risalga al 20 maggio scorso,  eliminazione di tale proroga è stata annunciata dal Governo lunedì 24 maggio, la cui azione è stata intesa come

“esito di un percorso di approfondimento tecnico svolto sulla base delle proposte del ministro Orlando”

L’impatto di quest’operazione mette a rischio 600 mila posti di lavoro che potrebbero venir meno, senza che la sezione del Decreto Sostegni bis contenga una parte prettamente dedicata che li tuteli. Ciò che scaturisce dal provvedimento altresì si limita ad introdurre misure di stampo assistenzialistico e di politiche passive. Risulta chiaro come queste non metteranno le imprese italiane nelle condizioni di poter promuovere e sostenere l’occupazione. La sola agevolazione concreta promossa, consente uno sgravio contributivo, che copre il 10% del costo del lavoro a carico di un’azienda.

Blocco licenziamenti –Fonte:meteoweek.com

L’analisi effettuata presso il Centro studi di Unimpresa, impegnato nella realizzazione di pubblicazioni editoriali ricerche, iniziative di studio, previsioni di mercato e promozione di osservatori permanenti su temi e realtà socio-economiche, ha pertanto portato alla luce che tutte le risorse del decreto sono effimere e non restituiranno agli imprenditori la possibilità di ripartire per il futuro dal potenziamento delle loro imprese. Ecco che inevitabilmente, dissipati gli irrisori aiuti, questo problema si presenterà più forte di prima.

Giovanna Sgarlata

Pubblicata la bozza del Recovery Plan ma tensioni per l’approvazione. Ecco cosa prevede

Il Piano Nazionale per la Ripresa e la Resilienza italiano è stato preparato, due risultano gli obiettivi chiave “riparare i danni Covid” e “risolvere debolezze strutturali”. Sono stati stanziati 31,9 miliardi per Istruzione e la ricerca e circa altri 15,6 per il potenziamento della sanità. Restano sotto i riflettori gli investimenti green e la digitalizzazione.

Piano nazionale di Ripresa e Resilienza –Fonte:politicheeuropee.gov.it

Secondo alcune fonti, è stato rinviato il Consiglio dei Ministri programmato per oggi, 24 aprile, dove si sarebbe dovuta discutere l’approvazione la bozza del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR). Tra le proposte sottoposte all’esame del Cdm vi è un ambizioso progetto di riforme che comprende la Pubblica Amministrazione, la giustizia, la semplificazione della legislazione e la promozione della concorrenza. Si punta altresì alla modernizzazione del mercato del lavoro, al rafforzamento della concorrenza nel mercato dei prodotti e dei servizi e alla riforma del fisco. Restano però molto acute le tensioni, che contribuiscono alla mancata approvazione del testo.

Cos è il PNRR

Il Piano nazionale di Ripresa e Resilienza è il programma di investimenti che l’Italia deve presentare alla Commissione europea nell’ambito del Next Generation EU, strumento necessario per rispondere alla crisi pandemica provocata dal Covid-19. La sua realizzazione sarà la chiave di volta per una maggiore crescita e sostenibilità economica del Bel Paese.

PNRR –Fonte:fiapautotrasporti.it

Il NextGeneration EU è quel programma, concordato dalla Commissione Europea, dal Parlamento europeo e dai leader dell’UE per poter uscire dalla stagnazione e gettare le fondamenta per ergere un’Europa più moderna e sostenibile. Oltre a contribuire alla riparazione dei gravi danni economici e sociali, secondo il Presidente del Consiglio Draghi porta dentro se il principio di adeguatezza, che permetterà all’Italia di percorrere un percorso di crescita duratura scalciando via qualunque ostacolo che nel tempo hanno impedito alla Nazione di elevarsi.

Le risorse del Piano nazionale di Ripresa e Resilienza e gli obiettivi

Il PNRR perciò si mostra come l’ossatura da 221,5 miliardi con la quale l’Esecutivo

“vuole vincere questa sfida e consegnare alle prossime generazioni un Paese più moderno, all’interno di un’Europa più forte e solidale”

I due strumenti che il NextGeneration EU propone ai suoi beneficiari sono:

  • Il dispositivo per la Ripresa e Resilienza (RRF) che mira a mitigare l’impatto economico e sociale e contemporaneamente va incontro a tutte le sfide che vengono proposte dall’Unione a lungo termine.
  • Il Pacchetto di assistenza alla Ripresa per la Coesione e i Territori di Europa (REACT-EU) che aspira a dipanare le lesioni sociali ed economici, disponendo l’attenzione sulla ripresa verde, digitale e resiliente.

L’Italia risulta essere il primo Stato a poterne usufruire facendo convergere risorse per 191,5 miliardi di euro per il solo RRF da investire tra il 2021-2026. Di tale somma, 68,9 miliardi sono destinati alla sovvenzioni a fondo perduto, cioè quei prestiti di denaro che non prevedono l’obbligo di restituzione del capitale erogato e dei suoi interessi, altresì sono privi di disponibilità di garanzia e di garante. Questi sono assegnati da enti pubblici e servono ad incoraggiare l’iniziativa imprenditoriale dei soggetti privati.

Nuovi aiuti europei –Fonte:leleggepertutti.it

Le stime rivolte verso il PNRR sono molto incisive e coinvolgono un’ampia fetta di variabili macroeconomiche come:

  • L’inclusione sociale
  • Lo sviluppo sostenibile
  • L’equità

Al termine dell’arco temporale entro cui tutte le iniziative dovrebbero essersi realizzate, il prodotto interno lordo atteso sarà di almeno 3,6% superiore rispetto all’andamento tendenziale e altresì vi sarà un valore occupazionale maggiore del circa il 3% di quello attuale.

Tali fattori non faranno altro che premettere migliori valutazioni per quegli indicatori che stimano la povertà, le disuguaglianze di reddito, l’inclusione di genere e sottolineeranno un incisivo calo del tasso di disoccupazione giovanile, che oggi tocca i 9,7 punti percentuali. A tali risorse si aggiungono quelle del REACT-EU, che saranno spese durante il periodo 2021-2023.

Recovery Plan –Fonte:ilsussidiario.net

Questa strategia permette di definire i traguardi entro il 2026 e successivamente tra il 2030 e il 2050. Risulta chiaro come il Premier Draghi e il Ministro dell’Economia e delle Finanze Franco abbiano già stabilito dove confluirà il primo 70% delle sovvenzioni, fissato già nella versione ufficiale del Regolamento RRF, mentre il rimante 30% verrà definito entro il 30 giugno 2022 e sarà determinato dalle fluttuazioni del PIL degli Stati membri registrate nel 2020-2021 sulla base delle statistiche ufficiali.

Le previsioni del PNRR

PNRR –Fonte:greenreport.it

Approvata l’ultima stesura dal Consiglio dei Ministri il 12 gennaio 2021 e fatto esaminare attentamente dalle due Camere parlamentari, le conclusioni sono sopraggiunte il 31 marzo 2021.

È stata preannunciata un’ulteriore discussione con gli Enti territoriali tenutasi nel mese corrente riguardo gli obiettivi di policy e gli interventi connessi ai tre fondamentali punti a cui il Piano mira di raggiungere:

  • Digitalizzazione e innovazione
  • Transizione ecologica
  • Inclusione sociale

Sono state perciò previste dalla bozza, 16 componenti raggruppate in 6 missioni differenti che sono:

Recovery Plan, Digitalizzazione –Fonte:innovationpost.it
  • Digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura: organizzata da 3 componenti, il cui obiettivo sta nella modernizzazione digitale delle infrastrutture di comunicazione del Paese, nella Pubblica Amministrazione e sul sistema produttivo. Una di queste punta la sua attenzione sul settore del turismo e della cultura, colonna portante dell’economia della Nazione.
Recovery Plan, Rivoluzione verde –Fonte:confedercontribuenti.it
  • Rivoluzione verde e transizione ecologica: è composta da 6 componenti che si fissano come principio cardine della loro azione quello di realizzare una transizione ecologica in Italia che si plasmi con il Green Deal europeo, ossia quella tabella di marcia che rende sostenibile l’economia dell’UE. Ciò avverrà attraverso la trasformazione dei cambiamenti climatici e le minacce ambientali in opportunità per tutti i settori politici. L’obiettivo preposto renderà possibile la realizzazione di una transizione equa ed inclusiva per tutti.
Pnrr, il Mims istituisce una consulta su infrastrutture e mobilità –Fonte:qualenergia.it
  • Infrastrutture per una mobilità sostenibile: le 2 componenti che la fondano presentano come scopo principale quello di rafforzare ed estendere l’alta velocità ferroviaria nazionale, potenziano quella regionale, puntando i riflettori sull’arretratezza del Mezzogiorno.
Pnrr, Istruzione e ricerca –Fonte:udinesetv.it
  • Istruzione e ricerca: si vuole rilanciare la crescita potenziale, la produttività, l’inclusione sociale e la capacità di adattamento alle sfide tecnologiche e ambientali del futuro. Si fornisce così spazio ad una maggiore azione giovanile.
La politica di coesione –Fonte:laceuropa.it
  • Inclusione e coesione: sono 3 le componenti che la caratterizzano, questi incidono sulla revisione strutturale delle politiche attive del lavoro, un rafforzamento dei centri per l’impiego e la loro integrazione con i servizi sociali e con la rete degli operatori privati.
Salute, Pnrr –Fonte:agendadigitale.eu
  • Salute: sono 2 le componenti che si focalizzano sul rafforzamento della rete territoriale e sull’ammodernamento delle dotazioni tecnologiche del Servizio Sanitario Nazionale (SSN). Ne consegue il fortificare del Fascicolo Sanitario Elettronico e altresì lo sviluppo della telemedicina.

La Governance del PNRR

Cdm sul Recovery Plan –Fonte:ilsussiodiario.net

Lo schema di governance prevede una struttura di coordinamento centrale presso il Ministro dell’Economia, che esaminerà l’attuazione del Piano e predisporrà l’invio delle richieste di pagamento alla Commissione Europea. Accanto a questa ci saranno altri due assetti, una per la valutazione e l’altra per il controllo. L’Esecutivo prevede inoltre la presenza di Task Force che supportino le amministrazioni territoriali, migliorandone la loro capacità di investimento e semplificandone le procedure. La supervisione finale politica del progetto, altresì sarà affidata ad un comitato che avrà sede presso la Presidenza del Consiglio e sarà composto da ministri competenti dei settori riguardanti.

Digitalizzazione, innovazione e cultura

La digitalizzazione abbraccia complessivamente tutte le 6 missioni presenti nel PNRR. Essa è rivolta

  • Alla scuola nei suoi programmi didattici, nelle competenze di docenti e studenti, nelle sue funzioni amministrative, nei suoi edifici;
  • Alla sanità nelle sue infrastrutture ospedaliere, nei dispositivi medici, nella preparazione e nell’aggiornamento del personale, al fine di garantire il miglior livello di benessere per tutti i cittadini;
  • Aggiornamento tecnologico nell’agricoltura, nei processi industriali e nel settore terziario;
  • Alla pubblica amministrazione incidendo minuziosamente sulle dotazioni tecnologiche, sul capitale umano e infrastrutturale, sulla sua organizzazione e sulle modalità di erogazione dei servizi.

È proprio sulla pubblica amministrazione che l’intervento del Piano sarà capillare. Sarà altresì necessaria la realizzazione di una programma che includa ogni tassello tecnologico essenziale affinchè le prestazioni vengano erogate con maggior efficienza. Saranno predisposte delle misure propedeutiche che contribuiranno alla sburocratizzazione per lo smaltimento del blocklog di pratiche dedicato al Ministero della Giustizia.

Piano Transizione 4.0 –Fonte:trovabando.it

Risulta perciò fondamentale l’incentivazione degli investimenti in tecnologia che faranno traghettare l’Italia verso la Transizione 4.0. Questo avverrà attraverso l’ausilio di meccanismi che contribuiscano alla massimizzazione delle risorse disponibili. Ciò si realizzerà con interventi che si presteranno alla trasformazione delle piccole e medie imprese, attraverso processi di internazionalizzazione, verso una maggiore competitività delle filiere industriali.

Si coopererà ad una migliore garanzia di copertura di tutto il territorio nazionale con reti a banda ultra-larga. Ciò sarà indispensabile affinchè i benefici della digitalizzazione possano centrare l’obiettivo del Gigabit society, quel Piano europeo avente come scopo, entro il 2050, la connessione attraverso le reti per i settori amministrativi, per gli istituti scolastici e per le strutture dedite al trasporto pubblico che viaggi a un gigabit per secondo.

Stop all’esame di Stato

Si annuncia così un probabile sovvertimento delle regole di base che incidono sul mondo universitario e sull’accesso alle professioni. Dal Recovery, risulterà esserci un’accelerazione per l’ingresso al mondo del lavoro per i neo laureati. L’esame di laurea perciò sostituirà l’esame di Stato volto alle abilitazioni lavorative, riprendendo le fila di un vecchio disegno di legge approvato il 19 ottobre 2020 dal precedente Governo Conte sulla proposta dell’allora Ministro dell’Università Gaetano Manfredi.

Esame di stato –Fonte:affaritaliani.it

Il documento è perciò previsto per la conclusione delle lauree magistrali a ciclo unico in Odontoiatria, Farmacia, Medicina veterinaria e Psicologia. Abbraccerà anche i corsi di studi specializzanti per l’edilizia e il territorio, le tecniche agrarie, alimentari e forestali e infine le tecniche industriali. La validazione per altri titoli universitari, secondo il provvedimento, sarà possibile attraverso la richiesta dei consigli degli ordini o dei collegi professionali oppure delle relative federazioni nazionali.

L’obiettivo principale posto in essere sarà quello di prevedere un tirocinio pratico-valutativo svolto integralmente durante il corso di studio affinchè lo studente, una volta laureato, abbia l’abilitazione necessaria per poter esercitare la professione in cui si è specializzato.

Nonostante ciò, l’approvazione del testo resta ancora un traguardo complesso da raggiungere. Il ritardo sul confronto dell’Esecutivo sembra essere dovuto a presunti “aggiustamenti su alcune voci” , i cui nodi secondo fonti governative, non saranno sciolti prima dell’invio della bozza a Bruxelles prevista il 30 aprile 2021.

Giovanna Sgarlata

Certificati verdi per poter viaggiare: le proposte della Commissione UE per i passaporti di immunità per salvare il turismo

La Commissione Europea ha proposto un programma che salvi il turismo. Si prevede un documento che certifichi l’avvenuta vaccinazione o la guarigione da coronavirus consentendo a chi è negativo un’agevole circolazione fra gli Stati membri. L’EMA, inoltre, ha garantito la sicurezza della ripresa dell’uso del vaccino di AstraZeneca.

Commissione Europea: proposta certificati verdi –Fonte:leasenews.it

Mercoledì 17 marzo la Commissione Europea ha esposto un piano che miri allo sviluppo di un “certificato verde digitale”, con lo scopo di rendere più fruibili i viaggi tra i paesi dell’Unione. Questo progetto entrerà in vigore in estate permettendo così alle Nazioni, che più dipendono dal turismo, di affrontare la stagione con maggiore flessibilità.  Sebbene siano stati presentati i principi alla base del nuovo sistema, innumerevoli dubbi sorgono sulla sua reale funzionalità.

Passaporti di immunità

Il servirsi di passaporti di immunità validi in tutta l’Unione Europea, segneranno il lasciapassare per essere esclusi dalle diverse restrizioni vigenti a livello nazionale e internazionale, necessarie per arrestare l’avanzata della pandemia. È fondamentale ricordare che questo certificato non sarà il presupposto di base per permettere la libera circolazione, diritto fondamentale, né per viaggiare sugli aerei o sui treni ed attraversare i confini nazionali. Servirà bensì a dare la possibilità a chi si è vaccinato o risultato da recente tampone negativo oppure chi ha acquisito per via naturale l’immunità, di potersi spostare con maggiore facilità poiché risulterà essere un soggetto a minor rischio rispetto agli altri.

“Sarà un documento che descriverà la situazione medica

Certificati, app e test all’arrivo –Fonte:repubblica.it

Nel caso in cui, nonostante i certificati, lo Stato membro richieda al cittadino europeo l’obbligo della quarantena o l’effettuazione di un test, dovrà necessariamente informare della sua decisione la Commissione Europea e porre in essa una valida giustificazione.

Altresì è stata ritenuta inopportuna la definizione di “passaporto vaccinale”, in quanto avrebbe potuto avere un carattere discriminatorio verso chi non è stato ancora sottoposto al farmaco.

Necessità di attuazione del certificato

Sebbene siano ancora molto rilevanti i dubbi sull’effettiva utilità dei documenti, questi rappresenteranno una plausibile soluzione volta a tutelare il settore turistico messo gravemente in ginocchio dall’epidemia. Nonostante vi sia l’impossibilità di poter stabilire in modo preciso la durata della stessa.

L’impatto del Covid-19 sul turismo europeo –Fonte:mondointernazionale.com

L’istituzione del certificato verde discussa già lo scorso febbraio dai capi di governo dei Paesi membri, era stata accettata senza indugio dai leader degli Stati meridionali, la cui economia si fonda principalmente sul settore del turismo. Emergevano invece scetticismi dalle Nazioni settentrionali dell’Europa.

Il progetto

Il piano prevede l’emissione di un documento, che potrà essere sia in formato digitale che cartaceo, scritto in lingua italiano e in inglese e fornito di codice QR, che permetterà una rapida scansione e verifica sull’autenticità. Sarà altresì necessario il riscontro di almeno una delle seguenti condizioni:

  • L’avvenuta vaccinazione
  • Un recente risultato negativo ai test per coronavirus
  • La guarigione dal Covid-19
Covid, verso il passaporto di immunità –Fonte:ilmessaggero.it

Secondo quanto prescritto nel testo ufficiale della Commissione Europea, ciascuno degli Stati membri avrà a carico l’emissione dei certificati. Questi potranno perciò valutare le migliori modalità di distribuzione che vada dall’ausilio di un sistema centralizzato o che preveda una dislocazione presso i centri collaudati, per la somministrazione del vaccino, oppure che fornisca tale abilitazione agli operatori sanitari che riscontrano la completa guarigione dal Covid-19.  Le autorità nazionali dovranno dotare ogni organismo autorizzato di propria chiave digitale, che consentirebbe la creazione di una struttura che miri a limitare i rischi di contraffazione. Risulta evidente come ogni Paese debba tenere il registro delle stesse, garantendo così una maggiore tutela della privacy necessaria per custodire le informazioni delicate riguardanti la salute.

Informazioni richieste dal certificato

I dati personali richiesti sono:

  • Dati anagrafici: quali nome, cognome e data di nascita
  • L’eventuale vaccino inoculato, segnando opportunamente la somministrazione della prima o della seconda dose, oppure l’esito di un test recente o informazioni sulla guarigione
  • Codice identificativo univoco
  • Data e luogo del rilascio del documento

I controlli previsti dalle Nazioni saranno effettuati con il solo fine di verificare l’autenticità del certificato, eliminando alcuna possibilità di registrazione delle informazioni sensibili, che saranno mantenute unicamente dal Paese di origine che ha emesso il documento.

Vaccinati, guariti o testati –Fonte:europa.today.it

A seguito dell’impegno della Commissione Europea sulla definizione di un’adeguata infrastruttura informatica che possa garantire la gestione dei certificati verdi entro questa estate, gli Stati membri necessiteranno altresì della creazione di propri sistemi volti all’amministrazione dei dati sanitari che vadano di pari passo con la nuova soluzione proposta.

Dubbi degli Stati membri

Lo scetticismo del Nord Europa nasce della determinatezza del progetto che aspira nel giro di tre mesi al suo completo funzionamento. Sebbene ogni Paese sia libero di imporre restrizioni più o meno incisive sulle limitazioni turistiche, la Commissione vorrebbe evitare che tale scenario prenda piede nel continente, arginando così una totale mancanza di regole e sistemi comuni.

Le vaccinazioni –Fonte:marionegri.it

Alcuni ritengono che l’avvenuta vaccinazione sia più facile da dimostrare rispetto alla semplice guarigione, che renderebbe più rapida e chiara l’emissione dei certificati e conseguentemente la loro verifica. Altri ancora credono che una tale soluzione sia intrinseca di carattere discriminatorio nei confronti di chi è in attesa della somministrazione della dose o di chi a seguito di problemi di salute non potrà sottoporvi.

La ripresa del vaccino AstraZeneca

A questi dubbi seguono quelli relativi alla capacità dei vaccini di rendere meno contagiosi dalla divulgazione del virus. Fino ad adesso i farmaci usati mostrano un’elevata efficacia nella protezione dalle forme più gravi della malattia, facendo così diminuire i rischi di ricovero e mortalità.

L’Agenzia Europea per i Medicinali (EMA) ha però chiarito una tra le maggiori perplessità che dalla scorsa settimana circolavano nel continente. Questa ha terminato la propria indagine sui vaccini dell’azienda farmaceutica AstraZeneca evidenziando la totale assenza di nessi causali tra i casi di trombosi e l’utilizzo del farmaco.

Vaccini AstraZeneca –Fonte:gds.it

L’analisi effettuata su un’ampia fetta di dati raccolti negli scorsi giorni, ha permesso la ripresa della somministrazione del vaccino incriminato nei paesi dove l’inoculazione dello stesso era stata sospesa, tra cui l’Italia.

Le verifiche effettuate

Gli esperti dell’Agenzia hanno studiato i casi sospetti su un indagine statistica che abbraccia milioni di somministrazioni del vaccino nell’Unione Europea. Gli esami si sono mossi tenendo in conto di diverse variabili come:

  • Modalità e tempi di somministrazione del farmaco AstraZeneca
  • Condizioni di salute dei soggetti che avevano poi sviluppato i problemi circolatori

I controlli effettuati non hanno rilevato la presenza di anomalie o l’esistenza di fattori che possano causare rischi di trombosi negli individui sottoposti al vaccino.

AstraZeneca –Fonte:adnkronos.com

Perciò a seguito della registrazione di pochi eventi avversi sul totale delle vaccinazioni effettuate con AstraZeneca, l’EMA ha dato il via libera alla ripresa del farmaco. Da questa indagine però l’agenzia non ha escluso che vi sarà una possibile ulteriore analisi dei casi.

Cosa farà l’Italia?

AstraZeneca, c’è il via libera dall’EMA –Fonte:orizzontescuola.it

L’Esecutivo non ha atteso alcun comunicato dell’AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco), ha stabilito che da venerdì 19 marzo riprenderà a livello nazionale l’uso del vaccino, sospeso il 15 marzo scorso. In un comunicato il Governo italiano ha poi espresso che:

“ La somministrazione del vaccino AstraZeneca riprenderà già da domani. La priorità del governo rimane quella di realizzare il maggior numero di vaccinazioni nel più breve tempo possibile.”

I funzionari della Commissione Europea, perciò hanno previsto per il progetto del certificato verde l’uso di un sistema flessibile che possa essere aggiornato a seguito di nuove disposizioni scientifiche. Queste risulteranno necessarie al fine di fornire maggiori garanzie sulla validità del piano e contemporaneamente salvaguardare un settore turistico già fortemente debilitato.

Giovanna Sgarlata

Il punto sulla situazione vaccini. Il nuovo piano vaccinale, controlli sui lotti di AstraZeneca e l’approvazione di Johnson & Johnson

È stato stabilito un nuovo piano vaccinale con direttive valide per tutto il territorio nazionale. La bozza prevede nuovi ordini di priorità. Altresì sono stati previsti maggiori controlli sul vaccino AstraZeneca mentre prendono avvio gli accordi per la diffusione del farmaco Johnson & Johnson.

Il nuovo Piano vaccinale –Fonte:gds.it

Le premesse del nuovo piano vaccinale voluto dal Presidente del Consiglio Mario Draghi, sarà caratterizzato da regole uniche e criteri uniformi per la vaccinazione di tutte le regioni. Si dovrà attendere la fine di questa settimana per essere prettamente definito. L’obiettivo comune risulta essere quello di segnare una brusca accelerazione della campagna vaccinale di immunizzazione anti- Covid.

Il nuovo piano vaccinale

La nuova bozza presentata alla Conferenza unificata tra Stato, Regioni e Provincie a cui hanno partecipato,  in via telematica, i ministri Mariastella Gelmini degli Affari regionali, Roberto Speranza della Salute ed Erika Stefani alle Disabilità, presenta diversi aggiornamenti rispetto alla pubblicazione avvenuta lo scorso dicembre dal governo Conte. L’ultimo piano proposto non prevede più una distinzione caratterizzata da criteri discrezionali lasciati alle Regioni, bensì punterà ad una pianificazione unitaria per tutto il territorio nazionale.

Vaccini anti Covid, il piano Draghi –Fonte:tg24.sky.it

Da aprile a giugno, secondo quanto prescritto, l’Italia dovrebbe ricevere oltre 12 milioni di dosi al mese, che permetteranno di vaccinare almeno 400 mila persone quotidianamente. Diventa perciò cruciale la logistica, i luoghi di riferimento e le unità mobili tali da riuscire a garantire questo servizio.

Secondo il governatore della Liguria Giovanni Toti, in un’intervista presso il programma televisivo “Omnibus”, ha sostenuto la necessità della formulazione di una legge-quadro che semplifichi le procedure, volte a modificare il piano vaccinale eliminando qualsiasi rallentamento.

Governatore della Liguria Toti –Fonte:video.corriere.it

“Se arrivassero tutti i vaccini che ci hanno promesso i contratti non saremmo in grado di somministrarli perché abbiamo sbagliato la programmazione”

Si noti come viene segnalata a gran voce l’esigenza di mutamenti organizzativi che mirano ad ampliare la platea di infermieri ed operatori sanitari coinvolti nella somministrazione del farmaco.

La divisione in 5 categorie

Si procederà seguendo il criterio delle fasce d’età, partendo dagli individui con più di 80 anni proseguendo in via discendente. La novità apportata rispetto al vecchio piano, risiede nell’identificazione di cinque nuove categorie a cui la popolazione è soggetta a spartizione. Tale divisione è avvenuta seguendo i parametri di anzianità e di eventuali condizioni patologiche. Viene data priorità alla categoria 1 per poi seguire in via progressiva:

  • La categoria 1 è composta da soggetti con elevate fragilità, come persone estremamente vulnerabili o con disabilità gravi;
  • La categoria 2 contiene soggetti con età compresa tra i 70 e i 79 anni;
  • La categoria 3 contiene soggetti con età compresa tra i 60 e i 69 anni;
  • La categoria 4 contiene soggetti di età inferiore ai 60 anni che presentano patologie o situazioni di compromissione immunologiche che possono incrementare la probabilità di ammalarsi. Questi però non rientrano nelle stesse condizioni di gravità di coloro i quali sono estremamente vulnerabili;
  • La categoria 5 invece include il resto della popolazione con età inferire a 60 anni.

Restano considerate come prioritarie la classe di individui che a prescindere dall’età e dalle condizioni patologiche, fanno parte

  • del tessuto scolastico e universitario, come personale docente e non docente;
  • le forze armate, di Polizia e del soccorso pubblico;
  • dei servizi penitenziari e altre comunità residenziali.

Rispetto al piano precedente è stata eliminata la categoria primaria che vedeva protagonisti i lavoratori essenziali, segnalandola come una scelta volta a prevenire eventuali tentativi di prevaricazione da parte di alcuni gruppi.

Vaccinazioni anche nelle aziende, priorità a 5 categorie –Fonte:ilmessaggero.it

È stata disposta la possibilità, qualora le dosi di vaccino lo permettano, di vaccinare all’interno dei posti di lavoro

“a prescindere dall’età, fatto salvo che la vaccinazione venga realizzata in sede, da parte di sanitari ivi disponibili, al fine di realizzare un notevole guadagno in termini di tempestività, efficacia e livello di adesione”

Cosa è previsto dal nuovo piano

L’Esecutivo ha stabilito il proseguimento della fase 1 previsto dal precedente piano vaccinale, che sfrutta i vaccini Pfizer e Moderna da dover somministrare ai soggetti con più di 80 anni, continuando fino al completamento della distribuzione del farmaco al personale sanitario, alle scuole, ai militari e alle forze dell’ordine.

Vaccini Covid –Fonte:rep.repubblica.it

In parallelo, alle precedenti aziende citate, nel nostro territorio nazionale è stata autorizzato il vaccino proposto da AstraZeneca sottoposto, prima delle disposizioni del 7 marzo del ministro della Salute ai soggetti con età compresa tra i 18 e i 65 anni. Dopo l’approvazione di Speranza è stata ampliata la fetta di popolazione che potrà usufruirne, includendo anche a coloro i quali hanno più di 65 anni.

Controlli sul vaccino di AstraZeneca

La sospensione, nel territorio danese, in via precauzionale dell’utilizzo del vaccino dell’azienda farmaceutica AstraZeneca, è avvenuta per poter ricavare informazioni più chiare riguardanti i problemi circolatori che si manifestavano in alcuni soggetti, successivamente la somministrazione del farmaco. Le autorità locali non si sono ancora formalmente pronunciate sul possibile nesso che potrebbe sussistere tra il vaccino e gli episodi riscontrati.

Vaccino AstraZeneca –Fonte:adnkronos.com

Giorni fa anche l’Austria aveva annunciato la sospensione dell’utilizzo del lotto ABV5300 del vaccino, a seguito di episodi di trombosi da dover approfondire. Le dosi dello stesso, circa 1 milione, erano ripartite oltre alla nazione in questione anche in Bulgaria, Cipro, Danimarca, Estonia, Francia, Grecia, Islanda, Irlanda, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Malta, Paesi Bassi, Polonia, Spagna e Svezia.

Fondamentale è stato l’intervento dell’Agenzia Europea per i Medicinali (EMA) che ha diffuso un comunicato che testimoniasse l’assenza di elementi correlati alle sintomatologie registrate. L’EMA ritiene altresì che

“i benefici del vaccino continuano a superare i rischi e la sua somministrazione può continuare, mentre proseguono le indagini sulle trombosi”

Come si sta comportando l’Italia?

L’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) con riguardo ha predisposto il divieto di utilizzo di un altro lotto del vaccino di AstraZeneca, prevedendo una loro analisi presso l’Istituto Superiore di Sanità (ISS), per l’individuazione di eventuali anomalie. Ciò andrebbe anche ad incidere sui controlli da parte delle autorità, che avvengono prima della consegna di ogni lotto, con l’obiettivo di assicurare la tracciabilità delle dosi e la sicurezza del farmaco.

AstraZeneca, AIFA vieta un lotto in Italia –Fonte:bresciaoggi.it

Del resto altri paesi dell’Unione Europea, come il Regno Unito, hanno somministrato il vaccino AstraZeneca a milioni di persone senza che si verificassero le problematiche sopra descritte. Non è raro che farmaci come questi in alcuni casi possano causare cefalee e sintomi febbrili di breve durata. 

Il quarto vaccino: Johnson & Johnson (J&J)

Come funziona il vaccino monodose –Fonte:open.online

L’EMA ha dato il via libera all’utilizzo del vaccino della multinazionale statunitense Johnson & Johnson (J&J). Si dovrà aspettare la Commissione Europea per autorizzarne la somministrazione, diventando il quarto vaccino disponibile nell’Unione Europea dopo quelli di Pfizer-BioNTech, Moderna e AstraZeneca.

La differenza sostanziale con i precedenti è che il J&J necessita della somministrazione di un’unica dose, ponendosi come miglior risolutore dell’accelerazione della campagna vaccinale europea.

Mentre i vaccini proposti da Pfizer-BioNTech e Moderna costituiti a RNA messaggero, quello creato dall’azienda statunitense oltre ad essere meno dispendioso economicamente, non necessita di essere conservato in potenti congelatori. Fattori che influenzano negativamente sulla rapidità delle consegne e sull’amministrazioni delle dosi.

Adenovirus –Fonte:news-medical.net

Il J&J si basa su un adenovirus, ossia un gruppo di virus aventi in comune la forma, la grandezza e un antigene solubile fissante il complemento. Ciascuna particella virale è formata da un aggregato regolare di 232 subunità proteiche, chiamate capsomeri, disposti attorno al nucleo centrale di acido desossiribonucleico.  Questi non causando particolari problemi di salute nell’uomo, vengono inseriti in un gene che contiene le istruzioni necessarie per la produzione della proteina del coronavirus. Quando si somministra la dose, perciò, gli adenovirus inducono alcuni tipi di cellule a produrre copie della proteina che verrà di seguito riconosciuta come “minaccia” dal sistema immunitario. Ciò porta l’organismo a sviluppare una difesa che lo protegga dalla proteina in questione. Per un approfondimento, rimandiamo a questo articolo 

L’efficacia media ricavata dai test clinici del vaccino nell’ultima fase, giunge al 66% riguardo la prevenzione dal Covid-19, mentre tocca quota 85% rispetto alla protezione dalle forme di più gravi dello stesso. Risulta evidente come la resa del farmaco sia influenzata dalle aree geografiche a cui l’analisi statistica è stata applicata, mostrando come il suo effetto arrivi solo al 57% nelle zone del Sudamerica, culla della variante che rende il virus maggiormente contagioso.

Si prospetta che l’azienda americana arriverà a pieno regime con la fornitura delle dosi del vaccino presumibilmente dal mese di aprile, a seguito degli accordi stipulati sulla previsione delle consegne che puntano per il loro avvio all’arco temporale dal secondo trimestre del 2021.

Giovanna Sgarlata

 

 

Oggi presentata la bozza del dpcm di Draghi: verso nuove restrizioni a Pasqua. Ecco quali

19.886 casi, 308 morti, un tasso di positività del 4,8% sono i dati registrati nell’ultimo bollettino del Coronavirus che non possono essere ignorati. «Non possiamo allentare le misure, non ci sono le condizioni epidemiologiche» afferma Speranza. Parole che sembrano preparare gli italiani a nuove restrizioni che, per il secondo anno di fila, li costringeranno a trascorrere Pasqua e Pasquetta in casa. Proprio oggi il Premier Draghi presenterà il dpcm anti-covidil primo per il nuovo leader insidiato a Palazzo Chigi- in vigore fino dal 6 marzo fino al 6 aprile.

Fonte: VelvetMag. Oggi la bozza del primo dpcm anti-covid del governo Draghi che prevede nuove restrizioni fino alle festività.

Il dialogo con le Regioni

Ai governatori di ciascuna regione sarà consegnata la bozza del provvedimento in queste ore, la cui approvazione è prevista tra venerdì 26 febbraio e il week end. Nell’incontro di ieri la ministra degli Affari Regionali e le Autonomie Mariastella Gelmini (FI) ha annunciato:

«Per l’esecutivo Draghi è fondamentale il confronto costante con le Regioni e anticipare le decisioni, in modo da lasciare ai cittadini il tempo necessario per poter organizzare la propria vita. State certamente notando un cambio di metodo. Ci siamo visti domenica e ci stiamo rivedendo oggi. Gli incontri saranno sempre più frequenti e costanti».

Il confronto diretto con le Regioni e la comunicazione con largo anticipo delle misure adottate dal governo, come già preannunciato da Draghi in Parlamento, è il cambio di rotta fondamentale che segna una certa discontinuità rispetto all’esecutivo di Conte. Fedeli a questa linea, durante la riunione di ieri, presente anche il Ministro della Salute Roberto Speranza, che potrebbe cambiare il colore di alcune regioni: da giallo ad arancione, da arancione a rosso. A preoccupare è infatti la curvatura dei contagi che fa aumentare le probabilità di una Terza Ondata, con un innalzamento dell’indice Rt al di sopra dell’1% secondo il fisico dell’Università di Trento Roberto Battiston. Rassicura però la Gelmini: «Il sistema a fasce verrà mantenuto. Finora è stato scongiurato un lockdown generalizzato e questo deve essere l’obiettivo principale anche per le prossime settimane e per i prossimi mesi».

Fonte: ANSA. La ministra per gli Affari Regionali e le Autonomie Mariastella Gelmini. Roma, 25 Febbraio 2021.

Cosa prevede il nuovo dpcm

Infatti, per allontanare il rischio di una possibile chiusura totale, il nuovo dpcm di Draghi non conterrà alcuna riapertura, ad eccezione per un barlume di speranza dato al settore della cultura. Intanto, è possibile riassumere schematicamente alcuni provvedimenti in vigore fino a Pasqua.

  • Spostamenti tra regioni. Lo stop agli spostamenti tra regioni (consentiti solo per rientro nella propria residenza, motivati da esigenze lavorative, ragioni di salute o di necessità) è valido fino al 27 marzo, ma numerose sono le ipotesi che farebbero pensare a un prolungamento. Sempre all’interno dei confini regionali, in zona gialla è possibile andare in abitazioni private, una sola volta al giorno e compreso in un orario tra le 5 e le 22, in presenza di due persone più i figli minori di 14 anni.
  • Seconde case. Anche in zona rossa sarà possibile raggiungere le seconde case, ma solo per il nucleo familiare.
  • Attività commerciali. Saracinesche abbassate per i negozi in zona rossa, dove sono garantiti esclusivamente gli esercizi commerciali essenziali come farmacie, alimentari e ferramenta. In zona gialla e arancione tutti i negozi sono aperti, ma nel fine settimana vietato l’ingresso a centri commerciali.
  • Attività sportive. Sul fronte delle attività sportive continuano a rimanere sigillate palestre e piscine. Bici, corsa e attività individuali come la camminata all’aperto sono invece permessi. È attesa una decisione riguardo la possibilità di concedere il via libera a lezioni individuali o su prenotazione.
  • Ristorazione. Niente apertura in orario serale per i ristoranti, ma consentito fino alle 22 l’asporto. Asporto e domicilio sono consentiti anche in zona arancione e rossa. Bocciata l’ipotesi della Lega e di Fratelli d’Italia di ristoranti aperti nelle regioni di fascia gialla: oltre le 18 consentita l’attività solo a mense, ristoranti negli alberghi e autogrill.

Il settore culturale

Per quanto riguarda il cinema, si lavora a un protocollo molto rigido che prevede una riapertura in sicurezza entro aprile: uso delle mascherine, distanziamento in sala, misurazione della temperatura, biglietti acquistati online per evitare assembramenti alla cassa e sale sanificate. Altra prerogativa è tenere aperti i musei e le aree archeologiche anche il sabato e la domenica, che al momento sono aperti solo nei giorni infrasettimanali in zona gialla.

«Il ministro Franceschini – continua la Gelmini – ha avviato un confronto con il Cts per far in modo che, superato il mese di marzo, si possano immaginare riaperture con misure di sicurezza adeguate. E’ un percorso, non è un risultato ancora acquisito. Ma è un segnale che va nella giusta direzione».

La scuola: apertura o chiusura?

Le scuole costituiscono anche per il governo Draghi un argomento assai problematico. Molte regioni chiedono di chiudere gli istituti scolastici di ogni grado e ordine per evitare il contagio dalle varianti, ma l’esecutivo assume un atteggiamento attendista. Per la Gelmini, chiedere l’apertura di alcune attività economiche e la chiusura delle scuole non è altro che una contraddizione. Numerose le perplessità dei governatori, tra cui Emiliano, che propone un piano vaccinale più efficace e veloce che possa mettere in sicurezza il rientro nelle aule. Nel frattempo, continua l’alternanza tra didattica a distanza tra il 50% e il 75%

Per Zaia, governatore del Veneto, il parere del Cts è di primaria rilevanza:

«Ho chiesto formalmente che il Cts si esprima ufficialmente rispetto all’apertura delle scuole la scuola, è una realtà sacra. Quando decisi la chiusura parlai chiaramente di una ‘sconfitta’ ma, se la guardiamo dal lato epidemiologico, il Cts ci deve dire perché altre forme di aggregazione sono pericolose e la scuola no. Perché noi non siamo in grado di esprimere una valutazione scientifica».

Immediata la chiusura per le scuole invece nelle zone rosse (come Siena e Pistoia) e arancione scuro (come Bologna), che mirano a contenere i focolai causati dalle varianti del virus.

Alessia Vaccarella

Il Governo Draghi ha ottenuto la fiducia al Senato: ecco i punti chiave del suo programma di governo

Il Presidente del Consiglio Mario Draghi, ottiene la fiducia del Senato. Si rivolge all’assemblea esponendo i punti chiave su cui si articolerà il nuovo Governo.

Governo Draghi, via libera alla fiducia –Fonte:tpi.it

Il 17 febbraio il neo Premier si è presentato a Palazzo Madama, incentrando il suo discorso sulla dura crisi economica accentuata dalla pandemia da coronavirus, sulla necessità di stipulare nuove riforme, promuovere il piano vaccinale e plasmare le missioni del Recovery plan.

La fiducia parlamentare

Ai sensi dell’articolo 94 della Costituzione il Governo deve ottenere l’assenso e l’appoggio del Parlamento, entro dieci giorni dalla sua nomina, annunciando alle Camere il proprio programma e su questo ottenere la fiducia. Ciò rende l’Esecutivo politicamente responsabile di fronte al legislativo, entrando in piena conformità nell’esercizio dei propri poteri. Nel caso in cui non la ottenesse, avranno nuovamente inizio le consultazioni, a seguito delle dimissioni del Governo presentate al Presidente della Repubblica.

La regola che prestabilisce le modalità con cui avviene il voto di fiducia viene sancita dall’articolo 64. Si fa riferimento alla votazione per appello nominale, ossia in modo “palese”, che permette di rendere nota la posizione di ogni parlamentare, mettendo fine al fenomeno di franchi tiratori, che hanno caratterizzato la storia della politica italiana, ponendosi in contrasto con il partito che inizialmente dicevano di sostenere.

Voti di fiducia –Fonte:ilfattquotidiano.it

La mozione di fiducia non si limita solo all’inizio del proprio mandato, deve necessariamente perdurare per tutta la durata del suo operato. È possibile revocarla attraverso

  • La mozione di sfiducia: documento firmato da almeno 1/10 dei componenti di una camera, i quali devono esporre i motivi che hanno aperto una crisi di governo. Questa non deve essere discussa prima di tre giorni, affinchè si permetta a tutti di prendere coscienza del problema e esprimere tramite scrutinio palese a maggioranza dei votanti, se l’esecutivo si deve dimettere.
  • La questione di sfiducia: presente nell’articolo 95 strumento usato dal Governo nel momento in cui percepisce il rischio della fine all’approvazione dei propri provvedimenti da parte del Parlamento su alcune disposizioni urgenti e importanti. Il Presidente del Consiglio, perciò può decidere di porre la fiducia su disegno di legge essenziale ai fini dell’attuazione del proprio programma. Spetterà al legislativo prendere la difficile scelta se accettare in blocco la proposta dell’esecutivo o in caso contrario aprire la crisi.

Impegno del Governo Draghi

Nel lungo discorso programmatico esposto al Senato, sono stati tracciati diversi punti su cui agirà la priorità del nuovo Esecutivo. Draghi punta l’attenzione sulla tutela dell’ambiente e sulla transizione ecologica, che presenterà un dicastero dedicato, presieduto dal ministro Roberto Cingolani, il primo nella storia d’Italia a prendere questo incarico.

“Vogliamo lasciare un buon pianeta, non solo una buona moneta”

Draghi, il discorso in 10 frasi –Fonte:ansa.it

Il programma si articola poi in

  • Protezione del lavoro: scegliendo quali attività garantire e quali accompagnare al cambiamento
  • Riforme fiscali, della Pubblica Amministrazione e della giustizia
  • Ancoraggio all’Europa e all’euro

Il rilancio della politica economica porterà inevitabilmente a facilitare le innovazioni e gli investimenti delle aziende che aumentano la richiesta per le nuove attività sostenibili.

“Il governo dovrà proteggere i lavoratori, tutti i lavoratori, ma sarebbe un errore proteggere indifferentemente tutte le attività economiche. Alcune dovranno cambiare, anche radicalmente. E la scelta di quali attività proteggere e quali accompagnare nel cambiamento è il difficile compito che la politica economica dovrà affrontare nei prossimi mesi.”

Programmi presentati dal nuovo esecutivo

 “Senza l’Italia non c’è l’Europa. Ma, fuori dall’Europa c’è meno Italia. Non c’è sovranità nella solitudine. C’è solo l’inganno di ciò che siamo, nell’oblio di ciò che siamo stati e nella negazione di quello che potremmo essere.”

Con questa frase il Premier sostiene che l’appartenenza all’Unione Europea significa aver la possibilità di condividere una prospettiva di un legame più integro, capace di giungere alla realizzazione di un bilancio pubblico comune in grado di sostenere i paesi nei periodi bui della recessione.

Il discorso di Draghi al Senato –Fonte:gds.it

Sebbene gli effetti della pandemia abbiano lasciato profonde cicatrici sul tessuto economico sociale del nostro paese, gravando sull’occupazione giovanile e femminile e portando ad un aumento dell’incidenza dei poveri che per sfiora la quota del 45%, Draghi parla del “miracolo” compiuto dagli scienziati, che in breve tempo sono riusciti a proporre un vaccino. È proprio sul piano vaccinale che il Primo Ministro, a gran voce, espone il bisogno di creare maggiori strutture disponibili per la somministrazione del farmaco. Questo contribuirebbe notevolmente a introdurre una riforma che vada a ridisegnare la sanità territoriale, adattandola alle esigenze odierne, plasmandola sull’importanza delle cure a domicilio e incrementando l’efficienza della telemedicina.

In merito all’istruzione, nel suo progetto, mira ad applicare un programma che si modelli al particolare stato emergenziale che il paese sta affrontando. Il Premier si fa portavoce della necessità di uno “svecchiamento” dell’insegnamento che potrebbe portare all’ausilio di strumenti digitali anche durante la didattica in presenza.

Punto focale viene intrapreso dalla politica ambientale che si fonda sulla necessità di una “transizione ecologica” che

“dovrà essere una combinazione di politiche strutturali che facilitino l’innovazione, di politiche finanziarie che facilitino l’accesso delle imprese capaci di crescere al capitale e al credito e di politiche monetarie e fiscali espansive che agevolino gli investimenti e creino domanda per le nuove attività sostenibili che sono state create. Vogliamo lasciare un buon pianeta, non solo una buona moneta.”

Riferendosi al Piano Nazionale di ripresa e resilienza (PNRR), il quale stabilisce le modalità di investimento del denaro proveniente dall’Unione Europea, Draghi ha espresso un rimodellamento delle missioni previste dal precedente governo (qui il nostro articolo).

Le riforme

Le riforme del Governo Draghi –Fonte:ilfattoquotidiano.it

Sul piano delle riforme, un posto essenziale viene intrapreso dalla questione fiscale, necessaria affinchè possa esserci una revisione profonda dell’Irpef con l’obiettivo di “semplificare e razionalizzare la struttura di prelievo, riducendo gradualmente il carico fiscale e preservando la progressività”.

Importante è anche quella rivolta alla Pubblica Amministrazione, che deve muoversi tra un continuo aggiornamento delle competenze dei dipendenti pubblici e migliore la connettività delle piattaforme che permettono di relazionarsi con i cittadini.

Espone infine della necessità di un Patto per le migrazioni e l’asilo, nel quale diventa cruciale la costruzione di una politica basata sui rimpatri di coloro che sono privi del diritto alla protezione internazionale, affiancato al pieno rispetto dei diritti dei rifugiati.

Votazione al Senato

Il nuovo Governo, che viene fuori dalla coalizione di frange politiche diverse come PD, M5S e Lega rappresenta a detta del Primo Ministro “un governo del paese”, guidato dallo spirito repubblicano che si fonda su principi come volontà, consapevolezza e senso di responsabilità delle forze di coalizione e di opposizione. Risultava perciò facilmente ipotizzabile il risultato che avrebbe ottenuto al Senato, confermato la scorsa notte con 262 voti a favore e 40 contrari.

È stata votata la fiducia al Senato –Fonte:repubblica.it

Sebbene il nuovo Esecutivo, non abbia superato i 281 voti ottenuti nel 2011 da Mario Monti, rappresenta senz’altro il primo passo previsto per l’insediamento del Governo. Questo infatti dovrà ottenere una seconda fiducia dalla Camera dei Deputati, il cui risultato sarà noto in serata, dando avvio alla nuova politica proposta.

Giovanna Sgarlata