Approvato il Recovery Fund. Ecco come sarà articolato

Il Piano nazionale di ripresa e resilienza è stato approvato dal Governo. E potrebbe essere l’ultimo piano approvato dall’esecutivo così composto. A seguito dell’astensione di Teresa Bellanova ed Elena Bonetti sul Recovery plan in Consiglio dei Ministri, Matteo Renzi ritira le sue due ministre e annuncia l’uscita dal governo da parte di Italia Viva, generando la crisi di governo che sta angosciando ulteriormente un paese in estrema sofferenza.

 

Incontro sul Recovery Fund –Fonte:it.notizie.yahoo.com

La riunione del Consiglio dei ministri, tenutasi nella notte tra martedì e mercoledì, presieduto dal premier Giuseppe Conte a Palazzo Chigi, ha portato come esito positivo l’approvazione della bozza del Piano Nazionale di ripresa e resilienza (PNRR), che definisce l’investimento del denaro che arriverà in Italia dall’Unione Europea attraverso il programma Next Generation Eu, abitualmente riconosciuto come Recovery Fund. Ciò servirà per integrare il Quadro finanziario pluriennale (QFP) 2021-2027.
Sono previsti 222 miliardi di cui 144,2 saranno destinati a nuovi interventi.

Recovery Fund: ecco come funziona

Si tratta di un fondo di recupero, presupposto per la crescita “necessaria e urgente” per far fronte alla crisi infiammata dalla pandemia da coronavirus nel 2020. Consiste nell’emanazione del Recovery bond, ossia legame di recupero, con la garanzia del bilancio UE. La liquidità raccolta con questo meccanismo, verrà distribuita nei paesi che si trovano ad affrontare le maggiori difficoltà, come aveva precisato il Presidente del Consiglio europeo Charles Michel a maggio dello scorso anno.

Recovery Fund: cos’è, come funziona –Fonte:strettoweb.com

Complessivamente, il Recovery fund consiste in un progetto da 750 miliardi di euro, i cui fondi sono articolati in sovvenzioni e prestiti.

Il PNRR dell’Italia

Recovery Fund, il piano italiano –Fonte:ilmessaggero.it

Il Piano è ripartito in 6 aree tematiche chiamate “missioni” le quali sono:

  • digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura: 45,1 miliardi di euro;
  • rivoluzione verde e transizione ecologica: 67,5 miliardi di euro;
  • infrastrutture per una mobilità sostenibile: 32 miliardi di euro;
  • istruzione e ricerca: 26,1 miliardi di euro;
  • inclusione e coesione: 21,3 miliardi di euro;
  • salute: 18 miliardi di euro.

In queste, sono raggruppati sedici componenti funzionali alla realizzazione degli obiettivi economico-sociali delineati dalla strategia del Governo. A sua volta si interverrà, per promuovere la ripresa, alla loro ramificazione in 47 linee di intervento per progetti omogenei e coerenti. Gli aiuti sono veicolati in particolar modo ad incidere sull’economia e sul lavoro con maggiore impatto.

La strategia del Governo

Le risorse ripartite nelle “sei missioni” del PNRR sono pari a circa 210 miliardi di euro, a loro volta distribuiti in:

  • 144,2 miliardi per “nuovi progetti”
  • 65,7 miliardi destinati per “progetti in essere”, che otterranno un’accelerazione dei profili temporali di realizzazione e di spesa

L’intento dell’Esecutivo è di massimizzare le risorse destinate agli interventi pubblici che tocca una quota superiore al 70%, affiancati dagli investimenti privati del 21%.

Recovery Fund: la strategia italiana –Fonte:3i-partners.com

Non essendo ancora programmate le risorse Nazionali del Fondo di sviluppo e coesione si sono potuti aumentare gli investimenti di circa 20 miliardi per nuovi disegni nei settori che investono la rete ferroviaria veloce, la portualità integrata, il trasporto locale sostenibile, la banda larga e il 5G, il ciclo integrale dei rifiuti, l’infrastrutturazione sociale e sanitaria del Mezzogiorno.

Durata del piano

Entro la fine del 2022 verrà accaparrato il primo 70% delle sovvenzioni che dovrà essere speso entro il 2023. Il restante 30% sarà erogato tra il 2023 e il 2025. Per riuscire a mantenere una livello elevato di investimenti e pagamenti è necessario che i prestiti totali siano in aumento in confronto all’andamento tendenziale. Infatti nel primo triennio i finanziamenti riguarderanno principalmente i “nuovi progetti”, mentre nel biennio 2024-2026 si assisterà ad un cambiamento di rotta, in cui la quota maggiore delle agevolazioni verrà presa dalle somme per i piani aggiuntivi.

Occupazione femminile

Focus principale del Recovery fund riguarda proprio la trascrizione di un documento per promuovere la crescita dell’occupazione femminile e conseguentemente il PIL. Per il loro raggiungimento saranno necessarie le risorse europee e il riordino della spesa nazionale. Nel Manifesto ci si attende

  • Assunzioni nei servizi pubblici di donne e giovani;
  • Sostegno all’imprenditorialità femminile;
  • Affiancamento e formazione delle titolari delle nuove imprese femminili nei primi tre anni;
  • Riduzione consistente dei contributi provvidenziali per lavoratrici autonome totali e parziali;
  • Parità salariale e di assunzione;
  • Educazione contro gli stereotipi;
  • Premi per le imprese che mettono in pratia l’uguaglianza di genere per ridurre il gender gap, ossia quel divario che esiste tra uomini e donne in diversi ambiti, che compromette profondamente la vita quotidiana.
Un Recovery Fund a dimensione di donna –Fonte:huffingtonpost.it

Obiettivi del PNRR

Recovery Fund, riforme strutturali –Fonte:ednh.news

Il piano Nazionale di ripresa e resilienza entrerà in collisione positivamente con le principali variabili macroeconomiche, come la crescita potenziale, la creazione di posti di lavoro e la capacità dello Stato di reagire sia economicamente che socialmente, su temi come equità e sviluppo sostenibile. Complessivamente gli investimenti, le riforme e gli incentivi genereranno un effetto “leva” per le innumerevoli linee progettuali che potranno essere realizzati quando l’Esecutivo emanerà per tutti i disegni proposti delle riforme necessarie a renderli decisivi e incisivi.

Cosa potrebbe accadere dopo l’approvazione del Recovery Fund

A seguito dell’astensione di Teresa Bellanova ed Elena Bonetti sul Recovery plan in Consiglio dei Ministri, Matteo Renzi ritira le sue due ministre e annuncia l’uscita dal governo

“Non consentiremo a nessuno di avere pieni poteri. C’è una crisi aperta da mesi.”

Crisi di Governo –Fonte:fanpage.it

Nel corso della conferenza stampa tenutasi nel pomeriggio del 13 gennaio, il leader di Italia Viva ha formalmente aperto la crisi, sebbene poco prima il Capo di Stato Sergio Mattarella a gran voce aveva lanciato l’appello affinché non perdurasse il clima di incertezza in relazione alla situazione epidemiologica che l’Italia si trova ad affrontare. Grande dispiacere traspare nelle parole del Presidente del Consiglio

“Sono sinceramente rammaricato, e credo di potere interpretare anche i vostri pensieri. Ho provato fino all’ultimo minuto utile a evitare questo scenario, e voi siete testimoni degli sforzi fatti in ogni sede, ad ogni livello di confronto”

Benchè il premier Conte abbia annunciato di lavorare ad un patto di legislatura, si dovrà ancora attendere per conoscere le sorti finali del Governo italiano.

 

Giovanna Sgarlata

Libia: Liberati i pescatori di Mazara Del Vallo. La storia e i motivi del rapimento

Dopo 108 giorni è avvenuta la liberazione dei pescatori sequestrati in Libia. Il Presidente del Consiglio e il Ministro degli Esteri hanno portato a termine la loro scarcerazione.

Liberi i pescatori italiani sequestrati in Libia – Fonte:avvenire.it

Sono in 18 i membri dei due pescherecci italiani (8 italiani, 6 tunisini, 2 indonesiani e 2 senegalesi) trattenuti nella roccaforte del generale Khalifa Haftar dal primo settembre, con l’accusa di aver invaso le acque libiche, trovandosi a circa 80 miglia dalla costa di Bengasi. Sebbene ancora non siano noti i dettagli della contrattazione, è stato necessario l’intervento personale di Giuseppe Conte e di Luigi Di Maio per far avvenire la trattativa del rilascio.

Questione di invasione

A lanciare l’allarme sono state altre due imbarcazioni che si trovavano nelle vicinanze. Gli equipaggi di “Medinea” e “Antartide” partiti da Mazara del Vallo sono stati bloccati dalle motovedette dell’Est libico, poichè rivendicavano l’invasione in una porzione di mare usata come propria zona economica esclusiva per lo sfruttamento delle ricchezze, come possessori unilaterali di quella fetta dal 2005.

La denuncia dei pescatori siciliani –Fonte:vita.it

La questione che pone i diritti di navigazione e lo sfruttamento delle acque marine rimane un tema molto discusso dai paesi costieri del Mediterraneo.  La sovranità esercitata da ogni singola Nazione, di pari grado ed intensità a quella affermata sulla terraferma, è legittimata entro il mare territoriale, porzione adiacente alle coste che si estende per un massimo di 12 miglia nautiche, che corrispondono a circa 22 chilometri. Ciascun Stato però deve garantire il libero passaggio delle navi straniere, a meno che mettano a repentaglio la pace e l’ordine.

Delitti commessi in acque internazionali –Fonte:difesaonline.it

La zona tra le 12 e le 24 miglia nautiche, è detta contigua, in cui il Paese ha potere di controllo sulle imbarcazioni estranee affinchè possa tutelare il proprio territorio da eventuali reati che queste possono commettere. Nonostante ciò, come riferisce il Giornale di Sicilia la Libia rivendica da anni frazioni di mare ben più ampie da quelle legittimate di oltre 62 chilometri.

Ipotesi del fermo

Tra le più accreditate risulta essere quella di realizzare trattative politiche con l’Italia, trasformando i pescatori come merce di baratto. Sarebbe stata avanzata da parte di Bengasi la richiesta di uno “scambio di prigionieri”, che prevedeva l’estradizione di quattro libici condannati in Italia come scafisti per un’attraversata avvenuta nel 2015 in cui persero la vita 49 migranti. Tesi disfatta dal ministro per i Rapporti col Parlamento Federico D’Incà, affermando che le istanze di tale organizzazione non erano “nè confermate né in alcun modo formalizzate”.

Libia, i pescatori di Mazara del Vallo in ostaggio –Fonte:globalist.it

Il giornalista Francesco Mezzapelle, di Prima Pagina Mazara, spiegava che tra le ipotesi possibili vi poteva essere una connessione per il mancato accordo commerciale del 2019. Tale collaborazione doveva avvenire tra la federazione italiana Federpesca e un’agenzia di investimento del generale libico. L’obiettivo era quello di permettere ad alcuni pescherecci italiani di pescare nella loro zona comando unilaterale attraverso il pagamento di una quota mensile. Il malcontento generato dall’assenza di un concordato avrebbe potuto inasprire gli animi libici che per “ripicca” potrebbero aver indetto l’arresto. Ciò può essere motivato dal fatto che l’Italia riconosce come governo legittimo quello di Serraj, avversario di Haftar.

Le condizioni dei pescatori

Questi erano rinchiusi in un edificio presidiato e fortificato da un muro di cemento che circonda l’area. Per raggiungerlo era necessario superare un posto di blocco presidiato da uomini in uniforme verosimilmente appartenenti a reparti speciali della marina. Non potendo uscire dal palazzo, i prigionieri trascorrevano le giornate tra le brandine e la televisione unico svago concesso. Dopo il lungo silenzio dal 16 settembre il contatto con le famiglie è avvenuto tramite una breve telefonata del 10 novembre.

Sebbene siano state garantite “buone” condizioni di salute a livello fisico, non è da escludere che una situazione così tesa abbia potuto provocare dei danni all’apparato psicologico dei soggetti.

La trattativa

Durante i 108 giorni le famiglie dei pescatori hanno continuato a chiedere a gran voce l’intervento del Governo. Sono state perciò organizzate manifestazioni a Mazara del Vallo e sit-in a Roma in piazza Montecitorio, davanti alla sede del Parlamento.

L’urlo dei parenti dei pescatori di Mazara Del Vallo –Fonte:tp24.it

La vicenda è così giunta fino a Bruxelles, prendendo i connotati di un vero caso diplomatico. L’appello promosso dall’Unione Europea richiedeva da parte delle autorità libiche il rilascio immediato, poiché i soggetti erano trattenuti da settembre senza che fosse avviata alcuna procedura legale. Ciò sembra aver accelerato l’impegno del Governo che il 17 dicembre ha visto il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte e il ministro degli Esteri Luigi Di Maio partire alla volta di Bengasi per realizzare la trattativa finale per la loro liberazione. Il Premier ha informato il Capo di Stato, che ha espresso grande apprezzamento per l’impegno versato a favore del conseguimento dell’esito positivo. Di Maio ha pubblicato così in un post su Facebook

“Grazie all’Aise (la nostra intelligence esterna) e a tutto il corpo diplomatico che hanno lavorato per riportarli a casa. Un abbraccio a tutta la comunità di Mazara del Vallo. Il Governo continua a sostenere con fermezza il processo di stabilizzazione della Libia. È ciò che io e il presidente Giuseppe Conte abbiamo ribadito oggi stesso ad Haftar, durante il nostro colloquio a Bengasi. Viva l’Italia”

Immensa è la gioia delle famiglie, del vescovo e del sindaco di Mazara Del Vallo di accogliere finalmente dopo tre mesi i loro cari come uomini liberi, considerandolo come “il regalo di Natale più bello”.

Liberi i pescatori italiani sequestrati in Libia da oltre 100 giorni –Fonte:avvenire.it

Giovanna Sgarlata

Cashback Natale: app IO supera Immuni, ma va in crash. Ecco le alternative per accedere al piano rimborsi

L’iniziativa Cashack di Natale è diventata la protagonista nello scenario dell’ultimo periodo dell’anno. L’app per registrarsi al programma però ha mostrato l’esistenza di alcuni problemi.

Bonus Cashback: 10% di rimborso – Fonte:bnl.it

Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte durante la conferenza stampa del 3 dicembre, ha predisposto l’avvio del Piano Italia Cashless previsto dalla legge di bilancio del 2020 insieme alla Lotteria degli scontrini. La mossa del Governo mira ad incrementare l’uso della moneta elettronica nei pagamenti effettuati nei negozi fisici, apportando così ad una modernizzazione del sistema che prevede una massiccia circolazione di contante e soprattutto combattere l’evasione fiscale.

Accesso al servizio

Il programma posto in essere dall’esecutivo punta per chi effettua pagamenti elettronici tramite carte o app di ottenere il rimborso del 10% sul totale delle spese sostenute, tramite bonifico sul proprio conto corrente che avverà nei primi mesi del 2021.

App IO, Cashback di Natale: cos’è e come funziona l’applicazione – Fonte:lavoroediritti.com

In un periodo di grande difficoltà economica, aggravata dall’epidemia da coronavirus, è stato deciso di avviare con una fase straordinaria l’Extra Cashback di Natale che mostra come obiettivo principale quello di mettere in moto la macchina economia locale gravemente colpita. Essa prevede l’accredito fino a 150 euro su almeno 10 acquisti compiuti tra l’8 e il 31 dicembre; non presume soglie minime di spesa, ma fissa un massimo di 15 euro di rimborso anche qualora l’importo superi i 150.

Sono esclusi dall’iniziativa:

  • Pagamenti online
  • Acquisti nell’ambito di qualunque attività d’impresa, arte o professione
  • Acquisti presso esercenti che non dispongono di un “Acquirer Convenzionato”, soggetto che non possiede strumenti per i pagamenti elettronici, per partecipare al programma
  • Pagamenti effettuati fuori dal territorio nazionale, inclusi la Repubblica di San Marino e lo Stato della Città del Vaticano
  • Operazioni eseguite presso sportelli ATM
  • Bonifici effettuati tramite SDD (Sepa Direct Debit) ossia addebiti diretti sul conto corrente
  • Operazione relative a pagamenti ricorrenti

Dal primo gennaio al 30 giugno 2022 ci sarà la vera e propria attivazione del programma che annuncia due rimborsi semestrali, attribuendo a chi avrà totalizzato il maggior numero di transizioni premi dal valore di 1500 euro chiamati Super Cashback.

Avvio del piano

Il Cashback di Stato è partito – Fonte:punto-informatico.it

Martedì 8 dicembre è stato attivato il Piano Cashback, che fin dai primi minuti  ha ottenuto un feedback degli italiani molto positivo. Nelle ore antimeridiane fonti del Governo si erano così espresse

“Al momento sono già circa 1 milione gli utenti che hanno caricato un metodo di pagamento e stanno attivando il Cashback”

Ben 400 mila nuovi download dell’app IO sono stati effettuati nella sola mattinata dell’Immacolata, raggiungendone un totale di 7,6 milioni e di 2,3 milioni di utenti attivi nelle prime 24 ore secondo i documenti di Palazzo Chigi.

Intoppi nel sistema

Nonostante la massiva adesione al programma, molti utenti hanno riscontrato dei malfunzionamenti dell’app IO, prevista dalla Pubblica Amministrazione per permettere la registrazione di dati sensibili come carte usate per la transizione e codice iban del proprio conto corrente.

I problemi rilevati nei primi giorni sembrano essere motivati dall’estesa partecipazione, la quale registra picchi di 8 mila operazioni al secondo che potrebbero aver causato un errato funzionamento dell’applicazione. Ciò ha determinato un impedimento per associare le carte di debito e di credito e il mancato riconoscimento delle stesse a coloro i quali erano già registrati. Non è da escludere che l’acquisizione dei pagamenti, catalogati sulla piattaforma solo dopo la mezzanotte del giorno dell’attivazione, abbia prodotto dei ritardi. Difficoltà maggiori sono state riscontrate per l’accesso alla sezione “Portafoglio” e per la registrazione nel circuito PagoBancomat delle carte.

Cashback, problemi all’app IO – Fonte:fanpage.it

Il Governo perciò sta meditando di estendere i termini di scadenza dell’Extra Cashback di Natale fino al 6 gennaio 2021.

Sistemi alternativi all’app IO

È possibile partecipare al piano rimborsi anche attraverso sistemi diversi di pagamento come Satispay, Nexi Pay o Hype i cui circuiti non hanno segnalato alcun rallentamento o errori relativi alla registrazione degli utenti, facilitandone l’adesione al programma.

Un Cashback semplificato con Nexi, Hype e Satispay – Fonte:italiaoggi.it

Satispay prevede che l’accredito avvenga direttamente nella sua app, la quale si collega direttamente all’iban del titolare. Essa già nelle prime ore dell’attivazione del piano presentava il 30% di partecipazione al Cashback, raddoppiando le iscrizioni alla piattaforma che supera  le 5000 giornaliere.
Stessa situazione riguarda Nexi, i cui pagamenti tramite Apple Pay, Google Pay possiedono la stessa validità di quelli effettuati con carte e bancomat presso i negozi fisici. Inoltre ha deciso di non applicare alcuna commissione ai commercianti per i pagamenti inferiori ai 10 euro fino alla fine del 2021. Ciò è avvenuto grazie alla collaborazione con le banche, in cui si è posto come obiettivo principale quello di “dare un ulteriore supporto agli esercenti del Paese”. Esiste inoltre la possibilità di prendere parte all’iniziativa senza l’uso dell’identità digitale attraverso Nexi Pay e YAP, che permette la realizzazione di carte virtuali prepagate.

Hype si presenta come la soluzione digitale della Banca Sella, che semplicemente con l’installazione di un’app sullo smartphone e il caricamento della propria carta farà avvenire l’accredito da parte dello Stato, sulle spese effettuate, direttamente sull’Iban.

Si è aggiunta anche Poste Italiane che permetterà di eseguire la registrazione anche tramite app Postepay e BancoPosta; stabilendo un a commissione di 1 euro per i pagamenti superiori di 10 euro presso i punti vendita convenzionati mediante il codice QR.

Tali misure previste sono necessarie affinchè, secondo il report 2020 di Ambrosetti, l’Italia elevi la sua posizione nella classifica europea attraverso la corsa al cashless society, che mira ad ottenere una società il cui libero circolo del contante rasenti lo zero. Attualmente il Bel Paese si trova alla ventitreesima posizione su un totale di 28 stati aderenti, risulta perciò evidente che rendere più semplice l’adesione al Piano Cashback rappresenti il trampolino di lancio per un piazzamento migliore.

App IO più scaricata di Immuni: problemi di privacy?

Il paradosso che in questi giorni si è sollevato in tutta Italia riguarda le due applicazioni che sono nate quest’anno nel panorama della Pubblica Amministrazione.

Il pessimo risultato ottenuto con l’app Immuni, proposta come misura essenziale per il tracciamento dei contagi da Covid-19, in cui vige l’anonimato e l’assenza di geolocalizzazione, nel mese di giugno non ha avuto notevole successo. Nonostante ciò il Governo a più riprese ha ribattuto la necessità di scaricarla attraverso spot televisivi e pubblicità sul web. Gli ultimi dati mostrano che sono avvenuti solo 10 milioni di download che hanno consentito di individuare 6200 casi positivi; valori risibili al netto degli infetti che ogni giorno superano oltre le decine di migliaia. Lo stesso commissario per l’emergenza Domenico Arcuri ha criticamente espresso che “non ha avuto i risultati che aspettavamo”.

Diversa è stata la risposta degli italiani per l’app IO, che in sole 24 ore è stata scaricata da oltre 7 milioni di persone le quali hanno dovuto inserire nella piattaforma i propri dati sensibili come informazioni personali, numero di telefono, email, conto corrente e dati delle carte di credito, notificando lo Stato a livello globale sugli acquisti effettuati. Quest’ultima al contrario della precedente non è finita nel mirino delle notizie di giornali e televisioni con aspre critiche, risultando perciò evidente come il popolo italiano preferisca “svendere” il diritto privacy per un’infima ricompensa monetaria.

Giovanna Sgarlata

Firmato il nuovo Dpcm: Conte frena sulle festività natalizie

Numerose restrizioni sono state promosse per le festività natalizie. Dal 21 dicembre al 6 gennaio saranno in vigore nuove misure per tutta l’Italia.

Nuovo Dpcm del 4 dicembre – Fonte:cremonaoggi.it

Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, ha firmato il nuovo Dpcm  per fronteggiare l’emergenza sanitaria, estendendone la sua validità dagli attuali 30 giorni a 50.

Confermate le divisioni in fasce gialle, arancioni e rosse delle regioni.

“È un sistema che si sta rivelando efficace. Continuando in questo modo, è ragionevole prevedere che nel giro di qualche settimana, e quindi in prossimità delle festività natalizie, tutte le regioni saranno gialle”

Il premier sottolinea che nelle prossime settimane i colori potrebbero cambiare su decisione del ministro della Salute Roberto Speranza come è già avvenuto in precedenza.

 

Mobilità

Sarà vietato spostarsi tra regioni, comprese le provincie autonome di Trento e Bolzano, ad eccezione che avvenga per comprovati motivi di lavoro, situazioni di necessità o di salute. Nello stesso arco temporale sarà garantito il rientro nella propria residenza, domicilio o abitazione. È proibito inoltre muoversi nelle seconde case che si trovino in regioni diverse dalla propria.

Nuovo Dpcm, giornata decisiva. Mobilità tra Regioni e lockdown – Fonte:ilfattoquotidiano.it

Le festività di Natale e Capodanno saranno “blindate” entro i confini comunali. Dalle ore 22:00 alle 5:00 del giorno successivo sarà previsto il coprifuoco su tutto il territorio nazionale. Per la notte del 31 dicembre è prevista un’espansione dello stesso fino alle 7:00 del mattino. Resta fortemente consigliato di non spostarsi con mezzi pubblici o privati salvo situazioni di bisogno.

Gli italiani che invece si troveranno all’estero, al loro rientro, se successivo al 20 dicembre, dovranno sottoporsi a quarantena. Per il presidente del Consiglio si tratta di una “misura dissuasiva” che avrà valenza anche per gli stranieri che soggiorneranno nel territorio nazionale.

Commercio al dettaglio

Dpcm per Natale – Fonte:tuttolavoro24.it

Il commercio al dettaglio sarà consentito fino all’Epifania, con limite di orario alle 21:00, per evitare la formazione di code all’esterno dei locali e assembramenti. Dal 4 dicembre al 15 gennaio rimarranno chiusi gli esercizi commerciali dentro mercati, centri, gallerie, parchi, aggregazioni di esercizi commerciali e di altre strutture assimilabili, nei giorni festivi e prefestivi. Sono escluse da queste misure restrittive le farmacie, parafarmacie, presidi sanitari, generi alimenti, prodotti agricolo e florovivaistici, tabacchi ed edicole.

 Incentivazioni Piano cashless

Per incrementare l’acquisto nei negozi locali, il Governo ha previsto che da giorno 8 al 31 dicembre entrerà in vigore il piano extra cashback di Natale: chiunque pagherà con carte o app per qualsiasi acquisto, alimentare o di servizi, riceverà un rimborso del 10% su tutti i pagamenti fino ad un massimo di 150 euro (qui il nostro articolo). Sono esclusi gli acquisti online.

Piano Italia Cashless Extra Cashback di Natale – Fonte:dropnews.it

 Attività di ristorazione

Nelle zone gialle, bar, ristoranti, pub, pizzerie, gelaterie e pasticcerie potranno esercitare la loro attività, con consumo al tavolo, dalle ore 5:00 alle 18:00 tutti i giorni, comprese le festività di Natale e Santo Stefano. Ogni tavolo però potrà ospitare al massimo 4 persone, ad eccezione dei conviventi. Dopo le 18:00 è vietato consumare cibi e bevande nei locali o per strada.

In quelle arancioni e rosse è confermata la possibilità dell’asporto fino alle 22:00 e la consegna a domicilio.

Covid: divisione Italia in zone gialle, arancioni e rosse – Fonte:tg24.sky.it

In tutta Italia, gli alberghi resteranno aperti, ma la sera del 31 dicembre sarà proibito l’organizzazione di veglioni e cene; attivo, dalle 18:00 solo il servizio in camera.

Per pranzi e cene in casa, Conte ha così argomentato:

“In un sistema liberaldemocratico noi non possiamo entrare nelle case delle persone e imporre delle stringenti limitazioni e per questo possiamo limitarci a introdurre una forte raccomandazione”

Solo parenti stretti, con un numero massimo di 6 o 8 persone, possibilmente distanziati. Si fa appello al buon senso e alla responsabilità degli italiani per il rispetto delle regole anti contagio.

Divieti imposti dal Dpcm

Divieto a:

  • Qualsiasi riunione in piazze e strade dei centri urbani. Può essere disposta per tutta la giornata o in fasce orarie la chiusura al pubblico per evitare che si creino situazioni di assembramento, fatta esclusione per gli esercizi commerciali aperti e per le abitazioni private.
  • Alle vacanze sulla neve
  • A crociere in partenza, scalo o arrivo in porti italiani fino al 6 gennaio 2021
  • Sale giochi e scommesse, sale bingo e casinò
  • Spettacoli aperti al pubblico, come sale da concerto e sale cinematografiche
  • Discoteche, sale ballo e locali assimilati all’aperto o al chiuso
  • Feste, cerimonie civili e religiose
  • Convegni, congressi e altri eventi; fatta eccezione per quelle che si svolgono a distanza
  • Mostre e servizi di apertura al pubblico di musei e di altri istituti e luoghi della cultura

Eventi sportivi

Si potranno svolgere solo incontri e gare di “alto livello”, riconosciuti dal Comitato olimpico nazionale italiano (CONI) e dal Comitato italiano paralimpico (CIP). Il nuovo Dpcm coinvolge gli sport individuali e di squadra, organizzate entro le proprie federazioni, le discipline sportive associate, gli entri come organismi sportivi internazionali purchè avvengano entro strutture senza la presenza del pubblico.

Gli impianti sciistici possono essere usati solo da atleti professionisti e non, che siano riconosciuti a livello nazionale per permettere loro una preparazione finalizzata allo svolgimento delle competizioni. Dal 7 gennaio, l’apertura degli stessi sarà estesa a tutti gli sciatori amatoriali. Le misure assunte dovranno essere conformi alle linee guida di regioni e province autonome secondo le disposizioni dei Cts (Centri Territoriali di Supporto).

Decreto coronavirus, impianti sciistici chiusi – Fonte:montagna.tv

Disposizioni sulla didattica

Sono previste forme flessibili per le istituzioni scolastiche secondarie di secondo grado nell’organizzazione della didattica. Si prevede che dal 7 gennaio 2021 al 75% della popolazione studentesca sarà garantita l’attività in presenza. I servizi educativi di infanzia, la scuola dell’infanzia e il primo ciclo di istruzione continuerà a svolgersi integralmente entro le proprie strutture scolastiche.

Università, didattica ed esami – Fonte:catania.liveuniversity.it

Le università invece devono sottostare al Comitato Universitario Regionale di riferimento, che sulla base dell’andamento epidemiologico predispongono di piani di organizzazione della didattica conformi alla sicurezza sanitaria. Sono consentite in presenza le sole attività formative degli studenti dei primi anni dei corsi di studio, quelle laboratoriali, nonché quelle curriculari come esami, prove e sedute di laurea. Qualora vi siano delle impossibilità di partecipazione in presenza, deve essere garantito lo svolgimento delle stesse con modalità a distanza.

Giovanna Sgarlata

il DPCM del 4 novembre: l’Italia divisa in fasce

“Non ci saranno chiusure generalizzate ma sarà un “lockdown light”, simile al modello tedesco. Il tentativo è di non paralizzare il paese, anche se è abbastanza complicato fare una misura delle restrizioni da adottare basata su zone”.

fonte: il Corriere della Sera

Nel corso della notte il Presidente del consiglio Giuseppe Conte ha firmato il nuovo DPCM. Le misure contenute nel decreto entreranno in vigore venerdì e rimarranno valide fino al 3 dicembre. Al momento sembra scongiurato il rischio di un lockdown nazionale generale ma il governo ha reputato necessario intervenire in maniera più decisa rispetto alle scorse settimane. Gli ultimi dati forniti dalla Protezione Civile parlano infatti di 30.550 nuovi contagi da Coronavirus registrati nelle ultime 24 ore.

A differenza di quanto avvenuto a marzo si è deciso di adottare differenti gradi di intervento per diverse zone del territorio. A seconda del tipo di zona e il relativo rischio le misure e le limitazioni potranno essere più o meno stringenti. Alle soluzioni previste per le singole zone si accostano poi quelle che invece avranno portata generale e che quindi dovranno trovare applicazione su tutto il territorio italiano.

 

Misure in vigore in tutta Italia

Gli interventi che varranno per tutta Italia si vanno ad aggiungere a quelli già in vigore, come la chiusura dei bar e ristornati alle ore 18. Il meccanismo individuato dal decreto è quello di una prima linea di “misure nazionali, più leggere e valide per tutti”. Tra queste:

  • il divieto di spostamenti dalle 22 alle 5 del mattino salvo comprovate esigenze lavorative, di necessità o di salute da accertare con autocertificazione;
  • la chiusura dei centri commerciali nei giorni festivi e prefestivi;
  • la chiusura dei corner di giochi e scommesse all’interno di bar e tabacchi;
  • lo stop ai musei e allo svolgimento delle mostre;
  • la riduzione dall’80 percento al 50 percento della capienza sui mezzi pubblici (fatta eccezione per i mezzi di trasporto scolastico);
  • la didattica a distanza al 100% per gli studenti delle superiori e obbligo di mascherine per gli altri ordini e gradi;
  • la didattica a distanza anche per le università, eccetto alcune attività per le matricole e laboratori.
  • sospensione di tutte le prove scritte in presenza per concorsi pubblici, privati e di abilitazione, eccetto area medico-sanitaria e Protezione Civile.
  • resta ferma la raccomandazione di evitare spostamenti non necessari.

Le misure in questione sono le uniche che troveranno applicazione nelle “zone gialle” individuate nel decreto. L’eventuale adozione di misure più dure dovrà avvenire da parte del Presidente della Regione interessata di concerto con il ministro della salute Roberto Speranza, che aggiorneranno lo “status” di ciascuna regione in base a parametri oggettivi valutati nel tempo.

 

Divisione in zone di rischio del territorio nazionale

A fronte di un diverso trend di diffusione del virus il provvedimento prevede misure differenziate per le regioni sulla base di diversi fattori: l’indice Rt (vedi prossimo paragrafo) e 21 indicatori fissati dagli esperti (tra cui la percentuale dei tamponi positivi, il numero di nuovi focolai e l’occupazione dei posti letti sulla base della disponibilità). In base a questi fattori sono state individuate tre diverse fasce di rischio e, di conseguenza, tre aree di intervento: “zona rossa” (rischio molto elevato), “zona arancione” (rischio alto) e “zona gialla” (rischio medio-alto).

Cos’è l’indice Rt e in che fascia si colloca la Sicilia

L’indice Rt (indice di trasmissibilità) ci aiuta a capire la misura della trasmissibilità di una malattia infettiva e, sulla base di esso, ci consente di valutare l’efficacia delle misure di contenimento del contagio. Nella settimana tra il 19 e il 25 ottobre, per esempio, l’indice Rt nazionale era di 1,7. Al momento sono poche le regioni ad avere un indice di trasmissibilità inferiore all’ 1,5 e tra queste vi è la Sicilia. La nostra regione secondo gli ultimi report avrebbe un indice Rt pari a 1,42 che, tenendo in considerazione anche gli altri 21 fattori, la collocherebbe in fascia arancione, quindi con rischio alto.

fonte: Quotidiano.net

 

Zone arancioni e relative misure

Tra le regioni rientranti in uno scenario intermedio vi sono la Sicilia e la Puglia. In queste saranno in vigore le seguenti misure aggiuntive:

  • sarà vietato ogni spostamento, in entrata e in uscita, dalla Regione salvo che per comprovate esigenze. Saranno però consentiti gli spostamenti necessari allo svolgimento della didattica nel rispetto dei limiti in cui è consentita. Sarà consentito il rientro nel proprio domicilio o nella propria residenza;
  • sarà vietato ogni spostamento in un comune diverso da quello di residenza, domicilio o abitazione, salvo che per comprovate esigenze di lavoro, studio, necessità e salute oltre che per svolgere attività o usufruire di servizi non sospesi e non disponibili nel proprio comune;
  • saranno sospese le attività dei servizi di ristorazione (fra cui bar, pub, ristoranti, gelaterie, pasticcerie), ad esclusione delle mense e del catering. Resta consentita la consegna a domicilio senza limiti di orario e l’asporto fino alle 22.

Zone Rosse

Le Regioni che invece si trovano in uno scenario di massima gravità e con un livello di rischio molto alto sono la Lombardia, il Piemonte, la Calabria e la Valle d’Aosta. Per queste regioni scatterà di fatto un lockdown simile a quello di marzo ed avrà una validità di 15 giorni. In queste è previsto:

  • Blocco totale della mobilità interna ed esterna (salvo spostamenti per motivi di lavoro, salute o necesità)
  • Chiusura dei negozi al dettaglio, tranne alimentari, farmacie, parafarmacie tabaccherie, edicole.
  • Parrucchieri, barbieri e lavanderie rimarranno aperte.
  • Smart working per tutte le attività con eccezione per le attività indifferibili
  • Chiusura delle università salvo specifiche eccezioni (corsi di medicina e relativi tirocini).
  • È sempre consentito il rientro nel proprio comune di domicilio o residenza e la possibilità di accompagnare i propri figli a scuola. Si potranno fare attività motorie sportiva in prossimità della propria abitazione, ed esclusivamente individuale.
  • Continuerà la didattica in presenza solo per la scuola dell’infanzia, elementare e prima media.
  • Sospensione di tutte le competizioni sportive e le attività all’interno dei centri sportivi, salvo quelle riconosciute di interesse nazionale dal CONI.

 

É bene ricordare infine che il meccanismo di collocamento delle regioni nelle varie fasce è “semiautomatico”: ciò significa che l’applicazione delle relative misure avverrà sulla base dei criteri oggettivi indicati all’interno del medesimo decreto, escludendo di fatto qualsiasi forma di discrezionalità da parte del Governo o dei Presidenti di Regione.

Maria Cotugno

 

Referendum: Il Sì ha vinto. Cosa succederà adesso

 

Il risultato del referendum costituzionale sul taglio del numero dei parlamentari sancisce la vittoria del SI, con quasi il 70% di preferenze.

La vittoria del SI al Referendum è schiacciante. Il 69,6% degli italiani ha votato a favore della riforma costituzionale con più di 17 milioni di voti. I no si fermano a 7 milioni e 400 mila.

Con il beneplacito del popolo, la legge costituzionale n.240\2019, pubblicata in Gazzetta Ufficiale lo scorso 12 ottobre, stabilisce che quest’autunno è stagione di riforme.  Gli articoli 56, 57 e 59 della Costituzione saranno modificati. Il numero dei deputati, il numero dei senatori e dei senatori a vita subirà una diminuzione del 36,5% del numero totale dei parlamentari. (Approfondimento qui)

Dalla prossima legislatura, l’assetto istituzionale della Repubblica Italiana muta fisionomia. Il numero complessivo dei parlamentari passerà dall’essere 945 a 600: i deputati saranno 400 piuttosto che 630 e i senatori passeranno da 315 a 200, e il numero massimo dei senatori a vita sarà pari a 5.

Il  vero vincitore è il Movimento 5 Stelle, partito che sostiene l’attuale governo Conte, promotore della riforma.

A favore della riforma si sono espressi quasi tutti i partiti rappresentati in Parlamento. Nelle quattro letture previste per una riforma costituzionale è interessante ricordare che le prime tre letture sono avvenute sotto il governo giallo-verde, mentre la quarta sotto l’attuale.  La Lega e Fratelli d’Italia hanno votato SI in tutte le letture. Il Partito Democratico ha votato per tre letture NO e l’ultima volta SI. Più Europa ha sempre votato NO.

Cosa succederà adesso?

Nell’immediato non cambierà nulla.

Le camere non verranno sciolte e i parlamentari resteranno 945.  Il governo potrà finire il suo mandato che, se portato a fine legislatura, ci chiamerà al voto nel 2023.

Con nuove elezioni, per la prima volta nella storia della Repubblica, i parlamentari che potremo votare saranno 600: 400 Deputati e 200 Senatori. Il numero di rappresentanti per abitanti diminuirà. Con il taglio ci sarà un deputato  per ogni 151 mila e un senatore per ogni 302 mila abitanti. Saranno ridotti anche i parlamentari eletti dagli italiani all’estero: deputati e senatori passeranno da 12 a 8 e da 6 a 4.

Il processo di “normalizzazione” dei risultati appare tutt’altro che semplice. Prima di nuove elezioni c’è un problema cardine che il governo dovrà affrontare: è necessario che venga emanata una nuova legge elettorale.

La Corte Costituzionale ha già stabilito che l’attuale legge Rosato non può essere rappresentativa del volere della popolazione con il nuovo numero di rappresentanti. Nei prossimi mesi è necessario che venga proposta e approvata una nuova legge elettorale che principalmente stabilisca il sistema di voto (proporzionale, maggioritario o misto) e come verranno suddivisi i rappresentati per ogni circoscrizione e regione.

 

La nuova geografia politica delle Regioni.

Contestualmente al voto per il referendum, gli italiani di alcune regioni sono stati chiamati ad esprimere la loro preferenza in merito alle amministrazioni locali e ai governi regionali.

Approfondendo il risultato delle elezioni Regionali del 20-21 settembre, possiamo affermare: il centro-sinistra vittorioso in Toscana, in Puglia e in Campania, il centro-destra in Liguria, in Veneto e nelle Marche.

Nelle sei regioni sono state riconfermate le coalizioni uscenti. Unico cambio di “governance” significativo lo si registra nelle Marche. I confini della geografia politica italiana nell’inseme si compongono di quindici regioni governate dal centro-destra e cinque dal centro-sinistra.

 

Le regioni tra vecchi e nuovi governatori.

In Campania Vincenzo De Luca, governatore uscente, sostenuto dal centro-sinistra ha trionfato con il 69,6 per cento dei consensi, mentre il candidato del centro-destra Stefano Caldoro ha ottenuto il 17,8 per cento.

In Puglia ha vinto Michele Emiliano, governatore uscente, con il 46,9 per cento dei voti contro il 38,6 per cento di Raffaele Fitto. La regione Puglia era stata considerata tra le più a rischio per il centro-sinistra. Emiliano non era sostenuto né dal Movimento 5 stelle né dal movimento Italia Viva. Antonella Laricchia e Ivan Scalfarotto, candidati dei due partiti, hanno ottenuto l’11,11 per cento e 1,6 per cento.

In Toscana il Partito Democratico è il primo con il 34,7 per cento di preferenze. Eugenio Giani, sostenuto dalla coalizione del centro-sinistra, ha vinto con il 48,6 per cento dei voti contro il 40,4 per cento di Susanna Ceccardi, sostenuta dalla Lega.

In Veneto il leghista Luca Zaia ha stravinto, governatore uscente, giunto al terzo mandato ha superato il 75 per cento dei consensi, contro il 15,6 per cento di Arturo Lorenzoni candidato del centro-sinistra. La lista “Zaia Presidente” è il primo partito con il 44,4 per cento dei voti; la Lega il secondo, con il 16,89 per cento.

In Liguria confermato Giovanni Toti del centro-destra con circa il 55 per cento dei voti, contro il 38 per cento di Ferruccio Sansa del centro-sinistra che ha ottenuto 120mila voti in meno.

Nelle Marche ha vinto il candidato di Fratelli d’Italia Francesco Acquaroli. Appoggiato da tutto il centro-destra ha ottenuto il 49,1 per cento dei consensi contro il 37,3 per cento di Maurizio Mangialardi, candidato del centro-sinistra e sindaco di Senigallia.

L’andamento dei partiti conferma le forze di maggioranza nel governo.

Il Partito Democratico è il primo parto italiano in tutte le regioni dove si è votato, escluso il Veneto. Il segretario Nicola Zingaretti ha interpretato il voto locale come un segnale incoraggiante per il governo in carica.

Il Movimento 5 stelle, partito che governa dal 2018 con due diverse coalizioni, si è presentato con una lista autonoma in quasi tutte le regioni. I risultati ottenuti sono stati deludenti. Sia in Toscana che in Puglia i candidati del Movimento hanno ottenuto la metà dei voti rispetto a un anno fa.

Maria Cotugno