Lady Gaga: Il ritorno della Mother Monster con Mayhem

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Mayhem suona quindi come un disco restauratore che farà sicuramente la gioia dei suoi primi ammiratori; ma in un’epoca in cui l’innovazione si confonde con la nostalgia, viene da chiedersi se sia una rivoluzione o solo una riproposizione di formule collaudate e quindi un ritorno alla comfort zone dell’artista. Voto UVM: 4/5

Lady Gaga: uno zoom sulla popstar

Classe 1986, Lady Gaga (alias Stefani Joanne Angelina Germanotta), superstar newyorkese ed icona pop deve il suo nome alla canzone Radio Gaga dei Queen, band che ha voluto così omaggiare. Di origini italiane (il nonno era siciliano di Naso) la trentanovenne Gaga, è soprattutto una cantautrice, compositrice, attrice e attivista: un’artista camaleontica dai look più eccentrici.

Riconosciuta come una delle personalità artistiche più significative degli anni Duemila, Lady Gaga ha iniziato la sua carriera nel 2008 con il singolo Just Dance, che ha ottenuto un grande successo nel 2009 raggiungendo la prima posizione in diverse classifiche internazionali, inclusa la Billboard Hot 100.  Il suo album d’esordio The Fame fu un grande successo ed ha venduto 15 milioni di copie. Iconiche sono state poi le sue Bad Romance, Poker Face, Born This way, Judas, Alejandro, Telephone (feat. Beyoncé), Bloody Mary, Perfect Illusion ecc…

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Lady Gaga nel videoclip di “Poker face”

Per Shallow tratta dal film A star is born (2018) remake di Bradley Cooper del film del 76’ con Barbra Streisand, nel 2019 ha vinto sia un Golden Globe come migliore canzone originale, che un Oscar, arrivando così laddove nemmeno Madonna è riuscita. Ha poi recitato nelle pellicole di House of Gucci (2017) in cui interpretava Patrizia Reggiani e Joker: folie à deux (2024), nel ruolo di Harley Quinn e di compositrice della colonna sonora del film (che però si è rivelato un flop).

Vincitrice di numerosi GRAMMY AWARD (come ad esempio per il miglior album pop vocale nel 2011), MTV VIDEO MUSIC AWARD (tra i tanti nel 2020 per Rain on me feat. Ariana Grande come canzone dell’anno), BAFTA, CRITICS CHOICE AWARDS, BRIT AWARDS, MTV EUROPE AWARD (alla miglior artista femminile 2016, 2011, 2010) ecc,….

 

Lady Gaga
Lady Gaga alla cerimonia di premiazione dei Grammy Awards. photo: The Academy

Mayhem: il nuovo, atteso album di Lady Gaga

Lo scorso 7 marzo è tornata con il suo ottavo album in studio Mayhem che si può definire gotico e dancefloor. Con questo titolo, che in italiano significa confusione, caos, Gaga esalta il potere celebrativo della musica.

L’album contiene 14 tracce tra cui LoveDrug, Killah, Zombieboy, The Beast, Blade of Glass, Perfect Celebrity ; ed è stato anticipato da singoli di successo come Die with a smile con Bruno Mars, Disease e Abracadabra ( il termine significa “io creo mentre parlo” ed è un chiaro richiamo alla magia). Una canzone si fa notare poi, ovvero, Shadow of a man, un tributo al Re del pop Michael Jackson, visto che Gaga ha usato la sua voce. Inoltre, la cantante ha svelato questa sua ultima creazione proprio ai Grammy Awards 2025 introducendola con :

 la categoria è: balla o muori.

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Lady Gaga per il suo nuovo singolo “Abracadabra”

Il trionfo di Mayhem nelle classifiche conferma la posizione di Lady Gaga come una delle artiste più influenti e amate del panorama musicale contemporaneo. Questo album è decisamente più simile alla Mother Monster di inizio carriera anziché alla ragazza acqua e sapone dell’album Joanne e di Chromatica nel 2020 che includeva musica dance elettronica.  Gaga riguardo a questo suo ultimo lavoro ha confessato:

Volevo tornare su un sentiero conosciuto, ma anche aprirne uno nuovo e non è facile, se nel disco ci sono momenti tipo “questa mi ricorda qualcosa” è perché ho un mio stile, ma mi sono sforzata musicalmente di spingermi in un territorio nuovo.

Mayhem suona quindi come un disco restauratore che farà sicuramente la gioia dei suoi primi ammiratori; ma in un’epoca in cui l’innovazione si confonde con la nostalgia, viene da chiedersi se sia una rivoluzione o solo una riproposizione di formule collaudate e quindi un ritorno alla comfort zone dell’artista.

Curiosità sull’artista…

Lady Gaga ai MuchMusic Awards

Nel 2009 Gaga ha indossato sul palco un reggiseno in fiamme e, sempre lo stesso anno, per una performance alla House of Blues, un abito fatto di bolle trasparenti. Ma tra i suoi tanti outfit eccentrici resta indimenticabile il  Meat Dress.  La cantautrice statunitense lo ha indossato in occasione degli MTV Video Music Awards del 2010 , vincendo per “Video dell’Anno”.  Molti artisti (come la vegana Cher, che le ha consegnato il premio) si sono presto schierati favorevolmente giudicando l’abito un’assoluta opera d’arte e frutto di puro genio. Non tutti sanno poi, che oltre al fatto che suona il piano dall’età di 4 anni, per mantenersi durante i suoi studi alla Tisc School of Arts di New York, Gaga ha lavorato come spogliarellista e poi come ballerina di go go dance.

Lady Gaga che indossa il suo iconico “meat dress” agli MTV Music Awards 2010

Carmen Nicolino

E’ tempo dei Golden Globes 2019

Come ogni anno, i Golden Globes aprono la stagione a stelle e strisce dei premi cinematografici (Awards season) che culminerà in primavera con l’attesissima notte degli Oscar.

Nella 76esima edizione del concorso , vedremo i migliori film, americani e stranieri, attori, registi, serie e miniserie tv, premiati dai 90 giornalisti e critici cinematografici della Hollywood Foreign Press Association.

La cerimonia si è tenuta nell’incantevole location del Beverly Hilton di Beverly Hills, che in occasione della sfilata delle celebrità più luminose, sfoggia orgogliosamente un Red Carpet da sogno.

Non a caso, i Golden Globes sono diventati “the best party in town”, la festa numero uno ad Hollywood, merito anche dello Show, più imprevedibile, politicamente scorretto,spigliato ed irriverente rispetto agli Oscar.

All’elegantissimo party presenti tutte le star piu acclamate, comodamente sedute attorno ai tavoli fra pietanze e champagne costosissimi, possono liberamente muoversi e spostarsi, chiaccherare con i colleghi cineasti, a differenza del contesto impettito e rigido degli Academy Awards.

Questa libertà festaiola, dopo circa un’ora di programma, finisce per coinvolgere gran parte dei presenti brilli e divertiti, e per influire positivamente sullo show, sui discorsi di ringraziamento spesso caratterizzati da gaffe comiche.

Protagonisti della serata, presentata dall’attrice Sandra Oh e dall’attore Adam Samberg, le pellicole pluri-nominate “Vice”, “Green Book”, “A star is born”, “Bohemian Rapsody”, “BlacKkKlansman” e “Roma”.

Il film più premiato è stato Green Book di Peter Farrelly, che si è aggiudicato i premi di miglior commedia, miglior attore non protagonista a Mahershala Ali e miglior sceneggiatura.

Leggera delusione per il sei volte nominato Vice di Adam Mckay che ha vinto solo nella categoria di migliore attore in un film commedia grazie alla solita straordinaria trasformazione fisica di Christian Bale.

A sorpresa A star is Born di Bradley Cooper si è imposto soltanto nella sezione miglior canzone originale con Shallow di Lady Gaga su cinque nomination totali.

Bohemian Rapsody di Bryan Singer domina la scena e si porta a casa le statuette di miglior film drammatico e di miglior attore protagonista a Rami Malek rivelazione attoriale dell’anno merito dell’interpretazione ai limiti della perfezione tecnica del compianto leader dei Queen Freddy Mercury.

Pellicola co-protagonista della serata Roma di Alfonso Cùaron, premiata con il miglior film straniero e la miglior regia che confermano la crescita culturale della scuola messicana ( Innarritu, Del Toro, Rodriguez) che negli ultimi anni si sta mettendo in luce nella scena hollywoodiana.

Da segnalare la vittoria a sorpresa della 72enne Glenn Close in The Wife e di Olivia Colman in The Favourite.

Lo stravagante mondo di Hollywood tra polemiche femministe e d’inclusione, gossip e scandali riesce sempre e comunque a far parlare di se, ad attirare le attenzioni di fan e stampa da tutto il mondo.

Prossimo immancabile appuntamento il Red Carpet dell’Accademy madrina degli Oscar.

Sale l’ansia dei fan che intanto hanno avuto un assaggio, spesso anticipatore in termini di premi, della notte più attesa ed esclusiva del mondo.

Unico imperativo: aspettarsi l’inaspettato.

Antonio Mulone

La la land. Un inno ai sognatori e al cinema.

CINEMASCOPE la scritta gialla è la prima immagine che ci appare e dopo ci troviamo imbottigliati nel traffico di un raccordo dell’autostrada di Los Angeles ed è subito musica e balli sui tettucci delle macchine e fra queste.

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Questo è l’inizio di La la land l’ultima opera di Damien Chazelle (Whiplash), ha avuto una ricezione positiva immediatamente dopo la prima proiezione che ha anche inaugurato il passato Festival di Venezia.

Ryan Gosling è Sebastian, un pianista che ama il jazz e vorrebbe aprire un locale tutto suo dove “ridare vita al vero jazz” ma non avendo la capacità economica fa il pianobar suonando le canzoni natalizie nel ristorante di un JK Simmons imperturbabile.
Emma Stone è Mia, un’aspirante attrice che lavora come barista in un caffè degli studios della Warner.
I due si incontrano la prima volta nel ristorante dove Mia sente cantare e suonare Sebastian, ma è solo dopo una festa che i due stringeranno un legame forte, appassionato e profondo come il loro amore per l’arte. Momento clou della serata è lo scenografico e ben ballato tip tap fra le colline di LA mentre cantano “What a lovely night”.

La passione per la recitazione e la musica, la infinita gavetta (che tanti di quegli attori che noi ora apprezziamo hanno fatto) accettare la realtà dei fatti e poi rialzarsi per ricominciare.
E’ un film per i sognatori come canta la Stone ad un certo punto : “Here’s to the ones who dream. Foolish, as they may seem”

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Per gli appassionati di musical i riferimenti alle pietre miliari come Cantando sotto la pioggia West Side Story sono molteplici e facilmente riconoscibili. C’è il faccione della Bergman nel posto di Casablanca come carta da parati della camera di Mia, c’è Gioventù bruciataNotorius.
Chazelle gioca tutto il film coi long shots dando continuità alla recitazione e accentuando la fluidità delle parti danzate e coi colori dei vestiti e dei luoghi. Inquadrature in cinemascope con le figure intere testimoniano la performance ballerina degli attori.
Sebastian è un nostalgico e le sue emozioni si specchiano in una riflessione sul presente mondo dello spettacolo.

Le interpretazioni sono ottime Gosling convince completamente e ammalia.
Emma Stone , grazie anche all’esperienza fatta a teatro con “Cabaret” , è perfetta, coinvolgente espressiva e divertente.
In tanti hanno paragonato questa coppia a Fred e Ginger : non ballano come questi ma l’alchimia del duo sullo schermo è magica.

E’ un omaggio al Cinema e a Los Angeles che è la terza protagonista.
Il musical è un genere che non è mai passato rispetto a tanti altri più “forti” ,  come il western che invece hanno subito l’effetto del tempo, e con questo film gode di un rinnovamento. Una nuova fase del musical. E’ una boccata di aria fresca quella che ci permette di avere Damien Chazelle.
Dopo aver fatto incetta di Golden Globes , si è guadagnato 14 nomination agli Oscar (forse un po’ eccessivi ma si sa sono gli Academy) ed è il favoritissimo in categorie come miglior film e miglior attrice e attore protagonista. Non resta che attendere.

Intanto chiudete Netflix/Sky/Amazon alzatevi dal divano, sedetevi in sala e sognate.

Arianna De Arcangelis