Il Processo ai Chicago 7: cronaca di uno dei più grandi processi politici della storia americana

Due ore di pellicola in cui ci si sente realmente spettatori di un vero processo -Voto UVM: 4/5

Nonostante la pandemia abbia caratterizzato tutto il 2020 e stia continuando ad accaparrarsi anche buona parte del 2021 con i cinema ancora chiusi, non possiamo dire tuttavia di essere rimasti a corto di grandi produzioni cinematografiche trasmesse dalle varie piattaforme streaming.

Una di queste è Il Processo ai Chicago 7 da una produzione del genio di Spielberg, regia e sceneggiatura firmate da Aaron Sorkin, reduce del successo ai Golden Globe e con ben 5 nominations per gli Oscar 2021.

Vicenda storica

Questa pellicola, la prima con cui inauguriamo la nostra maratona dedicata agli Oscar 2021, narra una vicenda realmente accaduta: una pagina di storia occidentale in cui è protagonista la nazione più “democratica” del mondo.

Siamo a Chicago nell’agosto del 1968, in piena rivoluzione giovanile e studentesca a seguito del maggio francese. “Impera” il movimento culturale e pacifista degli hippie:  cresce l’impegno politico all’interno delle università e, in seguito alle proteste studentesche, le nuove generazioni stanno maturando una certa autonomia ideologica. Forse il mondo sta cambiando.

Ma è anche l’anno in cui il Presidente Johnson, succeduto a Kennedy, incrementa il numero di truppe da inviare in Vietnam. Sullo sfondo abbiamo anche le proteste degli afroamericani che lottano per i loro diritti sia attraverso il movimento delle Pantere Nere, sia attraverso l’ala più pacifista di Martin Luther King che quell’anno stesso troverà la morte.

“Anni 60” contro una classe dirigente ancora “anni 50″.

Fonte: Gli acchiappafilm- Scena dello scontro con la polizia

A Chicago, nell’occasione della Convention democratica per scegliere il candidato che dovrà sfidare Nixon alle prossime elezioni presidenziali, molti giovani di diversa estrazione sociale, culturale e anche ideologica si riuniscono con l’unico intento di protestare pacificamente contro la guerra in Vietnam. Purtroppo incontreranno manganelli e gas lacrimogeni. Vi saranno feriti e oltre 700 arresti, ma solo sette tra i manifestanti subiranno un processo con l’accusa di cospirazione e di aver istigato la rivolta.

 Struttura del film

Ne esce fuori un legal drama, o per dirla all’italiana un “giudiziario americano” con tutte le caratteristiche del genere: dall’ambientazione nell’aula del processo e negli uffici giudiziari, polizieschi e penitenziari ai colori della fotografia tendenzialmente più cupi, per poi passare ad una spiccata dialettica che Sorkin attribuisce a ciascun personaggio sia esso imputato, difensore, giudice, pubblica accusa o teste che depone.

Fonte: Io Donna- il giudice Julius Hoffman in aula (Frank Langella)

La maggior parte del film è dedicato alle udienze che vedono come protagonisti i sette imputati che sono i due hippie Abbie Hoffman (Sacha Baron Cohen) e Jerry Rubin (Jeremy Strong), i due studenti del movimento SDS (Students for a Democratic Society) Tom Hayden ( Eddie Redmayne) e Tennis Davis ( Alex Sharp),  i fabbricanti di piccoli ordigni rudimentali Lee Weiner (Noah Robbins) e Jhon Froines ( Daniel Flaherty), l’attivista pacifista David Dellinger (John Carroll Lynch) e “l’ottavo” imputato poi escluso dal processo Bobby Saele (Yahya Abdul Mateen II), uno dei capi delle Pantere Nere che non aveva partecipato attivamente, ma viene arrestato semplicemente perché “nero”.

Fonte: Rivista Studio- Bobby Seale con il legale William Kunstler (Mark Rylance)

Il regista si serve poco della finzione; si basa invece sulle trascrizioni delle udienze dibattimentali di quello che è stato uno dei più grandi processi politici della storia americana. Difficile non notare come agli imputati venga negato il diritto ad un equo processo davanti ad un giudice di parte già pienamente propenso a condannarli.

Vengono fuori le storture di un sistema giudiziario fortemente politicizzato: giudici e procuratori generali (pubblica accusa) sono eletti dal Congresso dietro nomina del Presidente. E ancora ci saranno depistaggi e corruzione: insomma un processo politico alle intenzioni.

D’altro canto Sorkin metterà in luce anche le varie fazioni e gli scontri ideologici esistenti all’interno dei movimenti giovanili di attivisti. Da un lato abbiamo Abbey Hoffman, interpretato in modo encomiabile da Sacha Baron Cohen, membro del Partito Internazionale della Gioventù,  convinto di demolire l’establishment con la rivoluzione culturale. All’opposto abbiamo il più moderato e politically correct Tom Hayden, che snobba il proselitismo degli anarchici e pacifisti hippie come Hoffman; secondo lui la rivoluzione passa attraverso l’impegno politico che porti poi  giustizia e uguaglianza al popolo. Nonostante tutto l’obiettivo dei due è uguale: cambiare il sistema.

Fonte: Wired- Tom Hayden

Con un cast d’eccezione in cui vi è anche la partecipazione straordinaria di Michael Keaton, Il Processo a Chicago 7 conquista 5 meritatissime nominations agli Oscar nelle categorie miglior film, miglior attore non protagonista a Sacha Baron Cohen, miglior fotografia, miglior montaggio e miglior sceneggiatura originale.

                                                                                                                                                                                                Ilenia Rocca

The Shape of Water

È candidato a 13 oscar la visionaria pellicola del maestro Guillermo Del Toro ed ha già vinto il Leone d’oro al miglior film alla 74ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia.

Nella Baltimora degli anni ’60, in piena guerra fredda, russi e americani si contendono il dominio sul mondo. All’interno di un laboratorio segreto avvengono esperimenti su una strana creatura marina catturata in Amazzonia, dove era venerata come un dio.
Nel laboratorio lavora la giovane Elisa Esposito (Sally Hawkins) orfana, muta e con una vita estremamente solitaria che divide solamente con la collega nera Zelda (Octavia Spencer) e il vicino di casa Giles (Richard Jenkins), omosessuale discriminato.

Sarà proprio Elisa la prima ad avvicinarsi alla creatura, spinta da una forte curiosità che la porterà a scoprire che quel “mostro” è in grado di farsi capire, provare emozioni ed innamorarsi.
La storia si divide quindi tra la dura realtà della guerra e la dolcezza di quell’inverosimile amore subacqueo.
L’interpretazione della Hawkins è impeccabile. La donna può esprimersi solamente attraverso gesti ma riesce benissimo a far comprendere e far arrivare al pubblico le emozioni e la passione che la attraversano.

Lo stesso regista ha definito il film “una fiaba per tempi difficili”.

Ed è proprio così che ci appare: una fiaba, una storia d’amore surreale calata in un’atmosfera onirica e fantastica.Tale atmosfera è ottenuta grazie ad un fotografia e ad ambientazioni eccellenti.
Il sole sembra non sorgere mai, la luce è sempre bassa, tenue, proprio a voler sottolineare come tutto avvenga in maniera nascosta, alle spalle del mondo reale.

È una storia che ha come protagonisti gli ultimi, gli emarginati, dei reietti che spinti da un reciproco senso di solidarietà riescono a riscattarsi.
È un film che resta dentro, che colpisce per la sincerità dei sentimenti e per l’alone di magia che lo circonda.

 

Benedetta Sisinni

Una settimana dai Golden Globe, cosa rimarrà?

La scorsa domenica si è svolta la manifestazione che viene considerata una sorta di “anticamera”, prima di entrare nel turbinio della premiazione per eccellenza di Hollywood, ovvero l’Academy Award, per gli amici Oscar.

Dopo una settimana, oltre a vincitori e premi a film e serie tv, molti dei quali non sono ancora arrivati in Italia (come spesso accade, grazie alla distribuzione), cosa resta di questa notte a Hollywood?
James Franco e Tommy Wiseau sul palco insieme, sicuramente è un siparietto indimenticabile e simpatico, ma non è la cosa fondamentale da ricordare.

Un red carpet più sobrio e tinto di nero. Uomini e donne tutti uniti nel “lutto”, per dimostrare rispetto in questo anno segnato dagli scandali sessuali decine e decine di confessioni di molestie e abusi, avvenuti anche in passato, ma che nel 2017 hanno visto la luce.
Tutti indossano la spilla dell’associazione Time’s Up che fornisce supporto legale contro la violenza sulle donne e la disuguaglianza in ambito economico e lavorativo.

le attiviste e le attrici che hanno fondato Time’s up.
Gary Oldman vincitore come miglior attore protagonista con la spilla di Time’s up. Moltissimi uomini hanno dimostrato il loro supporto.

 

Ogni intervento, ogni discorso di presentazione e ringraziamento sono volti a spronare chi subisce violenza e ingiustizia a parlare, a non avere paura, e a sottolineare quanto la società dovrebbe ascoltare queste richieste di aiuto.

Una menzione speciale per il Golden Globe alla carriera, ovvero il Cecil B. De Mille Award, ad Oprah Winfrey: è la prima donna afroamericana a ricevere questo onore.
Standing ovation per il toccante discorso, in cui viene ricordata anche Rece Taylor.

https://www.youtube.com/watch?v=fN5HV79_8B8

Forse il mondo patinato di Hollywood sta cambiando, forse hanno deciso di non tenere gli occhi chiusi su questioni che erano a conoscenza di tutti, ma in questa giostra di politicamente corretto e parole toccanti, c’è un barlume di speranza.
Resta da chiedersi, cosa rimarrà tra un anno o due di questi buoni propositi.

Ecco, per onor di cronaca, la lista completa di tutte le categorie (e di tutti i vincitori) in ordine di premiazione:

 

Miglior attrice in una mini-serie o film per la televisione

  • Jessica Biel, The Sinner
  • Nicole Kidman, Big Little Lies
  • Jessica Lange, Feud: Bette and Joan
  • Susan Sarandon, Feud: Bette and Joan
  • Reese Witherspoon, Big Little Lies

 

Miglior attore non protagonista

  • Willem Dafoe, The Florida Project
  • Armie Hammer, Chiamami col tuo Nome
  • Richard Jenkins, La Forma dell’Acqua
  • Christopher Plummer, Tutti i Soldi del Mondo
  • Sam Rockwell, Tre Manifesti a Ebbing, Missouri

 

Miglior attrice in una serie commedia o musicale

  • Pamela Adlon, Better Things
  • Alison Brie, GLOW
  • Rachel Brosnahan, The Marvelous Mrs. Maisel
  • Issa Rae, Insecure
  • Frankie Shaw, SMILF

 

Miglior attrice in una serie drammatica

  • Caitriona Balfe, Outlander
  • Claire Foy, The Crown
  • Maggie Gyllenhaal, The Deuce – La Via del Porno
  • Katherine Langford, Tredici
  • Elisabeth Moss, The Handmaid’s Tale

 

Miglior attore in una serie drammatica

  • Jason Bateman, Ozark
  • Sterling K. Brown, This Is Us
  • Freddie Highmore, The Good Doctor
  • Bob Odenkirk, Better Call Saul
  • Liev Schreiber, Ray Donovan

 

Miglior serie drammatica

  • The Crown
  • Il Trono di Spade
  • The Handmaid’s Tale
  • Stranger Things
  • This Is Us

 

Miglior attore non protagonista

  • David Harbour, Stranger Things
  • Alfred Molina, Feud: Bette and Joan
  • Christian Slater, Mr. Robot
  • Alexander Skarsgard, Big Little Lies
  • David Thewlis, Fargo

 

Miglior colonna sonora originale

  • Tre Manifesti a Ebbing, Missouri
  • La Forma dell’Acqua
  • Il Filo Nascosto
  • The Post
  • Dunkirk

 

Miglior canzone originale

  • “Home,” Ferdinand
  • “Mighty River,” Mudbound
  • “Remember Me,” Coco
  • “The Star,” Gli eroi del Natale
  • “This Is Me,” The Greatest Showman

 

Miglior attrice non protagonista

  • Laura Dern, Big Little Lies
  • Ann Dowd, The Handmaid’s Tale
  • Chrissy Metz, This Is Us
  • Michelle Pfeiffer, The Wizard of Lies
  • Shailene Woodley, Big Little Lies

 

Miglior film d’animazione

  • Baby Boss
  • The Breadwinner
  • Coco
  • Ferdinand
  • Loving Vincent

 

Miglior attrice non protagonista

  • Mary J. Blige, Mudbound
  • Hong Chau, Downsizing – Vivere alla Grande
  • Allison Janney, I, Tonya
  • Laurie Metcalf, Lady Bird
  • Octavia Spencer, La Forma dell’Acqua

 

Miglior sceneggiatura

  • La Forma dell’Acqua
  • Lady Bird
  • The Post
  • Tre Manifesti a Ebbing, Missouri
  • Molly’s Game

 

Miglior film straniero

  • A Fantastic Woman
  • Per Primo Hanno Ucciso mio Padre
  • In the Fade
  • Loveless
  • The Square

 

Miglior attore in una mini-serie o film per la televisione

  • Robert De Niro, The Wizard of Lies
  • Jude Law, The Young Pope
  • Kyle MacLachlan, Twin Peaks
  • Ewan McGregor, Fargo
  • Geoffrey Rush, Genius

 

Miglior serie commedia o musicale

  • Black-ish
  • The Marvelous Mrs. Maisel
  • Master of None
  • SMILF
  • Will & Grace

 

Miglior attore in una commedia

  • Anthony Anderson, Black-ish
  • Aziz Ansari, Master of None
  • Kevin Bacon, I Love Dick
  • William H. Macy, Shameless
  • Eric McCormack, Will & Grace

 

Miglior regia

  • Guillermo del Toro, La Forma dell’Acqua
  • Martin McDonagh, Tre Manifesti a Ebbing, Missouri
  • Christopher Nolan, Dunkirk
  • Ridley Scott, Tutti i Soldi del Mondo
  • Steven Spielberg, The Post

 

Miglior mini-serie o film per la televisione

  • Big Little Lies
  • Fargo
  • Feud: Bette and Joan
  • The Sinner
  • Top of the Lake: China Girl

 

Miglior attrice in una commedia

  • Judi Dench, Victoria & Abdul
  • Helen Mirren, Ella & John – The Leisure Seeker
  • Margot Robbie, I, Tonya
  • Saoirse Ronan, Lady Bird
  • Emma Stone, La Battaglia dei Sessi

 

Miglior film commedia o musicale

  • The Disaster Artist
  • Scappa – Get Out
  • The Greatest Showman
  • I, Tonya
  • Lady Bird

 

Miglior attore in un film drammatico

  • Timothée Chalamet, Chiamami col tuo Nome
  • Gary Oldman, L’ora più buia
  • Daniel Day-Lewis, Il Filo Nascosto
  • Denzel Washington, Roman J. Israel, Esq.
  • Tom Hanks, The Post

 

Miglior attrice in un film drammatico

  • Jessica Chastain, Molly’s Game
  • Sally Hawkins, La Forma dell’Acqua
  • Frances McDormand, Tre Manifesti a Ebbing, Missouri
  • Meryl Streep, The Post
  • Michelle Williams, Tutti i Soldi del Mondo

 

Miglior film drammatico

  • Chiamami col tuo Nome
  • Dunkirk
  • The Post
  • La Forma dell’Acqua
  • Tre Manifesti a Ebbing, Missouri

 

Saveria Serena Foti