È morto il Papa Emerito: perché passerà alla storia

Papa Benedetto XVI è morto lo scorso 31 dicembre, a 95 anni, lasciando al mondo intero il ricordo di un pontificato in cui convivevano due Papi. Al suo funerale, presente in piazza San Pietro una folla di 5omila fedeli.

Il Papa emerito

Joseph Ratzinger, divenuto il 265° Papa della storia della Chiesa Cattolica Romana nel 2005, è celebre per l’appellativo datogli di “Papa Emerito”. Ma cosa significa?

Nel febbraio 2013, dopo quasi otto anni di pontificato, Papa Benedetto XVI decide di dimettersi, destando grande stupore tra i fedeli e ritrovandosi in una situazione inconsueta. Con l’elezione dell’argentino Jorge Mario Bergoglio, conosciuto come Papa Francesco, erano due le figure, contemporaneamente in vita, ad aver ricevuto la carica di Sommo Pontefice. Nonostante Ratzinger si fosse dimesso, rinunciando così alla sua carica, è importante ricordare che la carica pontificia è a vita, per cui anche se viene nominato un nuovo Papa, lo si rimane fino alla morte, pur senza esercitare alcuna funzione.

È così che Papa Benedetto XVI ottiene l’appellativo di “Papa Emerito”, dal verbo latino “emereo”, cioè “l’unico che merita di essere papa”. Questo status non esiste da un punto di vista canonico, ma serve a distinguere, tra i due Papi, l’unico ad avere il diritto di ricoprire quella carica.

(Papa Francesco e Papa Benedetto XVI – Fonte: Avvenire)

Il motivo delle dimissioni

L’11 febbraio 2013, dopo otto anni di pontificato, Ratzinger rassegna le sue dimissioni. A suo dire, egli non è più in grado di svolgere in modo adeguato le sue funzioni, causa l’avanzata età. Queste le sue parole:

“Dopo aver ripetutamente esaminato la mia coscienza davanti a Dio sono pervenuto alla certezza che le mie forze, per l’età avanzata, non sono più adatte per esercitare in modo adeguato il ministero petrino”.

Ma non tutti credono che sia l’età avanzata il vero motivo delle rassegnate dimissioni. Infatti su Papa Benedetto XVI grava l’accusa di aver coperto quattro casi di pedofilia, tra il 1977 e il 1982, quando era arcivescovo di Monaco. E non solo, si crede anche che abbia riassegnato alla cura pastorale i sacerdoti che avevano abusato dei bambini.

Due mesi prima di dimettersi, una fuga di documenti riservati del Papa riguardanti casi di corruzione in Vaticano turbò molto Ratzinger. Della diffusione dei documenti era accusato il maggiordomo del Papa, Paolo Giordano. Travolto da questo episodio, dalle accuse di pedofilia rivolte a molti sacerdoti, dalle lotte di potere intestine e dalle irregolarità finanziarie dello IOR (Istituto per le Opere di Religione), molti hanno ragione di credere che tutte queste vicende abbiano portato Papa Benedetto XVI a rassegnare le dimissioni.

I funerali

I funerali, tenutisi nella giornata di ieri, 5 gennaio a.c., hanno visto una piazza San Pietro gremita di fedeli: oltre 50mila le persone presenti. Tra le autorità italiane, il Presidente della Repubblica Mattarella e il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni.

La premier volge un pensiero al Papa scomparso:

“Benedetto XVI è stato un gigante della fede e della ragione. Un uomo innamorato del Signore che ha messo la sua vita al servizio della Chiesa universale e ha parlato, e continuerà a parlare, al cuore e alla mente degli uomini con la profondità spirituale, culturale e intellettuale del suo Magistero. Un cristiano, un pastore, un teologo: un grande della storia che la storia non dimenticherà. Ho espresso al Santo Padre Francesco la partecipazione del Governo e mia personale al dolore suo e dell’intera comunità ecclesiale”.

Le parole di Sergio Mattarella:

“La sua dolcezza e la sua sapienza hanno beneficato la nostra comunità e l’intera comunità internazionale. Con dedizione ha continuato a servire la causa della sua Chiesa nella veste inedita di Papa emerito con umiltà e serenità. La sua figura rimane indimenticabile per il popolo italiano. Intellettuale e teologo ha interpretato con finezza le ragioni del dialogo, della pace, della dignità della persona, come interessi supremi delle religioni. Con gratitudine guardiamo alla sua testimonianza e al suo esempio”.

Al termine dei funerali, dalla piazza si è levata forte una voce unanime: “Santo subito!”. E l’uscita del feretro è stata accompagnata da un lungo applauso.

(Funerali di Papa Benedetto XVI – Fonte: www.corriere.it)

Eleonora Bonarrigo

 

 

 

Addio alla Regina Elisabetta II, la sovrana più longeva del Regno Unito

Ci ha lasciati, all’età di 96 anni, la Regina Elisabetta II del Regno Unito. A darne la notizia alle 18:30 (ora inglese) sono stati gli account social della Royal Family, confermando i sospetti che avevano iniziato a dilagare durante il pomeriggio.

Attorno alle 13:30 (ora italiana) del pomeriggio, le televisioni inglesi – tra cui la BBC – hanno interrotto le rispettive trasmissioni per comunicare quanto diffuso da Buckingham Palace, cioè che la regina si trovava sotto controllo medico a Balmoral (residenza privata della famiglia reale in Scozia) dopo che i medici si erano preoccupati per la sua salute. La stessa BBC aveva comunicato che la sovrana si trovasse «a proprio agio ed a riposo».

Tuttavia, le apparenti rassicurazioni sono servite a poco. A destare i primi sospetti della morte, oltre alla notizia in sé, il fatto che tutti i conduttori fossero vestiti di nero. Infatti, si sarebbe trattata di una delle fasi del progetto London Bridge, nome in codice dietro cui si cela il piano previsto per il giorno in cui la Regina sarebbe passata a miglior vita. Tuttavia, dal momento che la sovrana è morta nella dimora scozzese, si darà avvio all’Operazione Unicorn: questa ha comportato l’immediata sospensione delle attività presso il parlamento scozzese in modo che le autorità possano prepararsi per un funerale di stato. La sua bara sarà poi portata alla cattedrale di Edimburgo e il suo corpo collocato sul treno reale alla stazione di Waverley per un lungo viaggio lungo la linea principale della costa orientale, che terminerà a Londra.

Una vita dedita al servizio

Non sarebbe dovuta diventare regina. Questa, una delle poche certezze che la principessa Elizabeth aveva avuto per tutta l’infanzia. Poi l’abdicazione di Edoardo VIII e la morte improvvisa del padre Giorgio VI, un passaggio di corona di capo in capo, fino a posarsi sul suo per oltre 70 anni. Aveva da poco festeggiato il Giubileo di Platino, il regno di Elisabetta II, iniziato il 6 febbraio 1952. Da allora, quella della Regina è stata una vita dedita al servizio, al punto tale da diventare un tutt’uno con la propria carica.

Con lei cade anche un ponte tra due epoche: quella del dopoguerra e della guerra fredda e quella del nuovo millennio, della globalizzazione, dell’avvento di Internet e dell’iperconnessione. Dal suo salotto sono infatti passati 15 premier britannici13 Presidenti degli Stati Uniti ed altre importantissime figure politiche.

Una figura istituzionale che ha dovuto affrontare non pochi scandali: da quelli riguardanti la sua famiglia (primo tra tutti lo scandalo di Lady Diana) a quelli riguardanti le politica estera. La Guerra della Falklands, il difficile governo di Margaret Thatcher, il Bloody Sunday irlandese e la resistenza dell’IRA. Tutti eventi di incredibile valore storico, che perdono l’ultima importante testimone (ed attrice) principale.

Poi il 1993, il cosiddetto annus horribilis che ha visto la separazione di tre dei suoi quattro figli e il rogo del Castello di Windsor. Nel 1997 la tragica morte di Lady Diana Spencer, che ha segnato la pagina più buia dell’odierna famiglia Windsor.

Addio all’inno God Save the Queen

La fine del regno di Elisabetta II segna anche l’inizio della propria successione. A prendere il suo posto sarà il figlio Re Carlo III, avuto dal longevo matrimonio con il defunto Principe Filippo (morto il 9 aprile del 2021). Al Re Carlo III, che già ha 73 anni, succederà poi il Principe William, Duca di Cambridge, avuto dal matrimonio con Diana Spencer. Infine, a quest’ultimo succederà il giovane George di Cambridge.

Ciò vuol dire che per almeno tre generazioni il Regno Unito non avrà più una regina. Proprio per questo l’inno cambierà ed intonerà le parole: God Save the King.

Secondo fonti vicine al principe, egli, quando ascenderà al trono, non avrebbe intenzione di regnare con il nome di Carlo III, preferendogli invece Giorgio VII (Wikipedia). Ed è possibile che la scelta intenda commemorare la memoria del nonno e predecessore al trono Giorgio VI.

Il comunicato del Re

Attorno alle 20 (ora italiana) è stato pubblicato sui social media della Royal Family un comunicato del Re, in occasione della morte della propria madre e Regina.

«La morte della mia amata Madre, Sua Maestà la Regina, rappresenta un momento di immensa tristezza per me e per tutti i membri della mia famiglia.

Siamo profondamente addolorati per la scomparsa di un’adorata Sovrana ed un’amatissima Madre. So che la sua perdita sarà profondamente sentita dall’intero Paese, dai Regni e dal Commonwealth, e da innumerevoli persone in tutto il mondo.

Durante questo periodo di lutto e cambiamento, io e la mia famiglia saremo confortati e sostenuti dalla consapevolezza del rispetto e del profondo affetto così ampiamente condiviso per la Regina».

I funerali della Regina si svolgeranno una volta terminati i 12 giorni di lutto nazionale.

Valeria Bonaccorso