Malattie cardiovascolari: un problema di tutti

Fumo, ipertensione, diabete, ipercolesterolemia, obesità: sono tra i fattori di rischio che possono gravare sulla salute della popolazione, esponendola all’insorgenza di malattie cardiovascolari.

1. Incidenza
2. Dati epidemiologici
3. Fattori di rischio
4. Ipercolesterolemia
5. Aterosclerosi e Stile di vita
6. Formazione della placca aterosclerotica
7. Prospettive future

Incidenza

Le malattie cardiovascolari sono tra le prime cause di morte al mondo. Spesso le complicanze di queste patologie compromettono severamente la salute generale della persona, con costi sociali ed economici molto elevati. In molti paesi quali l’Italia, il Piano Sanitario Nazionale punta a sensibilizzare su quelli che sono i fattori di rischio per malattia cardiovascolare e cerebrovascolare, facendo campagne mirate per sensibilizzare la popolazione.

Dati epidemiologici

L’aterosclerosi è un fenomeno progressivo e degenerativo, colpisce anche la popolazione più giovane sebbene i maggiori effetti li riscontriamo in età avanzata, ovvero sopra i 55 anni per le donne e sopra i 50 anni per gli uomini.
Ogni anno le malattie cardiovascolari causano il decesso di più di 4,3 milioni di persone in Europa e sono causa del 48% di tutti i decessi (54% per le donne, 43% per gli uomini).

Dolore al petto: classico segno aspecifico di infarto cardiaco. Fonte

Le principali forme di malattie cardiovascolari sono le malattie cardiache coronariche e l’ictus. Nei Paesi membri dell’Unione Europea i morti per malattie cardiovascolari sono ogni anno 2 milioni e rappresentano il 42% del totale dei decessi.

Negli ultimi decenni questo trend risulta essere in aumento e ciò è dovuto principalmente allo scorretto stile di vita, accompagnato da ulteriori problematiche come il diabete, l’ipertensione, l’ipercolesterolemia, ai quali si aggiungono la cattiva alimentazione, il consumo eccessivo di alcol e il fumo di sigaretta, che hanno un peso sempre più preponderante nella nostra società.

Il rapporto calcola che 48 milioni di adulti nell’Unione Europea soffrono di diabete e il dato è in continuo aumento. Ogni anno il fumo di sigaretta uccide più di 1,2 milioni di persone, e per 450 mila fumatori la causa del decesso è di natura cardiovascolare. Questa cifra ha visto un incremento del 13% tra il 1999 e il 2000. Solo nell’Unione Europea le vittime delle sigarette sono circa 650 mila ogni anno, di cui 185 mila a causa delle malattie cardiovascolari.

Fattori di rischio

Con fattori di rischio cardiovascolari si considerano tutte le caratteristiche individuali legate principalmente allo stile di vita, alla genetica e alla storia familiare, che implementano la possibilità di sviluppare una patologia cardiovascolare. L’individuazione di questi fattori di rischio consente di attuare delle strategie di prevenzione. L’obiettivo della Medicina odierna è PREVENIRE attraverso lo screening di valutazione di determinati indicatori del rischio cardiovascolare di una popolazione. I fattori di rischio si dividono in fattori modificabili e non modificabili.

I fattori di rischio modificabili riguardano lo stile di vita su cui si agisce con la prevenzione, tra questi annoveriamo:

  1. il colesterolo sopra i 200mg/dl (HDL minori di 60 mg/dl e LDL maggiori di 140mg/dl);
  2. la dieta ricca di grassi;
  3. stile di vita sedentario;
  4. eccessivo consumo settimanale di alcool;
  5. fumo eccessivo;
  6. il sovrappeso (superiore a 30 BMI).
Trombosi alle gambe. Fonte

I fattori di rischio non modificabili dipendono da caratteristiche individuali:

  1. il sesso: gli uomini sono più predisposti delle donne;
  2. l’età: dopo i 50 anni, con l’invecchiamento i processi vanno deteriorandosi. La capacità di difendersi dall’eccesso di colesterolo diminuisce e quindi ciò aumenta il rischio di aterosclerosi. In particolare, si è osservata una perdita della funzione mitocondriale, da cui parte la produzione di energia;
  3. la storia familiare;
  4. la storia personale: precedenti eventi trombotici o ischemici possono indurre all’insorgenza;
  5. l’insulinoresistenza.
Processo di formazione della placca aterosclerotica. Fonte

Ipercolesterolemia

L’ipercolesterolemia rappresenta il primo fattore di rischio nell’insorgenza di malattie cardiovascolari. Il colesterolo è una molecola organica appartenente alla classe dei lipidi, in minima parte prodotto dal nostro organismo e perlopiù introdotto con la dieta. Esso è presente nel sangue, dove viene trasportato all’interno di strutture molecolari chiamate lipoproteine. Le principali sono: le lipoproteine a bassa densità o LDL (Low Density Lipoprotein), conosciute anche come colesterolo “cattivo”, perché trasportano l’eccesso di colesterolo dal fegato alle arterie e lo rilasciano nei vasi con conseguente aterosclerosi; le lipoproteine ad alta densità o HDL (High Density Lipoprotein), conosciute a loro volta come colesterolo “buono”, perché favoriscono la rimozione del colesterolo dal sangue e la sua eliminazione, proteggendo così cuore e vasi. Il colesterolo totale che si misura nel sangue è a grandi linee la somma di LDL + HDL.

Si valutano i livelli di colesterolo, andando così a predire la possibile insorgenza di una malattia cardiovascolare, come l’infarto del miocardio e l’ictus. Si cerca di sensibilizzare i soggetti esposti verso misure preventive, come la riduzione dei grassi nell’alimentazione e/o l’aggiunta di sport leggeri quali corse e camminate durante la giornata.

Flusso parzialmente bloccato per via dell’ateroma. Fonte

Aterosclerosi e Stile di vita

L’aterosclerosi per lo più origina dallo stress ossidativo a carico delle proteine plasmatiche e non, in particolare delle LDL. Il principale fattore che può incidere è l’alimentazione, in particolare il consumo eccessivo di grassi. Si è visto però come il consumo di spezie – quali curcuma, cannella, basilico, alloro ecc. – abbiano un ruolo antiossidante, abbassando così il rischio di insorgenza, o almeno ritardandolo. L’aumento di colesterolo e uno stile di vita scorretto sono quindi i principali fattori di rischio del processo aterosclerotico.

Rimedi naturali contro la placca. Fonte

Formazione della placca aterosclerotica

Alla base della patologia vascolare c’è l’aterosclerosi, stato patologico dovuto al deposito di colesterolo in eccesso nelle pareti delle arterie, che porta a indurimento dei vasi sanguigni stessi. Il processo comincia proprio con la strutturazione all’interno delle arterie di placche che restringono il lume vasale creando turbolenze e aumentando così la pressione locale.

Iniziano quindi ad esserci i primi fenomeni di alterazione cardiovascolare. Si può avere dolore (angina pectoris) che può essere stabile o instabile. Quella instabile è altamente rischiosa, in quanto si associa ad una maggiore riduzione del lume vasale. Con questa riduzione, dovuta ad un aumento di dimensioni sempre maggiore della placca aterosclerotica – detta anche ateroma – si creano aumenti di pressione locali tali per cui si verificano fenomeni di turbolenza, che portano alla formazione del trombo e da qui il fenomeno ischemico. Alla formazione del trombo potranno contribuire i macrofagi, cellule del nostro sistema immunitario in grado di instaurare un processo infiammatorio e contribuire maggiormente nella formazione del placca. Questi, una volta “esausti” dal lungo e complesso processo in cui sono coinvolti, andranno incontro a morte cellulare, determinando così un ulteriore accumulo di lipidi precedentemente rimossi.

Oltre all’ossidazione, un altro fenomeno che può modificare le LDL è l’Iperglicemia che può dare modificazione delle proteine in circolo.

Se tale evento colpisce il cuore si avrà infarto del miocardio, se colpisce qualsiasi altro vaso si avranno le trombosi periferiche (tipicamente degli arti inferiori) oppure embolismo polmonare.

Acidi grassi liberi, ipertensione, iperglicemia, ipercolesterolemia uniti allo stress ossidativo determinano quella che è la cascata aterosclerotica.

Placca aterosclerotica ostruttiva. Fonte

Prospettive future

Secondo il prof. Filippo Crea, Ordinario di Cardiologia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore e direttore della UOC di Cardiologia di Fondazione Policlinico Agostino Gemelli IRCCS, nei prossimi anni la medicina si orienterà verso una medicina personalizzata e con nuovi farmaci basati sull’RNA. L’intelligenza artificiale sarà sempre più d’aiuto a predire non solo chi è a rischio di infarto o di trombosi, ma anche quando questo accadrà, grazie ai nuovi calcolatori di rischio. L’obiettivo ad oggi è di mantenere uno sguardo attento sui fattori di rischio individuali, di cui si è discusso prima, e ambientali, quali fumo e smog.

Eleonora Vittoria Caterina Bonfiglio

Bibliografia
https://www.epicentro.iss.it/cardiovascolare/StatisticheEuropa

https://www.insalutenews.it/in-salute/malattie-cardiovascolari-ecco-le-future-traiettorie-della- ricerca-il-punto-del-prof-filippo-crea/

Lotta al fumo: una proposta del Ministro della salute vorrebbe vietarlo anche all’aperto

Il Ministro della salute Orazio Schillaci, consacrato da una buona parte del governo, continua la propria crociata contro il fumo; sia esso proveniente dalle sigarette “tradizionali”, dalle sigarette elettroniche (e-cig) o dalle sigarette a svapo (Iqos e simili). Da sempre, studi scientifici dimostrano quanto dannosa possa essere l’inalazione, attiva o passiva, dei fumi provenienti da ogni tipo di sigarette. A tal ragione, la lotta organizzata da Schillaci si propone di generare una nuova cultura popolare, che stigmatizzi l’assimilazione di tali sostanze tossiche e prediliga il benestare comune. Vediamo ora come il Ministro crede di annientare le attuali abitudini: cos’ha già compiuto e cos’ha da definire a compimento.

Sigarette elettroniche: “Allargare il divieto nei luoghi pubblici”

Riporta le informazioni Tgcom24. L’uso delle sigarette “tradizionali” era diversamente regolamentato dall’uso delle sigarette elettroniche. Verso la fruizione delle prime la legislazione era parecchio stringente; verso la fruizione delle seconde meno. Uno status quo che Schillaci e vicini hanno avuto la brama di ristrutturare. Il medico, infatti, nel corso di un’audizione in Commissione Affari sociali della camera, ha fatto sapere di voler ritoccare la legge Sirchia, vecchia di vent’anni, per allargarne i vincoli:

Intendo proporre l’aggiornamento e l’ampliamento della legge 3/2003 per estendere il divieto di fumo in altri luoghi all’aperto in presenza di minori e donne in gravidanza; eliminare la possibilità di attrezzare sale fumatori in locali chiusi; estendere il divieto anche alle emissioni dei nuovi prodotti come sigarette elettroniche e prodotti del tabacco riscaldato; estendere il divieto di pubblicità ai nuovi prodotti contenenti nicotina.

Prima di oggi, per l’appunto, era vietato usare le sigarette elettroniche solo all’interno di aerei, treni, navi, scuole, centri per l’impiego, ospedali, centri di detenzione e altre sedi istituzionali. Era legittimo, per gli imprenditori della gastronomia, adibire nei propri locali “sale fumatori”. Ed era legittimo, per gli imprenditori del settore, fare pubblicità, in maniera diretta o indiretta, delle sigarette di ultima generazione.

Fumo
Fumo. Fonte:Flickr

Fumo, obbiettivo: mai più all’aperto!

Dopo un primo “colpo medio”, ecco il “colpo basso” per mandare giù l’estesa categoria dei fumatori. In seguito all’appianamento legislativo, i tecnici della Salute hanno scelto di rivedere anche il diritto di fumo negli spazi sconfinati.

Il provvedimento in bozza prevede che non si possa più accendere né una sigaretta né una e-cig nei tavoli all’aperto di bar e ristoranti, così come alle fermate di metro, bus, treni e traghetti. L’obbiettivo terminale, presumibilmente, sarà quello di eliminare totalmente la pratica del fumo all’aperto.

Bar, ristoranti e fermate dei mezzi pubblici sono infatti da considerare come aree di aggregazione (in cui potrebbe essere giusto porre attenzione al fenomeno dell’aspirazione passiva del fumo). Ma chissà se presto verranno considerate -nell’accezione ora individuata- “aree di aggregazione” tutte le zone al di fuori delle mura domestiche. Il futuro starà alla sensibilità, riguardo al tema, del governo.

 Fumo, quanto costa un’infrazione

La multa per chi trasgredisce ai nuovi divieti è di 275 euro, ridotta del 50% se pagata entro sessanta giorni dall’avviso di sanzione. La stessa  somma che è da più tempo prevista per chi infrange il divieto di fumo tradizionale al chiuso.

L’ammenda può essere commutata solo dai vigili urbani o dalle forze dell’ordine. I gestori dei locali avranno il compito di notificare loro l’infrazione.

Si rileva che la legge Sirchia non è stata trasgredita molte volte negli ultimi venti anni. Plausibilmente per il basso numero di segnalazioni da parte degli addetti piuttosto che per la scarsità delle disobbedienze.

Gabriele Nostro

 

Do ut des, La Messina che ci piace – Intervista a Giampiero Alibrandi

Protagonista della scena messinese di fine estate è l’idea green del primo Social Cafe della Sicilia: Casa Peloro . Il locale infatti è stato il primo della riviera a proporre un ‘’compromesso’’ utile e divertente che ha attirato l’attenzione di molti messinesi. Questo do ut des consiste nel portare al locale un bicchiere pieno di mozziconi di sigarette raccolti in spiaggia, affinché venga scambiato con un bicchiere di birra.
L’idea è stata accolta con entusiasmo dai giovani messinesi (esclusivamente maggiorenni) che trascorrono gli ultimi giorni di mare adempiendo attivamente a questa fresca iniziativa.

fonte: @casapeloro

 

Incuriosita dal via vai infinito di gente che entra ed esce felice dal locale con un bicchiere di birra ghiacciata in mano, decido di entrare anch’io e di fare qualche domanda per sapere qualcosa in più a riguardo.
Trovo dietro il bancone ad elencare una serie di vini bianchi Giampiero, vecchio redattore Universome e dipendente del locale.

Da quanto tempo lavori qui?
Lavoro qui da un mese. Sento il locale vicino perché uno dei proprietari è mio fratello, quindi per me è un diretto riferimento alla mia famiglia.

Come mai il nome ‘’Casa Peloro’’?
Affiancati da un gruppo di professionisti del luogo abbiamo deciso di recuperare questo vecchio stabile che era un punto d’appoggio per i pescatori. Principalmente veniva usato per sistemare le reti e per preparare tutta la strumentazione da pesca. Peloro, secondo la mitologia, si dice derivi dal nome del pilota di Ulisse, messo a morte per aver lasciato trasportare dalla corrente la nave che trasportava. Da qui, Casa Peloro.

fonte: @casapeloro

Siete stati il primo locale di Messina a proporre questa idea innovativa, da dove parte tutto?
Purtroppo le nostre spiagge sono inquinate. Provare a dare questo supporto, la birra alla spina in questo caso, poteva fare qualcosa per l’ambiente. Infatti, questo piccolo gesto da parte nostra ha motivato in qualche modo le persone. Casa Peloro è un’attività commerciale sensibile di fronte ad argomenti quali i problemi climatici e ambientali. Pensiamo che sia importante restituire al territorio quello che il territorio ci da. Vorrei che questo messaggio venga sottolineato affinché sia condiviso anche dalle altre attività commerciali. Molte volte non è un problema d’azione , tutti proviamo a fare qualcosa, è il messaggio che cambia.

L’idea sembra piacere alle persone, che riscontro state avendo?
Molto positivo, come puoi vedere dai nostri canali social, le persone vengono ogni giorno e immortalano tutto.

fonte: @casapeloro

Un piccolo gesto che non solo ripaga della fatica con una birra fresca nostrana, ma ci permette di prenderci cura del nostro pianeta.
A testimoniare come questa splendida idea funzioni, oltre la massiccia partecipazione dei bagnanti della zona, è il fatto che altri lidi della riviera come il dirimpettaio ”La Punta Beach Club” hanno iniziato a proporre l’iniziativa all’interno del loro locale.

Cristina Geraci

I Tumori: Sfortuna o pessimi stili di vita?

La caratteristica più bella della Scienza è la sua continua evoluzione. Grazie al suo efficace metodo è riuscita a descrivere ed analizzare gran parte della natura che ci circonda. Tuttavia metodo ed innovazione non bastano. Infatti la comunità scientifica è provvista, nella maggior parte dei casi, da un enorme senso di umiltà che la mette in uno stato di perenne dubbio in merito a tutto ciò che viene detto o scoperto. Essa è il primo critico di se stessa. Siamo abituati a pensare che se un qualche cosa “lo ha detto la Scienza” allora è sacra ed inconfutabile, e penso che non esista frase più sbagliata. Ogni giorno vengono portate avanti ricerche, i risultati vengono continuamente pubblicati su tutte le più prestigiose riviste scientifiche e molto spesso i dati di un ricercatore contraddicono i dati di un altro.

Il 2 gennaio 2015 Bert Vogelstein ha pubblicato uno studio provocatorio su Science : utilizzando alcuni modelli matematici, stimava l’incidenza della formazione di cellule tumorali, in assenza di sostanze che inducono cancro (carcinogene), sulla base delle riproduzioni che avvengono in un determinato tessuto.

Tuttavia questo articolo, in seguito, fu smentito dalla stragrande maggioranza degli studi epidemiologici e dall’intera comunità scientifica. Oltre a dare vita ad un messaggio fuorviante, esponeva ad un enorme rischio di insuccesso tutto il faticoso lavoro dei medici nel pubblicizzare e sostenere i benefici della prevenzione. Sebbene da tempo sia chiaro che il numero di divisioni cellulari aumenta il rischio di mutazioni e, con esso, di cancro, la maggioranza dei tumori più comuni è fortemente correlata con le esposizioni ambientali e gli stili di vita, perciò con un miglioramento di questi, l’incidenza dei tumori, su di una specifica popolazione, si abbassa notevolmente.

A sostenere questa tesi ci sono numerosissimi studi epidemiologici, ovvero le ricerche effettuate per determinare la frequenza di una determinata malattia in una popolazione. Un esempio sono i melanomi, che hanno una incidenza 200 volte più alta in Australia che in Cina. Ovviamente uno potrebbe contrastare questi dati affermando che si tratti di un motivo genetico e legato soltanto al continente australiano. Tuttavia, durante la composizione di questi studi, si prende in esame anche una popolazione campione che in questo caso sono gli australiani trasferiti in una regione non particolarmente soleggiata come lo è l’Australia, ed, in effetti, in questa la frequenza dei melanomi è simile ad un qualsiasi altra popolazione. Altri esempi sono legati ai tumori delle cavità orali per i lavoratori esposti all’amianto, i tumori ai polmoni per i fumatori, al tratto digerente e al fegato per quanto riguarda il consumo di alcol, ed, in ultimo, al colon per quanto riguarda l’eccessivo consumo di carne rossa e di insaccati.

Nella formazione di un tumore concorrono numerosissimi fattori, sia protettivi che lesivi. Questi sono determinati, in gran parte, dalla predisposizione genetica ed, in secondo ruolo, dai fattori ambientali. Infatti una qualsiasi persona, attraverso l’adozione di uno stile di vita impeccabile dal punto di vista salutistico, non può avere la certezza di non ammalarsi di cancro, ma con esso abbasserà di molto la possibilità di contrarne uno. La prevenzione, quindi, assume ancora oggi un ruolo fondamentale nella difesa contro il cancro. Un male che, purtroppo, si difende ancora troppo bene anche dalle più innovative cure.

Francesco Calò

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